Ascoli Piceno
  • Ascoli Piceno anni 60 70
  • Ascoli Piceno 360°
  • Ascoli Piceno
  • La Televisione anni 60 70
  • Le notizie di Ascoli Piceno anni 60 70
  • La cronaca di Ascoli anni 60 70
  • La musica in Ascoli anni 60 70
  • Auto anni 60 70
  • Usavamo queste cose
  • Ascoli Ieri
  • Progresso anni 60 70
  • Aviazione civile anni 60 70
  • Webcam di Ascoli Piceno
  • Monte Piselli
  • Laverda
  • Ricezione Short Wave
ASCOLI PICENO
Picture

Valerio Viccei La Strage dell'Italicus Gianni Nardi, Trudi Ortensi uccisione del tifoso Ascolano Nazzareno Filippini


Picture
Mini documentario su Nazzareno Filippini



Ospite: Antonio Filippini il fratello di Nazzareno Filippini.


qui la partita dopo cui Nazzareno venne ucciso


L'uccisione del tifoso Ascolano Nazzareno Filippini

Picture
Nazzareno Filippini e la sua ragazza Elisabetta

​Al termine di Ascoli-Inter, Nazzareno Filippini viene aggredito brutalmente con sassi e bastoni da quattro ultras del gruppo "skin heads". Morirà dopo otto giorni di agonia in ospedale ad Ancona. Era fidanzato da tredici anni ed avrebbe dovuto sposarsi soltanto sei giorni dopo.

Quel fumo nero aveva  ( a ripensarci ) annunciato che la giornata sarebbe finita male. Il fumo sprigionatosi dal materasso per il salto in alto, completamente bruciato da uno dei tanti petardi lanciati per salutare l'inizio del campionato 1987/88. 

Foto
Scan QR for page link

Translate


per ingrandire ancora di più - tasto destro sulla foto e scegliere  "aprire in altra finestra o linguetta "
Da destra: la sorella , la madre e parenti vari di Nazzareno Filippini fuori della camera mortuaria dell'ospedale Umberti 1° di Ancona
Nazzareno Filippini nel reparto di rianimazione dell'ospedale Umberti 1° di Ancona
Nazzareno Filippini nel reparto di rianimazione dell'ospedale Umberti 1° di Ancona
Il presidente dell'Ascoli calcio Rozzi bacia la madre di Nazzareno Filippini
Ascoli-Juventus 1-1 | 10/1988 Nazzareno Filippini è stato ricordato con un mazzo di fiori al suo posto.
Anche il presidente dell'Ascoli calcio Costantino Rozzi partecipa ai funerali del tifoso ascolano Nazzareno Filippini ucciso dopo la partita Ascoli-Inter
il funerale di Filippini Nazzareno
il feretro di Filippini Nazzareno seguito dalla madre Maria Onori le sorelle Daniela e Odilia ed infine la fidanzata Elisabetta sottobraccio con la madre di Nazzareno
Sebastiani e Ciccarelli due dei quattro arrestati per il caso Filippini. Foto presa sulla curva nord durante Ascoli-Inter
Nino Ciccarelli a destra uno dei 4 arrestati per l'omicidio di Nazzareno Filippini affianco al giocatore Brehem
Mauro Russo alla questura di Milano (volto coperto) arrestato per l'omicidio del tifoso Ascolano Nazzareno Filippini
Marcello Ferrazzi, detto Metallica, uno dei due ultras arrestati con l' accusa di omicidio per il caso Filippini
Massimo Bertaglia quinto tifoso Interista arrestato dalla DIGOS di Ascoli per l'omicidio di Nazzareno Filippini
Materiale sequestrato a casa di Marcello Ferrazzi detto "Metallica" accusato dell'omicidio di Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini ucciso da tifosi Interisti dopo la partita Ascoli-Inter
Fiori deposti sul posto dove Nazzareno Filippini fu ucciso da tifosi Interisti dopo la partita Ascoli-Inter 1988
Messaggio di solidarietà per i 5 arrestati per l'omicidio del tifoso Ascolano Nazzareno Filippini eretto dai tifosi interisti sulla curva Nord di San Siro durante la partita Inter-Roma
mazzo di fiori per ricordare il posto dove Nazzareno Filippini fu percosso . Campo Del Duca
Nazzareno Filippini - Comune di Ascoli Piceno
L'incontro Ascoli-Inter è appena terminato. Le forze dell'ordine fanno defluire dalla Curva Nord dello stadio Del Duca i tifosi nero-azzurri, che vengono incolonnati ed avviati verso i cinque pullman parcheggiati in via delle Zeppelle. 

Ma non si è a conoscenza del fatto che altri due mezzi sono stati lasciati nei pressi della stazione ferroviaria: il secondo gruppo di ultras si dirige alla meta, passando davanti agli ingressi della tribuna coperta ed ecco avvicinarsi il dramma sotto la Curva Sud, feudo del tifo bianconero. All'indirizzo degli interisti inizia un fitto lancio di pietre, lattine ed altri oggetti. E' il fuggi fuggi generale. 

Nazzareno Filippini resta coinvolto nella ressa (qui). Ad un certo punto si accascia al suolo, con il volto completamente coperto di sangue. Viene soccorso qualche minuto più tardi e tra le mani che si tendono per aiutarlo ci sono anche quelle di Antonio, diciannovenne, impaurito di quanto sta accadendo. Quando si avvicina non sa ancora che il corpo martoriato è di suo fratello. 

Reno, così chiamato dagli amici, entra in coma profondo subito dopo aver varcato la soglia dell’Ospedale di Ascoli. Riesce a parlare con i medici del pronto soccorso, lamentando un forte dolore alla parte destra del capo. Durante gli accertamenti perde però conoscenza. Quindi, la corsa disperata verso Ancona con un'autoambulanza a sirene spiegate.

In tarda serata è sottoposto a Tac. Le sue condizioni appaiono subito gravi tanto che i sanitari del reparto neurochirurgico lo sottopongono ad un intervento alla testa per rimuovere un grosso ematoma. Filippini subisce in seguito un secondo intervento chirurgico per l'asportazione dei residui emorragici. Il giovane non riesce ad uscire dal coma profondo in cui è caduto tanto che i medici sono pessimisti sul suo recupero: difficilmente, in caso di sopravvivenza, potrà riprendere le piene facoltà fisiche. 

A fare temere la sua fine imminente è il responso di un' ennesima Tac. Com'è prassi dopo un esame del genere, viene chiamato un neurochirurgo per un parere; questi però non rileva alcuna nuova lesione tale da giustificare un nuovo intervento chirurgico. Qualcosa di poco convincente, qualche leggerissimo segno d'allarme induce però i medici a fare il controllo: forse la modificazione della pupilla, un po' più dilatata. Ma nei casi come quello di Nazzareno Filippini il confine tra una situazione già gravissima e la morte è impercettibile, labile come il tracciato di un encefalogramma o di un elettro-cardiogramma. D'altronde le radiografie della scatola cranica dell'uomo mostrano un cervello ridotto in poltiglia, con i ventricoli e le anse irriconoscibili, sformati da colpi che indicano una ferocia inaudita.

Il cuore di Reno cessa di battere il 17 ottobre per arresto cardiocircolatorio conseguente al progressivo deterioramento delle condizioni cerebrali che già erano gravissime. Nazzareno era un sostenitore convinto dell'Ascoli Calcio e non perdeva occasione per seguire la squadra del cuore. In gioventù era stato anche giocatore di calcio. Orfano di padre (viveva con la madre Maria, insegnante elementare), due sorelle sposate ed un fratello, Antonio, di 19 anni, aveva frequentato solo per qualche anno l'Isef ad Urbino, scegliendo poi di lavorare per la Casa Editrice Fabbri come rappresentante. Ascolano purosangue, conosciutissimo in città, molto vicino al mondo sportivo, avrebbe coronato il suo lungo sogno d'amore con la compagna Elisabetta De Benedittis proprio la settimana successiva a quella maledetta domenica. Un dramma nel dramma.

Dopo difficili indagini verranno arrestati cinque ultras interisti del gruppo Viking con l'accusa di omicidio volontario: sono Mauro Russo, 31 anni, Marcello Ferrazzi, 24, Nicola Ciccarelli e Davide Sebastiani, 20, tutti di Milano, e il ventiquattrenne di Reggio Emilia Fabrizio Beggi. A sorpresa, nel giugno 1989 il giudice istruttore di Ancona li rimetterà in libertà per mancanza di indizi. Da nuove perizie disposte e altre testimonianze raccolte, sembra che Ciccarelli e Beggi, protagonisti di scontri fra le opposte tifoserie, fossero lontani dal luogo dell'aggressione a Filippini mentre, pur avendo partecipato alla rissa, non furono Russo, Ferrazzi e Sebastiani a sferrare con un oggetto il colpo che uccise l' ascolano. Le nuove indagini però non porteranno ad identificare nessun colpevole lasciando di fatto gli omicidi di Nazzareno senza volto.
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini
Nazzareno Filippini

La storia di Valerio Viccei
Picture

Qui si vede  Valerio Viccei sulla rapina del Secolo (in inglese)


La storia di Viccei racconta brevemente !



Nelle foto a scorrimento sulla pagina : "noi in Ascoli Piceno '60-'70" (alcune ingrandibili) si vede quando fu ucciso durante una sparatoria ed una cartolina che ho tradotto - scritta ad un poliziotto inglese  (foto sotto), poi amico..
Leggendo l'articolo sotto si capisce che la rapina fu voluta dalla mafia ma che era stata strumentalizzata dai poteri occulti come la P2 a cui Gianni Nardi apparteneva ed i servizi segreti della Sismi.
Per saperne di piu
Picture
la Kawasaki 500 nera simile a quella che Viccei guidava quando veniva in via Fabriano dove abitavo...e ci faceva anche il monoruota. Potete vedere e sentire il motore nel video sotto



Picture
sedie da bar anni 60-70

il Ripetitore che fu fatto esplodere da Viccei - vedi qui 
trascinare l'immagine per vedere intorno


antenna ripetitore Ascoli Piceno Viccei
antenna ripetitore di Ascoli Piceno che Viccei fu accusato di aver fatto esplodere
Il ripetitore che fu fatto saltare
Il ripetitore che fu fatto esplodere da Viccei (freccia gialla)
Picture
Picture
Picture
Raccontata da conoscenti (audio)
Your browser does not support HTML5 audio. Please update your browser to view this media content.
Valerio Viccei - la storia (audio)
Your browser does not support HTML5 audio. Please update your browser to view this media content.

Knightsbridge warehouse, 1987 dove ebbe luogo la rapinaKnightsbridge warehouse, 1987
dove ebbe luogo la rapina
Ex terrorista spara agli agenti: Valerio Viccei  ucciso!

Teramo,
l'estremista nero Viccei intercettato con un pentito. Ferito un poliziotto DAL NOSTRO INVIATO TERAMO - Ieri mattina, un ex terrorista nero in regime di semilibertà e un collaboratore di giustizia caricavano le loro pistole davanti ad un casolare abbandonato sulla strada provinciale numero 1, che risale le colline del Teramano e conduce, in tornanti dolci, alla frazione di Sant' Egidio. Capannoni industriali e greggi di pecore, prostitute sedute dietro ai cespugli e cani randagi. Il casolare è subito dietro l' ultima curva. Appena nascosto da un grande albero di castagne. La vecchia Lancia Thema grigia dicono che fosse ferma dove comincia il sentiero. Con il cofano aperto e con loro due, chini, che vi rovistavano. Stavano caricando una Magnum 357 e una Smith&Wesson. Le caricavano con proiettili ad espansione. «Ma non è nemmeno questo, il punto». È che la Magnum 357, quando esplode un colpo, è come se tuonasse. La coppia di agenti sopravvissuti al conflitto a fuoco, racconta che è stato proprio il tremendo rumore prodotto dal primo colpo a fargli capire che stava cominciando una specie di battaglia. Sul prato è rimasto ucciso Valerio Viccei, 45 anni, molti dei quali trascorsi a far scorribande su commissione dei Nar - i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro - finché non decise poi di andarsi a nascondere a Londra, dove partecipò al gran colpo della Knightsbridge, nelle cui cassette di sicurezza non avrebbe trovato solo quasi 150 miliardi di lire, ma anche, diceva lui, misteriosi documenti appartenenti al banchiere Roberto Calvi. Il corpo di Viccei è stato centrato da almeno nove colpi di mitraglietta. Il capopattuglia Enzo Baldini, 40 anni, sposato e con due figli, ha avuto una buona mira, nonostante giacesse a terra, e gravemente ferito all' inguine. Dalla Magnum di Viccei mancano quattro proiettili. Aveva già infilato guanti di lattice. E, pure in lattice, era la maschera facciale che aveva nella tasca dei pantaloni. Nella stessa tasca teneva anche un documento d' identità falso. Intestato ad un cittadino albanese. Ma è stato un agente della polizia scientifica a riconoscerlo: «Ragazzi, questo è Viccei. Recluso nel carcere di Pescara, però con il permesso di uscire dalle 8.30 alle 22.30». Il suo complice è ferito alla gamba destra. È nato a Lecce, ha 31 anni e si chiama Antonio Maletesta. Dopo essere stato affiliato all' organizzazione criminale pugliese Sacra corona unita, ha deciso di pentirsi, raccontando dettagli di secondo piano ai magistrati. Sottoposto al servizio protezione, alle 11 del mattino, doveva stare all' Aquila e non qui, davanti a questo cascinale. Anche lui aveva già infilato alle mani i guanti di lattice. Ma con la sua Smith&Wesson non ha colpito alcun agente. L' agente scelto Franco Di Giannatale, 31 anni, sposato e con due figli, si è slogato il polso destro, cadendo. E si stava rialzando, quando, per pure fatalità, da dietro la curva è anche spuntata un' auto dei carabinieri. C' erano due uomini a bordo. L' appuntato Luigi Corradetti, di 45 anni, e un ex parà del battaglione Tuscania. E non ha esitato ad ascoltare il grido dell' agente Di Giannatale: «Ne sta scappando uno». Così ha indossato il giubbotto antiproiettile, ha imbracciato la mitraglietta e ha scavalcato il muretto, costruito dai pastori lateralmente alla cascina. L' ultima scena del combattimento è avvenuta trecento metri più giù, verso il boschetto. Sotto un faggio c' era il collaboratore di giustizia ferito, che si torceva dal dolore, sudando, bestemmiando, ma senza decidersi a mollare la sua Smith&Wesson. Almeno finché non ha sentito il carabiniere urlare: «Ti tengo sotto tiro. E se alzi quella pistola, te lo giuro, ti sparo». Due criminali perfettamente armati, che si preparavano a chissà cosa. Dicono in Questura: «Forse ad assaltare una banca, un ufficio postale, un furgone portavalori». O, più probabilmente, a compiere un sequestro di persona. Fabrizio Roncone IL RITRATTO Dalla maxirapina di Londra ai misteri del caso Calvi MILANO - Prima di squagliarsela dopo aver spazzolato 150 miliardi dal «centro deposito valori» di Brompton road, Knightsbridge, lasciò in un caveau (rigorosamente vuoto) la videocassetta di «Come sposare un milionario». Uno sberleffo. La sua firma su quella che ancora adesso viene ricordata come la rapina del secolo, in Inghilterra: 126 cassette svuotate, gioielli (c' era anche il secondo diamante più grande del mondo) e preziosi portati via ai grandi nomi dell' aristocrazia inglese. Era un uomo spiritoso, Valerio Viccei. Ma non era Robin Hood. Anzi. Nato ad Ascoli Piceno il 23 gennaio 1955, papà avvocato iscritto al Pli, mamma casalinga, a soli 15 anni conosce Gianni Nardi, l' estremista nero (ufficialmente) morto il 10 settembre 1976 in uno scontro frontale a Palma di Maiorca. Diventano amici. Nardi è più «ideologico», a Viccei la teoria interessa poco. Galleggia nell' area dell' eversione nera da subito, tra la strategia della tensione e il colore dei soldi sceglie i secondi. La sua vita è tutta in un fascicolo giudiziario alto due spanne. La prima denuncia arriva nel 1971, entra nella sede cittadina del Psiup e la devasta. Per il carcere è questione di qualche mese, nel 1972 piazza una carica esplosiva sotto un ripetitore televisivo (lui ha 17 anni), poi finisce dentro per aver rubato un' auto sotto casa (« Dovevo andare a Roma al comizio di Almirante»). Da lì in poi è un elenco di rapine, furti, attentati (ma per la bomba al rapido Milano-Bari del 1974 fu assolto) e un omicidio. Quello di un suo complice, Giovanni Niccolai, 29 anni, ultrà nero che controllava un giro di droga: due colpi di pistola al torace e all' addome e poi la benzina per bruciare il corpo nel 1981, la confessione solo dieci anni dopo. Condannato per traffico d' armi e altri reati minori, ottiene la libertà vigilata, sparisce il 30 dicembre 1986. La mattina del 17 luglio 1987 Viccei riappare in giacca e cravatta, davanti al deposito valori di Knightsbridge. Lui e un suo socio entrano dall' ingresso principale (il direttore verrà poi condannato per complicità). Ne escono un' ora dopo con una refurtiva spaventosa. Lui rimane libero giusto un mese, il tempo di comprarsi una Ferrari con la quale investe uno degli agenti che lo arrestano a Londra. Il 30 gennaio 1989 arriva la condanna a 22 anni, tre anni dopo l' estradizione nel carcere di Pescara. Il ministro della Giustizia inglese tuona: «L' Italia rimetterà in libertà l' uomo d' oro nel giro di un anno». Si sbaglia, di poco. Viccei ottiene la semilibertà nel 1995, la libertà condizionata nel 1997. Londra protesta ancora: si è sempre rifiutato di collaborare al recupero del bottino. Gli anni in carcere li passa a seminare insinuazioni e dubbi sulla brutta storia dell' Italia recente. Nel 1992 dice: «In uno dei depositi di Knightsbridge c' era la famosa agenda di Roberto Calvi, in un altro molti documenti del mafioso Francesco Di Carlo». I magistrati lo bocciano: «Poco affidabile». All' uscita dal carcere fonda una casa editrice e un' azienda di abbigliamento, problemi di soldi - in Inghilterra ne sono certi - non ne ha di sicuro. Lui nel 1997 fa il gradasso e conferma: «Non sarei quello che sono se non avessi fatto quel lavoretto in Gran Bretagna, come posso pentirmene?». Valerio Viccei, statura media, capelli castani ormai tendenti al bianco, eterna faccia da bravo ragazzo guascone, è morto ieri, a faccia in giù in una pozzanghera di fango e sangue. Il requiem lo pronuncia un vecchio magistrato in pensione, Mario Mandrelli, l' uomo che per primo gli mise le mani addosso: «Il personaggio è abbondantemente descritto dalle varie sentenze che lo riguardano - dice gelido -. Si dice che dei morti bisognerebbe parlare solo bene, ma purtroppo quelli sono i fatti». Marco Imarisio LA SCHEDA LA SPARATORIA Durante un controllo, una pattuglia della Polizia stradale nota due persone sospette nei pressi di un casolare del comune di Sant' Egidio alla Vibrata (Teramo). Alla vista degli agenti, i due uomini cominciano a sparare. Un malvivente muore, un altro viene ferito, così come un poliziotto IN SEMILIBERTÀ La vittima è Valerio Viccei, 45 anni, un passato come estremista di destra e rapinatore. Nel 1987 «firmò» il colpo del secolo in Inghilterra, bottino 150 miliardi. Nel 1997 gli era stata concessa la libertà vigilata IL PENTITO L' altro malvivente ferito è Antonio Maletesta, 31 anni, un pentito della Sacra corona unita, che vive in regime di protezione all' Aquila. È diventato collaboratore di giustizia nel 1994.
(19 aprile 2000) - Corriere della Sera

cartolina scritta da Viccei  mentre in prigione al detective che lo arrestò
cartolina scritta da Viccei mentre in prigione al detective che lo arrestò, che ho tradotto
lettera scritta da Viccei  mentre in prigione al detective che lo arrestò ( in inglese)
lettera scritta da Viccei al detective che lo arrestò mentre in prigione (in inglese)
cartolina scritta da Viccei  mentre in prigione al detective che lo arrestò
cartolina scritta da Viccei al detective che lo arrestò mentre in prigione che ho tradotto
il ripetitore che Viccei fece esplodere
il ripetitore di Colle San Marco che Viccei fece esplodere
Picture
Colle S. Marco
Viccei senza vita dopo la sparatoria con i carabinieri
Viccei senza vita dopo la sparatoria con i carabinieri
le cassette di sicurezza a Knightsbridge  che  Viccei rapinò
le cassette di sicurezza a Knightsbridge che Viccei rapinò
Ferrari Testarossa
La Ferrari Testarossa di Valerio Viccei in cui fu arrestato per la rapina delle cassette di sicurezza di Knightsbridge Regno Unito
Picture
Una delle ultime, rare, immagini di Valerio.
Picture
Valerio Viccei dopo l'arresto per la rapina del Secolo Londinese - foto della polizia inglese
Valerio Viccei a Londra
La latitanza londinese. Valerio, Alba, Helle e Paolo a Londra nei mesi precedenti la rapina del secolo Londra
le cassette di sicurezza a Knightsbridge  che  Viccei rapinò
le cassette di sicurezza a Knightsbridge che Viccei rapinò
Picture
Valerio al mare in Inghilterra con un’amica svedese dopo la fuga dall’Italia.
Picture
Valerio a Ibiza dopo la rapina del secolo.
Picture
.. qui era il bar Leonida dove Viccei veniva ogni tanto...una volta ci venne con una mitraglietta ..
CALVI: CONDANNATO IL RICETTATORE DI KNIGHTSBRIDGE

Agostino ''Tino'' Vallorani, antiquario 43enne accusato di ricettazione per la rapina multimiliardaria di Knightsbridge a Londra nel 1987, e' stato condannato ad un anno e quattro mesi per questo reato oggi dal tribunale penale di Roma. L'intera pena, comminata con rito abbreviato e' stata condonata. Vallorani, oltre ad essere legato alla ''rapina del secolo'', organizzata dal suo amico d'infanzia. il neofascista Valerio Viccei, condannato a 22 anni ed ora in carcere in Italia, interessa alle autorita' italiane perche' ritengono che sappia ancora molto sull'omicidio del presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, trovato morto a Londra il 18 giugno del 1982.

Proprio Viccei, anche lui originario delle Marche come Vallorani, si e' reso protagonista dell'ultimo caso di depistaggio smascherato dagli accertamenti della Direzione investigativa antimafia. Viccei aveva detto di essere in possesso di documenti bancari appartenuti a Roberto Calvi trovati, insieme a valori e droga, in una delle cassette di sicurezza scassinate nel caveau di Knightsbridge. Secondo quanto sosteneva Viccei -che puntava ad essere inserito nel programma di protezione dei pentiti- quella cassetta di sicurezza apparteneva al mafioso Francesco di Carlo, boss del clan Cuntrera Caruana, l'uomo che secondo le rivelazioni di altri pentiti eccellenti, come Francesco Marino Mannoia e Tommaso Buscetta, avrebbe strangolato su ordine di Pippo Calo' Roberto Calvi.

CALVI: PASSAPORTO VATICANO NEL CAVEAU LONDINESE
il Detective Inspector Dick Leachil Detective Inspector Dick Leach e Viccei
IL RACCONTO DI VICCEI - Nel caveau della banca, in una cassetta di proprieta' di Francesco di Carlo, boss mafioso del clan Cuntrera, vicino a Pippo Calo' (in galera ora in Gran Bretagna per il piu' grosso traffico di eroina mai scoperto), Viccei ha detto di aver trovato un'ingente somma di denaro e ''documenti bancari'', di proprieta' di Calvi, nonche' due documenti del Vaticano in bianco, un passaporto ed una carta d'identita'. Ma che dovevano essere entrati in possesso di Di Carlo, a testimonianza delle sue amicizie influenti, dopo la morte di Calvi, visto che la data era posteriore al 18 giugno 1982. Una volta in carcere in Inghilterra, Viccei - condannato a 22 anni - e' avvicinato da Nezar Hindawi, terrorista arabo e per un certo periodo suo compagno di cella. Hindawi e' una ''mammoletta'' arrestato e condannato a 35 anni di carcere per aver affidato una bomba alla sua ragazza inglese e incinta, e averla mandata su un aereo dell'El Al a Heathrow. Ma la ragazza, ignara, era stata scoperta.
Un giorno Hindawi ''passa'' a Viccei un messaggio di Di Carlo che rivoleva soldi e documenti. La cosa fece capire a Viccei di essere in possesso di qualcosa di importante. Chiese cosi' di parlare con il Detective Inspector Dick Leach, ora nella Metropolitan Police, alla Paddington Green Station, ma allora vera mente dell'inchiesta su Knightsbridge nella Flying Squad, la ''volante'' di Scotland Yard. Gli dice che i documenti su Calvi li ha Steven Mann, uno dei suoi accoliti. Ma la scelta e' sbagliata: Mann e' la persona che con le sue ''confidenze'' ha poi tradito tutta la banda permettendo a Leach di metterli tutti in galera e recuperare tra un terzo e la meta' del tesoro rubato. L'unico libero della banda e' oggi proprio Mann che fa il macellaio da qualche parte nel North side londinese.

Trasferito in Italia, per provare che dice il vero, Viccei fa consegnare dal padre alle autorita' italiane due documenti che, per precauzione, aveva messo da parte: il passaporto e la carta d'identita' del Vaticano in bianco, trovati anch'essi - sostiene - tra i documenti che erano connessi a Calvi nella cassetta di Di Carlo. I due documenti sarebbero stati consegnati da Viccei ad Agostino (Tino) Vallorani, antiquario italiano e commerciante di automobili dalle amicizie finanziarie torbide, perfino negli ambienti finanziari della City, arrestato in Italia il 17 settembre scorso. I RISCONTRI MANCANTI - Per trovare i necessari riscontri alle rivelazioni di Viccei, la Direzione investigativa antimafia chiede la collaborazione della polizia londinese. Questa - secondo fonti inglesi - tenta due tipi di approcci con Mann che ormai e' un ''grass'', un informatore nello slang londinese. Gli manda un agente infiltrato che bazzica nei bassifondi londinesi, che gli dice: ''C'e' qualcuno che vuole i documenti di Calvi. Viccei dice che li hai tu. Se li tiri fuori, o dai informazioni per averli, ti metti in tasca 40mila sterline (quasi cento milioni di lire)''. Mann trasalisce e risponde: ''Magari ne sapessi qualcosa, ma putroppo quei documenti non l'ho mai visti''. Fallito l'approccio bluff, la polizia sceglie quello ufficiale, e prende contatto con Mann, che continua pero' a negare. E interpella anche Rubin, un altro di Knightsbridge, ma anche lui sconfessa la versione di Viccei, e dice di non saper nulla dei documenti di Calvi.

Con una commissione rogatoria, i sostituti procuratori Elisabetta Cesqui ed Andrea Vardaro, accompagnati da un ufficiale della Dia, si recano a Londra. E dal 25 al 28 ottobre, interrogano Mann, Rubin ed Hindawi

Tutti, anche Vallorani, sconfessano Viccei definito ''poco affidabile'' da altre fonti italiane che parlano di depistaggio. Anche gli inglesi non si sbilanciano sulla attendibilita' di questo pentito dell'ultim'ora per il quale le porte del carcere non si apriranno, neppure per un permesso, prima del 2003. IL ''PROBLEMA'' VICCEI - Viccei sembrerebbe quindi sconfessato. Ma rimane un ''teste interessante'' se non altro - e non e' un dettaglio da poco - perche' ha davvero prodotto i due documenti in bianco del Vaticano ritrovati nella cassetta di sicurezza di Di Carlo. Insomma l'anello della catena che mancherebbe per comprovare la tesi che vuole Calvi ucciso dalla Mafia, da Di Carlo, su ordine di Pippo Calo', d'accordo con la P2 che faceva affari con il Vaticano. Ma per rendere questo anello a prova di strappo bisogna dimostrare tre cose: che la cassetta apparteneva veramente a Di Carlo; che c'erano ''documenti bancari'' e di altro tipo appartenenti a Calvi; come Di Carlo ne era entrato in possesso (prelevati da Calvi o affidatigli?).

ALTRI ASSASSINII - Dalle confessioni di Viccei, 37enne originario di Ascoli Piceno, sarebbero pero' emersi altri elementi su altri assassini eccellenti. Quali? Il riserbo e' assoluto ma e' logico pensare che si pensi a Sergio Vaccari Agelli, antiquario 47enne trovato morto a Londra il 16 settembre del 1982, esattamente tre mesi dopo che Calvi era stato visto vivo per l'ultima volta. Vaccari era in contatto con Vallorani. Ma dovrebbe aiutare a fare luce anche sulla morte di Jeanette May, ex baronessa Rothschild, e della sua amica italiana Gabriella Guerin, misteriosamente uccise nel 1981 in Italia.

Londra, 8 nov - Un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano, in bianco. Sono gli unici documenti nelle mani degli inquirenti italiani appena ritornati dall'Inghilterra. Ma in qualche modo legano l'uccisione di Roberto Calvi, Francesco di Carlo, il boss mafioso agli ordini di Pippo Calo', la Loggia P2 ed il Vaticano, e fanno gioco alla tesi degli inquirenti romani che lavorano all'inchiesta sulla morte del ''banchiere di Dio'': Di Carlo avrebbe ucciso Calvi su ordine di Pippo Calo', a sua volta d'accordo con i vertici della P2. La morte di Calvi sarebbe stata decisa perche' era ormai facilmente ricattabile e poteva coinvolgere nello scandalo gente importante.

Il nuovo capitolo dell'inchiesta su Calvi muove dalle rivelazioni di Valerio Viccei, il neofascista italiano che organizzo' la rapina record al Safety Deposit Centre di Knightsbridge a Londra. Viccei ha parlato in carcere con l'evidente scopo di essere inserito nel programma italiano per i testimoni protetti. Come prova della veridicita' delle sue affermazioni - ha appreso l'Adnkronos da piu' fonti ufficiali italiane e straniere - ha fatto pervenire agli inquirenti italiani un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano in bianco ed ha detto di averli trovati in un'unica cassetta di sicurezza che - sostiene - apparteneva a Di Carlo, una delle 126 aperte dalla banda che raggranello' un gruzzolo stimato in 40 milioni di sterline (cento miliardi), che - guarda caso - nessuno dei proprietari ha mai reclamato. I documenti erano datati 1983, ma dimostrerebbero, se la cassetta era davvero di Di Carlo, che il mafioso, attraverso amicizie influenti, era in grado di ottenere documenti del genere.

Viccei Valerio
Valerio Viccei
Valerio Viccei - storia (inglese)
per approfondire (inglese)

dai giornali - in inglese
servizi Cimiteriali Valerio Viccei
servizi Cimiteriali Valerio Viccei
La rapina del secolo di Knightsbridge safe deposit messa a segno da Viccei e banda
gli avvenimenti in inglese
il Detective Inspector Dick Leach
il poliziotto (ritratto articolo sopra) che arrestò Valerio Viccei
Picture
Prigione di HMP Parkhurst sull'Isola di Wight dove scontava la pena Viccei Valerio.
ingrandisci cartina

La Strage dell'Italicus - Aldo Moro stava prendendo quel treno !

ItalicusAgosto 1974: la vettura 5 del treno
Italicus alla stazione di
San Benedetto Val di Sambro
4 agosto 1974.
Nella notte una bomba esplode nella vettura numero 5 dell'espresso-1486 Roma-Brennero. I morti sono 12 e i feriti circa 50, ma una strage spaventosa è stata evitata per questione di secondi: se la bomba fosse esplosa nella galleria che porta a San Benedetto Val di Sambro i morti sarebbero stati centinaia. Racconta un testimone della strage: «Il vagone dilaniato 
dall'esplosione sembra friggere, gli spruzzi degli schiumogeni vi rimbalzano su. Su tutta la zona aleggia l'odore dolciastro e nauseabondo della morte».
I due agenti di polizia che hanno assistito alla sciagura raccontano: «Improvvisamente il tunnel da cui doveva sbucare il treno si è illuminato a giorno, la montagna ha tremato, poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza di inerzia, è arrivato fin davanti a noi. Le fiamme erano altissime e abbaglianti. Nella vettura incendiata c'era gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente poiché le lamiere esterne erano incandescenti.

Gianni Nardi
Gianni NardiGianni Nardi
Dentro doveva già esserci una
temperatura da forno crematorio. 'Mettetevi in salvo', abbiamo gridato, senza renderci conto che si trattava di un suggerimento ridicolo data la situazione. Qualcuno si è buttato dal finestrino con gli abiti in fiamme. Sembravano torce. Ritto al centro della vettura un ferroviere, la pelle nera cosparsa di orribili macchie rosse, cercava di spostare qualcosa. Sotto doveva esserci una persona impigliata. 'Vieni via da lì', gli abbiamo gridato, ma proprio in quel momento una vampata lo ha investito facendolo cadere accartocciato al suolo».
Qui l'ex fabbrica di elicotteri di Nardi di Ascoli Piceno

Attentato del treno Italicus 4 agosto 1974 from john buatti on Vimeo.

Attentato del treno Italicus 4 agosto 1974

Picture
San Benedetto Val di Sambro

stazione di San Benedetto Val di Sambro (BO)

Il Giallo sulla morte di Gianni Nardi



Picture
San Benedetto Val di Sambro (BO)
Italicus


 
stazione di San Benedetto Val di Sambro (BO)

Picture
ALe 880 ed il ETR.450 a SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO

ingrandisci

Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi - Neofascisti accusati assassinio Calabresi
GIANCARLO ESPOSTI
GIANCARLO ESPOSTI
Funerali attentato Treno Italicus
attentato del Treno Italicus poco prima dell'uscita dalla galleria
GIANCARLO ESPOSTI
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
Gianni Nardi
I neofascisti non nascondono di essere gli esecutori. Un volantino di Ordine nero proclama: «Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l'autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti». Gli investigatori brancolano nel buio fino a quando un extraparlamentare di sinistra, Aurelio Fianchini, evade dal carcere di Arezzo e fa arrivare alla stampa questa rivelazione: «La bomba è stata messa sul treno dal gruppo eversivo di Mario Tuti che ha ricevuto ordini dal Fronte nazionale rivoluzionario e da Ordine nero. Materialmente hanno agito Piero Malentacchi, che ha piazzato l'esplosivo alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, Luciano Franci, che gli ha fatto da palo, e la donna di quest'ultimo, Margherita Luddi».
Dodici morti 48 feriti Sul treno saltano in aria - Italicus
Inquietanti interrogativi sulla strage dell'Italicus
Italicus - criminale attentato sulla Firenze Bologna- almeno 12 morti per una bomba sul treno Italicus
Mio padre doveva viaggiare sull'Italicus
Nuova mostruosa strage fascista ! 12 morti nell'attentato al treno italicus
nuove minacce di ordine nuovo . Val di Susa- due quintali di dinamite trovati in un campo paramilitare per un possibile attentato alla linea internazionale Torino - Modane
Attentato Italicus - Ordine Nero: Siamo stati Noi !
Strage a giudizio . Fermate il processo! Gli strani ostacoli alle inchieste sostenute da una stampa astiosa
Tre fascisti di Ordine Nero sono stati fermati per la strage Italicus
Eppure la polizia era informata da tempo che Mario Tuti era un sovversivo e una donna aveva addirittura dichiarato a un giudice che l'autore della strage era proprio lui. Risultato: la denuncia archiviata e la donna mandata in casa di cura come mitomane. Il giudice che aveva raccolto e insabbiato la dichiarazione si chiamava Mario Marsili ed era il genero di Licio Gelli, il gran venerabile della loggia massonica P2.

Si entra così nei misteri della polizia e dei governi-ombra che per alcuni anni hanno condizionato la vita italiana. Il dubbio che la P2 sia implicata nella vicenda induce il giudice bolognese Vella a diffidare della magistratura aretina. Scrive Giampaolo Rossetti, un giornalista che si è occupato per mesi della vicenda: «Arezzo era città di protezione per i fascisti». Basti pensare alla frase strafottente pronunciata da Luciano Franci, il luogotenente di Mario Tuti, rivolgendosi a un camerata che piagnucolava dopo l'arresto: «Non preoccuparti, da queste parti siamo protetti da una setta molto potente». Una setta, ci spiegò poi il giudice Vella, che puzzava di marcio ed era al centro di un potere occulto collegato alle più oscure vicende della vita italiana. Per saperne di più il giudice Vella si rivolse anche ai Servizi segreti, ma per mesi non ottenne risposta. Protestò e allora l'ammiraglio Casardi, capo del servizio militare, gli scrisse rimproverandolo di ignorare «le norme che regolano il nostro servizio». «Le conosco anche troppo» gli rispose Vella, «ed è questo che mi preoccupa». Probabilmente se i Servizi segreti l'avessero aiutato, il giudice sarebbe subito arrivato a Tuti.

Comunque, all'inizio del '75 viene emesso un mandato di cattura contro Mario Tuti, che però riesce a sfuggire all'arresto. Aspetta che i tre carabinieri andati per arrestano suonino alla porta e poi spara loro addosso uccidendone due e ferendo il terzo. L'uomo riesce ad espatriare, prima ad Ajaccio e poi sulla Costa azzurra. La polizia francese lo rintraccia a Saint-Raphael dove ha luogo di nuovo uno scontro cruento, al termine del quale il terrorista viene arrestato. Al processo terrà un contegno sprezzante. Anni dopo, nel 1987, sarà lui a capeggiare una rivolta nel carcere di Porto Azzurro che terrà l'Italia con il fiato sospeso per alcuni giorni.

Le indagini sull'Italicus e su piazza della Loggia hanno spezzato il fronte dell'omertà. I balordi della provincia nera parlano, ma quando il giudice Tamburrino di Padova o il giudice Arcai di Brescia chiedono conferme o aiuti ai Servizi segreti per indagare sulle alte complicità cala la serranda del «segreto di Stato». Le protezioni di cui godono i fascisti sono sfacciate. Valga questo esempio: il 19 luglio del '75 viene arrestato a Milano l'avvocato Adamo Degli Occhi, capo della «maggioranza silenziosa», movimento d'ordine. I carabinieri di Milano chiedono alla Questura di Brescia, che conduce le indagini sulla strage di piazza della Loggia, se devono perquisire l'alloggio dell'avvocato, ma la Questura dice che non è il caso. Intanto un giornalista fascista, Domenico Siena, è entrato nell'alloggio e ne è uscito con due valigie. Dirà che aveva preso effetti personali da far arrivare in carcere all'avvocato. Il dubbio che fossero carte compromettenti è più che lecito.

da "Gli anni del terrorismo" di Giorgio Bocca (pagg. 291-293)

“Maria Fida Moro ha rivelato ieri un particolare inquietante. Suo padre, il 4 agosto 1974, era salito sul treno Italicus, ma prima di partire venne fatto scendere per firmare delle carte. Poche ore dopo ci fu la strage sull'Appennino. Il vero obiettivo era Aldo Moro?

L'obiettivo della strage dell'Italicus ... L'obiettivo della strage dell'Italicus sarebbe stato Aldo Moro. Un'ipotesi inquietante che, a trent'anni dall'attentato che provocò una strage, viene avanzata dalla figlia dello statista democristiano, Maria Fida Moro. L'annuncio choc è stato dato ieri sera nel corso di una trasmissione di Tele Serenissima, alla quale era presente anche Luigi Bacialli, direttore del Gazzettino. È stata la stessa Maria Fida Moro a telefonare e spiegare al conduttore Gianluca Versace che quel giorno (il 4 agosto del 1974) suo padre era addirittura salito sul treno alla stazione di Roma e stava per partire, quando all'ultimo momento un suo collaboratore gli disse di scendere per firmare alcune carte. Così il treno partì senza di lui. Poche ore dopo, quando l'Italicus percorreva la lunga galleria appenninica di San Benedetto Val di Sambro, una bomba ad orologeria esplose provocando la strage rivendicata da Ordine Nero. Per Moro il destino riservava un'altra morte violenta: il 9 maggio del 1978 venne ucciso dalle Brigate Rosse, dopo un lungo periodo di prigionia.

L'episodio è anche raccontato nel libro "La Nebulosa del caso Moro" che sta per uscire. "Alla fine del libro ho citato un episodio tanto vero quanto non suffragabile, mio padre salì e scese immediatamente dall'Italicus. Fino all'ultimo ero in forse se inserirlo nel volume perché ero certa che sarebbe stato strumentalizzato, ma non prima che "La nebulosa" fosse in libreria".
Maria Fida Moro ha fatto capire di non aver mai rivelato prima questa clamorosa versione sulla strage dell'Italicus, perché sconsigliata da persone a lei vicine. Il collegamento, tra la presunta presenza di Moro e la strage sul treno, non era mai emerso.”
Da un articolo di Gianluca Versace de Il Gazzettino
Picture
Agosto 1974: la vettura 5 del treno Italicus
Agosto 1974: la vettura 5 del treno Italicus
Agosto 1974: la vettura 5 del treno Italicus alla stazione di San Benedetto Val di Sambro (le foto)
Alcune foto anni 70 furono prese dalla Polaroid di papà che metteva la data sul bordo, poi la si metteva sotto l'ascella per svilupparla quando faceva freddo.
Picture
via Fabriano 25 (destra) dove ebbe inizio la nostra storia

Le testimonianze dei teste ANGELO IZZO, EMIRENI ROBERTO, CIPRIANI GIOVANNI  e i legami ad Ascoli Piceno con Ortensi,  Marini, Lucillio  Crocetti  detto  Lodar,  Roberto  Rasicci,  la sorella di Gianni Nardi, Trudi, il fidanzato Piergiorgio Marini,  l’allora  ragazza  di  Viccei  che  poi  è  diventata la  moglie  di  Marini, Patrizio,  Ottorino  Pesce,  Galletta, Italicus, piazza della Loggia, CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
qui la sentenza (il nome di Valerio Viccei è riportato incorrettamente come "Vincei" )

TRIBUNALE DI BRESCIA
CORTE D
'ASSISE
Dr. Enrico FISCHETTI  Presidente
Dr. Antonio MINERVINO  Giudice a latere
Dr. Di Martino e Dr.
​Piantone  Pubblico Ministero
Vanna ABARABINI  Ass. d'Udienza
Rosa Di Pippo  Ausiliario tecnico
VERBALE DI UDIENZA REDATTO IN FORMA STENOTIPICA
PAGINE VERBALE: n. 288
PROCEDIMENTO PENALE N. 003-08 R.G.
A CARICO DI: CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
UDIENZA DEL 11-03-2010
Esito: Rinvio al 16-03-2010
___________________________________________________________
Caratteri: 419577
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
2
INDICE ANALITICO PROGRESSIVO
RIPRENDE L’ESAME DEL TESTE ANGELO IZZO  5
ESAME DEL TESTE EMIRENI ROBERTO  142
ESAME DEL TESTE CIPRIANI GIOVANNI  256
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
3
TRIBUNALE DI BRESCIA - CORTE D'ASSISE
Procedimento penale n. 003-08 Udienza del 11-03-2010
Dr. Enrico FISCHETTI  Presidente
Dr. Antonio MINERVINO  Giudice a latere
Dr. Di Martino e Dr. Piantone  Pubblico
Ministero
Vanna ABARABINI  Ass. d'Udienza
Rosa Di Pippo  Ausiliario tecnico

PROCEDIMENTO A CARICO DI – CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Allora  tanto  per  ingannare  il
tempo,  la   norma  che  consente  l’esame  del  teste  con  il
verbale  di  videoconferenza  è  estensibile  anche  ai  casi
in  cui  la  comparizione  della  persona  da  sottoporre
all’esame  ha  gravi  difficoltà,  è  il  147  bis  ultima
parte,  riguarda  i  collaboratori  di  giustizia.  Però
nell’ultima  parte  dice:  le  modalità  di  cui  al  comma
secondo,  cioè il  collegamento video visivo,  può  essere
altresì adottata a richiesta di parte per l’esame della
persona  di  cui  è  stata  disposta  la  nuova  assunzione  a
norma  dell’articolo  495,   quando  vi  siano  gravi
difficoltà  ad  assicurare  la  comparizione  della  persona
da sottoporre a esame. Sembrerebbe una norma estensiva e
che  recupera  anche  casi...  Il  problema  è   che  non
essendoci convenzioni con  il Sudafrica se  si riesce  ad
attuare questa possibilità.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  -  Presso
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
4
l’ambasciata nostra.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì.  Il  problema  è  che  si  pone  in
ogni  caso  anche  in  caso  di  esame  a  domicilio  del
testimone,  perché noi non possiamo  andare lì,  dobbiamo
avere  l’assenso  dell’autorità  giudiziaria  del  Ministero
locale  sennò  ci  prendono  a  pallettoni,  oppure  dicono:
voi chi siete?
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  -   Potremmo
convocarlo  presso  l’ambasciata  e  organizzare  in
ambasciata la video conferenza.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Allora,  detto  questo  bisognerà...
Adesso  interesserò  il  Ministero  per  vedere  se  riusciamo
a   verificare  questa  possibilità,  in  primis  di  video
conferenza  e  in  secondo  modo  di  un’organizzazione  di
un’audizione  con  le  forme  dell’esame  del  teste  a
domicilio.  Poi  sarà  probabilmente  l’ambasciata  o  il
luogo  che  ci  sarà  fornito.   Però  anche  questo  bisogna
verificarlo in tempi brevi.
___________________________________________________________
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
5
RIPRENDE L’ESAME DEL TESTE ANGELO IZZO
Già generalizzato in atti.
RIPRENDE L’ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA - Dica!
RISPOSTA  -   Signor  Pubblico  Ministero  mi  scusi,  riflettendo
volevo  chiarire  una  risposta  che  ho  dato  l’altra  volta,
ho  pensato  di  non   essere  stato  sufficientemente
preciso.  Io  l’altra  volta  ho  detto  che  il  Mar  di
Fumagalli  poteva  essere  un  tentativo  di...  Cioè  i
rapporti  con  i  Carabinieri  potevano  essere  un  tentativo
ho  spiegato la  questione, cioè  se magari  il golpe fosse
riuscito, si  sarebbero  comportati in  un modo, invece  si
sono  comportati  in  un  altro.  Però  questa  era  una  mia
conclusione.  Invece,  all’epoca  c’erano  due  scuole  di
pensiero,  ecco  preferisco  chiarirlo,   una  che  a  Roma
Dantini,  questi  qui,  mi  dicevano  che  era  stato  un
tentativo  dei  Carabinieri  neri  chiamiamo,  di  formare  un
golpe  bianco.  Cioè   quindi  di  nostri  alleati  contro
Fumagalli,   mentre  c’era  un’altra  scuola  che  diciamo  me
l’ha detta Viccei, diciamo quindi gli ascolani etc. che
erano  più  vicini  logicamente  ai   milanesi  e   che
dicevano che i rapporti con i Carabinieri di Milano, che
i  rapporti  erano  con  i  Carabinieri  di  Milano,   in
particolare  con  il  generale  Palumbo,  con   la  divisione
Pastrengo.  E,  infatti,  non  a  caso  i  Carabinieri  di
Brescia  avevano  fatto  questa  inchiesta  in  quanto,
diciamo   erano  meno  compromessi.  Ecco   queste  erano  le
due   scuole  di  pensiero.  Io  ne  ho  tratto  la...  Quella
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
6
che,  infatti,  ho  espresso  l’altra  volta  era  poi  la  mia
conclusione,  però  ci  tengo,   mi  sembra  giusto
puntualizzare  che  invece  il  pensiero  erano  queste  due
posizioni.
DOMANDA  –  Quindi  le  due  posizioni:  da  una  parte  Dantini  e
dall’altra Viccei?
RISPOSTA – A Roma, ora l’ho detta per dire chi me l’ha detto a
me, però diciamo... Questo sì.
DOMANDA – Cioè l’argomento con lei viene affrontato da queste
due persone?
RISPOSTA – Sì, esatto.
DOMANDA –  Vorrei  tornare  sugli  argomenti  che  abbiamo  visto
l’altra  udienza  anche  in  altri  due  punti,   c’era  il
discorso  sempre  con  riguardo  alle  confidenze  che  lei
riceve da Gianni Guido con riguardo a quanto Buzzi aveva
riferito a Guidi?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  -  Avevamo  cominciato  a  verificare  nei  verbali  istruì
quanto era stato detto, poi la cosa è stata interrotta
da  altri  argomenti.  Le  voglio  chiedere  innanzitutto,  in
questo  ambito,  in  questo  contesto  quindi  nel  discorso
che le fa Guido per quanto lui aveva appreso da Buzzi,
venne mai fuori il nome di Rognoni?
RISPOSTA – Non lo ricordo.
DOMANDA – In questo momento non si ricorda?
RISPOSTA – Io guardi mi ricordo con certezza perché questo...
che  lui  mi  disse  che  Buzzi  c’entrava  insomma,  ecco
questo  lo  ricordo.  Poi  i  particolari,   mi  pare  che
comunque  confermò  la  complicità  dei  milanesi  con  i
bresciani,  ecco questo  sì.  Però ora a distanza  di tanti
anni...  Sicuramente  quando ho  fatto  il verbale ero più
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
7
fresco e sicuramente sarò stato più preciso.
DOMANDA  –  Nel  verbale  29  giugno  del  1994,    perché  l’altra
volta abbiamo esaminato quanto aveva detto il 19 gennaio
del  1984  e  5  aprile  del  1984  sull’argomento.  Poi   nel
verbale successivo del 29 giugno del 1984, ci sono delle
cose  che  ritornano  ma  negli  stessi  termini  come  già
riferiti in precedenza, c’è questo elemento che riguarda
uno  Deamici  e  l’altro  Rognoni.  “Innanzitutto,  conferma
etc.  In  particolare  per  quanto  riguarda  le  rivelazioni
ricevuto da Gianni Guidi sulla strage di Brescia e dallo
stesso  riferito  come  confidenza  avute  da  Buzzi,  posso
ulteriormente  precisare  e  ribadire  che  l’elemento  di
raccordo  tra  il  gruppo  bresciano   che  faceva  capo  a
Buzzi  e  quello  milanese  che   organizzò  la  strage  era
costituto  da  Marco  Deamici  il  quale  faceva  parte  del
gruppo della Fenice”. Quindi venne indicata la figura di
Deamici  come  momento  di  collegamento  tra  Brescia  e
Milano?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – E quello che diceva di Rognoni, al foglio 3 di quel
verbale, richiamando il precedente del 19 gennaio...
RISPOSTA – Sì, mi ricordo anche che mi disse che c’era stato
un  desiderio  di  vendetta,  questo  lo  ricordo,  non  so  se
l’ho mai detto questo, nei confronti di Ferrari. Ora mi
è  venuto  in  mente  in  questo  momento  che  Buzzi  mi  aveva
detto una cosa del genere.
DOMANDA – Nei confronti di Ferrari che cosa aveva detto?
RISPOSTA  –  Che  quel  ragazzo  Ferrari  che  era  sal...  che  la
strage  era  una  reazione,  almeno per i bresciani in  modo
particolare,  era  una  reazione   anche  alla  morte  di
Ferrari.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
8
DOMANDA  –  Poi  in  questo  verbale  del  29  giugno,   lei  dice:
“Guidi  mi  parlò  in  realtà  anche   di  Rognoni  come
elemento di picco del gruppo dei mandanti milanesi della
strage,  sempre  per  quanto  gli  era  stato  confidato  da
Buzzi”.
RISPOSTA - Sì.
DOMANDA  -  E  questa  cosa  del  nome  di   Rognoni  tirato  fuori  in
quel  contesto   è  confermata  poi  in  Corte  d’Assise  il  2
febbraio del 1987?
RISPOSTA – Sicuramente.
DOMANDA - Sempre in termini, così, molto generici?
RISPOSTA – Sì. Io su Rognoni, forse mi sembra che l’abbiamo
detto l’altra volta, ricordo invece che me ne parlarono
Buzzi e Tuti.
DOMANDA – Il discorso di Tuti, esatto.
RISPOSTA - Sì.
DOMANDA  -  Sì,  però  anche  quello  è  rimasto  un  po’  in  sospeso
adesso  lo verifichiamo  meglio.  Dica  intanto  quello che
ricorda oggi.
RISPOSTA – Sì, dunque, guardi, addirittura parliamo nel 1978,
diciamo,   stetti  un  periodo  in  cella  con   Edgardo
Bonazzi  nel  carcere  di  Trani,    che  proveniva  dalla
Favigliana.  Io  naturalmente  pur  essendo  in  un  carcere
dove  c’erano,  sessanta,   settanta  brigatisti,  grazie
alle amicizie che avevo fra i detenuti comuni stavamo in
sezione normalmente, no? E mi raccontò, invece, Edgardo
Bonazzi che lì  a  Favigliana si  trovati  in difficoltà.
Tuti si era anche scontrato fisicamente con dei detenuti
filo-brigatisti,  insomma.  E  quindi  erano  praticamente
isolati in una grande cella ed erano praticamente stati
dimessi lui,  Rognoni  e  Tuti.  Insomma, per varie ragioni
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
9
che  mi  sembra  già  ho   detto  l’altra  volta  nazionalturista  etc.  Prendevano  molto  in  giro  Rognoni,  insomma
lo  trattavano anche abbastanza  male:  te ne  sei  scappato
in Spagna. Ed una delle accuse che gli avevano fatto è
che  era  stata  pestata  la  moglie  dentro  una  boutique  di
sua  proprietà  a  Milano  e  lui  non  aveva  fatto...  Dice:
almeno  quello potevi  fare qualche vendetta.  E  Rognoni
una  volta  gli  aveva  sbottato  che  praticamente  lui  la
vendetta  l’aveva  fatta  in  quanto  c’entrava  sulla  strage
di  Brescia  ed  insomma   alcuni  compagni  erano  stati
ammazzati. Insomma questo...
DOMANDA – Quindi in qualche modo rivendicò?
RISPOSTA  –  Rivendicò  la  sua  partecipazione  alla  strage  di
Brescia.
DOMANDA - Questo per difendersi da un’accusa?
RISPOSTA  -   Per  difendersi  da  un’accusa  che  non  aveva  fatto
nulla. Ecco questa cosa così insomma.
DOMANDA  –  Un  altro  passaggio,  che  in  parte  abbiamo  già
affrontato  nell’ambito  degli  argomenti  progetti
golpistici  1973  e   1974,   è  un  discorso  che  lei  fa  in
due distinti  interrogatori  relativi ad  un  progetto poi
non  portato  a  termine,  relativo  a  un  furgone,  ricorda
qualcosa, una mitragliatrice, un furgone?
RISPOSTA – Io ricordo con precisione un fatto molto grave che
potrebbe  essere,  questo  lo  ricordo  con  precisione  che
riguardava il 12 maggio del 1974, cioè il referendum che
avevamo  già  preparato  una  bomba  con  il telecomando con
un  apricancello:  cancello  chiuso,  cancello  aperto   per
chiudere  il  circuito,  no?  Che  avremmo  dovuto  mettere  a
Piazza del Popolo davanti alla caserma 1 dei Carabinieri
di  Roma  che  avrebbe  colpito  sia  Carabinieri  sia  i
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
10
festeggiamenti.   Perché   noi  pensavamo  che  vincessero
gli  antidivorzisti,  quindi...  Che   appunto  sarebbe
dovuto  essere  attribuita,  quello  che  sarebbe  successo
sarebbe  dovuto  attribuito   ai  rossi  e  in  maniera  che
sarebbe  stata  una  delle  cose  scatenanti,  per  cui  il
golpe  sembrava  proprio  imminente  quella  primavera,
insomma.   Poi  fu  rinviato.  Poi  mi  fu  dato  un
contr’ordine all’ultimo momento. Tra l’altro questa era
un’operazione  che  stavo  facendo  proprio  con  compagni
miei  stretti  tipo  Esposito,  quindi  diciamo  una  cosa
molto,  direttamente  ricevuta  da  Dantini  l’ordine  etc.  e
ricevetti  il   contr’ordine  proprio  all’ultimo  momento,
mi  si  disse  per  la  vittoria,   che  non  era  andato  il
referendum come sarebbe dovuto andare, insomma.
DOMANDA – Questo progetto era...?
RISPOSTA  –  Era  in  fase  avanzata.  La   bomba  era  già  pronta,
avevamo  rubato  la  macchina.   Era  già  nel  garage  di  un
mio  amico,  era  già  tutto  pronto,  insomma.  Quindi   era
comunque un attentato abbastanza grosso. Credo di essere
stato  anche  imputato  poi  è  finito   probabilmente  con
l’archiviazione  per....  Come  si  dice?  Quella  che  prende
sempre Berlusconi, mo’ non mi viene in mente il termine,
avete  capito  comunque  quando  va  oltre  che  è  troppo
tempo...  Prescrizione,  scusi.  Comunque  ho  avuto
sicuramente l’avviso di garanzia etc. Quindi diciamo che
questo  fatto  appunto  davanti  al  dottor  Salvi,  questo  è
un  fatto  che  ricordo  perché  insomma  l’ho  vissuto  in
prima persona è abbastanza  importante ed  era  proprio  in
quei periodi comunque... Poi l’ultimo tentativo di golpe
praticamente, di cui io sono a conoscenza doveva essere
nell’estate del 1974, subito l’Italicus. E anche quello
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
11
sembra  che  all’ultimo  momento  venne  meno.  Ma  insomma
alla  fine ecco  io cominciai...  Io da  lì effettivamente,
parliamo che avevo 19-20 anni, ebbi un periodo anche di
abbandono un po’ della politica. Cioè dopo questo fatto
cominciai  a  non  crederci  più.  Perché  appunto  era
continua  questa:  prepariamo,  fra  un  po’  siamo  in...
Anche quell’occasione raccontai l’altra volta mi diedero
pure  il  nome  di  alcune  operazioni  che  avremmo  dovuto
fare  in  previsione  del  golpe,  cioè  avremmo  dovuto
prendere delle persone. Andare a prendere delle persone
a  casa.  Anche  in  questo  caso,  praticamente  all’ultimo
momento, io pensi non partì quell’estate, cioè andai a
Lavigno,  invece  di  andare  a  Lavigno,  ospite  di  un  mio
amico con altri camerati proprio perché volevamo restare
nei pressi  di Roma  che  sembrava  imminente  la questione
ed  invece...  Insomma  la  cosa...  Io   tra  l’altro  feci
anche  una  figuraccia  perché  in  quel  periodo  frequentavo
alcuni  criminali  latitanti,  la  famosa  banda  dei
marsigliesi, quindi io li misi in preallarme pure a loro
gli  dissi:  “A  giorni  qua  c’è  il  golpe,   cambia  tutto.
Andiamo  al  potere”.  Già  mi  sbilanciai  pure   che
sarebbero  stati  graziati  praticamente,   dai  miei
camerati e alla fine mi cominciarono a prendere in giro
dopo questo fatto. A dire: “Allora non ci salviamo più”.
Ecco  insomma,  si  può  immaginare.  E  quindi   ecco  che
questa  questione,  diciamo  mi  fece  anche  un  po’....  Poi
fui  anche  preso  da  una  serie  di  altre   attività
criminali  in  quell’autunno.  Comunque   sicuramente
diciamo lasciai molto andare.
DOMANDA – Sì, sì. Questo l’abbiamo detto.
RISPOSTA - E so che la bomba è stata poi usata dalle parti di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
12
Savona, mi  pare a Paraggi sempre  contro una caserma dei
Carabinieri alla fine del 1974.
DOMANDA – Quella che avevate preparato?
RISPOSTA – Quella che avevamo preparato noi sì.
DOMANDA – A Savona negli attentati di Savona?
RISPOSTA – In una Cinquecento fu messa davanti a una caserma
dei Carabinieri, sì comunque nell’ambito degli attentati
a Savona. Quindi questo mi è stato raccontato.
DOMANDA – Da chi aveva avuto questa...
RISPOSTA  -   Mi  è  stato  raccontato  che  doveva  partire  un
ufficiale  dei  Carabinieri,  fu  fatta  addirittura  in
maniera  specifica  perché,  quasi  per  fare  un  favore  ai
calabresi,  perché  c’è  un  ufficiale  dei  Carabinieri  che
gli  dava  fastidio.  I  calabresi  sono  molto  forti,  la
malavita  calabrese  sto  parlando  naturalmente,  è  molto
legata alla massoneria in Liguria e sembra che c’era un
ufficiale  dei  Carabinieri  che  dava  molto  fastidio.  E
questa  bomba  aveva  proprio  la  funzione  di,  sa  quando
fanno  un  attentato  contro...  è  facile  che  poi  viene
trasferito  l’ufficiale  per  proteggerlo  etc.  Proprio  per
fare  trasferire  un  particolare  ufficiale  dei
Carabinieri.  Però  io  non  ci  ho  partecipato.  L’ho  saputo
solo di...
DOMANDA – Queste notizie da chi le ha ricevute?
RISPOSTA  –  Questa  è  una  dosa  di  Dantini  specifica,  perché  la
bomba fu ridata a Dantini in pratica. Però non credo che
sia  stato  lui  direttamente  a  farlo  l’attentato,  perché
non  penso  va  fino  in  Liguria.  Penso  siano  sempre  i
camerati,  comunque  roba  di  Ordine  Nuovo,  gente  così
insomma.
DOMANDA  –  Le  chiedevo  di  un  progetto  che  prevedeva  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
13
collocare una mitragliatrice  su un  furgone  e  di sparare
nella folla, lei perché parla in due verbali?
RISPOSTA – Sì, anche questa...
DOMANDA  –  Cerchi  un  po’  di  fare  mente  locale  su  questo
progetto, poi non è mai stato portato...?
RISPOSTA – Sì, questo è stato solo un progetto. Cioè si è solo
detto.
DOMANDA – Sì. Però quello che ricorda di questo progetto, chi
gliene  parlò  e  quale  il  contesto  nel  quale  si  sarebbe
dovuto collocare?
RISPOSTA  –  Ora...  Comunque  era  sempre  collocabile  in  questo
ambito  diciamo  del  golpe,  ora  non  ricordo  però  i
particolari di questa questione.
DOMANDA  –  Lei  disse  nel  verbale  del  31  gennaio  del  1994  al
giudice di Milano...
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –   “Avevo  anche  appreso  che  il  colpo  di  stato  doveva
essere  preparato  da  una  campagna  di  attentati  fra  i
quali le 4 stragi di cui aveva parlato Viccei”.
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Una  doveva  avvenire  in  Lombardia  facendo  uso  di
mitragliatrici collocate dentro un furgone da utilizzare
contro una manifestazione di sinistra”.
RISPOSTA  –  Sì,  vagamente  ricordo,  però  ora  non  le  so  dare  i
particolari,  perché  la  questione  delle  4  stragi,  ecco
questa  cosa  qui  che  sarebbero  stati...  comunque  erano
preparatorie,  erano  nell’ambito  di  questo  golpe  che
sarebbe  dovuto  avvenire,  comunque.  Cioè,  diciamo  fino
all’Italicus  le  stragi  hanno  tutte  questa   spiegazione
diciamo  che  dovevano  creare  disordine.  Dovevamo  cercare
anche in  alcuni di  casi rivendicati,  in alcuni  casi non
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
14
rivendicate,  cioè  per  lasciare  in  dubbio...  Maniera  da
dare  un’impressione  di  guerra  civile,  cioè  per
permettere  ai  militari,  ai  Carabinieri  in  particolare,
di  intervenire.  Ripeto,  l’impressione,  però  lei  deve
calcolare  che  io  ero  un  ragazzo  di  19,  20  anni  quindi
non  ero  a  conoscenza  di  particolari...  e  l’impressione
che  si  aveva  era  che  comunque  ci  fossero  complicità
abbastanza...  Ecco,  cioè  il  golpe  non  lo  potevamo  fare
noi insomma, ovviamente quei cento ragazzini che stavamo
in  giro tra San Babila  e  Piazza Eulite, insomma.  Quindi
diciamo  che  si  presumeva  che  ci  fossero  complicità
estese,   che  in  pratica  noi  avremmo  dovuto  fare...  Il
nostro compito sarebbe di fare da detonatore a una forza
più  potente  della  nostra  che  avrebbe  potuto...   Gli
unici  ecco  che  forse  sembrava  avessero  una  forza
autonoma, cioè da pensare di fare azioni, infatti, molti
a Milano  si erano arruolati con questo  spirito  diciamo,
era  l’idea,  era  il  golpe  del  Mar,  diciamo.  Poi  noi
naturalmente  ecco  voglio  dire  anche  questo  a  onor  del
vero,  noi  consideravamo  comunque  il  colpo  di  stato  una
fase.  Cioè  noi  eravamo  oppressi,  ecco  noi  eravamo  uno
contro  dieci  con  i  comunisti  in  Italia,  insomma.  E  in
quel  periodo  era  abbastanza  difficile  la  militanza
politica. Quindi per noi il colpo di stato sarebbe stato
portare  i  comunisti  in  una  situazione  di  difficoltà.
Però  solo  una  fase  iniziale,  cioè  noi  avremmo  sperato
poi  come  strutture  civili  di...  In  pratica  non  è  che
lasciavamo, la  nostra idea  era  che  poi  piano, piano con
i  militari  avremmo  dovuto  rendere  sempre  più  potere.
Insomma ecco questo tenga presente che per noi il golpe,
per noi giovani militanti, il golpe non era il punto di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
15
arrivo,  almeno  per  molti  di  noi,  non  era  il  punto  di
arrivo.  Alcuni  poi  erano  talmente  presi  dall’odio  per  i
rossi che ormai si  sentivano  anche  solo guardie bianche
non  gliene  fregava  più  niente,  pur  di  andare  erano
pronti a qualsiasi cosa.
DOMANDA  –  Lei  ricorda  chi  le  parlò  di  questa  cosa  della
mitragliatrice  o  non  ricorda  nulla  oggi  di  questo
particolare?
RISPOSTA – No, veramente non me lo ricordo.
DOMANDA – Il 31 gennaio del 1994 disse: ”Tutto ciò lo appresi
da Dantini e Messina”?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Allora  sì,  Maurizio  Messina,  ho  capito
allora sì.
DOMANDA – Chi era Messina?
RISPOSTA – Maurizio Messina è un militante di un gruppo che si
chiama  Albusordo  e  tra  l’altro  era  dirigente  del  Fronte
Studendesco  ed  era  un  personaggio  di...  Lui,  Pascucci,
Signorelli  e  Dantini  erano  i  quattro,  cinque
personaggi più di spicco della destra estremista romana.
Maurizio Messina, sì, un...
DOMANDA – Poi torna su questo argomento il 12 marzo del 1994?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Ripetendo:   “Sempre  intorno  al  1974  fra  le  azioni
preparatorie del progetto di golpe...”
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA - “C’era il progetto di aprire il fuoco da un furgone
con mitragliatrici contro un corteo di sinistra”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – “Cioè doveva avvenire in una città del nord Italia e
probabilmente in questo progetto era coinvolto il gruppo
Fumagalli Mar“.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
16
RISPOSTA - Sì.
DOMANDA – “Questo progetto era cosa nota nel nostro ambiente e
anche mi sembra che me ne parlò Concutelli in carcere”.
RISPOSTA  –  Sì.  Probabilmente  sì.  Ora  potrebbe  essere,  non  so
se  è,  perché  Esposito  aveva  un  MG  americano,  una
mitragliatrice americana, quindi non so se... che poi fu
ritrovata credo addirittura o furono ritrovati i colpi,
nella  famosa  perquisizione  del  1994,  quando  in  cantina
gli trovarono un  grosso arsenale  di armi, in  cantina  di
casa sua. E quindi può essere che... Se non vado errato,
probabilmente sia una questione,  ora  che  mi ha  letto  il
verbale,  dovrebbe  essere  una  questione  di  quel  tipo  lì
che  si  parlava  di  armi  e  dalle  armi  nacque  questo
discorso  che  su  al  nord  avevano  questo  progetto.   Sì,
ricordo pure un treno che dovevano fare al nord, ora che
mi ci fa pensare che mi parlarono, questo addirittura me
ne  parlarono  sempre  gli  ascolani  che  Esposti  aveva
proprio  il  progetto  in  quel  periodo  di  finanziare  un
treno  che  dalla  Svizzera  portava  soldi  in  Italia,  una
cosa  del  genere.  Avevano  un  progetto  di  un  attacco,
sempre con mitragliatrice etc. a questo treno blindato.
DOMANDA – Ma per rapinarlo o per farlo saltare?
RISPOSTA  –  Per  rapinarlo  e  finanziare,  insomma  sembra  che  ci
fosse una grande quantità di soldi.
DOMANDA  –  Questo  lei  lo  lega  ai  discorsi  con  gli  ascolani,
insomma?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Prima della sua carcerazione?
RISPOSTA  –  A  distanza  di  tanti  anni  mò  mi  risulta  un  po’
difficile sinceramente riuscire a stabilire esattamente,
comunque  lei...  Era  un  continuo  scambio,  Viccei  era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
17
compagno  nostro quindi  stava  sempre con me. Quindi  ogni
tanto  capitavo  anche  ad  Ascoli  quindi  vedevo  Crocetti,
Rasicci,  Ortensi,  Marini.  Li  vedevo  un  po’  tutti.  Erano
tutti  amici.  Lodar,  li  vedevo  un  po’  tutti  questi
ragazzi  ascolani  del  gruppo  di  Gianni  Nardi.  Ottorino,
insomma tutti questi qua. L’Alletta, ecco. Poi, comunque
ero anche sempre in rapporti, Dantini era il mio capo, e
quindi  con  lui  spesso  incontravo  Pascucci,  quelli  di
Avanguardia  Nazionale,  cioè  era  un  continuo.  Quindi
comunque  erano  argomenti  di  cui  si  parlava  con
abbastanza...  nell’ambiente....  Perché  ripeto,  eravamo
comunque  un  ambiente  abbastanza  ristretto,  qui  parliamo
di  poche  centinaia  di  ragazzi  in  tutta  Italia.  Cioè
l’estremismo  di  cui  io  sono  a  conoscenza  perlomeno,  non
arrivano a due, trecento persone, insomma questo.
DOMANDA  –  La  scorsa  udienza  abbiamo  parlato  parecchio  di
Sermonti.
RISPOSTA – Sì, Sermonti anche certo.
DOMANDA – I contatti, i rapporti tra Sermonti e Signorelli ci
sa dire qualcosa?
RISPOSTA – Sì. Diciamo che questi Sermonti erano persone anche
questi  abbastanza  “intristi”,  cioè  nel  senso  che
facevano  parte  del  movimento  politico,  stavano  con  il
centro  studi.  Andrea  quello  che  era  l’amico  mio  perché
stava  a  scuola  con  me,  era  addirittura  pure  del  M.S.I
era  dentro.  Era  fidanzato  con  una  ragazza  di  via
Livorno,  c’è  una   sezione  missina  lì  a  via  Livorno,  la
famosa  sezione  Nomentano  diciamo.  E  dico  di  attualità
per  questi  arresti  qua  ultimamente  Mokbel,  questi  qua
erano proprio quell’ambiente lì diciamo, Piazza Bologna.
E  quindi  diciamo  lui  era  fidanzato  con  una  ragazza,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
18
quindi  diciamo,  avevamo  un...  Ci  vedevamo  spesso  sia  a
livello  personale  sia  a  livello  politico.  E  Sermonti
venivano  poi  dalla  Sicilia, quindi  erano  legati anche a
Concutelli  a  questo  tipo  di  ambiente.  Quindi  diciamo
questo  di  ambien...  Quindi  con  Signorelli  avevamo
rapporti  stretti, anche se  Signorelli è sempre  stato  un
mistero  e,  Signorelli  alcuni  lo  consideravano  un
chiacchierone.  Signorelli  aveva  sia  estimatori,  sia
persone  che  lo  sottovalutavano.  Signorelli  era  molto
chiacchierone  questo  sicuro  anche  perché  una  bottiglia
di whiskey non è che gli dispiaceva. La sera a una certa
ora  sempre  la  bottiglietta  se  la  faceva.  Insomma  era
sempre in uno stato di euforia diciamo, quindi... Io per
esempio  ci  ho  una  storia  in  cui,  praticamente  uno  dei
primi  omicidi  che  ho  fatto,  l’omicidio  Miconi,
Signorelli  pochi  giorni  prima  mi  aveva  detto:  “Questo
dobbiamo sparargli in testa. Dobbiamo qua. Dobbiamo là”.
Poi quando ha saputo che effettivamente era successo era
terrorizzato,  insomma.  Cioè  questo  lo  posso  dire  come
esperienza  personale,  che  io  giocando  gli  dissi:  “Ma
come  me  l’hai  detto  tu”.  Lo  misi  davanti  al  fatto
compiuto.  Lo  feci  sentire  quasi  al  mandante,  non  era
vero  naturalmente.  Lo  feci  sentire  quasi  il  mandante  e
lo  vidi  che  era  un  po’  scioccato.  Anche  Concutelli  mi
raccontava  alcune  storie  che  anche  dopo  Occorsio,
Signorelli  si  videro  in  un...  Insomma  Signorelli  gli
piaceva  ecco  molto  parlare  diciamo.  Però  certamente  era
sempre  dentro  le  cose,  godeva  anche  del  rispetto  di  un
certo numero di persone. Per esempio uno che poi è stato
un  terrorista  abbastanza  attivo,  importante  a  Roma
Emanuele  Macchi  di  Cellere,  il  principe  Macchi  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
19
Cellere  era  uomo  di  Signorelli  al  cento  per  cento.  Lo
stesso  Luca  Signorelli,  anche  se  la  è  cavata
processualmente,  che  io  so  che  quello  ha  rapinato  la
macchina  con  cui  è  stato  assassinato  Occorsio...  il
figlio  Luca.  Quindi  diciamo  che  in  qualche  maniera  era
comunque  certamente  addentro  a  parecchie  cose,  insomma
non  era  una  persona...  Però  ecco  onestamente,  infatti,
questo è un problema che si è constatato ai processi, io
in tutta onestà non so dire fino a che punto poi era un
personaggio  diciamo  folkloristico  o  effettivamente  un
capo reale. Questo sinceramente non glielo so dire.
DOMANDA – Riguardo ai rapporti con Zani, Signorelli – Zani?
RISPOSTA – No, non credo che andassero molto d’accordo, almeno
in carcere. Io fuori non lo sapevo. Credo che in carcere
avessero  anche  delle...  Beh,  Zani  comunque  era  un  tipo
che  vedeva  anche  un  po’  nemici  interni  con  una  certa
facilità,  insomma  era  uno  di  quei  camerati  molto....
cioè,  io  mò  ho  letto  tempo  fa  un’intervista  di  Giusva
Fioravanti  che  diceva  che  io  ero  un  assatanato,  che
volevo  fare  ammazzare  a  Freda  a  tutti  i  costi.  Io
sicuramente  ero  una  persona  abbastanza  rigida  nel  senso
che ero poco legato ai camerati e molto legato all’idea.
Insomma,  avevo  un’idea  mia.  Zani  mi  sembrava  abbastanza
guerrafondaio  all’interno  dell’ambiente  per  quanto  ne
so,  anche  se  però  se  lei  pensa  Quex  lui  cercava...  Lui
era  convinto  che  ci  fossero  troppi  rapporti  con  i
servizi,  aveva  questo tipo  di cultura quindi. Veniva  da
questo  tipo  di...  E  in  Signorelli  vedeva  un  nemico
sicuramente, questo...
DOMANDA – Questo negli anni della detenzione però?
RISPOSTA – Negli anni della detenzione sto parlando, prima non
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
20
lo  so  perché  non  ho  avuto  rapporti  con  Zani  in
precedenza.
DOMANDA  –  Nel  verbale  del  2  febbraio  del  1987  in  Corte
d’Assise Brescia nel parlare di Ordine Nuovo, di Ordine
Nero e degli anni del 1974, insomma?
RISPOSTA – Sì, Ordine Nero è Zani, certo sì, sì.
DOMANDA  –  Ne  abbiamo  parlato  l’altra  udienza  di  quello  che
Zani diceva. Zani e Ferri dicevano di Ordine Nero?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Lei  in  questo  verbale  del  2  febbraio  aggiunge:
“Quelli  di  Ordine  Nuovo  cercavano  di  scaricare  da  sé
quelli  di  Ordine  Nero,  li  consideravano  una  sigla
sporca. Quelli di Ordine Nero Zani in particolare diceva
di  essere  d’accordo  con  quelli   di  Ordine  Nuovo
rivendicando  un  collegamento  con  Ordine  Nuovo  nella
persona di Signorelli in particolare”?
RISPOSTA – Sì. Allora, ecco qui ora posso essere più preciso,
questa  questione  la  so  un  po’  meglio,  però  è  una
questione che ho  saputo in  carcere, dunque  la questione
è  così:  Ordine  Nuovo  aveva  del  risentimento  nei
confronti  di  Ordine  Nero  perché  a  causa  delle  bombe,
specialmente  in  centro  Italia  di  Ordine  Nero  aveva
subito  una  certa  repressione.  Cioè  parliamo  non  so  i
perugini, il gruppo di gubbini, ora ovviamente, io avevo
un punto di vista mio, cioè questi gubbini, questi qua a
me  mi  sembravano  più  dei  cazzari,  ecco.  Cioè  nel  senso
che  dicevo:  ma  tutta  questa  repressione  confronti  delle
strutture di Ordine Nuovo in centro Italia, tanto queste
strutture  a  che  servono?  Se  lei  si  ricorda  addirittura
nel  volantino  di  Occorsio,  in  un  volantino  precedente,
loro  rivendicavano,  chiedevano  la  libertà  dei  camerati
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
21
di  Perugia,  di...  Cioè  praticamente  sempre  parliamo
sempre  gruppo  gubbini,  hitlerino,  questi  qua,
naturalmente  con  le  carceri  piene  di  camerati  che
rischiavano  venti,  trenta  anni  di  galera,  a  me  mi
sembrava  proprio  un’infamia  parlare  di  questi  ragazzi
che  diciamo  bene  male  avevano  messo  la  bomba  in  un
portone, un petardo, insomma questo, che picchiavano con
i  comunisti,  un’attività  paramissina  tutto  sommato.  E
quindi  quello,  però  quelli  di  Ordine  Nuovo  avevano
questo  genere  di....  Zani  aveva  dei  dubbi  perché
effettivamente  ora  che  mi ricordo,  Zani aveva dei dubbi
che  diceva,  perché  l’esplosivo  di  Ordine  Nero  veniva
tutto  dal  centro  Italia,  cioè  da  Bernardelli,  quindi...
Però  lei  pensi  che  io  con  Bernardelli  invece  andavo
d’accordo. Nel senso che io avevo, oltre a Viccei avevo
anche  un  carissimo  amico  che  si  chiamava  Guelfo  Sbani,
quello  che  chiamavano  Raffaello  che  è  uno  dei  migliori
falsari  di  Roma,  e  questo  era  molto  legato  a  questo
Bernardelli,  era  di  quell’ambiente  lì.  Tra  l’altro  sa
chi  devono  essere  quelli  che  hanno  fatto  il  finto
arsenale  a  Camerino,  la  storia  del  finto  arsenale.
Questo Guelfo per me era un grande amico perché comunque
lo  vedevo,  a  parte  che  era  quello  che  mi  faceva  i
documenti. Ogni volta che avevo bisogno di un passaporto
o  di  un  documento,  lui  era  sempre  dispo...  Cioè  era
proprio un amico insomma, anche per armi. Era proprio un
amico  Guelfo  oltre  che  un  camerata.  Quindi   diciamo  io
di  Bernardelli  avevo  una  visione,  per  me  era,  pure
Viccei  lo  vedeva  come  un  bravo  ragazzo.  Quindi  per  me
Bernardelli  era  un  bravo  camerata.  Zani  credo  che
nutrisse  dei  dubbi  sul  fatto  che  questo  Bernardelli
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
22
aveva una possibilità di procurare esplosivo con estrema
facilità  e  quindi  lui  di  Ordine  Nero  aveva  qualche
aspetto  critico.  Dice:  “Ah,  può  darsi  anche  che  siamo
caduti in una trappola”. Zani ecco aveva questo tipo di
mentalità.  E  comunque  diceva  che  Signorelli  era
conoscenza  di  tutto.  Rivendicava  i  rapporti  fra  Ordine
Nero  e  Signorelli  dicendo:  “Questi  di  Ordine  Nuovo  però
non  possono  piglià...”  Capito,  si  difendeva  in  questa
maniera.  Però  era  effettivamente,  ora  che  mi  ci  fa
pensare,  mentre  Ferri  da  quanto  so  Ferri,  Di  Giovanni,
gli  altri  di  Ordine  Nero  diciamo  non  glielo  potevi
toccare  Ordine  Nero,  loro  dicevano  Ordine  Nero  era  una
cosa  seria,  le  ho  detto,  è  un  tentativo  di  trascinare
nella  lotta  armata  Avanguardia  Nazionale,  Ordine  Nuovo
etc.  però  Zani  sì,  ha  sempre  avuto  un  atteggiamento
dubbioso.  Cioè  lui  si  rivendicava  di  essere  di  Ordine
Nero, però aveva sempre avuto un atteggiamento dubbioso.
Poi  credo  che  ci  avesse  anche  dei  risentimenti  per  un
tentativo di evasione che avevano tentato da Bologna nel
periodo  del  processo  di  Ordine  Nero  che  poi  non  hanno
trovato  degli  appoggi...  cioè  erano  stati  questi  tutti
ripresi  sul  momento  nel  tentativo  perché  chi  avrebbe
dovuto  dargli  una  mano  fuori....  Infatti  l’altra  volta
le  feci  pure  la  battuta,  quando  lei  mi  disse  di
Caggiano,  no?  Addirittura  dicevano  questo  Caggiano
secondo  me  si  è  legato  agli  americani,  addirittura,  ha
capito?  Però  queste  sono  cose  che...  Oddio  poi  sono
uscite anche fuori delle cose quindi... Io però al tempo
pensavo  che  erano  un  po’  esagerazioni  nello  scontro
interno.  Mi  sembravano...  Però  lei  deve  pensare  appunto
che essendo io un povero ragazzino, non avevo i contatti
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
23
che avevano loro, quindi  non  sapevo con precisione  cosa
ci  fosse  dietro.  Per  esempio  io  del  partito  del  golpe
non avevo idea chi, a che livelli arrivasse sa. Perché a
volte  le  dico  una  cosa  per  esempio  che  non  l’ho  mai
detto  ma  tanto...  Una  voce  che  girava  per  il  golpe  del
settanta  per  esempio  è...  Che  Andreotti  ci  avesse
tradito insomma, ecco, per dire. Quindi se fosse vera...
Però  questa  erano  chiacchiere  naturalmente.  Però  se
fosse  vera  questa,  questo  darebbe  un’idea  che  era
altissimo  livello.  Però  non  mi  sento  di  dire  una  cosa
del  genere,  ripeto,  perché  farei  ridire.  Io  ero  un
soldatino, quindi non potevo certamente avere conoscenza
di questo tipo di legami.
DOMANDA – Petrone Adriani l’ha conosciuto?
RISPOSTA – Chi?
DOMANDA – Petrone Adriano?
RISPOSTA  –  No,  di  persona  però  sapevo  che  stava,  siccome
Bonazzi  aveva  una  sorella  che  conviveva  con  Adriano
Petrone quindi l’avevo sentito nominare e poi sapevo che
era  di  Lotta  di  Popolo,  quindi  potrei  anche  averlo
conosciuto  di  vista  in  occasione  di  qualche  riunione
etc.  però  diciamo  sicuramente  non  ci  ho  avuto  rapporti
di amicizia con Adriano.
DOMANDA – Ma che lei sappia aveva rapporti con Ordine Nero?
RISPOSTA  –  Credo  di  sì,  sì.  Il  giro  era  quello.  Però  ora  in
questo momento non glielo so dire.
DOMANDA – Ascolti, abbiamo accennato alla scorsa udienza a una
riunione  in  Toscana  nel  1974.  Ecco  affrontiamo  un  po’
l’argomento in maniera compiuta.
RISPOSTA – Toscana?
DOMANDA – Sì.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
24
RISPOSTA  –  Dunque,  allora  la  questione  è  questa,  in  Toscana
c’era un gruppo, era nato un gruppo praticamente che era
considerato segretissimo. Tuttavia diciamo rapporti veri
e  propri  che  io  sappia  non...  Ce  li  avevano  i  milanesi
praticamente, pur essendo più vicini a noi ce li avevano
i  milanesi.  Perché  c’era  un  ragazzo  credo  che  si
chiamasse Bumbaga se non vado errato che aveva rapporti,
che  era  diciamo  un  sanbabilino  trasferito  in  Toscana,
una cosa  del  genere quindi... In  Toscana  ci avevano una
grossa  quantità  di  armi,  soprattutto  residui  dalla
guer...  Cioè  addirittura  avevano  praticamente  gente  che
era  stata  in  repubblica  quindi  avevano  una  quantità  di
armi  notevole.  Ed  esisteva  questo  gruppo.  Io  ebbi,  tra
l’altro conobbi, io personalmente questo credo di averlo
detto  in  tempi  recenti  però  penso  lei  non  ce  l’abbia
questo  verbale,  perché  l’ho  rilasciato  all’autorità
giudiziaria  spagnola,  quando  mi  vennero  a  interrogare
sull’anti  Eta,  io  sapevo  per  esempio  che  nel  gruppo
Madrid,  diciamo  il  famoso  “battallion“  Vasco  Espagnol,
cioè  quelli  lì  che  lavoravano  contro  l’Eta  al  servizio
dei  servizi  segreti  spagnoli,  era  pieno  di  toscani.
C’erano  numerosi  toscani.  Anche  il  sequestro  Mariano,
quel  sequestro  che  del  1975  Concutelli  ha  fatto  in
Puglia  so  che  al  bar  del  tennis  quando  si  incontrarono
per  farsi  riciclare  i  soldi  del  sequestro  Mariano  da
Calore,  da  Signorelli,  dal  gruppo  c’erano  dei  toscani,
vennero  dei  toscani.  Insomma  i  toscani  sbucavano  un  po’
da  tutte  le  parti.  Però  erano  abbastanza...  Addirittura
mi  dissero,  questo  pure  non  se  è  vero,  che  a  un  corso,
me  lo  raccontò  Cesaretti  per  esempio,  anche  Gianni  mi
disse che forse pensava di avere visto Tuti, in un corso
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
25
che c’era stato a Roma di esplosivi, loro erano convinti
che  una  persona  che  era  venuta  dalla  Toscana  a  fargli
una  lezione  sulle  trappole.  Io  non  ero  presente  perciò
quindi  non  posso  dirlo  in  prima  persona,  loro  erano
convinti  di  avere  visto  Mario  Tuti,  anche  se  non
l’avevano  conosciuto  come  Mario  Tuti,  di  avere  visto
Mario  Tuti.  Poi  naturalmente  dopo  l’omicidio  Tuti  etc.
Tuti era diventato un po’ un mito per tutti noi e quindi
anche  se,  ripeto,  ripeto,  io  nel  1975  ormai  mi
interessavo  molto  meno  di  politica,  ormai...  Io  diciamo
che  l’autunno  del  1974,  dall’autunno  del  1974  fino  al
mio arresto nell’ottobre del 1975, a parte che ho fatto
alcuni  mesi anche in  carcere, non mi  interessavo  più  di
politica  in  maniera...  Non  ero  più  addentro  diciamo.
Anche perché probabilmente, era anche finito quel genere
di  attività.  Cioè  nel  senso  che  per  quanto  so  io  non
c’erano  più  gruppi  o  i  gruppi  avevano  ripiegato,  cioè
non...  Io  insomma  facevo  solo  rapine.  Io  praticamente
dall’ottobre  del  1974  che  ho  fatto  un  sequestro  di
persona che ho steccato molto denaro, in pratica da quel
periodo  in  poi  alla  politica,  io  e  anche  il  gruppo  mio
diciamo,  anche  Viccei,  anche  Esposito.  Avevamo  anche
abbastanza...,  infatti,  quando  uscì  Ghira  dal  carcere,
parliamo  quindi  1975,  perché  era  stato  dentro  per  una
rapina,  lui  era  ancora  tutto  montato,  pensava  ancora...
Cioè era passato un anno praticamente, lui era ancora: i
camerati  che  fanno,  che  non  fanno?  Che  si  dice  che  non
si  dice.  Noi  ci buttavamo a ridere  perché ormai diciamo
erano passati... Ora sembra, a distanza di tempo, sembra
poco  ma  a  quei  tempi  quando  si  è  ragazzo,  sette,  otto
mesi sono un’enormità, insomma.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
26
DOMANDA – Sì, questo l’abbiamo detto, per lei era una stagione
passata?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  -     Le  chiedevo  se  avrebbe  appreso  di  notizie  in
Toscana  nel  1974  relative  alla  programmazione  di
attentati?
RISPOSTA  –  Sì,  credo  che  il  gruppo  Toscano  sia  il  gruppo  del
centro  Italia che doveva  fare una delle stragi, insomma
ecco.
DOMANDA  –  Cosa  ricorda,  lei  ne  parlò  come  di  notizie  apprese
da  Tuti in  particolare, quindi  durante  la detenzione  in
carcere?
RISPOSTA  –  Sì.  Tuti  sicuramente  mi  parlò  che  loro  avevano
partecipato, questo in carcere... Allora, guardi Tuti mi
raccontò  sicuramente  che  avevano  partecipato  alla
questione  che  quando  ci  fu  la  manifestazione  a  Reggio
Calabria, quando  noi  mettemmo la  bomba  a  Lamezia  Terme,
loro  avevano  sparato,  mitragliato  contro  i  treni  di
passaggio  per  la  Toscana  etc.  questo  me  lo  raccontò  in
prima  persona,  sull’Italicus  mi  disse  pure  un
particolare  che  lui  Tuti  andava  negativo,  diceva  che
non...  Però  una  volta  parlando  mi  disse:  “Se  scoprono
che  mio  suocero  lavora  alle  ferrovie”.  Perché  c’era  un
addizionale di  pentrite nella bomba,  lui  ripeto,  io non
sono  esperto,  pur  essendo  esperto  di  bombe  non  sono
esperto  di  esplosivi,  lui  però  mi  spiegò  che  c’era  una
pentrite  dentro  quella  bomba,  questo  comunque,  io  lo
dissi  a  suo  tempo,  non  so  se  è  mai  stata  controllata,
che  questa  pentrite  era  direttamente,  era  di  un
esplosivo  che  era  proprio  diciamo  delle  ferrovie  del
tipo.  Cioè  c’era  del  pentriti  militare  in  aggiunta
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
27
all’esplosivo,  al  tritolo  credo  della  bomba.  E  lui  mi
disse:  “Se  uscisse  fuori  questo  particolare  me  la  fanno
pagare  la  bomba”.  Però  non  è  che  disse  che  era  stato
lui.  Lo disse come... Anche perché  penso  che  il suocero
fosse di sinistra quindi non c’entrava niente con... Era
un  ferroviere.  Però  lui  mi  raccontò  questo  particolare.
Sicuramente  loro  bombe  ne  hanno  messe,  anche  perché  in
Toscano esplodevano le bombe, però ora... Tuti era anche
abbastanza,  su  questo  era  anche  abbastanza  attento
perché  lei  deve  calcolare  che  io  Tuti  l’ho  conosciuto
negli  anni  ottanta  quando  poi  le  questioni,  ognuno  si
teneva... Già c’era l’aria del famoso chiarimento, no? E
questo  chiarimento  era  diventato  il  metodo  migliore  per
non  parlare  più  di  niente  e  ognuno  si  faceva,  cioè
alla... Fioravanti aveva ammazzato Mangiameli perché era
fastidioso che ci aveva un bambino che piangeva la notte
e  non  lo  faceva  dormire,  una  volta  mi  aveva  pescato
delle  telline  e  aveva  fatto  gli  spaghetti...  Cioè
ognuno,  cioè  praticamente  eravamo  diventati  tutti  dei
santi.  Cioè mentre  prima  che  ci fosse il  chiarimento  in
realtà  c’era  una  volontà  anche  di  parlare  fra  noi  di
questo  genere,  anche  per  chiarire,  con  il  chiarimento
ognuno diceva che era vergine, praticamente. No, noi non
abbiamo  niente  a  che  spartire.  Al  massimo,  massimo
qualche...  Cioè  questo  faceva  anche  un  po’  schifo,  nel
senso  che  addirittura  a  me  mi  venivano  a  dire  per
esempio,  Esposti  io  so  benissimo  che  a  volte  si  recava
alla  Pastrengo,  lo  sapevo.  Però  addirittura  facevano
capire  che  Esposti  potesse  essere  legato  ai  servizi  o
addirittura  potesse  essere  un  confidente.  Insomma  cosa
del  genere  ecco.  Perché  era  morto  però.  I  vivi  erano
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
28
tutti  dei  santi,  cioè  in  carcere  nessuno  più  si
attribuiva... Io per esempio sapevo benissimo, per avere
avuto  rapporti  diretti  con  questi  qua,  dicevo  prima  del
“battalion”  anti  Eta.  E  Concutelli  che  all’inizio  mi
aveva  raccontato  delle  cose,  addirittura  io  gli  avevo
detto una cosa a cui avevo partecipato a Barcellona etc.
Dopo  tutti  e  due  nega...  Anche  quando parlavamo fra noi
non ne parlavamo più.
DOMANDA  –  Nel  verbale  del  19  gennaio  del  1984  su  questo  tema
delle  riunioni  in  Toscana  lei  dice  questo  al  Pubblico
Ministero  di  Firenze:   “Riferisco  ora  della  situazione
Toscana partendo  dai  discorsi che in  varie  occasioni  mi
sono  stati  fatti  da  Mario  Tuti.  Tuti  mi  disse
praticamente  che  lui  aveva  aderito  all’ambiente  di
Ordine  Nuovo  ma  che  aveva  una  posizione  marginale.  In
pratica era il responsabile di Empoli”.
RISPOSTA - Sì.
DOMANDA – “Anzi una battuta tipica diceva che il suo capo era
Franci”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – “Mario mi disse però – salto qualche riga – di avere
partecipato  ad  alcune  riunioni  in  Toscana  del  gruppo
ordino vista in particolare mi parlò di una riunione ove
era stato fatto intervenire Clemente Graziani. In queste
riunioni  Graziani  parlò  di  colpire  le  ferrovie  e  i
treni.  Successivamente  quando  Tuti  dopo  il  duplice
omicidio  come  spiegherò  fu  lasciato  a  sé  stesso,
nell’ambiente  fu  fatta  circolare  la  voce  che  gli
attentati  furono  ordinati  da  un  sosia  di  Graziani  per
scaricare  Ordine  Nuovo  dalla  responsabilità  degli
attentati alle ferrovie”. Ci spiega un po’?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
29
RISPOSTA - Sì, sì. Questa è una storia, sì è vero ne me parlò
anche Calò. Niente, io Tuti aveva il gusto del paradosso
toscano,  però  effettivamente,  pare  che  prima  degli
omicidi non fosse una figura particolarmente importante.
Cioè  lui  veniva  dal  M.S.I  era  più  altro  uno  che  voleva
combattere.  Uno  serio  diciamo,  però  lui  diceva  che  in
realtà  all’interno  di  questo  gruppo  era  un  neofita,  era
un  nuovo.  E,  infatti,  scherzava  sempre,  io  l’avevo
conosciuto  Franci,  avevo  incontrato Franci  in due o tre
occasioni  che  era  un  pacioccone  questo  Franci,  era  il
classico  facchino,  baffoni,  fascista,  insomma  quando
parlavamo  di  Romualdi  diceva:  “Beh,  però  Romualdi  è
sempre  una...”  scusate  il  termine:  “E’  sempre  una
sburata  del  duce,  eh,  mi  raccomando”.  Quei  fascisti  un
po’  così,   più  di  tipo  folcloristico.  Quindi  per  noi
Franci  era  diciamo  un ragazzo così, più...  E  lui  diceva
che: Franci comunque tieni presente che era il mio capo.
Dice  questo.  Cioè  lui  ci  scherzava  sul...  e  pare  che
effettivamente  fu fatta una riunione  di Ordine  Nuovo  in
cui si parlò di colpire le ferrovie. E l’ordine pare che
venisse dato proprio da Clemente Graziani.
DOMANDA – Ma cosa è il discorso, il sosia?
RISPOSTA  –  E  cosa  successe?  Che  in  carcere  nel  famoso
chiarimento  gli  ordinovisti  a  partire  da...  Dicevano:
“guardate  che  è  andato  un  sosia  di  Graziani  –  questa  è
proprio  una   barzelletta  –  che  praticamente  per
scagionare   Graziani  da  un’ipotesi  di  questo  genere,
dissero:  “Hanno  portato  uno  che  gli  somigliava  e  si  è
fatto  passare  per  Graziani”.  Ma  penso  che  se  sia  vera
questa  storia  è  sicuramente  una  storia  “butada”.  Penso
che  non  ci  credessero  neanche  loro  che  la  dicevano.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
30
Credo  che  Calore  su  questo  vi  possa  essere  più  preciso
insomma,  perché  forse  lui  l’ha  vissuta  in  prima  persona
questo  episodio.  Non  so  se  avete  previsto  di  sentirlo,
penso Sergio ne sappia di più di questa storia.
DOMANDA  –  Nell’ambito  di  questo  discorso,  che  poi  viene
ripreso  il  l’8  maggio  del  1985  dinanzi  al  giudice  di
Bologna,  si  parla  anche:  progetti  di  attentati  a  basi
americane. Ne ha un ricordo? Le leggo il passaggio?
RISPOSTA – Sarà Camp Derby, però non...
DOMANDA – Cosa ricorda di Camp Derby?
RISPOSTA  –  Probabilmente  sempre  nell’ambito  di  fare...  noi
cioè, praticamente ecco lei deve entrare nella mentalità
che  avevamo  che  più  col...  Cioè  colpire  Carabinieri,
colpire  gli  americani,  colpire  quelli  più  favorevoli  al
golpe,  per  noi  era  la  tattica  per  spingerli  a  agire
praticamente,  quindi  ecco  sicuramente...  Però  non
ricordo altro, insomma. Comunque ecco...
DOMANDA – Le leggo quello che disse al giudice di Bologna?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  -  L’8  maggio  del  1985.  Il  discorso  parte  da  questa
cosa dei treni, delle ferrovie?
RISPOSTA – Venti anni fa!
DOMANDA – “Non ricordo la data di questa riunione, né so dire
in quale luogo sia avvenuta. Certo è che secondo il Tuti
si  tenne  anche  essa  in  una  casa  di  campagna”.  Prima
aveva  spiegato:  “Secondo  il  Tuti  a  una  di  queste
parteciparono Graziani, Affaticado, Tomei e Cauchi”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Certo  è  che  se  secondo  il  Tuti...”,  l’abbiamo
detto. “E’ durante questo incontro che secondo il Tuti
le ferrovie e i treni vennero indicati come un obiettivo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
31
primario  da  colpire  al  fine  di  conseguire  in  breve
termine  la  destabilizzazione  del  paese.  Secondo  il  Tuti
questa  riunione  che  ebbe  un  carattere  immediatamente
operativo,  nel  senso  che  non  ebbe  un  carattere
nettamente  operativo  nel  senso  che  non  vennero
programmati specifici attentati”.
RISPOSTA - Sì.
DOMANDA  –  “Oltre  al  disegno  di  colpire  le  ferrovie  venne
formulata  altresì  l’ipotesi  di  compiere  un  attentato
contro  militari  americani  d’istanza  a  Camper   Derby.  Si
trattava  di  colpirle  con  armi  da  fuoco  di  provenienza
dell’est   europeo.  Il  Tuti  fu  consultato  in  proposito
quale  esperto  di  armi  e  suggerì  l’impiego  di  pistola
Tocarev”. Tocarov forse?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – “Di altre marche cecoslovacche, fucili AH 47 di cui
aveva disponibilità”.
RISPOSTA  –  Sì.  Aggiungo  che  Tuti  aveva  rapporti,  era  uno  dei
pochi  che   aveva  rapporti  con  ustascia  croati,  quindi
aveva  possibilità  di  procurarsi  armi  iugoslave  nell’ex
est  europeo  insomma.  Sì,  sì.  Ora  che  me  lo  legge,  sì
ricordo vagamente erano discorsi che mi fece Tuti, sì. E
comunque  sempre  in  questa  logica  che  le  sto  dicendo
erano.
DOMANDA – Giovanni Rossi, lei lo ricorda il nome?
RISPOSTA  –  Mario  Rossi,  forse.  Giovanni  Rossi  non  lo  ricordo
adesso.  Io  conosco  bene  Mario  Rossi  che  è  uno  degli
uomini di Concutelli che poi è stato anche nei Nar, Che
é  stato  anche  carcerato  con  me  ad  Ascoli  Piceno.  Lo
conoscevo però da ragazzino io.
DOMANDA – La verbalizzazione è del giudice di Bologna e che è
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
32
appena  dopo  che  avrebbe  fatto  questo  discorso  di  Camp
Derby  e  delle  armi  dell’est  europeo:  “A  precisazione  a
quanto  ora  verbalizzato  faccio  presente  che  non  so  in
quale  delle  riunioni  di  cui  mi  parlò  il  Tuti  venne
decisa tale azione. Tuti mi disse che venne suggerita da
Giovanni  Rossi  il quale era considerato il  contatto tra
Ordine  Nuovo  toscano  e  Ordine  Nero.  Tuti affermava che
questo  Giovanni Rossi manteneva i contatti  con  i  gruppi
milanesi di Ordine Nero”.
RISPOSTA  –  Sì.  Aspetti,  io  so  che  anche  che  c’era  un  altro,
quello  che  ho  detto  prima  Bumbaga  che  aveva  rapporti.
Evidentemente non lo ricordo proprio, però lei consideri
che  è  una  persona  che  non  conosco  quindi  probabilmente
25  anni  fa  mi  hanno  fatto  questo  nome  e  io  l’ho  reso.
Adesso  a  distanza  di  25  anni  uno  che  non  conosco,  il
nome  non  me  lo...  Sinceramente  non  me  lo  posso  proprio
ricordare, dottore abbia paz...
DOMANDA – Il nome Porta Casucci?
RISPOSTA  –  Sì,  mi  pare  quello  lì  che  è  stato...  Ma  qui  sono
una  serie  di  personaggi  strani.  Perché  anche
l’operazione  questa  qui  di  Brescia  diciamo  contro  i  Mar
fu....  Pare che fu  fatta  da persone che si  presentavano
spontaneamente ai Carabinieri o alla Polizia e dicevano:
“Voglio avvertirvi che sta per succedere questo, sta per
succedere quello”. Pare che ci sia, e Porta Casucci è un
personaggio  mi  pare...  Che  comunque  penso  che  lo
volessero ammazzare per questo.
DOMANDA – Sì. Un medico di Genova?
RISPOSTA  –  Un  medico  di  Genova,  sì  ricordo.  Che  credo  si  sia
presentato  una  mattina  non  so da  chi  dicendo  o  dandogli
una  borsa  di  armi,  una  storia  del  genere  e  Tuti  era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
33
furioso sì con... Era gente che volevamo ammazzare.
DOMANDA – Sono sempre notizie che lei apprende da Tuti?
RISPOSTA – Guardi non lo ricordo con precisione questo. So che
comunque  c’era  una  volontà  di  colpire  questi  personaggi
strani.  Anche  perché  non  si  capiva  da  dove  sbucavano
fuori queste persone, ha capito?
DOMANDA – Completo la frase perché appunto si parla di questo
nella verbalizzazione del giudice di Bologna: “In una di
queste  riunioni  –  quindi  queste  delle  quali  le  parla
Tuti  –  qualcuno  propose  altresì  l’omicidio  di  un  medico
di  Genova  o  di  altra  città  ligure  che  mi  sembra  si
chiami Porta Casucci”.
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  “Questi  era  ritenuto  responsabile  dell’arresto  di
alcune persone nel processo della Rosa dei Venti”?
RISPOSTA – Sì, esatto.
DOMANDA – “E Aveva abitudine di indossare divisa nazista”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – “Il Tuti mi riferì che tale progetto aveva avuto un
inizio  di  attuazione,  tant’è  vero  che  insieme  al  Franci
e  altri  si  era  recato  città  di  residenza  di  questa
persona  e  aveva  fatto  un  sopralluogo  alla  sua
abitazione”?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – E’ vero insomma?
RISPOSTA – Sì, ora che me lo dice lo ricordo sì. C’era questo
tipo di questi personaggi un po’ che uscivano fuori ogni
tanto  che...  Insomma,  a  metà  da  mitomani  e  infami
insomma.  Però si  pensava  di colpirne  qualcuno.  Anche  in
carcere  noi  parlavamo,  avevamo  tutta  una  serie  di  nomi
tipo, ora uno di  Milano,  Muggiani per esempio.  Un altro
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
34
che  si  diceva  insomma  che  come  lo  incontravamo  lo
dovevamo...  Cioè  che  c’era  una  grande  volontà  di...  Li
aspettavamo  come...  Lì  negli  speciali  poi  eravamo  pure
un  po’  inferociti  dall’atmosfera  che  c’era,  li
aspettavamo,  cioè  come  arrivavano  li  prendevamo.  O  li
strangolavamo  o  li  prendevamo  a  coltellate,  erano
progetti  che  se  ne  parlava  continuamente  di  colpire
questa gente qui.
DOMANDA  –  A  livello  sempre  progettuale  ha  mai  sentito  di
un’ipotesi di un attentato all’arena di Verona?
RISPOSTA – Non mi ricordo.
DOMANDA  –  Lei  ne  parla  in  un  verbale  del  1984  e  poi  riprende
l’argomento nel 1992. Nel 1984 il 23 gennaio del 1984 al
Pubblico  Ministero  di  Firenze,  le  leggo  il  passaggio
magari che viene in mente qualcosa?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Lei disse: “Mi ricordo ora un altro discorso fattomi
da  Concutelli  a  Trani  in  epoca  precedente”  prima  aveva
parlato...
RISPOSTA  –  Ah,  sì,  aspetti,  così  le  posso....  mi  viene  in
mente.  Sarebbe  quello  dei  triestini  che  poi  lui  aveva
cercato di fermare? Quella là?
DOMANDA – Sì, faccia un attimo mente locale.
RISPOSTA - Così Concutelli mi.... Allora qui c’era sempre il
solito  discorso  che...  Sempre  nel  periodo  chiamiamolo
del  chiarimento,  fu  detto  che...  Diciamo  che  io  e
Giusva  avevamo  un  vantaggio  rispetto  agli  altri  che,
come  ho  già  spiegato  prima,  non  avevamo  questo  legame
forte   di  cameratismo,  per  noi  un  camerata  sbagliava
andava  colpito  per  primo,  anzi  andava  dato  l’esempio.
Mentre l’altri, non so per esempio Bonazzi, erano più
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
35
favorevoli  in  qualche  maniera,  sentivano  più  il   peso
della  comunità   diciamo.   Concutelli  a  un  certo  punto
prese  posizione  e  disse:  “Guarda  anche  io...”  che
addirittura  aveva  torturato  dei  camerati  triestini
perché li considerava delle persone che appunto facevano
queste  stragi  indiscriminate  etc.  Ma  una  storia
abbastanza vaga che non so neanche se sia una storia che
ha tirato fuori per darsi una ripulita.
DOMANDA – Che comunque fa Concutelli?
RISPOSTA  -  Perché  comunque  Concutelli   aveva  la  storia  di
Leidon,  aveva  la  storia  de...  Concutelli  aveva  dei...
per esempio agli occhi miei aveva dei precedenti. Quando
nacque il chiarimento lui tutte queste storie le mise da
parte, ha capito?
DOMANDA – Comunque cosa dice di questa...?
RISPOSTA  –  Lui  appunto  disse  che  voleva  che...  che  aveva
praticamente  fermato,  anche  violentemente  dei  camerati
triestini  che  intendevano  fare  delle  stragi  enormi
indiscriminate  fra  cui  ce  ne  era  una  probabilmente
all’Arena  di  Verona  che  avrebbe  colpito  la  popolazione.
Però anche lì, poi sa, nascevano discorsi tipo: certo se
ci  troviamo con le  spalle alla  popolazione  e  ci abbiamo
uno  scontro  a  fuoco  e  la  Polizia  spara,  colpisce
qualcuno a noi non è ci fa... perché comunque sparge il
ter... Erano sempre discorsi abbastanza ambigui insomma.
Anche  perché  guardi  le  dico  la  verità,  questi  sono
discorsi  che  sono  stati  fatti  poi  negli  anni  ottanta
sull’onda dello spontaneismo, però chiunque avesse fatto
politica prima, visto che comunque... cioè il discorso è
semplice  se  noi  tiravamo  il  primo  passo  della
rivoluzione  nazionale  era  il  golpe.  Il  golpe  si  doveva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
36
inevitabilmente  avendo  rapporti  con  ambienti
istituzionali  sennò  che  golpe  è  insomma?  Ecco  capisco
che voglio... Poi dopo tutti se li negavano. Cioè i Nar
per  esempio  avevano  cominciato  a  colpire  con  facilità
Poliziotti,  Carabinieri  etc.  e  loro  rivendicavano  la
loro  carica  rivoluzionaria  e  dice:  noi  siamo  un’altra
destra. Una destra  diversa. Alla  fine anche i vecchi  si
erano  lasciati  trascinare  da  questo  tipo  di...  che
insomma  poi  alla  fine  però  ecco,  qui  entriamo  in  un
discorso  che  poi  alla  fine  siccome  diventa
giustificativo  non  necessariamente  era  tutto  reale,
insomma ecco questo voglio dire.
DOMANDA  –  Lui,  Concutelli,  rivendicava  il  merito  di  avere
evitato questa strage?
RISPOSTA – Sì, questo episodio di avere evitato questa strage
sì.
DOMANDA – E diceva anche con un’azione violenta?
RISPOSTA  –  Sì,  sì,  che  aveva  sequestrato  questi  camerati
triestini. Non ha mai fatto capire se li ha ammazzati o
torturati  solo,  sa  comunque  che  c’erano  dei  camerati
triestini  che  quelli   di  Ordine  Nuovo  e  Concutelli
avevano  praticamente  chiuso,  catturato,  portato  da  una
parte,  fatti  parlare, fatti...  in pratica una storia  di
questo  genere.  Ma  io,  sa  questa  è  una  storia  su  cui  ho
sempre nutrito seri dubbi perché comunque Concutelli con
Fachini,  con  questi  qua,  cioè  ma  mi  stessi
superspontaneisti  cioè  se  vogliamo  andare  poi  alla
realtà  storica,  Giusva  Fioravanti  e  Cavallini  erano
appoggiati  in  Veneto.  Il  gruppo  Veneto  è  sempre  stato
quello  che  aveva  appoggiato  tutti  che  avevano  le
strutture,  i  documenti, le  armi etc.  Quindi alla  fine i
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
37
veneti  erano  stragisti  in  passato,  quindi  c’è  poco  da
fare.  Come  si  può  dire  che  noi  eravamo  contro?  Cioè  il
rapporto  è  sempre  stato  un  po’  a  trucco.  Alla  fine  in
una  certa  epoca,  siccome  era  finito  quel  tipo  di
discorso,  ci  volevamo  sentire  rivoluzionari  e  allora
all’interno  del  carcere  tutti  facevano  discorsi...  Però
poi, sotto, sotto, si diceva che Giusva avesse ammazzato
Pecorelli,  Concutelli  sicuramente  aveva  fatto  l’anti
Eta,  quindi  poi  alla  fine  erano  tutti  discorsi  diciamo
che lasciavano il tempo che trovavano, nei fatti eravamo
tutti compromessi in questo tipo di attività insomma.
DOMANDA  –  L’argomento,  dicevo  prima,  viene  appunto  accennato
nel verbale 23 gennaio del 1984, poi viene ripreso il 26
aprile del 1992 dinanzi al giudice di Milano.
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Che  per  altro  le  sottopone  un  documento  che  è  un
memoriale  a  firma  di  tale  Albanese  Sansone  e
Alborghetti?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Lei ha conosciuto qualcuno di questi tre?
RISPOSTA – Di questi tre in modo particolare no. Però so chi
sono  diciamo.  Diciamo  che  noi  con  l’ambiente  calabrese
abbiamo avuto sempre una forte... La malavita calabrese,
a Roma in modo particolare, e praticamente già dal tempo
del sequestro di Paul Getty, quindi parliamo 1973, hanno
sempre  avuto  rapporti  forti  con  l’ambiente  fascista
diciamo.  E  anche  in  carcere  quando  avevamo  delle
situazioni  di  difficoltà  i  mafiosi  calabresi  erano
sempre  schierati  dalla  parte...  Mentre  per  esempio  che
ne  so,  i  cutoliani  per  dire,  c’è  stato  un  periodo  che
erano  vicini  ai  brigatisti  in  carcere,  quindi  li
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
38
vivevamo  anche  come  rivali,  con  i  calabresi  siccome
c’erano  rapporti  esterni  con  i  Di  Stefano.  Cioè  i  Di
Stefano  per  esempio  per  dirgliene  una,  hanno  appoggiato
Freda,  il  primo  periodo  della  sua  latitanza  è  stato
nascosto a Reggio Calabria protetto dai Di Stefano.
DOMANDA – Sì, poi ne parliamo.
RISPOSTA  -   Io  stesso  ho  avuto  rapporti  spesso  con,  aspetta
come  si  chiamano  quei...  Comunque  il  luogotenente,  io
ero molto amico del luogotenente che si chiama Logoteta,
ora  non  mi  sovviene  in  nome  comunque  praticamente  un
grosso  boss  calabrese  che  stava  a  Roma.  Ci  vedevamo
spessissimo,  eravamo  proprio  amici,  si  chiamava  la
famiglia,  quelli  che  poi  sono  stati  imputati  di  Paul
Getty  praticamente,  ma  il  nome  non  mi  viene,  Zaza
Mammoliti.  Zaza  Mammoliti.  E  quindi  avevamo  rapporti
esterni.  Io  stesso  avevo  fatto,  io  so  che  poi  è  uscito
fuori  che  l’ha  raccontato  un  pentito  calabrese  che
sapeva  che  io  avevo  fatto  un  favore,  io  veramente
l’avevo  fatto  per  i  camerati,  ai  Di  Stefano  l’attentato
a  un  pregiudicato  romano,  un  certo  Lamberto  Cello.
Quindi diciamo che con i calabresi c’era un rapporto sia
prima,  sia  poi  in  galera  molto  forte.  Poi  con  il  fatto
di  Reggio  Calabria,  la  rivolta  a  Reggio  Calabria  molti
dicevano...  Si  presentavano  proprio  come  camerati.
Spesso  avevamo,  per  esempio  che  ne  so,  un  nome  famoso
Tiradritto  quello  che  chiamavano  Tiradritto,  come  si
chiama  pure questo, mo  i  nomi sono  passati  troppi anni,
a  Novara  per  esempio,  comunque  uno  di  una  delle  più
grosse  famiglie  di  'ndrangheta,  ancora  attualmente  lo
leggiamo  continuamente  sui  giornali,  è  una  cosa
controllabile,  invece  di  stare  con  i  malavitosi  in
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
39
cortile,  potete  controllare  anche  quando  è  morto  Buzzi,
questo  qua  era  l’unico  comune  che  era  presente,  si
chiamava...  Quello  che  di  soprannome  lo  chiamano
Tiradritto.  Comunque  c’era  questo  particolare,  era  per
darle  un  riscontro,  questo  stava  in  sezione  con  i
fascisti  invece  di  stare  non  so  con  i  mafiosi  con  i
cosi, a Novara si era fatto mettere in sezione con noi.
DOMANDA – Andiamo con ordine, chiudiamo il discorso dell’Arena
di Verona. In questo verbale le dicevo del 16 aprile del
1992, lei affronta l’argomento in questi termini: “Posso
dire  che  di  tale  episodio  avevo  parlato  nel  corso  dei
primi  interrogatori  dinanzi  al  Pubblico  Ministero  di
Firenze”, infatti, è quello che abbiamo visto del 1984?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  “Io  avevo  saputo  da  Concutelli  nel  corso  della
comune  detenzione,  e  comunque  in  varie  circostanze,  che
egli  aveva  sventato  una  strage  che  doveva  avvenire
nell’Arena  di  Verona.  Strage  che  avrebbe  dovuto  fare
parte della campagna di attentati del 1974”.
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Concutelli  mi  disse  che  lui  o  uno  degli  altri  che
erano  intervenuti  erano  andati  materialmente  a
recuperare la bomba che già era stata deposta...”.
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  “E  che  in  seguito  lo  stesso  Concutelli  aveva
sequestrato  e  sottoposto  a  una  specie  di  interrogatorio
uno  di  coloro  che  avevano  organizzato  tale  attentato.
Concutelli  riferiva  dell’organizzazione  di  questo
attentato  all’ambiente  Veneto  e  accennava  alla  persona
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
40
che  lui  aveva  personalmente  interrogato  come  a  un
triestino”?
RISPOSTA  –  Sì.  Infatti,  adesso  ho  un  ricordo  più...  Lei  deve
capire  poi  passano  gli  anni e naturalmente... Però, sì,
questa è la storia diciamo.
DOMANDA  –  “Concutelli  parlava  di  questo  episodio  come  di  un
attentato  che  sarebbe  stato  inutile  e  ingestibile  anche
in  quanto  sarebbe   stata  una  strage  di  grandi
proporzioni rispetto alle precedenti di quegli anni”.
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Concutelli  parlava  abbastanza  volentieri  di  questi
episodi.  Inizialmente  per  evidenziare  la sua durezza e
capacità   all’interno  dell’ambiente  ed  in  seguito  per
accentuare le sue prese di posizioni contro le stragi”?
RISPOSTA – Esatto. Nel periodo del chiarimento poi questo era
diventato  un  argomento  a  dimostrazione  che  lui  era
sempre  stato  contrario  alle  stragi.  Però  diciamo,
ripeto,  lei  deve  tenere  presente  signor  Pubblico
Ministero,  che  negli  anni  settanta,  in  realtà  cioè...
Poi  diciamo  con  la  cultura  seguente,  in  un  certo  senso
anche  io  poi  ero  diventato  contrario  alle  stragi  etc.
Però  diciamo  è  un’ipocrisia  perché  ai  tempi  in  cui
eravamo  coinvolti  noi  ragionavamo  in  un  altro  modo,
pensavamo  che  comunque  erano  propedeutiche  appunto  al
progetto, quindi...
DOMANDA  –  Poi  con  riguardo  a  Alborghetti  Valter,  Albanese
Giuseppe, Sansone Giuseppe lei dice: “Posso dire che non
conosco  Alborghetti  Valter  e  conosce  anche  se  solo  di
vista Sansone e Albanese”?
RISPOSTA – Sì, probabilmente li ho incontrati in carcere.
DOMANDA – “Non ho mai avuto specifici rapporti con loro al di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
41
là  della  comune  detenzione  in  qualche  carcere  ma
comunque  entrambi  erano  detenuti  comuni  che
frequentavano i grossi detenuti di destra in particolare
Concutelli e Bonazzi”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  E’  vero  questo,  si  ricorda  che  avevano  questi
rapporti?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  “In  particolare  durante  la  detenzione  di  questi
ultimi all’Asinara”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – “In particolare quando io ero detenuto in carcere ad
Ascoli ed ero in cella con Bonazzi questo ultimo cercava
sempre  di  andare  a  salutare  o  mandare  i  salutati  ad
Albanese  che  era  isolato  in  altra  sezione”.  C’erano
questi rapporti tra...?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Sicuramente  sì,  sì.  Ma  ripeto  come  ho
spiegato è anche una cosa un po’ più vasta di così. Nel
senso  che  proprio  i  detenuti  calabresi  solitamente
venivano  considerati  quasi  camerati,  quasi...  Perché
credo  che  fossero  proprio  i  Di  Stefano  che  erano
camerati,  cioè  che  erano  i  capi  dei  capi  diciamo  di
'ndrangheta.
DOMANDA  –  Affrontiamo  un  po’  questo  discorso  che  abbiamo
accennato  prima  ma  anche  alla  scorsa  udienza  relativo
alla fuga di Freda e ai contatti con la 'ndrangheta?
RISPOSTA  –  Allora  guardi,  ora  le  racconto  un  episodio  che  mi
viene in mente adesso che sembra anche da ridere però dà
un’idea.  Io  ricordo  uno  che  chiamavano  Ciccio  Fascista
che  era  sempre  un  boss  molto  importante  della
'ndrangheta, che per esempio mi parlava che... Una volta
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
42
mi  parlò  e  mi  disse,  sempre  a  Trani,  mi  disse:  “Sai
Izzo, io mi interesso molto di politica internazionale”.
A  me  mi  colpì  questo  fatto.  Dico:  “Ah,  si  interessa  di
politica...”.  “Sì,  mi  piace  Khomeini”.  Allora,  diciamo
per  una  persona  semianalfabeta  come  era  questo  qua
rimasi  colpito,  dissi:  “Ammazzalo,  le  piace  Khomeini”.
Cioè  era  una  cosa  abbastanza  particolare,  no?   E  lui
disse: “Sì, perché mi piace perché così lì le donne non
vanno senza reggiseno. Sono severi”. Ecco c’aveva questo
tipo  di...  Noi  a  quel  tempo  diciamo  anche  per  comodo
appoggiavamo questo modo di vedere un po’ alla calabrese
diciamo, eravamo i reazionari in questo senso.
DOMANDA – Va bene, al di là di questo, lei cosa sa della fuga
di Freda?
RISPOSTA  –  Ah,  scusi.  Allora  della  fuga  di  Freda  niente,  so
tutto  perché  ci  ha  partecipato  un  mio  carissimo  amico
che  si  chiama  Benito  Allatta.  Dunque  la  fuga  era
organizzata  da  quelli  che  poi  hanno  messo  l’autobomba  a
Milano  quella  precedente...  Cioè  quindi  all’Ata,  il
cognato  di  Allata,  Giuliano  quel  giro  lì  insomma,  di
ordinovisti  che  erano  passati  a  costruire,  a  Costruiamo
l’azione,  diciamo  al  gruppo  di  Calore.  Niente,  lo
vennero  a  prendere  a  Catanzaro  con  delle  macchine  e
invece  di  portarlo  verso  nord  dove  tutti  si  sarebbero
aspettati verso Roma o verso il Veneto, anche perché gli
avevano  proposto  naturalmente  di  rifugiarsi  presso  le
strutture  venete,  però  lui  non  voleva  convivere  con
Cavallini  quindi  preferì  appoggiarsi  ai  calabresi,
proprio alla  mafia  calabrese  e  fu portato in  una  specie
di  fattoria  nei  pressi  Reggio  Calabria.  La  persona  che
l’appoggiava  era  questo  Romeo,  questo  che  aveva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
43
organizzato  che  era  una  specie  di  consigliere  dei   Di
Stefano e Freda si  disse  molto  dispiaciuto  di non avere
approfondito.  Perché  Freda  era  un  estimatore  dalla
'ndrangheta calabrese e diceva: “Lei immagini che se noi
riusciamo  a  trasformare  la  'ndrangheta  Calabrese  in
soldati  politici,  abbiamo  una  serie  di  killer,  abbiamo
proprio  un  esercito  armato,  forse  anche  più  valido  di
quello che abbiamo attualmente”. Quindi era uno molto...
che  considerava.  Oltretutto  poi  un’altra  cosa,  mi  disse
che  nella  fuga,  sempre  quando  poi  scappò  che  passò  in
Francia,  fu  appoggiato  in  una  casa  dove  c’era  stato
sequestrato un certo Alessi, Alessio, mo non mi ricordo,
un  sequestrato  insomma  ecco,  che  era  stato  nella  stessa
casa  in cui era stato appoggiato  un sequestrato.  Sempre
strutture  di  'ndrangheta  comunque  calabresi.  Mo’  non  so
quale  era  l’interesse  dei  calabresi  rispetto  a  questa
questione,  al  di  là  del  fatto  che  erano  camerati,  però
questi  erano  i  rapporti.  So  che  anche  ai  tempi  del
golpe,  Borghesi  si  era  recato  parecchie  volte  a  Reggio
Calabria  dove  aveva...  I  nomi  che  facemmo  allo  scorso
interrogatorio:  Fefè  Zerbi,  questi  qua,  pare  che
avessero  rapporti  anche  molto  stretti.  Erano  sempre  a
mezza  strada  diciamo  in  Calabria  i  rapporti  fra  Fronte
Nazionale e ambienti di 'ndrangheta. Ma comunque ripeto,
noi in carcere se arrivavi a un carcere dove non c’erano
camerati chiedevi dove è la cella dei calabresi, insomma
ecco. Questa per dirle l’atmosfera.
DOMANDA – Nel discorso Ordine Nero....
RISPOSTA – Mi sono ricordato chi era Tiradritto, era Morabito.
DOMANDA – Sì. Questo discorso dei rapporti con i calabresi, il
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
44
discorso  Ordine  Nuovo,  Avanguardia  Nazionale  come  è,  ci
sono delle distinzioni da fare, chi in particolare?
RISPOSTA  –  Dunque  Avanguardia  Nazionale  era  molto  forte  in
Calabria  e  so  che  comunque  si  spese  molto  durante  la
rivolta  di  Reggio  Calabria,  più  di  tutti  gli  altri
gruppi.  Però  ripeto,  poi  alla  fine  diventa,  guardi
giudice,  in  un  certo  senso  ci  sono  cascato  pure  io
facendo  i  verbali,  oggi  con  un  po’  più  di  maturità,  in
verità  tutte  queste  dif...  Era  veramente  difficile  poi
definire  una  persona,  io  stesso  diciamo  avevo  avuto
rapporti  diretti  con  Avanguardia  Nazionale,  ho
frequentato la  sede di  via  Arco della Ciambella etc.  Le
faccio  un  altro  esempio  Dantini,  il  mio  capo,  veniva
dalle  formazioni  nazionali  giovanili  che  era  un  gruppo
paramissino,  sarebbero  quelli  che  negli  anni  sessanta
assaltarono  le  Botteghe  Oscure  diciamo.  Poi  lui
praticamente  aveva  rapporti  con  gente  tipo  Pascucci  che
era il  capo di  Avanguardia  Nazionale  nella  zona nostra,
stavano sempre  insieme. Lui però  era  dirigente  di Lotta
di  Popolo,  e  poi  sotto,  sotto,  però  era  del  Fronte
Nazionale.  Quindi  vede,  alla  fine  diventa  abbastanza
complicato,  come  le  ho  spiegato  già  l’altra  volta,  oggi
mi rendo conto che in parte è stato anche un escamotage
difensivo a volte cercare...  Certo, ci  sono stati anche
gli  scazzi  fra  i  gruppi,  però  alla  fine  a  livello
veramente...  Insomma  lei  deve  pensare  che  Concutelli  e
Delle  Chiaie  in  Spagna  stavano  insieme  latitanti,
insomma  per  dirle  due  nomi,  per  dire  Ordine  Nuovo  e
Avanguardia Nazionale. Ecco questo quindi...
DOMANDA – Ma a livello organizzativo la fuga da chi era stata
gestita?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
45
RISPOSTA – Beh, penso Ordine Nuovo perché comunque Allatta era
Ordine Nuovo.
DOMANDA  –  Quindi  Allatta  come  esecutore  materiale  insomma
della...?
RISPOSTA – Sì, della fuga sì.
DOMANDA – Lei...
RISPOSTA  -   Tra  l’altro  Allatta,  ecco  le  do  un  riscontro,
Allatta  è  quello  che  mi  ha  fatto  avere  la  pistola  con
cui  ho  tentato  l’evasione  nel  1977  da  Latina.  Cioè,
c’era il padre carcerato a Latina, Benito ha portato la
pistola al padre e il padre se l’è riuscita infilare in
una manica, in una finta manica, una tasca che aveva in
una  manica  e  la  pistola  è  entrata  così.  Ecco  per  dirle
avevo rapporti molto stretti. Anche in passato ero stato
ad  Aprilia  parecchie  volte.  La  famosa  rapina  a  Fadlum,
una  delle  più  grosse  rapine  che  sono  avvenute  a  Roma
Dior  che  era  il  cassiere  praticamente  di  Re  Idris  in
esilio, era sempre questo gruppo qua Allatta...
DOMANDA – Lo stesso Allatta le parlò di questa fuga di Freda?
RISPOSTA  –  Credo  sicuramente  me  ne  parlò  anche  Calore  che  io
ricordo, perché... Perché con Allatta poi in galera, poi
Allatta  l’ho  visto  qualche  volta  ai  processi,  no,  non
credo  che...  Benito  può  darsi  che  il  padre  Pietro  mi
abbia  parlato,  però  diciamo  perché  qui  dobbiamo
distinguere,  io  sono  stato  anche  in  cella  con  Pietro
Allatta padre,  diciamo  che  era  carcerato  per  i  fatti  di
Sezze.  Però  il  ragazzo  attivo  Pietro  era  una  mezza
figura,  era  un  pacioccone,  il  ragazzo  attivo  era  il
figlio Benito diciamo quello...
DOMANDA  –  Ascolti,  in  questo  verbale  del  18  gennaio  del  1984
al Pubblico Ministero di Firenze ci sono queste cose che
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
46
sta  dicendo,  c’è  qualche  elemento  in  più,  le  leggo
quello che è verbalizzato così ci dice se è corretto e è
conforme al suo ricordo anche di oggi più o meno.
RISPOSTA - Sì.
DOMANDA – Lei disse: “I rapporti da Ordine Nuovo e Avanguardia
Nazionale  sono  dimostrati  anche  dal  racconto  che  Freda
mi  fece  della  sua  fuga  dal  carcere  di  Catanzaro.  Freda
mi  disse  che  la  fuga  era  stata  organizzata  da  ex
ordinovisti  come  Calore  e  Fachini  e  gli  fu  proposto  di
trovare rifugio in Veneto insieme a Gilberto Cavallini”?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA  –  “Il  Freda  mi  disse  che,  ma  mi  sembrò  una  scusa
perché  doveva  avere  già  in  mente  di  lasciare  l’Italia
quando  evase,  che  non  aveva  accettato  questa  soluzione
perché  Cavallini  secondo  lui  era  un  delinquente  comune.
Freda  mi  disse  che  scartata  questa  soluzione  si  era
messo in  contatto,  una  volta  evaso, con vecchi  elementi
di  Avanguardia  Nazionale  che  avevano  rapporti  con  la
'ndrangheta”.
RISPOSTA - Esatto.
DOMANDA  –  “Allora  dapprima  era  stato  tenuto  nascosto  in
Calabria, accennò a una tenuta in campagna”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Dopo  diverso  tempo  era  andato  in  Liguria  per
passare la frontiera tra l’Italia e la Francia”. Ecco...
RISPOSTA  -   Posso  specificare  che  il  contatto  preciso  era
questo Romeo diciamo la figura di connessione.
DOMANDA  –  Questo  le  volevo  chiedere.  Vecchi  elementi  di
Avanguardia  Nazionale  il  contatto  era  questo  Romeo,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
47
Avvocato Romeo?
RISPOSTA – Avvocato Romeo.
DOMANDA – “In Liguria, così disse Freda era stato ospitato in
una  casa  che  era  nella  disponibilità  dei  malavitosi
calabresi,  casa  nella  quale  doveva  arrivare  un
sequestrato o un sequestrato era stato tenuto”.
RISPOSTA  -  Sì.  Credo  un  certo  Alessi,  Alessio  una  cosa  così,
al  nord  in  Piemonte  che  comunque  era  un  sequestro  dei
calabresi il Piemonte diciamo o a Ventimiglia ai confini
con...  o  in  Liguria  insomma.  Lei  deve  pensare  comunque
che  già  allora  negli  anni  settanta  diciamo  il  Piemonte
in parte era stato colonizzato, Piemonte e Liguria erano
stati  in  parte  colonizzati  dalla  malavita  calabrese,
diciamo è sempre stata molto forte da quelle parti.
DOMANDA  –  Invece  il  16  aprile  del  1992  al  giudice   riprende
l’argomento  dicendo:  “In  merito  posso  dire...”  prendo
atto che il documento, il documento è quello che abbiamo
detto prima: Albanese, Sansone, Alborghetti?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Che abbiamo visto per la vicenda Arena di Verona?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Poi  in  quel  verbale  dinanzi  al  giudice  istruttore
viene  esaminato  anche  il  problema  delle  altri  parti  di
quel documento. Lei dice: “Prendo atto che nel documento
si  fa  accenno  ad  aiuti  da  parte  dei  gruppi  mafiosi  in
Calabria  nei  confronti  di  Freda  e  Ventura  in  occasione
della  loro  fuga  e  che  appaiono  citati  quali  persone
vicino  alla  destra  tali  fratelli  Di  Stefano  della
Calabria.  In  merito  posso  dire  che  Freda  mi  ha
raccontato  che  nei  primi  giorni  della  sua  latitanza
nella zona di Reggio Calabria, cioè dopo la sua fuga ma
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
48
prima  dell’espatrio  in  Centro  America,  di  essersi
incontrato  con  uno  dei  fratelli  De  Stefano  il  quale  mi
aveva  proposto  di  continuare  la  sua  latitanza  in
Calabria  protetto da  loro e di  mettere  insieme  a  quelli
di  Avanguardia  Nazionale  un’organizzazione  seria  in
Calabria.  Freda  parlando  con  me  si  dimostrava  quasi
rammaricato  di  non  avere  assolutamente  seguito  tali
proposte”.
RISPOSTA – Infatti, questo ho detto, oggi l’ho ridetto. Questo
me lo ricordavo infatti, sì.
DOMANDA – Quindi il discorso quindi Romeo è il primo tramite e
questi De Sfefano?
RISPOSTA  –  I  De  Stefano  erano  praticamente  le  persone  che...
Ma in effetti, ecco questo le dare un’idea di quanto le
sto  dicendo,  io  mi  sono  trovato  poi  nel  1974,
nell’ottobre  del  1974  quando  appunto  ci  si  parlava  di
questo  attentato  a  questo  pregiudicato  romano,  pressato
da vari camerati. Da camerati tipo Signorelli, gente che
non  c’entrava  niente,  c’era  sempre  questo  Romeo  dietro
che era di Avanguardia Nazionale, mentre questi erano di
Ordine Nuovo. Cioè in pratica i rapporti con i calabresi
erano  di  tutto  l’ambiente  fascista.  Ecco  le  ho  fatto
l’esempio credo che non l’ho mai detto ma penso che sia
indicativo,  se  io  arrivavo  a  carcere  speciale  dove  non
c’erano camerati, avrei appunto chiesto: dove è la cella
dei  calabresi?  Mi  sarei  appoggiato.  Perché  comunque
avevano...  Lei  deve pensare anche che noi eravamo anche
in carcere pochi rispetto i brigadisti, eh! Quindi anche
lì  avevamo  una  situazione  di  scontro  continuo.  Ecco  le
posso  dire  anche  un  altro  episodio,  io  so  che  quando
Tuti  si  scontrò  con  un  messinese,  uno  che  era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
49
sopranominato  Faccisola,  che  poi  credo  dopo  abbia
collaborato,  noi,  infatti,  lo  cercavamo  perché  qui
volevamo  fare  male  a  questo  Faccisola,  i  calabresi  si
sono messi in mezzo e hanno frenato i siciliani. Gli ho
detto ai siciliani: non vi permettete di toccare - pure
a  Favignana  -   non  vi  permettete  di  toccare  i  fascisti
che  ci  trovate  anche  a  noi.  Insomma,  ecco  per  dirle
questo dà un quadro dell’atmosfera.
DOMANDA  –  Sì,  gli  stessi  temi  poi  vengono  affrontati  ma  sono
le  stesse  cose,  poi  le  posso  leggere  nel  verbale  14
aprile del 2000 dinanzi alla Corte d’Assise di Milano?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Dove  appunto  viene  fatto  anche  il  nome  di  Allata  e
del gruppo di Calore. Lei ha conosciuto Giannettini?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – In carcere?
RISPOSTA – In carcere.
DOMANDA – Con lui che tipo di rapporto ha avuto?
RISPOSTA – Poco perché Giannettini era molto abbottonato. Era
veramente...  Allora  Giannettini  naturalmente  a  mia  idea
era  proprio  il  prototipo  del  personaggio  ambiguo  perché
comunque  era  dei  servizi  etc.  Però  i  milanesi  proprio
mandavano  a  dire  che  invece,  dice:  è  camerata  al  cento
per  cento,  state  tranquilli.  Vi  potete  fidare
completamente di Giannettini etc.
DOMANDA – Chi è che diceva così?
RISPOSTA  –  I  milanesi,  da  Milano  era  arrivata  questa  cosa,
quindi  Zani.  Zani  sicuramente  perché  era  quello  che  ci
avevamo  rapporti  diretti,  però  veniva  in  particolare  da
Di Giovanni, da questi qua che a San Vittore erano stati
con  lui  e  dicevano:  Questo  è  un  grande  camerata,  state
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
50
tranquilli. E Giannettini, insomma tenere Giannettini in
una  sezione  di  carcere  speciale  ce  volevo  giusto  io
perché  lì  ammazzavano  la  gente  solo  perché  parlava  con
il prete, insomma. Sì, un ragazzo fu ammazzato perché lo
vedevano  troppo  spesso  a  parlare  con  il  prete,  dice:
questo  sta  diventando  infame.  Quindi  si  immagini  tenere
uno  spione  del  Sid  là  in  un  cortile  era  una  cosa
costosissima. Però  io usando  le mie amicizie, una certa
cosa, dissi: “No, no, questo deve stare...” Anche perché
Freda me lo chiese quindi mi misi in mezzo e dissi: “No,
no,  questa  è  una  persona  perbene  e  siamo  noi  che
l’abbiamo infiltrato nei servizi segreti”. Questa era la
cosa  che...  Però  Giannettini  diciamo  era  un  tipo
simpatico,  scherzoso  però  difficilmente  parlava  di
cose...  Io,  infatti,  praticamente  non  ho  avuto  quasi
confidenze  da  Giannettini  sui  fatti,  forse  qualche
cosettina che ora non ricordo, però ricordo che era tipo
abbonatissimo,  infatti, credo che anche lì  non  credo  di
avere detto granché di Giannettini nei verbali.
DOMANDA – Sì, lei affrontò l’argomento nel verbale al Pubblico
Ministero di Firenze?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Nel  verbale  del  18  gennaio  del  1984,  ove  dice:
“Rammento  che  lì  a  Trani  la  prima  volta  che  giunsero
insieme  Freda  e  Giannettini,  Freda  venne  a  parlare  da
solo  con  Concutelli  chiedendogli  come  favore  personale
quello di molestare il Giannettini”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –   "Il  Giannettini  era  un  tipo  abbastanza  chiuso,
restio  ad  aprirsi  e  praticamente  lì  a  Trani  dove  ha
legato  solo  con  me.  E  insieme  si  andava  all’aria.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
51
Giannettini  mi  disse  –  e  queste  sono  le  poche  cose
insomma – mi disse che effettivamente Freda era una sua
fonte  informativa  ai  tempi  in  cui  esso  Giannettini
lavorava  per  il  Sid.  Con  me  Giannettini  diceva  che  il
Freda  lo  informava  solo  sui  compagni  e  cioè  sulla
sinistra.  Il  Giannettini  con  me  si  dichiarava  estraneo
ai  fatti  addebitati  e  sosteneva  che  il  suo
coinvolgimento  era  dovuto  solo  a  una  sua  conoscenza
marginale di quegli ambienti che era stato messo male da
Ventura, cioè tirato in mezzo da Ventura che aveva fatto
un polverone”. Quindi c’era questa critica?
RISPOSTA – Sì. Però praticamente era un po’ la tesi difensiva
ufficiale  sua,  quindi.  Probabilmente  a  quel  tempo  non
sapevo  bene  come,  sa  era  proprio  la  prima
collaborazione, quindi non riferivo un po’ tutto, perché
non  sapevo  cosa  potesse  essere  utile  e  cosa  no,  quindi
probabilmente  ero...  Però  diciamo  ecco  come  vede  non...
In pratica non sapevo niente da Giannettini. Non ho... A
parte questo  particolare  sì,  che  ha detto che Freda era
una sua fonte sui comunisti.
DOMANDA  –  Poi  c’è  questo  particolare  su  Pozzan,  ricorda
qualcosa?
RISPOSTA  –  Sì,  che  Pozzan  dicevano  che  era  il  capo
praticamente.
DOMANDA – Che era il capo, cioè Giannettini diceva che era?
RISPOSTA – No, Freda proprio diceva che Pozzan era...
DOMANDA – Che Pozzan ebbe un ruolo importante?
RISPOSTA – Che poi la questione che Pozzan aveva allargato...
Aveva fatto il polverone che aveva impedito...
DOMANDA – Che noi abbiamo visto l’altra volta.
RISPOSTA - Che l’abbiamo già detto sì.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
52
DOMANDA – No, sul tema della fuga di Pozzan.
RISPOSTA  -   Sì,  Pozzan,  questo  si  sapeva  che  era  stato  fatto
scappare dai servizi segreti direttamente.
DOMANDA  –  Giannettini  diede  qualche  spiegazione  di
quell’episodio?
RISPOSTA  –  Non  me  lo  ricordo.  Ricordo  poi  che  io  so  che  in
Spagna  praticamente  Delle  Chiaie  si  era  ritrovato  con
tutto una serie di  personaggi.  Pomar  era  diventato  capo
del  Fronte  Nazionale,  lo  doveva  rispettare  perché  anche
se  si  era  rubato  i  soldi  del  sequestro  Cannevale,  era
capo  del  Fronte  Nazionale.  Pozzan  che  era  stato  fatto
scappare  dai  servizi  segreti  però  era  uomo  di  Freda.
Praticamente  si  trovano  questi  qua  del  gruppo  Madrid
che  dovevano  appoggiare  tutti  i  tipi  più  strani  perché
comunque  dall’Italia  arrivano  sollecitazioni  in  tal
senso. Poi probabilmente ce l’avevano ancora loro i loro
rapporti  perché  lì  poi  bisognerebbe...  lì  è  una  cosa
così,  lo  dico   oggi  a  posteriori,  lì  probabilmente
dovrebbero  essere gli spagnoli  che  hanno gli elementi.
Sicuramente  i  servizi  segreti  spagnoli  avranno  elementi
su queste storie.
DOMANDA  –  Ascolti,  su  questo  discorso  Giannettini  per  quanto
riguarda  l’argomento,   il  18  gennaio  del  1984  lei
aggiunge  questo:  "Giannettini  diceva  che  la  copertura  –
sulla  fuga  di  Pozzan  -  Giannettini  diceva  che  la
copertura  e  la  conseguente  fuga  dall’Italia  per  la  fuga
di Pozzan e il conseguente contatto con il Delle Chiaie,
rientravano in una faida tra Sid e Affari Riservati”.
RISPOSTA – Sì, sì. Ecco questo...
DOMANDA – Se può dire sennò le leggo quello che disse.
RISPOSTA - Sì. Comunque ecco che c’era comunque una situazione
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
53
di  inimicizia  fra  gli  Affari  Riservati  che  erano  più
vicini  a  Delle  Chiaie  diciamo  e  il  Sid  che  era  più
vicino  ad  altri  ambienti,  diciamo  questa  più  o  meno
doveva essere la divisione che io ricordo oggi.
DOMANDA – Le leggo quello che disse: “Dunque rientrava in una
faida  tra  Sid  e  Affari  Riservati.  Nel  senso  che  il  Sid
l’aveva portato in Spagna ma lì l’aveva messo nelle mani
di  Delle  Chiaie  che  era  uomo  degli  Affari  Riservati  e
ciò  per  coinvolgere  gli  Affari  Riservati  nell’inchiesta
di Piazza Fontana”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “  Giannettini  faceva  anche  riferimento  alla  storia
del mitra scomparso dal Ministero degli Interni – quindi
con riferimento al Golpe – e diceva che vi era stato una
specie di balletto tra Affari Riservati da un lato e Sid
dall’altro per vedere di ritrovare questo mitra. Gli uni
per  coprire  l’avvenimento  ingresso  nel  Ministero,  e  gli
altri per dimostrare che c’era stato”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Giannettini  diceva  che  Avanguardia  Nazionale  un
successo  l’aveva  ottenuto  riuscendo  a  creare  anche
attraverso un’abile campagna di stampa l’opinione che il
golpe  del  dicembre  del  1970  fosse  una  burletta”.  Questi
sono questi tre temi insomma?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – La burletta, il mitra e questo discorso della...?
RISPOSTA  –  Sì,  esatto.  Però  più  o  meno  discorsi  risaputi
questi diciamo. Ecco come vede non mi diceva nulla di...
DOMANDA – Questo è, niente di più?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Io  posso  dirle  un  particolare,  che  forse
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
54
lei  non  ha  questo  verbale  che  io  comunque  ho  detto  al
giudice  Salvini,  mi  chiesero  a  un  certo  punto,  sempre
nel periodo parliamo proprio dell’estate del 1974 quando
ormai era abbastanza scoraggiato. Io ho vissuto in prima
persona  un  episodio  particolare.  Io  ero...  Santillo,
avevano  creato  una  struttura  antiterrorismo  guidata  da
un certo Santillo. Questo Santillo era amico di famiglia
perché  avevamo  vissuto...  i  miei  familiari  lo
conoscevano,  eravamo  stati  in  albergo  insieme  una
vacanza,  insomma...  Cioè  si  erano  conosciuti  etc.
Seppero  che  io  ero  amico  di  Santillo  e  mi  chiesero  di
avvicinarlo  per  fargli  una  trappola  perché  questo
Santillo pare fosse la prima volta che una struttura che
dava  fastidio  proprio  agli  Affari  Riservati,  che  erano
stati  sciolti,  insomma  proprio  acquisito  un  odio...  Ed
io  rifiutai  naturalmente,  perché  a  parte  che  ormai  ero
fuori, ripeto avevo un po’... e in più non mi... cioè mi
dovevo  esporre  in  prima  persona,  poi  mi  dava  fastidio
l’idea  di  tirare  in  trappola  un  amico  di  famiglia,
capito? Offrirmi  come confidente  e  poi  potergli  tirare
la  trappola  per  fargli  un  attentato  di  cui  poi  sarei
rimasto  io  coinvolto  comunque.  Insomma  rifiutai  in  malo
modo.  Ora  questa  è  una  mia  cosa  però  le  dico  un  fatto
che  mi  avvenne  pochi  settimane  dopo.  Poco  dopo  il  mio
rifiuto,  questo  è  un  fatto  che  si  può  controllare,  io
stavo  andando  in  macchina  fra  Roma  e  Ostia  con  Valerio
Iccei,  e  ci  venne  addosso  un  camion  rubato.  Cioè  ci  fu
fatto proprio un attentato, cioè questo camion rubato ci
venne  addosso  sulla  macchina.  Noi  sbandammo  però
evitammo  i  lampioni,  cioè   all’Eur  dove  stavamo
camminando, cioè proprio dovevamo morire quel giorno con
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
55
l’incidente,  perché  camminavamo  anche  a  velocità  molto
alta  su una via di  scorrimento  che  si chiama  Cristoforo
Colombo,  e  sbandammo  e  uscimmo  di  strada.  Siccome
capimmo  subito  che  non  era  una  cosa  normale,  eravamo
armati  tutti  e  due,  ci  buttammo  fuori  dalla  macchina  e
puntammo  questi  qua  che  erano  sul  camion.  Il  camion
proseguì di cinquanta metri, fu abbandonato e una Giulia
se  li  portò  via.  Arrivarono  i  Carabinieri,  noi
naturalmente  rimettemmo  le  pistole  addosso  e  dicemmo:
“Ci abbiamo avuto un incidente”. Alla fine i Carabinieri
si  convinsero,  siccome  la  macchina  era  blu,  disse:
Magari  ci  hanno  scambiato  per  voi,  questo  è  rubato
etc.”.  Però  diciamo  io  naturalmente  potevo  avere  anche
altre  questioni  di  malavita,  insomma.  Però  mi  avrebbero
cercato  di  sparare,  quel  tipo  di  attentato  che  mi  fu
fatto  con...   Ripeto  c’è  un  verbale,  è  una  cosa
controllabile  diciamo  quella  che  sto  dicendo.  Fu  fatta
immediatamente  dopo  che  io  mi  rifiutai  questa
circostanza  e  a  me  nessuno  mi  leva  dalla  testa  che  fu
una  cosa  organizzata  comunque  da  persone  che  non  erano
malavitosi insomma.
DOMANDA  –  Con  riguardo  agli  arresti  in  Spagna  subiti  dal
gruppo ordinovista?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Lei ebbe notizie da qualcuno che venivano attribuite
delle responsabilità a qualcuno?
RISPOSTA  –  Guardi  io  già  quando  ero  fuori  conobbi  Scerid,
sarebbe il  fratello di  quel Noè Scerid  che  fu carcerato
poi  in  Algeria  di  cui  parla  sempre  Concutelli,  no?
Cassor  l’americano  e  Noè,  e  questo  qua  Giampiero,  “Jean
Paul”  non  mi  ricordo  comunque  Scerid  era  il  fratello,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
56
era  un  “pied  noir”  che  io  conoscevo,  lo  conobbi.  E
questo  già  dava  le  colpe,  una  volta  dice,  questo  era
implicato  fino  al  collo  nell’anti  Eta.  Infatti,  credo
poi  sia  morto  anni  dopo  piazzando  una  bomba  o  “Biariz”
da qualche parte, cioè stava facendo un attentato contro
l’Eta  e  saltò  in  aria  lui.  Quindi  ecco  questo  per  dire
che  era  un  elemento  certamente  legato  a  quel  tipo  di
ambiente, addirittura poi al  gruppo che si  chiamava Gal
che è un gruppo subentrato dopo, e questo mi diceva che
l’uomo  che  aveva  tutti  i  rapporti  con  i  servizi,  con
la...  L’uomo  potente  era  Delle  Chiaie  e  questo  Delle
Chiaie a suo piacimento faceva arrestare o faceva... Poi
questa  cosa  uscì  fuori  nel  discorso...  Perché  quando
Pozzan  fu  estradato  in  Italia,  fece  una  sparata  al
processo  per  piazza  Fontana  contro  Delle  Chiaie,  lo
chiamò  il  Proconsole,  disse:  “Lui  ha  fatto  arrestare  la
gente etc.”. Rognoni pure che fece un mezzo discorso di
questo  genere  che  disse:  "Però  i  panni  sporchi  vanno
lavati  in  famiglia,  non  dobbiamo...”  Comunque
certamente,  ecco  in  questo  caso  si  salvarono  tutti  gli
elementi  più  vicini  a  Delle  Chiaie,  ma  anche  tipo
Cauchi,  tipo  questi  qua.  Quelli  più  implicati  con  i
servizi  segreti  spagnoli.  Mentre  alcuni  furono
consegnati all’Italia appena morì Franco. Insomma appena
meno questo tipo di cosa.
DOMANDA  –  Con  riguardo  a  queste  vicende  le  raccontò  mai
qualcosa?
RISPOSTA – Scusi?
DOMANDA – Concutelli con riguardo...?
RISPOSTA – Beh, Concutelli me ne parlò tanto perché lui veniva
dalla Spagna. E,  infatti, ora ricordo pure  la questione
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
57
che  mi  chiese  l’altra  volta,  ho  fatto  mente  locale  del
convento di suore dove dovevano fare... E’ vero, è vero.
Mi  sono  ricordato  me  ne  parlò  Concutelli  come  una  cosa
quasi  fatta,  praticamente.  Però  io  non  le  ho  mai  viste
queste mitragliette diciamo, però...
DOMANDA  –  Le  mitragliette  che  dovevano  essere  realizzate  nel
Comano?
RISPOSTA – Esatto, sì.
DOMANDA  –  E  Concutelli  che  cosa  diceva  con  riguardo  a  questa
retata, attribuiva la responsabilità a qualcuno?
RISPOSTA  –  Lui  pure  probabilmente...  Alla  fine  naturalmente
c’era  palleggio  nei  confronti,  in  modo  particolare...
Diciamo  che  Delle  Chiaie  e  i  suoi  si  erano  salvati
quindi  si  presumeva  che  c’entravano  loro  in  linea  di
massima,  però  non  so  fino  a  che  punto  non  erano
questioni  anche  interne  loro.  Io  non  so  se  queste  sono
cose vere o accuse che venivano...
DOMANDA  –  Sì,  questo  è  chiaro.  Il  discorso  è  se  Concutelli
sapeva queste cose?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Concutelli  diceva  che...  Concutelli
all’inizio...  Allora,  Concutelli  all’inizio  diceva  che
Delle Chiaie  era  un confusionario che era in  buona  fede
che  però  alla  fine  non  ci...  Era  implicati  in  tali  e
tali  giochi  che  alla  fine  non  ci  capiva  manco  lui  cosa
doveva... Quindi comunque dava delle conclusioni diciamo
di  tipo  giustificativo.  Poi,  man  mano  si  è  sempre  più
inferocito  in carcere e ha  cercato... E cercava sempre,
specie nel periodo del chiarimento ha cercato sempre più
di  attribuire,  sempre  il  solito  gioco:  Ordine  Nuovo  è
pulito, sono  Avanguardia  gli  sporchi, Delle Chiaie  è  lo
sporco.  Fino  al  punto  che  poi  ha  ammazzato  Palladino.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
58
Insomma,  ecco  voglio  dire.  Anche  se  Palladino  è  morto
per  il  tradimento  a  Giorgio  Vale,  però  diciamo  comunque
c’era  un  odio  nei  confronti  di  questi  Avanguardia
Nazionale.  Io  tra  l’altro  fui  anche  io  vittima  di  un
episodio  in  questo  senso  che  ad  Ascoli  Piceno  un  certo
Gaetano  Sinatti,  un  toscano  legato  ad  Avanguardia
Nazionale, molto, molto legato ad Avanguardia Nazionale,
per  paura  di  essere  ammazzato  tentò  di  prevenirmi,  no?
Tentò  un  accoltellamento  nel  cortile  in  cui  mi  trovai
pure  io  coinvolto,  però  naturalmente  se  ne  dovette
scappare  dal  cortile.  Però  questo  le  dà  idea  di  una
situazione che ormai era arrivata... Cioè su Avanguardia
Nazionale  si  era  scaricata...  Sugli  avanguardisti  puri
si  erano  scaricate  tutte  queste  colpe.   Poi  ripeto,  io
oggi  a  posteriori  con  l’esperienza,  avendoci  riflettuto
sopra,  penso  che  in  parte  era  quanto  meno  ingiusto
attribuire ad Avanguardia Nazionale tutte...
DOMANDA – Sì, ma questo è un discorso per capire ciò che venne
detto. Insomma, poi...
RISPOSTA - Però questo veniva detto, sì, sì.
DOMANDA – Lei il 19 gennaio...
RISPOSTA  -   Beh,  addirittura  ci  scappò  il  morto,  quindi
insomma  non  è  che  fu  una  cosa...  Credo  nel  1982
Palladino  fu  strangolato  a  Padova  dai  Nar  e  da
Concutelli per questa ragione qui.
DOMANDA – Su questa cosa di Concutelli il 19 gennaio del 1984
lei  dice  al  Pubblico  Ministero  di  Firenze:  “Concutelli
faceva  sapere...”  perché  aveva  messo  in  giro  delle  voci
carcerarie  all’Asinara  che  Rognoni  non  era  persona
perbene.
RISPOSTA - Sì.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
59
DOMANDA – E poi spiega: “Concutelli faceva sapere che Rognoni
non  era  persona  perbene  perché  con  Delle  Chiaie  aveva
fatto fare la retata degli ordinovisti in Spagna”?
RISPOSTA – Sì, sì. Erano quelli che si erano salvati, sì, sì.
DOMANDA  –  Lui  sosteneva  questo,  poi  che  fosse  vero  non  può
sapere.
RISPOSTA – Sì, sì. Questo però è quello che dicevano, sì.
DOMANDA – Che diceva lui?
RISPOSTA – Lo confermo.
DOMANDA – Vi era stato una serie di tentativi di unificazione
tra Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale?
RISPOSTA  –  Sì,  tra  l’altro  c’è  stato  proprio  nel  1975,  io
ancora  ero  fuori.  Ripeto  era  già  un  periodo  che  facevo
molto  meno  politica  però  io  so  la  famosa  riunione  ai
Castelli  Romani,  di  cui  ho  già  accennato  nello  scorso
interrogatorio,  quella  fu  proprio  una  cosa  di  riunione.
Però  per  esempio  io  allora  li  presi  in  giro  perché  io
allora fui...
DOMANDA – Lei era presente a quella riunione?
RISPOSTA  –  Alla  riunione,  quella  riunione  in  particolare  no.
Però fui avvicinato con il mio gruppo. Però per dirti mi
chiesero  questi  di  Avanguardia  Nazionale,  l’ho
raccontato,  mi  chiesero  una  scheda  in  cui  lei  mi  deve
dire: Esposito, Guido,  Ghira  che  cosa hanno fatto,  che
cosa sarebbero in grado di fare. Praticamente una scheda
tipo...  Consegno  una  scheda,  cioè  mi  faccio  ammazzare
praticamente.  Vivevano  in  un  mondo  tutto  loro.  Loro...
Insomma  proprio  da  servizi  insomma.  Ma  d’altra  parte
anche in  carcere  per  esempio  questo Sinatti era un  tipo
che  si  ritagliava  tutti  gli  articoli,  cioè  lavoravano
proprio...  Avevano  una  mentalità  proprio  di  gruppo  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
60
studio.  Si  ritagliavano  tutti  gli  articoli  che  secondo
loro...  le  notizie.  Praticamente,  loro  avevano  come  un
archivio.  Avevano  una  mentalità  di  archivio  proprio  in
maniera incredibile, archivisti. Per me naturalmente era
completamente...  Ormai  ero  molto,  anche  il  malavitoso
era  completamente  estraneo  al  mio  modo  di  vedere  le
cose. Quindi  diciamo  ho aderito a chiacchiere,  cioè nel
senso io non mi sono staccato per motivi sentimentali e
poi  in  carcere  mi  sono  riavvicinato  per  tante  ragioni.
Però  in  realtà  ormai  li  prendevo  più  che  altro  in  giro
quando  ci  parlavo  nel  1975.  Mi  facevano...  Li  trovavo,
ha capito, un po’ penosi pure, insomma.
DOMANDA – In questo verbale del 12 aprile del 1985 alla Corte
d’Assise a Bari lei con riferimento a questa riunione di
Albano  nel  1975,  dice  una  cosa  con  riguardo  al  gruppo
Veneto.  Le  chiedo  un  chiarimento.  Le  leggo  intanto
quello  che  disse:  “Nel  1975  in  occasione  della  fusione
di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, fusione sancita
con  incontro  dei  rispettivi  dirigenti  in  una  valle  di
Albano,  si  parlò  del  gruppo  Veneto  in  una  maniera
anomala  perché  tanto  Ordine  Nuovo  quanto  Avanguardia
Nazionale  lo  rivendicavano  come  appartenenti  alla  loro
organizzazione”.
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Cosa significa?
RISPOSTA – Che naturalmente si sapeva che il gruppo Veneto era
ordinovista,  però  alla  riunione  quando  misero  in  campo
le forze quelli di Avanguardia Nazionale improvvisamente
dissero:  sì,...  Parlarono  di  camerati,  di  questo  gruppo
come  fossero  gente  loro.  Questo  per  dirle  come  era  poi
in  realtà  ambigua  la  situazione,  insomma.  Cioè  quando
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
61
dissero:  allora  riuniamo  le  forze,  noi  abbiamo  questo
gruppo in Toscana, voi avete questo gruppo a Messina, e
il gruppo Veneto ambedue lo rivendicavano come gruppo...
DOMANDA  –  E  Avanguardia  Nazionale  lo  rivendicava  come  gruppo
loro?
RISPOSTA – Sì, come aventi elementi dentro questo gruppo loro,
insomma.
DOMANDA  –  Nel  verbale  in  Corte  d’Assise  a  Venezia  del  24
ottobre del 1988, fu ripreso questo tema con riferimento
proprio  alla  figura  di  Fachini.  Lei  dice:  “Quando  nel
1975  ci  fu  la  riunione  ad  Albano  per  la  riunificazione
di  An  e  On,  Fachini  venne  presentato  come  esponente  di
ambedue le organizzazioni per il Veneto”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “La  situazione  del  Veneto  era  simile  in  tutto  a
quella milanese”. Quindi cosa significa, cioè...?
RISPOSTA  –  Anche  a  Milano  per  esempio  un  Di  Giovanni  dove  lo
piazziamo  con  Avanguardia  Nazionale,  un  Ordine  Nero?
Capisce  che  voglio  dire?  In  realtà  cioè  esistevano  dei
personaggi  che  erano  tali,  a  cavallo  all’interno  di
questi  mondi  che  in  pratica  poi  ogni  gruppo  pensava...
Per  esempio,  probabilmente  quelli  di  Avanguardia  in
buona  fede  hanno  detto:  sì,  noi  nel  gruppo  Veneto
abbiamo  gente  nostra...  Comunque  sicuramente  erano
ordinovisti il gruppo Veneto, diciamo almeno in origine,
però...
DOMANDA – Ascolti, con riguardo all’Italicus, lei in un paio
di  verbali  fa  riferimento  a  circostanze  apprese  sempre
nell’ambiente  che  indicavano  in  particolare  una  persona
come...?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
62
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Cosa ricorda sul punto?
RISPOSTA – Ricordo che alla fine c’era, non mi ricordo chi me
ne  parlò,  comunque  che  alla  fine  attribuirono  ai
gubbini,  ai  perugini  addirittura  l’attentato
dell’Italicus,  proprio  a  Ordine  Nuovo  diciamo.  Però
questo... Tuti  era  tutto  contento quando  per  esempio  si
facevano questi discorsi perché diceva: io lo sapevo che
noi  non  c’entravamo  niente.  Capito?  Però  che  le  devo
dire?  Ecco  questi  sono  verbali  particolarmente  ambigui,
perché  appunto  ripeto,  secondo  me  tutti  i  verbali  del
chiarimento,  io giustamente ho  riferito le  cose come  le
sapevo  e  diciamo  perché  questo  era  il  patto  che  avevo
fatto con Vigna, quindi ho detto le cose... Però oggi a
posteriori devo dire che tutti i verbali del chiarimento
hanno  questo  tipo  di  pecca  diciamo,  che  appunto  perché
erano  verbali  del  chiarimento  diciamo,  all’interno  del
carcere, diciamo tutto quello che ho raccontato riguardo
a  quel  periodo,  era  particolarmente  ambiguo  perché
ognuno cercava di difendere il suo orticello. Quindi ora
la  credibilità  di  questo  tipo  di...  Mentre  le  cose  che
ho  vissuto,  le  cose  che  ho  detto,  capisce,  sono  molto
più tranquillo, rispetto  a  queste questioni ho  dei  seri
dubbi  perché,  ripeto  mi  consta  a  me  alcuni  fatti.  Per
esempio,  ripeto,  la  questione  spagnola,  Concutelli  la
raccontava  in  un  modo  che  io  so  che  non  era  vera,
insomma,  per  averla vissuta in  prima  persona, per avere
conosciuto  Scerid,  per  avere  avuto  a  che  fare con loro,
insomma.
DOMANDA – Il 19 gennaio del 1984, appunto in quel contesto di
quei  verbali  al  Pubblico  Ministero  di  Firenze,  lei
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
63
disse:   “Concutelli  e  Signorelli  in  varie  epoche  sia
risalenti  che  prossime  mi  hanno  confermato  che  Pugliese
era capo di Ordine Nuovo per Toscana e Umbria all’epoca
degli attentati 1974, 1975. In  più  Signorelli quando  io
gli ponevo domande diceva che lui con quelle storie non
c’entrava  nulla  e  tutto  faceva  capo  a  Pugliese.  Di  più
mi  parlò  dell’attentato  dell’Italicus  il  Signorelli
attribuendone  l’esecuzione  materiale  al  gruppo  di
Perugia e l’organizzazione del Pugliese”?
RISPOSTA – Sì. E lì pure giocavano sul fatto che Pugliese era
M+N,  cioè mentre  lui  era  Centro Studi,  allora giocavano
sempre  su  questo  fatto,  dice:  sì,  se  c’entravano,  ci
entrano  questi  qua  però  sono  M+N.  In  effetti,  c’è  la
questione  di  Graziani  che  era  andato  in  Toscana  a
parlare. Tra l’altro mi è venuto in mente un’altra cosa
che  Tuti  aveva  detto:  se  Graziani  viene  in  carcere,  io
lo strangolo e poi dico: No, ma ho strangolato – questo
era  per  dire  la...  –  ho  strangolato  il  sosia.  Questo  è
il sosia che è venuto. Cioè hanno arrestato il sosia di
Graziano.  Faceva  sempre  queste  battute.  Ma  penso  che
oggi  a  distanza  di  tempo  pure  che  hanno  preso  una
posizione ai tempi di chiusura. Queste cose penso che le
ammetterebbero  senza  problemi,  perché  ormai  sono
diventate  quasi...  Tuti  era  molto  avvelenato  su  questa
questione  perché  se  veramente  fosse  innocente
sull’Italicus, cosa di cui non sono affatto certo, certo
gli  rodeva  il  culo  che  –  scusate  il  termine  –  gli  dava
fastidio  che  questi  qua  avessero  fatto  l’attentato  e
fosse poi stata attribuita ai Toscani, praticamente.
DOMANDA  –  L’argomento  viene  ripreso  in  un  verbale  del  31
gennaio del 1994.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
64
RISPOSTA - Ah, quelli di Avanguardia Nazionale fecero pure un
attentato  a  Pugliese,  ecco  questo  so.  C’è  un  riscontro
però a questa questione.
DOMANDA – Lei parla in questo verbale del 31 gennaio del 1994
di un progetto di eliminazione di Pugliese?
RISPOSTA  –  Sì,  ma  addirittura  fu  anche  sparato  Pugliese
comunque  da  Gnappetta,  da  gente  di  Avanguardia
Nazionale,  comunque.  Fu  una  delle  poche  azioni  che  ha
fatto  Avanguardia  Nazionale  a  Roma  proprio  come
Avanguardia  Nazionale.  Proprio  perché  dicevano  che
Pugliese  faceva  questo  genere  di  attività,  mandava  a
ragazzini a mettere le bombe.
DOMANDA  –  Lei  disse  in  questo  verbale  del  1994,  31  gennaio:
“Il  Dantini  mi  spiegò  che  voleva  eliminare  il  Pugliesi
in  quanto dovevamo  fare un  favore a qualcuno. Lasciò  la
cosa  nel  vago.  Reagii  dicendogli  che  non  ero  il  suo
soldatino  e  che  mi  spiegasse.  Gli  contestai  in
quell’occasione  che  avesse  dei  rapporti  con  ambienti
istituzionali  e  che  a  questo  punto  erano  inutili  e
pericolosi  visto  che  il  golpe  non  c’era  stato.  Lui  mi
spiegò che era Pugliese ad avere rapporti questo tipo di
rapporti”?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “E  mi  disse  che  occorreva  ucciderlo  perché  aveva
fatto  la  strage  dell’Italicus  quando  ormai  non  serviva
più  per  il  golpe,  unicamente  per  suoi  giochi  interni
nell’ambito del partito del...”
RISPOSTA  -  Sì.  Questo  posso  essere  più  preciso.  Allora
l’avvenimento  lo  situiamo  dopo,  diciamo  l’estate  del
1974,  quando  io  quindi  avevo...  Ogni  tanto  io  venivo
riavvicinato  come  le  ho  detto  da  questi  qua  che  mi
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
65
riproponevano,  mi  volevano  ricoinvolgere,  no?  Ed  io
spesso  cominciavo  a  trattarli  male  perché  cominciavo  a
dire:  signori  parliamoci  chiaro  qua  chi  è  che  c’ha...?
Anche  perché  erano  delle  nate  delle  questioni,  io
dicevo: ma alla fine io un domani posso avere messo una
bomba  in  buona  fede   per  voi  e  voi  domani  mi  scaricate
dicendo:  tu  hai  messo  la  bomba..  Capisce,  questa  è  la
situazione. E Dantini effettivamente in questo genere...
Una  volta  in  una  discussione  di  questo  genere,  perché
Dantini  mi  contestava  dice:   tu  ormai...  Io  ripeto  era
un  periodo  che  ero  molto  impaccato  di soldi,  no?  Quindi
mi  ero  fatto  macchina  grossa,  la  moto  grossa,  giravo.
Andavo  molto  alle feste.  Facevo un  altro  genere di  vita
e lui mi diceva: tu ti sei imborghesito. A me mi mandava
in  bestia  quando  mi  diceva  così  e  io  gli  contestavo,
gli rispondevo  sempre in  malomodo etc.  E  appunto  nacque
la  discussione  e  gli  dissi:  “Ma  parliamoci  chiaro  tu  i
rapporti  con  gli  ambienti  istituzionali  ce  li  hai  tu
mica  io.  Cioè  obbedivo  a  te”.  E  lui  mi  disse:  “No,
guarda  che  noi  siamo  sempre  rimasti  fuori  anche  se
volevamo  stare  nel  golpe  però  i  rapporti  non  ce  li
abbiamo  mai  avuti  diretti  noi”.  E  attribuiva  tutto  a
questo Peppino Pugliese che poi fu sparato tempo dopo da
questi di Avanguardia Nazionale. Io, forse allora quando
ho fatto il verbale, non lo ricordavo o non l’ho detto o
non  mi  è  venuto  in  mente.  Però  ricordo  con  precisione
che poi... Perché ho saputo pure da chi è stato sparato
dopo, da un ragazzo che è morto in un incidente d’auto,
un  figlioccio  di  Delle  Chiaie  che  si  chiamava  di
soprannome  Gnappetta.  E’  quello  che  ha  fatto  la  rapina,
così lo dico se lo volete identificare però è morto, la
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
66
rapina  al  calzaturificio  di  Bologna  con  Zani.  Zani  ha
fatto  una  rapina  a  un  calzaturificio  a  Bologna,  gli
stipendi,  e  un  ragazzo  romano  di  Avanguardia  Nazionale
ha  fatto  la  rapina  con  lui  che  io  non  ricordo  il  nome
però si chiama Gnappetta di soprannome.
DOMANDA  –  Dantini  accusava  il  Pugliese  di  avere  fatto
l’Italicus senza alcuna prospettiva politica?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA – Unicamente di trasmettere un avvertimento?
RISPOSTA – Esatto. Lui diceva che alla fine l’Italicus, ormai
il golpe non c’era più, quindi l’Italicus era stata una
strage  inutile  e  che  addirittura  era  stata  fatta  per
fare  un avvertimento. Cioè  la spiegò  in questa  maniera,
non  Avanguardia  Nazionale  e  Ordine  Nuovo  la  spiegò  in
un’altra  maniera.  Me  lo  spiegò  dicendomi,  posso  essere
preciso su questo: è stato un avvertimento dei... Voleva
fare  capire,  cioè  c’era  una  ridefinizione  degli
equilibri,  cioè  si  era  abbandonata  l’idea  di  golpe.  Lui
ha  voluto  dire:  non  è  che  mo  ci  potete  scaricare.  Cioè
la  strage  voleva  essere  un  avvertimento  alla  classe
alta, diciamo alla  categoria  alta del partito del golpe
dicendogli:  guarda  che  noi  esistiamo,  abbiamo  fatto  i
morti,  abbiamo  fatto  la  guerra  mo  non  è  che  voi  vi
mettete  d’accordo,  vi  spartite...  Vi  mettete  d’accordo
fra voi e ci abbandonate, ci scaricate a noi, la strage
dell’Italicus  addirittura  veniva  attribuita  non  più  a
una  funzione  strettamente  golpista  ma  veniva  attribuita
a una questione interna. Cioè la manovalanza che diceva:
guardate che noi ci siamo, insomma.
DOMANDA  –  Quanto  alla  figura  di  Ventura  invece,  ha  mai  avuto
notizie da qualcuno?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
67
RISPOSTA – Sì, da Freda credo che me ne abbia parlato e credo
che più o meno  che  Ventura  sia  scappato addirittura con
meno  appoggi  di  lui  insomma,  però  ora  non  ricordo
granché.
DOMANDA – E’ nel verbale del 18 gennaio...
RISPOSTA - Quello so comunque.
DOMANDA – Verbale Pubblico Ministero di Firenze dove richiama
un ruolo di Fachini: “Freda mi disse che Ventura veniva
aiutato anche lui da Fachini per allontanarsi...?
RISPOSTA  –  Sì,  sì,  è  stato  aiutato  da  Fachini  direttamente,
sì.
DOMANDA – E’ un racconto che le fa Freda sempre?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Riguardo  al  mancato  attentato  al  CSM  a  Roma  ci  sa
dire qualcosa?
RISPOSTA – E’ stato Marcello Iannilli, il gruppo di Movimento
Rivoluzionario Popolare. Alcuni dicevano, questo però in
un’epoca  molto  successiva,  diciamo  l’epoca  delle  bombe
del  1979,  1980,  di  Sergio  Calore,  questo  gruppo  qua
insomma.  Questo  ricordo  di  questo  attentato.  E’
attentato che si sospetta che potesse stragista insomma,
anche  perché  c’era  la  cosa  degli  alpini.  Mentre
l’attentato  a  Regina  Coeli,  erano  attentati
evidentemente  contro  obiettivi,  l’attentato  al  CSM  c’è
il sospetto che potesse essere un attentato stragista.
DOMANDA  –  Nel  senso  che  per  le  circostanze  di  luogo  e  di
tempo?
RISPOSTA  –  Le  circostanze  di  luogo  e  di  tempo,  poi  anche  la
quantità  di  esplosivo  in   mezzo  a  una  piazza,  chi
conosce piazza dove sta il CSM sa che... Poi c’erano gli
alpini che sfilavano, quindi insomma...
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
68
DOMANDA – E Signorelli le parlò mai di quel progetto?
RISPOSTA  –  Signorelli  mi  parlò  che  lui  era  dentro  MRP
quando...  Addirittura  quando  ci  incontrammo  la  prima
volta,  noi  ci  incontrammo  nel  1979,  a  Rebibbia,  io
conobbi  Calore  in  quell’occasione  e  vi  incontrai
Signorelli  a  Rebibbia.  Lui  era  venuto  lì  a  fare  un
processo a Rebibbia e al braccio speciale mi ricordo che
c’era  Turatello,  Danilo  Bresciani,  tutti  amici  miei
c’erano,  gente  della  banda  della  Magliana  etc.  E  arrivò
Signorelli  e  lo  facemmo  accogliere.  Signorelli  rimase
contentissimo  perché  l’accolsero  come...  Io  gli  dissi
chi  era  un  bravo  ragazzo,  che  dovevo  dire  era  un
camerata?  E  quindi  l’accolsero  benissimo.  Tutti:
professore di qua, professore di là. Lo trattavano bene.
Mentre  Calore  che  era  un  po’  più  spinoso  di  carattere,
non  sapeva  prenderli  i  malavitosi,  se  la  tirava  un  po’
troppo da politico ed era un po’ antipatico a tutti. Tra
l’altro  io  fui  imputato  per  l’MRP  per  una  lettera,
perché  quando  partii  da  Roma  e  ritornai  a  Trani,  gli
mandai  una  lettera  a  Signorelli  con  i  saluti  di  Danilo
Abbruciati  etc.  E  per  questo  il  giudice  di  Rieti
sequestrò  la  lettera  e  mi  fece  un  avviso  di  garanzia  a
me  per  l’MRP.   Comunque  non  c’entravo  niente,
semplicemente li avevo incontrati a Rebibbia.
DOMANDA – Nel verbale del 7 febbraio del 1984 e in precedenza
in un verbale del 20 gennaio del 1984 fa riferimento ad
una  preoccupazione  di  Signorelli  con  riguardo  alla
vicenda...?
RISPOSTA  –  Sì.  Il  figlio  mi  pare  che  aveva  fatto  qualcosa,
c’entrava  su  qualche   cosa,  sì.  Sì,  aveva  rapinato  una
delle  macchine  che  erano  state  usate,  lui  era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
69
preoccupato per questo.
DOMANDA  –  Lei  parla  di  questa  preoccupazione  con
riferimento...?
RISPOSTA  –  Dice:  se  arrivano  a  Luca  poi  arrivano...  poi
chiudono il cerchio e arrivano a me direttamente. Perché
Signorelli  voleva  fare  capire  che  comunque  lui  era  il
capo dell’MRP in pratica, insomma.
DOMANDA  –   “Signorelli  manifestava  preoccupazione  con
riferimento  alla  vettura  usata  per  compiere
l’attentato”, l’attentato al CSM?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA  –  “Egli  disse  che  questa  vettura  era  stata  rapinata
dal figlio  Luca e aggiungeva  che  non  essendo  la vettura
esplosa egli aveva preoccupazione...”?
RISPOSTA – Che ci fossero le impronte, sì.
DOMANDA  –  “Le  impronte  lasciate  sulla  vettura  si  potesse
risalire al figlio e poi a lui”?
RISPOSTA – Esatto. A Luca, sì, sì.
DOMANDA  –  E  con  riguardo  alla  figura  di  Pierluigi  Pagliai  ha
qualche conoscenza?
RISPOSTA – Era avanguardista diciamo.
DOMANDA – L’ha conosciuto lei?
RISPOSTA – No, non l’ho conosciuto perché credo sia latitante
da allora. Credo che l’abbia conosciuto Ghira a casa di
Degli Occhi mi parlò. Perché Ghira un periodo fu mandato
in  un  collegio  in  Piemonte,  i  genitori  erano  disperati
per i troppi  casini che faceva  etc. Aveva messo incinta
una ragazza, insomma una storia così e lo mandarono in
collegio  in  Piemonte.  E  lui  faceva  i  fine  settimana,
perché  siccome  era  troppo lontano per tornare a Roma, a
casa  di  Degli  Occhi,  che  il  figlio  di  Degli  Occhi
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
70
dell’Avvocato,  era  suo  compagno  di  collegio.  Le  posso
dire  pure  quale  era  il  collegio,  il  collegio  dei
Rosviniani  a  Domodossola  ed  erano  compagni  di  scuola
Degli Occhi e Andrea Ghira. E credo che in questo ambito
abbia conosciuto un po’ tutti questi sanbabilini e anche
questi  ragazzi  bresciani  tra  cui  appunto... Ma  Ghira  mi
diceva  che  quando li  aveva  conosciuti lui erano proprio
ragazzini questi  qua. Quindi  questo più o meno  ricordo.
Forse  non  l’ho  mai  detto  perché...  Ora  me  lo  sta
chiedendo lei, però questo...
DOMANDA  –  Ascolti,  Freda  poi  venne  aggredito  quando  era  in
carcere a Novara nel 1982?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Lei era...?
RISPOSTA – Ero ad Ascoli Piceno.
DOMANDA – Era in altra sede quindi?
RISPOSTA – Però diciamo che in qualche maniera la cosa ebbe un
dibattito  precedente  e  un  dibattito...  Questo
nell’ambito del chiarimento perché Freda attribuisce, lo
so  recentemente,  a  Calore la  decisione  proprio  del... E
in  questo  ambito  di  discorsi  di  chiarimento  che  Freda
essendo  particolarmente  orgoglioso  in  realtà  è  uno  che
non  si  giustificava,  che  non  dava  soddisfazione.
Addirittura  aveva  chiamato  i  ragazzi  dei  Nar  “luper
proletariem”  come  Marx  chiama  diciamo  i  proletari  che
non sono all’altezza di fare la lotta di classe diciamo,
che  sono  disponibili  all’avventura  diciamo.  Quindi  lui
diceva:  voi  siete  una...  Freda  aveva  questo  tipo  di
frasi,  ma  io  lo  capivo  che  era  più  un  modo  di  parlare
che un modo di vera convinzione perché poi alla fine era
un  bravo  uomo  Freda,  però  praticamente  nel  periodo  del
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
71
chiarimento  ci  andò  di  mezzo.  Ci  andò  di  mezzo  perché
era uno che non dava giustificazioni, che non era capace
a  tenersi  buone  le  persone  negli  equilibri.  Perché  per
esempio  Fumagalli  quando  era  a  Nuoro  si  ruffianò
malamente  Concutelli  e  Fumagalli  divenne  intoccabile,
mentre Fumagalli avrebbe avuto mille spiegazioni da dare
insomma.  Fumagalli  furbamente  chiamava  Concutelli
comandante,  dice:  se  ci  fossimo  incontrati  io  mi  sarei
messo a sua disposizione. Concutelli che era un vanitoso
si...  Lo  prese  sotto  la  sua  ala  protettiva.  Allora,  da
quel  momento,  ecco  per  questo  le  sto  dicendo  il
chiarimento  era  abbastanza  falso.  Io,  infatti,  io
effettivamente  la  mia  collaborazione  con  Vigna  è  nata
anche  per  questo,  perché  mi  rendevo  conto  che  questo
chiarimento che tanto ci avevamo investito era diventata
una presa in  giro.  Perché per esempio Fumagalli non gli
fu  mai  chiesto  questo  tipo  di  spiegazione  perché
Concutelli  diceva:  garantisco  io  per  il  comandante
Giordan.
DOMANDA  –  Un’ultima  cosa,  con  riguardo  ai  rapporti  con
l’ambiente  della  massoneria  ha  qualche  notizia,  qualche
indicazione?
RISPOSTA – Io so che quelli che poi divennero, praticamente
la  P2  si  riunivano  in  uno  studio  di  un  Avvocato  da
Piazza di Spagna, io se che... Dove fu fatta poi la sede
dalla P2 in via Condotti, quando io ero fuori c’era già
un  gruppo  che  si  chiamava  Centro  Studi  Word  Massonic,
una... In più c’era un’altra loggia massonica, credo che
si  chiamasse  Colosseum  in  cui  c’erano  sia  camerati,  sia
calabresi,  sia  gente...  cioè  praticamente  questi  due
gruppi  da  quanto  si  sapeva  tenevano...  Erano  vicino  al
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
72
partito, diciamo erano l’elite del partito dal golpe, si
diceva. Io però più che a una conferenza. Una volta sono
andato  a  una  conferenza  in  questa  occasione.  Io  avevo
tra  l’altro  un  mio  parente  che  si  chiamava  l’ammiraglio
Alfano  che  proprio  un  mio  parente,  un  mio  zio,  che  era
capo  gruppo  per  la  Toscana  della  P2  e  da  quanto  so
insomma  c’era  anche  molta  chiacchiera  diciamo.  Ecco,
tutti  questi  generaloni,  ammiragli,  no?  Certo,  giovane
fascista,  sa  ti  scompigliavano  i  capelli,  però  poi
stabilire  all’effettiva...  Però  ripeto,  lei  deve
mettersi  nei  panni,  perché  sono  leale,  cioè  io  ero  un
ragazzo  di  venti  anni,  per  me  sarebbe  facile  dire:  mi
hanno  fatto...  Cioè  non  mi  hanno  mai  fatto...  Cioè  non
ho mai assistito a discorso serio in questo senso. Però
c’era  un’atmosfera  come  dire  di  complicità.  Da  parte  di
questi  gruppi  c’era  un’atmosfera  solitamente  di
complicità.  Ma  ripeto  anche  da  parte  dei  malavitosi
romani,  le  raccontavo  l’altra  volta  quando  si  inaugurò
la  casa  del  Pesce,  questo  grande  ristorante  che  poi  si
pareva  che  era  di  proprietà  di  Pippo  Calò,  addirittura
quando  arrivai  io  e  questo  per  dirle  la  poca  serietà
però  da  un  lato  quanto  era  diffusa  la  cosa,  fui
circondato  da  una  decina  fra  malavitosi,  amici  loro:
Allora  Angelo  quando  lo  facciamo?  Ci  salvate  dai
comunisti, quando lo facciamo...
DOMANDA  –  Nel  verbale  del  12  aprile  del  1985  lei  parla,
accenna  più  che  altro  a  rapporti  fra  i  fratelli  De
Felice e Gelli proprio?
RISPOSTA – Ah, poi questa è invece è un po’ più seria, questa
però  in  carcere  l’ho  saputa,  perché  io  fra  i  miei
periti avevo anche Semeraro tra l’altro.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
73
DOMANDA – Tra i miei...?
RISPOSTA  –  Periti.  Io  cercavo  di  farmi  passare  per  pazzo
logicamente  per  cercare  di  sfuggire  alla  giustizia  ai
tempi.  E  quindi  avevo  fra  i  miei  periti  di  parte  sia
Ferraguti,  sia  Semerari  che  allora  erano  fra  i  più
quotati.  Quindi  avevo  una  certa  confidenza.  Semerari
parlava  come  un  camerata.  Tra  l’altro  effettivamente
aveva  cercato  di  portare  la  pistola  a  Concutelli  a
Rebibbia, quindi diciamo si era anche esposto in maniera
notevole  e  tra  l’altro  mi  considerava.  A  me  mi
considerava  proprio  un  camerata  validissimo,  era  molto
affezionato a me come persona.
DOMANDA – E cosa le disse Semeraro?
RISPOSTA – Mi disse appunto questa faccenda che loro il gruppo
diciamo  il  “Driel  Aroscel”  che  era  il  gruppo  di
Signorelli  esisteva  sopra  “Driel  Aroscel”  un  gruppo  più
che  erano  i  fratelli  De  Felice,  lui  etc.  Da  cui  tra
l’altro  è  nato,  alcuni  dei  Nar  anche  sono  stati
cresciuti  tra  loro  tipo  Soterini  insomma.  E  loro
dicevano  che  avevano  rapporti  stretti  con  la  P2.  Con
questi  della  P2  perché  dicevano:  questo  è  il  nuovo
metodo la lunga marcia per il potere, non ci sarà più il
golpe  ma  sarà  una  cosa  di  penetrazione  all’interno  del
potere. Loro  ci credevano molto in  questo genere. Anche
mi  dicevano:  coraggio.  Quando  presi  l’ergastolo  mi
dissero:  coraggio  che  poi  tanto  andiamo  al  potere  e  ti
graziamo,  non  ti  preoccupare.  Ecco  qua.  Però  questo,
anche  questi  sono  discorsi  però  che  i  De  Felice....
Distinguiamo,  alcuni  discorsi  erano  così,  però
sicuramente c’è di vero che avevano rapporti, che questa
era una cosa abbastanza seria insomma e noi ci speravamo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
74
anche  onestamente  che  si  potessero  spostare  certi
equilibri  ed  effettivamente  ottenessimo  dei  vantaggi
perché  comunque  ci  trovavamo...  A  un  certo  punto  ci
eravamo  trovati  in  carcere  tutti  chi  con  l’ergastolo,
chi trenta  anni,  chi  con  venti  anni,  insomma  questa era
situazione.
DOMANDA – Grazie, non ho altre domande.
RISPOSTA - Grazie lei.
CONTROESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO
DOMANDA  –  Lei  stamattina  ha  parlato  di  sue  conoscenze  circa
frequentazioni  da  parte  di  Esposti  della  Caserma  di
Abbiano, ho capito bene?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Può sviluppare un po’ questo discorso.
RISPOSTA  -   Dunque  io  sapevo  già  all’epoca  che  Esposti  aveva
rapporti con i Carabinieri della Pastrengo, anche perché
credo  che  avesse  dei  nastri  registrati  in  cui  aveva
registrato...  Lui  aveva  registrato  delle  conversazioni
che  aveva  avuto  con  i  Carabinieri  di  Milano.  Si  sapeva
che  i  Carabinieri  di  Milano,  in  persona  del  Generale
Palumbo  fosse  fortemente  legato  all’idea  del  golpe
insomma. E si presumeva che ci fornissero una protezione
totale.
DOMANDA  –  Il  fatto  della  frequentazione  da  parte  di  Esposti,
le risulta da che cosa?
RISPOSTA  –  Allora  non  Esposti  direttamente  però  mi  risulta
dagli  ascolani,  praticamente  che  erano  i  figliocci  di
Esposti.
DOMANDA – Quindi sempre...?
RISPOSTA  –  Diciamo  che  Viccei  possiamo  considerarlo  la  fonte
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
75
principale  perché  era  quello  con  lui  aveva  più  a  che
fare. Valerio Viccei  era  quello che...  Però ripeto, non
è  solo  Viccei,  era  un  ambiente,  io  li  conoscevo  tutti,
non  è  che...  Viccei  viveva  a  Roma  quindi  pur  essendo
ascolano,  lui  faceva  l’università  Roma  stava  con  noi
dalla  mattina  alla  sera,  facevamo  le  rapine  insieme.
Quindi  logicamente  avevo  un  rapporto  strettamente  molto
più  forte,  però  a  volte  lo  riaccompagnavo  là  e  li  ho
conosciuti  tutti.  Ho  conosciuto  Ortensi,  Marini,
Lucillio  Crocetti  detto  Lodar,  Roberto  Rasicci,  la
sorella di Gianni Nardi, Trudi, il fidanzato Piergiorgio
Marini,  l’allora  ragazza  di  Viccei  che  poi  è  diventata
la  moglie  di  Marini,  Patrizio.  Ottorino  Pesce,  Galletta
quello  che  è  morto...  Voglio  dire  avevo  a  che  fare  un
po’  con  tutti  insomma.  Tra  l’altro  l’altra  volta  ho
fornito  un  riscontro  preciso  di  questo  tipo  di...  A
parte  che  sono  imputato  e  condannato  per  rapina  con
Vincenzo,  ma  quando  ecco  questo  lo  potete  controllare.
Però a questo qui c’è anche il fatto per esempio che mi
aveva  chiesto  il  Pubblico  Ministero  dell’armeria  di  Via
Oslai,  ecco  io  posso  provare  che  in  quel  periodo  avrò
comprato  fra  le  quindici  e  le  venti  pistole  in  queste
armerie  e  con  documenti  di  ascolani  a  cui  avevamo
applicato...  Licenze  di  caccia  di  ascolani  a   cui
avevamo  applicato  la  mia  fotografia  o  la  fotografia  di
Viccei.  Quindi  questa  è  una  cosa,  c’è  stata
un’inchiesta,  io  non  sono  mai  uscito  e  non  è  mai
uscito...  Non  sapevano  chi  era  l’acquistatore  però
Viccei  è  stato  imputato  di,  credo  di  una  ventina  di
pistole  acquistate.  Io  già  ero  carcerato  per  il  Circeo
quando  è  uscita.  Però  diciamo  c’è  questa  cosa
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
76
particolare che si può controllare.
DOMANDA – Anche Viccei parla di lei, non è che...?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – E’ pacifico questa situazione. Comunque le chiedevo
ma  questa frequentazione  da parte di  Esposti, nel tempo
quando?
RISPOSTA – Allora io per esempio ho visto Esposti, ora non mi
ricordo  se  nel  1973,  ora  capisce  a  distanza  di  tanti
anni diventa... Comunque aveva...
DOMANDA – Rispetto alla sua morte...?
RISPOSTA – Prima della sua morte.
DOMANDA – Questo è pacifico.
RISPOSTA - Io tra l’altro quando io ho saputo che era stato a
Roma  nei  giorni  precedenti,  mi  sono  fatto  un  grande
scrupolo,  ne  parlavo  pure  con  Valerio,  dico:  “A  Roma
questo  a  chi  si  è  appoggiato  che  non  conosce”.  Cioè  se
io  mi  fossi  trovato  a  Roma  in  quei  giorni  forse  ci
saremmo potuti incontrare. Anche se mi dissero che aveva
visto  il  fratello  di  Stefano  che  addirittura  gli  aveva
proposto  una  via  di  fuga  immediata  ma  lui  prima  doveva
fare delle altre cose, non so. Però io comunque avevo lo
scrupolo,  dico:  magari  se  c’ero  io.  Avevo  le  strutture
per  tenerlo.  Avevo  tre  o  quattro  case,  insomma  avevo
armi,  avevo  soldi.  Avevo  la  maniera  di  nasconderli  se
avessi...  Invece  di  fargli  fare  quella  fine.  Quindi
volevo  dire,  questa  è  la  morte.  Io  ricordo  per  esempio
un  episodio  a  Tortoreto  Lido  che  è  un  posto  di  mare  in
Abruzzo vicino  Ascoli,  in cui per esempio Esposti aveva
una  macchina  americana  in  quel  periodo,  aveva  una  “Zali
Cadillac”  venne  con  tre,  quattro  ragazzetti  milanesi  e
vennero alcuni  giorni.  E  fummo  ospiti,  io ero ospite  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
77
Alessandro  Capanna,  il  figlio  del  Presidente  della
Finsider,  allora  era  un  grande  ditta  statale,  il  padre
si  chiamava  Alberto  e  aveva  questa  grandissima  villa  a
Tortoreto  Lido,  e  fui  ospite  in  quel  periodo.  In  quel
periodo stetti proprio con Esposti di persona. Parlammo.
Un’altra  volta  in  Svizzera  c’erano  Marini,  conobbi
Gianni  Nardi  tra  l’altro,  e  sempre  parliamo....  Altra
adesso mi risulta difficile...
DOMANDA – 1973, 1974?
RISPOSTA  –  Eh,  il  periodo  di  quel  genere  lì.  In  Svizzera  a
Lugano  per  esempio  andai  a  prendere  delle  armi  che
gliele  per  strapagai  per  aiutarli.  Io  gli  diedi  molti
soldi  per  quattro  armi  che  mi  diedero  proprio  per
aiutarli nella latitanza mi diedi tipo un contributo per
la  latitanza.  Però  ripeto,  non  avevo  però  quella
confidenza  tale  che  mi  avrebbe  parlato  dei  Carabinieri,
però era voce comune questa questione.
DOMANDA – Comunque gliene ha parlato sicuramente Viccei?
RISPOSTA  –  Viccei  sicuramente.  Ma  sicuramente  comunque  era
cosa  che  ne  aveva  parlato  Dantino,  era  cosa  comunque
risaputa.
DOMANDA  –  Ma  questa  frequentazione  lei  è  in  grado  di
collocarla  nel  tempo,  cioè  le  dissero  che  frequentava
questa caserma da tempo oppure...?
RISPOSTA  –  Sì,  sempre  parliamo  1973,  1974.  D’altra  parte
sembra  che  quando  ci  fu  quella  che  mi  pare  si  chiamava
operazione Basilico?
DOMANDA – Sì.
RISPOSTA  -   L’operazione  contro  i  Mar,  Esposti  da  quanto  mi
hanno  raccontato  gli  ascoloni  ebbero  una  reazione
fortemente  negativa.  Disse:  “Come  proprio  i  Carabinieri
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
78
ci fanno questo?”.
DOMANDA – Che non si aspettava?
RISPOSTA  –  Non  si  aspettava.  Anche  se  loro  pensavano  appunto
che  erano  stati  quelli  di  Brescia  non  quelli  di  Milano
proprio  perché  quelli  di  Milano  non  avrebbero  agito.
Loro  così  se  la  sistemavano.  Però  ripeto,  stamattina
l’ho  spiegato,  c’era  una  doppia...  Però  la  voce
maggioritaria  era  che  i  Carabinieri  ci  avevano  tradito
insomma ecco. Carabinieri in generale.
DOMANDA – Ma questa presenza di Esposti comunque finalizzata
a che cosa?
RISPOSTA – Esposti era praticamente...
DOMANDA – Uno può entrare in una caserma anche perché è amico,
perché conosce?
RISPOSTA  –  Sì.  Era  finalizzata  alla  questione  di  rapporti  di
tipo  golpista,  cioè  l’organizzazione  di  attività.  Io
l’unica  azione  che  so  di  sicuro,  che  poi  mi  pare  sia
stata  confermata,  io  l’ho  raccontata  prima,  mi  pare  che
sia stata confermata dai protagonisti, questo l’ho letto
sui giornali, è stata la cosa di Franca Rame, insomma.
DOMANDA  –  Ma  lei  ha  sentito  parlare  in  questo  discorso  fatto
da  Viccei  etc.  esclusivamente  di  Palumbo  o  anche  di
altri ufficiali?
RISPOSTA – No, parecchi ufficiali che erano coinvolti. Palumbo
diciamo era considerato il  capo diciamo.  Però si  diceva
che  era...  Ma  tra  l’altro  si  diceva  che  anche  prima,
anche  in  tempi  precedenti  Borghese  quando  stava
preparando  il  golpe,  questi  sono  racconti  che  mi  sono
stati  fatti,  ora  non  so  situarli  chi  persone  me  li  ha
fatti, però si diceva che Borghese si era preso la lista
dei  Decima  Mas  ed  era  andato  a  vedere  che  fine  avevano
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
79
fatto  i  suoi  sodali,  diciamo.  E  aveva  trovato  tra  loro
un  sacco  di  ufficiali  dell’esercito,  un  sacco  di
ufficiali.  Cioè  aveva  trovato  un  sacco  di  gente  che  si
era riciclata.  E  quindi tutti questi  pare che godessero
di una fedeltà, a quanto mi raccontano eccezionale. Cioè
dovunque  andasse  si  mettessero  sull’attenti  e  lo
chiamassero comandante, siamo a sua disposizione. Quindi
diciamo  lui  già  solo  di  rapporti  personali  sembra  che
avesse  già  creato  una  struttura,  al  di  là  poi  delle
questioni  politiche  etc.  Pare  che  Borghese  fosse  in
grado  solo  a  livello  personale  già  di  creare  una
struttura  di  una  certa  potenza  perché  queste  persone
erano situate in posizioni piuttosto elevate, insomma.
DOMANDA  –  Lei,  rimanendo  su  Esposti,  lei  la  scorsa  occasione
ha parlato di questo progetto di attentato un Presidente
della Repubblica?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Siccome  io  vorrei  capire  perché  questo  discorso  è
stato  fatto  da  molti  però  in  termini  un  po’  vaghi  e
quindi per capire se era una cosa seria oppure no?
RISPOSTA – Guardi penso di sì perché...
DOMANDA  –  Cioè  è  una  cosa  di  cui  gliene  ha  parlato
personalmente?
RISPOSTA  –  Sì.  Non  ho  parlato  con  Esposti  perché
logicamente...  Però  ho  parlato  con  quelli  che  erano
stati  con  Esposti  nei  giorni  precedenti  la  morte,
mettiamo sempre Viccei come fonte principale, e pare che
comunque,  questa  si  deve  controllare  perché  io  lo  so  e
non  lo  ricordo,  se  effettivamente  mi  dicevano  che  c’era
un  fucile  particolare  era  stato  ritrovato  che  era
proprio un fucile da cecchino, cioè un fucile che doveva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
80
servire  per  questo  genere  di  azioni.  E  comunque
sicuramente  noi  ce  l’avevamo  tutti  a  morte  con  il
Presidente  Leone  perché si  diceva che il  golpe, che uno
dei  motivi  del  rinvio  del  golpe  la  colpa  era  di  Leone
che  non  sentiva...  Perché  dice  che  all’interno  del
potere c’erano elementi più favorevoli, più a favore del
golpe mentre  Leone  faceva da  tappo  insomma  ecco.  Quindi
comunque c’era un odio diffuso nei confronti di Leone.
DOMANDA – Vorrei che spiegasse una cosa che non ho capito...
RISPOSTA  –  E  precedentemente  anche  nei  confronti  di  Saragat.
Io  però  Saragat  non  l’ho  vissuto  perché  ero  troppo
ragazzino,  ecco.  Quindi  voci.  Invece  di  Leone  ho  avuto
maniera  di  viverlo,  cioè  c’era  proprio  un  risentimento
nei  confronti...  I  due  personaggi  più  odiati  nei
fascisti  erano  Rumor  e  Leone,  si  consideravano  queste
due persone, quindi in un certo senso diciamo che oggi a
posteriori  possiamo  dire  che  hanno  dei  meriti  nei
confronti  di  avere  salvato,  avere  evitato  insomma  la
guerra  civile.  Sembra  che  questi  due  personaggi  pur
essendo  diciamo  democristiani  di  destra,  chiamiamoli,
avevano  un  attaccamento  alle  istituzioni  democratiche
per  cui  in  ogni  occasione  facevano  sempre  da...
Frenavano insomma, ha capito.
DOMANDA – Sempre con riferimento a questo presunto attentato,
Esposti  in  questa  progettualità  rappresentava  chi,  era
una  sua  idea,  rappresentava  il  Mar?  Sa  perché  glielo
chiedo,  perché  vedo  nella  verbalizzazione  della  scorsa
udienza che lei dice che Esposti diceva: “No, prima devo
andare  a  Roma,  che  devo  compiere  l’ostazione.  Poi  si
parlava  di  farlo  scappare  in  Spagna  da  Gianni  Nardi.
Erano loro che li dovevano preparare la via di fuga”?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
81
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Cioè volevo capire, voi della cella degli ascolani,
diciamo  gli  altri,  non  c’entravate  niente  con  questa
progettualità?
RISPOSTA – No, credo che la fuga sia stata, il fratello di...
Cioè  gli  Stefano  sono due,  sono di  Roma Civiltà diciamo
come  gruppo,  Cattolici... Però  in realtà  sempre di  quel
gruppo  l’ambiente  e  credo  che  la  proposta  di  scappare
gliela  abbiano  fatta  quando  lui  arrivò  a  Roma  pochi
giorni  prima  della  morte  e  gliela  abbia  fatto  uno  dei
fratelli,  non  lo  Stefano  che  era  con  lui  ma  suo
fratello.  Credo  che  addirittura  avessero  un  aereo,
avessero  la  disponibilità  di  un  aereo  privato  per
poterlo  portare.  Una  cosa  del  genere  insomma,
l’avrebbero fatto scappare, però per rispondere alla sua
domanda,  la  risposta  è  questa:  sicuramente  Esposti  si
era  avvicinato  al  Mar.  L’ultimo  periodo  sicuramente
stimava  Fumagalli  questo  lo  so  di  sicuro.  Cioè
Esposti...  Esposti  diciamo  era  il  capo  carismatico  di
San Babila. Quindi diciamo era sempre stata una figura a
cavallo tra le varie... Poi anche un ragazzo che ne so,
sa  un  ragazzo  che  girava  in  Porsche,  brillante,  voluto
bene  da  tutti,  donnaiolo.  Insomma  anche  donnaiolo
diciamo.  Quindi diciamo aveva tutta una serie di... Era
molto  amato  Giancarlo.  Era  al  di  là  della  carica  che
avrebbe potuto occupare non so in Avanguardia Nazionale,
aveva  un  potere  carismatico  sui  ragazzi  di  San  Babila.
Insomma che ne so quando ho incontrato che ne so Croaci
Mammarosa  a  Trani,  l’ho  visto  piangere  parlando  di
Giancarlo,  ecco  questo  per  dirle...  So  che
nell’ultimissimo  periodo  si  era  avvicinato  al  Mar  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
82
Fumagalli,  questo lo  so di  sicuro.  Però quali fossero i
piani  precisi,  anche  perché  lui  esigeva  soldi  del
sequestro Cannevale che è un  sequestro  fatto  proprio  da
quelli  del  Mar,  strettamente  organizzato  da  quelli  del
Mar.  Io  in  quel  periodo  ero  anche  piuttosto  amico  di
ragazzi di  San  Babila più giovani,  parliamo di  Riccardo
Manfredi.  Io  con  chi  ero  molto  amico  era  con  Molli,
sarebbe  Ferdinando  Molino  il  peruviano.  Cioè  il  figlio
di  un  ambasciatore  peruviano  che  era  sanbabilino
praticamente che era inseparabile da... Infatti, sono io
che  li  ho  introdotti  poi  anni  dopo  nell’ambiente  di
Quex, li ho fatti avvicinare a Zani, anni dopo. E questi
erano ragazzi molto attivi. Erano ragazzi sempre  con  le
pistole  addosso,  ragazzi  molto...  a  me  mi  piacevano
diciamo rispetto... Loro avevano il mito di Esposti però
per  esempio  non  avevano  tanta  simpatia  per  Fumagalli
ecco  per  esempio.  Però  se  Giancarlo  gli  avesse  detto:
Andiamo,  l’avrebbero  seguito  tutti.  Gli  unici  che  forse
avevano  dei  risentimenti  con  Esposti  poteva  essere
proprio  per  questa  ragione  quelli  di  Avanguardia
Nazionale perché quelli di Avanguardia Nazionale avevano
dei problemi che erano stati svuotati.
DOMANDA – Con Avanguardia Nazionale non aveva mai avuto niente
a che fare?
RISPOSTA – Chi io?
DOMANDA – No, Esposti?
RISPOSTA  –  No,  credo  che  avesse  avuto  anche  lui...  Ripeto
Esposti  era  una  figura,  era  sanbabilino  puro.  Però
diciamo  gli  avanguardisti  se  lui  fra  gli  avanguardisti
avevano obbedito a Ballan, o dovevano obbedire a Ballan,
al  Tigher  diciamo  o  a  Esposti,  avrebbero  obbedito  a
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
83
Esposti, insomma questo per chiarire la situazione.
DOMANDA – Senta Esposti aveva qualche particolare teoria sugli
attentati,  lei  ha  mai  sentito  esporre  non  so,  che  cosa
ipotizzasse?
RISPOSTA  –  Ma  comunque  Esposti  personalmente  non  glielo  mai
sentito  esporre.  Però  gli  ascolani  erano  stragisti,  che
erano  i  figliocci,  erano  proprio  stragisti  convinti
insomma.
DOMANDA  –  Le  chiedo  questo  perché  ne  parla  spesso  Viccei  di
queste...?
RISPOSTA – Viccei ha un rapporto più diretto.
DOMANDA  –  Per  esempio  riferisce  di  Esposti  appunto  la
necessità di creare panico?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Con  delle  vere  e  proprie  provocazioni  e  appunto  il
fatto  di  volere  attribuire,  fare  apparire  gli  attentati
come riferibili all’opposta...?
RISPOSTA – Sì, io so che proprio negli ultimi giorni parlavano
di  fare  saltare  una  diga.  Ne  riparlarono  poi  per
vendicare  Esposti,  insomma  comunque  avevano...  E
comunque  poi  Esposti  aveva  parecchio  esplosivo  in  giro
per  il  centro  Italia  che  era  in  mano  agli  ascolani
insomma.
DOMANDA – Per esempio le chiedo se ha mai sentito questa cosa
di  cui  riferisce  Viccei  per  averlo  appreso  da  Esposti,
dice: “Pensava di collocare una piccola carica esplosiva
in  un  importante  centro  urbano  da  fare  sì  che
accorressero sul punto artificieri e forze dell’ordine e
autorità,  a  quel  punto  Esposti  grazie  a  un  congegno  a
timer  o  un  radio  comando  avrebbe  fatto  esplodere  una
seconda  carica  di  ben  maggiore  potenza”  lei  l’ha  mai
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
84
sentito?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Di realizzare cose...?
RISPOSTA  –  No,  addirittura  si  parlava  di  fare  saltare  una
chiesa  a  Roma.  Allora  si  parlava  di  colpire  non  so  un
Poliziotto, un  coso,  e  poi  fare saltare i funerali, per
esempio  questa  era  l’idea  degli  ascolani,  sì,  sì.  Di
farlo a Roma, sì me ne hanno parlato.
DOMANDA – Quindi teorie più dell’intera cella che...?
RISPOSTA  –  Sì,  però  sicuramente  Esposti  era  sicuramente  il
capo anche della cellula ascolana insomma. Perché Gianni
Nardi  gli  aveva  lasciato  in  eredità  i  suoi  ragazzi
praticamente.  Gli  ascolani  l’unica  autorità  che
riconoscevano  era  Giancarlo,  infatti,  non  appena
Giancarlo  è  morto  la  cellula  ascolana  è  praticamente
scomparsa.  Si  è  praticamente  disintegrata,  Nardi  il
latitante etc.
DOMANDA  –  Lui  aveva  un’apertura  anche  ad  attentati  contro  le
forze dell’ordine?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Ma  addirittura  l’idea  di  colpire  i
Carabinieri  era  una  fissa  perché  si  diceva:  se  i
Carabinieri  stanno  dalla  nostra...  Qui  dobbiamo
chiarire,  non  è  che  i  Carabinieri  in  assoluto,  tutta
l’arma  dei  Carabinieri,  si  presumeva  che  alcuni
ufficiali  dei  Carabinieri...  Anzi  diceva:  se  i
Carabinieri sono colpiti si arrabbiano perché se ammazzi
dieci Carabinieri...  Se pensano che sono  stati  i  rossi,
se  si  crea  un’atmosfera  di  guerra  civile  è  chiaro  che
spingiamo i Carabinieri in una direzione...
DOMANDA – Quindi lei dice: nel senso che è compatibile questa
sua frequentazione della caserma?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
85
RISPOSTA – Sì, certo.
DOMANDA – Di Milano con finalità golpistiche e l’altra invece,
ritenere  possibile  attentati  contro  gli  stessi,  altri
Carabinieri?
RISPOSTA – Chiarissimo.
DOMANDA – Perché le due cose andavano nella stessa direzione?
RISPOSTA – E’ chiaro andavano perfettamente...
DOMANDA – Ho capito.
RISPOSTA  -   Ma  anzi  aveva  proprio  un  senso,  cioè  colpire  i
Carabinieri  voleva  dire  spingerli  in  quel  tipo  di
direzione.
DOMANDA  –  Il  discorso  quelle  quattro  stragi  delle  quattro
azioni terroristiche, lo può sviluppare un po’ di più?
RISPOSTA  –  Niente,  che  diciamo  nel  1974,  credo  siano  esplose
500-600  bombe  diciamo  più  o  meno  di  destra,  quindi  una
quantità  notevole.  Ripeto,  è  significativo  che  nel  1975
ne  sono  esplose  dieci.  Cioè  evidentemente  c’era  un
progetto,  sennò  se  era  una  cosa  spontanea  sarebbe
continuata,  non  è  che  hanno  arrestato  tutti.  Invece
c’era...  Quindi  diciamo,  comunque  il  discorso  delle
quattro  stragi  era  che  siccome  noi  eravamo  convinti,
cioè  dopo  piazza  Fontana  si  era  creata  la  convinzione
che  la  strage  non  era  utile   a  risolvere,  ci  volevano
delle stragi in tempi ravvicinati, una dietro l’altra in
maniera  da  portare  proprio  il  paese  all’esasperazione,
questo  era  anche  la vecchia idea  di Maggi diciamo,  cioè
mette  un  gruppo  in  macchina,  fargli  fare  l’attentato  a
Venezia,  l’attentato  a  Verona,  un  attentato  a  Milano,
scende giù a Firenze e poi a Roma. Per dire bombe, bombe
in maniera...
DOMANDA  –  Il  questo  discorso  di  Maggi  appreso  da  chi?  Forse
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
86
l’altra volta ne ha parlato.
RISPOSTA  –  Sì,  Freda.  Sicuramente  Freda,  Concutelli  queste
erano le fonti.
DOMANDA – Cioè attentati ravvicinati?
RISPOSTA – Ravvicinati sì. Comunque nel 1974 c’era questa cosa
delle  quattro  stragi,  si  era  pure  diviso  che  una
l’avrebbero  fatta  gli  ascolani  Romani,  uno  l’avrebbero
fatta  i  veneti,  una  l’avrebbero  fatta  i  milanesi.  Poi
però  come  è  andata,  insomma...  Poi  in  realtà  ecco  deve
pensare  anche  questo,  che  proprio  questa  forte
compartimentazione che avevamo poi questa... Che poi era
compartimentazione  da  una  parte  poi  però  con  il  fatto
delle amicizie personali, saltava tutto. Alla fine c’era
anche una determinazione spontanea di situazioni. Perché
poi  non  essendoci  una  struttura  vera  e  propria  tutti
facevano  quello che gli pareva  alla fine, ha  capito?  Il
problema  più  che  altro  era,  probabilmente  l’unica  forma
di  controllo  è  chi  possedeva  l’esplosivo.  Cioè  l’unica
forma  di  forma  di  controllo  era  quella  in  pratica.  Chi
forniva  l’esplosivo  poteva  in  qualche  maniera...  io,
infatti, oggi a posteriori le parlo con il senno di poi,
mi  rendo  conto  per  esempio  che  come ragionavo io  allora
io  e  il  mio  gruppetto,  per  dirti,  anche  con  gli
ascolani,  metterci  in  mano  l’esplosivo  era  dirci:  fate.
Perché  lo  sapevano  come  ragionavamo.  Quindi  ecco  questo
era il.... Io per esempio ho partecipato a queste azioni
contro  il  Movimento  Sociale,  contro  la  destra  perché
Dantini  aveva  detto:  “Questa  sera  dobbiamo  questo  tipo
di azioni che sono più utili, sono più producenti”. Però
diciamo da un punto di vista morale per me, non so fare
saltare  la  Federazione  del  Movimento  Sociale,  tutto
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
87
sommato  erano  mezzi  camerati,  ha  capito  insomma?  Però
noi in quel momento credevamo che questa era la cosa che
dovevamo  fare.  Quindi ecco  lei  pensi  anche  questo,  cioè
per  ritornare  al  discorso  dei  Carabinieri,  cioè  io  ho
fatto forse più attentati contro la destra che contro la
sinistra insomma.
DOMANDA – L’attentato al treno Ancona – Pescara che cosa...?
RISPOSTA – Io so quello che mi ha detto Viccei che erano stati
i  Marini.  Io  so  quello  che  ha  detto  Viccei  cioè  che
erano stati i Marini e Ortensi. Ho fatto un confronto a
Bologna  con  l’ex   moglie  di  Valerio,  Noemi  Bambini  la
quale  mi  ha  detto  che  c’era  anche  Viccei  in  prima
persona implicato.
DOMANDA – Non lo sa?
RISPOSTA  –  Io  penso  che  comunque  sicuramente  una  cosa
organizzata  probabilmente  proprio  da  Esposti,  veniva  da
quel giro là comunque.
DOMANDA – Invece...
RISPOSTA - No, Valerio mi aveva detto che, sa questo discorso
è nato che io sapevo dell’attentato diciamo, l’attentato
del  1974  sapevo  che  era  attribuito,  però  non  sapevo
precisamente  chi  l’aveva  fatto.  Sapevo  pure  il  fatto
che...  Perché  so  che  non  era  riuscito,  insomma  che  era
stato...  Però  chi  materialmente  avesse  messo  la  bomba,
l’ho saputo poi dopo da Valerio. Valerio mi ha detto: è
stato  lo  scemo,  il  sordo  e  cosa,  così  lo  chiamava
Ortensio delle volte si scherzava così, perché una volta
Valerio dentro la macchina lui dormiva gli aveva sparato
un  colpo  di  pistola  scherzando  vicino  all’orecchio  per
farlo sobbalzare, e quindi... Certo io le posso dire che
io  avevo  una  pistola,  per  dirti,  che  mi  era  stata
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
88
regalata  che  era  di  Giancarlo  Esposti,  ecco  questo  per
dirle  l’atmosfera  che  dopo  la  morte  mi  fu  regalato  una
Sig,  una  pistola  Svizzera,  che  era  di  Giancarlo.  Io  ci
tenevo  tantissimo  insomma  logicamente.  Ecco,  diciamo
c’era  anche  questa  atmosfera  che  eravamo  una  comunità
molto  minoritaria.  Quindi  poi  i  morti  trascinavano  i
vivi  come  si  dice  nel  Vangelo.  Cioè  nel  senso  che
comunque  quelli  che  Boccaccio,  le  faccio  un  esempio
quando  fece,  io  non  so  niente  di  Boccaccio  l’ho  letto
sui  giornali,  quando  Boccaccio  fece  il  tentativo  di
dirottamento  e  fu  ammazzato,  cioè  io  mi  uscivano  le
lacrime, mi trovai... Ma era una cosa molto più diffusa,
aspetti  a  livello  di  cultura,  perché  per  esempio  mi
ricordo  benissimo  che  erano  in  un  locale  che  si
chiamava...  Comunque  cabaret  che  faceva  il  Valeriano,
questi  qua,  e  durante  questo  qua  fu  letto  una  poesia  a
Boccaccio e fu attaccato Almirante che era presente. Gli
si  disse:  Voi  siete  peggio  dei  comunisti.  Perché  i
comunisti  sono  nostri  nemici,  voi  ci  abbandonate.  Ci
mandate allo  sbaraglio  e  ci abbandonate.  E  lì era pieno
di  missini  oltre  che  di estremisti, scoppiò un  applauso
incredibile.  Almirante  imbarazzatissimo  per  dirti.
Diciamo c’era questa “vissica” capisce?
DOMANDA  –  Certo.  E  Silvi  Marina  invece,  l’attentato  a  Silvi
Marina?
RISPOSTA  –  Scusi,  non  è  lo  stesso?  Io  pensavo  di...  che  io
sappia, non so se sono due attentati diversi, per quanto
so  io  un  attentato  quello  sui  binari  diciamo  con  il
Dixan. Che la bomba era messa...
DOMANDA  –  Ma  la  sua  appartenenza  a  questa  cellula  ascolana,
chiamiamola così, va da quando a quando?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
89
RISPOSTA  –  Allora  io  diciamo  conosco,  avevo  conosciuto...  Lì
siamo stati un po’ reticenti, tenga presente e i verbali
che  abbiamo  fatto  io  e  Valerio  all’epoca  erano  un  po’
reticenti, perché...
DOMANDA – Va bene, basta che lo dica...
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Lo  sto  dicendo  adesso,  non  ci  siamo
attribuiti,  perché  nell’epoca  allora  chiamiamola
collaborazione  chiarimento,  avevamo  deciso  di
attribuirci,  i  reati  comuni  di  lasciarli  fuori  etc.
quindi  per  lasciare  fuori  i  reati  comuni,  c’era  anche
Esposito  fuori,  questi  che  non  li  volevano  accusare
quindi,  ecco  diciamo  in  questo  senso  devo...  non  ho
detto  cose  non  vero,  eh!  Mi  capisca,  sono  ho  omesso  di
dire  alcune  cose.  Nella  realtà  i  rapporti  con  Valerio
diciamo  sono  rapporti  che  risalgono  a  quando  eravamo
ragazzini  al  mare.  Io  andavo  ospite  da  quelle  parti  lì
di amici di famiglia e... Tra l’altro sempre questo qua,
questo  Capanna  di  cui  parlavo  aveva  la  sorella  che  era
fidanzata  con  un  ascolano  e  questo  ascolano  ci  aveva
fatto  conoscere  Viccei.  Con  Viccei  nacque  un  rapporto
immediatamente, parliamo del 1972, nacque un rapporto...
Era praticamente come fosse un sanbabilino, un pariolino
ascolano  diciamo,  armi  cose,  fascista,  prime  rapine.
Quindi ci affratellammo subito. Poi lui decise di venire
a Roma, si stabilì a Roma. Entrò praticamente in squadra
con  noi.  Io  con  Viccei  ho  fatto  una  marea  di  reati
comuni  diciamo,  alcuni  anche  che  non  sono  mai  usciti
insomma.  Ecco quindi  questo era il  rapporto con Viccei,
però  anche  politicamente  avevamo  le  stesse  idee.
Frequentavamo  lo  stesso  ambiente,  eravamo  stati  vicini.
Anche se  non  era  proprio  del  gruppo originario  del  logo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
90
del Drago insomma.
DOMANDA – Ma Esposti veniva spesso in zona?
RISPOSTA  –  A  Roma  che  io  sappia  non...  Io  sapevo  che  andava
spesso  in  Abruzzo.  Insomma  lei  deve  calcolare  quella
costiera  Alba  Adriatica,  Tortoreto,  Giulianova  sono  nel
teramano  credo  gran parte,  San  Benedetto  del  Tronto,  lì
erano  i  posti  dove,  il  mare  Adriatico  insomma,  dove
spesso ci vedevamo. Anche perché appunto fra Bernardelli
e  Gianni  Nardi  avevano  creato  un  mondo,  diciamo  una
specie  di  succursale  di  sanbabilini.  Io,  infatti,  un
fatto anche dei reati comuni  poi  a  Milano appoggiato  da
ragazzi  magari,  cioè  per  esempio  Valerio  aveva
conoscenze  a  Milano,  dovevamo  fare  un  reato,  aveva  la
casa dei sanbabilino che ci appoggiava.
DOMANDA – La raccomandazione insomma?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Dunque lei si definito anche come un appartenente al
Fronte Nazionale, praticamente?
RISPOSTA  –  In  un  certo  senso,  diciamo  la  vera  militanza
originaria  rispetto...  Alla  fine  non  ci  capisco  niente
manco io.
DOMANDA – Lei ha già detto prima che ognuno...
RISPOSTA – Però le dico precisamente perché. Io ero a volte la
vita  no?  Io avevo come  professore di  matematica,  questo
è controllabile  al San Leone Magno alla  scuola privata
dove  andavo,  Dalmazio  Rosa  che  era  il  figlio  di  Mario
Rosa  che  era  uno  dei  capi,  uno  dei  bracci  destri  di
Borghese. Questo professore io ero proprio il figlioccio
suo  perché  fascistissimo  era  e  quindi  diciamo  anche
quando  ero  al  Movimento  Sociale,  prima  di  essere
espulso,  io  già  avevo  qualche  frequentazione  nella  sede
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
91
del Fronte. All’inizio però pensavo che Fronte fosse una
cosa...  Ed  erano  tutti  grandi  di  età  no?  C’era  giusto
qualche  figlio  di  qualcuno  della  Repubblica  Sociale
quindi  pensavo  che  il gruppo  giovanile  fosse  poca cosa.
Quando  fui  espulso  dal  Movimento  Sociale,  che  poi  fui
espulso  per  una  doppia  ragione,  perché  loro  erano
convinti che io ero vicino a Avanguardia Nazionale, cosa
che era vera come ero vicino a un po’ a tutti i gruppi,
perché  quando  fu  rifondata  Avanguardia  nel  settanta  io
partecipai  agli  scontri  all’università  che  era
vietatissimo  per  i  missini  andare.  E  poi  per  una  storia
di  motorini  rubati.  Avevamo  dei  motorini  rubati  che  li
stavamo  smontando,  li  avevamo  smontati  dentro  la
sezione.  Avevamo  le  chiavi  della  sezione  del  Movimento
Sociale,  quando  lo  venne  a  sapere  il  segretario  si
infuriò.  Gente  molto  borghese.  Poi  il Trieste Salaria è
un  quartiere  molto  borghese,  si  immagini  dentro  la
sezione  smontavano  i  motorini  rubati.  E  quindi  ottenni
l’espulsione.  Però  guardi,  tenga  anche  presente,  questo
per darle un’idea della situazione io comunque ho sempre
continuato a frequentare anche la sezione del movimento,
ci  capitavo  abitualmente.  Cioè  non  è  che  ho  mai  avuto
delle...
DOMANDA  –  Va  bene,  comunque  a  parte  questo  discorso,  il
comandante  Borghese  si  esaurisce  diciamo  nell’ambito  di
questo oppure nell’ambito di questo discorso golpistico
che  lei  porta  più  o  meno  avanti  fino  all’estate  del
1974...?
RISPOSTA – Borghese era ormai in Spagna però.
DOMANDA – Sì, sì. Ma da lontano ha una sua presenza?
RISPOSTA – Almeno era considerato il capo nobile. Però quanto
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
92
poi  effettivamente  avesse  di...  Perché  l’uomo  suo
praticamente  proprio  era  “Liodoro  Pova”  che  pure  lui
dovette  scappare  in  Spagna,  quindi  diciamo  è  stato  un
susseguirsi...  Però  almeno  come  riferimento  ideale,
sicuramente  Delle  Chiaie  aveva  un  rapporto  stretto  con
lui,  andava  e  veniva.  Gente  che  andava  e  veniva  ce  ne
era,  quindi  sicuramente  era  informato,  sicuramente  era
addentro  alla  questione.  Però  ripeto  proprio  per  il
fatto  della  mia  età  non  ero  addentro  ai  livelli  alti
della  questione.  Quindi  dirle  quali  erano  le
responsabilità  di  Borghese.  Sicuramente  c’erano
comunque,  diciamo  se  vogliamo  parlare  in  termini  di
legge,  di  concorso  basta  che  si  era  informato  e
incoraggiare,  questo  posso  dirlo  con  tranquillità  che
c’entrava. Poi che fosse ancora un capo effettivo non lo
so.
DOMANDA – Lei sta parlando del dopo?
RISPOSTA  –  Del  dopo  naturalmente.  No,  fino  al  settanta  era
sicuramente...  Addirittura  mi  fu  raccontato  che  gli  fu
data  la  pistola  nel  settanta,  gli  fu  detto:  “Sparagli”.
Quando ci fu....
DOMANDA – Questo nel settanta, ma dico quando nell’estate del
1974 quando ancora...?
RISPOSTA  –  Io  sono  stato  al  castello  di  Artena  subito  dopo.
Una  volta  sono  stato  al  castello  di  Artena  che  è  la
residenza dei Borghese  qui  ai castelli, quindi  le posso
dire  che  nell’immediatezza  dopo  il  golpe  ancora  c’erano
riunioni,  cioè  ancora  era  attivo.  Poi  evidentemente
scappò  in  Spagna  non  so,  forse  fu  avvertito  che  stava
per  succedere  qualche....  Credo  che  addirittura  la  cosa
scoppiò  per  un  giornale,  mi  pare  l’Espresso  neanche
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
93
scoppiò...  Diciamo  l’indagine  è  seguente  a  uno  scoop
dell’Espresso.  E  quindi  diciamo  poi  Borghese  era  in
Spagna.  Dalla  Spagna  ripeto  non  so  dire  che
responsabilità  effettiva  aveva.  Però  certamente  era  il
padre  nobile  di  questa  situazione.  Ed  era  comunque  il
punto di riferimento ideale, cioè tutti lo consideravano
Borghese il capo.
DOMANDA  –  Ma  Delle  Chiaie  una  volta  andato  all’estero,  una
volta latitante nel settanta e giù di lì...
RISPOSTA - Andava e veniva.
DOMANDA  –  Al  di  là  delle  puntate  che  faceva  in  Italia  ma  era
solo  un  uomo  simbolo  o  effettivamente  teneva  le
redini...?
RISPOSTA – Guardi, io una cosa sono rimasto, devo dirla che è
una  cosa  stranissima,  perché  io  per  quello  che  l’ho
visto  mi  è  parso  anche  un  personaggio  neanche  tanto
colto,  neanche  eccezionale,  però  aveva  un  gruppo  di
persone  che  stravedevano.  Se  lei  parla  con  un  certo
numero di avanguardisti storici avevano per Delle Chiaie
una  forma  veramente  del  culto  della  personalità.  Quindi
comunque  aveva  un  potere  non  indifferente.  Cioè
sicuramente aveva la  sua... Io  poi  so addirittura negli
anni  ottanta,  un  periodo  che  era  a  Parigi  che  è  salito
su  Alibrandi  addirittura, che Peppe Dimitri se  li portò
su,  ancora...  Lui,  vabbè  quando  tornò  giù  mi
raccontarono  che  erano  cose  da  ridere  che  disse:  “Io
sono  il  capo  del  fascismo  mondiale,  dei  fascisti  d’armi
nel mondo”. Insomma sparate. Però aspetti tenga presente
che comunque  girava con gente con quattro,  due  mitra  in
mano,  cioè  diciamo...  Poi  noi  a  volte  un  po’  tendiamo
a...  Perché  magari  ci  sono  sparate,  però  comunque  era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
94
sicuramente una persona ancora attiva anche a livello...
Forse  poi  quando  è  andato  in  Sudamerica  sarà  sempre
diminuito,  e  la  distanza  era  cambiata.  Però  finché  è
stato  in  Spagna  credo  che  abbia  avuto  un’influenza
direttissima insomma.
DOMANDA – Senta, quanto...
RISPOSTA - Scusi, le posso dire un’altra cosa, Nardi non si è
mai  avvicinato  a...  Nardi  ed  Esposti  hanno  anche  loro
un...  Questo  non  è  mai  emerso  probabilmente,  avevano
anche  loro  rapporti  in  Spagna.  Addirittura  credo  che
siano implicati nell’uccisione di un generale portoghese
a confine fra... quindi erano un gruppo che gravitava su
Barcellona.  Mentre  Concutelli,  Delle  Chiaie  diciamo  il
gruppo Madrid, la pizzeria etc. erano a Madrid, Esposti
e  Nardi,  Nardi  comunque  poi  è  morto  alle  Baleari,  nel
sud della Spagna avevano un altro tipo di appoggi, credo
che  Allone  Arcade,  sarebbe  il  sindaco  di  Barcellona
fosse  legato  personalmente,  che  era  un’estremista  di
destra  della  falange  franchista  fosse  strettamente
legato,  avessero  rapporti  diretti  con  questi  qui.  Credo
che  me  ne  parlasse  anche  Gianni  Radice  di  questo  fatto
una volta, era stato a Barcellona.
DOMANDA  –  In  occasione  della  scorsa  udienza  lei  ha  fatto
riferimento  a  un’occasione  in  cui  le  hanno  dato  una
sorta di liste di proscrizioni?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Cioè,  ha  parlato  di  persone  che  manco  conosceva
etc.?
RISPOSTA – Sì, sì, e manco erano visibili diciamo.
DOMANDA – Vorrei capire, questo sempre in vista di...?
RISPOSTA – Sì, questo l’ultimo tentativo del golpe.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
95
DOMANDA  –  In  quel  momento  lei  che  cosa  rappresentava,  cioè
questa iniziativa si inquadrava in un che?
RISPOSTA  –  In  progetto  di  golpe,  diciamo  che  proveniva  da  un
ambiente  ordinovista  perché  comunque  era  Sermonti
diciamo  il  mio  contatto  in  quel  periodo  più  stretto
diciamo.  Quello  che  mi  diede  materialmente,  Sermonti  e
Dantini  erano  i  miei  due  contatti.  Però  io  mentre  con
Dantini  i  rapporti  stavano  andando  peggiorando,  con
Sermonti stavano migliorando.
DOMANDA  –  Io  volevo  capire,  in  quel  momento  sarebbe  stato  il
golpe di chi?
RISPOSTA  –  Sarebbe  stato  il  golpe  del  1974.  Io  del  Mar  non
sapevo  praticamente  niente,  lo  sappi  a  fatto...  Agli
arresti. Comunque diciamo c’era questa teoria che il Mar
era  un  golpe  diverso  da  quello  nostro,  ma  vallo  a
stabilire  le  persone  più  o  meno  erano  le  stesse
quindi...
DOMANDA – Dunque torniamo un momento...?
RISPOSTA – Cioè alcuni dicevano addirittura appunto che il Mar
era  stato  colpito  proprio  perché  non  voleva  fare  un
golpe nero, ha capito?
DOMANDA  –  Torniamo  un  momento  alla  Calabria,  di  cui  abbiamo
già  parlato,  ma  le  chiedo  lei  è  corrente,  il  golpe  non
c’è  stato,  il  golpe  Borghese,  comunque  c’erano
indubbiamente  dei  preparativi,  per  quello  che  è  a  sua
conoscenza,  questa  presenza,  questi  rapporti  con  la
'ndrangheta di cui ha parlato poco fa comportavano anche
una presenza di 'ndrangheta nella....
RISPOSTA - Allora guardi, io ho le notizie dirette del golpe
ai tempi le ebbi da un certo Lello Bonsignore che era un
pregiudicato  che  frequentava,  vabbè  voi  non  lo  potete
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
96
sapere perché è una cosa prettamente si chiama via Noto,
sarebbe  un  gruppo  che  chiamava  Europa  che  era  mezza
strada tra il Movimento Sociale e l’estremismo di destra
ed  era  nella  zona  Appio  Latino,  nella  zona  di  Delle
Chiaie,  Tuscolano,  Appia  Latino,  questa  zona  qui.  Però
c’erano  anche  molti  missini  dentro  quindi  era  un
ambiente  misto,  e  questo  Lello  Bonsignore  era  un  mio
amico  lo  frequentavo.  Ogni  tanto  capitavo  a  via  Noto
etc. Tra l’altro la famosa Francesca Nambro come sezione
è nata in via Noto. Ecco per dire aveva frequentato via
Noto.  E  questo  Lello  Bonsignore  aveva  partecipato  un
primo pezzo a viale Niano ero stato con Saccucci, quindi
mi  raccontò  proprio  il  golpe  diciamo  e  mi  disse  che
c’erano  siciliani,  al  che  si  disse  c’erano  siciliani  e
Calabresi.  Questo  ebbi  conferma  poi  da  Concutelli,  ecco
le  dico  quello  che  era  ordinovista  negli  anni  settanta
vicino  al  Fronte  Nazionale  pure  lui  e  lì  al  Fuan,  al
Fronte  Nazionale,  vede  come  erano  mischiate  le  cose.  E
lui  mi  parlò  di  un  dottore,  di  un  medico,  ora  non
ricordo  il  nome.  Micalizzi,  Micalizzio  una  cosa  così,
che era il rappresentante del Fronte Nazionale a Palermo
e  a  Palermo  i  mafiosi  ormai  erano  diventati
praticamente...  Tanto  che  lui  mi  raccontò  che  aveva
fatto  pure  un  omicidio  per  conto  della  mafia,  aveva
ammazzato un confidente un sarto. Mi disse che gli aveva
sparato,  questo  il  racconto  di...  Che  era  stato  il  suo
primo omicidio.
DOMANDA  –  Comunque  questa  persona  che  ha  indicato  le  avrebbe
riferito di una presenza della 'ndrangheta?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Nei preparativi?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
97
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Ma  questo  rapporto  con  la  'ndrangheta  era  un  fatto
occasionale o...?
RISPOSTA – All’epoca non lo so.
DOMANDA – Lei non sa?
RISPOSTA – Nel settanta avevo quindici anni.
DOMANDA  –  Sì.  Mi  sentito  parlare  di  summit  di  Montalto
dell’ottobre del 1969?
RISPOSTA – No, no.
DOMANDA – Non le dice niente?
RISPOSTA – No. So che Borghese andava sempre in Calabria, poi
so  della  rivolta  di  Reggio  Calabria,  ripeto  era
fortemente appoggiata da quel tipo di ambiente, e poi in
seguito,  sicuramente  è  diventato  organico,  cioè  ripeto
oggi l’abbiamo chiarito a sufficienza. Cioè anche... per
esempio  di  Morabito  che  è  un  boss  di  prima  grandezza
della  'ndrangheta  che  arriva  al  carcere  speciale  di
Novara,  scusate  è  proprio  evidente  per  chi  conosce  un
minimo  di  criterio  carcerario,  invece  di  andare  in
sezione con i milanesi, con i torinesi  con  i  siciliani,
con i pugliesi, chiede: “No, mettetemi in sezione con i
fascisti”. E’ un fatto abbastanza... Cioè non può essere
casuale ecco questo voglio dire.
DOMANDA – Senta lei ha conosciuto o mai sentito nominale Aldo
Pardo e Giuseppe Schirinzi?
RISPOSTA – No.
DOMANDA – Non le dicono niente?
RISPOSTA – No.
DOMANDA – Freda, dunque lei è stato in carcere con Freda?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  La  scorsa  udienza  si  è  dilungato  su  quello  che  ha
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
98
detto su Piazza Fontana etc. Freda le ha mai parlato di
coinvolgimento  del  Ministero  dell’Interno,  degli  Affari
Riservati insomma?
RISPOSTA – Freda tendeva a dire che lui aveva rapporti, e non
li  poteva negare, però  lui  diceva che era il  contrario.
Cioè  che  lui  avesse  persone  sue  all’interno  del...  Cioè
Freda  si  è  sempre  difeso  in  questa  maniera  all’interno
dell’ambiente. Dice: “Sì, è vero ma erano finalizzati ai
nostri  scopi”.  Anche  perché  Freda  comunque   l’idea  era
fascista  abbastanza  di  sinistra,  eh!  Cioè  anche  dietro
quella sua aria aristocratica, Freda era una persona con
idee  abbastanza,  sa:  ultima  socializzazione...  Aveva
questo  tipo  di  cultura...  Era  un  fascista...  Io,
infatti,  con  Freda  onestamente  politicamente  andavamo
abbastanza  d’accordo.  Non  era...  Era  fortemente
antiborghese Freda, quindi... Poi, ripeto magari non era
coerente  come  non  lo  ero  io  insomma.  Però  aveva  questo
tipo di ideologia.
DOMANDA – Non le parlò di questo aspetto?
RISPOSTA – No. Me ne parlò in questo senso capito?
DOMANDA – Sì. Che lui era il contrario?
RISPOSTA – No, che era il contrario che era lui che infiltrava
il Sid, che infiltrava.
DOMANDA – Ho capito. Questa appartenenza di Buzzi, la presunta
appartenenza  di  Buzzi  a  Ordine  Nuovo  lei  lo  riferisce
allo stesso Buzzi o a Concutelli?
RISPOSTA – Come mi ha chiesto il Pubblico Ministero, che Buzzi
e  Concutelli,  questo  dimostra  la  veridicità  del  fatto
che  è  arrivata  anche  la  questione,  perché  è  un  fatto
controllabile  questo,  Concutelli  appena  arrestato  viene
portato  a  Volterra.  A  Volterra  ci  sta  Buzzi  e  filano
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
99
d’amore  e  d’accordo.  Freda  va  per  un  processo  a  San
Gimignano  e  va  in  cella  con  Buzzi.  Quindi  i  rapporti,
questo  è  controllabile  sono  cose  cioè  ci  sono  i
registri. Quindi c’è da poco da fare, Concutelli e Buzzi
non avevano motivo  di contrasti.  Buzzi  tutto  sommato  si
considerava ordinovista, l’ha detto sia Guido, credo che
me  l’abbia  detto  anche  a  me  direttamente  in  quel  poco
tempo  che  siamo  stati  insieme,  quindi  diciamo  che
qualcosa  è  successo  dopo.  Cioè  il  discorso  che  l’hanno
ammazzato  perché  era  pederesta,  perché  era  confidente,
questa  erano  cose  che  si  sapevano  prima,  quindi  se...
Cioè  non  ci vai in  cella  insieme, parliamoci  chiaro.  Se
io penso che una persona, anche in carcere si usa così,
se  io  penso  che  una  persona  non  è  degna  di  stare  in
cella con me, io non ci vado in cella, punto. Quindi se
ci vado in cella in qualche maniera, non l’ammazzo, non
gli  faccio  niente,  in  qualche  maniera  l’avvallo,  ma  io
poi  lo  so  che  avevano  rapporti  ottimi.  Ma  poi  quando
Buzzi  è  partito  e  Concutelli  è  tornato  a  Volterra
parlava di Buzzi come di un grande amico. Dice: “Peccato
che  non  c’è  più  Buzzi”.  Anche  noi  ci  siamo  trovati
anche...
DOMANDA  –  Ho  capito.  Ma  questo  essere  Buzzi  ordinovista  nei
suoi racconti, in quello che le disse Buzzi, lo disse e
basta  o  disse:  Io  sono  ordinovista  o  faccio  questo,
questo altro”?
RISPOSTA  –  Io  ripeto  con  Buzzi,  in  realtà  con  Buzzi  la  mia  è
un’amicizia  mediata.  Nel  senso  che  io  con  Buzzi  sarò
stato  venti  giorni,  un  mese,  quindi  non  ho  fatto  in
tempo. Poi dopo che è successo? E’ stato un paio di anni
in  cella  con  il  mio  coimputato  a  cui  ero  legatissimo,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
100
quindi  io  con  Gianni  mi  scrivevo  due  tre  volte  a
settimana.  Quindi  ecco  con  Buzzi  poi,  siccome  erano
molti  amici  e  andata  in  una  forma  di  rispetto  e  di
amicizia, mi  capisce? Si  usa  anche  così comunque, anche
questo è un altro modo di vivere il carcere insomma.
DOMANDA – Per concludere, la scorsa udienza lei ha parlato di
Zanatov?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – L’ha definito referente di Freda, Fachini e Zorzi e
dei veneti a Roma?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Non  ho  capito  bene  questo  essere  referente  in  che
cosa consiste?
RISPOSTA  –  Allora  Zonatov  è  un  ex   ordinovista,  storicamente
nasce come ordinovista e poi io l’ho conosciuto che era
di  Lotta  di  Popolo.  Lui  aveva  una  banda  personale
praticamente  di  camerati  a  Borgo  Pio  che  è  un  piccolo
quartiere  romano  vicino  al  Vaticano.  Io  avevo  una  casa
proprio  su  via  di  Borgo  Pio  affittata  a  nome  dello
Sterlini  dove  tenevo  le  mie  armi  personali,  divise  da
Carabiniere,  insomma  questa roba  che  mi serviva più che
altro per le rapine. Quindi capitavo molto spesso avendo
questa  casa,  capitavo  molto  spesso  a  Borgo.  E  quindi
avevo rapporti, l’ho conosciuto piuttosto bene ed era un
ragazzo  molto  preparato  politicamente,  molto  serie.  Ed
io  quindi  vantato  la  mia  amicizia  con  Paoletto  Zanatov
per  me  era...  E  tutti  mi  dicevano:  “Guarda  che  Paolo  è
l’uomo  dei...  Praticamente  il  fiduciario  dei  veneti”.
Rispetto altri ordinovisti che comunque avevano rapporti
logicamente  di  cameratismo,  l’uomo  proprio  dei  veneti  a
Roma è Paolo Zanatov.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
101
DOMANDA – Ma in concreto l’essere uomo?
RISPOSTA  –  In  concreto  si  dice  che  abbia  messo  le  bombe,  sia
uno di quelli che ha messo le bombe nel 1969.
DOMANDA – Questo nel senso di: per conto?
RISPOSTA  –  Per  conto  dei  veneti,  certo.  Cioè  il  giorno  di
Piazza Fontana sono scoppiate delle bombe anche a...
DOMANDA – Sì.
RISPOSTA  -   E  lì  si  parlava  di  manovalanza  di  Avanguardia
Nazionale,  questa  era  la  voce.  A  me  mi  è  stato  detto
invece che era proprio... che almeno una bomba era stata
messa da Paolo Zanatov.
DOMANDA – Detto da chi?
RISPOSTA  –  Non  lo  ricordo  proprio.  Però  ricordo  che  io  ogni
volta  che  vedevo  Paolo,  dentro  di  me  dicevo:  il
bombarolo.  Anche  se  con  lui  non  glielo  mai  detto
precisamente  però  ci  scherzavo:  “Allora  bombarolo  come
va?”. E lui mi chiamava pazzo: “Allora pazzo che dici” e
così.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE – BONTEMPI
DOMANDA – Lei prima ha accennato alla figura di Bernardelli?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Ci può specificare da dove derivava la sua capacità
di  trovare,  ha  parlato  di  esplosivo  e  di  documenti
falsi, se ci può precisare meglio questo?
RISPOSTA – Non sono in grado di precisare quale erano le fonti
di  Bernardelli.  Io  Bernardelli  sapevo  che  era  un
camerata  strettamente  legato  a  Nardi  e  anche  ai
milanesi.  Quindi  era  un  po’  un  traid  d’union,  in  zona
sua  godeva  di  una  notevole  protezione  diciamo...
Frequentava  tutti  gli  ambienti  bene,  aveva  un  sacco  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
102
rapporti.  So  Raffaelli,  cioè  Tosmani,  mi  parlò  in
qualche  occasione  che  avevano  organizzato  la  famosa
questione,  questo  posso  essere  più  preciso,  nel  1977  a
Sulmona  in  carcere  incontro  quel  Guelfo  Osbani  che  era
carcerato  lì  per  delle  truffe,  il  falsario.  Quindi
facciamo  festa:  il  mio  falsario,  qua  è  là.  Come  va
Angioletto, come non va. Facciamo progetti per quando ci
saremmo  ritrovati  fuori  etc.  E  nell’ambito  di  questi
discorsi  mi  disse,  ecco  questo  le  posso  dire  che  lui  è
Bernardelli  erano  dentro  la  questione  del  ritrovamento
dell’arsenale  di  Camerino.  Quello  là  avevano  procurato
armi  per  fare  trovare  un  arsenale  da  attribuire  alle
Brigate Rosse.
DOMANDA – Lei sa da dove venisse, cioè il paese esatto da dove
provenisse Bernardelli?
RISPOSTA – Credo da Lanciano in Abruzzo.
DOMANDA  –  Altri  personaggi  di  estrema  destra  di  Lanciano  lei
li ricorda?
RISPOSTA – No, credo di non averli mai neanche conosciuti.
DOMANDA  –  Lei  come  ha  appreso  della  strage  di  Piazza  della
Loggia, dove era e come l’ha saputo?
RISPOSTA  –  Io  credo,  io  dunque  Piazza  della  Loggia  io  credo
che  ero  in  Costa  Azzurra  quel  giorno,  stavo  a  fare  un
week-end  in  Costa  Azzurra  con  delle  ragazze  ed  ebbi
dalla  radio,  dalla  televisione,  dai  giornali  ebbi  la
notizia.  E  telefonai  a  una  ragazza  bresciana,  una
camerata  mia  amica  che  si chiamava  Giovanna Pezzoli che
era  la  figlia  di  un  medico  qui  di  Brescia:  “Ma  che  è
successo?”. E lei con tutto che era camerata, si mise a
piangere  e  mi  disse:  “E’  rimasto  ferito  anche  un
professore  che  conosco  –  dice  –  ma  che  cazzo  hanno
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
103
combinato?”.  Quindi  io  rimasi  un  po’...  Io  in  quel
periodo  stavo  facendo  un’operazione  abbastanza
importante  di  altro  tipo,  e  chi  concretizzò  poi  con  un
furto  in  Vaticano  tra  l’altro,  che  avvenne  credo  il
primo  giugno  del  1974,  quindi  era  impegnato  in  questa
cosa qui. La strage rimasi anche un po’, anche perché fu
un  colpo,  in  quel  preciso  momento  siccome  ai  primi  di
maggio si parlava di un golpe che era stato rinviato, a
fine  maggio  sembrava...  Cioè  che  è  successo?  Sembrava
una cosa. Quindi  rientrai a Roma  dove seppi appunto che
nel  frattempo  era  successo  il  fatto  di  Esposti.  Io  più
che  altro  fui  colpito  molto  dalla  morte  di  Giancarlo,
quindi mi recai subito ad Ascoli da Valerio a chiedergli
che  era  successo,  a  avere  notizie  che  è  successo,  che
non è successo. E le storie che vi sto raccontando, ecco
è  quanto  so  della...  Si  presumeva  pure  che,  questa  è
un’altra  voce  che  ricordo  dell’epoca,  che  se  non  avesse
avuto  la  barba  Esposti  l’identikit  degli  stagisti  era
praticamente  uguale  a  Giancarlo  e  quindi  si  sarebbe
cercato  di  attribuirla  a  Giancarlo,  questa  era  un’altra
voce che girava. Quindi la sua morte poteva essere anche
finalizzata,  se  non  è  stata  una  disgrazia,  se  è  stata
invece  un’esecuzione,  poteva  essere  per  chiudere  la
questione  e  attribuire  a  Giancarlo  la  strage.  Però
questo  pure  sono  voci  nell’immediatezza  che  giravano.
Certo  che  c’era  una  grande  rabbia  in  giro.  Nessuno  ce
l’aveva, cioè la strage di Piazza della Loggia più delle
altre  fa  esaltate  perché  c’era  stata  la  morte  di
Giancarlo e si parlava di farne dieci di stragi. Insomma
i  discorsi  che  giravano  in  quel  periodo,  ma  anche  da
persone  solitamente  non  particolarmente  sanguinarie  si
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
104
parlava  di  fare  un  macello  ha  capito.  Cioè  vendicare
Giancarlo sembrava una questione di priorità insomma.
DOMANDA  –  Lei  si  ricorda  se  negli  anni  settanta  vi  fosse  una
donna  a  Brescia  che  ospitasse  personaggi  di  destra  con
problemi con la giustizia?
RISPOSTA  –  No,  non  lo  so  questa  cosa.  Non  ero  così  addentro.
No.
DOMANDA – Lei ha conosciuto Michittu?
RISPOSTA – No.
DOMANDA – Aldo?
RISPOSTA  –  No,  non  mi  viene  in  mente.  Guardi  tenga  presente
c’è  anche  un  fattore  che  purtroppo  essendo  diventato  un
personaggio  abbastanza  pubblico,  spesso  succede  che
gente  mi  conosce,  nel  senso  che  vado  in  un  carcere
conosco  cento  persone,  magari  tutte  quelle  cento  sanno:
è Izzo quello del Circeo, ha capito? E mentre io magari
mi  dicono  un  nome,  magari  può  essere  pure  che  l’ho
incontrato  ma  non...  Spesso  mi  capita:  ti  manda  a
salutare  questo,  ti  manda  a  salutare,  anche  in  carcere
mi  capita,  è  gente  che  io  chi  è?  Magari  ho  difficoltà,
probabilmente  mi  ho  anche  conosciuti,  ha  capito,  cioè
perché  io magari  resto  impresso perché  sono comunque  un
personaggio  purtroppo  noto  alle  cronache  quindi
facilmente  succede  questo,  ha capito? Però  io non me  lo
ricordo, non so proprio chi sia.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – ABRANDINI
DOMANDA  –  Lei  ha  riferito  di  una  sua  profonda  conoscenza  e
amicizia con il signor Viccei?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Lei  ha  riferito  che  frequentava  spesso  la  cellula
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
105
ascolana?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Il  signor  Viccei  non  le  ha  riferito  ancora  di  una
spartizione di  esplosivo  presso le  zone della Fonte del
Cliturno  alla  presenza  anche  di  rappresentanti  veneti  e
milanesi?
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  SANDRINI   -  E’
decisamente  suggestiva  la  domanda.  Cioè  questa  è
suggestiva al cento per cento Presidente, abbia Pazienza
Presidente.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma le Fonti del Cliturno, no.
RIPRENDE  IL  CONTROESAME  DELL’AVVOCATO  DI  PARTE  CIVILE  –
ABRANDINI
DOMANDA - E’ un paese, una località.
RISPOSTA  -   Comunque  non  ci  sono  problemi  perché  non  me  lo
ricordo.  Scusi,  per  caso  parliamo  di  qualcosa  in  cui
c’era Michelangelo Fiorari uno della Magliana?
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Le  domande.  Fa  lui  le  domande...
Le  parti  civili  hanno  altre  domande?  No.  Avvocato
Mascialino.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – MASCIALINO
DOMANDA – Lei mi conferma che Buzzi a lei personalmente non ha
mai riferito nulla in relazione alla strage?
RISPOSTA  –  Mi  pare  di  no,  anche  perché  ripeto  non  avevamo
avuto  il  tempo  di  entrare  in  estrema  confidenza.  Può
essere  qualche  battuta,  però  nulla  di  significativo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
106
insomma.
DOMANDA – In relazione a quanto lei ha dichiarato e a Buzzi e
Ordine  Nuovo,  questa  era  una  sua  deduzione,  perché  ne
parlava con Concutelli o...?
RISPOSTA – No, anche Buzzi questo me l’ha detto insomma.
DOMANDA  –  Lei  sa  che  questa  circostanza  non  l’aveva  mai
riferita, l’ha riferita qui per la prima volta?
RISPOSTA  –  Non  so  cosa  dirle  e  può  darsi  che  non  mi  sia  mai
stata  chiesta  in  maniera  esplicita.  Però  diciamo,
aspetti  voglio  dire  io  non  è  che  so...  Io  non  è  che
sapevo che Buzzi era di Ordine Nuovo da prima etc.
DOMANDA  –  No,  non  voglio  che  lei  me  lo  spieghi.  Le  facevo
semplicemente presente che è una cosa che lei non ha mai
riferito. Per quanto  le notizie relative  alla strage  di
Piazza  della  Loggia  lei  ha  detto  che  queste  notizie  le
sono arrivate prevalentemente da Latini?
RISPOSTA  –  Da  Latini?  Da  Latini  c’è  l’episodio  di  Ferri,  no,
prevalentemente da Gianni Guido.
DOMANDA – Prima gliene ha parlato Gianni Guido o prima gliene
ha parlato Latini?
RISPOSTA  –  Devo  fare  un  attimo  mente  locale.  Dunque  io  sono
andato  a  fare  il  processo...  Perché  io  purtroppo  con
Gianni  avevo  due  processi,  avevo  l’evasione  da  Latina  e
l’appello  del  Circeo,  che  ci  vedevamo  a  Roma  ma
Rebibbia,  ora  io  non  ricordo  se,  probabilmente  già  nel
1979  sì,  quindi  Latini  invece  è  più...  comunque  il
periodo  è  più  o  meno   dovrebbe  essere  quasi  lo  stesso.
Però ho difficoltà ora, capisce a datare chi dei due mi
ha  parlato...  Perché  le  circostanze  sono  due  diverse,
cioè,  vengo  ma  Rebibbia  per  un  processo  e  mi  incontro
con Gianni.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
107
DOMANDA  –  Le  faccio  presente  che  in  Corte  d’Assise  a  Brescia
lei  aveva  riferito  che:  “Quando  Guido  mi  parlò  della
strage  io  queste  cose  le  sapevo  già  e  le  avevo  sapute
dalla Latini”?
RISPOSTA – Allora ero più fresco di ricordo quindi sarà così.
DOMANDA  –  Per  quanto  riguarda  Cavallini,  Cavallini  le  ha  mai
fatto  delle  dichiarazioni  in  reazione  alla  strage  di
Brescia?
Ha  mai  attribuito  la  strage  di  Brescia  a  qualcuno  per  quanto
ne sa lei, per quanto ha detto a lei?
RISPOSTA – Non me lo ricordo. Sinceramente non me lo ricordo.
DOMANDA  –  Le  ha  mai  fatto  il  nome  di  Ferri  in  relazione  alla
strage di Brescia Cavallini?
RISPOSTA  –  Potrebbe  pure  essere  perché  comunque  sapevo  che
Ferri era... Però non mi ricordo, quindi...
DOMANDA – Che cosa sapeva lei?
RISPOSTA  –  Io  sapevo  che  Ferri  era  mandante  dell’omicidio
Buzzi  che  non  voleva  che  parlasse  sulla  strage  di
Brescia,  quindi  diciamo  sapendo  questa  circostanza
presumevo  che...  Poi  c’era  anche  una  storia  che  Ferri
era  stato  sospettato  inizialmente,   quindi  diciamo
Latini  mi  raccontava  che  Ferri  diceva:  “Me  la  sono
cavata proprio 29 e 30”. Ecco c’era una storia di questo
tipo.
DOMANDA  –  Per  cui  lei  non  ha  ricordo  di  questa  cosa  di
Cavallini,  nel  senso  che  sempre  nell’Assise  a  Brescia
lei  dice  questo:  “Cavallini  fa  questo  tipo  di  discorso:
(Ferri ha fatto la strage di Brescia”. Lei ricorda?
RISPOSTA  –  In  questo  momento  non  lo  ricordo  sinceramente.  Ma
guardi  siccome,  diciamo  sono  passati  25  anni,
logicamente  io  allora  venivo  da  quell’ambiente  quindi
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
108
alcuni  ricordi  per  esempio  de  relato  li  avevo  più
chiari.  E’  ovvio  che  oggi  diciamo  mi  posso  ricordare
anche  de  relato  e  la  lego  a  qualcosa  che  ho  vissuto.
Magari un discorso fatto così non lo posso più ricordare
a distanza di tanti anni. Mi dispiace.
DOMANDA – In che anno è nato lei?
RISPOSTA – Nel 1955.
DOMANDA - E’ stato arrestato?
RISPOSTA – Ottobre del 1975.
DOMANDA – Per la vicenda Circeo?
RISPOSTA – Per la vicenda Circeo.
DOMANDA  –  E  lei  ha  mai  riportato  condanne  relative
all’attività politica?
RISPOSTA  –  Sì.  A  14  anni  sono  stato  imputato  per  rissa  al
Tribunale  di  Minori  di  Roma.  Forse  difficile  da
rintracciare perché magari è stato cancellato. Però a 14
anni sono stato...
DOMANDA  –  Devo  farle  presente  che  il  12  aprile  del  1985  ha
dichiarato:  “Non  ho  compiuto  attività  di  rilievo  nella
militanza  politica  né  ho  subito  condanne  motivi
politici”.
RISPOSTA - Se ho detto questo ho detto una sciocchezza perché
ora le dico....
DOMANDA – Mentre ora lei dice la verità?
RISPOSTA – No, non ho detto che è la verità. E’ un fatto, cioè
si può controllare. Nel senso che...
DOMANDA – Quindi ha una condanna a 14 anni?
RISPOSTA  –  Sempre  nel  1972  sono  stato  imputato  di  minaccia  a
mano  armata  nei  confronti  dei  comunisti  che  attaccavano
manifesti, è un reato politico?
DOMANDA – Certo.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
109
RISPOSTA - Sempre nel 1970 sono stato imputato per una rissa
a  piazza  Verdi,  è  un  reato  politico  con  i  comunisti.
Chiamiamolo  reato.  La  stessa  rapina  dell’ottobre  del
1973 cui è stato condannato Ghira, che io non sono stato
condannato  perché  sono  andato  assolto,  però  oggi  posso
dire  di  avere  partecipato  quindi  non  ho  problemi  a
dirlo.  E’  un  collezionista  di  armi  era  per  motivi
politici.  Quindi  tutto  sommato  ho  avuto  delle
imputazioni  di  tipo  politico.  Forse  non  avrò  detto  non
ho  subito  condanne  per  motivi  politici,  quindi
effettivamente può che effettivamente non sia stato...
DOMANDA – Sono cose che lei si attribuisce voglio dire.
RISPOSTA  -   No,  non  mi   sono  state  attribuite.    No,  me  lo
faccia  chiarire  perché  sennò  poi  io...  Io  sono  stato
imputato, mica  me le  sono attribuite, mi  hanno  imputato
per rissa.
DOMANDA  –  Ho  capito.  Lei  confessato  anche,  a  un  certo  punto
lei inizia a collaborare?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – E ha confessato una serie di reati?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Ha confessato rapine?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Ha confessato anche degli omicidi?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Per  questi  omicidi  lei  ha  attribuito  anche  delle
responsabilità ad altre persone?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Anche a Gianni Guido?
RISPOSTA – Sì, anche a Gianni Guido.
DOMANDA – Questi omicidi a quando risalirebbero?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
110
RISPOSTA – All’epoca precedente all’ottobre del 1975 questi.
DOMANDA  –  Quindi  tra...  Ho  capito.  E  lei  è  stato  condannato
per questi fatti?
RISPOSTA  –  No,  perché  li  ho  confessati  venti  anni  dopo  in
pratica. E quindi era stato molto... Sarebbe stato molto
difficile  trovare  riscontri  e  prove.  Voglio  essere  più
sincero ancora. Poi siccome la Procura di Roma dove sono
andato  per  competenza  territoriale  sembrava  ben  poco
interessata,  si  immagini  se  non  interessava  a  loro
quanto  poteva interessare a me. Quindi  la cosa  è  finita
diciamo  in  linea  di  massima  in  una  serie  di
archiviazioni. Però aspetti non sono mai stato imputato,
non è mai stato detto che qualcosa non era vera.
DOMANDA – E’ stato condannato per calunnia?
RISPOSTA  –  No.  Ho  avuto  un’altra  storia  un  concorso  in
istigazione alla calunnia su una storia degli anni 1989,
su  una  cosa assolutamente ridicola  nel  senso  che  dicono
che io avrei attribuito...
DOMANDA – Chi lo dice?
RISPOSTA – Dice il Tribunale di Palermo che mi ha condannato a
quattro anni.
DOMANDA – Quindi è stato condannato?
RISPOSTA – Aspetti no, però le posso dire pure strappare e le
dico perché. Le spiego perché, perché non mi hanno dato
l’estradizione. Non me l’hanno potuto mettere neanche in
cumolo,  perché  quando  ero  Francia  ho  accettato
l’estradizione  su  tutti  i  reati,  meno  su  quella  in  cui
innocente  e  quindi  per  principio  della  specialità.
Aspetti non è finita, in più io sarei stato accusato che
avrei  istigato  uno  a  accusare  Salvo  Lima  nel  1989  che
ancora  c’era  il  governo  Andreotti  etc.  Oggi  Salvo  Lima
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
111
insomma...  Cioè  io  sarei  accusato  di  avere  istigato  a
una calunnia una cosa verissima.
DOMANDA – Comunque lei ha una condanna per...?
RISPOSTA – Sì, sì, comunque ho riportato questa condanna, però
è un caso proprio storicamente molto discutibile.
DOMANDA  –  Avrei  bisogno  di  leggerle  una  parte  di  un  suo
verbale  che  è  del  12  aprile  del  1985:  “Sono  stato
condannato  all’ergastolo  e  quindi  non  ho  avuto  né  ho
prospettive  di  trarre  vantaggi  dalla  mia  decisione  di
collaborare”.
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “La  decisione  quindi  è  stata  mossa  da  un  fatto  che
potrei  dire  con  termini  improprio:  morale  e  che  ora
spiegherò  meglio.  Io  ho  vissuto  gli  anni  della  mia
giovinezza  come  un  ragazzo  viziato,  vissuto  in  mondo
irreale  quasi  avulso  dalla  realtà.  E  vorrei  dire  della
stessa  umanità  degli  altri  ritenendomi  io  tutto  e  gli
altri niente”.
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA  –  “Ho  concluso  la  mia  giovinezza  con  un  delitto  che
non esito ora a chiamare ripugnante”.
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA – “Che ora rinnego”.
RISPOSTA - Certo.
DOMANDA – “Anche se l’espressione è ridicola perché il delitto
l’ho  commesso  e  mi  sento  impotente  dinanzi  a  questa
realtà”?
RISPOSTA – Certo.
DOMANDA – “Con il passare degli anni la maturità conseguita e
la  vita  carceraria  mi  hanno  portato  a  riconoscere
l’umanità  negli  altri  e  sentirmi  vicino  a  quanti  erano
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
112
con  me  detenuti.  Ho  cominciato  a  scoprire  gli  altri  e
gradualmente anche quelli fuori dal carcere”?
RISPOSTA – Certo.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Ma  è  una
contestazione? Cosa è?
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – MASCIALINO
DOMANDA  -   Volevo  sapere  che  cosa  ne  pensava  oggi:  “Mano  a
mano che prendevo coscienza di questa realtà, da un lato
mi  sentivo  schiacciato  da  quello  che  avevo  commesso  e
dalla  realtà  che  mi  circondava,  dall’altro  cominciavo  a
rendermi  conto  che  verso  la  società  non  avevo  solo
diritti ma anche doveri”?
RISPOSTA – Sì. E’ esattamente quello che penso.
DOMANDA – Che pensa anche oggi?
RISPOSTA – Lo penso anche oggi. Lei so che mi potrà dire: però
Izzo  però lei ha  commesso altre cose. Mi  contesterà che
ho commesso altri reati.
DOMANDA – No, non le dico niente, non è necessario.
RISPOSTA  -   No,  ma  sicuramente  è  giusto  questo  ragionamento
però  le  posso  dire  una  cosa,  a  volte  la  volta  è
complicata.  Nel  senso  che  uno  parte  con  un’idea,
sicuramente  io  nel  2002  quando  sono  uscito  dal  carcere
l’ultima volta, ero partito con l’idea di non commettere
più  alcun  tipo  di  reato,  di  comportarmi  bene.  E
purtroppo  cosa  è  avvenuto?  Che  un  po’  per  megalomania,
un  po’  per  circostanze  che  mi  sono  messo  a  fare  dei
passi più lunghi della gamba etc. Mi sono trovato in una
serie  di  problemi,  di  guai  e  sotto  pressione  è  venuta
fuori  una  parte  che  io  pensavo  di  avere  messo  sotto
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
113
controllo  negativa,  cioè  la  mia  parte  violenta.  Ho
cominciato   le  cose.  Ogni  ostacolo,  ogni  cosa  la
cominciavo  di  nuovo  a  rivedere  come  nemici.  Si  è
ricreata in me un’idea di inimicizia nei confronti della
società.  Un’idea  sbagliata  che  mi  ha  portato  a
commettere,  guardi  che  dico  pure  questo  così  le  do
un’anticipazione,  io  non  ho  commesso  solo  l’omicidio  di
Ferrazzano in questi anni, ho commesso anche altri reati
anche  gravi.  Poi  un  giorno  magari  che  deciderò  di
collaborare ne  parlerò. Però  quello che le  posso  dire è
questo  che  ciò  non  inficia  minimamente  quello  che  io
pensavo  e  non  inficia  quello  che  oggi  penso.
Semplicemente  sono  una  persona  che  è  ricaduta  in  un
errore. Gravissimo  però questi  sono i fatti.  Questo non
inficia  che  io  in  tutta  sincerità  in  quel  momento  la
pensavo in quella maniera.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASI
DOMANDA  -   Allora  completo  la  lettura  che  le  stava  facendo
adesso  la  collega  solo  perché  lei  è  tornato  su  questa
questione,  non  perché  la  collega  sia  stata  incompleta.
Ma anche il 14 aprile del 2000 in Corte d’Assise strage
di  Piazza Fontana,  la domanda era sempre  la stessa, lei
risponde: “No, perché sono ancora detenuto. Non ho avuto
nessun  tipo  di  beneficio.  Questa  è  stata  la  mia  scelta
iniziale.  Le  devo  dire  la  verità  in  seguito  sono  stato
ancora  più  convinto.  Oggi per esempio sono  ancora molto
più  convinto  di  questa  scelta  e  in  certo  senso  sono
anche  contento  di  fare  la  mia  galera,  di  pagare  i  miei
debiti con la giustizia, non è che voglio fare il santo.
Mi  piacerebbe uscire  stasera  però ciò non toglie  che  mi
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
114
vada  bene  anche  questo  discorso,  cioè  per  me  è  una
scelta  e  in  un  certo  senso  faccio  come  scelta,  proprio
mio di persona”.
RISPOSTA  -   Senta  io  ho  fatto  35  anni  di  carcere,  no?  Le
persone...
DOMANDA – Signor Izzo le domande gliele faccio io. Adesso lei
ha parlato con...
RISPOSTA - No, pensavo mi avesse contestato questo. No, no, a
posto.
DOMANDA  –  Allora,  i  fatti,  gli  ultimi  fatti,  tra  le  vittime
c’è anche una ragazza di 14 anni?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – La madre di questa ragazza?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Altri reati a cui lei faceva cenno in questo momento
non  intende  confessarli,  quindi  ci  sarebbero  altre  cose
con le quali la giustizia oggi potrebbe...?
RISPOSTA  –  Ma  non  è  questa  la  sede  sicuramente,  no?
Probabilmente,  quando  sarà  il....  Quando  sarò...  Però
non è questo il problema. Io quello che volevo dirle...
DOMANDA – Le domande le faccio io.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  C’è  una  norma  che  tutela  il
testimone  che  nel  caso  faccia  dichiarazioni...  Io
richiamo  solo  l’osservanza  di  questa  norma.  Poi  se  il
teste  può  dire  quello  che  vuole  su  questo  punto  che
riguarda eventuali commissioni di fatti reato.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - DE BIASE
DOMANDA  –  A  me  non  interessa,  io  le  sto  chiedendo  se  lei  mi
conferma  che  ha  delle  riserve  rispetto  a  sue
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
115
responsabilità  che  non  intende  evidentemente,  rispetto
alle quali non intende rendere nessuna...?
RISPOSTA  –  Non  ho  detto  che  non  intendo  rispondere.  Intendo
rispondere  nel  momento  in  cui...  Cioè  con  tutte  le
garanzie, con tutte le situazioni e davanti e nelle sedi
opportune,  no?  Però quello  che  volevo dire, il  concetto
era  un  altro,  io  l’ho  detto  per  fare  una  sparata,  l’ho
detto  semplicemente  per  dirle  che  io  non  ho  nessuna
difficoltà  a  ammettere  che  diciamo  sono  un  tipaccio
forse,  però  quello  che  voglio  dire  è  che  ciò  non
toglie...  Innanzitutto,  ovviamente  se  io  sono  a
conoscenza,  anche  la  vita  che  facevo  prima  insomma
quanto  ho  raccontato  qua  non  è  che  siano  sempre  cose
commendevoli, ora uno ne parla a distanza di tanti anni,
anche scherzando, ridendoci sopra magari. Però quando...
DOMANDA – Noi ridiamo molto poco....
RISPOSTA - Non è che di per sé un’attività... Voglio dire non
mi sento, certo non è che ero un angioletto anche se ero
un angioletto sicuramente non ero a conoscenza di queste
cose.  Che  io  tutto  questo  lo  rinnego  e  tuttora  ed  ero
deciso  a  rinnegarlo anche qualche anno  fa,  poi  che  cosa
le posso fare? Purtroppo, mi sono fatto prendere la mano
da una certa situazione. Lei per esempio mi parla di una
signora. Quella signora lo sa che vendeva sua figlia ai
suoi amanti, la figlia quando aveva otto, nove anni?
DOMANDA – Stiamo parlando di due persone che lei ha ucciso...
RISPOSTA - E’ negli atti processuali, non è che... Quindi poi
le cose bisognerebbe conoscerle per potere parlare.
DOMANDA – Con riferimento a questo ultimo procedimento è stato
sottoposto a perizia psichiatrica?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
116
RISPOSTA – Sì. Sono stato dichiarato sano di mente, sì.
DOMANDA – Lei è stato dichiarato sano di mente?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Benissimo. E allora veniamo un po’ alle questioni di
questo  processo.  Le  rammostro  Presidente,  per  tutte  le
parti,  è  una  foto  che  abbiamo  tratto  dal  fascicolo
processuale si trova in G A 101, fascicolo 6, pagina 656
è  un  documento  prodotto  dalla  difesa.  Io  le  rammostro
adesso questa fotografia.
A questo  punto  viene  rammostrata  al teste fotografia  prodotta
dalla difesa.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - DE BIASE
DOMANDA – Sa dirmi chi è?
RISPOSTA  –  Sì,   sì  lo  so  perché.  Allora   qui  c’è  una  lunga
storia,  sì  è  Delfo  Zorzi.  Ma  lo  so,  ma  non  è  che  lo
riconosco come Delfo Zorzi perché qui è un problema. Io
questa fotografia l’ho vista, però il Delfo Zorzi che ho
conosciuto  io  che  è  Delfo  Zorzi  comunque,  non  gli
somiglia  granché.  Era   molto  miope,  questo  sembra  un
gran  bel  ragazzo  insomma.  Delfo  Zorzi  non  era,   quello
che  ricordo  io,  quindi  non  so  a  quando  risale  questa
fotografia.
DOMANDA – Quindi non è questa la foto che lei ricorda?
RISPOSTA - Ne ho parlato. Una volta mi è stato chiesto ed io
ho  detto:  “Guardi  io  sono  certo  di  conoscerlo,  e  non  è
che  ci  possono  essere  tanti  Delfo  Zorzi,  però  la
fotografia è quella pubblica solitamente il giornale. Mi
hanno fatto vedere sa con la maglia tirolese etc.. Io in
quella fotografia non lo riesco a riconoscere perché era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
117
tutto  un  altro  tipo.  Io  l’ho  conosciuto  bassetto,
grassottello,  miope  in  una  maniera  impressionante.
Quindi  forse  risale  ad  un’epoca....  Questa  fotografia
insomma sembra un attore di Hollywood.
DOMANDA – Alto o basso, come lo ricorda lei?
RISPOSTA – Bassetto io me lo ricordo. Più o meno come me.
DOMANDA – Quanti anni poteva avere quando l’ha conosciuto lei?
RISPOSTA – Mi fa una domanda che non glielo so dire perché...
Penso comunque era laureato, quindi...
DOMANDA – Era già laureato?
RISPOSTA  –  Era  già  laureato  credo  o  quanto  meno  era  in
procinto  di  laurearsi  insomma,  comunque  aveva  fatto
l’università  a  Napoli.  Perché  io  l’ho  conosciuto  che
faceva  l’università  a  Napoli,  quindi  penso  che  sia  già
un ragazzo di 27, 28 anni.
DOMANDA – Era già stato in Giappone?
RISPOSTA  –  So  che  aveva  un  commercio  di  argento  con  il
Giappone,  questo  lo  so  con  un  romano,  però  non
ricordo...  Ricordo  vagamente.  Però  non  so  se  lui
effettivamente era già stato in Giappone. Ricordo questo
particolare.
DOMANDA – Ricorda questo commercio d’argento?
RISPOSTA – Ricordo che me ne hanno parlato, però non ricordo,
non  so  se  me  ne  ha  parlato...  No,  lui  non  me  ne  ha
parlato  sicuramente,  so  che  aveva  un  commercio  di
argento con il Giappone.
DOMANDA  –  Quindi  l’ha  conosciuto  lei  aveva  già  questa
attività?
RISPOSTA  –  Non  lo  so.  Cioè  ora  mi  risulta  difficile.  Sto
pensando  questo,  non  lo  so.  Può  darsi  che  l’appreso  a
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
118
posteriori.  Non  lo  poso  dirlo  con  sicurezza.  Non  lo  so
se era già andato in Giappone. Mi fu detto pure che era
dentro,  no  aspetti,  ancora  aveva  interessi  in  Italia  e
in  quel  periodo  lui  aveva  fatto  una  manovra  entrista
dentro la Democrazia Cristiana, qualcosa del genere.
DOMANDA  –  Quindi  lei  non  riesce  a  ricordarsi  se  fosse  già
stato in Giappone?
RISPOSTA – No, perché ripeto poi, l’ho conosciuto così, non è
che avevo un  rapporto stretto con lui quindi  non... Poi
sa,  a  distanza  di  tempo  siccome  apprendi  tante  cose,
diventa  difficile  ricordarti  quello  che  hai  appreso
diciamo a posteriori magari.
DOMANDA  –  Perché  vede  ci  sono  diverse  cose  che  non  tornano
rispetto a quello che lei ha detto la scorsa udienza qui
davanti  alla  Corte  d’Assise.  Allora  lei  ci  ha  detto  di
avere  conosciuto  il  signor  Delfo  Zorzi  che  è
soprannominato?
RISPOSTA – Samurai.
DOMANDA  -  Samurai  benissimo.  Allora  vedo  che  ricorda,  in
occasione del funerale di Falvella.
RISPOSTA - Faldella Carlo.
DOMANDA  –  Carlo,  perfetto,  7  luglio  del  1972  questa  data  le
dice qualcosa?
RISPOSTA – Sarà quando è morto Faldella probabilmente.
DOMANDA  –  7  luglio  del  1972  glielo  dico  io.  Quindi  lei  è
sicuro che la sua conoscenza...?
RISPOSTA  –  No,  ho  già  detto  l’altra  volta  mi  pare  che  sia  in
occasione  del  funerale  di  Faldella,  però  insomma  si
rende conto quanto è passato, insomma?
DOMANDA  –  Io  mi  rendo  conto,  la  scorsa  udienza  lei  ha  detto:
sono sicurissimo.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
119
RISPOSTA  -   No,  non  ho  detto  sono  sicurissimo.  Possiamo
controllarlo, eh! Non ho detto sono sicurissimo.
DOMANDA – Aspetti che leggiamo perché non voglio...
RISPOSTA - Ho detto: mi pare al funerale di Carlo Faldella.
DOMANDA  –  Allora:  “Ho  conosciuto  anche,  so  che  è  imputato  in
questa  occasione  Delfo  Zorzi,  in  occasione  del  funerale
di  Falvella  a  Salerno  in  un,  mi  pare  o  comunque  in
occasione  di  un  funerale  mi  è  stato  presentato  che
studiava  già  a  coso  di  Napoli,  come  si  chiama,
l’Istituto  di  Arte  Orientale”.   Le  chiedono:  “In  che
anno?”.   “In  quegli  anni  là,  ora  non...  Penso  1971.
1972.  In  quando  quegli  anni  là,  comunque”.  E  poi  per
essere completi dunque...
RISPOSTA  -   O  al  funerale  di  Falvella  o...  Non  ho  detto  al
cento  per  cento,  comunque.   Perché  al  funerale  di
Faldella  questo  è  impossibile,  questo  mi  vuole
contestare?
DOMANDA – Abbastanza. E comunque non coincide...
RISPOSTA - Allora non sarà stato al funerale di Faldella.
DOMANDA  –  E  comunque  non  coincide  quello  che  lei  aveva  già
detto.
RISPOSTA - Perché?
DOMANDA – Perché lei rispondendo, adesso le dico a chi, allora
siamo  nel  1984,  il  23  di  aprile,  davanti  al  dottor
Lombardi,  le  chiedono  del  Samurai  e  lei  dice,  la  frase
inizia  così:  “Nulla  so  di  preciso  di  eventuali  rapporti
tra  Carlo  Maria  Maggi  e  Dantini.  Certamente  si  sono
conosciuti  ma  non  posso  dire  altro.  Conosco  di  nome
Delfo Zorzi in  quanto Dantini me  ne parlava spesso  come
di un intimo amico”.
RISPOSTA  -   Forse  mi  sarò  espresso  male,  perché  al  dottor
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
120
Lombardi  poi  ho  parlato  della  mia  permanenza  in  una
villa in Veneto.
DOMANDA – Benissimo.
RISPOSTA - Quindi come posso avere detto questo?
DOMANDA  –  E’  esattamente  quello  che  le  avrei  letto  fra  un
secondo, quando lei riparla del Samurai invece descrive,
ma  questa  volta  siamo  davanti  al  dottor  Meroni,  e  il
verbale...
RISPOSTA - Dottor, scusi?
DOMANDA  –  Meroni,  Pubblico  Ministero  della  strage  di  Piazza
Fontana,  13  maggio  del  1997,  c’era  anche  la  dottoressa
Pradella?
RISPOSTA – Ah, allora, probabilmente sì, sì.
DOMANDA  –  Benissimo.  Allora  a  proposito  del  Samurai  dice
appunto:  “Io  ho  visto  Samurai  forse  prima
dell’episodio...”. No, ce ne è un altro: “Allora Dantini
parlava  di  questo  Samurai  come  dell’unica  persona  del
gruppo  Veneto  di  cui  aveva  grande  considerazione.  Anzi
ho  avuto  l’impressione  che  Dantini  avesse  un  certo
timore  di  questa  persona.  Successivamente...”.  Va  bene
questo  è  un  altro  discorso.  “Io  ho  visto  Samurai  forse
prima  dell’episodio  descritto  e  certamente  dopo”.  No,
aspetti che le trovo...
RISPOSTA - Mi sembra che dico sempre le stesse cose, scusi.
DOMANDA  –  Allora  siamo  partiti  con  lei  che  lo  incontra  a
questo  funerale.  Le  ho  letto  un  verbale  dove  le  dico,
signor Izzo mi segua che parlo io.
RISPOSTA - La seguo, la seguo.
DOMANDA – Benissimo. Poi le ho letto un verbale dove lei dice
che  ha  conosciuto  solo  per  nome  il  dottor  Delfo  Zorzi.
Adesso le stavo leggendo due episodi, perché lei dice di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
121
averlo  conosciuto  in  due  occasioni  in  cui  invece  l’ha
incontrato, ci è andato a cena. Ma se vuole dirci lei di
questa cosa?
RISPOSTA  –  Gliela  spiego  benissimo.  Allora  questa  è  la
contestazione, posso rispondere?
DOMANDA – Certo.
RISPOSTA - Allora io probabilmente quella cosa lì che non lo
conosco....  Già  ho  chiarito  in  maniera,  che  non  è  che
confidenza  o  che  lo  conosco  bene,  questo.  Quindi
probabilmente  mi  sarò  espresso  in  quell’occasione.
Ovviamente non posso avere detto a un giudice lo conosco
di  vista  e  poi  immediatamente  dopo  racconto  degli
episodi  in  cui  sono  stato  insieme.  Quindi  evidentemente
mi sono espresso, non dico che il verbale è fatto male,
probabilmente mi sarò espresso male io. Però è evidente,
oggi  ho detto per la  prima  volta, effettivamente  perché
così  mi  ricordo,  che  forse  la  prima  conoscenza  l’ho
avuta  in  occasione  di  un  funerale.  Mi  pareva  di
ricordare  che  siccome  era  un  funerale  di  un  camerata,
sicuramente  presumevo  fosse  quello  di  Faldella.  Anche
nel  verbale  che  lei  ha  letto,  l’ha  letto  in  questo
momento,  dicevo:  o  a  quel  funerale  o  a  un  altro
funerale,  quindi  non  ero  sicuro  di  questa  circostanza.
Ripeto, comunque che io abbia conosciuto, poi oltretutto
non  è  che  l’accuso  di  niente,  quindi  il  fatto  che
l’abbia  conosciuto  è  una  cosa  abbastanza  pacifica.  Cioè
non vedo perché dovrei dire...
DOMANDA  -    Completo.  Siccome  lei  la  scorsa  udienza,  così  le
leggo  anche  il  verbale  della  scorsa  udienza,   ha  detto
parlando  appunto  del  Samurai,  il  Pubblico  Ministero  le
chiede:  “Vediamo  di  dire  cose  precise.  Lui  l’ha
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
122
conosciuto  –  stiamo  parlando  del  Samurai  vale  a  dire
Delfo Zorzi?” “Sì l’ho conosciuto anche benino”.
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – “Diceva prima a questo funerale?” “Di persona l’ho
conosciuto al funerale”.
RISPOSTA - La prima volta diciamo.
DOMANDA – Quindi adesso il funerale lo ricorda?
RISPOSTA – Io credo di avere conosciuto personalmente, cioè la
prima  volta  che  l’ho  visto  è  stato  in  occasione  di  un
funerale  che  mi fu  presentato.  Poi  in seguito,  cioè una
cosa...  Io  presumevo  fosse  il  funerale  di  Faldella
perché era un funerale di un camerata giù a Salerno. Può
essere  che  sia  stato  un altro funerale, ora non...  Però
voglio  dire...  ma  infatti  non  vedo  perché  avrei
dovuto...  Cioè  ho  detto  un  particolare  che  mi  è  venuto
in mente, non vedo perché avrei dovuto mentire.
DOMANDA – Signor Izzo, lo stiamo approfondendo.
RISPOSTA - Sì, sì, mi dica.
DOMANDA  –  Arriviamo  al  dopo.  Allora  lei  dopo  dice,  quindi  mi
riparla di questo funerale e poi dice: “In seguito però
l’ho  conosciuto  meglio  nel  1973  per  questione  della
villa che sono stato ospite”.
RISPOSTA - Scusi ma il funerale? Quindi io ho già parlato del
funerale. Non ne ho parlato qui per la prima volta.
DOMANDA – No, io le sto leggendo il verbale stenotipico della
scorsa udienza.
RISPOSTA – Ah, scusi allora, scusi.
DOMANDA – Quindi stiamo parlando di quello che lei ha detto...
RISPOSTA - Scusi, pensavo che era un vecchio verbale.
DOMANDA  –  Sempre  la  scorsa  udienza,  lei  ha  aggiunto:  “L’ho
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
123
conosciuto  meglio nel 1973  per  la questione della villa
che  sono  stato  ospite  alcuni  giorni  con  Ghira  in  una
villa veneta e lì l’ho conosciuto meglio”.
RISPOSTA - Esatto.
DOMANDA  –  “Ma  aveva  fama  pure  che  era  infiltrato  dentro  la
Democrazia  Cristiana,  qualche  storia  del  genere  in  quel
periodo,  che  se  la  faceva  con  un  onorevole
democristiano,  non  so  che  stava  combinando”.  Riesce  a
collocare meglio nel tempo quando ciò sarebbe avvenuto?
RISPOSTA  –  Sì,  questo  posso  essere  precisissimo.  Parliamo  di
marzo, aprile del 1973.
DOMANDA – E io le dicessi che il dottor Zorzi era in Giappone?
RISPOSTA – Non poteva esserci.
DOMANDA – E’ documentale guardi.
RISPOSTA - Ci sarà qualche cosa, qualche trucchetto.
DOMANDA – Allora lo lasceremo decidere alla Corte.
RISPOSTA - Deciderà la Corte.
DOMANDA  –  Se  il  trucchetto  è  nei  documenti  o  in  qualche
altra...
RISPOSTA - Niente di più facile.
DOMANDA – Con riferimento al dottor Maggi, io qui non le cito
la  pagina  del  verbale  perché  me  lo  ero  annotato  con
precisione, lei mi confermi se è vero, che lei seppe da
Freda  che  il  dottor  Maggi  aveva  fama  di  essere  un
bombarolo?
RISPOSTA – Sì, sì, credo di sì.
DOMANDA - Ecco vogliamo collocare nel tempo questa confidenza
di Freda riferita dal dottor Maggi?
RISPOSTA – Sì, lo possiamo... io credo 1979, 1980 più o meno.
DOMANDA – Come scusi?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
124
RISPOSTA – 1979, 1980 suppongo.
DOMANDA – 1979, 1980?
RISPOSTA – Sì. Carcere di Trani.
DOMANDA – E lei mi sta riferendo quando glielo disse Freda.
Adesso  le  chiedo:  a  che  epoca  questa  confidenza  di  Freda
rispetto a Maggi, a quale periodo si riferiva? Nel senso
che  lui  diceva  che  Maggi  aveva  fama  di  essere  un
bombarolo, quando?
RISPOSTA  –  Nei  periodi  precedenti  ovviamente.  Cioè  parliamo
del periodo delle bombe insomma. Insomma della strategia
della tensione.
DOMANDA – Guardi siccome lei in epoche passate è stato preciso
sul  punto,  se  riesce  a  ricordare  sennò  le  leggo  il
verbale.
RISPOSTA - Mi legga il verbale.
DOMANDA  –  Allora  lei  dice,  la  domanda  è  appunto  quella  della
ideologia  stragista,  il  verbale  è  quello  in  Corte
d’Assise  Venezia  il  24  ottobre  del  1988,  è  la  pagina  5
scritto  a  penna:  “Ritengo  che  quanto  riferito  sul  conto
di  Maggi  e  la  sua  strategia  stragista,  risalisse  agli
anni  1969  e  1970  dato  che  poco  dopo  lo  stesso  Freda
venne arrestato”?
RISPOSTA – Sì, probabilmente questo fatto qua è del 1971, sì,
quindi probabilmente erano discorsi precedenti certo.
DOMANDA  –  Quindi  con  questo  processo  quello  che  lei  ha
riferito alla scorsa udienza?
RISPOSTA – E’ un po’ una forzatura avvocatessa, mi scusi.
DOMANDA  –  E’  una  forzatura,  però  vede  siccome  lei  parla  di
bombaroli in generale ci fa piacere...
RISPOSTA  -   Mi  perdoni,  se  io  sono  di  ideologia   stragista
stabilire che io  sono di  ideologia  stragista  nel  1969 e
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
125
poi dice: va bene nel 1974...
DOMANDA  –  No,  no.  Io  le  sto  chiedendo  la  confidenza  fatta  da
Freda  a  che  epoca  si  riferisce?  Non  le  ho  chiesto  di
fare  nessun  tipo  di...
RISPOSTA - No, siccome lei mi fa una contestazione, io
le dico che la contestazione...
DOMANDA – Siccome la volta scorsa le è stata fatta la domanda.
RISPOSTA  -   Lei  si  rende  conto  che  non  sta  in  piedi,  no?
Scusi, cioè se io...
DOMANDA  –  A  proposito  di  questa  ideologia  che  propugnava  il
dottor Maggi, le chiedo se lei ha mai saputo di un ruolo
operativo del dottor Maggi?
RISPOSTA  –  No,  anzi  le  ripeto,  effettivamente  al  di  là  del
fatto,  l’ho  detto  anche  l’altra  volta,  Maggi  aveva  fama
di  essere  una  persona  straordinariamente  liberale  nel
senso  non  liberale  politico,  nel  senso  che  curava  i
poveri,  aveva  questa  fama  di  essere  una  persona
estremamente buona. Infatti, proprio questo lo mettevano
in  contrasto  con  la  questione  che  fosse  invece  un
sanguinario  da  un  punto  di  vista,  cioè  come  persona
avesse  questo  tratto  appunto  liberale  e  invece  avesse
questa ideologia così fortemente stragista.
DOMANDA – Bene, grazie. Ha mai sentito riferire di Maggi come
di  depositario  o  co-  depositario,  co-  detentore  di
esplosivi e di armi?
RISPOSTA  –  Non  ricordo  in  maniera  precisa.  Però  dottoressa,
cioè  anche  in  questo  caso  la  domanda  è  suggestiva,  nel
senso che comunque il gruppo Veneto...
DOMANDA – Non è suggestiva per nulla.
RISPOSTA  -   Sì,  però  glielo  devo  dire,  perché  se  parliamo...
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
126
(incomprensibile  per  sovrapposizione  di  voci)  Glielo
voglio  dire  nel  senso  che  il  gruppo  Veneto  era
depositario di armi, Maggi era uno dei leader del gruppo
Veneto.  Ora  che  materialmente...  Conta  poco  se  io
materialmente  ho  sentito  dire  che  quel  giorno  in  casa
c’era una pistola o aveva una cosa... Questo logicamente
non  potrei  dire  di  Zorzi,  né  di  Fachini,  cioè  di
chiunque me lo chiede, lei dice le risulta... Digilio so
perché Digilio mi raccontò che aveva preparato la bomba,
quindi  c’era  questo  particolare.  Le  faccio  notare  che
l’ho  detto  nel  1984  molto  prima  che  lo  confessasse  a
proposito di credibilità.
DOMANDA  –  Le  contesto  il  verbale  sempre  lo  stesso  dove  lei
ebbe  a  dire:  “Non  ho  sentito  riferire  di  Maggi  come
depositario o co- depositario di esplosivi e di altro”.
RISPOSTA - Ho detto il contrario mi perdoni.
DOMANDA  –  No,  ha  introdotto  delle  circostanze  di  cui  qui  non
aveva  riferito  ed  io  glielo  faccio  notare.  Altra
questione...
RISPOSTA - Mi perdoni quali sarebbero queste circostanze.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Lasci stare, questa è una chiosa a
una normale domanda. Avanti.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - DE BIASE
DOMANDA  –   Allora  con  riferimento  al  gruppo  Veneto,  questa
domanda  io  credo  di  rifargliela  perché  probabilmente  ha
già risposto la volta scorsa, ma me ne scuso se è così.
Volevo  sapere  chi  lei  individua  come  figura  preminente
del gruppo Veneto?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
127
RISPOSTA – Io probabilmente sbagliando, ho presumevo la figura
preminente  fosse  Fachini,  però  questo  dipende  dal  fatto
che  Fachini  aveva  rapporti  più,  diciamo  non
necessariamente la gerarchia interna in Veneto io la so.
Cioè, nel senso che logicamente se Fachini arriva a Roma
a  rappresentare  il  gruppo  Veneto,  io  presumevo  Fachini
fosse...  Però  ciò  non  toglie  che  non  ho  idea  di  quale
sia  la  gerarchia  interna  vera  del  gruppo  Veneto.  Freda
mi  disse  per  esempio  che  molti  lo  consideravano  almeno
di  fama  per  il  suo  atteggiamento,  per  suo...  Freda  mi
disse: “No, ma io al massimo potrei fare l’ambasciatore.
Io sono uno che si presenta bene ma in realtà non ho...
Pure  Pozzan  era  sopra  di  me”.  Quindi  questo  le  posso
dire, però...
DOMANDA – Non ho capito. Chi poteva fare l’ambasciatore?
RISPOSTA – Freda parlando, cioè consideravamo Freda il capo. E
Freda  mi  disse:  “Ma  quale  capo?  Io  al  massimo  posso
essere un ambasciatore. Cioè mi presento bene”.
DOMANDA – Quindi per confermarle il ruolo di Fachini in questo
senso?
RISPOSTA  –  Sì.  E  mi  disse  pure  Pozzan,  lui  mi  confermò,  mi
disse che Pozzan che era una figura indubbiamente... che
se  paragoniamo  Pozzan  a  Freda  all’apparenza  anche  il
comportamento  processuale  etc.  sono  proprio  totalmente
diversi.  Mentre  Fachini  per  esempio  aveva  questi
atteggiamenti,  non  so,  restava  in  piedi  alla  mattina...
Si  levava i guanti, non so, faceva  persino... Era molto
frediani  come  modi.  Lui  disse  che  Pozzan  era  sopra  di
lui all’interno del gruppo veneto.
DOMANDA  –  Sempre  a  proposito  di  questo  ruolo  di  Fachini
conferma da Concutelli ne ha mai avute?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
128
RISPOSTA  –  Che  Fachini  era  un  personaggio  di  grande  peso
all’interno  del  gruppo  Veneto  sicuramente  l’ho  avuto  da
Calore,  da...  Ma  anche  lo  stesso  Giusva  Fioravanti  nel
momento  che  racconta  che  ospita...  Sicuramente  era  una
figura preminente, però ora onestamente, cioè avendo una
maggiore  conoscenza,  avendo  una  maggiore  cosa,  la
considero  io  una  figura  preminente.  Però  ripeto  io  non
conosco  le  gerarchie  interne  al  gruppo  Veneto,  quindi
che  era  un  gruppo  ripeto  molto  compartimentale,  molto
chiuso insomma.
DOMANDA – Le ultime due domande, la prima che l’ho dimenticata
rispetto  a  prima,  lei  ha  subito  condanne  per  vicende
legate a traffici di sostanze stupefacenti?
RISPOSTA – Sono stato imputato due volte. Sì, ho subito anche
una  condanna  sì.  Le  posso  dire  pure  questo,  sono  stato
anche imputato adesso traffico internazionale negli anni
ed ero colpevole ma sono stato assolto.
DOMANDA – E stupri di gruppo?
RISPOSTA  –  Stupri,  sì,  sì.  Condanne  aspetti,  ho  anche  subito
una condanna sì. Però ne ho fatti molti di più di quelli
che poi sono stato condannato.
DOMANDA  –  Mi  consenta  di  farle  questa  per  capire,  queste
vicende per cui lei è stato condannato, hanno un qualche
collegamento  con  la  sua  ideologia  rivoluzionaria,  cioè
c’è un legame tra il suo modo di pensare e questi reati
di cui...?
RISPOSTA  –  Allora,  un  legame  diretto  certamente  non  possiamo
considerarlo  che  la  politica  c’entri.  Però  in  qualche
maniera c’entra nella misura in cui io vedevo me stesso
come  un  guerriero  che  quindi  rapinava,  che  stuprava,
che  ammazzava,  questa  era  l’immagine  che  avevo  di  me.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
129
Un’immagine  assurda  però  quest’era  l’immagine  che  io
avevo  di  me.  Quindi  io  ho  pensato:  per  secoli  i
guerrieri entravano nelle città e violentavano le donne.
Lo  so  che  è  una  cosa  orribile  a  dirsi,  però  questo  era
il  mio  pensiero  di  allora.  Assolutamente  oggi  ne  sono
ben lontano da questo modo di ragionare ma da moltissimo
tempo.
DOMANDA  –  Lei  sa  se  Fachini  si  sia  stato  imputato  per  la
strage di Piazza Fontana?
RISPOSTA – Sì, è imputato e credo assolto.
DOMANDA – E appunto, e sa perché è stato imputato?
RISPOSTA  –  Penso,  anche  allora,  se  qui  chiediamo  la....  I
cosiddetti  collaboratori  raccontano  fatti  poi  le
imputazioni le fanno i giudici.
DOMANDA – Chiaro.
RISPOSTA  -   Quindi  logicamente...  Perché  io  voglio  dire  sono
stato  su  cento  processi,  novanta  volte  quelli  che  ho
accusato  sono  stati  condannati,  le  potrei  ribattere.
Però  ripeto  come  non  è  merito  mio  quando  sono  stati
condannati,  non  è  neanche  demerito  mio  quando  vengono
assolti.
DOMANDA  –  Quindi  era  stato  imputato  a  seguito  delle  sue
dichiarazioni?
RISPOSTA – Non credo a seguito delle mie dichiarazioni, forse
anche con il  contributo delle mie dichiarazioni,  ma non
credo proprio a seguito delle mie dichiarazioni.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI
DOMANDA – Ho alcune da cose da chiederle, sono alla sinistra.
RISPOSTA - Anche io oggi sono a sinistra.
DOMANDA – Senta, per quanto riguarda i fatti di Ferrazzano, è
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
130
definitiva la condanna oppure no?
RISPOSTA – E’ definitiva sì.
DOMANDA - Quindi un secondo ergastolo che lei ha...?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Per cui lei ha riportato condanna?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Tornando  invece  al  fatto  a  cui  lei  ha  fatto  cenno,
ossia  la  condanna  per  calunnia  a  quattro  anni,  lei
ricorda chi firmò la richiesta di rinvio a giudizio?
RISPOSTA  –  Non  è  stato  Falcone.  Questo  è  una  palla
giornalistica.  Lei  mi insegna perché  è  Avvocato io  sono
un  misero  studente  di  legge,  che  quando  subentra  il
procuratore  capo  nell’inchiesta,  i  sostituti  non  hanno
più...  E’  il  procuratore  capo  che  ha  responsabilità.
Quindi  io  sono  stato  interrogato  da  Gianmanco,  e
rinviato  a  giudizio  dal  dottor  Gianmanco  che  poi  si  è
dovuto  dimettere  perché  era  amico  dell’amico  di  Salvo
Lima, là come si chiama... Quindi ecco come è andata la
cosa.  Falcone  ha  interrogato  effettivamente  ma  è  una
palla  giornalistica  o  anche  di  qualche  magistrato  che
vuole fare apparire: ammazza Falcone come ci vedeva? Che
Falcone  c’entri.  Falcone  è  semplicemente  uno  dei  tanti
giudici  del  pool  che  ha  fatto  anche  quell’inchiesta,
l’inchiesta  sui  delitti  politici.  Però  non  è  lui  che...
Cioè  non  è  né  responsabile  in  senso  negativo,  perché
oggi  se  esaminiamo  i  fatti  sarebbe  in  senso...  Perché
poi la cosa da ridere di questa storia.
DOMANDA – No, ma la domanda io l’ho fatta...?
RISPOSTA  –  No,  no,  mi  faccia  chiarire.  Questa  storia  se
l’andiamo  a  esaminare  a  fondo  dimostra  soltanto  quanto
io  sono  attendibile  non  quanto  io  sono  inattendibile.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
131
Cioè  nel  senso  che  io  ho  detto  anni  prima  una  cosa  che
poi tutta la Procura di Palermo, tutta Italia sa.
DOMANDA – Lei comunque la condanna l’ha riportata?
RISPOSTA – Lei pensa che Salvo Lima è innocente?
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Andiamo avanti.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - SANDRINI
DOMANDA  -  Con  riferimento  ai  suoi  rapporti,  alle  confidenze
che  le  fece  Guido  Gianni,  lei  anche  all’udienza  scorsa
ha  fatto  dei  riferimenti  a  Gianni  Guido  in  particolare
circa a quanto Guido apprese San Gimignano da Buzzi?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Il  discorso  che  io  le  faccio  è  questo,  poi  magari
andiamo  nei  dettagli,  però  già  come  inquadramento
generale  ci  sono  molte  circostanze  con  riferimento  alle
quali Gianni Guido ha diciamo così un’opinione diversa o
meglio  dice  di  non  averle  riferito  una  serie  di  nomi,
con  riferimento  in  particolare  a  Ferri,  con  riferimento
a  Ballan,  con  riferimento  a  Deamici  con  riferimento  al
collegamento  con  i  milanesi,  circostanze  che  lei  invece
dice di avere appreso da Gianni Guido?
RISPOSTA – Glielo spiego senza nessuna difficoltà. Io ho fatto
una  scelta  e  sono  andato  nella  sezione  collaboratori  a
un certo punto. Quindi anche protetto da questo punto di
vista  da  eventuali  rappresaglie.  Gianni  Guido  ha  fatto
una  scelta  diversa.  Nel  senso  che  è  rimasto  nelle
sezioni  di  massima  sicurezza,  ha  continuato  a  farsi  la
sua galera. Non ha mai voluto collaborare. Quindi Gianni
Guido  pur  facendo  delle  ammissioni  da  quanto  penso  io,
sicuramente  non  ha  mai  fatto  nomi.  Gianni  Guido  tra
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
132
l’altro  anche  reati,  ha  ammesso  anche  su  reati  che
abbiamo  commesso  insieme,  ha  ammesso  il  minimo
indispensabile.  Veramente  il  numero  indispensabile  e  ha
sempre  evitato  di  fare  nomi.  In  occasione  di  un
confronto  mi  ha  detto:  “Angelo  il  collaboratore  sei  tu,
i  nomi  falli  tu.  Io  nomi  non  ne  faccio”.  Quindi  non  mi
meraviglia affatto, già che abbia detto che Buzzi gli ha
fatto  delle  confidenze  e  abbia  confermato  questo  se  è
vero  quello  che  so,  già  mi  sembra  un  risultato  un
indifferente.
DOMANDA  –  Quindi  il  motivo  sarebbe  non  essere  implicato  in
ulteriori vicende?
RISPOSTA  -   No,  non  implicato.  Lui  non  è  un  collaboratore
quindi  mantiene  un  atteggiamento  omertoso.  Gianni  Guido
ha mantenuto sempre...
DOMANDA  –  Perché  vede  Izzo,  alcuni  nomi  li  ha  fatti,  altri
invece dice...
RISPOSTA - Ma di chi, di Buzzi che è morto.
DOMANDA – In particolare con riferimento a Deamici per esempio
dice:  io  non  ricordo  di  averglielo  detto  perché  non  me
l’ha mai detto Buzzi?
RISPOSTA – Mi perdoni, lui l’unico nome che ha fatto da quanto
so  io  è  Buzzi  che  è  morto  quindi  chiunque  ne  può
parlare.  Cioè  lei  deve  entrare,  lei  è  Avvocato,  non...
Cioè  a  me  a  volte  non  è  che...  Voi  giustamente  dovete
fare...  io  ho  un  rispetto  immenso  per  la  difesa,  mi
creda. Però voglio dire, diciamo queste cose sono un po’
cose...  E’  ovvio  che  uno  che  non  è  collaboratore,  può
fare,  io  da  non  collaboratore,  se  lei  va  a  prendere  i
primi  verbali  su  Piazza  Fontana,  io  sono  stato
interrogato  su  Piazza  Fontana  quando  non  ero
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
133
collaboratore.  Lei  con  quanti  nominativi  ha  parlato.  Io
ho detto: no, non se no niente. Non è vero questo. Non è
vero  questo  altro.  Perché  avevo  una  scelta  di  un  certo
tipo  e  Guido  ha  continuato  a  mantenere.  Guido  è  un
ragazzo  diciamo  un  bravo  ragazzo  dal  punto  di  vista
malavitoso, quindi  è  chiaro che potrebbe  avere  fatto  il
nome  di  Buzzi,  perché  Buzzi  ormai  è  morto  quindi  non
costa niente fare il nome. Però il fatto che non faccia
i  nomi,  o  non  se  li  ricorda,  poi  non  voglio...  Però  è
anche ovvio Avvocato.
DOMANDA – Anche Ballan è morto eppure ha allo stesso modo non
è stato fatto il nome da Gianni Guido?
RISPOSTA  –  Ma  Gianni  sapeva  che  era  morto  Ballan?  Non  lo
sapevo neanche io.
DOMANDA  –  Lei  ricorda  di  avere  per  i  vari  omicidi  parlato  di
un omicidio che lei avrebbe commesso nel 1975 in Italia,
non  so  se  Amilcare  Di  Benedetto,  al  limite  mi  dirà  che
non è quello è un altro?
RISPOSTA – No, Amilcare De Benedetto, sì.
DOMANDA – Lei ricorda se in relazione a questo omicidio parlò
anche di un coinvolgimento di Gianni Guido?
RISPOSTA – Sì, sì. Era solo una cosa della cassetta di legno,
sì, lui se lo è negato certo.
DOMANDA – L’ha negato ed è venuto qui a riferire che in buona
sostanza, e anche su questo io l’interrogo in modo tale
che lei abbia la possibilità di replicare. Lui dice: non
solo  non  è  mai  successo  ma  lui  dice  addirittura  Izzo
parlava  di  avere  ammazzato  una  persona  che  in  realtà
risultava  invece  in  vita  successivamente  rispetto  alla
sua entrata in carcere?
RISPOSTA – Allora non è così.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
134
DOMANDA – E ci fu un confronto?
RISPOSTA – Sì, ci fu un confronto.
DOMANDA – A Rimini?
RISPOSTA  –  Comunque  la  cosa  le  dico  come  è,  io  ricordavo  di
avere  ammazzato  l’Amilcare  De  Benedetto  nel  giugno  del
1975.  Sembrebbe  che  ad  agosto  qualcuno,  ci  sarebbe  una
testimonianza che ad agosto lui era ancora vivo.
DOMANDA – Della moglie, la testimonianza?
RISPOSTA  –  Eh!  Ora  il  problema  è  questo,  può  darsi  che  io  ho
confuso  giugno  con  settembre  per  esempio,  questo
potrebbe essere benissimo successo, o come può darsi che
si sia sbagliata la moglie a distanza di tanti anni che
però  Amilcare  De  Benedetto  sia  morto,  cioè  può  essere
considerato  ancora  latitante  però  siamo  nel  2010,  è
certo  che  dal  1975  che  non  ci  sono  più  notizie  di
Amilcare,  lo  dice  anche  la  moglie,  che  è  sparito
comunque in quel periodo, che io dire che è sparito dopo
nel  1976,  1977  è  una  cosa  che  si  può  dire,  può  essere
sparito nel 1978, nel 1990, però certo che dall’agosto
del  1975  dall’ultimo  avvistamento  nessuno  l’ha  più
visto.  Quindi  comunque  era  una  cosa  che  non  si  sapeva,
una  cosa  che  nessuno  sapeva,  la  Polizia  lo  considerava
latitante,  quindi  io  le  dico  questo:  io  certo  che  l’ho
ammazzato  Amilcare  Di  Benedetto,  se  poi  può  darsi
benissimo  che  a  distanza  di  venti  anni,  perché  venti
anni  dopo  l’ho  confessato  potrei  avere  sbagliato  il
mese,  come  potrebbe  avere  sbagliato  anche  la  moglie,
questo  non  vuole  dire.  Però  questo  non  è  un  problema,
però dire che questo era vivo quando io ero carcerato è
una  cosa  assolutamente  falsa  perché  non  c’era.  Non  c’è
prova.  Però  se  uno  non  mi  vuole  credere  potrebbe  anche
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
135
pensare  che...  Io  tra  l’altro  mi  ero  pure  offerto  di
andarlo  a  cercare  ma  io  penso  addirittura  che  sono  in
grado di ritrovarlo.
DOMANDA – Quel procedimento poi come si è concluso?
RISPOSTA  –  Le  ripeto  tutto  quella  cosa  di  procedimenti  sono
conclusi  con  l’archiviazione.  Però  se  un  giorno...  Io
ripeto  è  dipeso  anche  dal  fatto  che  io  ho  collaborato
svogliatamente  perché  ho  visto  poco  interesse  da  parte,
giustamente  erano  fatti  di  venti  anni  prima,  io
oltretutto  ripeto  sono  stato  anche  abbastanza  reticente
tutto  sommato  perché  poi  alla  fine  mi  rendo  benissimo
conto, però ovviamente se il giudice non ha voglia di...
Mi accorgo che...
DOMANDA  –  Izzo,  Guido  ha  dato  una  spiegazione  riguardo  a
quelle  che  a  suo  avviso  sono  comunque  calunnie  che  lei
ha nei suoi confronti?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Perché  ha  parlato  del  fatto,  mi  faccia  leggere  il
passo.
RISPOSTA - Sì, sì, mi legga.
DOMANDA – Qui Guido ci ha detto che sarebbe in buona sostanza
la  sua  vendetta  perché  lei  non  l’avrebbe  aiutato  a
scappare.  Una  volta,  le  leggo  il  passaggio,  domanda  e
risposta.  La  domanda  che  venne  fatta  qui  di  fronte  a
questa  Corte  a  Guido  fu:   “Senta  è  motivato  da  qualche
cosa in particolare questo suo rapporto, questa attività
calunniatoria  dell’Izzo  nei  suoi  confronti,  è  motivata
da  qualcosa?  Lei  ha rapporti  difficili  o  aveva  rapporti
difficili con Izzo? Come Izzo racconta delle cose di lei
non  vere?”   E  la  risposta  di  Guido  fu:  “Ma  io  non  ho,
non  ho  aiutato  Izzo  a  scappare.  Una  volta  che  sono
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
136
scappato io non mi sono fatto più vivo con Izzo e penso
che  sia  tutto  lì.  Sono  ben  contento  di  averlo  fatto”.
Lei in relazione a quello che le ho letto ha qualcosa da
dirmi, non le ha detto niente?
RISPOSTA – Ascolti...
DOMANDA – Può aggiungere...
RISPOSTA - Le dico sul un fatto, guardi io avevo una squadra
di amici che, così tanto questo lo voglio chiarire anche
al  Presidente  perché  sennò  la  mia  immagine  ne  esce  non
realmente  completa,  in  cui  per  esempio  Viccei  è  l’uomo
che  ha  fatto  rapinare  a  200  miliardi  a  Londra  al  coso,
Esposti è il mio compagno di banco è quello che scappato
con  l’elicottero  da  Rebibbia,  insomma.  Voglio  dire  i
miei  imputati,  i  miei  amici  era  tutta  gente  con  cui...
Diciamo di un certo livello criminale. Io credo di avere
fatto a tutti costoro un sacco di bene. Nel senso che a
tutti costoro li  ho aiutati in  mille  maniere. Un  giorno
che  racconterò  forse  entrerò  in  termini  di
collaborazione  su  questa  questione,  sarò  in  grado  di
spiegare che io da tutti mi sarei aspettato del bene e a
onor  del  vero  l’ho  ricevuto  quasi  da  nessuno.  Ma  qui  a
vendicarmi  accusando  le  persone,  assolutamente  è
stupidità. Anche perché quanto gente dovrei accusare che
non  mi...  Lei  non  ha  idea  di  quanta  gente.  Io  ho,  le
faccio  un piccolo esempio,  ho del denaro  per  esempio  in
mano a persone che se lo sono tenuto, non me l’hanno più
ridato  e  non  le  ho  accusate  fino  a  oggi.  Per  esempio,
cioè  voglio  dire  non  è  metodo.  Secondo  me  non  è  un
metodo  accusare  le  persone  perché  mi  devo  vendicare  di
qualche  cosa,  non  mi  ha  aiutato  a  scappare  certo,
però....
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
137
DOMANDA – E’ vera la circostanza?
RISPOSTA  –  E’  vera  fino  a  un  certo  punto,  cioè  come  vera  di
chiunque.  Cioè  se  io  mi  fossi  aspettato  che  Guido  mi
aiutasse  a  scappare,  sapevo  che  non  me  l’aspettavo
assolutamente,  già  più  o  meno  so  che  ragazzo  è,  mi
immaginavo una volta scappato che ne sarebbe scappato, e
non  sono  affatto  deluso.  Tant’è  vero  che  ho  cercato  di
restarci anche in rapporti di amicizia. Poi naturalmente
le  due  scelte  diverse  ci  hanno  reso  incompatibili
l’amicizia. Però io non ho nessun rancore. Anzi le dico
di  più  che  io  quando...  Potrebbe  chiedere  a  Guido  che
quando  è  uscito  adesso  sei  mesi  fa  gli  ho  mandato  un
biglietto,  Guido  lo  può  confermare  siccome  ce  li
segnano,  in  cui  ho  detto:  sono  felice  che   sei  uscito,
mi fa piacere. Auguri per tutto etc. Questo per dire che
ho nessun rancore.
DOMANDA – Filomena Fusco lei la conosce?
RISPOSTA – Certo.
DOMANDA – E’ suo legale attualmente oppure no?
RISPOSTA – Sì, è mio legale attualmente.
DOMANDA – Ecco, in relazione al... Recentemente sui giornali,
esattamente  il  10  marzo  si  sono  state  delle
dichiarazioni  da  parte  del  suo  legale  riguardo  alle
quali  io  vorrei  capire  se  a  monte  di  queste
dichiarazioni  c’è  stato  un  confronto  con  lei.  In  una
sostanza  il  suo  legale  sostiene  che   a  suo  avviso  lei
non è persona che... Ha delle riserve sulla sua capacità
di intendere e di volere. Io volevo capire se di questa
cosa lei è conoscenza se ne aveva parlato...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Scusi,  Avvocato,  a  parte  le
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
138
notizie  giornalistiche.  È  una  domanda  che  non  ammetto,
anche  perché  non  abbiamo  riscontri.  Non  abbiamo...  Il
legale può pensare quello che vuole.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  SANDRINI  –  E’  il  legale
di Izzo.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – A noi servono fatti, grazie. Altre
domande?
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Presidente, se
vuole io cambio la domanda senza coinvolgere il discorso
giornalistico,  proprio  perché  di  base,  c’è,  non  mi
sembra  che  disconosca  questo  colloquio,  comunque  un
confronto con il suo Avvocato posso chiedergli se lei...
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA – Lei ha avuto dissapori con il suo Avvocato?
RISPOSTA – No, assolutamente.
DOMANDA – I motivi di questi dissapori?
RISPOSTA – I miei legali mi hanno difeso da un punto di vista
chiedendo  la  perizia  psichiatrica.  Quindi  continuiamo
sempre a sostenere questo, ma è normale.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  -    Due  cose
velocissime, una riguardo alla contestazione che è stata
fatta  del  verbale  24  ottobre  del  1998  sulla  strategia
stragista  di  Maggi,  non  ho  colto  se  è  stata  letta  la
frase  nell’interezza  quindi  la  leggo  ora  nell’interezza
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
139
poi mi dite voi se era stata letta. La frase era questa:
“Ritengo che per quanto ho riferito sul conto di Maggi e
la  sua  strategia  stragista  risalisse  agli  anni
1969-1970,  dato  che  poco  dopo  lo  stesso  Freda  venne
arrestato”. Non ho colto nella contestazione se c’era...
C’era?
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, sì.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  -  Invece  per
quanto  riguarda  il  discorso  di  Gianni  Guido,  cioè  ho
controllato  velocemente,  non  ho  sottomano  il  verbale
dibattimentale  in  quella  sede  vennero  contestate  le
dichiarazioni  rese  da  Guido  nel  1994,  vennero  smentite.
Lui  in  questa  sede  parlò  per  quello  che  velocemente  ho
visto di  avere  appreso  dei  nomi,  semplicemente  disse  di
non ricordare quali fossero questi nomi.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Comunque  abbiamo  presente  il
verbale. Lo possiamo controllare.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Velocissimamente due argomenti che mi erano saltati,
uno un riguardo a legamenti di Esposti con militari. C’è
un  discorso  in  un  verbale,  nel  confronto  da  Miccei  e
Izzo  del   9  maggio  del  1985  c’è  un  riferimento
abbastanza specifico. Intanto le chiedo, lei ha notizia,
ha  un  ricordo  di  un  discorso  più  concreto  insomma
rapporti  che  Esposti  dicesse  di avere o comunque  avesse
per  quello  che  ne  sa,  con  ufficiali,  con  particolari
officiali?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
140
RISPOSTA  –  Dottore  io  ora  mi  viene  in  mente,  cioè  so  che
esistevano  dei  rapporti  a  proposito  di  questo  proprio
nell’ambiente  Veneto  esistevano  dei  rapporti  con
ufficiali  dell’esercito,  ora  però  in  riferimento  in
particolare a Esposti non lo  ricordo. Se  mi contesta  la
frase...
DOMANDA  –  In  questo  verbale  del  maggio  del  1985  lei  dice:
“Tornando  al  progetto  eversivo  in  atto  a  quel  punto
faccio  presente  che  Esposti  vantava  di  avere  l’appoggio
nei  suoi  disegni  di  un  colonnello  dei  Carabinieri
d’istanza  nel  Triveneto  e  di  un  ufficiale  dell’esercito
sempre  d’istanza  nel  Veneto”  Quindi  è  un  discorso
diverso?
RISPOSTA – Sì. Forse però è una cosa che diceva Viccei in una
sede di confronto?
DOMANDA – Sì, questo lo dice... Ha ragione lo dice Viccei.
RISPOSTA  –  Perché  era  Viccei  che  le  sapeva  queste  cose,  ha
capito?
DOMANDA  –  Invece  un’ultima  cosa  che  mi  era  proprio  sfuggita,
lei ha conosciuto Pino Rauti?
RISPOSTA – Sì, l’ho conosciuto a “adriel roscel”.
DOMANDA  –  Ecco,  ci  dica  un  po’,  cioè  lei  frequentava
quell’ambente  e  quell’ambiente  era  frequentato  anche  da
Rauti?
RISPOSTA  –  Dunque  Rauti  frequentava  “adriel  roscel”  a  Tivoli
con  una  certa  frequenza  ed  io  l’ho  conosciuto  pure  in
una  circostanza...  Io  ero  molto  prevenuto  dei  confronti
di  Rauti  perché  Rauti  aveva  subito  un  attentato  dai
maghetti  che  l’avevano  picchiato  perché  questo   rientro
al  Movimento  Sociale  poi  aveva  creato... Aveva portato
un  patrimonio  di  informazioni  secondo  loro  a  Almirante,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
141
al  Movimento  Sociale  che  non  avrebbe  dovuto  fare.
Infatti,  furono  puniti  quasi  in  contemporanea  lui  e  un
altro  che  si  chiamava  Ugo  Gaudenzi,  che  era  un  capo  di
Lotta di Popolo e credo siano le uniche azioni che hanno
fatto  i  maghetti  a  Roma.  Comunque,  l’ho  conosciuto  in
un’occasione,  anzi  le  posso  dire  pure  che  l’ho
conosciuto  in  un’occasione  anche  un  po’  di  reato.
Diciamo  che  gli  ha  fatto  vedere  Todini,  un  miliardario
che  aveva  delle  cave  a  coso,  gli  ha  fatto  vedere  una
mitraglietta  e  Rauti  dice:  “No  ma  tu  che...”  Sa  tutto
impressionato.  Dice:  “Guarda  che  bell’arma  che  mi  sono
procurato”.  Insomma  l’ho  visto  in  questa  occasione  che
tutto...  Dice:  “Sì,  sì,  mettila  via,  mettila  via.  Non
facciamo....”  Ecco  questo  tipo.  Comunque  Rauti  era
considerato  un  ideologo  di  grande  raffinatezza
intellettuale  però  onestamente...  Anzi  io  l’ho
scagionato  in  un  certo  senso  sull'ascrizione  del  signor
P,  la  famosa...  Che  mi  risulta  essere  accusa  non  vera.
Non posso dire però di avere precisa cognizione. Certo è
che era uno che comunque flirtava, non ha mai smesso di
flirtare con il suo ambiente di provenienza ordinovista.
Però  non  posso  dire  di  sapere  di  sue  responsabilità
precise insomma.
DOMANDA  –  Ma  con  riguardo  a  questa  frequentazione  della
“roscel” del circolo, in che anni siamo?
RISPOSTA  –  Comunque  lui  già  era  onorevole,  quindi  parliamo
dopo le elezioni del 1972 suppongo.
A questo punto dell’udienza c’è una pausa.

continua sopra a destra
continua da sotto

___________________________________________________________

Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
142
ESAME DEL TESTE EMIRENI ROBERTO
Che  declina  le  proprie  generalità:   Emireni  Roberto,  nato  a
Venezia il 30 gennaio del 1947; ....

ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO - PIANTONI
DOMANDA  –  Lei  negli  anni  novanta  prestava  servizio  presso  la
Digos di Venezia, giusto?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Da che anno era in servizio in quell’ufficio?
RISPOSTA  –  Io  alla  Digos  sono  arrivato  nel  1978  e  ho  chiuso
nel  2007  quando  sono  andato  in  pensione  per  limiti  di età.
DOMANDA  –  Lei  ricorda  il  periodo  nel  quale  vi  siete  occupati
di Carlo Digilio?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Ci  racconti  un  po’  come  è   nata  la  cosa,  come
avveniva all’epoca perché poi le norme sono cambiate nel
corso degli anni. Insomma come era all’epoca la gestione
del  collaboratore  da  parte  della  Polizia  Giudiziaria
operante?
RISPOSTA  –  Diciamo  che  uno  dei  pochissimi  a  mia  memoria  casi
dove  dover  localizzare  un  latitante  è  stata  con  la
cessione  dell’immobile.  Lui  dovendo  vendere,  dare  una
delega  alla sorella vendere la  casa della mamma che era
morta.
DOMANDA – Lui era latitante da anni?
RISPOSTA – Lui era latitante da diversi anni.
DOMANDA – Per una serie di provvedimenti?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
143
RISPOSTA  –  Circa  dal  1983  se  o  non  sbaglio,  forse  anche  dal
1982.  E  si  era  rifugiato  un  po’  in  giro  e  poi  a  Santo
Domingo   dove  si  era  creato  anche  una  famiglia.
L’avevamo  individuato  là  ma  là  non   volevano  darcelo,
non  lo  trovavano.  Muore  la  madre,  la  sorella  intende
vendere la casa che ovviamente è intestata ad entrambi.
Chiede  al  fratello  una  delega.  Una  delega  a  poter
vendere, lui si rivolge a un notaio di Santo Domingo e
ovviamente  deve  dare  i  suoi  dati  esatti  anche  se
fornisce  un documento falso,  il  passaporto era falso e
una  carta  d’identità  che  poi  è  risultata  rubata  in
bianco  qua  in  provincia  di  Milano.  Comunque  con  questi
estremi  riusciamo  a  farcelo  individuare  perfettamente.
Lo  prendono  e  ce   lo  rimandano  in   Italia  e  mi  pare
ottobre, novembre del 1992, se non sbaglio. Così Digilio
viene in Italia. In Italia va messo subito in prigione
a  Rebibbia.  Viene  sentito  da  vari  magistrati.  Noi
intanto  stavamo  già  lavorando  sull’eversione  di  destra.
Comunque  il  giudice  Salvini  ci  propone,  non  a  me  ma
all’ufficio  ovviamente,  ci  protone  di  poterlo  gestire,
vedere se si può recuperare qualcosa di utile in quegli
anni.  Conoscendo  i  precedenti  del  Carlo  Digilio,  perciò
già  implicato  in  traffici  d’armi  con  Milano,  con  un
negozio  di  armi  Lorgan,  e   con  suo  cognato  lo  stesso.
Cioè  gente  che   militava  nell’estrema  destra  e  aveva
rapporti  proprio  a  livello   pesante  insomma,  armi,
esplosivi  e  roba  del  genere,   così  almeno  sembrava.  Ed
in effetti noi proponiamo al giudice Salvini di poterlo
trasferire  a  Venezia  che  in  quel  momento  era  in  un
carcere  sotto,  sotto  accusa  era  un  po’  esagerato  ma
diciamo  sotto  inchiesta  perché  era  messo  male.  Era  il
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
144
peggiore  d’Italia  e  allora  per  fargli  assaporare  il
carcere e per fargli vedere poi eventualmente un po’ di
luce  sembrava  un  gioco  che  valeva  la  pena  svolgere.
L’abbiamo  portato  a  Venezia.  Abbiamo  cominciato  i  primi
colloqui, lui si è dimostrato subito...
DOMANDA – Quindi colloqui in carcere?
RISPOSTA – Sì, abbiamo chiesto...
DOMANDA  –  Colloqui  investigativi  sulla  base  della
normativa...?
RISPOSTA  –  Avevamo  chiesto  comunque  l’autorizzazione  al
Pubblico  Ministero  in  modo  tale  che  potevamo  fare  dei
colloqui,  sempre  ovviamente  d’intesa  con  il  giudice
Salvini.  E  così  è  stata.  Abbiamo  cominciato  a  portarlo
fuori  per  fare  dei  sopralluoghi.  Perciò  insomma  ha
cominciato  a  vedersi  un  po’  di  libertà,  un  po’  di  aria
pura e la cosa gli aggradava abbastanza. Tenga conto che
a Santo Domingo aveva lasciato  una  donna  e  una  bambina.
Perciò  l’idea  sua  era:  faccio  il  pentito,  mi  date
qualcosa,  me  ne  torno  in  quell’isola.  Questo  era  io
credo il gioco.
DOMANDA – Il gioco iniziale. L’atteggiamento iniziale?
RISPOSTA – Era questo sì. Era una persona scaltra.
DOMANDA – Poi vi fu un periodo di detenzione extra carceraria?
RISPOSTA  –  Dopo  il  giudice   è  riuscito  a  ottenere  che  lo
portiamo  fuori  dal  carcere  e  l’abbiamo  messo  in  una
struttura protetta, praticamente era da noi insomma.
DOMANDA  –  Una  struttura  protetta  che  all’epoca  era  gestita
direttamente dalla Polizia Giudiziaria?
RISPOSTA – Da noi, direttamente da noi, sì.
DOMANDA  –  In  anni  più  recenti  se  ne  occupa  il  servizio
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
145
centrale di protezione di queste gestioni?
RISPOSTA  –  Sì,  ma  comunque  era  sempre  sotto  quell’egida  là,
centrale  di  protezione  che  concede  dove  sistemare  il
soggetto da proteggere ovviamente.
DOMANDA  –  Era  presso  di  voi  cosa  significa,  cioè  ci  può
spiegare nei limiti...?
RISPOSTA - Scusi?
DOMANDA – Materialmente dove veniva tenuto?
RISPOSTA – Da noi in Questura.
DOMANDA – Proprio in Questura?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  C’era  un’ala  di  alloggi  e  abbiamo
approntato una stanza congrua con i suoi suppellettili e
là stava bene.
DOMANDA – Là stava bene?
RISPOSTA – Mangiava e cenava.
DOMANDA  –  Questo  periodo  da,  a  quando  è  stato  gestito  in
questa situazione?
RISPOSTA  –  Da  noi  è  stato  gestito  per  quasi  un  anno,  dieci,
undici mesi.
DOMANDA – Più o meno da che mese quindi?
RISPOSTA – Allora, teniamo conto da metà del 1992, credo, vado
a  po’  a  memoria  dal  1992  fino  a  metà  del  1993  grosso
modo.  Fino  all’estate,  si  mi  pare  1993,  1994.  Non  sono
più esatto, sa sono passati quindici, sedici anni.
DOMANDA – Comunque è tutto documentabile.
RISPOSTA - Poi dopo si ruppero un po’ di rapporti.
DOMANDA – Ecco, poi cosa accade?
RISPOSTA  –  Niente,  accadde  che  Salvini  decise  che  il  nostro
atteggiamento  non  era  più  confacente  e  ce  lo  fece
trasferire  al  Ros.  Difatti  l’accompagnammo  al  Ros  di
Roma e là ci siamo salutati insomma.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
146
DOMANDA  –  Sempre  nei  pressi  del  comando?  Quindi  permaneva  il
suo stato di detenzione extra carceraria?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Con modifica del luogo e dell’affidamento?
RISPOSTA – E della gestione diciamo. Prima da noi come Digos e
poi come Ros antieversione là. La cosa durò un po’, dopo
un po’ veniamo chiamati che Carlo Digilio pareva morto e
invece  aveva  fatto  un  ictus  e  là  sono  cominciati  altri
guai suoi.
DOMANDA – L’ictus del maggio del 1995?
RISPOSTA – Mi pare sì, quando ci chiamò il giudice Salvini sì,
ci avvisò che Carlo Digilio stava per morire ma comunque
invece poi pare si sia ripreso. E basta, poi l’inchiesta
da Salvini venne tolta, non tolta, cioè lui mi pare non
aveva  titolo  a  portare  avanti  l’inchiesta  su  Piazza
Fontana.  Lui  procedeva  con  il  vecchio  rito  e  di
conseguenza  non  era  compito  suo  questa  inchiesta  qua.
Difatti venne riaperto tutto quanto un procedimento come
Pubblico Ministero dottoressa Pradella e Meroni.
DOMANDA – Dottor Meroni?
RISPOSTA  –  Esatto.  E  di  fatto  abbiamo  continuato  a  lavorare
con loro due dopo.
DOMANDA  –  Noi  abbiamo  in  atti  un  verbale  di  sopralluogo,  più
che di sopralluogo una relazione di servizio del 5 marzo
del  1994,  nella  quale  si  dà  conto  di  una  serie  di
attività  svolte con Carlo Digilio nella zona  di Treviso
e di Vittorio Veneto?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Lei  partecipò  materialmente  a  quelle  attività,  noi
abbiamo una relazione proprio a sua firma?
RISPOSTA – Sì, sì, certo.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
147
DOMANDA – Si ricorda?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Marzo del 1994, vuole dire quindi ancora il periodo
in cui era presso di voi?
RISPOSTA – Credo sia stata la prima uscita. No, era ancora in
carcere.
DOMANDA – Era ancora in carcere?
RISPOSTA – Sì, sì. Siamo andati ovviamente con tutte quante le
varie  autorizzazioni.  Siamo  andati  a  prelevarlo  dal
carcere  di  Santa  Maria  Maggiore  di  Venezia  e  l’abbiamo
portato  nei  sopralluoghi  che  lui  aveva  indicato  in
provincia di Treviso e poi da un’altra parte a Vittorio
Veneto.
DOMANDA – Ecco cosa ricorda di quella situazione?
RISPOSTA  –  Allora  come  accennavo  prima,  quella  era  la  prima
uscita  per  fare...  Cioè,  a  fare  il  sopralluogo  non  era
importante  trovarlo  questo  casolare,  era  un  escamotage
per  tirarlo  fuori  dal  carcere  per  un  paio  di  giorni.
Questo  era  l’accordo  con  il  magistrato.  Cosa  che  poi
avvenne.  Siamo  andati  al  paese  perché  lui  ce  lo  indicò
il  paese,  solo  che  il  paese  quando  ci  andò  lui,  perciò
quando  parlava  del  famoso  casolare  e  qua  siamo  negli
anni  veramente  molto,  molto  prima,  il  paese  era  un
piccolo  centro.  Quando  siamo  andati  noi  praticamente
venti anni dopo il paese era diventato un grosso centro.
Ma  come  ripeto,  il  casolare  probabilmente  non  c’era
neanche  più.  Avranno  costruito  sopra  chissà  quanti
palazzi insomma ecco. Il nome di, l’individuazione della
località che si chiama Paese?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Come si giunse se lo ricorda?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
148
RISPOSTA – Ce lo dice Carlo Digilio.
DOMANDA – Lo disse lui?
RISPOSTA  –  Lo  parlava  di  questa  località  in  provincia  di
Treviso  e  dopo  ci  disse:  “Andiamo  a  Paese  che  là  c’era
il casolare”. E siamo andati a Paese.
DOMANDA – Quindi cosa avete fatto, siete andati?
RISPOSTA – Siamo andati a Paese.
DOMANDA – Avete cercato materialmente di individuare?
RISPOSTA – Materialmente ci siamo messi proprio a camminare da
una  parte  e  l’altra  dei  binari,  nella  zona  nuova,  zona
vecchia.  Però  non  è  riuscito  a  localizzare  dove  anni  e
anni  prima  c’era  questo  casolare  come  ce  l’aveva
descritto ecco.
DOMANDA  –  Vennero  acquisite  cartografie,  rilievi,  qualcosa
per...?
RISPOSTA  –  No.  Anche  perché  si  è  ritenuto  che  comunque  anche
una cartografia dell’epoca che ci diceva che il casolare
era  in  determinato  luogo,  quel  luogo  là  sopra  ormai
sicuramente  avranno  costruito  qualche  altro  palazzo.
Cioè  non  era  importante,  dentro  non  ci  sarebbe  stato
comunque  più  niente,  anche  perché  mi  pare  che  qualcuno
lo visitò successivamente quel casolare.
DOMANDA – Che qualcuno lo visitò?
RISPOSTA  –  No,  intendo  come  Polizia,  qualche  sopralluogo,
qualche perquisizione a largo raggio.
DOMANDA  –  Ma  voi  avete  fatto  poi  delle  ricerche  successive
dico  a  livello  di  Polizia  Giudiziaria  per  individuare
questo casolare o la cosa poi finì lì?
RISPOSTA  –  No,  è  una  cosa  così  enpassant,  come  ripeto
solamente  per  portarlo  fuori,  per  fargli  assaporare  un
po’  di  libertà,  quello  era  lo  scopo  principale  insomma.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
149
Convincerlo che fuori stava meglio che dentro.
DOMANDA – E poi siete andati anche a Vittorio Veneto?
RISPOSTA  –  E  dopo  siamo  andati  a  Vittorio  Veneto,  e  là  lui
aveva  individuato  l’abitazione  del  professore  Franco
Lino  che  era  un  suo  referente  all’epoca  e  apparteneva
poi  probabilmente  alla  Cia  o  qualche  altro  servizio
segreto.
DOMANDA  –  Al  di  là  di  quello  che...  Cioè  i  dati  oggettivi
insomma vennero individuati due località?
RISPOSTA – Sì, vengono localizzate due abitazioni.
DOMANDA  –  Nella  relazione  si  dice:  “Ha  riconosciuto  sia  la
casa indicata in via Grassi, numero 13 sia quella in via
dei Poli”?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA – “Luoghi dove il professore Franco lo condusse etc.”.
Voi con riguardo  a  queste due località  avete  poi  svolto
degli accertamenti vedere...?
RISPOSTA  –  No,  non  ci  furono  chiesti.  E  come  ripeto  lo  scopo
di  quell’uscita  era  semplicemente  per  fargli  assaporare
un po’ di libertà al detenuto.
DOMANDA – Però avete verificato che a quegli indirizzi era...
Voi  nella  relazione  dite:  “A  detti  indirizzi  ha
risieduto,  infatti,  il  professor  Franco  Lino  di  cui  si
richiama al rapporto”?
RISPOSTA  –  Sì,  sì,  ovvio.  Chiaramente  sì.  Anche  perché  per
dare  un  riscontro  comunque  al  magistrato  per  non  fare
una gita a vuoto insomma, ovvio.
DOMANDA  –  Questa  è  l’unica  vicenda,  intervento  fatto
materialmente  con  Carlo  Digilio  o  vi  furono  poi  altre
attività svolte di questo tipo da voi?
RISPOSTA – No, cominciarono dei colloqui con noi. Facevo delle
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
150
annotazioni.  E  poi  si  portava  d’intesa  con  il
magistrato, lo portavamo a Milano per le verbalizzazioni
e là siamo andati un sacco di volte a Milano.
DOMANDA  –  Ovviamente  quando  veniva  poi  convocato  per  essere
interrogato eravate voi che lo accompagnavate?
RISPOSTA – Sì, sì, era già nella nostra struttura è ovvio.
DOMANDA  –  Era  già  da  voi  quindi  lo  portavate,
l’accompagnavate?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Aveva  già  uno  stipendio  da  parte
dell’ufficio centrale ovviamente.
DOMANDA – Certo perché era sotto protezione insomma?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Il programma di protezione approvato?
RISPOSTA  –  Certamente.  Noi  gli  davamo  vitto  e  alloggio  e  in
più lui aveva una certa cifra per le  sue  disponibilità.
Gli  venne  concessa  la  visita  della  sorella  in  modo  che
gli portava non so magari, qualcosa di biancheria, degli
alimentari, roba del genere insomma. Di fatti in seguito
anche  la  sorella  e  il  cognato  l’hanno  accudito  dopo
l’ictus che l’avevano trovato in ospedale, insomma erano
entrati anche loro nell’apparato di protezione.
DOMANDA  –  Sì,  anche  loro.  Era  stato  esteso  anche  a  loro  il
programma di protezione?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  E’  stata  già  acquisita  agli  atti  con  il  consenso
delle  parti  con  riserva  di  approfondire  in  sede  di
escussione,  è  stato  acquisito  la  relazione  del  3
febbraio  del  1995  relativa  a  un  colloquio  che  avvenne
presso  la Digos di  Venezia, un  colloquio  registrato del
quale  sono  in  corso  le  trascrizioni,  un  colloquio  tra
Carlo  Digilio  e  Maggi  Carlo  Maria  presso  la  Digos  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
151
Venezia del 2 febbraio del 1995. Cioè la relazione non è
a  sua  firma,  le  chiedo  se  lei  è  comunque  a  conoscenza
della vicenda, se è in grado di raccontarci quello che è
accadde?
RISPOSTA  –  Se  lei  nota  io  sono  anche  il  verbalizzante  della
registrazione.  Materialmente  io  facevo  un  po’  la  spola
tra il mio ufficio e la stanza dei due dialoganti.
DOMANDA – Vediamo proprio dall’inizio, come si inquadra questa
vicenda?
RISPOSTA – Allora come nasce la cosa? Maggi è sottoposto a una
certa  pressione  da  parte  del  Ros  perché  lo  vogliono
convincere a essere un collaborante. Maggi evidentemente
non  si  fida.  Non  si  fida  del  Capitano  Giraudo,  non  si
fida  della  giustizia  in  genere  e  tutto.  Allora  propone
che  sia  il  Carlo  Digilio  che  già  entrato  in  questa
situazione  a  convincerlo  a  collaborare.  Carlo  Digilio
non  è  molto  contento  di  questo  anche  perché  il  Maggi
prima  che  lui  andasse  in  latitanza  praticamente  l’aveva
incastrato.  L’aveva  anche  un  po’  messo  in  cattiva  luce.
Comunque Carlo Digilio alla fine insomma anche su nostra
insistenza  accetta.  Non  sta  neanche  bene  di  salute  e
raffreddato,  ha  una  mezza  bronchite,  questo  vado  un  po’
a  memoria  però  sono  cose  che  rimangono  comunque
impresse.  Si  organizza  questo  colloquio  con  il
magistrato, il Capitano Giraudo e tutto, e in sintesi si
chiede a Carlo Digilio di avvalorare la tesi che il Ros
è  un  organismo  sano   che  lo  vuole  portare  a  fare  il
pentito  in  maniera  sobria,  giusta,  e  in  più  anche
ovviamente  remunerato.   Tenga  conto  che  il  Maggi  non
faceva  più  il  medico.  Era  stato  licenziato
dall’ospedale.  Cioè  aveva  grossi  problemi  di  famiglia,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
152
la  moglie  che  non  stava  tanto  bene.  Cioè  insomma,  era
una  buona  esca  insomma.  E  così  in  effetti,  noi
ovviamente registriamo il colloquio.
DOMANDA  –  Ecco,  intanto  in  quel  periodo  Carlo  Digilio  era
presso di voi sempre?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Siamo  ancora  nella  fase  che  era  proprio  alloggiato
lì in Questura?
RISPOSTA – Era a carico nostro.
DOMANDA – Viene quindi decisa questa operazione?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  La  registrazione  viene  effettuata,  cioè  Carlo
Digilio  è  consapevole  del  fatto  che  vi  è  una
registrazione?
RISPOSTA – No, no.
DOMANDA – Ufficialmente no?
RISPOSTA  –  Facciamo  noi  lo  gnorri,  diciamo:  “No,  no,  non  ti
abbiamo  registrato”.  Allora  lui  dopo,  mi  pare  facciamo
noi  una  relazione  che  lui  ci  racconta  quello  che  si  è
svolto durante quel colloquio.
DOMANDA  –  Quindi  formalmente  voi  dite  che  non  c’è  una
registrazione?
RISPOSTA – No, no. Li lasciamo tranquilli.
DOMANDA  –  Lui  in  realtà  capisce  che  la  registrazione  c’è
oppure no?
RISPOSTA – No, se l’ha capito non ce l’ha fatto capire.
DOMANDA – Ci sono nella registrazione tutta una serie di alti
e bassi di toni?
RISPOSTA  –  Sì,  anche  perché  era  una  stanzetta  piuttosto
angusta,  un  paio  di  scrivanie.  Avevamo  ovviamente
monitorato  la  stanza  con  l’ausilio  della  scientifica  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
153
Padova  con  strumenti  insomma  ben  occultabili  ed è stata
fatta la registrazione.
DOMANDA – E’ stata fatta la registrazione?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Lei  seguiva  l’ascolto  della...  Diceva  prima  che  ha
fatto il verbale della trascrizione?
RISPOSTA – Io mi sono... Avevamo un altro collega, il collega
che  fa  anche  quella  notazione,  che  fa  materialmente
l’ascolto  con  l’ausilio  della  scientifica  di  Padova.
All’ascolto assiste anche il Capitano Giraudo e un altro
Maresciallo  del  Ros.  E  là  non  so  come  siano  finite  le
cose.  Insomma  a  Capitano  Giraudo  tutto  quello  che  è
successo  non  gli  andava  bene.  Noi  alla  fine  abbiamo
pensato  che  tutto  sommato  fosse  stata  una  specie  di
trappola che ci hanno...
DOMANDA – Che fosse anche stato...?
RISPOSTA – Una specie di trappola che... Sa...
DOMANDA – Diceva?
RISPOSTA  –  Che  poi  alla  fine  fosse  stata  una  specie  di
trappola,  insomma  tirata  dai  Carabinieri  alla  Polizia
insomma. Cose normali insomma diciamo, dai!
DOMANDA – In che senso?
RISPOSTA  –  Nel  senso  che  secondo  noi  il  Carlo  Digilio  si  è
comportato  come  gli  era  stato  richiesto.  Ha  tentato  di
manifestare  ottima  stima  nei  confronti  del  Ros,  del
Capitano  Giraudo,  tenga  conto  che  Carlo  Digilio  con  il
Capitano  Giraudo  ha  avuto  il  primo  impatto  poco  dopo
l’arresto  e  l’ingresso  in  Italia,  perché  ce  lo
raccontava  Carlo  Digilio.  Il  Capitano  Giraudo  l’andò  a
sentire  in  carcere.  Lui  già  collaborò  per  fargli
prendere  alcuni  latitanti  diciamo  di  reati  comuni.  E
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
154
dopo  invece i rapporti  si sono  estinti  così.  Perciò lui
quando  ha  saputo  che  Milano  si  interessava  da  lui  e
forse  la  Polizia...  Allora  aveva...  Gli  sembrava  una
cosa saggia, insomma una cosa buona. Ecco perciò c’erano
dei  cattivi  rapporti  con  Maggi,  cattivi  rapporti  con
Capitano  Giraudo.  Perciò  ha  dovuto  fingere...  Per  noi
anche abbastanza bene, perché insomma...
DOMANDA – Cattivi rapporti con Maggi perché?
RISPOSTA  –  Come  le  ripeto  il  Maggi  l’aveva  messo  in  cattiva
luce dopo gli affari del poligono del Lido.
DOMANDA  –  Cioè  lui  attribuiva  a  Maggi  una  qualche
responsabilità nel coinvolgimento?
RISPOSTA – Sì. Noi trovammo dei bigliettini che aveva un altro
personaggio  che  si  caricato  di  munizioni  che  se  le
portava  via,  è  un’altra  storia  che  all’epoca  l’aveva
gestita la Procura di Bologna.
DOMANDA – E lei era già lì alla Digos quando...?
RISPOSTA – Io ero là dal 1978, sì, sì.
DOMANDA – E quindi sì?
RISPOSTA – Non ho mai avuto tregua, ecco, purtroppo.
DOMANDA  –  Quindi  questo  per  dire  l’atteggiamento  di  Carlo
Digilio insomma che non aveva un buon rapporto?
RISPOSTA – Non aveva un buon rapporto perciò credo che più che
altro per fare un piacere a noi si è sottoposto a questo
colloquio.
DOMANDA – Si è sottoposto controvoglia?
RISPOSTA  –  Esatto.  Poi  tenga  conto  che  si  era  portato  anche
una  bella  bottiglia  di  liquore  dice:  “Così  Maggi  è  uno
che piace bere a me pure magari vediamo se gli facciamo
sciogliere la lingua”.
DOMANDA  –  Insomma  l’attrito,  la  contrapposizione  arma  Polizia
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
155
in  quel  momento  è  che  voi  giudicate  l’esito  del
confronto  tra  Carlo  Digilio  e  Maggi  soddisfacente,
sufficientemente?
RISPOSTA – Uno scontro tra due persone che sicuramente avevano
qualcosa  nella  coscienza,  però  insomma  loro  si  capivano
insomma.
DOMANDA – Loro si capivano?
RISPOSTA – Io credo di sì. E alla fine del colloquio...
DOMANDA – Invece l’altro Capitano Giraudo lamentava, che cosa
lamentava?
RISPOSTA – Che secondo lui non andava bene.
DOMANDA – Non andava bene che cosa?
RISPOSTA – Non andava bene.
DOMANDA – La prestazione da parte di Carlo Digilio?
RISPOSTA – Tutto l’impianto, non andava bene l’impianto. Cioè
eppure  era  stato  concordato  prima  per  carità,  non
avremmo capito noi ma... Come ripeto noi ci siamo sempre
attenuti  alle  disposizioni  del  magistrato,  perché  la
cosa è delicata, sono cose che vanno a intaccare episodi
successi  molti  anni  prima,  perciò  la  strage  del  1969.
Perciò  non  si  voleva  fare  passi  falsi,  insomma  si  è
cercato  di  fare  una  normale  attività  di  Polizia
Giudiziaria,  ogni  tanto  ovviamente  spingendola  insomma
quando era il caso insomma.
DOMANDA  –  Non  era  stato  predisposto  un  servizio  di
videoripresa?
RISPOSTA – No, no. Non c’era neanche la possibilità di poterlo
fare. Si era anche pensato ma insomma...
DOMANDA  –  Dalla  trascrizione  per  ora  noi  abbiamo,  il  perito
della  corte  sta  sviluppando  quei  dati  ma  abbiamo
ovviamente  le  trascrizioni  già  fatte  nel  corso  del
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
156
processo di Milano, inizialmente già da voi etc. Ci sono
dei  passaggi  nei  quali  viene  abbassato  molto  il  tono
della  voce,  tra  i  due  interlocutori  in  particolare  da
parte di Carlo Digilio?
RISPOSTA – Bisbigliano, sì, sì.
DOMANDA – Bisbigliano?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – E altre parti del colloquio che invece sono fatte a
volume  normale.  Questo  vi  indusse  a  ritenere  che  forse
Carlo  Digilio  aveva  capito  perfettamente  che  c’era  una
registrazione oppure no?
RISPOSTA  –  Allora,  noi  del  Carlo  Digilio  non  avevamo  mica  la
massima stima. Sapevamo...
DOMANDA  –  Però  voglio  dire  qualunque  persona  dotata  di  un
minimo di buon senso poteva supporre no che si sarebbero
stati microfoni dappertutto o no?
RISPOSTA  –  Sapendo  che  era  il  Carlo  Digilio  e  conoscendo  il
Maggi io personalmente l’ho arrestato due o tre volte il
Maggi nei vari processi perciò non è che eravamo amiconi
ma  comunque  sono  personaggi  che  hanno  un  trascorso
piuttosto grosso insomma.
DOMANDA – Non sono sprovveduti insomma?
RISPOSTA  –  Assolutamente  no.  Assolutamente  no.  Perciò  questi
alti  e  bassi  chissà  che  cosa  si  volevano  dire,
probabilmente  se  ci  fosse  stata  una  registrazione  anche
video non avremmo capito niente lo stesso, eh! Se era un
bisbiglio  rimaneva  un  bisbiglio.  Comunque  diciamo  è
stato colloquio tra due vecchie volpi ecco secondo noi.
DOMANDA  –  Avevano  del  materiale  con  loro?  Perché  a  un  certo
punto  sembra  dalla  registrazione  che  venga  esibito
qualcosa?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
157
RISPOSTA – Sì, sì anche perché mi chiamano...
DOMANDA – Che cosa avevano?
RISPOSTA -... Per fare le fotocopie. Erano delle sentenze dove
dovevano  pagare  diversi  milioni  di  risarcimento  allo
Stato per i vari processi.
DOMANDA – Come viene prospettata la... Cioè Carlo Digilio sa a
cosa  serve  questo  incontro,  e  Maggi  cosa  sa  invece?  A
Maggi  cosa  viene  detto  riguardo  a  questo  incontro  in
Questura con Carlo Digilio?
RISPOSTA  –  Se  non  ricordo  male,  il  Maggi  cerca  di
convincere...  Cioè  il  Carlo  Digilio  cerca  di  convincere
il  Maggi  che  potrebbe  essere  inquisito  per  i  fatti
vecchi  le  direttive  avute  da  Pino  Rauti,  là  era  lo
scopo.  Prendere  Pino  Rauti  e  metterlo  in  mezzo  al
problema delle stragi insomma.
DOMANDA – No, ma voglio capire a Maggi come viene prospettato
l’incontro?
RISPOSTA – Viene prospettato che Maggi...
DOMANDA – Quale è la finalità dell’incontro?
RISPOSTA  –  E’  il  Maggi  che  lo  chiede  per  avere  una  garanzia
secondo lui che Carlo Digilio può dargli  sulle  proposte
fatte dal Ros.
DOMANDA  –  Quindi  Carlo  Digilio  che  ha  un’esperienza  di
collaboratore  per  interpellarlo  su  questa  sua
esperienza, è questo?
RISPOSTA  –  Esatto.  Allora  il  Carlo  Digilio  cosa  fa?  Gli
prospetta  l’inferno,  gli  prospetta  probabili  condanne
per  le  vecchie  conoscenze,  parla  del  professore  Franco,
gli  parla  dei  gruppi  Sigfrido  che  erano  quei  gruppi
praticamente  quasi  paramilitari  che  Franco  gestiva,  ex
Carabinieri,  ex  combattenti.  Poi  Franco  lo  dicono  loro
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
158
passerebbe  anche  alla  Cia,  ma  quello  che  fa  rabbia
insomma  che  alla  fin  fine  tutti  questi  personaggi  qua
pare che tutti quanti dipendessero da qualche servizio.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Scusi
Presidente,  sarebbe  bene  però  che  il  teste  non
riportasse  i  contenuti  della  conversazione  registrata
perché  adesso  per  esempio  ha  fatto  un’affermazione:  che
le  dicono  loro  che  Franco  è  della  Cia,  che  è  nella
conversazione  registrata.  Non  esiste.  E  quindi  o  una
memoria  diciamo  ferrea  in  relazione  al  colloquio
registrato o sennò abbiamo il colloquio registrato.
EMERINI: Ma guardi che sono firmatario di quel verbale.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Sì,  ho
capito.  Lei  adesso  ha  fatto  un’affermazione  che  le
assicuro nel colloquio non c’è.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Affermazione che riguarda?
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Franco,
dicono  nella  registrazione  ha  detto  che  Lino  Franco  è
della Cia. Non c’è questa affermazione.
EMERINI: Guardi che abbiamo anche delle verbalizzazioni con il
magistrato.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Lasci  stare
le  verbalizzazioni  con  il  magistrato  che  quelli  sono
interrogatori che la Corte ha.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
159
EMERINI: Se non ricordo male si dice che Rauti pigliava soldi
dalla Cia in quella registrazioni.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA  -  Sì,  il  problema  è  che  se  lei  ha  fatto  dei
verbalmente  chiaramente  conterà  il  verbale  etc.  se
invece  stiamo  parlando  del  colloquio  registrato  lei
chiaramente sa quello che è stato detto.
RISPOSTA - Avvocato, sono passati anche quasi una ventina di
anni.
DOMANDA – Sì, era soltanto rilevare che una certa notizia non
risultava dal colloquio ma risultava alliunde. Nel senso
cosa  che  è  del  tutto  possibile  che  lei  unisca  la  sua
conoscenza  appresa  verbali  o  attraverso  indagini  e  non
la  distingua  dal  contenuto. Era solo  una  valutazione  di
questo tipo.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Dopodiché si conclude la cosa e riprende la gestione
di sempre, cioè rimane presso di voi?
RISPOSTA – Sì, sì, sì.
DOMANDA  –  Fino  a  che  quell’altro  intervento  che  diceva  da
parte del giudice che dice: spostiamolo?
RISPOSTA  –  Esatto.  Al  giudice  evidentemente  Capitano  Giraudo
non  contento  dell’esito  parlava  con  il  magistrato  il
quale politico dopo ci chiama e dice: ve lo tolgo perché
così  non  va  bene.  Per  carità  non  è  che  siamo  comprato
insomma.  E  l’abbiamo  portato  a  Roma.  Ci  siamo  tolti
anche  un  peso  detto  tra  noi.  Non  è  facile  gestire  una
persona per undici mesi insomma.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
160
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Presidente abbiamo in atti
una  serie  di  relazioni,  annotazioni  relative  a  attività
di  riscontro  sulle  dichiarazioni  di  Siciliano  in
particolare.  Alcune  di  queste  attività  ha  partecipato
l’ispettore Emireni, per la parte le sono dati oggettivi
di  persone  identificate  o  individuati  a  loro  precedenti
penali  o  di  Polizia  o  quanto  altro,  volevo  chiedere  se
c’è disponibilità all’acquisizione o sennò....
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Se  magari  lo  indica  alle  parti
relazione per relazione così è più facile se sono fatte,
piuttosto che le stia a leggere.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Una notazione a
firma  del  dottor  D’Aquino  all’epoca  dirigente  della
Digos del 17 dicembre del 19974, che costituisce oggetto
poi  dell’esame  dell’ispettore  in  Corte  d’Assise  a
Milano.   In  quella  sede  era  stata  acquisita  e  vennero
approfonditi  alcuni  aspetti.  Io  chiederei  per  esempio
per questa notazione quanto meno nella parte, perché ove
riferisce  cose  dette  da  testimoni  ovviamente  serve
quello che i testimoni hanno detto so l’hanno detto non
può  entrare  dalla  finestra  ciò  che  eventualmente  non  è
stato detto.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Se ci degli accertamenti eseguiti,
oggettivamente eseguiti, la ricontrolla e la riconferma
e poi non avendo sottomano...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Questa  può
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
161
anche  essere  un’occasione  Presidente  per  sciogliere  le
questioni, diciamo così. Allora noi abbiamo prodotto il
verbale  del  dibattimento  di  Piazza  Fontana
dell’ispettore  Emireni  ed  io  ritengo  che  tutti  gli
allegati  al  verbale  di  dibattimento  di  Piazza  Fontana
facciano  parte  del  verbale  di  dibattimento  di  Piazza
Fontana. Tra questi allegati vi sono le relazioni cui ha
fatto adesso cenno il Pubblico Ministero. Quindi non c’è
assolutamente  problema  e  quel  verbale  è  costituito  dal
verbale e dalle domande che riguardano quegli allegati.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Scusi,  proprio  per
l’utilizzabilità,  anche  le  altri  parti  hanno  dato
consenso?  Siccome  sono  atti  dichiarativi  chiaramente,
sa...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No, su questo
punto  mi  pare,  per  quello  dicevo,  la  norma  preveda  che
io produco il verbale di prova di altro dibattimento. Se
le altri parti vogliono hanno diritto che quella persona
sia citata, ma non è che l’utilizzazione del verbale di
prova  di  altro  procedimento  debba  avere  il  consenso
delle altri parti.  Se le  altri  parti  lo vogliono  citano
la persona e se la sentono, se non vogliono non è che il
verbale  non  è  utilizzabile,  mi  pare  che  la  norma  sia
proprio  chiarissima  in  questo  senso.  Tant’è  vero  che  la
Corte decide  sulla  richiesta  delle  altre  parti, dice  la
norma,  dopo  avere  acquisito  il  verbale  di  prova  di
altro...
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Il  problema  è
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
162
l’utilizzabilità  nei  confronti  di  tutti  per  il  quale
attraverso  il  238  chi  ha  partecipato  all’atto  entra  e
basta,  chi  non  ha  partecipato  o  esprime  consenso,  non
solo con il 468, se vuole cita, ma con il 238 o esprime
il  consenso  oppure  nei  suoi  confronti  quelle
dichiarazioni  non  entrano.  Allora  per  questo  chiedevo  a
tutte le parti se c’era il consenso.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì,  noi  abbiamo  interpretato,
perché  sarebbe  molto...  Se  il  238  fosse  di  questo
genere,  tra  l’altro  anche  recentemente  la  Corte
Costituzionale  è  intervenuta  con  riferimento  al  503  e
richiamando  il  238.  Bisogna  distinguere  i  verbali  di
prove di altro procedimento.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Cioè  verbale
di prova dibattimento.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Verbale  di  prova  in  sé  per  sé.  E
questi bastano che abbiano la garanzia del dibattimento,
però la norma poi che l’articolo 2 bis, perché non è il
2,  perché  c’è  il  civile  prima,  specifica,  come
specificazione: ai verbali di prova dichiarativi. Quindi
fa  una  specificazione,  dice:  sì,  i  verbali  di  prova
valgono,  tant’è  vero  che  noi  abbiamo  detto  perizia  e
tutto quello che ne segue. Infatti, lo dice proprio come
richiamo: nei casi previsti dei commi 1 e 2, quindi nei
casi  in  cui  abbiamo  dibattimento...  i  verbali  di
dichiarazione  possono  essere  utilizzati  contro
l’imputato  soltanto  se  il  difensore  ha  partecipato
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
163
all’acquisizione  della  prova  o  se  nei  suoi  confronti  è
falsata  la  sentenza  civile.  Allora  se  una  parte  li
chiede, è chiaro  la corte non può altro che acquisirli.
Il  problema  è  di  utilizzabilità.  Dopo  c’è  la  norma
dell’impossibilità di ripetizione di salvaguardia sempre
e  comunque,  il  238  anche  richiamato  dalla  Corte
Costituzionale,  e  poi  il  caso  del  consenso.  E  questo
fatto  che  i  verbali  dichiarativi  di  altro  processo  in
ogni  caso  ci  sono,  è  indicato  dall’ultima  parte  della
comma  4  laddove  in  caso  di  mancanza  di  consenso  nei
confronti  di  persone  che  non  hanno  partecipato  al
dibattimento  dice:  possono  essere  utilizzati  per  le
contestazioni.  Abbiamo  inteso  quindi  come  una  prova,
un’utilizzabilità a strati che poi il Pubblico Ministero
attraverso  la  chiamata  in  dibattimento  del  teste  tende
ad  allargare  a  tutti.  Questa  è  l’organizzazione.
Naturalmente,  ciò  non  toglie  che  con  il  consenso  il
verbale  di  prova  possa  essere  comunque  acquisito
all’inizio  o  durante  e  che  in  ogni  caso  fa  riferimento
ad  attività  che  lui  confermerebbe,  come  capita  molte
volte  agli  appostamenti  dell’A.P.G.  che  vedono  la
macchina,  conferma  etc.  Quindi  allora  il  Pubblico
Ministero voleva avere la garanzia, cioè l’assicurazione
del consenso di tutte le parti che quei verbali a cui fa
specifico  riferimento  ci  sia  il  consenso  di  tutte  le
parti,  non  certo  della  difesa  Maggi  e  Zorzi,  ma  delle
altre  difese  che  con  riferimento  a  quegli  atti  hanno
diritto di sentire il teste su quelli per poi recepirli.
Salvo che i verbali, le relazioni cosiddette di servizio
non  siano  di  sé  ripetibili  e  allora  lì  andiamo  nella
questione  ancora  più  complicata.  Quindi  insomma  si
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
164
tratta di dire, di farli vedere al teste, di confermarli
astrattamente  e  insomma  poi  si  acquisiscono  come
contenuto  etc..  Chiaramente  non  per  la  parte  in  cui  si
riferiscono  attività  di  dichiarative  di  altri  ma  sugli
accertamenti compiuti.
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Allora scusi
Presidente,  chiarissimo.  Seconda  questione,  sono  state
acquisite su consenso di tutte le parti alcune relazioni
di servizio del Colonnello Giraudo e anche una relazione
di  servizio  dell’ispettore  Emireni  e  una  relazione  di
servizio  di  un  vice  sovraintendente  che  si  chiama
Alessandro  Lino  Alessio  che  era  presente  a  questa
registrazione,  queste  relazioni  di  servizio  contengono
il  riferimento  da  parte  dell’ispettore  Emireni  per
esempio  a  un  colloquio  telefonico  che  lui  ha  avuto  con
Carlo  Digilio  il  giorno  mi  pare  15  aprile  del  1996.
Ripeto  queste  relazioni  nelle  trattative  tra  le  parti
sono  state  acquisite  su consenso, con consenso  di tutte
le parti.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E queste le abbiamo.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Certo.  Anche
se contengono delle fasi di tipo dichiarativo a mio modo
di vedere se sono acquisite con il consenso di tutte le
parti,  sono  utilizzabili  e  superano  la  decisione  della
Corte Costituzionale.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì,  anche  perché  l’accordo  delle
parti  va  incontro  anche  al  111  della  Costituzione,  c’è
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
165
l’accordo quindi l’accordo supera tutto.
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ecco ci siamo
chiariti.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, l’accordo è una delle deroghe
al  principio  di  contradditorio  insomma.  L’impossibilità
oggettiva  è  il  consenso.  Se  io  acconsento  posso  fare
entrare  tutto  salvo  che  sia  una  violazione  di  legge
assunto  con  le  forme  vietate  etc.  Quindi  su  questa
seconda  parte  ha  senza  altro  ragione,  naturalmente  su
questo se c’è il consenso, adesso poi...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Chiedevamo
interpretazione giuridica.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sul presupposto che sia stato dato
il consenso effettivamente...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Un decretino,
perché con il Pubblico Ministero si discuteva... Quindi
per  quanto  riguarda  il  punto  la  difesa  Zorzi  e  quella
Maggi  che  non  c’è  ma  è  sostituita  per  quanto  riguarda
quelle  relazioni  di  servizio  allegate  al  verbale  di
dibattimento di Piazza Fontana non ci sono problemi.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora per le altri parti ci sono?
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – MASCIALINO - Avevamo già
dato il consenso.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
166
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, ma il presupposto è sempre se
non ci fosse. Voi lo date il consenso in ogni caso e in
quelle  relazioni  sono,  salvo  poi  specifiche  domande,
comprese  le  domande  di  approfondimento  sulla  telefonata
a cui ha fatto riferimento, sulla quale abbiamo già come
acquisito  il  contenuto  della  relazione.  Quindi  c’è
l’accordo,  anche  questo  supera  tutto  quanto,  non  solo
l’attività accertativa ma tutto quello che è il contorno
della  relazione,  per  acquisizione  delle  relazioni.  Poi
se le vorrà indicare magari l’allegherà pure.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  Sì,  io  adesso  non  le  ho
tutte  comunque,  magari  se  la  difesa  mi  aiuta  per
acquisire  quelle  che  vennero  all’epoca,  perché  non  sono
fisicamente  allegate  al  verbale,  quindi  è  difficile
reperire quali sono quelle che materialmente...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì,  probabilmente  durante  il
verbale ci citano però non c’è.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Il  Pubblico
Ministero in quella sede non pose domande proprio perché
le relazioni di servizio erano state acquisite.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  -  Sì,  però  noi
qui  noi  non  abbiamo  tutti  gli  atti  quindi  è  difficile
dire quali fossero quelle che...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Se per comodità le acquisiamo così
le  alleghiamo  alla  dichiarazione  del  teste  così  le
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
167
abbiamo sotto mano.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Io ne ho alcune
però se quelle che ho io c’erano, non c’erano.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le potete acquisire, nel senso che
adesso farete solamente gli approfondimenti che ritenete
opportuni  sul  presupposto  che  queste  relazioni  ci  siano
già.
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASE – Presidente, io
devo  fare  una  riserva  per  la  difesa  Rauti  che
evidentemente  non  ho  interpellato  sul  punto  però,  la
sciogliamo domani.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma lei la rappresenta!
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASE – Sì, ma non so
esattamente  come  la  pensa.  Io  ritengo  che...  Però  non
posso in questo momento...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le diamo per acquisite salvo...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Presidente, mi
scusi,  io  approfitterei  anche  di  questa  ultima
indicazione, non ci saranno problemi però non conoscendo
queste  relazioni  approfitto  del  fatto  che  non  c’è
neanche  la  difesa  Rauti  per  potere  esprimere  il  mio
consenso informale.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Adesso  ve  lo  dico  sinceramente,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
168
siccome  il  teste  non  è  che  lo  facciamo  ritornare,
siccome dobbiamo sapere se dobbiamo interrogarlo per tre
ore piuttosto che per mezz’ora quindi mi dovete dare il
consenso su questo punto che non è un consenso capestro,
riguarda  atti  che  voi  conoscete  e  che  in  ogni  caso  lui
può  confermare  perché  sono  relazioni  in  cui  ha  emesso
sicuramente  la  sua  attività  investigativa  o  addirittura
da  lui  firmate.  Quindi  sono...  cioè  dovremmo  fargliele
leggere,  e  dice:  si  ricorda  che  a  tale  giorno  ha  fatto
quell’attività. E lui dirà: sì, mi ricordo.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Presidente, ho
fatto pervenire alle parti tutte un prospetto...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ecco  perché  mi  serve  un  consenso
adesso.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  DE  BIASE  –  Allora
Presidente  siccome  sennò  mi  fa  litigare  con  l’Avvocato
Franchini  che  non  è  il  caso,  chiamo  la  collega
Battaglini. Così la sento immediatamente.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, e l’Avvocato Sandrini può fare
la  stessa  cosa  nel  senso  che  ho  bisogno  di  un  consenso
immediato perché sennò il Pubblico Ministero procederà a
sottoporre  le  relazioni  una  per  una,  quelle  più
interessanti. Chiaramente con una diversa durata del...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Sì,  io  però
devo dire una cosa però mentre, ripeto io non mi ricordo
in  queste  relazioni  se  si  parla  di  Rauti  o  no.  Questo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
169
confesso.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io vi chiedo di dare una risposta
abbastanza  tempestiva  proprio  perché  l’esame  del
Pubblico  Ministero  potrà  essere  più  approfondito  o  meno
approfondito in base al consenso.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  Presidente,  mi  inserisco
nel tema, l’ispettore Emireni ha anche redatto una serie
di relazioni relative a colloqui avuti con Carlo Digilio
in  particolare.  Io  ritengo  che  quelle  relazioni  non
debbano,  non  possono  entrare  alla  luce  delle  Sezioni
Unite  della  sentenza  Torcasio  che  affronta  questa
problematica. Se invece la Corte va di diverso avviso se
servono  per  capire  ogni  singola  affermazione  e  quando
nasce  nel  tempo  perché  queste  relazioni  a  volte
anticipano circostanze che compaiono nei verbali solo in
momento  successivo,  quindi  ci  potrebbe  essere  un
interesse anche delle parti dei difensori degli imputati
a che queste relazioni o alcune di esse possono entrare.
A  me  pare  alla  luce  della  sentenza  delle  Sezioni  Unite
che non possono entrare.  Per  altro  sulla  base di  quella
sentenza  cioè  o  entrano  per  un  qualche  profilo  e  lo
considera  parallelamente  un  informatore  il  soggetto
dichiarante  o  se  non  entrano  ci  sarebbe  proprio  un
divieto  di  legge  di  fronte  al  quale  anche  il  consenso
delle  parti  non  avrebbe  alcuna  valenza.  Il  tema  non  si
pone  per  quelle  relazioni  che  già  sono  entrate  con  il
consenso di tutti come quella appena citata dalla difesa
Zorzi  che  è  una  telefonata  che  riceve  l’ispettore
Emireni  e  che  come  tale  direi  che  sfugge  o  anzi  è
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
170
previsto espressamente nella sentenza Torcasio come caso
che  fa  eccezione  in  qualche  modo  alla  regola  posto  che
non  c’è  sicuramente  nessuna  violazione  del  dovere  di
verbalizzare.  Posto  poi  che  c’è  il  problema  di  valutare
anche questo dovere di verbalizzazione nel tempo, perché
adesso  c’è  un  divieto  che  nel  1996  non  c’era.  Una
materia  molto  complessa.  Quella  relazione  è  una
telefonata, io  credo  che  di fronte  a  una  telefonata non
ci  sia  nessun  dovere  di  verbalizzazione  e  quindi  sia
corretta  la  relazione,  tutte  hanno  dato  il  consenso,  è
entrata e...


INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora probabilmente bisogna porsi
nell’ottica  dell’attività  svolta  in  quel  momento  dalla
persona  che  ha  recepito  queste  dichiarazioni.
Innanzitutto  vedere  se  è  ufficiale  di  Polizia
Giudiziaria  o  non  è  ufficiale  di  Polizia  Giudiziale.
Ufficiale  di  Polizia  Giudiziaria  lo  è  ma  qualcuno  dei
servizi  non  lo  era  per  esempio,  dopodiché  vedere  se
questa  è  un’attività  fatta  a  titolo  confidenziale  e
quindi  c’è  il  per  confidente  quello  che  noi  abbiamo
detto,  quindi  non  è  vietato  purché  poi  il  confidente
esca  allo  scoperto  e  quello  che  gli  ha  detto  a  lui  può
essere  sia  sentito  e  sia  la  sua  relazione  avere  un
contenuto.  Cioè  la  garanzia  per  le  parti  è  che  l’esame
poi  della  fonte  consenta  di  vedere  quello  che  il
verbalizzante,  o  meglio  l’ufficiale  di  Polizia
Giudiziaria  ha  fatto.  Quindi  se  é   un  confidente  puro
non c’è, e quindi la risoluzione se l’avesse sentito non
so  Tramonte  la  fonte  etc.  o  la  fonte  X,  sicuramente  se
ci  spostiamo  qui.  Perché  l’ufficiale  di  Polizia
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
171
Giudiziaria  ha  l’obbligo  di  verbalizzare  ma  la  Torcasio
sanziona quello che avrebbe dovuto verbalizzare e non ha
verbalizzato. Se io sto con un confidente certamente non
verbalizzo.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Però  la
sentenza  della  Corte  Costituzionale  è  successiva  alla
sentenza delle Sezioni Unite, Presidente.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì,  però  la  Corte  Costituzionale
salva,  anche  con  riferimento  al  503,  il  principio  del
contradditorio.  Cioè  dice:  occorre  che  sia  sottoposto  a
contradditorio  l’esame  etc.  nel  caso  del  confidente  che
è  confidente  fino  a  un  certo  punto,  ma  poi  diventa
testimone,  la  garanzia  del  contradditorio,  quello  che
abbiamo  detto  noi  ma  il  503  poteva  già  essere
interpretato  così  ancora  prima  della  sentenza  recante
della  Corte  Costituzionale,  noi  abbiamo  detto  che  nel
momento  in  cui  la  fonte  viene  dichiarata  e  c’è  la
garanzia del suo verbale nel contradditorio delle parti,
come  dice  la  norma  del  codice  anche  le  dichiarazioni
rese  e  anche  la  testimonianza  è  ammissibile.  E’
contradditorio  che  deve  essere  salvato.  Quindi  nel
momento in  cui  noi  salviamo il  contradditorio noi siamo
a  posto.  E’  questo  astrattamente  il  modo  di  procedere.
Il problema è...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Qui  c’è  una
situazione un po’ particolare.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Qui la situazione è ibrida e non è
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
172
chiarissima. Allora a quel punto...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Carlo Digilio
non  è  un  confidente,  è  un  collaboratore  di  giustizia
sottoservizio centrale di protezione.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Il  problema  è  proprio  delle
situazioni intermedie ma questo varrà Emiremi come varrà
probabilmente per Giraudo o chi altro,  cioè nel momento
in cui una persona è sicuramente un collaborante, quindi
sta rendendo delle dichiarazioni, quindi non è una fonte
che deve essere tenuta segreta, ciò che viene dichiarato
in colloquio investigativo, c’è anche un’altra norma del
codice che lo dice, non può essere utilizzato. Nel senso
che  quello  che  conta  per  noi  è  ciò  che  è  avvenuto
verbalizzato perché in questo punto la sentenza Torcasio
ma  anche  la  sentenza  della  Corte  Costituzionale
affermano questo. Quindi  è  sapere che cosa  è  la persona
che  sta  facendo,  se  è  un’attività  preliminare  in  cui..
E’  un’attività  preparatoria  di  investigativa  d’indagine
di  una  persona  che  potrebbe  anche  rimanere  segreta
perché  fa  trovare  i  depositi,  fa  trovare  i  latitanti,
oppure  se  è  un’attività  svolta  con  persona  che  è  in
corso  di  collaborazione  che  chiaramente  confidente  non
lo  è  e  non  lo  deve  essere,  perché  è  teste.  E  quindi
allora  dobbiamo  scegliere  e  dobbiamo  capire  se  veniva
svolta come testimone o come confidente. Come confidente
abbiamo  un  recupero  attraverso  la  testimonianza  della
fonte, se invece è la verbalizzazione di una persona che
sta rendendo testimonianza, abbiamo la sentenza Torcasio
come  anche  l’interpretazione  che  ha  dato  la  Corte
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
173
Costituzionale  dicendo:  non  solo  quello  che  doveva
verbalizzare,  quello  che  avrebbe  dovuto  verbalizzare.
Quindi  si  sposta  un  po’  più  in  là.  Adesso  è  chiaro  la
situazione  astrattamente  non  c’è  confusa  ma  è  difficile
il riferimento alla singola persona la posizione di quel
momento,  chi  era  Carlo  Digilio  in  quel  momento,  cosa
stava  facendo,  se  era  collaborante,  se  stava  rendendo
dichiarazioni,  se  lo  erano  e  con  riferimento  a  questa
persona abbiamo... Se poi c’è consenso va bene tutto, o
quanto  meno  il  principio  del  contradditorio  è  derogato
ma  attraverso  il  consenso  delle  parti.  Non  so  se  sono
stato poco chiaro ma...
INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Chiarissimo, anche
se  personalmente  a  questo  punto  ho  dei  dubbi  se  il
consenso  posso  derogare  se  questa  l’impostazione  perché
ci  troveremmo  di  fronte  a  un’acquisizione  contra  Legem
secondo  questa  interpretazione.  Non  so  se  il  consenso
possa  derogare,  cioè  o  dentro  tutto  o  fuori  tutto.  E
entra  soltanto  ciò  su  cui  c’è  il  consenso  contra  legem
se l’impostazione è quella.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, se è contra legem no. Se è una
violazione  di  legge  no.  L’inutilizzabilità  non  può  mai
essere  sanata  in  qualsiasi  modo.  Questo  no.  Ma  io
riferivo  alle  relazioni  di  servizio,  con  il  consenso
etc. In cui a volte ci sono sintesi di attività.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Certo  sintesi  di
attività  pratica  svolta  quella  evidentemente  no.  In
realtà...
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
174
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Vorrei  dire
signor  Presidente,  io  non  ho  richieste.  Cioè  nel  senso
che...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, no ma per chiarire anche a noi
stessi  e  noi  procediamo,  se noi abbiamo il  problema non
è  tanto,  è  avere  delle  idee  soprattutto  procedere
coerentemente  con  quelle  idee,  poi  le  idee  possono
essere...  Però  mi  pare  che  siano  abbastanza
riscontrabili  sia  nelle  norme  sia  nelle  sentenze  che
abbiamo citato.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Presidente,
mica tanto perché quello che dice per esempio il collega
è  esattamente  il  contrario  della  mia  posizione.  Nel
senso che io ritengo che...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì,  ma  basta  che  l’Avvocato
Sinicato  non  dia  il consenso  e  praticamente il  problema
si risolve.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  No,  perché
lui  sta  parlando  di  relazioni  di  servizio  contenenti
dichiarazioni su cui ha già dato il consenso e che sono
già  entrate  e  che  sono  già  nel  fascicolo  del
dibattimento della Corte.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Comunque,  adesso  non  ci  fate
andare  al  di  là.  Noi  abbiamo  un  problema  di
testimonianze  e  quindi  di  limiti  di  testimonianze  o  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
175
estensioni  di  testimonianze,  quindi  lo  dobbiamo
risolvere.  I  problemi  ulteriori  di  utilizzabilità  nella
fase  di  decisionale  lo  guarderemo  poi  in  quel  momento
lì.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Sì,
Presidente,  mi  scusi  non  voglio  essere  insistente.  Però
noi  abbiamo  fatto  degli  accordi  con  il  Pubblico
Ministero in  cui  abbiamo  concesso alcune  cose purché  ci
facessero  entrare  queste  relazioni.  Allora  noi  a  questo
punto  mi  perdoni,  ma  dobbiamo  sapere  l’orientamento
della  Corte  su  questa  questione  perché  ci  sono  per
esempio degli altri accordi in corso che dobbiamo sapere
se possiamo fare o no.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Ma  a  me  pare
che  in  concreto  il  problema  che  in  questo  momento
comunque  non  sia  posto  da  nessuno,  perché  l’unica
relazione per la quale è stato dato il consenso è questa
famosa  telefonata,  non  mi  pare  che  la  difesa  di  Parte
Civile abbia revocato il consenso.
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ho capito, ma
adesso  domani  lei  sa  benissimo  che  ci  sono  alcune
relazioni  del  Colonnello  Giraudo  su  cui  c’è  il  consenso
di  tutti  ma  che  in  ipotesi  la  Corte  potrebbe  ritenere
inutilizzabili in quanto contenenti dichiarazioni.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Però  fuori
territorio  nazionale  perché  è  una  relazione  su  un
incontro di Tolosa.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
176
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  No,  non  c’è
solo  l’incontro  di  Tolosa  che  poi  è  particolare  e  lo
vedremo,  c’è  anche  il  riconoscimento  fotografico  fatto
dal  Ros  prima  dell’interrogatorio  di  David  Carret.
Insomma  ci  sono  una  serie  di  questioni  sulle  quali  il
Pubblico  Ministero,  le  parti  civili  hanno  consentito
sulla  base  di  concessioni  che  a  nostra  volta  abbiamo
fatto. Non è questione da poco.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Una  risposta  se  non  si  ha  l’atto
concreto, abbiate pazienza. Quello è un po’ da evitare è
che  si  sostituisca  attraverso  il  consenso  la  prova  che
invece  è  stata  assunta  nel  contradditorio.  Cioè  voglio
dire  se noi abbiamo un  incidente  probatorio in  cui  sono
stati  affrontati  tutti  i  temi,  poi  sarà  stato  pure
domandato:  scusi  ma  lei  l’aveva  già  vista  quella  foto,
le  è  stata  già  mostrata  etc.  Cioè  è  chiaro  che  è
riferimento  indiretto  e  allora  si  può  fare,  ma  quello
che conta non possiamo  sostituire la  fonte  primaria che
è  la  fonte  del  contradditorio  dichiarativo  fatto  nel
contradditorio  delle  parti  alla  fonte  secondaria  che
assume forza attraverso il consenso.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Per  farvi
capire le cose come sono...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Io  cerco  di  svicolare  in  maniera
elegante  ma...  non  svicolo  nel  senso  che  è  una
perplessità  nostra.  Voglio  dire  Carlo  Digilio  dice  una
cosa, l’ha detta una cosa e ha detto così all’ispettore
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
177
etc. e poi va in dibattimento...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DI  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –
Presidente,  è  che  settimana  prossima  se  non  abbiamo
chiarito  questo  passaggio  non  riusciamo  a  fare  l’esame
del  Colonnello  Giraudo.   Perché  non  sappiamo  quale
domande e quali contestazioni si possono fare.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –   Agli  atti
esiste  un  verbale  in  cui  Carlo  Digilio  riconosce  David
Carret,  sì  è  questo.  Abbiamo  una  relazione  di  servizio
del  giorno  precedente  in  cui  il  Ros  dà  atto  di  avergli
fatto un  informale  riconoscimento e o Carlo Digilio non
ha riconosciuto.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ma  al  testimone,  come  se  adesso
domandassimo  all’ispettore  se  rispetto  a  un’attività
formale  e  compiuta,  testimonialmente  gli  domandiamo:
ispettore è vero che il giorno prima gli avete mostrato?
Ha l’obbligo di rispondere, dirà sì, no. Non è tanto la
relazione che conta è la sua testimonianza.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DI  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Sì,  il
problema si può riferire...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E se il testimone dovesse dire non
mi  ricordo  etc.  guardi  che  c’è  una  sua  relazione  di
servizio  che  è  negli  atti  del  Pubblico  Ministero.  In
ogni  caso  le  faccio  presente  che  lei  l’obbligo  di  dire
la  verità.  Cioè  si  recupera  attraverso  il  testimone.  E
pure questo non vi va bene.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
178
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DI  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Non  è
l’accertamento  della  domanda,  è  accertamento  della
risposta. E’ la risposta...
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – La risposta che
dà  a  un  contenuto  dichiarativo,  la  testimonianza,  la
relazione  nella  parte  in  cui  dice  che  cosa,  dopo  avere
visto la  foto,  che  cosa ha  risposto.  Quindi il  problema
si pone.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –    La  sua
posizione  è  una  posizione  di  sostanza  del  tutto
rispettabile.  Però  noi  ma  credo  il  Pubblico  Ministero,
le  parti  civili,  questo  punto  abbiamo  bisogno  di
scioglierlo.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Scusate,  ma  noi  abbiamo  anche
sempre  detto,  allora  quello  che  lei  mi  sta  facendo
presente  fa riferimento a una relazione di  servizio che
fa  riferimento  a  un’attività  oggettiva  compiuta  sul
quale il consenso può essere raggiunto.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –   Sì,  non
verbalizzata.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sì,  verbalizzata  non  verbalizzata
etc.  la  cosa  invece  più  complicata  se  noi  abbiamo  una
relazione di servizio che contiene attività dichiarativa
di  un contenuto magari  diverso  di quello  che  risulta  al
dibattimento,  allora  distinguiamo  fra  l’attività...   Ma
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
179
abbiate  pazienza,  voi  conoscete  il  punto,  al  Carlo
Digilio è stato contestato questo fatto?
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Stavate  lì,  adesso  volevo  che  io
risolva il problema?
INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – No, si è discusso a
lungo a Milano  su varie relazioni di  servizi. Quindi  il
tema di che cosa era stato precedentemente...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Comunque  l’unica  cosa  certa,  a
parte  se  si  tratta  di  un’attività  semplicemente
circostanziale  che  quindi  può  essere  acquisita  con  il
consenso  andare  dall’autore  dell’attività  compiuta  e
dire, il  problema è se  questa attività  dichiarativa che
non viene verbalizzata doveva essere verbalizzata oppure
no.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Il  problema  è
se non può rispondere.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Un
riconoscimento  negativo  vuole  che  non  dovesse  essere
verbalizzato e non lo è stato. Ma c’è, se ne dà atto in
una...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Allora  se  dobbiamo  seguire  la
sentenza  delle  Sezioni  Unite  e  andare  anche  oltre  è
un’attività  che  in  ogni  caso  non  può  essere  utilizzata.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
180
Cioè  non  è  che  possiamo  nasconderci  dietro  un  dito  una
volta  utilizzabile  e  una  volta  no.  E’  come  l’imputato
che  dice  alcune,  stiamo  a  sentire  e  poi...  E’  un
verbalizzante.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Quindi  di
consensi  di  tutte  le  parti  non  sono  valse  a  nulla,
Presidente?
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io voglio dire, guardiamo di volta
in volta, però c’è un limite che è il limite che noi ci
siamo  posti  attraverso  la  sentenza  delle  Sezioni  Unite
come  è  stata  poi  interpretata ancora  di più dalla Corte
Costituzionale quel limite non possiamo superarlo.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  No.  Salvo
Presidente  considerare  l’imputato,  il  testimone  o
chiunque esso sia in quel momento un informatore.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ve l’ho detto. Io ho detto l’unica
possibilità  però  non  è  che  io  se  sono  testimone  e
divento  confidente  per  alcune  cose  e  testimone  per
altra.  E’  sono  tutti  quei  colloqui  investigativi,  sennò
dovremmo recuperare attraverso la fonte testimoniale una
serie di colloqui investigativi fatti nell’interno delle
dichiarazioni formali, cosa un po’ come dire sicuramente
utile  a  ricostruire  una  situazione  oggettiva  dei  fatti
però cosa che non ci è consentita in questo modo. Voglio
dire  sappiamo  che,  l’abbiamo  anche  nel  Tribunale  del
Riesame  che  vi  sono  state  una  serie  di  colloqui
investigativi prima di alcune dichiarazioni dello stesso
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
181
Tramonte etc. allora bisogna dire: era testimone? Se era
testimone  doveva  essere  verbalizzato  se  è  un  ufficiale
di Polizia Giudiziaria, se non era testimone allora sarà
confidente.  Allora  ed  era  confidente  è  un  altro
discorso. Mi pare che non possiamo...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Non  era
confidente Presidente.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Lo  so  che  non  era  confidente,  ma
io  lo  dico  non  tanto  per  l’ispettore  che  la  situazione
si  rivolse  abbastanza,  ma  proprio  su  quei  colloqui,  vi
ricordate,  ho accennato al  Tribunale  del  Riesame  fa una
cernita  di  alcune  dichiarazioni,  altre  dichiarazioni
etc.  Ci  sono  una  serie  di  attività  compiute  che  adesso
senza  approfondire,  sono  colloqui  investigativi  non
verbalizzati.  Però  quella  serie  di  colloqui
investigativi  non  verbalizzati,  sono  dei  colloqui
investigativi.  Perché  sennò  sarebbe  consentito
attraverso  l’esame  del  testimone  fare  entrare  dalla
finestra  quello  che  invece  non  deve  entrare  da  un
bugigattolo  e  da  una  fessura.  Allora,  detto  cercando
di...
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Qui  abbiamo
parlato di quanto Carlo Digilio ha detto se vogliamo nel
corso  del  sopralluogo  ma  la  sentenza  Torcasio  salva  il
caso  del  sopralluogo  quindi siamo a posto.  Si ripone  il
problema,  chiedevo  questi  riscontri,  quelli  che  ho  li
sottopongo  alle  parti,  li  sottopongo  soprattutto  al
teste  il  consenso  su  queste  attività  svolte
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
182
dall’ufficio.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sulle  attività,  nel  senso  che
Carlo  Digilio  mi  ha  detto  una  certa  cosa  e  l’ho
compiuta, sono andata a verificarla e...
EMIRENI:  Posso  parlare  visto  che  ho  fatto  nascere  questo
vespaio?
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA  -No,  lei  è  la  prima  occasione  poi  quando  andremo  a
sentire  il  Colonnello  Giraudo  o  chi  per  lui  poi  si
riproporrà quindi...
RISPOSTA  -   Tenga  conto  una  cosa,  allora  le  mie  chiamiamole
verbalizzazioni, le annotazioni erano già indirizzate al
magistrato,  non  erano  indirizzate  al  dirigente
dell’ufficio  come  d’intesa  con  il  giudice  Salvini.  Cosa
succede?  Che  quando  il  Carlo  Digilio  mi  racconta
qualcosa  nei  viaggi  di  ritorno  da  Milano  o  durante  la
mattinata  che  passiamo  in  caserma  a  raccogliere  fiori,
scrivo quello che lui mi dice ma dopo se viene annotato
che  nella  verbalizzazione  davanti  al  magistrato  che  già
porto  quella  notazione,  lui  poi  la  conferma.  E  viene
verbalizzata dal magistrato.
DOMANDA  –  Certo,  nel  senso  che  lei  correttamente  ha
evidenziato  una  circostanza  un  fatto  riferito,  il
magistrato l’ha fatto oggetto di formale esame.
RISPOSTA - E lo fa confermare.
DOMANDA  –  Questo  dovrebbe  essere  il  passaggio,  perché  il
colloquio  investigativo  è  questo.  Io  ti  consento  di
andare  a  sondare  il  terreno,  di  vedervi  anche  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
183
apprendere  notizie,  tu  me  lo  riferisci,  io  lo  sento
nelle forme o lo faccio sentire e quando l’ho sentito, e
poi già quello non è ancora verbale per noi, comunque è
già un atto dichiarativo che ha una sua rilevanza.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –   Sarà  così  anche
per Giraudo.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora non mi dovete dire le cose
a  pezzi.  Voglio  dire  se,  io  ricordo  che  tante  volte
sulle intercettazione ci sono tante questioni di verbali
di  deposito  etc.  cosa  facevamo  da  vecchi  giudici
istruttori?  Contestavamo  il  contenuto  delle
intercettazioni.  Attraverso  il  contenuto  delle
intercettazioni  facevamo  proprio  il  contenuto  che
risultava chiaramente dai verbali e chiaramente tutte le
eccezioni  si  sanavano.  Se  il  verbale  reso  regolarmente
ha un riferimento di contenuto ad attività investigative
è  il  verbale  che  conta.  Chiaramente  per  una  maggiore
chiarezza  potremo  acquisire  il  verbale  investigativo,
perché  tante  volte  non  si  capisce  di  che  stanno
parlando,  la  circostanza,  l’ora,  però  quello  che  conta
la  fonte  è  il  verbale  reso  davanti  all’autorità  di
Polizia  Giudiziaria  o  al  Pubblico  Ministero.  Se  è  così
mi  avete  omesso  un  passaggio  importante,  cioè  è  questo
che conta.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Però Presidente
alle mille situazioni può essere così poi bisogna vedere
se  nella  verbalizzazione  del  giorno  dopo  o  del  giorno
stesso, quelle  stesse cose  entrano  allo stesso  modo con
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
184
qualche  sfumatura  diversa.   Ci  può  essere  un  contrasto
tra...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma allora detto che alcune persone
sono  state  sentite  in  contradditorio  e  incidente
probatorio,  se  è  sfuggito  vabbè  pazienza,  però  c’è  un
problema di sintonia di particolari, allora il testimone
può  anche  avere  un  minimo  di  valore  anche  se  con  una
qualche...
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Può
testimoniare  su  quanto  appreso  in  quella  sede,  può  se
può entrare legittimamente quella relazione.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  In  realtà  il  testimone  dovrebbe
dire:  io  ho  fatto  quella  notazione,  confermo  la
notazione  e  però  quello  che  conta  poi  è  quello  che  è
stato riferito.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Quale
notazioni  Presidente  se  poi  il  contenuto  non
estensibile.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusi, un buon Pubblico Ministero,
un  giudice  istruttorie  etc.  fa  fare  un’attività
investigativa,  poi  sa che conta nulla,  nel  senso  uno  va
con  i  piedi  piombi  perché,  dopodiché  chiama  la  persona
che  ha  reso  queste  dichiarazioni  e  fa  il  verbale.  E’
verbale  che  conta.  Io  da  giudice  istruttore  qualche
confidente  della  Polizia  sapevo  chi  poteva  essere.
Chiamavo il testimone, se il testimone magari come terza
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
185
fonte mi diceva la cosa, bene, sennò...
INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Questo ragionamento
esclude  però  nel  modo  più  assoluto  che  possono  essere
utilizzate  le  annotazioni  di  servizio  in  cui  sono
contenute  le  precedenti  dichiarazioni  informative  che
hanno  fondato  poi  le  domande  del  giudice  istruttore  e
vale  solo  quel  verbale  lì.  Allora  tagliamo  fuori  tutte
le  contestazioni  che  si  possono  fare  con  riferimento  a
ciò che il teste avrebbe precedentemente detto o il modo
con cui il  teste  avrebbe  ricostruito  un certo passaggio
con  l’ufficiale  di  Polizia  Giudiziaria  o  con  la  persona
che  l’ha  in  gestione  e  teniamo  valide  esclusivamente
senza  possibilità  di  contestazione....  E’  una  scelta
radicale.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Io  vorrei  dire  e  vorrei  che  sia
chiaro,  se  un  colloquio  investigativo  ha  un  contenuto
diverso  rispetto  a  un  verbale  ufficiale  e  formale,
quello che conta è il verbale ufficiale. Questo è ovvio.
Perché  diverso  è  se  nel  verbale  ufficiale  si  dà
scontato,  come  contestato,  come  ammesso  il  contenuto
oppure  la  contraddizione  rispetto  a  certo  fatto.  Perché
uno  potrebbe  dire  indirettamente:  guardi  lei  ieri  al
capitano, all’ispettore ha detto queste cose. Lui dice:
sì  è  vero  però  sul  momento  mi  sono  sbagliato.   Però  è
l’atto  reso  davanti  all’autorità  che  ha  l’obbligo  di
verbalizzare  che  ne  rende  verbale  che  anche
indirettamente recepisce ma è quello l’atto.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  No,  ma  può  essere
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
186
utilizzato  per  le  contestazioni,  perché  il  problema  è
questo qua, perché è come se noi ci trovassimo di fronte
a  un  verbale  direi  fare  due  pesi  e  due  misure,  insomma
un  verbale  reso  al  Pubblico  Ministero  e  il  verbale  che
rende davanti al giudice.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ma  non  può  essere  utilizzato  per
le contestazioni, potrebbe essere utilizzato rispetto al
dichiarante  non  la  lettura  del  verbale  e  quello
chiaramente  non  fa  altro  che  confermare,  cioè  ha  fatto
l’atto,  che  ha  fatto  un  atto  falso?  Anche
l’investigativo  però  fa  un’attività  di  Polizia
Giudiziaria che deve...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Ma  come
faccio  se  io  ho  un  verbale  ufficiale  in  cui  c’è  un
riconoscimento  e  il  giorno  prima  si  dà  atto  che  questo
riconoscimento  è  stato  esattamente  il  contrario?  Cioè
spiegatemi  come  io  posso  fornire  la  prova  di  un  fatto
importante  se  non  credevo  con  il  consenso  di  tutte  le
parti  che  è  stato  dato.  Se  ora  mi  si  dice  che  questo
consenso...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sicuramente  delle  domande
all’attività compiuta il giorno prima gliele potrà fare.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Ma  se  la
dichiarazione del teste non è utilizzabile non è neppure
contestabile, perché la contestazione è un utilizzo, non
c’è  niente  da  fare.  Se  è  utilizzabile,  non  si  può
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
187
contestare.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ma  voi  pensate  che  si  può
correttamente,  adesso  indipendentemente  dal  caso  che
chiaramente ha una sua importanza perché non si dica che
non  abbia  una  sua  importanza,  a  parte  che  insomma  già
fare  le  ricognizione  il  giorno  prima  e  poi  andare  il
giorno  dopo,  insomma  già  là  inciderebbe  sulla  prima,
perché  la  prima  cosa  che  domanda  il  giudice  in  caso  di
attività  ricognitiva:  lei  ha  compiuto  in  precedenza
attività di visione di foto etc. e allora questo, io che
devo  valutare  l’attendibilità  di  una  ricognizione,  se  i
presupposti sono  errati,  la stessa  attività mi  viene  in
qualche  modo  inficiata.  Adesso  come  riuscite  a
dimostrare  questo  fatto  nell’interesse  di  ciascuno  non
lo  so.  Però  è  un’attività  che  non  dovrebbe  essere
compiuta  dal  punto  di  vista  procedurale.  Nel  senso
normale,  perché  so  che  poi  diventa  un’arma  a  doppio
taglio  perché  poi  quando  vado  a  fare  la  ricognizione,
voi sapete che quando si chiede: “Ha mai visto le foto?”
“Sì, sì, ieri il Maresciallo – il teste risponde – mi ha
mostrato 25 foto”. “E lei cosa ha fatto?”
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –   PIANTONI  –  E’  una  foto
singola.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  A  maggiore  ragione  una  foto
singola.
Allora  il  dato  oggettivo  però  al  testimone  l’avesse  fatto
l’ispettore,  io  farei  la  domanda:  “Ispettore  è  vero  che
lei ha mostrato una foto?”. “Sì”. E lui risponde. Poi là
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
188
probabilmente  bisogna  fermarsi  perché  il  contenuto...
cioè  se  voi  volete  che  io  metto  sullo  stesso  piano
attività investigativa compiuta dandole dignità di prova
attraverso  il  consenso,  un’attività  che  invece  doveva
essere  verbalizzata  perché  lui  avrebbe  dovuto  prendere
carta  e  penna,  è  obbligo  di  verbalizzare,  siamo  dentro
la  Torcasio,  siamo  dentro  la  Corte  Costituzionale  e
dentro a tutto, non ci posso fare niente. Io vi ho detto
la  perplessità  del  Tribunale  del  Riesame  ma  anche  nel
leggere  una  serie  di  attività  investigativa  compiuta  in
itinere  di  verbalizzazione  ufficiali.  E  allora  quello
che  conta  per  noi  sono  le  verbalizzazioni  ufficiali,
salvo  domandare  al  testimone,  richiedere  su  circostanze
e  fatti  precisi  se  questi  fatti  e  circostanze  sono
avvenuti.  Se  l’ha  portato  a  fare  una  ricognizione  nel
cascinale,  mi  dirà:  sono  andato  a  portarlo  nel
cascinale.  Quindi  se  lui  ha  reso  delle  dichiarazioni
potranno essere apprezzate in quel senso.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  -  PIANTONI  –  Ma  quando  un
attimo  fa  ha  proprio  riferito  il  teste  di  confidenze
raccolte nel viaggio di andata...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, però l’ispettore ha risposto a
tono dicendo: guardate che queste relazioni di servizio,
io le ho relazionate al giudice. Il giudice ne ha fatto
oggetto  di  domande.  Per  noi  conta  correttamente
attraverso  anche  le  indicazioni  orientative  del
testimone,  quello  che  risulta  dal  verbale  e  quindi  se
questa circostanza risulterà anche dal verbale.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
189
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  Io  ne  no
almeno  cinque o sei che non risultano in  nessun verbale
che  sono  oggetto...  Presidente,  abbiamo  capito.  Allora
non do il consenso a niente.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Dite  in  maniera  diversa  la  Corte
può non scontrarsi contro questi principi che sono anche
principi  che  con  fatica  si  sono  affermati  e  anche
recentemente  si  sono  affermati  con  riferimento  anche  al
503 e quindi sono...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ma io non do
nessun rimprovero alla Corte, ci mancherebbe altro.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Quindi siccome abbiamo questo...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  Sulle
relazioni  dell’ispettore  Emireni  non  c’è  il  consenso.
Perché non serve a niente il consenso.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Beh,  il  consenso  serve  per
risparmiare tempo sulle circostanze di fatto il consenso
è utile e utilizzabile.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  No,  se  non
sono  utilizzabili  le  parti  dichiarative,  mi  dispiace  ma
la Corte non le può avere.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Allora  sentiamo  l’ispettore
Emireni.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
190
EMIRENI: Cosa è successo?
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  -  Ispettore  Emireni,  questo  è  un
processo  impossibile  che  però  noi  stiamo  rendendo  quasi
normale  e  quindi  qualche  volta  capita  di  dovere
risolvere dei problemi però è normale. E’ tutto normale.
Anche il  Pubblico Ministero poi saprà come  risolvere  il
problema a questo proposito.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Ci  sono  una
serie di domande che neppure ho fatto perché appunto non
ho  richieste, ponevo  il problema  solo perché  può  essere
utile conoscenza sapere una singola circostanza quando è
emersa  per  la prima volta.  Comunque non ho  domande, non
ho fatto domande e non intendo farne su quelle relazioni
anche  perché  appunto  è  stato  appena  chiarito.  Mi  pare
che nulla si tolga appunto abbiamo detto al sopralluogo
in  quanto  sopralluogo  era,  e  che  nulla  si  tolga
all’acquisizione della famosa telefonata.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, ma sulla telefonata abbiamo un
dato  oggettivo,  c’è  addirittura  una  conversazione
registrata.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Ma  in  questo
nulla di registrato, dobbiamo ancora farla.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ah,  va  bene.  Sulla  telefonata,
quella a cui ha fatto riferimento?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
191
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Quella a cui ha
fatto  riferimento  la  difesa  Zorzi  per  dire  è  una
relazione  sulla  quale  è  stato  raccolto  il  consenso  di
tutti  con  la  riserva  di  sentire  il  soggetto  che  aveva
redatto  la  relazione,  quella  rimane  e  posso  fare  le
domande. Voglio dire in quanto è una telefonata.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sul  fatto  che  vi  sia  stata  la
telefonata...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Scusate, io
non  capisco  bene,  quella  telefonata  contiene  delle
dichiarazioni  che  Carlo  Digilio  ha  fatto  all’ispettore
Emireni  in  relazione  a  una  certa  sua  situazione,  non
capisco,  io  l’ho  prodotta  io,  ma  non  capisco  perché
adesso quella lì si utilizza e le altre no.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Si  può  utilizzare
il  fatto  storico  della  telefonata  ma  non  il  contenuto
delle dichiarazioni.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il fatto storico della telefonata
è  che  si  sarà  una  telefonata,  sì.  Che  la  telefonata
avesse  un  qualche  contenuto  che  si  parlava  del  mal  di
pancia  o  piuttosto  che...  Invece  mi  riferisce:  guardate
che  nel  1973  io  portavo  la  pistola  tal   dei  tali  e
allora no.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  Sì,  mi
chiediamo  se  quel  giorno  ha  avuto  una  telefonata  di
Carlo Digilio, punto.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
192
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  E  di  che  si  è  parlato
astrattamente,  ma  non  di  che  cosa  si  è  parlato  come
contenuto ma...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Di cui si è
parlato c’è un ampio verbale.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – A me pareva che
quanto meno la telefonata potesse comunque entrare sotto
il  profilo,  cioè  il  contenuto  della  telefonata  proprio
in  relazione  alla  351,  357  cioè  è  una  situazione  nella
quale  non  vi  era  alcuna  possibilità  di  verbalizzare
perché  non  vi è neppure la  presenza fisica  del  soggetto
dichiarante.  Quindi  l’U.P.G.  che  riceve  una  telefonata
cosa  avrebbe  dovuto  fare?  Anche  nell’ottica  della  norma
attuale.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Questo  lo  dice  pure  la  sentenza
non  è  che  uno  mi  rende  le  dichiarazioni  a  un  Pubblico
Ufficiale che magari sto offrendo del denaro oppure sono
parte  offesa  sia  una  corruzione  non  è  buona,  che  fa  si
verbalizza...  e  qui  vale  anche  per  attività,
l’importante  è  che  ci  sia  superato  l’ostacolo  di
un’attività  che  doveva  o  poteva  verbalizzare  in  quella
situazione. Se la telefonata è un’attività invece...
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Come  avrebbe
potuto mai verbalizzare?
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sicuramente  non  poteva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
193
verbalizzare.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  E  quindi  può
riferire su quanto percepito nella telefonata.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sulla telefonata sì.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Ma  anche  sul
contenuto?
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Sul  contenuto  sì,  il  problema,
l’ostacolo  è  di  non  superare  la  norma,  i  divieti  che
sono  stabiliti  dalle  norme  sui  confidenti,  sul  63,  sul
64, sul l’obbligo di riferire il 257 e di verbalizzare.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  Presidente,
il  giorno  dopo  Carlo  Digilio  è  stato  sentito  sul
contenuto  di  questa  telefonata.  Quindi  questa  relazione
di servizio non ha più nessun...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora risolviamo le cose e quindi
probabilmente...  Noi  non  possiamo  sostituire  alla
verbalizzazione  formale  un’attività  investigativa
dichiarativa  compiuta  in  presenza  di  fronte  a  una
persona  che  è   ufficiale  di  Polizia  Giudiziaria  doveva
verbalizzarla.  Quindi  se  lui  invece  della  telefonata
avesse  avuto  delle  dichiarazioni  del  Carlo  Digilio  su
certi  fatti,  lui  aveva  fatto  una  notazione,  l’ha
riferita.  Il  Pubblico  Ministero  o  il  giudice  Istruttore
ne  ha  fatto  oggetto  di  esame.  Se  invece  è  un’attività
compiuta di attività che non poteva materialmente essere
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
194
verbalizzata,  e  allora  praticamente  ne  ha  fatto  oggetto
di una relazione di servizio, non c’è il divieto, ne può
riferire  sia  sulla  circostanza  della  telefonata  in  sé,
sia  sul  contenuto  proprio  perché  non  c’è  il  divieto,  o
meglio  l’obbligo  di  verbalizzare.  Come  fa  a
verbalizzare?  Gli  fa  firmare  per  telefono?  Se  una
persona un per telefono mi ammette un fatto mi dice: sto
andando  a  commettere  un  omicidio,  poi  succede
l’omicidio, voi pensate che questa cosa detta...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  Con  questo
sistema qui, telefono sempre insomma, perché...
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Che è sicuramente utilizzabile. Sa
le intercettazioni...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASI – Il punto è che
a  riprova  del  fatto  che  fosse  verbalizzabile  sta  il
fatto  che  lui  redige  la  relazione  avente  a  oggetto
questa  telefonata  e  che  il  giorno  dopo  Carlo  Digilio  è
stato sentito sul contenuto della telefonata.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, ma non confondiamo quello che
è la  relazione, la  notazione  di un  ufficiale  di Polizia
Giudiziaria  che  non  potendo  fare  verbale,  perché  il
verbale che fa? Non è un’attività di ricognizione, non è
un’attività  di  ispezione,  non  è  un  accertamento  del
luogo  dei  fatti  etc.  Le  norme  prevedono  quando
l’ufficiale  di  Polizia  Giudiziaria  deve  redigere  il
verbale.  In  questo  caso  ne  fa  semplicemente  una
notazione  Del  contenuto  e  la  riferisce  alle  autorità
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
195
giudiziaria.  L’autorità  giudiziaria  correttamente  ne  fa
oggetto  di  interrogatorio.  Però  in  questo  caso  la  sua
attività  non  aveva  l’obbligo  di  verbalizzare  perché  non
poteva  farlo  e  il  contenuto,  anche  attraverso  il
contradditorio  che  è  stato  tenuto  nel  corso...  A  Carlo
Digilio  è  stata  fatta  la  domanda?  Scusate  su  questa
circostanza  era  stata  fatta  perfino  la  domanda,  quindi
lui  ha  fatto  una  notazione  della  telefonata.  E’  stata
rapportata  al  Pubblico  Ministero  Pradella  è  stato  fatto
un  formale  interrogatorio,  esame  della  persona.  Queste
sono  le  forme.  Quindi  su  questo  andiamo  avanti.  Che
possiamo  contestargli  la  telefonata.  Diverso  che  in
macchina  gli  avesse  reso  delle  dichiarazioni  e  più  o
meno  e  allora  a  quel  punto  doveva  fare  al  volo.  Ma
l’ispettore  per  la  verità  ha  detto  che  in  linea  di
massima,  almeno  questo  è  stato  l’atteggiamento,  sapendo
che questo  contenuto  doveva essere  pure annotato  se non
verbalizzato,  annotato,  poi  il  magistrato  che  doveva
renderlo  utilizzabile  formalmente  utile  per  le
istruttorie,  per  le  indagini  che  fossero,  attraverso  le
forme normali. Lui l’ha detto poi se in questo caso o in
altri casi non è stato fatto, va bene allora... Prego!
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA - Può rispondere?
RISPOSTA  –  Effettivamente,   mi  chiamano  dall’ufficio   e  mi
dicono:  “Guarda  che  c’è  una  persona  al  telefono  che
chiede  di  te”.   “Chi  è”,  ormai  si  può  dire  perché
bonanima  non  c’è  più,   “chiama  Mario  Rossi”.  Nome
fittizio  che  avevamo  dato a lui quando  lo trattavamo  in
località  protetta  nostra  anche  i  buoni  pasto,  questo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
196
robe qua.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA – Sì, ma Mario Rossi, nome di copertura...
RISPOSTA  -  Sì.  Era  un’iniziativa  nostra,  ma  era  un  nome
all’interno.
DOMANDA – Potevate chiamarlo Paolo Rossi, insomma.
RISPOSTA  -   No,   Pablito  è  un’altra  cosa.  Era  un  nome
all’interno.  Allora  vado  a  rispondere  al  telefono  e
riconosco  la  voce  e  ho  capito  chi  era  il  Mario  Rossi
ovviamente.
DOMANDA – Che era il Carlo Digilio?
RISPOSTA  –  Era  il  Carlo  Digilio  il  quale  stava  male,  era  in
una  struttura  ospedaliera.  Voleva  ritornare  con  noi,
voleva  verbalizzare  con  i  magistrati.  Tenga  conto  che
noi  non  l’avevamo   in  consegna  già  da  diverso  tempo  e
già  si  lavorava  con  il  Pubblico  Ministero  Pradella  e
Meroni in quanto con il nuovo rito erano loro i titolari
dell’inchiesta  su  Piazza  Fontana.  Lui  mi  lascia  un
recapito  telefonico  e  dico:  “Va  bene,   adesso  vediamo
Cosa  possiamo  fare”.  Insisteva  che  voleva  parlare  con
noi.  Non  voleva  più  stare   con  i  Carabinieri,  insomma
lui  diceva  sempre  le  solite  cose.   Cosa  posso  fare  io?
Mi  faccio  la  notazione,  dico  che  mi  ha  chiamato  tizio,
che mi ha dato questo numero telefonico. Mi informo il
numero  telefonico  a  cosa  corrisponde  ed  in  effetti
corrisponde   a  una  clinica  di  Arco  di  Trento.  Il  mio
dirigente che era il dottor Murgolo, perciò Tarquino non
c’era  più,   parla  con  il  Pubblico  Ministero.  Otteniamo
le  autorizzazioni.  Si  parte  loro  da  Milano  noi  da
Venezia  e  andiamo  ad  Arco  di  Trento.  Ad  Arco  di  Trento
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
197
andiamo  nella  struttura  ospedaliera  là  c’erano  dei
Carabinieri  in  borghese  che   ci  hanno  indirizzato,  lui
mi  ha  dato  anche  il  nome  che  aveva  là  in  quella
circostanza.  E  si  comincia  la  verbalizzazione,  c’era
Pradella, ci  sono i nostri  colleghi  che  lavoravono con
lei,  noi  siamo  là  non  abbiamo  sentito  più  di  tanto.
Comunque  pare  che  la  verbalizzazione  sia  finita  in
maniera  triste.  Cioè  non  ha  detto  niente  di  nuovo,  ha
farfugliato insomma.  So che la  Pradella insomma non era
per  niente  contenta  dice:   abbiamo  perso  del  tempo.
Evidentemente, lui già soffriva...
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA  –  Qui  abbiamo  il  verbale  della  dottoressa  Pradella
nell’occasione. Il contenuto della telefonata, sul quale
abbiamo solo il suo racconto nella sua relazione?
RISPOSTA  -   La  mia  relazione  è  quella  che  ha  fatto  scattare
tutto questo meccanismo ovviamente.
DOMANDA – Lui che cosa lamentava nella telefonata?
RISPOSTA  –  Adesso  non  mi  ricordo  anche  perché  ho  scritto
sicuramente  qualche  riga  in  merito  ma  credo  che  non  si
sentisse a suo agio, stava male. Non collaborava più con
i nostri Carabinieri, roba del genere insomma. Credo sia
questa la sintesi di quella notazione, non me la ricordo
neanche  più  di  tanto.  Mi  ricordo  solo  che  mi  diede  il
numero  telefonico,  un  suo  nome  all’interno  della
struttura  che  dall’accertamento  poi  quel  numero
telefonico  corrispondeva  proprio  a  quella  clinica
insomma.
DOMANDA – La relazione è quella che è stata appunto acquisita
con  il  consenso  della  parte  e  si  dice:  “Dopo  avere
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
198
brevemente  esposto  il  suo  stato  attuale  di  salute,
sarebbe  stato  colpito  da  infarto  e  successivamente
sottoposto a un intervento al cervello, ha stigmatizzato
l’atteggiamento  del  magistrato  di  Milano,  così  definito
che  a  suo  dire  dopo  averlo  utilizzato  e  spremuto,
avrebbe  intenzione  di  scaricarlo.  Aggiunge  inoltre  che
di  tale  situazione  responsabile  sarebbe  quel  tale
capitano Massimo”?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA – Questo sarebbe il contenuto della relazione?
RISPOSTA  –  Esatto.  Lui  allora  fa  intendere  che  il  Massiamo  è
ovviamente  Giraudo  e  quel  tale  magistrato  è  il  dottor
Salvini.
DOMANDA  –  E  quindi  cosa  lamentava,  questo  che  le  ho  letto  le
fa venire in mente qualcosa di più?
RISPOSTA  –  Quello  che  è  scritto  è  così,  era  abbastanza
sintetica  la  cosa   altrimenti...  Io  non  è  che  sono
prolisso  però  insomma  se  devo  scrivere  insomma  non
aggiungo  più  di  tanto  insomma  anche  perché  meno  si
scrive meglio è.
DOMANDA – Voleva ritornare sotto la vostra tutela?
RISPOSTA – Dopo abbiamo subito avvisato la Pradella e là sono
scattati  tutti  quanti  gli   atti  per  poterlo  andare  a
sentire.
DOMANDA – Dopodiché avete avuto altri rapporti con Digilio?
RISPOSTA – Mi pare che poi la cosa sia finita là.
DOMANDA  –  E  poi  abbiamo  invece  questi  accertamenti  sulle
dichiarazioni  di  Siciliano.  Le  sottopongo  questa
notazione  a  firma  D’Aquino  del  17  dicembre  del  1994  se
la riconosce, cioè se è un’attività che stata svolta da
lei o comunque se ne è conoscenza le chiedo.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
199
A  questo  punto  viene  rammostrato  al  teste  documento  prodotto
dal Pubblico Ministero.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Dica!
RISPOSTA  -   Deve  essere  una  serie  di  richieste  a  seguito  di
alcuni verbali, allora...
DOMANDA – Sì, sono singole circostanze sulle quali si svolgono
accertamenti  Tizio  si  identifica  in..  è  stato
condannato, è stato denunciato.
RISPOSTA  -    Ho  capito.   Evidentemente  il  giudice  Salvini
chiedeva  riscontri  in base  a  quello che Siciliano aveva
depositato.
DOMANDA  –  Esatto.  C’è  il  riferimento  all’attentato  alla
Circolo di Confine di Gorizia?
RISPOSTA – Alla scuola di Trieste.
DOMANDA - Lei si è occupato di queste attività?
RISPOSTA – Abbiamo svolto tutti gli accertamenti.
DOMANDA - Li ha fatti lei?
RISPOSTA - In effetti, quando si trattava di queste robe qua,
non  eravamo  in  tanti  che  avevamo  già  pregresse
esperienze  perciò  ce  li  scaricavano  sul  tavolo  per
forza. Sì, mi ricordo sì.
DOMANDA – Poi le sottopondo questo altro documento del...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Scusi
Pubblico  Ministero,  gli  ha  fatto  vedere  quella
relazione.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
200
DOMANDA - Relazione del 7 dicembre del 1994.
RISPOSTA  -    E’  un  rapporto  a  delle  richieste  del  giudice
Salvini con dei nominativi e noi in base ai nominativi
che, vado un po’ a memoria, il giudice ci chiede: chi è
Roberto Emireni e noi scriviamo Roberto Emireni è Tizio
Caio e Sempronio.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  -  E’  una  risposta  di  accertamenti
che  ha  riconosciuto  anche,  se  non  ho  capito  male  anche
sui singoli atti.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Allora  glieli
facevo vedere tutti e poi ci dicevate voi, cioè le parti
che hanno espresso il consenso...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  No,  io  non
ho espresso nessun consenso. Nel senso che siccome tutti
quei  rapporti  e  le  relazioni  contengono  delle  parti
dichiarative,  io  non  do  nessun  consenso  sulla  base  del
principio che mi è stato...
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Voi  non  è  che
dovete  dare  un  consenso,  voi  avete  chiesto
l’acquisizione di questo verbale dibattimento Milano con
i relativi allegati.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –   FRANCHINI  –  Sì,  ma  su
quelli  ho  già  detto  che  sono  acquisiti.  Le  parti
dichiarative la Corte non li utilizzerà.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Questa
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
201
notazione  del  17  dicembre  è  allegato  al  verbale  di
Milano, quindi dobbiamo un attimo sciogliere...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Allora scusi
è inutile che facciamo delle domande, nel senso che...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  No,  nel  senso  che  non  essendo
stata acquisita, o almeno per le parti...
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Siamo ancora in
attesa di sapere se le altre parti.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Gliela  abbiamo  mostrata,  l’ha
riconosciuta  e  quindi  il  contenuto  degli  accertamenti
che sono stati fatti li abbiamo... Come fatti da loro e
quindi con quell’esito lì.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Contavo  di
farlo  tutto  insieme  ne  facciamo  una  alla  volta,  se  le
parti  che  non  hanno  espresso  il  consenso  lo  esprimono
sennò  vediamo  il  contenuto  ovviamente,  è  inutile  che
facciamo vedere un foglio per dire se l’ho fatto io, se
poi la Corte non sa cosa è questo foglio. Quindi chiedo
alle parti che non hanno espresso ancora il consenso sul
punto se sono in grado di sciogliere la riserva.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Con riferimento sempre a...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  SANDRINI  –  Non  c’è
consenso Presidente.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
202
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ma  non  avete  capito  di  che  state
parlando.   Da  quanto  ho  capito  sono  una  serie  di
attività,  stiamo  parlando  di  Siciliano  in  questo  caso,
evidentemente  per  effettuare  alcuni  riscontri  su
dichiarazioni di Siciliano, l’ispettore Emireni e il suo
staff  è  stato  incaricato  di  svolgere  una  serie  di
accertamenti.  L’ispettore  ha  riconosciuto  che  sì,
l’esito  degli  accertamenti  è  quello  nella  parte
accertativa etc. e il testimone conferma che sono quelle
le  attività  compiute.  Se  ci  sono  attività  dichiarative
chiaramente non valgono, non hanno nessun valore, se c’è
un’attività  accertativa  attraverso  il  richiamo  e  il
riconoscimento  del  testimone  ci  siamo  appropriati  del
contenuto  di  quegli  atti.  Quindi  non  c’è  bisogno  di
contestargli uno per uno. Non è che gli vado a chiedere
se  ha  compiuto  attività,  avrà  detto,  fatto  accertamenti
sull’attentato  alla  scuola  slovena,  compiuti  in  data,
indiziati  oppure  sospetti  su.  Sono  acquisiti  in  questo
senso  e  li  ha  confermati,  li  ha  fatti  propri
confermando.  Se  volete  glieli  facciamo  leggere  uno  per
uno ma perderemmo solo tempo.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA - Insomma li ha letti, li ha scorsi.
RISPOSTA  -   Ovviamente  qui  c’è  la  firma  del  dirigente
d’ufficio.
DOMANDA - Anche qui c’è giurisprudenza ormai a iosa sul fatto,
non  è  che  devono  essere  atti  a  sua  firma,  sono  atti  di
cui  lei  abbia  consapevolezza,  sono  stati  da  lei
compiuti.  Molte  volte  anzi  ne  sa  molto  di  meno  quello
che firma.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
203
RISPOSTA  -   Volevo  leggere  queste  tre  righe  di  cappello:  con
riferimento  alle  richieste  di  codesta  A.G.  cioè  il
giudice  Salvini,  del  21  ottobre  scorso,  relative  alle
dichiarazioni del noto Martino Siciliano si comunica che
gli  atti  di  questo  ufficio  sugli  episodi  e  sui
nominativi  menzionati  risulta  quanto  segue.  Cioè  noi
facciamo  una  mera elencazione di  quelle che abbiamo noi
già  in  casa,  non  avremmo  dovuto  andare  a  scavare
altrove,  altre  cose.  Abbiamo  risposto  al  magistrato
determinati  episodi  che  lui  ci  chiedeva  se
corrispondevano  alla  verità  o  meno.  Se  c’erano
incongruenze o se potevano avallare quello che...
DOMANDA  –  Serve  anche  per  indicare  e  contestualizzare  certe
dichiarazioni?
RISPOSTA – Certo. Ovviamente qua io non ho la verbalizzazione
che  il  giudice  ci  avrà  sicuramente  mandato  perché
ovviamente in base ai nomi avremmo tirato fuori anche le
risultanze.  Perciò  questa  è  semplicemente  una  mera
trasposizione  di  atti  che  noi  abbiamo  e  che  abbiamo
trasfuso  in  questa  nota  per  il  giudice  Salvini.  Niente
di più insomma, un’attività di burocrazia.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO - PIANTONI
DOMANDA  –  Il  problema  era  fare  rientrare  il  risultato  di
queste vostre ricerche.
RISPOSTA - Degli atti presenti in casa.
DOMANDA – C’è questa altra nota, la tenga pure lì, questo atto
del  13  settembre  del  1995  sulle  autovetture  in  uso  a
Carlo Maria Maggi.
A  questo  punto  viene  rammostrato  al  teste  documento  prodotto
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
204
dal Pubblico Ministero.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Dica!
RISPOSTA - Sì. In questo caso lo stesso posso citare di che si
tratta?
DOMANDA – Sì.
RISPOSTA  -   Allora  il  giudice  Salvini  ci  chiede,  c’è  una
richiesta  il  25  agosto,  noi  rispondiamo  al  13  di
settembre  del  1995,  evidentemente  voleva  sapere  le
autovetture in possesso del Maggi da quando ha avuto una
macchina  praticamente  ai  giorni  nostri.  Allora  noi
diciamo che dal fascicolo suo e dai riscontri presso  il
Pra abbiamo trovato tre macchine. Allora una FIAT 1100 R
targata Venezia, data di acquisto e data di rottamazione
o  ceduta,  un’altra  vettura  un'Opel  Manta,  che  l’ha
demolita  nel  1988.  Invece  diciamo  che  non  trova
riscontro invece  come segnalato nella nota  del  66,  cioè
forse una nota che aveva già avevamo noi in casa chissà
da  chi  del  professore  Maggi,  di  una  FIAT   Cinquecento
targata  Venezia  89931  che  il  Maggi  avrebbe  acquisito
nell’aprile  del  1964  diciamo  che  non  trova  riscontro.  E
diciamo  perché,  perché  quella  targa  al  Pra  risulta
essere  stata  assegnata  sempre  nel  settembre  del  1964  a
un’autovettura  Pacard  Pl,  17  credo  sia  il  modello.  E
intestata  ad  altra  persona,  probabilmente  sul  discorso
della  Cinquecento  ci  sono  state  probabilmente  delle
leggende  metropolitane,  qualcuno  disse  che  utilizzò  la
macchina  del  Maggi  a  andare  di  qua,  andare  di  là  che
però  che  non  risulta  che  il  Maggi  abbia  mai  posseduto
una Cinquecento. Credo sia questo il senso.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
205
DOMANDA  –  Questo  qua  per  altro  è  un  documento  che  è  già
entrato come documento nelle famose produzioni iniziali.
Però  le  volevo  chiedere,  quindi  abbiamo  questo  1100
targato  Venezia  ceduto  nel  1971  e  una  successiva  Opel
Manta acquistata nel 1975?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Nel  periodo  1971-1975  non  risultò  nessuna
autovettura  intestata  a  lui,  che  tipo  di  ricerca  avete
fatto, anche la moglie, il figlio?
RISPOSTA – I figli erano troppi piccoli, la Imelda insegnava e
mi pare che la Manta l’usava proprio lei quando andava a
insegnare in  Riviera  del  Brenta.  Tenga  conto  che loro,
Maggi tutt’ora abita all’isola della Giudecca a Venezia.
Perciò  chi  conosce  Venezia  sa che una realtà  abbastanza
particolare.  Abbiamo  delle  macchine  con  targhe
bassissime, modelli che sono  estinti  già  da trenta  anni
ancora nel garage comunale. Cioè le macchine a Venezia è
come  avere  la  barca  uno  che  abita  a  Torino  insomma.  Il
discorso è questo. Perciò se c’è questo buco o Maggi ha
avuto  una  macchina  in  prestito  di  qualcuno  altro  che
fosse una Cinquecento, però non risulta dagli atti.
DOMANDA – Però questo è un buco...
RISPOSTA  -   Maggi  lavorava  al  Giudecca  perché  aveva  un  suo
studio medico e uno studio dentistico, in più era medico
nell’ospedale  gerontoiatrico  sempre  del  centro  storico.
Perciò credo che la macchina l’abbia usata ben poco.
DOMANDA  –  Comunque  dal  1971  al  1975  dai  registri  non  risulta
proprietario di autovetture?
RISPOSTA  –  Ma  non  era  roba  strana  per  un  veneziano.  Io  ho
fatto la patente a quaranta anni si figuri.
DOMANDA  –  Poi  abbiamo  una  notazione  analoga  a  quella  che
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
206
abbiamo visto prima 6 novembre  del  1995 sempre  relativa
a una serie di riscontri.
A  questo  punto  viene  rammostrato  al  teste  documento  prodotto
dal Pubblico Ministero.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA  –  Che  sono  sempre  della  stessa  tipologia  di
accertamenti sulla “Whaite room” di Mestre, sulle figure
di  Malpezzi  Giulio,  di  Guarin  Antonio,  Maggio  Carlo
maria,  Decol  Gianni  e  poi  Sul  fucile  mitragliatore
“Smesser”.
RISPOSTA  -   Stessa  cosa  è  un  esito,  questi  accertamenti
richiesti  dal  giudice  Salvini.  Perciò  ci  ha  fatto  dei
quesiti.
DOMANDA  –  Lei  ha  sempre  risposto  consultando  gli  atti
dell’ufficio?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Poi  abbiamo  29  dicembre  del  1995,  gli  accertamenti
relativi  a  un  bunker  nella  zona  Alberoni  al  lido  di
Venezia.  E  c’è  proprio  una  relazione  di  servizio  e  uno
sviluppo fotografico di verbale di sopralluogo, attività
irripetibile?
RISPOSTA – Sì, ho presente il famoso bunker degli Alberoni.
DOMANDA – Gliela faccio comunque vedere.
A  questo  punto  viene  rammostrato  al  teste  documento  prodotto
dal Pubblico Ministero.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Dica!
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
207
RISPOSTA  -   Sì,  questo  bunker  è  stato  indicato  come
probabilmente  un  luogo  dove  potevano  avere  tenuto
dell’esplosivo.
DOMANDA  –  Sì,  quello  che  era  stato  detto  l’abbiamo  nei
verbali. Il tipo di verifica che avete fatto voi?
RISPOSTA  –  E’  un  bunker  ovviamente  fatto  di  tedeschi  durante
l’ultima  guerra,  e  si  affaccia  sul  canale  dei  Petroli,
cioè  l’estremo  lembo  del  lido  nella  zona  chiamata
Alberoni.  Al  di  là  di  questo  canale  poi  c’è  l’altra
isola Pelestrina che chiude un po’ la laguna di Venezia.
Là partono due dighe lunghe più di un chilometro. Perciò
a  difesa  di  questo  canale,  canale  perché  canale  dei
Petroli  perché  c’è  lì  ci  arrivano  le  petroliere  fino  a
Piazza San Marco praticamente. E là sono stati una serie
di  bunker  a  difesa  navali.  Ce  ne  sono  di  molto  più
grandi  in  zona  più  verso  il  centro  del  lido  e  questi
piccoli,  poco  più  di  un  igloo  per  intenderci,  e  ne  è
rimasto che io  sappia dal sopralluogo fatto ancora  uno.
Là  ci  sono  delle  grandi  dune  anche.  Sono  anche
patrimonio  del  WWF,  cioè  probabilmente  avranno  anche
coperto qualche altro bunker. In  quel bunker  tanti  anni
fa  venne  dato in  gestione a un  circolo  di sommozzatori.
E tuttora adesso  mi pare  ci sono  ancora quelle  scritte,
la  silhouette  del  sub  famoso.  Si  parlava  però  che  al
lido c’era un tale Rotelli, Rotelli che era subacqueo e
aveva  anche  una  società  di  recuperi  e  probabilmente  si
pensava  che  con  la  loro  attività  di  recupero  navale
andando  nei  fondali  potessero  recuperare  anche
dell’esplosivo.  E  forse  in  quel  luogo  avrebbero  potuto
mantenerlo nascosto. Questo era.
DOMANDA  –  Comunque  l’incarico  era  quello  di  individuare
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
208
l’esistenza di questa struttura insomma?
RISPOSTA – Quello che rimane è quello là non ce ne sono altri.
DOMANDA – Non ce ne sono altri?
RISPOSTA – No, non ce ne sono.
DOMANDA  –  Poi  abbiamo  due  note  9  gennaio  del  1996  e   12
gennaio  del  1996  in  ordine  a  una  vecchia  vicenda
giudiziaria  del  1996  che  portò  all’arresto  di  Besutti
Massagrande  e  Soffiati,  che  coinvolgeva  in  qualche
misura  anche  un americano,  un certo Teodoro Richard.  Le
sottopongo i due atti se è sempre attività da lei svolta
e che tipo di attività avete fatto.
A  questo  punto  viene  rammostrato  al  teste  documento  prodotto
dal Pubblico Ministero.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Dica!
RISPOSTA - Il rapporto della squadra Mobile di Verona?
DOMANDA – Esatto.
RISPOSTA  –  Sì,  questa  nota  qua  di   Verona  che  del  1996
richiama, se non ricordo male, richiama il rapporto del
1966  quando  la  Squadra  Mobile  di  Verona  eseguì   una
serie  di  arresti  e  recuperò  un  sacco  di  materiale,  di
armi,  tantissime  armi.  E  c’erano  Besutti,   Elio
Massagrande,  i  più  famosi insomma,  Morin  Marco, che era
solitamente  in  artiglieria.   Ovviamente  poi  le  pene
furono pene di quegli anni. In quegli anni là la legge
sulle armi era abbastanza credo blanda, insomma per dire
poco. Ed era veramente un arsenale. No, no, fu una bella
operazione. Là vennero coinvolti anche personaggi anche
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
209
mi pare del museo del Trento e c’erano rapporti, Museo
delle Armi di Trento, insomma tanti personaggi piuttosto
insospettabili  diciamo  e  in  più  queste  personaggi  qua
che  invece  che  erano  decisamente  di  destra,  inteso
proprio come fascio.
DOMANDA  –  Vengono  citati  nella  notazione  del  1966  il  nome  di
un  americano,   un  certo  Richard  e  anche  un  certo
“Sciarcon”  qualcosa  del  genere,  voi  avete  sviluppato
queste  indicazioni  in  qualche  modo  o   non  se  ne  è
occupato lei?
RISPOSTA  –  Credo  che  si  siano  occupati  i   Carabinieri  poi,
anche perché  Verona aveva la  base Setaf e tutto,  perciò
avevano  dei  rapporti  con  le  basi  americane,  Dozer
insegna  insomma.  Avevano  incaricato  i  Carabinieri  di
fare  accertamento  interno  per  vedere  se...  Ma   mi  pare
che  non  riuscirono  mica  a  scoprire  qualcosa,  non  metto
lingua...
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Le pare bene
ma l’hanno fatto i Carabinieri.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Poi abbiamo un accertamento 19 giugno del 1996.
A  questo  punto  viene  rammostrato  al  teste  documento  prodotto
dal Pubblico Ministero.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI
DOMANDA – Dica!
RISPOSTA  –  Altri  accertamenti  sempre  richiesti  dal  giudice
Salvini.  Sì,  sì.  Evidentemente  il  dottor  Salvini  aveva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
210
una  serie  di  quesiti  che  ci  pose,  infatti,  lui  ce  li
manda  il  17  marzo  e  l’ufficio  risponde  l’11  giugno,  so
di  che  si  tratta  ma  non  credo  di  averla  fatta  io
personalmente.
DOMANDA – Non l’ha fatta lei le sedi di Ordine Nuovo?
RISPOSTA – Credo di no, perché io ero un po’ in rotta con il
giudice  Salvini  in  quel  momento.  Comunque  l’ha  fatto
l’ufficio non è che cambia granché.
DOMANDA  -  Il  19  giugno  del  1996  accertamenti   sul  circolo  Il
Quadrato se se ne è occupato lei?
RISPOSTA  –  Analogamente  a  quello  sì.  Sì,  sì,  ricordo  anche
questo  qua.  Anche  qua  è  un’ipotesi  che  diamo  dove
potrebbe  essere.  Non  l’ho  fatto  io  ma  comunque  la
collega  che  l’ha  fatto  ha  fatto  degli  accertamenti  più
che seriosi e si basa sull’ipotetico Quadrato che sia la
sede  di  Ordine  Nuovo  a  quel  civico  che  indichiamo  in
quei  vecchi volantini che noi troviamo  nel  fascicolo  di
Ordine Nuovo. Da noi non si butta via mai niente.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE - SINICATO -
DOMANDA  -  Lei   ha  dichiarato  che  voi  avete  avuto  in  gestione
Carlo Digilio per un certo lasso di tempo?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Che  è  coinciso  con  tutta  la  fase  delle  sue
deposizioni  fino  al  famoso  colloquio  microfonato  alla
Questura di Venezia del febbraio?
RISPOSTA – Anche un po’ dopo.
DOMANDA – Anche un po’ dopo?
RISPOSTA – Sì, ci sono altre verbalizzazioni.
DOMANDA – Anche un po’ dopo?
RISPOSTA – Sì, sì.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
211
DOMANDA  -  Che  a  seguito  diciamo  delle  critiche  che  l’allora
Capitano Giraudo fece con riferimento agli esiti di quel
colloquio,  le  modalità  diciamo  di  quel  colloquio,
progressivamente  poi  insomma  si  interruppe  il  rapporto
con il giudice Salvini che poi affidò ai Ros la gestione
di Carlo Digilio?
RISPOSTA – Mi pare facemmo un paio di altre verbalizzazioni ma
le  facemmo  noi  proprio  come  verbalizzazioni,  come
spontanee  dichiarazioni  rese  da  Carlo  Digilio,  perciò
non  più  le  annotazioni  che  poi  il  magistrato  avrebbe
trasfuso  nei  suoi  verbali,  proprio  annotazioni  vere  e
proprie,  dichiarazioni  spontanee.    Due  o  tre  almeno
ricordo.
DOMANDA – Con questa stessa modalità però avevate fatto anche
qualche  annotazione,  qualche   verbalizzazione  anche  in
precedenza.  Io  ho  qua  per  esempio  un  vostro  verbale  di
spontanee  dichiarazioni  rese  da  Carlo  Digilio  del  29
settembre  del  1994.  Quindi  questa  modalità  diciamo  di
acquisizione  da  parte  di  Carlo  Digilio  di  elementi
informativi l’avevate già utilizzata anche prima?
RISPOSTA  –  Può  darsi  che  su  delega  specifica  del  dottor
Salvini.
DOMANDA – Senza entrare nel contenuto della dichiarazione, ma
solo per rammentarle come lei verbalizza...?
RISPOSTA – Sì, perché la data non mi è venuta in mente.
DOMANDA  –  In  questo  caso,  per  esempio  23  settembre  del  1994
dice:  “Innanzi  a  noi  sottoscritti  ufficiali  di  Polizia
Giudiziaria  Savio  Enrico  e  Emireni  Roberto  Monaldi
Ercole, in  servizio presso  Digos  è  presente il  nominato
in oggetto, cioè Carlo Digilio, facendo seguito a quanto
già  riferito  il  20  settembre  scorso  al  giudice  Salvini”
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
212
quindi  collegandosi  a  ciò  che  Carlo  Digilio  aveva
riferito pochi giorni prima Salvini?
RISPOSTA – Una coda certo.
DOMANDA – Dice il Carlo Digilio, è virgolettato: “In merito al
mio  soggiorno  in  Spagna  aggiungo...”.  Carlo  Digilio
aggiunge alcune considerazioni?
RISPOSTA  –  Evidentemente  ha  dato  una  soluzione  per  potere
continuare  quel  verbale.  Cioè  l’ho  verbalizzato  perché
Carlo Digilio ha detto di verbalizzarlo.
DOMANDA – La domanda era questa, volevo capire quale era stata
la  ragione  per  cui  in  certi  casi  avevate  fatto  delle
annotazioni  di  servizio  che  raccoglievano  degli  input
informativi da parte di Carlo Digilio e perché invece in
altri casi avete usato questa modalità di questo verbale
di spontanee dichiarazioni?
RISPOSTA – Onestamente adesso non saprei rispondere ma ritengo
che  sia  plausibile  come  ho  ipotizzato.  Cioè,  aveva
qualcosa altro da dire e d’intesa, con il dottor Salvini
ci  sentivamo  tre  o  quattro  volte  al  giorno,  e  magari
dice: “Verbalizzatelo”.
DOMANDA  –    Però  Carlo  Digilio  era  in  gestione  a  voi  quindi
lei sentiva Salvini ma in realtà?
RISPOSTA – Ma era ancora nostro Carlo Digilio.
DOMANDA  –  Appunto,  questo  vorrei  capire.  Quindi  al  di  là  del
caso  specifico,  ma  il  suo  ricordo  è  che  era  Carlo
Digilio  che  veniva  da  voi  la  mattina  dicendo:  “Mi  è
venuta  in  mente  un’altra  cosa  rispetto  a  quello  che  ho
detto  a  Salvini  qualche  giorno  fa”.  E  allora  voi
facevate  questo verbale o era il  giudice  Salvini  che  vi
telefonava  e  vi  diceva:  “Provate  a  chiedere  a  Carlo
Digilio  se  si  ricorda  ancora  qualcosa  su  questo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
213
argomento”?
RISPOSTA – Non escluderei neanche la seconda ipotesi.
DOMANDA – Quindi può essere l’una e può essere l’altra?
RISPOSTA – Sono passati una quindicina di anni.
DOMANDA  –  Siccome  lei  parla  di  spontanee  dichiarazioni  di
Carlo Digilio?
RISPOSTA – Si vede che è stato lui a fare il primo passo. Sì,
sì, io ritengo che sia così.
DOMANDA  –  Seconda  questione,  secondo  argomento,  lei  ha
dichiarato  prima  che  abbandonate  poi  la  gestione  di
Carlo  Digilio  che  viene  affidata  ai  Ros,  ma  Salvini  vi
chiama,  il  giudice  Salvini  vi  chiama  quando  Carlo
Digilio subisce l’ictus?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Quindi  nel  momento  in  cui  Carlo  Digilio  ha  l’ictus
non è già più sotto la vostra gestione?
RISPOSTA – Direi, da noi stava bene.
DOMANDA – Ho capito.
RISPOSTA - No, mi spiego bene. Nel senso fisico proprio della
parola, stava bene  in salute. Aveva il  controllo  medico
periodico.  Mangiava  regolarmente  a  pranzo  e  cena.  Due
sere  la  settimana,  sempre  su  disposizione  del
magistrato,  lo  portavamo  a  mangiare  fuori.  Insomma,
aveva  la  sua  ora  aria  nel  nostro  giardino.  Stava  in
salute, ecco questo.
DOMANDA – Allora apriamo una parentesi e analizziamo un attimo
quello  che  sta  dicendo  adesso.  E  cioè  lei  dice:  la
gestione  di  Carlo  Digilio  che  era  una  gestione  molto
morbida?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA  –  Aveva  queste  caratteristiche  su  precise  indicazioni
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
214
del magistrato?
RISPOSTA – Tenga conto che per noi Carlo Digilio era comunque
un  delinquente,  tenga  conto  questo.  Perciò  è  stato  uno
sforzo per noi trattarlo con i guanti, ecco.
DOMANDA  –  Nel  senso  che  se  voi  non  aveste  avuto  indicazioni
specifiche  del  dottor  Salvini  la  gestione  di  Carlo
Digilio avrebbe potuto essere diversa?
RISPOSTA  –  Ma  diciamo  un  po’  più  formale  magari  ecco,  tutto
qua.
DOMANDA  –  Seconda  questione,  Carlo  Digilio  viene  affidato  ai
Ros e dopo qualche mese...?
RISPOSTA – No, molto...
DOMANDA – Molto meno?
RISPOSTA – Poco tempo dopo, non vorrei sbagliarmi ma nel giro
di un mese anche meno. Mi chiama il Dottor Salvini e mi
dice: “Carlo Digilio è morto”. “Come è morto? E’ andato
bene  fino  a  ieri”.  “Ha  fatto  un  ictus,  poi  l’hanno
ripreso e l’hanno portato in ospedale”. Insomma sembrava
dispiaciuto, tutto sommato eravamo dispiaciuti pure noi,
è sempre un essere umano, no? E quando ci siamo sentiti
dopo  mi  disse  così:  “Mi  hanno  portato  in  alto  nelle
montagne”.  Io  dico:  “Ci  fu  anche  l’amico  tuo  Benito
Mussolini”. Però lo portarono in cima mi pare sul monte
sopra  l’Aquila  là  in  alto  là,  sul  Monte  Amiata  o
qualcosa  del  genere e là  evidentemente  clima  freddo una
roba e l’altra gli è preso un coccolone.
DOMANDA  –  Quindi  Carlo  Digilio  le  avrebbe  spiegato  che  le
ragioni  del  suo  ictus  o  comunque  del  suo  malore  erano
legate  a  un  viaggio  faticoso  o  alla  latitudine  non  ho
capito?
RISPOSTA  –  Questo  non  lo  so.  E’  stata  una  sua  esternazione,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
215
non ci ho dato peso, però insomma, anche perché...
DOMANDA  –  Lui  la  riferiva  a  questo  fatto,  a  questo  sbalzo,
perché l’avevano portato in alta montagna, è così?
RISPOSTA – Lui attribuiva evidentemente il cambio di gestione,
ma  chiaramente  più  di  tanto  non  è  che  ci  siamo
preoccupati.
DOMANDA – La domanda che le volevo porre è: perché il giudice,
se lei lo sa naturalmente se c’è una spiegazione che lei
può  riferire,  perché  il  giudice  Salvini  avvisò  voi
dell’ictus di Carlo Digilio dato che non eravate voi ad
averne la gestione?
RISPOSTA  –  Può  darsi  che  avesse  un  po’  di  rimorsi  ma  lo  dico
così come buttata perché...
DOMANDA  –  Ma  no,  voglio  capire  ma  lo  fece  come  un  gesto  di
cortesia nei vostri confronti?
RISPOSTA – Penso di sì.
DOMANDA – E’ questo che volevo capire?
RISPOSTA – Ritengo di sì.
DOMANDA  –  Non  c’era  una  ragione  tecnica  per  cui  doveste  fare
qualche cosa?
RISPOSTA – No, non avevamo più controllo perciò non...
DOMANDA  –  Quindi  era  un  gesto  di...  Comunicarvi  una  cosa  che
era...
RISPOSTA  -   Che  era  avvenuta,  sì  una  cosa  gratuita,  poteva
anche non dircela per carità.
DOMANDA – Carlo Digilio ottiene il versamento di un assegno?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Da parte del Ministero?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Nel 1994, circa a metà del 1994?
RISPOSTA – Sì, sì.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
216
DOMANDA  –  Voi  avete  avuto  una  parte  nella  richiesta  o  nella
istruttoria  che  ha  consentito  poi  la  decisione
ministeriale di sottoporlo a protezione e di erogare una
somma?
RISPOSTA  –  La  somma  gliela  dà  il  Ministero  dell’Interno.  E
credo  che  ci  sia  tutto  un  iter,  adesso  non  ricordo
esattamente  come  è  la  procedura  ma  comunque  credo  che
noi  tramite  magistrato  o  viceversa,  il  magistrato  lo
chiede  a  noi, credo che sia coinvolto comunque  anche  il
Ministero della Giustizia, e tutto quanto un triumvirato
che  decidono  in  base  alle  dichiarazioni  di  uno  se
effettivamente  può  rientrare  nell’ottica  del
collaboratore,  e  di  conseguenza  tenerlo  in  protezione  e
dargli anche un piccolo sussidio altrimenti insomma...
DOMANDA  –  La  decisione  non  è  vostra,  certo.  Ma  volevo  capire
se  voi  avevate  avuto  una  parte,  cioè  qualcuno  aveva
chiesto il vostro parere?
RISPOSTA – Ma credo che di sì, credo di sì. Lei ha ricordo di
un parere favorevole o sfavorevole da parte vostra?
RISPOSTA – Beh, visto che...
DOMANDA – Lei in particolare perché parlo con lei, ma diciamo
l’ufficio?
RISPOSTA – Ma visto che dovevamo prenderlo in consegna ritengo
che  sicuramente  da  noi,  che  poi  non  lo  fa  il  nostro
ufficio lo farà un Questore. C’è il Questore.
DOMANDA – Il quale avrà chiesto a voi però perché...?
RISPOSTA – Ovvio avendo Carlo Digilio.
DOMANDA – Per questo chiedo se voi avevate avuto una parte?
RISPOSTA  –  Esatto.  Perciò  partirà  da  noi  una  proposta
suffragata  da quella  del  magistrato,  dire:  questo qua è
un  buon  collaborante  o  uno  che  potrà  dare  dei  buoni
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
217
risultati,  insomma  ci  sarà  una  serie  di  elogi  o  altre
cose, poi l’attività può comportare anche il pericolo di
vita,  ecco  che  deve  rientrare  anche  in  un’ottica  di
protezione.
DOMANDA  –  Lei  ha  partecipato,  ha  assistito  ad  alcuni  degli
interrogatori  resi  da  Carlo  Digilio  davanti  al  giudice
Salvini?
RISPOSTA – Come no, eravamo là presenti sì. Siamo anche messi
a verbale.
DOMANDA  –  Infatti,  risulta  a  verbale.  Lei  poi  ha  detto:  noi
facevamo anche dei colloqui, chiamiamoli investigativi?
RISPOSTA – Pseudo tali, non erano dei colloqui investigativi.
DOMANDA  –  Perché  allora  la  norma  era  diversa,  per  cui
adesso...?
RISPOSTA – Certo.
DOMANDA  –  Comunque  dei  colloqui  con  Carlo  Digilio  che
servivano,  lei  ha detto così, a porgli  delle  questioni,
a stimolare il suo ricordo su certe cose, è così?
RISPOSTA  –  Sì,  perché  lui  era  una  fonte  inesauribile,  lui
parlava,  parlava.  Cioè  ovviamente  spaziava  in  tutti
quanti  i  campi.  Ci  raccontava  della  sua  vita  a  Santo
Domingo,  della  sua  famiglia.  Noi  stavamo  là  ad
ascoltarlo  e  interessava  dimostrarne  un  certo  affetto  o
interesse  e  dopo  magari  andava  nel  dettaglio.  Veniva  un
po’  sollecitato  ecco  se  raccontava  qualcosa  di  un  certo
tipo  che  potesse  essere  interessante,  o  anche  meno
comunque  si  scriveva  tutto,  mandavamo  già  la  nota  al
magistrato il quale poi con la verbalizzazione effettiva
gli  dava  spunto  da  quello  che  noi  avevamo  detto  che
l’altro aveva riferito insomma. Era un circolo insomma.
DOMANDA   -  E’  mai  successo  che  il  magistrato  o  comunque
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
218
qualcuno  degli  inquirenti  chiedesse  invece  a  voi  di
introdurre  degli  argomenti  in  questi  colloqui  capire  se
Carlo  Digilio  era  in  grado  o  non  era  in  grado  di
rispondere,  di  ricordare  delle  cose  con  riferimento  a
argomenti specifici?
RISPOSTA – Carlo Digilio delle volte aveva delle difficoltà a
ricordare  esattamente  l’anno,  ma  questo  capita  anche  a
me,  credo  che  sia  un  po’  l’età,  gli  anni  passati,  cioè
delle volte ci si può confondere 1993, 1994, cioè non è
facile  ricordarsi.  Si  può  ricordare  dell’episodio,  si
può  ricordare  dettagli  piccolissimi  ma  magari  si  può
sbagliare  di  cinque  anni.  Ovviamente  a  cosa  serviva
tutta  questa  attività?  Salvini  stava  facendo  un  enorme
lavoro  e  Carlo  Digilio  era  uno  che  poteva  diventare  un
buon  collaborante,  ma  Salvini  aveva  raccolto  già  una
montagna  di  documenti.  Aveva  raccolto  testimonianze  di
tantissime  persone  da  Vinciguerra,  altre  persone  cioè
finché  qualcuno ha  dato qualcosa  lui  ha raccolto  tutto.
Ha  fatto  un lavoro  immane,  grandissimo. Anzi  si pensava
che  volesse  un  po’  riscrivere  la  storia  praticamente
della  destra  in  Italia  negli  anni  del  dopo  guerra  fino
alle  stragi ecco. Carlo Digilio era un  tassello in  più.
Non era...
DOMANDA  –  Ma  le  chiedo  in  questa  ottica,  voi  andavate  lì,
ascoltavate  Carlo  Digilio  che  parlava  di  sé,  della  sua
vita?
RISPOSTA – L’avevamo già in casa perciò non è che...
DOMANDA  –  Sì,  andavate  lì  nel  senso  che  vi  confrontavate  con
lui e lui raccontava?
RISPOSTA – Sì, passavamo le mezze giornate.
DOMANDA – In certi casi lei ha detto diceva delle cose che ci
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
219
sembravano  interessanti  per  le  indagini  in  corso,
evidentemente le  segnalavamo  al giudice,  le chiedo  vi è
mai  successo  che  il  giudice  in  risposta  alle  vostre
segnalazioni  o  insieme  o  per  telefono questo  giudice  vi
chiamasse  e  vi  dicesse:  “Provate  a  chiedere  a  Carlo
Digilio  se  sa  qualcosa  di  questo  argomento  o  di
quell’altro”?
RISPOSTA  –  Non  lo  escludo.  Non  lo  escludo.  Tenendo  conto  che
aveva  già  raccolto  su  una  montagna  di  atti  e  di
testimonianze perciò se voleva sviscerare un poco in più
un verbale di qualcuno, se Carlo Digilio sapeva qualcosa
da metterci sopra, poteva essere utile insomma.
DOMANDA  –  L’ultima  domanda,  sempre  senza  entrare  nel  merito
delle  singole  circostanze,  dei  singoli  fatti  ma  sempre
come domanda di carattere più generale, visto che lei ha
gestito  Carlo  Digilio  per  quasi  due  anni,
sostanzialmente?
RISPOSTA – Un anno, quasi un anno.
DOMANDA – Dall’arrivo in Italia fino al marzo del 1994?
RISPOSTA – No. Che lui arrivò in Italia sì, ma non venne mica
da noi. Rimase in carcere a Rebibbia.
DOMANDA – Sì, certo.
RISPOSTA  -   Noi  l’abbiamo  acquisito  molto  dopo  portandolo  al
carcere di Venezia.
DOMANDA – Comunque nel periodo in cui l’avete...
RISPOSTA - Tenga conto che la prima uscita è la famosa uscita
di Paese e Vittorio Veneto.
DOMANDA – Che è aprile del 1994?
RISPOSTA – No, 1993 credo.
DOMANDA – Paese è 5 marzo del 1994?
RISPOSTA – Era in carcere. Era in detenzione.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
220
DOMANDA – Era in detenzione ancora?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Quindi diciamo circa un anno?
RISPOSTA  –  Sì,  circa  un  anno,  dieci,  undici  mesi  se  non
ricordo male.
DOMANDA  –  Nell’anno  in  cui  lei  l’ha  seguito  quindi  sia  nei
colloqui investigativi che durante le dichiarazioni rese
davanti  al  giudice  Salvini,  Carlo  Digilio  è  stato  un
collaboratore  che  ha  diciamo  allargato  il  campo  della
sua  collaborazione  o  meglio  il  campo  delle  sue
dichiarazioni  o  che  è  rimasto  ancorato  a  alcuni  pochi
temi che aveva toccato magari nei primi interrogatori?
RISPOSTA – Se non ricordo male lui spaziò un po’. Un po’ tutto
il  suo  viaggio  in  Spagna  e  il  suo  viaggio,  mi  pare  sia
un  viaggio  solo  in  Spagna  e  la  collaborazione  che  ha
avuto  con  altri  personaggi  del  Veneto.  Perciò  credo  un
contributo  di  un  certo  tenore  sicuramente  l’ha  dato.
L’unica cosa che, adesso da quello che Carlo Digilio ha
dichiarato  poi  si  scontrato  con  le  ultime  sentenze  di
Milano.
DOMANDA  –  Sì,  certo  abbiamo  tutto  e  quindi  è  una  valutazione
che facciamo noi.
RISPOSTA  -   Carlo  Digilio  dice  una  cosa  ma  magari  non  viene
creduto.
DOMANDA  –  La  domanda  che  le  facevo  era  questa,  cioè  lei  ha
avrà  avuto  esperienza   evidentemente  anche  di  altri
collaboratori o comunque di altri...?
RISPOSTA – No, no, uno nella vita ne basta.
DOMANDA – Allora in ogni caso con altri dichiaranti?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Voglio capire c’è il dichiarante che dichiara e che
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
221
è  disposto  a  parlare  di  un  certo  argomento  e  parla
sempre  di  quell’episodio  di  quell’argomento,  magari
aggiunge  dei  particolari  ma  quello  è  l’argomento.  C’è
invece  il  caso  diverso  in  cui,  perché  la  vita  l’ha
portato a vivere realtà diverse, che in un primo verbale
parla di  tre, quattro argomenti,  in un  secondo  parla  di
altri  quattro  argomenti  e  poi  mano  a  mano  aumenta  la
rosa  degli  argomenti  perché decide  di farlo o perché  la
memoria lo soccorre mano a mano che si va avanti. Ecco,
volevo capire.
RISPOSTA - Viene stimolato anche.
DOMANDA  –  Anche  perché  stimolato  certo.  Carlo  Digilio  era
questo genere di dichiarante?
RISPOSTA – Direi di sì.
DOMANDA – E’ stato il cosiddetto dichiarante?
RISPOSTA – L’unica cosa che a me non piaceva particolarmente,
è  che  tutto  sommato  lui  si  toglieva  sempre  di  fuori.
Erano sempre gli altri.
DOMANDA – Questa è una sua intuizione diciamo?
RISPOSTA – Il mio modo di pensare per carità non...
DOMANDA – No, so che è un’intuizione. Lo sosteniamo anche noi
da  sempre  che  non  è  intuizione,  ma  a  lui  posso  solo
chiedere  se  è  una  sua  intuizione,  poi  le  nostre
considerazioni... Anche lei ha avuto questa impressione?
RISPOSTA  –  Sì,  perché  quando  si  andava  a  toccarlo  a  lui  su
qualcosa,  vedevamo  che  svicolava.  Cioè  degli  altri
diceva  delle  cose  sicuramente,  poi  anche  riscontrate,
tante  purtroppo  no  anche  per  il  lungo  tempo  trascorso,
però il suo coinvolgimento personale lo vedevo molto più
restio.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
222
DOMANDA  –  Cioè  faceva  fatica  a  mettersi  nelle  situazioni  che
raccontava, questo è il senso?
RISPOSTA – Lui si dichiarava l’ultimo superstite di una storia
infinita  e  vivo,  l’unico  vivo  testimone  perciò  chiedeva
protezione. “Io vi racconterò di più”. Può darsi che con
il  Ros  abbia  collaborato  in maniera più egregia,  non  lo
so. Glielo chiederà l’Avvocato.
DOMANDA – Mi interessava questa sua valutazione, la ringrazio.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI
DOMANDA  –  Allora  Carlo  Digilio  lei  ha  spiegato  come  l’avete
individuato  a  Santo  Domingo  attraverso  la  vendita  della
casa?
RISPOSTA – Certo.
DOMANDA – Dopo la morte della mamma?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – E arriva a Rebibbia?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA - Lei ha dei colloqui cin Carlo Digilio a Rebibbia?
RISPOSTA – No.
DOMANDA – Lei sa se il Capitano Giraudo ha avuto dei colloqui
con Carlo Digilio a Rebibbia?
RISPOSTA – Questo me lo dice Digilio.
DOMANDA – Glielo riferisce Carlo Digilio?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA - E Digilio le riferisce a che proposito?
RISPOSTA  –  Come  no.  Digilio  in  un  colloquio  così  pour  parler
parla che Giraudo l’avvicina a Rebibbia.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
223
INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – E’ il contenuto di
una dichiarazione di Carlo Digilio.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Non  c’è
relazione di servizio neanche.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Avrebbe  dovuto
esserci.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – Pazienza Presidente.
RISPOSTA - Ma l’ha detto in mezzo a altri colleghi nostri.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA - Non è che ogni circostanza riferita uno ha l’obbligo
di verbalizzare.
RISPOSTA  -   Anche  perché  non  vedo  nessun  reato  se  Capitano
Giraudo gli chiedeva qualcosa.
DOMANDA  -  Facciamogli  riferire  la  circostanza.  Dopodiché  si
vede che se è una cosa...
RISPOSTA  -   Cosa  succede?  Carlo  Digilio  ci  racconta  che  il
Capitano  Giraudo  lo avvicina  a  Rebibbia e visto che lui
ha abitato per lunghi anni a Santo Domingo dove si erano
rifugiati  anche  un  sacco  di  delinquenti  comuni  intendo,
perciò  non  politici,  comuni.  E  lui  Carlo  Digilio  si
vanta  che  glieli  fa  catturare.  Quando  ne  ha  fatto
catturare due o tre in qualche maniera, Capitano Giraudo
lo  molla  e  basta.  Perciò  il  primo  impatto  con  Capitano
Giraudo si  trasforma  poi  in una specie  di antipatia.  Mi
pare che Casson lo voglia sentire ma se lo fa portare al
carcere  Due  Palazzi  di  Padova  che  arriva  in  maniera
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
224
disastrata perché il viaggio poi, eravamo già d’inverno,
Due Palazzi nel cellulare non è un  viaggio  comodissimo.
E  poi  dopo  Casson  lo  rimanda  giù.  Ecco  che  poco  dopo
rientra  in  ballo  la  storia  Salvini  e  Digos  Venezia
insomma.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI
DOMANDA  –  Quando  arriva  a  Rebibbia,   lei  ricorda  pressappoco
che pena doveva scontare?
RISPOSTA – Doveva scontare una pena piuttosto seriosa, mi pare
oltre  i  dieci  anni.  Addirittura  un   paio  di  mandati  o
anche  più.  Mi  pare  avesse  avuto  una  condanna  per  la
storia  di  Milano  delle  armi  con  Torta,  Logan  famose
anche  con  il  cognato  Dedemo.  E  poi  quello  del  Poligono
del Lido di Venezia, perciò là un’altra decina di anni.
Cioè  credo  che  nel  totale una quindicina  di anni  doveva
farseli credo.
DOMANDA – Un po’ meno, dodici.
RISPOSTA - Dodici.
DOMANDA - Lei dice che vi è stata, dice nel verbale di Piazza
Fontana...
RISPOSTA - Lei mi ha interrogato proprio.
DOMANDA  –   Sì.  Che  c’è  stata  proprio  dice:  i  rapporti  con
Giraudo si sono interrotti in maniera brusca e Giraudo
ci rimase male. Io non ho ben capito neanche oggi come
mai  c’è  stata  questa  brusca  interruzione  dei  rapporti
tra Capitano Giraudo e Carlo Digilio se lei lo sa?
RISPOSTA – Lo dico io?
DOMANDA – Se lo sa glielo dico. Sì, lo dice lei, le ho letto
una sua frase.
RISPOSTA  –  Ma  forse  l’avrò  ripresa   da  quello  che  mi  diceva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
225
Carlo Digilio ritengo, perché...
DOMANDA – Non so. Dice: “Il Capitano Giraudo aveva già tentato
un  approccio  che  all’inizio  sembrava  abbastanza
fruttuoso,  io  riferisco  quello  che  ci  hanno  riferito  a
noi.  Con  questa tecnica aveva ottenuto  la buona fiducia
del  Carlo  Digilio,  anzi  aveva  fatto  catturare  alcuni
latitanti di reati comuni”.
RISPOSTA - Quello che ho appena testé detto.
DOMANDA – “Poi i rapporti si sono interrotti in maniera brusca
e lui ci rimase male”.
RISPOSTA - Ma lui Carlo Digilio, eh, non Giraudo.
DOMANDA – Lui Carlo Digilio?
RISPOSTA – Carlo Digilio.
DOMANDA – Ma perché si sono interrotti in maniera brusca?
RISPOSTA  –  Probabilmente  a  Giraudo  non  interessava  più.
Probabilmente, ma deve chiederlo a Giraudo.
DOMANDA – Sì, glielo chiedo sicuro ma voglio dire...
RISPOSTA - Cioè non posso rispondere. Vado per intuito. Cioè
così  come  ha  detto  Carlo  Digilio,  dice:  “Poi  mi  ha
abbandonato”.  Ci  è  rimasto  pure  male  perché  aveva  una
bella collaborazione. “E poi ha raggiunto il suo scopo e
mi  ha  lasciato  come  una  carogna”  come  diremmo  noi  a
Venezia.
DOMANDA – Poi voi lo ricevete, arriva al carcere di Venezia?
RISPOSTA – Lo facciamo trasferire là sì.
DOMANDA – Lo fate trasferire a Venezia?
RISPOSTA – Non noi, Milano lo fa trasferire là chiaramente.
DOMANDA  –  Lui  rimane  detenuto  ed  è  detenuto  nel  momento  di
quella che lei chiama la prima uscita?
RISPOSTA – Sì, è ancora sottoposto a regime carcerario.
DOMANDA – Quindi voi l’andate a prendere in carcere con tutte
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
226
le autorizzazioni?
RISPOSTA – Eh, neanche a parlarne!
DOMANDA  –  Lei  prima  ha  detto  una  cosa  che  mi  ha,  diciamo  un
po’ stupito. Lei ha detto: beh, ma insomma non era tanto
un  problema  di  trovare  il  casolare  ma  era  per  fargli
prendere aria?
RISPOSTA – Vero.
DOMANDA – Fargli annusare...?
RISPOSTA – Vero, è vero.
DOMANDA – La libertà?
RISPOSTA – E’ vero.
DOMANDA – Allora...
RISPOSTA  -   Lei  questa  domanda  qua  me  l’ha  fatta  anche  a
Milano  ed  io  gli  ho  risposto  che  non  abbiamo  cercato
tracce  del  casolare,  neanche  con  vecchie  mappe  e  non  ci
interessava,  anche  perché  quella  casa  sicuramente  non
sarà  stata  più  in  uso.  Sicuramente  demolita,  perché
Paese  se  lei  conosce  negli  anni  sessanta  era  veramente
un  paese, quando  siamo  andati noi nel 1993, 1994  quando
eravamo.
DOMANDA – 1994.
RISPOSTA  -   Nel  1994  era  diventata  trenta,  quaranta  volte  di
più.
DOMANDA – Urbanizzata?
RISPOSTA  –  Urbanizzata.  Anche  dalla  parte  di  là  dei  binari.
Perché  noi  abbiamo  camminato  comunque  per  qualche  ora
per  Paese,  ma  come  ripeto  trovare  il  casolare,  il
muretto  e  tutto,  non  aveva  quel  significato  che  può
essere  la  ricerca  di  un  tesoro.  Andiamo  là,  scaviamo,
troviamo le pepite.
DOMANDA  –  Ho  capito.  Senta,  quindi  voi  non  avete  acquisito
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
227
mappe catastali dell’epoca?
RISPOSTA – No, no.
DOMANDA – Sa se le hanno acquisite i Carabinieri?
RISPOSTA – Può darsi che l’abbiano acquisite.
DOMANDA  –  Sì,  sì,  le  hanno  acquisite.  Volevo  sapere,  perché
non  capisco  bene  il  periodo  di  interregno,  quindi  voi
non avete fatto vedere a Carlo Digilio mappe dell’epoca?
RISPOSTA  –  No.  Carlo  Digilio  ci  disse  che  aveva  dei  punti  di
riferimento.
DOMANDA – Sì, ho capito.
RISPOSTA  -  E di  fatti  siamo  andati là  e  lui  ovviamente si  è
perso,  mentre  i  punti  di  riferimento  sono  stati  utili
per l’abitazione del professor Franco.
DOMANDA – Che era a Vittorio Veneto?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA  –  Sì,  ma  io  le  ho  fatto  una  diversa  domanda,  se  come
Digos gli avete fatto vedere una mappa del 1969?
RISPOSTA  –  No,  no,  no.  A  me  non  risulta  assolutamente.  No,
proprio.
DOMANDA  –  Voi  o  i  Carabinieri  non  lo,  perché  è  il  periodo  in
cui poi c’è il passaggio, avete acquisito una foto...
RISPOSTA - Il passaggio no, mi scusi il passaggio è quasi un
anno dopo.
DOMANDA  –  Sì,  ha  ragione  sì.  Una  fotogrammetria  dell’epoca,
aereo fotogrammetria?
RISPOSTA – No. Mi pare che noi abbiamo allegato una piantina,
una  fotocopia  di  una  carta  stradale  tanto  per  indicare
al magistrato dove è ubicato Paese.
DOMANDA  –  Voi  avete  indagini  a  Paese  in  relazione  a  fonti
orali?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
228
RISPOSTA – No, no. Che io sappia no.
DOMANDA – Voi il sopralluogo lo fate il 4 marzo, si fidi è il
4 marzo?
RISPOSTA  –  Sì,  se  dice  il  4  marzo  le  credo,  ma  sto  pensando.
Era il 4 marzo.
DOMANDA – La relazione è datata 5 marzo e voi dite: ieri siamo
stati...?
RISPOSTA – Sì, il 4 marzo, confermo.
DOMANDA – Il nome di Paese Carlo Digilio lo fa solo in verbale
a Salvini del 5 marzo.
RISPOSTA - Il pomeriggio si andava di sera noi a Milano.
DOMANDA – No, il 5?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Il sopralluogo è il 4.
RISPOSTA – Esatto. Il giorno dopo, il pomeriggio siamo andati
a Milano. La mattina ho fatto la relazione.
DOMANDA  –  In  questo  verbale  del  5  marzo  Carlo  Digilio  fa  il
nome di Paese, il luogo dove c’è il casolare era Paese.
Prima del 4 marzo non c’è nessun atto, né una relazione
di  servizio,  né  un  interrogatorio  in  cui  Carlo  Digilio
faccia il nome di Paese?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA  –  E  come  è  che  salta  fuori  questo  nome  di  Paese,  ve
l’ha detto a voce?
RISPOSTA  –  Ce  l’ha  detto  Carlo  Digilio:  Andiamo  a  Paese.
Sennò...
DOMANDA – A voce glielo dice?
RISPOSTA – Di fatti mi pare che ho scritto qualcosa del genere
io sulla relazione.
DOMANDA – No. Non fate una relazione di servizio.
RISPOSTA – Non ho fatto la relazione, scusi?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
229
DOMANDA  –  No,  lei  fa  una  relazione  in  cui  dice:  “In  data
odierna ci siamo recati a Paese a fare il sopralluogo”.
E’ il verbale di sopralluogo.
RISPOSTA – Mi scusi, lei ha detto: “Ieri ci siamo recati”.
DOMANDA – Il 5.
RISPOSTA – No, il 5 scrivo: “Ieri”.
DOMANDA – 4.
RISPOSTA  –  “Ci  siamo  recati  a  Paese,  località  indicateci  da
Carlo Digilio”.
DOMANDA – No, no. Guardi la leggiamo che così facciamo prima.
RISPOSTA  –  Siccome  io  so  che  lei  è  malizioso  allora  mi  sono
portato anche una fotocopia degli atti.
DOMANDA – Lei non deve dire così.
RISPOSTA  -   Adesso  le  dico  perché,  la  stessa  domanda  me  la
fece anche...
DOMANDA – Non mi ha risposto.
RISPOSTA - Io credo che anche il teste ha diritto difendersi.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Ispettore  tranquillo,  rientra  un
po’  nella  difesa  essere  ogni  tanto,  non  dico  maliziosi
ma rilevare certi fatti. Poi lei ce l’ha sottomano. Lei
è autorizzato a consultare gli atti.
A  questo  punto  il  Presidente  autorizza  il  teste  a  consultare
gli atti.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA – La relazione del 5 marzo ha detto.
RISPOSTA - Sì.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
230
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA  –  Il  sottoscritto  della  Digos  comunica  quanto  segue:
“Nella  giornata  di  ieri  sono  stati  effettuati  dei
sopralluoghi  unitamente  al  detenuto  Carlo  Digilio,  al
fine di individuare il casolare ove erano state nascoste
le  armi  etc.  ci  siamo  portati  a  Paese  in  provincia  di
Treviso,  località  indicata  da  Carlo  Digilio”.  Ma  quando
è che l’ha indicata vorrei sapere?
RISPOSTA  –  Scusi,  se  io  vado  a  prendere  lei  in  carcere  la
mattina  alle  otto,  dico:  “Andiamo  fuori  in  provincia  di
Treviso”. Dice: “Andiamo a Paese”.
DOMANDA  –  Glielo  ha  detto  la  mattina  allora,  quando  siete
andati a prenderlo in carcere?
RISPOSTA – Se era in carcere prima, scusi.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA – Lei quando ha chiesto l’autorizzazione al giudice di
portarlo  fuori  dal  carcere  gli  ha  detto  che  doveva
andare a fare un sopralluogo dove?
RISPOSTA – No, in provincia di Treviso.
DOMANDA  –  Provincia  di  Treviso.  Quindi  lei  sapeva  che  cosa
andava a cercare?
RISPOSTA – Salvini sapeva che... La storia del casolare è nota
già da tempo e lui parla di una località in provincia di
Treviso.  Non  nomina  mai  Paese.  Mai.  Allora  siccome
l’Avvocato questa domanda qua me la fece anche a Milano,
allora cosa ha fatto il buon Emireni, se ha un attimo di
pazienza  dovrei  trovare  anche...  Allora  mi  sono
riservato  davanti  al  Presidente  del  Tribunale
dell’Assise di mostrare perché il 4 siamo andati là, il
5  ho  fatto  la  relazione  e  il  pomeriggio  la
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
231
verbalizzazione del Salvini.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – Lei ha fatto riferimento a una relazione precedente
al 4 e l’ha mandata alla Corte d’Assise di Milano?
RISPOSTA  –  Ho  mandato  una  lettera  al  Presidente  della  Corte
d’Assise di Milano.
DOMANDA – Lo sappiamo.
RISPOSTA – La copia è qua.
DOMANDA – Solo che in quella relazione precedente non si parla
di Paese?
RISPOSTA  –  Le  ha  appena  ripetuto  che  Paese  ce  l’ha  indicato
Salvini  quando  siamo  usciti  dal  carcere.  Prima  non
poteva dire: scusi, Carlo Digilio, abbia pazienza.
DOMANDA – Quindi quella mattina?
RISPOSTA – Sì. Siamo usciti per andare in provincia di Treviso
e quando  siamo  andati fuori:  andiamo  a  Paese. Perfetto.
Cosa dovevo fare? Ammazzare Carlo Digilio, no?
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA – Aveva già detto che, in effetti, una delle finalità
era di fargli prendere una boccata d’aria. E’ chiaro che
ha  indicato  pure  il  posto  dove  ci  poteva  essere  questo
luogo e sono andati.
RISPOSTA  –  L’abbiamo  annotato.  Devo  avere  qua  tutte  quelle
carte. Lei ha acquisite tutte quelle carte?
DOMANDA – Sì, ma questo è esatto.
RISPOSTA - Allora non serve cercarle.
DOMANDA – No.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Le carte in più
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
232
io non so niente. Che carte sono?
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Avanti  la
Corte   d’Assise  di  Milano  lui  fece  riferimento  a  una
relazione  precedente  al  5  marzo  in  cui  Carlo  Digilio
aveva fatto il nome di Paese.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – A un’eventuale
relazione.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – Prego!
RISPOSTA - No, Avvocato, forse facciamo un po’ di confusione.
Lei mi chiese: come mai al 5 c’è la sua relazione e al 5
c’è  la  verbalizzazione.  Io  ho  spiegato:  mi  riservo  di
mandarle  tutta  la  documentazione  da  quando  Salvini  ha
chiesto  al  Ministero  di  Giustizia  per  potere  scarcerare
quell’osso  che  avevamo  là  in  galera  e  tutti  gli
accertamenti  noi  che  eravamo  deputati  a  prenderlo  fuori
per  24  ore  o  48,  fine  al  termine  degli  accertamenti  da
fare  tutti  quei  giri.  E’  così  è  stato.  Perciò  quella
mattina  quando  siamo  usciti  dal  carcere  ci  ha  detto:
"Andiamo  verso  Treviso  a  Paese”.  E  siamo  andati  Paese.
Perciò prima non potevo inventarmelo o scriverlo. Tenga
conto che parliamo degli anni che già adesso non lo uso,
ma già all’epoca computer ce ne erano pochi, palmari da
potere  mandare  messaggi.   Perciò  vede  Avvocato  che  già
all’epoca  lei  mi  ha  tirato  questo  tranello  e  gli  avevo
già risposto all’epoca.
DOMANDA – Io non le ho tirato nessun tranello.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
233
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Andiamo avanti.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA - E adesso leggiamo Presidente, io non tiro tranelli.
“Nella  giornata  di  ieri  –  quindi  4  marzo  –  come  mai  la
prima  volta  che  Carlo  Digilio  dice  che  il  casolare  è  a
Paese  in  provincia  di  Treviso  è  nell’interrogatorio  del
5  marzo?”  Lei  risponde:  “L’aveva  detto  nel  precedente
interrogatorio”. "19 febbraio?” “Può darsi, sì”.
RISPOSTA - Può darsi.
DOMANDA – Mi scusi. Allora io le leggo l’interrogatorio del
19 febbraio dove Carlo Digilio non fa il nome di Paese.
“Allora  lui  per  la  prima  volta  le  nomina  Paese,  questo
mi fa pensare che l’abbia detto informalmente” dico io.
“Può  essere  che  l’abbia  detto  nel  corso  della  nostra
corrispondenza  verbale  continua  e  costante  che  avevamo
con  lui”.  Dico  io:  “Quindi  ci  sarà  una  relazione  di
servizio?” “Ma sicuramente” dice lei.
RISPOSTA – E le ho mandate.
DOMANDA  –  E  l’ha  mandata.  Solo  che  in  quella  relazione  di
servizio che lei manda non si parla di Paese. Quindi non
dica che io faccio tranelli.
RISPOSTA  -   Se  Carlo  Digilio  parla  di:  in  provincia  di
Treviso,  per  me  va  bene  provincia  di  Treviso.  Non  ho
problemi  portarmelo  fuori.  Dopo  se  posso  ricordarmi  le
robe  di  dieci  anni  prima.  Lei  ha  i  verbali  scritti,  io
vado ancora un po’ a memoria, abbia pazienza.
DOMANDA – Basta che sia chiaro che io non faccio tranelli.
RISPOSTA - Va bene, l’ho detto in tono...
DOMANDE DEL PRESIDENTE
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
234
DOMANDA - Andiamo avanti. Mi pare che oggi ricordando adesso
il  fatto  abbia  detto:  “Siamo  andati  lì  perché  dovevamo
andare a vedere la provincia di Treviso. Abbiamo chiesto
l’autorizzazione.  Siamo  usciti.  Dopodiché  durante  il
viaggio  o  appena  usciti  etc.  ci  ha  fatto  il  nome  di
Paese”.
RISPOSTA - Credo che sia proprio così.
DOMANDA - Almeno così ricorda adesso.
RISPOSTA  -   Se  se  ne  è  parlato  del  casolare,  il  casolare  ha
una  certa  valenza  perché  il  Carlo  Digilio  nomina  lo
Zorzi  e  nomina  il  Freda  e  Ventura.  Giusto?  Ecco  perché
c’è  una  certa  importanza  di  questo  famoso  casolare.
Ovvio  che  un  casolare  di  venti  anni  prima  non  gliene
fregava niente a nessuno trovarlo adesso. Perciò lui non
ci  dà  l’indicazione  di  Paese,  probabilmente  per  tenersi
ancora  una  briscola in  tasca. Probabile eh! Difatti lui
dice:  “Andiamo  a  Paese”.  Andiamo  a  Paese.  Sarà  successo
così. Parliamo di sedici anni fa Avvocato.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA  –  Durante  la  vostra  gestione  di  Carlo  Digilio  lei  è
venuto  a  conoscenza di  una  richiesta  di otto  milioni  di
lire da parte di Carlo Digilio al di fuori del programma
di  protezione  da  mandare  alla  moglie  e  alla  figlia  a
Santo Domingo?
RISPOSTA  –  Può  darsi  che  abbia  chiesto  dei  soldi  da  mandare
giù.
DOMANDA – No, può darsi. Se lo sa o no. Che li abbia chiesti è
pacifico, volevo sapere se lei lo sa o no, perché se non
lo sa?
RISPOSTA - Questo non lo ricordo.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
235
DOMANDA – Non lo ricorda?
RISPOSTA – No, non vorrei dire una cosa per un’altra.
DOMANDA – Ispettore non c’è problema. Senta...
RISPOSTA  –  Posso  dire  una  cosa  però?  Si  scoprì  che  in
provincia  di  Trento  dove  abitava  ormai  già  la  sorella
avevano ancora un conto, un libretto al risparmio che in
qualche  maniera  siamo  riusciti  a  farglielo  recuperare.
Quello sì.
DOMANDA – Questa per me è una cosa nuova. Di quanti soldi?
RISPOSTA – La sorella. Non era granché, tenga che lui ci offrì
la  cena  a  noi  che  eravamo  là  di  servizio  con  lui,
eravamo un paio con la sorella, con il cognato e con il
figlio mi pare. Perciò...
DOMANDA – Quindi quanti soldi erano?
RISPOSTA  –  Ma  qualche  milione,  ma  tenga  conto  che  poi
ovviamente diviso per due insomma. Erano stati vincolati
là  in  questo  libretto  e  ripeto,  non  si  trovava  più.
Insomma  visto  che  erano  soldi  della  mamma  poi
oltretutto,  erano  soldi  della  mamma.  No,  forse  della
mamma  e  i  suoi  probabilmente.  Però  l’avevano  in  quel
conto là gestito dalla sorella. Adesso vado un po’ così,
so  che  comunque recuperò  qualcosa.  Ci offrì una cena  al
ristorante.
DOMANDA  –  Questi  otto  milioni  invece  dati  dal  Ministero
attraverso i Ros lei non ne sa nulla?
RISPOSTA  –  No,  se  si  parla  di  Ros  ovviamente  non  posso
saperlo.
DOMANDA – No, volevo sapere se... Può darsi che ne sia venuto
a conoscenza?
RISPOSTA – E i fatti della Digos i Ros non lo sa. I fatti del
Ros la Digos non lo viene a sapere.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
236
DOMANDA – C’è impermeabilità su tutta...?
RISPOSTA – Totale. Totale.
DOMANDA  –  Lei  prima  poi  ha  detto  una  cosa,  dice:  Carlo
Digilio,  il  programma  di  Carlo  Digilio  era  quello  di
fare  le  dichiarazioni  che  riteneva  di  fare  e  poi  di
tornarsene a Santo Domingo?
RISPOSTA – La sua pia speranza era quella.
DOMANDA – La sua speranza era quella?
RISPOSTA – Certo.
DOMANDA – Nel senso che ve l’ha manifestata?
RISPOSTA  –  Poi  l’abbiamo  riportato  anche  in  qualche
annotazione  o  addirittura  in  qualche  verbalizzazione  al
magistrato.
DOMANDA  –  E  voleva  solo  tornarsene  a  Santo  Domingo  o  voleva
anche del denaro?
RISPOSTA – Credo che sottointeso che magari qualche liretta in
più  per  fare  il  viaggio,  insomma  gli  avrebbero  fatto
schifo.
DOMANDA  –  Quindi  voleva  un  aiuto  economico  e  tornarsene  a
Santo Domingo?
RISPOSTA  –  Diciamo  tornare  a  Santo  Domingo  e  avere  un  aiuto
economico.  Io ritengo anche per rimettersi  in sesto con
la  sua  attività  che  aveva  intrapreso  là.  Ma  credo  che
sia una cosa normale per un collaboratore di giustizia.
DOMANDA – Io ho mica detto che è anormale.
RISPOSTA  –  Diamo  miliardi  ai  mafiosi  non  vedo  perché  non  si
possono dare anche a Carlo Digilio. Non so. Che poi non
glieli hanno neanche dati probabilmente.
DOMANDA  –  Che  lei  sappia  nella  richiesta,  nel  programma  di
protezione  era  previsto  anche  l’espatrio  dell’estero  di
Carlo Digilio, se lo sa?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
237
RISPOSTA – No, non saprei dirglielo, anche perché inizialmente
non  si  parla  di  espatrio,  si  parla  solamente  di
proteggere un teste.
DOMANDA – Sì, quando è lì da voi, sì certo. Non lo sa?
RISPOSTA  –  Tenga  conto  che  l’impianto  per  gestire,  tra
virgolette, noi lo chiamiamo pentito, è un collaboratore
di  giustizia,  può  essere  anche  una  persona  che  non  ha
commesso  reati,  è  un  testimone.  E  penso  rientri  anche
ricostruirgli  una  nuova  identità.  Probabilmente  anche
mandarlo all’estero.
DOMANDA  –  No,  questo  dei  reati  non  c’entra  con  Carlo  Digilio
perché aveva undici anni da scontare quindi.
RISPOSTA  –  Ho  capito,  li  aveva.  Ma  quello  che  raccontava,
raccontava di fatti reato commessi da altri.
DOMANDA – Sì, ho capito. Veniamo adesso un momentino a questa
conversazione  in  Questura,  lei  ha  verbalizzato  diciamo
la registrazione e c’erano anche dei suoi colleghi?
RISPOSTA  –  Materialmente  c’era  Alessandro  Lino  che  lei  ha
nominato  e  Giraudo  e  un  altro  Maresciallo  del  Ros.  Io
stavo  nella  stanza  grande,  una  stanzona  così,  e  di  qua
erano loro  celati in  ambiente ovviamente  il più lontano
possibile dalla stanza, da quella stanzetta piccola dove
gli  abbiamo  messo  i  due  amiconi.  E  si  sono  messi  a
parlare, tutto qua.
DOMANDA  –  Lei  prima  ha  detto,  su  domanda  del  Pubblico
Ministero,  che  il  Colonnello  Giraudo  ha  manifestato
insoddisfazione?
RISPOSTA  –  Sì,  lo  vengo  a  sapere  dopo  quando  finisce  tutto
perché non c’è più. Il collega Lino Alessandro mi dice:
“Quello  là  è  andato  via  di  testa,  ha  urlato  che  non
andava  bene  niente  e  se  ne  andato  via  prima  ancora  che
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
238
finisse la verbalizzazione”.
DOMANDA – Questo è molto generico. Cosa le dice esattamente il
suo  collega  Lino,  perché  il  Colonnello  Giraudo  si
arrabbia e se ne va?
RISPOSTA  –  Lo  dice  nella  relazione  il  collega.  Lo  dice,  che
secondo  lui  non  era  il  modo  di  potere  gestire  la  cosa.
Invece  secondo  noi  era  quello  che  si  era  concordato
qualche  giorno  prima.  Mi  pare  che  prima  ho  anche
riferito  che  il  Carlo  Digilio  a  malincuore  ci  ha
accontentati  a  fare  questo  colloquio.  A  lui  non
interessava  assolutamente  niente.  Era  un  problema  di
Giraudo  che  doveva  convincere  il  Maggi  a  fare  il
collaborante. E da quello che si era capito il Maggi era
stato...  Cioè  al  Maggi  abbiamo  prospettato  l’inferno,
cioè  accuse  pesantissime  e  perciò  calcolando  che  il
Maggi  aveva  avuto  già  un’ischemia,  aveva  avuto  un  sacco
di guai, si era già fatto qualche anno di galera e tutte
le  cose,  non  lavorava più.  Perciò insomma ovviamente  il
discorso  del  pentitismo  e  del  collaborante  poteva
significare anche...
DOMANDA – Sì. Ma io lo avevo fatto una domanda diversa. Se lei
ricorda,  se  lo  ricorda,  l’arrabbiatura  del  Colonnello
Giraudo  era  in  relazione  ai  giudizi  e  alle  accuse  che
Carlo  Digilio  nel  corso  della  conversazione  registrata
aveva fatto di Siciliano?
RISPOSTA  –  Adesso  non  saprei  rispondere.  Io  credo  che
evidentemente...  Io  prima  ho  premesso  una  cosa  che
secondo  noi  è  stata  una  trappola  che  ci  ha  tirato
Giraudo. Tutto qua.
DOMANDA – Sì, ma questo...
RISPOSTA  –  Ne  sono  convinto.  Non  troverà  mai  verbalizzazioni
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
239
in tal senso.
DOMANDA – L’ho ben capito.
RISPOSTA – Lo sento nel cuore.
DOMANDA  –  Voleva  provocare  diciamo  un  incidente  perché  il
giudice Salvini cambiasse gestione?
RISPOSTA – Di fatti Salvini ci telefonò poco dopo e disse: “Vi
tolgo l’uomo perché voi non ci sapete fare”. “Giudice se
lo porti via non so che farle”.
DOMANDA  –  Ma  questo  l’abbiamo  capito,  io  le  ho  fatto  una
domanda  molto  precisa  se  lei  mi  risponde  sì  o  non  mi
ricordo,  se  il  sovraintendente  Lino  le  ha  detto  che  il
Capitano  Giraudo  si  era  fortemente  arrabbiato  perché
Carlo  Digilio  aveva  espresso  giudizi  negativi  e  aveva
accusato Siciliano di reati?
RISPOSTA – E’ messo così sulla relazione?
DOMANDA – Sì.
RISPOSTA - Se è così allora ovviamente è così non posso mica
smentirlo, no?
DOMANDA – Se vuole gliela leggo.
RISPOSTA – No, ce l’ho anche io.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Una  relazione  di
servizio  fatta  da altro sulle affermazioni  di un  terzo,
come la mettiamo?
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  E’  il  de  relato  di  seconda
categoria, non è vietato poi ci sarà qualche problema di
verifica.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –   Chiediamo  a  chi
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
240
l’ha fatta almeno. La contestazione...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  No,  ma  adesso  a  lui  gli  si  può
chiedere  che  cosa  ne  sa,  che  cosa  gli  ha  raccontato
Lino.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  E  ha  risposto
un’altra cosa.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Se  il  contenuto  della  relazione,
quindi superiamo già il fatto di Lino.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Voglio  dire  ha
risposto  un’altra  cosa.  Gli  si  contesta  o  perlomeno  gli
si ricorda che Lino nella sua relazione di servizio dice
delle  altre  cose.  Le  possiamo  contestare  a  Lino  non  a
lui.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA  -  Sì,  ma  allora  la  domanda:  se  lei  su  questo  che  è
stato oggetto poi di  una  relazione  di Lino  che  riguarda
le  circostanze  riferite  dal  difensore,  se  lei  ne  sa
qualche cosa, se Lino glielo ha raccontato, se lei l’ha
appreso?
RISPOSTA  –  Sì,  sì,  Lino  l’ha  messo  nero  su  bianco.  C’è  una
relazione.
DOMANDA  –  Quindi  il  contenuto  di  quella  relazione  lei  ne  era
conoscenza?
RISPOSTA  –  Ovviamente,  era  il  mio  sottoposto  perciò  era  là,
quando abbiamo firmato gli atti della verbalizzazione ha
detto:  “Guarda  che  è  successo  questo  è  questo”.”  Tu
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
241
scrivi  tutto  quello  che  è  successo  che  noi  rapportiamo
al magistrato”. Noi tutto quello che abbiamo fatto...
INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Quindi lui non era
presente quando questa cosa è successa.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA – Però quello che le ha riferito Lino era vero tutto?
RISPOSTA – L’ha messo nero su bianco.
DOMANDA – Era avvenuto in sua presenza oppure no?
RISPOSTA – No. Non c’ero io.
DOMANDA  –  Non  c’era.  Però  ha  saputo  da  Lino  che  il  contenuto
della  relazione,  anzi  l’ha  invitato  a  mettere  nero  su
bianco?
RISPOSTA – Ovviamente.
DOMANDA – Quindi il contenuto non sa?
RISPOSTA – Sì, ma me l’ha riferito.
DOMANDA – Lo conosce perché gli è stato riferito da Lino.
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI - Leggo?
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego!
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  -  FRANCHINI  -  “Infine  sia
il  Capitano  Giraudo  che  il  suo  sottoufficiale  hanno
rilevato  che  il  Carlo  Digilio  ha  espresso  giudizi
negativi  nei  confronti  del  noto  Siciliano  Martino,  in
particolare  quando  ha  evidenziato  al  Maggi  che  non
avendolo  mai  conosciuto  –  Carlo  Digilio  dice  di  un
averlo  mai  conosciuto  –  il  Siciliano  lo  ha  comunque
indicato come responsabile di episodi molto gravi”.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
242
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Poi chiederemo al Lino conferma di
questo.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – Dica!
RISPOSTA - Ma non vedo niente di strano comunque.
DOMANDA  –  Lei  non  ci  vede  niente  di  strano  io  sì,  per  una
serie di ragioni ma che...
RISPOSTA – Per carità ognuno fa il suo.
DOMANDA  –  Voi  avete  mai  mostrato  a  Carlo  Digilio  durante
questo periodo dei verbali di altri dichiaranti?
RISPOSTA – Mi pare di no. Però posso... No, non importa non è
di  mia  competenza.  No,  che  io  sappia  verbali  di  altri
verbalizzanti.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusi, Avvocato mi dice il collega
che  avete  rinunciato  a  Lino?  Però  abbiamo  acquisito  la
relazione.
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, acquisita
la relazione, non rinunciato.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, comunque la relazione è quella
acquisita  quindi  la  domanda  era  più  che  consentita
perché praticamente...
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – Che cosa stava dicendo ispettore, dicendo: non è di
mia competenza?
RISPOSTA  –  No,  allora  a  mia  memoria  verbali  fatti  vedere  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
243
altri testi a Carlo Digilio non mi pare. Non mi pare.
DOMANDA – E ha detto: ma però, non è di mia competenza?
RISPOSTA  –  No,  mi  è  venuto  in  mente  un’altra  situazione.
Allora...
DOMANDA – Me la dica!
RISPOSTA - Lo chieda a Giraudo.
DOMANDA  –  Cioè  lei  pensa  o  sa  che  il  Colonnello  Giraudo  ha
fatto  vedere  verbali  di  altri  dichiaranti  a  Carlo
Digilio?
RISPOSTA  –  Vede  io  adesso  non  voglio  creare  un  incidente
diplomatico tra un ex Poliziotto e un Ros.
DOMANDA  –  Non  c’è  nessun  incidente,  se  lo  sa  lei  è  sotto
giuramento e l’obbligo di dirlo. Ovvio!
RISPOSTA  –  Allora  cosa  succede,  il  Carlo  Digilio  fa  delle
affermazioni  sul  Ventura,  giusto?  E  allora  veniamo  a
sapere  dopo,  dopo  e  ce  lo  dice  Salvini,  perché  il
Capitano  Giraudo  va  in  Sudamerica  e  gli  fa  vedere  a
Ventura  quello  che  ha  dichiarato  Carlo  Digilio.  Perciò
Carlo Digilio dice: ma scusa io mi espongo, dico le cose
contro quell’animale e quello sa già come io... Cosa io
so  su  di  lui”.  E  Capitano  Giraudo,  mi  pare,  perché  lo
dice  Salvini,  in  qualche  parte  ci  deve  essere  l’atto,
non  nostro,  dice  che  il  Capitano  Giraudo  fa  vedere
l’atto  nel  ristorante  del  Ventura  e  quello  si  mostra
sorprendentemente  amareggiato  o  avvilito,  una  roba  del
genere.  Insomma  non  mi  pare  che  Ventura  sia  uno  che  si
senta chi si dolga insomma, dai. Ecco questo dicevo. Non
è di mia competenza come dire: non è roba fatta da noi,
ecco.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
244
DOMANDA – Comunque sono dati riferiti a lei da Salvini?
RISPOSTA – Mi scusi?
DOMANDA – Lei ha appreso questi dati dal giudice?
RISPOSTA  –  Sì,  sì.  Noi  siamo  rimasti  meravigliati  e  Carlo
Digilio si è preoccupato. Dice: “Ma come io faccio delle
dichiarazioni  contro  delle  persone  e  qualcuno  va  a
riferirgli quello che io dico su di lui”. Cioè mi pareva
una  cosa  scorretta.  Comunque  non  vorrei  creare  un
incidente diplomatico con il Ros.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – No, no, guardi lei deve solo dire le cose come sono.
RISPOSTA - Ho fatto il Poliziotto per quaranta anni.
DOMANDA  –  Un  particolare,  gli  avete  mai  fatto  vedere  dei
verbali di Vincenzo Vinciguerra?
RISPOSTA  –  Io  non  credo  però  probabilmente  Salvini  sì.  Gli
avrà  letto  qualcosa.  Anche  perché  Salvini  Vinciguerra
l’ha  avuto  per  diverse  volte,  ha  scritto  memoriali  a
penna,  ha fatto un  sacco  di roba. Poi anche Vinciguerra
è un personaggio che credo sia l’unico ancora recluso e
non  vuole  uscire.  Non  vuole  nessun  beneficio  che  io
sappia. Non è normale chiaramente. Sono fuori tutti.
DOMANDA  –  Dalla  conversazione  registrata  in  Questura  è
assolutamente pacifico che Carlo Digilio ha letto almeno
due  verbali  di  Vinciguerra,  volevo  sapere  se  era  stata
la Digos o chi?
RISPOSTA – No, no.
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Questa  è  una
deduzione.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
245
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA – Dica!
RISPOSTA - Non credo sa, non credo.
DOMANDA – Non è una deduzione.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Da che cosa lo desume?
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Ci  sono  alcuni
passaggi  dai  quali,  su  quel  si  può  ragionare,  vanno
interpretati. Detto questo.
DOMANDE DEL PRESIDENTE
DOMANDA  –  La  domanda  che  possiamo  fare  è  se  la  Digos  mostrò
verbali di Vinciguerra nel corso... Allora lei lo sa? La
Digos ha detto di no?
RISPOSTA  –  A  mia  memoria  no.  Però  tenga  conto  che  il
Vinciguerra aveva già fatto dei libri. Aveva già scritto
dei  libri  e  magari  in  qualche  maniera  quello  là  gli  ha
letto qualche brano, magari nei libri riporta un po’ la
sua verità. Gli attentati virtuali  o  qualcosa di  fatto.
Adesso  non  lo  so,  non  saprei  rispondere,  le  direi  una
cosa non corretta.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA  –  Se  non  ho  capito  male,  lei  ha  detto  che  voi
scrivevate  delle  relazioni  di  servizio  su  di
dichiarazioni  che  Carlo  Digilio  vi  faceva  fuori  verbale
tant’è vero che in molte di queste relazioni di servizio
c’è scritto: ha detto chiedendo che non sia verbalizzato
bla, bla?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
246
RISPOSTA – Certo.
DOMANDA – E poi voi mandavate queste relazioni di servizio al
magistrato, al  Giudice  Salvini  che  ne faceva  oggetto  di
interrogatorio, è così?
RISPOSTA  –  Di  fatti  come  le  ho  già  detto  prima,  queste  mie
relazioni  erano  indirizzate  al  giudice  Salvini,  non
indirizzate  al  dirigente  d’ufficio  che  poi  se  ne  fa
quello  che  vuole.  Erano  gli  accordi  presi  con  il
magistrato.  Cioè  tutto  quello  che  Carlo  Digilio  diceva
nel corso di un verbale poi tornando a casa la sera, si
mangiava  il  panino,  si  parlava  e  lui  diceva  qualcosa
altro.  Veniva  memorizzato  da  noi,  si  prendeva  atto  di
questo: Giudice ha detto anche questo, la prossima volta
che  lo  portiamo,  ecco  qua  la  relazione.  Lui  se  la
leggeva  che  già  l’aveva  ovviamente,  infatti  servono  a
questo,  e  99  per  cento  dei  casi  sicuramente  nella
verbalizzazione  fatta  quello  che  aveva  detto  prima
veniva  buttato  dentro.  Veniva  verbalizzato,  veniva
ufficializzato. Cioè era un gioco delle parti, era fatto
così.  Ci  siamo  attenuti  a  quello  che  diceva  il  giudice
Salvini. Cioè non ci costava nulla insomma.
DOMANDA – Certo.
RISPOSTA – L’atto mio può essere nulla ma l’altro verbale, il
verbale fatto dal magistrato è quello che conta, mi pare
si sia disquisito anche prima, no?
DOMANDA  –  Ispettore,  volevo  chiederle  questo,  lei  o  il  suo
superiore che era D’Aquino mi pare il suo superiore?
RISPOSTA – Prima Mugolo.
DOMANDA  –  Sa  se  la  Digos  è  stata  messa  a  conoscenza  del
colloquio  avvenuto  a  Tolosa  tra  il  Capitano  Giraudo  e
Martino Siciliano?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
247
RISPOSTA – Martino Siciliano noi, è interessante per Salvini e
noi ricominciamo a prendere in mano la storia di Martino
Siciliano.  Martino  Siciliano  che  abitava  in  Francia
veniva  comunque  a  trovare  il  padre  e  una  delle  due
sorelle  che  aveva  da  noi  lì  a  Mestre,  siccome
interessava  al  giudice  metterci  le  mani  sopra  per
verbalizzarlo,  noi  ovviamente  su  sua  disposizione  con
delle nostre note, mettiamo sotto i telefoni nei tempi e
nei modi consentiti. E di fatti sentiamo, mi pare se non
ricordo  male,  era  a  cavallo  tra  Capodanno  e  Epifania,
arriva  con  la  macchina.  Lo  blocchiamo  lo  portiamo  in
commissariato.  E  là  in  commissariato  c’erano  dei
funzionari mandati dal Giudice Salvini che hanno preso i
primi approcci con Martino Siciliano.
DOMANDA – Ma lei sta parlando del gennaio del 1993.
RISPOSTA - Bah!
DOMANDA – Nel settembre del 1994.
RISPOSTA - Perciò quasi un anno dopo.
DOMANDA  –  Un  anno  dopo,  quindi  quando  Carlo  Digilio  è  già
nella vostra gestione, settembre del 1994.
RISPOSTA  –  E’  stato  ancora  da  noi.  Dovrebbe  stato  ancora  a
carico nostro se non sbaglio.
DOMANDA  –   Pacificamente  perché  il  colloquio  in  Questura
fonoregistrato febbraio del 1995?
RISPOSTA – Sì, ha ragione.
DOMANDA – Dicevo avviene un incontro fra il Capitano Giraudo,
il dottor Madia del Sismi e il signor Siciliano?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – A Tolosa?
RISPOSTA – A Tolosa.
DOMANDA – E all’esito del quale poi Martino Siciliano veniva
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
248
sentito in interrogatorio dal giudice Salvini. Voi siete
stati messi al  corrente,  visto  che  collaboravate  con  il
giudice Salvini di questo incontro a Tolosa fra Capitano
Giraudo, Madia e Martino Siciliano se lo ricorda?
RISPOSTA – No.
DOMANDA – Non se lo ricorda?
RISPOSTA  –  No,  non  me  lo  ricordo.  Comunque  tenga  conto  che
Madia fu quello che a Mestre nel commissariato...
DOMANDA  –  Sì,  lo  so  un  anno  prima  aveva  incontrato  Martino
Siciliano.  Senta  parliamo  di  due  cose  più  specifiche,
lei prima ha  parlato, il  Pubblico Ministero le  ha fatto
una domanda su un bunker nella zona di Alberoni?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Questo  bunker  aveva  che  caratteristiche,  era  un
bunker ancora utilizzato?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Da chi? Era utilizzato si ricorda da chi?
RISPOSTA  –  Quando  abbiamo  fatto  il  sopralluogo  noi  su  quel
bunker  lei  ha  presente  l’Alberoni  ovviamente,  forse  ha
presente anche il bunker.
DOMANDA – No.
RISPOSTA - E’ una piccola struttura sarà larga, non so, tre,
quattro  metri  per  altrettanti,  una  cosa  un  po’
circolare, mura spesse chiaramente. E aveva una porta in
metallo,  ruggine  perciò  evidentemente...  Credo  comunque
tuttora  utilizzata,  all’epoca  almeno.  E  c’era  la
silhouette  di  un  sub,  sommozzatori  San  Marco  sub  e
qualcosa.
DOMANDA – Club San Marco.
RISPOSTA  -   Ecco.  Quel  bunker  salta  fuori  credo  perché  si
parlava,  mi  pare  di  averne  accennato  anche  prima,  c’era
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
249
quel...
DOMANDA – Sì, sì, Rotelli.
RISPOSTA - Ecco, Rotelli Roberto.
DOMANDA  –  A  me  interessava  chiederlo  questo:  avete  voi
perquisito?
RISPOSTA – Il bunker no, non l’abbiamo aperto.
DOMANDA  –  L’hanno  fatto  i  Carabinieri,  va  bene.  E  avete  voi,
se  l’avete  perquisito  non  siete  stati  voi  che  avete
tratto dei pezzi di muri da fare analizzare al Ris?
RISPOSTA – No.
DOMANDA – Non è attività vostra. Senta veniamo adesso a quella
famosa  telefonata  del  15  aprile  di  Mario  Rossi.  Lei  ha
già  riferito  il  contenuto  di  quella  telefonata.  Il
Pubblico  Ministero  le  ha  letto  il  passo  diciamo
saliente?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Voi cosa fate, quando lei riceve questa telefonata,
cosa fate?
RISPOSTA – Mica me la tengo per me.
DOMANDA – Fa una relazione?
RISPOSTA  –  Faccio  la  relazione.  Il  dirigente  chiama  il
Pubblico  Ministero  di  Milano,  vengono  attivate  le
procedure  per  l’interrogatorio  in  questa  struttura
ospedaliera e la cosa finisce là.
DOMANDA – Che avviene il giorno?
RISPOSTA – Poco tempo dopo, credo il giorno dopo credo.
DOMANDA – Il 16 aprile.
RISPOSTA – Perciò una cosa d’urgenza.
DOMANDA – Lei prima ha fatto un’affermazione diciamo che mi ha
lasciato  un  po’  stupito.  Lei  era  presente  a  questo
interrogatorio?
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
250
RISPOSTA – Non completamente. Anzi...
DOMANDA – Il verbale dice che era presente?
RISPOSTA – Sì, ma tenga conto che uno anche si muove, va fuori
a fare altre cose.
DOMANDA  –  Lei  prima  ha  detto:  “Ah,  sì  la  dottoressa  Pradella
alla fine ha detto: (abbiamo perso del tempo)”?
RISPOSTA – No, si era proprio arrabbiata.
DOMANDA – Era arrabbiata.
DOMANDA – Era arrabbiata con chi?
RISPOSTA – Con Carlo Digilio chiaramente.
DOMANDA – Con Carlo Digilio?
RISPOSTA  –  Mica  con  noi!  Che  poi  mi  pare  là  ci  deve  essere
stata  fatta  una  verbalizzazione  sintetica  ma  anche
registrata.
DOMANDA  –  C’è  tutto.  E  senta,  ma  sostanzialmente  il  problema
quale era, lei ha capito quale era il problema?
RISPOSTA  –  Cioè  Carlo  Digilio  probabilmente,  millantava  di
dire  qualcosa  di  importante  che  ce  l’aveva  con  i
Carabinieri,  che  questo e questo, che voleva  vuotare  il
sacco.
DOMANDA – Ma perché ce l’aveva con i Carabinieri?
RISPOSTA – Evidentemente per i motivi di Rebibbia, per l’ictus
dopo  e  per  cose  che  io  non  so.  Lo  deve  chiedere  sempre
al Capitano Giraudo, anzi Colonnello Giraudo.
DOMANDA  –  Glielo  chiediamo  sicuro.  Quindi  lei  non  ricorda
altro?
RISPOSTA – In sintesi no. Cioè so che alla fine disse: “Ma lei
non mi ha capito”. Dico: “Calma non ti ha capito, se tu
non ti esprimi abbiamo perso solo tempo”. E’ in effetti
così è stato.
DOMANDA – In realtà in questo interrogatorio Carlo Digilio fa
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
251
una grave denunzia, è successo, io  non  entro  nel  merito
perché la Corte ce l’ha, è successo qualcosa dopo?
RISPOSTA – Cioè, mi dia una dritta.
DOMANDA  –  No,  nel  senso  che  è  successo  qualcosa  o  non  è
successo proprio niente?
RISPOSTA – E’ cosa doveva succedere?
DOMANDA – Non lo so. Se uno dice, non lo so, che una persona
mi  minaccia  in  continuazione,  sta  compiendo  degli  abusi
etc. dovrebbe succedere qualcosa?
RISPOSTA – A chi si riferisce?
DOMANDA – Mi riferisco al Colonnello Giraudo. Allora le leggo
la sua risposta a Milano.
RISPOSTA – Mia?
DOMANDA – Sì, sua.
RISPOSTA – Sì, mi rinfreschi la memoria.
DOMANDA – Dice: “Quell’interrogatorio una debacle, è stato un
bluff perché poi – dice lei – non ha prodotto niente”.
RISPOSTA – L’ho confermato anche adesso.
DOMANDA  –  “Che  non  abbia  prodotto  niente,  infatti  ci
sorprende”  dico.  E  lei  dice:  “Infatti  a  sorpreso  anche
noi”.
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  “Perché  siamo  stati  “intermediari”  e  anche  perché
abbiamo  mosso  dei  meccanismi  in  tempi  brevissimi,
abbiamo fatto spostare una Procura.
RISPOSTA – Milano. Spostare no, è venuta là.
DOMANDA – Lasci stare. Ma perché vi siete sorpresi che non sia
successo niente?
RISPOSTA - Sì, perché da quello che pareva che Carlo Digilio
rilevasse  il  settimo  sigillo  di  Fatima  alla  fine  si  è
risolto  che  la  Pradella  è  andata  via  di  testa.  Questo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
252
intendo.
DOMANDA  –  Ma  quale  settimo  sigillo  di  Fatima,  ma  lì  non  si
parla di merito del processo, ispettore!
RISPOSTA  -   Mi  scusi,  quando  io  ricevo  quella  maledetta
telefonata,  non  facevo  altro  che  dire  benissimo,  adesso
ci  attiviamo  e  vediamo  che  cosa  possiamo  fare.  Si
instaura  al  meccanismo  perverso  per  ottenere  le
autorizzazioni,  il  magistrato  se  la  chiedo  io,  non  so
come  Roberto  Emireni,  ma  io  come  Digos  me  la  danno  tra
un  anno,  se  la  chiede  un  Pubblico  Ministero  titolare
dell’inchiesta  su  Piazza  Fontana,  non  possono
negargliela. E’ chiaro no? Invece là l’ha avuta così. E
noi  abbiamo  fatto  da  intermediario  tra  questo
disgraziato qua e la Procura di Milano.
DOMANDA  –  Questo  l’ho  capito.  Ma  io  le  ho  fatto  un’altra
domanda. Io le ho letto quello che lei ha detto.
RISPOSTA – Certo siamo rimasti delusi sì, perché...
DOMANDA – No, delusi, “sorpresi che non sia successo niente”.
RISPOSTA  -   Sì,  che  doveva  succedere  qualcosa,  doveva  dire
qualcosa, doveva svelare...
DOMANDA – Ha detto qualcosa. Ha detto.
RISPOSTA – Cosa ha detto?
DOMANDA  –  Ha  detto  che  era  minacciato  in  continuazione  dal
Colonnello Giraudo che lo minacciava...
INTERVENTO  DELLA  PARTE  CIVILE  –  SINICATO  –  Questo  però  è  il
contenuto. Però torniamo al punto di partenza.
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI
DOMANDA  –  Ritiro  la  domanda.  L’ultima  domanda  e  poi  ho
terminato.  Prima  il  Pubblico  Ministero  le  ha  fatto  una
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
253
domanda  in  relazione  a  un  vecchio  rapporto  del  1966
della Questura di Verona?
RISPOSTA – Sì, Squadra Mobile.
DOMANDA  –  Che  voi  avete  acquisito  che  riguarda  Besutti
Massagrande, il problema delle armi trovate etc..
RISPOSTA  –  E’  roba  già  acquisita,  avevamo  già  in  ufficio
ancora.
DOMANDA  –  L’avevate  già,  per  quale  processo  quello  del
tirassegno, quello di Peteano?
RISPOSTA – Peteano, probabilmente per quello sì.
DOMANDA  –  Il  Pubblico  Ministero  le  ha  fatto  un  riferimento  a
militare americano di nome Terri Richard?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – E lei ha fatto un riferimento all’anno 1966?
RISPOSTA – Infatti...
DOMANDA – Il rapporto è del 1966, i fatti?
RISPOSTA – I fatti del 1966.
DOMANDA   -  Ecco  il  riferimento  è  improprio,  voi  avete
accertato  se  Terri  Richard  non  c’entra  nulla  con  questo
scambio  di  armi  ma  è  in  relazione  a  un’attività  di  due
anni precedenti, come si dice nel rapporto?
RISPOSTA  –  Io  vado  un  po’  a  memoria.  Non  è  escluso  che  quel
Terri  Richard  che  non   hanno  mai  individuato,  almeno  a
quell’epoca  non  so  se  l’hanno  individuato  dopo,  potesse
fare  parte  di  quel  circolo  vizioso  delle  armi.  E’
probabile, lo dice il rapporto se non ricordo male.
DOMANDA  –  Non  credo  che  abbia  capito  la  mia  domanda.  Il
rapporto  dice:   “In  Livorno  per  la  somma  di  200  mila
lire  da  uno  sconosciuto  presumibilmente  americano  che
aveva  precedentemente  nel  1964  conosciuto  a  Chievo
presso  l’abitazione  del  militare  statunitense  Terri
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
254
Richard  collezionista  di  armi”.  Non  so  se  è  chiaro.
Questo  Terri  Richard  era  stato  identificato  o  no,  si
ricorda se si ricorda?
RISPOSTA – No, le direi una cosa che...
DOMANDA  –  Sì,  era  stato  identificato  come  Terri  Richard  nato
in  data  tal  dei  tali,  e  residente  a  “Waterville  Mein”
negli  Stati  Uniti  il  5/04/1935.  Quindi  era  stato
identificato?
RISPOSTA – Beh, se me lo conferma lei.
DOMANDA – Glielo dico.
RISPOSTA   -  Io  non  sono  il  Ministero  degli  Interno  che  ho  la
banca dati con tutto memorizzato in testa.
DOMANDA – No, è difficile che lei si ricordi a memoria questo
rapporto per quello glielo sto dicendo. Terminato.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – L’Avvocato De Biase ha domande? Le
altre  difese  hanno  domande.  Avvocato  Sandrini  ha
domande? Il Pubblico Ministero ha concluso?
Non ci sono più domande, il teste viene congedato.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Sì,  nessuna
domanda.  Elenco  le  date  delle  relazioni  che  abbiano
proposto  o  comunque  richiamato  che  chiedo  vengono
acquisite. 5 marzo del 1994, il 17 dicembre del 1994,
3  febbraio  del  1995,  13  settembre  del  1995,  6  novembre
del  1995,  29  etc.  del  1995,  9  gennaio  del  1996,  12
gennaio  del  1996,  15  aprile  del  1996,  11   giugno  del
1996 e 19 giugno del 1996.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Produrremmo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
255
Presidente  anche  la  documentazione  che  lui  ha  mandato
alla Corte d’Assise che pure è acquisita a verbale.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Grazie  così  l’alleghiamo  al
verbale grazie.
A questo punto c’è una breve pausa.
__________________________________________________________
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
256
ESAME DEL TESTE CIPRIANI GIOVANNI
Che declina le proprie generalità: Cipriani Giovanni, nato a
Tivoli, il 7 ottobre del 1961; residente ...
ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO
DOMANDA  –  Innanzitutto,  se  può  brevemente  esporre  quale  è  la
sua attività  e  in che veste diciamo è stato considerato
esporto in queste materie?
RISPOSTA  –  Allora  molto  brevemente,  io  sono  un  giornalista
professionista  che  alla  fine  degli  anni  ottanta  e  per
tutta  una  serie  di  vicissitudini  professionale  tra  cui
uno  scoop  che  feci  all’epoca  clamore  che  fu  quella  di
Gladio,  ho  cominciato  a  lavorare  su  queste  tematiche
relative  alla  strategia  della  tensione  dei  servizi
segreti.  E  contemporaneamente  essendo  io  più  per
vocazione un  ricercatore  anche  se di  mestiere faccio  il
giornalista  ho  cominciato  a  lavorare  accumulando
documenti  e  quindi  lavorando  e  acquisendo  una,  secondo
molte  persone,  una  competenza  che  poi  alcuni  anni  dopo
mi  hanno  portato  in  commissione  stragi  non  più  come
giornalista ma come consulente. È capitato che in alcuni
casi  la magistratura  mi avesse  già  chiamato come  C.T.U.
o  in  precedenze  all’indagine  della  magistratura  di
Catanzaro.
DOMANDA  –  Prima  di  esaminare  il  contenuto  della  sua
consulenza,  vorrei  affrontare  prima  un  problema  che  lei
ha  già  affrontato,  sulla  quale  è  già  stato  sentito  in
Corte  d’Assise  che  riguarda  due  aspetti.  E’  stato
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
257
sentito  in  Corte  d’Assise  in  modo  più  completa  ma  in
precedenza  era  stato  anche  escusso  in  indagini
preliminari,  non  in  questo  processo,  e  intendo
riferirmi...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Scusi,  il
Pubblico Ministero sta facendo riferimento a dei verbali
uno  Corte  d’Assise  di  Milano  che  poi  in  due  indagini
preliminari in  cui  il dottore è testimone.  E  quindi non
credo  possa  riferire  in  veste  di  consulente  sugli  atti
che  era  reso  come  testimone  o  riferisce  in  una  veste  o
riferisce nell’altra veste.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Tra  l’altro  assunte  in
dibattimento?
INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Davanti al Corte d’Assise?
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Di  Milano,
sì.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Quindi per voi utilizzabili?
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Sì,  come
teste. Acquisiamolo pure senza domande.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO – Io preferirei
fargli  delle  domande  seppure  succinte  su  quello  che...
non so non penso che incompatibile penso.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
258
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  No,  non  è  vietato  però  è  più
semplice acquisire. Non ci vedo nessun divieto nel senso
che  è  stato  inserito,  le  circostanze  sono  state
indicate.  La  difesa  è  a  conoscenza  di  questi  fatti,
quindi le domande possono essere fatte.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  E’  stato
indicato  come  consulente  tecnico  di  parte  nella  lista,
Presidente.   Comunque  c’è  opposizione,  mi  associo  alla
produzione del verbale.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Credo  che
compaia  sia  nella  lista  B  sia  della  lista  A,  nella  A
come consulente, nella B, come teste.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Comunque  già  astrattamente
ammissibile,  comunque  a  maggiore  ragione  se  è  stato
indicato. Andiamo avanti.
RIPRENDE  L'ESAME  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  -  DI  MARTINO   -  Per
una  maggiore  brevità  non  so  se  vuole  acquisire  il
verbale, io potrei... Però vorrei lo stesso...
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Facciamo  come  al  solito,
acquisiamo  il  verbale  e  poi  una  specificazione  su
qualche  cosa.  C’è  accordo  delle  parti?  E’  un  verbale
dibattimentale  tra  l’altro,  quindi.  Sì,  allora
l’acquisiamo poi possiamo fare singole domande.
RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
259
DOMANDA – Lui ha conosciuto il capitano La Bruna?
RISPOSTA – Sì, certamente.
DOMANDA – Lei l’ha incontrato uno o più volte?
RISPOSTA  –  Dunque  allora  io  l’ho  incontrato  più  volte.  E
quando  venni  chiamato  a  testimoniare  all’epoca  dal
dottor  Salvini  l’avevo  incontrato  una  volta  e  ricordo
abbastanza bene anche se sono passati quasi venti anni.
DOMANDA – Io le chiedo in sostanza di una sorta di confidenza
che le fece il Capitano La Bruna in occasione di uno di
questi incontri?
RISPOSTA  –  Lui  mi  cercò,  fu  lui  a  cercarmi,  mi  cercò  perché
era accaduto  qualche  cosa per cui lui si  voleva sfogare
perché  a  suo  dire  lui  aveva  pagato  le  sue  colpe  e
continuava  a  pagare  le  sue  colpe  e  credo  che  versasse
anche  in  cattivissime  situazioni  economiche,  mentre  a
suo  dire  altre  persone  che  avevano  molte  più
responsabilità  di  lui  avevano  fatto  molta  carriera.  E
lui  mi  chiamò,  io  ricordo  che  ero  molto  turbato  e
preoccupato  da  una  persona  che  per  me  era  uno  dei
depistatori,  insomma  che  era  una  persona  diciamo  non
molto affidabile, almeno in quel momento. Mi chiamò e mi
volle vedere.
DOMANDA – Ma si rivolse a lei come giornalista?
RISPOSTA – Sì, come giornalista che già cominciavo a occuparmi
in  maniera  più  organica di  queste tematiche.  Se ricordo
bene,  anzi  credo  di  ricordare  bene,  per  prudenza  non
andai  da  solo  ma  andai  con  mio  fratello  che  anche  lui
era  giornali  dissi:  così  qualsiasi  cosa  noi  siamo  in
due,  sentiamo  in  due.  Temevo  anche  qualche,  non  so,
qualche  provocazione,  qualche  polpetta  avvelenata,  di
essere  strumentalizzato.  E  lui  in  quell’incontro  ci
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
260
raccontò...
DOMANDA – Che si svolse dove?
RISPOSTA  –  Si  svolse  in  bar  all’aperto  davanti,  vicino  a
Piazza  Campitelli  a  Roma.  Davanti  alla  scalinata  del
Campidoglio.
DOMANDA – E siamo quando più o meno?
RISPOSTA  –  Siamo  nel  1990.  Siamo  nel  1990  o  inizio  1991.
Perché  il  caso  Gladio  che  io  seguì  in  prima  persona  e
che  mi  aveva  dato  un  po’  di  visibilità  all’epoca  fu
ottobre del 1990, per cui nei mesi successivi.
DOMANDA – Quindi subito dopo, sì.
RISPOSTA - E lui tra le altre cose mi disse che c’erano stati
questi... Lui aveva dei documenti che allora erano stati
negati  all’autorità  giudiziaria  e  aveva  praticamente
l’integrale  delle  registrazioni  che  lui  aveva  fatto  sul
Golpe  Borghese.  C’era  stata  una  polemica  ricordo  che  si
chiamava  Malloppino  Malloppone,  cioè  c’era  un  grosso
malloppo  e  invece  all’autorità  giudiziaria  sarebbe
arrivato solo un malloppino all’epoca, e lui disse che a
sua  tutela  aveva  questi  nastri,  adesso  non  ricordo  il
numero,  ma  sostanzialmente  diciamo  che  solo  una  minima
parte era stata riversata all’autorità giudiziaria.
DOMANDA – Ma questo su ordine, su disposizione di chi?
RISPOSTA – Lui, non ricordo, credo che si riferisse a Maletti,
perché  lui  diciamo  accusava  molto  Maletti  di  essere  un
po’  il  responsabile  di  molte  malefatte,  e  di  aver
pagato... Però sostanzialmente lui ce l’aveva un po’ con
tutti.  Io  guardi  faccio  un  attimo  fatica,  faccio  un
attimo  mente  locale  perché  questo  è  un  episodio
circostanziato,  io  poi  la  Capitano  La  Bruna  ho  avuto
modo di vederlo molte altre volte.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
261
DOMANDA – In sostanza che cosa le disse, questi nastri?
RISPOSTA – Che lui aveva questi nastri.
DOMANDA – Lui andava a fare queste registrazioni?
RISPOSTA  –  Lui  stato  mandato  dal  Sid  a  intervistare,
tecnicamente  si  chiama  intervista  come  i  giornalisti,
intervistare Orlandini, uno dei congiurati.
DOMANDA – Un po’ improprio come intervista.
RISPOSTA  -   Sì,  tecnicamente  quella  dei  servizi  la  chiamano
intervista  non  interrogatorio.  E  queste  confidenze,
questi  incontri  erano  stati  integralmente  registrati.  E
poi su disposizione di Maletti.
DOMANDA – Incontri con chi?
RISPOSTA  –  Credo  Orlandini.  E  su  disposizioni  di  Maletti  o
comunque della struttura perché lui sempre si presentava
come un esecutore degli ordini, all’autorità giudiziaria
era  arrivata  solo  una  minima  parte,  mentre  c’era
un’altra  parte  molto  più  compromettente  che  riguardava
per  esempio  il  ruolo  di  Licio  Gelli  che  avrebbe  dovuto
arrestare  il  Presidente  della  Repubblica,  il  ruolo  del
capo di Stato Maggiore Torrisi, e anche altre cose molto
imbarazzanti. Cioè ancora molto più gravi. Io ovviamente
in...
DOMANDA – Senta, con riferimento al golpe Borghese questo?
RISPOSTA – Con riferimento al Golpe Borghese perché quella fu
un’azione  esattamente  relativa  al  golpe  Borghese  perché
Orlandini era uno dei congiurati.
DOMANDA – E lui che cosa le disse, diciamo i nastri integrali
che fine avevano fatto, cosa disse?
RISPOSTA  –  Lui  disse  che  conservava  copia  di  nastri
incriminati e che si era un po’, se ricordo bene si era
un  po’  scocciato  di  questa  situazione  di  pagare  per
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
262
tutti  e  che  aveva  intenzione  di  parlare,  di  tirarli
fuori.  Questo  è  quello  che  lui  disse.  Io  non  scrissi
nessun  articolo  per  due  motivi.  Il  primo  perché  era  la
parola di una persona che aveva avuto a che fare con una
situazione di depistaggio e quindi...
DOMANDA – Non affidabile insomma?
RISPOSTA – No, temevo che mi strumentalizzasse per qualche suo
tornaconto  e  non  avevo  modo  di  verificare  la  notizia
perché  era  solo  la  sua  parola.  E  quindi  per  queste  due
cose  mi  tenni  la  cosa  per  me  fino  a  quando  incontrai
tempo dopo  un giornalista che diciamo di  queste piccole
agenzie  che  conosceva  il  Capitano  La  Bruna  per  altri
motivi e mi disse: “Ah, La Bruna ha consegnato i nastri
alla  Procura,  all’ufficio  istruzione  di  Milano”.  A  quel
punto  io  pensai:  allora  era  vero,  cioè  mi  ha  detto  una
cosa  vera.  Ed  io  scrissi  di  La  Bruna  che  collaborava  e
nacque poi di disappunto di Salvini che disse che faceva
le  indagini,  ci teneva  molto  alla riservatezza  che  cosa
era  successo.  Lui  si  mise  in  contatto  con  noi  e  dissi
molto  evidentemente,  l’ho  saputo  dal  protagonista  per
cui non pensavo che non si fosse nessun segreto o che la
cosa non potesse essere rivelata.
DOMANDA – Lei prima diceva che ha fatto altre volte La Bruna?
RISPOSTA  –  Sì.  Nel  corso  degli  anni  sì,  nel  corso  degli  anni
novanta.
DOMANDA – No, dopo?
RISPOSTA  –  Sì,  perché  io  poi  ho  scritto  diversi  libri
sull’argomento  e  La  Bruna  che  dopo  quella  prima  fase
avendo  percepito  che  la  sua  collaborazione  era
differente  degli  altri,  magari  pure  interessata
ovviamente,  ma  poteva  essere  diciamo  sotto  alcuni
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
263
aspetti attendibile, e comunque sapendo che già avevo un
atteggiamento  di  apertura  nei  confronti  dell’autorità
giudiziaria  mi  sono  sentito  un  pochino  più  libero  di
volerlo  vedere  e  di  dargli  un  pochino  più  di
affidamento.  Anche  se  erano  informazioni  che  adesso
faccio  fatica  a  ricatalogare  che  ho  tenuto  più  per  mia
conoscenza  personale  dei  fatti  e  non  utilizzato
espressamente  in  contesti...  Ricordo  solo
un’informazione  che  ricordo  fu  molto  significativa  che
lui  ci  raccontò  di  un  retroscena  che  poi  è  stato
verificato e credo risulti vero in altro processo, sulla
vicenda di via Gradoli del caso Moro. Lui adesso non so
se stava già fuori dal servizio però era una persona che
sia dentro, sia fuori del servizio, non ricordo le date,
però  era  rimasto  nell’ambiente.  Insomma  frequentava  i
suoi  ex   colleghi  e  quindi  in  qualche  modo  aveva  un
rapporto,  lui  raccontò  che  c’era  stata  una  fonte  che  a
via  Gradoli  aveva  segnalato,  era  una  persona  legata  a
un’associazione  cattolica  credo,  insomma  fu  una  notizia
molto interessante che poi...
DOMANDA – Però di un altro settore diciamo?
RISPOSTA – Di un altro settore, poi ripeto...
DOMANDA – Cioè altre cose su...?
RISPOSTA  –  Altre  vicende  in  questo  caso  non  collegato  alla
strategia della tensione.
DOMANDA  –  Non  le  raccontò  niente  altro  di  rilievo  in  questi
ulteriori  incontri  che  non  sia  già  indicato  in  questi
verbali?
RISPOSTA – Non l’escluderei, dovrei fare mente locale. Questa
è una domanda che mi prende a sorpresa perché...
DOMANDA – No, io lo chiede, non so...
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
264
RISPOSTA  –  Io  immagino  di  sì,  perché  io  adesso  faccio  una
grande confusione perché i protagonisti li ho conosciuti
quasi  tutti.  Avendo  un  rapporto,  credo,  non  di
pregiudizio  ma  di  apertura  ad  ascoltarli,  insomma
parecchie  cose  le  ho  sapute,  adesso  non  saprei
catalogare  nell’ordine  quelle  di  La  Bruna  perché  ripeto
le  usavo  molto  più  per  mia  conoscenza  personale  del
fenomeno  che  per  fare scoop.  Forse  proprio  per  il fatto
che  io  non  volevo  fare  scoop  ma  solo  conoscere  ho
aiutato queste persone a aprirsi.
DOMANDA  –  L’altro  episodio  invece  del  quale  ha  riferito,  è
quello di alcune confidenze che ha ricevuto da Falde, se
lo ricorda?
RISPOSTA – Certamente.
DOMANDA – Che a sua volta diciamo riferiva notizie apprese da
altre  persone,  vuole  spiegare  come  è  andata?  Cioè
all’inizio  lei  non  aveva  indicato  questa  fonte,  poi  è
morto?
RISPOSTA – Io guardi non avevo indicato la fonte perché c’era
una  tutela  del  segreto  professionale  essendo  io
giornalista.
DOMANDA – Il generale Nicola Falde?
RISPOSTA  –  Però  dissi  a  Falde,  visto  che  si  voleva  aprire  e
che  nel  frattempo  avevo  stabilito  un  rapporto  positivo
diciamo con l’ufficio istruzione di Milano, lo pregai di
farsi vivo. E lui inizialmente ci pensò poi disse: “No,
non  voglio  testimoniare”.  Allora  fui  costretto  a
mantenere in una prima fase il...
DOMANDA  –  Può  spiegare?  Perché  la  Corte  non  sa  di  che  si
tratta.
RISPOSTA  –  Allora,  molto  brevemente,  quando  scoppiò  il  caso
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
265
Gladio  un  collega  anziano  mi  disse:  “Guarda  io  conosco
Falde che era un  ufficiale  dei  servizi  segreti  e  andato
in pensione e che era stato il successore del Colonnello
Rocca all’ufficio Rei e quindi il Colonnello Rocca fu al
centro  di  un  caso  clamoroso  negli  anni  sessanta  perché
si  uccise  e  il  suo  suicidio  ha  sempre  alimentato  molte
voci  mai  provate.  Era  considerata  una  figura
fondamentale perché emerse poi con gli omissis, i famosi
omissis  sul  piano  Solo  di  posizione  del  Colonnello
Cerica che probabilmente era uno di quelli che reclutava
le  cosiddette  Squadre  di  Azione  che  poi  erano  parte
integrante  del  piano  di  Gladio.  Tant’è  che  in  quella
testimonianza  se  ne  parlava  abbondantemente.  Quindi  era
una  figura  centrale.  Falde  fu  il  suo  successore
all’ufficio Rei e quindi era proprio in un posto che gli
storici  dei  servizi  segreti  consideravano  poi  il  cuore
insieme  all’ufficio  D  dell’epoca  del  Sid.  E  rimase  lì
alcuni  anni,  poi  entrò  in polemica  con  il direttore del
Sid  che  era  l’Ammiraglio  Enche.  Nel  frattempo  lui  era,
non so adesso datarla, ma comunque lui entrò anche nella
Loggia  P2  dalla  quale  poi  uscì  in  polemica  con  Licio
Gelli,  uscì  molti  anni  prima  dello  scandalo.  E  quindi
era  una  persona  come  dire  molto  informata  per  essere
stata parte integrante di quella...
DOMANDA – E che cosa le disse?
RISPOSTA – Dunque io cominciai a andare regolarmente una, due
volte  alla  settimana  per  tre  ore,  per  tre  ore,  una
mattinata intera da Falde che dopo po’ mi prese un po’ a
ben  volere,  consideri  che  io  avevo  venti  anni  di  meno,
ero  un  giovane  ragazzo,  lui  era  già  un  signore  un  po’
anziano,  infatti,  morì  dopo  poco.  Mi  raccontò  di  tutto
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
266
ma  per  le  cose  che  interessano  e  sulle  quali  poi  sono
stato chiamato, lui mi disse una volta o più volte, che
Piazza  Fontana  era  stata...  Scusate,  che  aveva  ricevuto
una  confidenza  dal  Generale  Aloia  a  cui  lui  era  molto
legato,  quindi  il  Generale  Aloia  anche  lì  siamo  ai
vertici  dei  nostri  apparati  della  sicurezza,  e  secondo
questa confidenza del Generale Aloia fatta o subito dopo
o  poco  dopo  la  strage  di  Piazza  Fontana,  Aloia  disse:
“E’  stata  opera  del  Viminale  o  meglio  degli  Affari
Riservati  e  poi  il  Sid  si  è  solamente  operato  per
coprire  tutto”.  Egualmente  mi  disse  che  questa  cosa  o,
io  adesso  non  lo  ricordo  e  credo  che  non  lo  ricordassi
neanche  all’epoca,  però  questa  cosa  gli  era  stata  o
confermata  o  detta  in  presenza  di  altri  due  ufficiali
dei  servizi  che  erano  il  Colonnello  Viola  e  il
Colonnello  Iuci,  poi  diventato  Generale,  comandante
generale  dell’arma  dei  Carabinieri.  E  lui  intendeva,
prima  Viminale,  Affari  Riservati  intendendo  chiaramente
Federico  Umberto  D’Amato  e  tutta  quella  filiera  che
partiva  da  Catenacci  e  quanto  altro.  Intendendo  che
c’era  stata  un’azione  o  sinergica  nel  senso  che  i  due
apparati  ancorché  rivali  tra  di  loro,  comunque  si
mossero  per  lo  stesso  fine  che  era  quello  di  tutelare
tra  virgolette  quello  che  era  accaduto,  i  responsabili
perché  Falde  era  convinto  che  la  verità  fosse  anche  in
due documenti nel frattempo diventati pubblici che erano
uno  la  famosissima  lettera,  famosissima  per  chi  studia
la  materia,  molti  di  Federico  Umberto  D’Amato  al
Ministro  degli  Interni  che  quando  fu  pubblicata  agli
atti  della  commissione  P2,  che  quando  scoppiò  lo
scandalo  sostanzialmente  raccontò  che  lui  aveva  sempre
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
267
fatto  anche  lì  il  suo  dovere  lanciando  quelli  che
secondo  l’interpretazione  molto  diffusa  anche  se
interpretazioni,  erano  dei  messaggi  trasversali  e
parlava  di  diramazioni  segrete  di  questa  lettera.  E
l’altra  è  un  passaggio  del  memoriale  di  Aldo  Moro  su
Piazza  Fontana  dove  lui  parlava  delle  centrali  estere
che  avrebbero  rilevato.  E  secondo  Falde  questa  era  una
spiegazione  del  fatto  che  comunque  queste  strategie
gestite  anche  a  livello  italiano  però  avevano
rientravano in un quadro internazionale.
DOMANDA  –  Lei  quando  è  stato  sentito  in  dibattimento  mi  pare
che parlò di un livello, di un ambito atlantico?
RISPOSTA  –  Sì,  ambito  internazionale  atlantico.  Ovviamente,
ovviamente  dico perché  era  cosa risaputa  che  per  motivi
storici insomma i nostri servizi erano...
DOMANDA  –  Lasci  stare  i  servizi  storici  e  rimaniamo  a  quello
ai nostri...
RISPOSTA – Comunque Falde intendeva...
DOMANDA – Quello che disse Falde insomma.
RISPOSTA  –  Falde  intendeva  atlantico  anche  perché  poi  ne
parlava  Moro  e  Federico  Umberto  D’Amato  era,  secondo
Falde,  poi  non  solo  secondo  Falde,  una  persona  molto
legata all’intellingense americana.
DOMANDA  –  Ma  senta  questo  discorso  rimase  lì  circoscritto  in
questa  affermazione,  non  dico  laconica  ma  abbastanza
sintetica  oppure  lei  cercò  di  capire  un  po’  meglio  che
cosa avesse detto veramente poi?
RISPOSTA  –  Io  cercai  fino  al  1995  di  fargli  dire  di  più.  Io
incontrai  Falde  credo  almeno  fino  al  1995,  credo.  Poi
credo  che  lui  morì  nel  1996.  Io  ovviamente  ho  fatto
proprio un lavoro consideri che la persona era anche lui
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
268
una  persona  anziana,  molto  un  po’  incattivita  con  il
mondo,  e  che  certe  volte  mi  teneva  le  ore  a  parlare  in
maniera  nervosa  senza  concludere  nulla.  In  particolare
io  miravo  al  fatto  che  lui  potesse  avere  qualche
documento  perché  una  volta  mi  mostrò  un  originale,
almeno io non ho fatto la perizia ma non avevo motivo di
dubitare  delle  sue  parole in  quel periodo,  mi mostrò  un
originale  delle  famosissime  veline  di  Rocca,  il
Presidente della Repubblica di cui si era sempre parlato
e  non  erano  mai  stati  realmente  trovate.  Quindi  io
speravo  che  lui  nel  suo  archivio,  nel  suo  diario,
qualcosa  di  più  potesse  poi  in  qualche  modo  dare,  però
diciamo quello che ho ricavato sul punto è stato...
DOMANDA – Cioè il discorso è quello. Non...
RISPOSTA - Il discorso è quello.
DOMANDA – Non vi fornì altri particolari?
RISPOSTA – Non fornì altri particolari.
DOMANDA  –  E’  in  grado  di  specificare  tempi,  modi,
coinvolgimenti?
RISPOSTA  –  No.  E  credo  poi  che  lui  ebbe  un  colloquio
investigativo  con  il  Capitano  Giraudo  all’epoca  e  credo
che  sostanzialmente  si  limitò  a  confermare  quello  che
aveva detto a me.
DOMANDA – Allora, concluso questo argomento passiamo sul ruolo
invece  di consulente. Allora  io ho  qui  due  cose diciamo
davanti a me che provengono da lei e che in qualche modo
diciamo  sono  collegate.  Una  è  una  consulenza  vera  e
propria  che  in  qualche  modo  si  riferisce...  E’  una
consulenza  si  dà  atto  del  12  giugno  del  2001  da  questo
ufficio  che  si  riferisce  praticamente  alla  politica
degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia e viceversa,
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
269
con  particolare  riferimento  a  vicende  di  contenuto
eversivo, golpe e quanto altro?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Ricorderà  sicuramente  questa  consulenza.  E  poi,
questa fatta per il nostro ufficio e poi c’è invece una
sorta  di  relazione  su  documenti  provenienti,  rinvenuti
negli archivi degli Stati Uniti che affrontano argomenti
abbastanza  analoghi  comunque  con  riferimento  in
particolare mi  pare al  golpe  Borghese.  Quindi io  potrei
fare  tante  domande,  ma  comunque  per  brevità  se  può  lei
da  solo  spiegare  che  cosa  è  emerso  nello  studio  di
questi documenti e poi dovrebbe spiegare quali e diciamo
presi da dove, di quale provenienza e che cosa ha potuto
concludere  in  relazione  a  questa  politica  degli  Stati
Uniti,  soprattutto  con  riferimento  al  problema
dell’avanzare  delle  sinistre  che  c’è  stato
progressivamente in quegli anni e che sono stato oggetto
del suo interesse.
RISPOSTA  –  Sì.  Molto  brevemente,  quello  è  un  incarico  che  ho
ricevuto  nell’ambito  dell’attività  di  consulenza  della
commissioni  stragi  quando  proprio  per  espressa  volontà
del  Presidente  Pellegrino  fui  mandato  negli  Stati  Uniti
per  verificare,  una...  Fare  una  sorta  di  ricognizione
sui  documenti  disponibili  presso  il  “National  Times”  di
“College  Park”  quindi  dove  ci  sono  i  documenti  del
cosiddetto  Nara,  per  verificare alla  luce di  quelle che
erano  state  le  acquisizioni  della  commissione  stragi
eventuali  altri  documenti  che  potessero  integrare  le
conoscenze. Questa è stata l’origine della mia missione.
Io andai lì nell’ottobre del 2000 e sono stato credo due
settimane  e  cercando  i  documenti  sia  all’interno  della
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
270
sede  centrale  del  “College  Park”  sia  cercando  di
acquisirli  come  un  sistema  che  è  all’epoca  era  molto
innovativo  quello  telematico,  internet  presso  le
biblioteche  presidenziali  Jhonson  e  Ford  che  comunque
rispondono  a  Nar.  Acquisì  molti  documenti  per  i  quali
feci  una  prima  relazione  in  commissione  stragi  poi  da
quello  che  ricordo  l’autorità  giudiziaria  di  Brescia
venne  a  conoscenza  di  questo,  perché  credo  che  parlò
qualcosa  di giornali, comunque  venne  a  conoscenza e fui
chiamato  per  un  incarico  di  ulteriore  specificazione.  I
documenti  sono  molto  interessante  con  un  limite.  Il
limite  che  quasi  tutti  i  documenti  acquisiti  e  trovati
disponibili sono relativi al dipartimento di stato e non
ci sono molti documenti della Cia. L’altro limite di una
ricerca  che  però  è  datata  2000  quindi  risale  a  dieci
anni  fa  è  che  nonostante  quello,  si  dice  giustamente
anche  alla  liberalità  degli  archivi  americani,  molti
documenti  che  proprio  in  coincidenza  con  date  molto
significative  della  nostra  strategia  della  tensione,  in
particolare  nel  golpe  Borghese  dove  fu  molto  chiaro
vedere  c’erano  ancora  classificati  e  coperti  e  quindi
inaccessibili.  Sostanzialmente  per  fare  un  brevissimo
escursus ...
DOMANDA  –  Lei  ha  parlato,  anche  se  la  cosa  è  risalente  negli
anni,  però  può  dare  un’idea  diciamo,  una  prima  idea
della  politica  degli  Stati  Uniti,  ha  parlato  del  piano
di “Demagnitais”?
RISPOSTA  –  Sì,  c’è  stato  un  filo  conduttore  nella  politica
degli Stati Uniti, questo...
DOMANDA – Cosa era questo piano?
RISPOSTA  –  Il  piano  “Demagnitais”   era  un  primo  piano  per
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
271
cercare di smagnetizzare il potere del partito comunista
in Italia. E questa è una costante che si verifica dagli
anni  cinquanta  fino a documenti per venire  a  cose molto
simili  cioè  molto  più  vicine  all’argomento  di  questo
processo, proprio fino  anche  al maggio  del  1974 e anche
al periodo immediatamente successivo.
DOMANDA – Seguiamo un criterio cronologico.
RISPOSTA - Il criterio, diciamo c’è la costante che è questa:
c’è da un lato le attività fatte per bloccare l’avanzata
del partito comunista, in secondo luogo interrogarsi sul
ruolo  del  partito  socialista  se  può  essere  o  meno  una
forza  che  si  può  utilizzare  per  frenare  il  partito
comunista  e  quindi  cercare  di  dividere  chiamiamola  così
l’unità  delle  sinistre  cercando  di  portare  il  partito
socialista  in  un  ambito  di  affidabilità  occidentale  con
tutta  una  serie  di  politiche.  In  terzo  luogo  capire
l’affidabilità  della  Democrazia  Cristiana  e  di  alcune
sue  correnti  verso  presunti  cedimenti  verso  il  partito
comunista,  e  in  quarto  luogo  monitorare  lo  stato  di
agitazione delle forze armate perché in questi documenti
più  volte  si  parla  non  solo  di  possibilità  golpiste  ma
anche  di  una  certa  inquietudine  delle  forze  armate
compreso un memorandum scritto proprio di Kissinger il 6
maggio  del  1974 dove  questa cosa  viene  abbastanza messa
in luce.
DOMANDA  –  Ecco,  seguendo  un  po’,  sia  pure  andando  un  po’  di
corsa, il criterio cronologico, in questo piano ho visto
che c’è... Da qualche parte si parla di almeno parziale
conoscenza del governo italiano, francese dell’esistenza
di queste disposizioni, è vero questo?
RISPOSTA – E’ vero. E’ modus operandi che...
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
272
DOMANDA  –  Cioè,  il  piano  interessa  sia  l’Italia  che  la
Francia,  però  non  è  completamente...  Non  ne  sono
completamente a conoscenza?
RISPOSTA – Non ne sono completamente a conoscenza, sì.
DOMANDA - Vuole spiegare un po’ meglio?
RISPOSTA  –  Diciamo  che  è  un  modus  operandi  di  quel  periodo  e
in  quel  particolare  degli  apparati  americani  e  alcune
cose, siccome non c’era sempre, non ci si fidava sempre
dei  governi  in  quanto  tali  ma  ci  si  fidava  delle
persone,  e  quindi  magari  il  singolo  politico  poteva
sapere  se  era  considerato  affidabile  dagli  Stati  Uniti,
l’altro  politico  magari  no.  Queste  cose  emersero
chiaramente uscì  lo scandalo, la  vicenda  Gladio per cui
si  scoprì  che  alcuni  politici  erano  informati  anche  da
sottosegretari  mentre  altri  sottoministri
sostanzialmente  quasi,  quasi  ne  ignoravano  l’esistenza.
Quindi  era  una  costante  dire:  il  necessario  ma  non  a
tutti  anche  utilizzando  canali  informali,  soprattutto
quando  riguardava  operazioni  che  diciamo  non  erano
ortodosse.
DOMANDA – C’è un capitolo che è dedicato al golpe Borghese in
questo  suo  studio  delle  carte  americane  che  cosa  può
riferire?  Lei  ha  fatto  anche  un  certo  raffronto  con
alcune  risultanze  di  quella  che  poi  era  mutuato  dal
nostro  processo  con  riferimento  a  quello  che  ha
dichiarato  il  collaboratore  Carlo  Digilio,  lei  ha
trovato una sorta di conferma di alcuni aspetti?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Può spiegare?
RISPOSTA  –  Dunque  il  golpe  Borghese  come  le  ho  detto  ci  sono
molti documenti proprio dei giorni  clou che erano stati
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
273
ritirati per cui nel fascicolo...
DOMANDA  –  Mi  scusi,  innanzitutto  le  chiedo  se  dagli  atti  che
lei potuto studiare emerge una conoscenza da parte degli
Stati Uniti dell’esistenza di questo golpe Borghese e in
che tempi rispetto a quelli che poi... Poi il golpe non
c’è stato ma insomma, l’otto dicembre c’è la data.
RISPOSTA  -   Il  tentativo  di  golpe  che  è  dell’8  dicembre  del
1970,  c’è  un  documento  che  viene  praticamente  inoltrato
da Roma a Washington.
DOMANDA – Roma dall’ambasciata?
RISPOSTA  –  Dall’ambasciata.  Parliamo  sempre  di  documenti
americani.  Dall’ambasciata  a  Washington  che  è
dall’agosto  del  1970  quindi  tre  mesi,  cioè  alcuni  mesi
prima  del  tentativo,  in  cui  si  parla  proprio  di  una
possibilità  concreta  che  il  Principe  Borghese  stia
lavorando  per  questo  golpe  e  la  preoccupazione  è
notevole  e  tant’è  che  nel  carteggio  tra  Roma  e
Washington,  l’ambasciatore  chiede  informazioni  se  è  il
caso  di  informare  il  Presidente  della  Repubblica,  il
Presidente  del  Consiglio  italiano.  Da  qui  ho  ricavato
che  la  fonte  non  fosse  dei  nostri  apparati  di
intelligence  come  tal  volta  era  nei  documenti  americani
ma  fosse  una  fonte  che  veniva  proprio  da  attività  di
intelligence  che  gli  americani  comunque  per  loro  conto
facevano  in  Italia.  E  la  cosa  che,  conoscendo,  avendo
studiato  gli  atti  dei  vari  procedimenti,  c’era
un’estrema coincidenza temporale con le dichiarazioni di
Carlo  Digilio  che  parlò,  che  disse  proprio  nell’agosto
del  1970  c’era  stata  questa  grossa  esercitazione,  credo
a  Fort  Foin  che  era  propedeutica  al  golpe  Borghese.  E
quindi  la  mia  impressione,  io  così  scrissi  nella
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
274
relazione  in  commissione  stragi,  che  era  una  relazione
che  aveva  una  lettura  più  a  carattere  storico  politico
che  giudiziario,  scrissi  che  trovavo  un  elemento  di
conferma  il  fatto  che  c’era  questa  coincidenza  alquanto
significativa su  un fatto così  specifico. Comunque  è  un
dato  certo  che  nell’agosto  del  1970  gli  Stati  Uniti
sapessero di questa manovra di Borghese.
DOMANDA – Mentre invece il governo italiano non sa?
RISPOSTA  –  Almeno  da  quello,  dalla  frase  che  io  adesso  ho  la
consulenza  ma  non  credo...  Comunque  l’ambasciatore
chiede istruzioni se avvertire Colombo e...
DOMANDA – E’ implicita una presunta sconoscenza? Una presunta
sconoscenza.
RISPOSTA  –  Sì,  questo  farebbe  pensare.  E  l’altro  documento,
poi  come  le  ho  detto  dal  faldone  molti  documenti  sono
stati espunti. Quindi si sa della loro esistenza ma sono
stati ritirati, si passa direttamente al marzo del 1971,
se  ricordo  bene,  quindi  quando  la  vicenda  divenne  di
dominio  pubblico  con  l’inchiesta.  Però  c’è  un  rapporto
dell’ambasciatore  credo,  sempre  a  Washington  dove  dice:
“Ma noi sapevamo tutto fin dall’inizio e anche l’abbiamo
saputo  subito”.  E  definisce  il  tentativo  di  Borghese
oltre  che  pericoloso  anche  ridicolo.  E  su  questa
tendenza  anche  in  rapporti  che  c’erano  stati
sull’ipotesi  golpiste  nel  1969  quindi  nel  periodo
prossimo  a  Piazza  Fontana,  emerge  da  parte  del
dipartimento  di  stato,  perché  poi  le  correnti  anche  lì
erano differenti, il  fatto  che  il dipartimento  di stato
comunque  non  avrebbe  appoggiato  soluzioni  golpiste.  E
quindi le considerava molto velleitarie.
DOMANDA  –  Qualunque  soluzione  golpistica  a  quella  soluzione
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
275
golpistica?
RISPOSTA  –  Quella  soluzione  golpistica  perché  c’è,  sempre  in
quella  relazione  che  ha  un  carattere  storico  politico,
non poteva essere sottolineato il fatto che nello stesso
periodo,  le  stesse  autorità,  Washington  by-passando
l’ambasciatore  americano  a  Santiago  del  Cile  che  stava
trattando  per  fare  il   golpe  in  Cile  che  poi  sarebbe
avvenuto  solo  tre  anni  dopo  e  i  criteri,  questo  è  il
rapporto  della  Cia  declassificato  su  ordine  di  Clinton.
E  i   criteri  sui  quali  poi  venivano  valutate  queste
possibilità di golpe erano l’effettiva riuscita e quindi
fare  un  golpe  perché  non  riesca  è  controproducente,  e
l’effettiva affidabilità poi delle persone al potere per
gestire la situazione.
DOMANDA  –  Quindi  questo  vuole  dire  che  poteva  essere  diciamo
la particolare situazione, le persone, la possibilità di
riuscita?
RISPOSTA – Sì, che erano considerate ridicole.
DOMANDA – Sconsigliavano?
RISPOSTA  –  Io  da  un  punto  di  vista  politico,  ripeto,  ho
ritenuto  questa  cosa  verosimile  perché  due  piccoli
particolari, i documenti che io ho ritrovato negli Stati
Uniti  in  parte  rappresentavano  la  conferma  del  libro
scritto  di  nove  anni  prima  da  Gatti  che  avendo,  diceva
lui  ma  credo  che  sia  vero,  delle  fonti  di  ex   agenti
della  Cia  che  avevano  operato  in  Italia  raccontò  dei
retroscena  che  combaciano  perfettamente  con  questo
scenario  cioè  di  due  rappresentanti  in  Italia  del
partito  repubblicano  che  cercarono  in  qualche  modo
coinvolgere  l’ambasciata.  E  da  qui  si  capirebbe  anche
l’origine.  E  quindi  diciamo  un  tentativo  da  parte  dei
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
276
congiurati  di avere un  placet americano che poi i fatti
dicono  non  ci  fu.  Poiché  esisteva  in  quel  periodo,  non
solo dell’Aginter Press ma anche attraverso una serie di
organizzazioni  informali,  la  lega  anticomunista
mondiale,  una  sorta  di  internazionale  nera  che  è  una
concezione  un  pochino  più  aperta,  più  vaga,  era
lecito... Legami tra Italia, Cile sono stati molto forti
tra  i  gruppi  diciamo  neofascisti,  no?  Da  un  punto  di
vista  storico  politico  era  legittimo  ipotizzare  che
comunque  la richiesta degli italiani  di avere un  placet
potesse  essere  in  qualche  modo  anche  giustificata  dal
fatto  che  in  altre  situazioni  gli  Stati  Uniti  erano
aperti  a  valutare  all’epoca  situazioni  del  genere,
soprattutto  quando  si  trattava  di  bloccare  l’avanzata
del partito comunista.
DOMANDA – Venendo più nello specifico a quello che è stata la
sua consulenza, qui vedo che il primo argomento...
RISPOSTA  -   E’  un  errore,  lì  è  scritto  ma...  Chiedo  scusa  ma
si capisce è scritto aprile del 1974 ovviamente è maggio
e poi si parla...
DOMANDA – Sì, questo è chiaro.
RISPOSTA - Le chiedo scusa nove anni dopo.
DOMANDA  –  Il  primo  argomento  che  si  affronta  mi  pare  che  sia
quello del referendum sul divorzio?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA  –  Che  ci  fu  il  12  maggio  del  1974,  e  lei  ha  parlato
dell’atteggiamento  degli  Stati  Uniti  nei  confronti  di
evento, se lo ricorda?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Come era l’atteggiamento, cioè cosa temevano?
RISPOSTA – Diciamo la cosa che temevano era più o meno sempre
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
277
la  stessa,  cioè  un’avanzata  del  partito  comunista.  Cioè
loro  valutavano  questo  referendum  sul  divorzio  e  questa
possibilità, questa sconfitta del fronte antidivorzista,
cosa  che  poi  avvenne  come  una  sorta  di  volano  per  fare
avanzare  le  sinistre,  il  particolare  il  partito
comunista  e  mettere  il  difficoltà  la  Democrazia
Cristiana.  E  quello  che  loro  temevano  è  che  di  fronte
magari  a  situazione  di  difficoltà  politica  e  un’Italia
che  se  ben  ricordiamo  all’epoca  diciamo  i  governi  si
alternavano  con  una  certa  rapidità  e  quindi  era
difficile  trovare  sempre  una  quadratura,  avevano  sempre
paura  che  il  partito  socialista  che  si  voleva  tenere
come  alla sinistra  di un  governo  centrista  e  atlantico,
potesse  avere  la  tentazione  di  cedere  a  un’ipotesi
frontista,  quindi  l’alleanza  con  il  P.C.  e  soprattutto
si  temeva  fortemente  questo  in  maniera  ossessiva  che
l’ipotesi  di  compromesso  storico  potesse  trovare
orecchie all’interno della Democrazia Cristiana. Per cui
c’era  questa  ossessione  degli  americani  che  poi
riportarono,  e  parlo  sempre,  ritorno  al  memorandum  di
Kissinger del 6 maggio del 1974 in cui si diceva che le
forze armate al momento non davano segnali di volontà di
fare  un  push  militare  però  non  escludeva  che  se  la
situazione  fosse  andata  deteriorando  questa  poteva
essere  un’ipotesi.  Già  nel  1971  c’erano  stati  questi
segnali,  altri  rapporti  in  cui  di  fronte  all’avanzata
della  sinistra  viene  ipotizzato  sempre  che  le  forze
armate  in  qualche  misura  potessero  non  gradire  più  la
situazione  e  quanto meno  pensare  a  intervenire  e  poi  ci
fu  anche  un  incontro  tra  il  capo  dello  stato  maggiore
dell’esercito, il Generale Marchesi con il capo di stato
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
278
maggiore  Stati  Uniti  generale  “Guest   Moreland”  in  cui
diciamo questa inquietudine viene manifestata in maniera
molto chiara.
DOMANDA – Fu un memorandum per documentante questo rapporto?
RISPOSTA – Sì, sì.
DOMANDA – Lei ne parla qui?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Nella consulenza cosa si dice in sostanza?
RISPOSTA – Quali memorandum, sono tutti memorandum?
DOMANDA  –  Lei  ne  parla  a  pagina  9,  si  riferisce  quello  che
dice Marchesi il generale?
RISPOSTA – Esatto.
DOMANDA – Che si incontra con “Guest Moreland” e appunto c’è
una conclusione e poi alla fine si dice: “Memorandum del
13  dicembre  del  1970  firmato  dal  generale  “Guest
Moreland”
RISPOSTA - E’ questo che intendevo.
DOMANDA  –  Quale  è  il  succo  di  questo,  è  una  bozza  di  un
accordo, di una collaborazione?
RISPOSTA  –  Sì,  sostanzialmente  il  generale  Marchesi  intanto
riaffermava la volontà anticomunista delle Forze Armate,
si  lamentava  che  comunque  il  rischio  era  evidente  e
ribadiva  l’assoluta  disponibilità  delle  forze  armate
italiane  a  rappresentare  un  fronte  invalicabile  per
l’avanzata  del  partito  comunista.  E  in  qualche  modo  se
mi consente di dare una lettura anche di altri documenti
che  fanno  parte  delle  cose  acquisite  però  strettamente
verbale  acquisito  da  Brescia,  c’erano  anche  spesso  dei
tentativi  di  molti  personaggi  autorevoli  generali  e
quanto  altro,  di  accreditarsi  presso  l’ambasciata
americana  come  le  persone  più  affidabili  sempre  poi  in
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
279
concomitanza  di  promozioni  e  quanto  altro.  Quindi  si
faceva  molto...  C’era  anche  un  certo  andirivieni  di
persone che andavano lì poi sperando che la parola degli
Stati Uniti valesse una promozione piuttosto che è altra
cosa.  Comunque  in  questo  caso  il  generale  Marchesi
dimostra, siamo nel 1970 poco prima il cosiddetto golpe,
Borghese  in  questo  caso,   inquietudine  e  la  volontà
delle Forze Armate italiane di fare da argine.
DOMANDA  –  Senta,  io  so  se  lei  ha  avuto  modo  di  occuparsi  di
questo argomento, comunque uno dei nostri consulenti non
mi ricordo che De Lutiis o qualche altro, ha parlato di
un  documento  di  quello  stesso  periodo  del  18  marzo  del
1970,  quindi  un  po’  prima  rispetto  a  questo  incontro.
Non  c’è  nella  sua  consulenza,  ed  è  una  sorta  di
supplemento al “Fild Manual”. Insomma c’è un documento a
firma  dove  si  fa...  Che  contiene  delle  disposizioni
precise  e  dove  alla  fine  si  autorizza  in  qualche  modo
anche  l’uso  della  violenza  nei  confronti  di  governi
deboli nei confronti dell’avanzata delle sinistre?
RISPOSTA – Conosco benissimo, sì.
DOMANDA – Si ricollega a questa situazione?
RISPOSTA – In effetti il generale “Guest Moreland” dopo avere
comandato le forze...
DOMANDA  –  Questo  le  dico  perché  appunto  lo  stesso  Carlo
Digilio di cui ha parlato prima per spiegare, in uno dei
verbali acquisiti,  in più di  uno  dei  verbali  acquisiti,
per spiegare come mai gli ordinovisti si attrezzassero a
suo  dire  per  fare  attentati,  diceva  gli  americani  ci
spingono  etc.  c’è  il  generale  “Guest   Moreland”  che  ha
emesso  una  certa  ordinanza.  Lui  la  chiama  ordinanza  in
questi  verbali.  Allora  le  chiedo  se  lei  è  in  grado  di
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
280
individuare altri documenti?
RISPOSTA – Questo è il “Field Manual” il manuale da campo che
sostanzialmente  ha  delle  categorie  30,  in  questo  caso
credo che fosse il 30-31.
DOMANDA – Sì, 30-31.
RISPOSTA  -   E  ci  sono  delle  categorie,  io  quando  andai  negli
Stati Uniti ho acquisito molti di questi “Field Manual”,
molti  sono  declassificati  adesso,  che  hanno  diverse
categorie  che  erano  operazioni  psicologiche,  operazioni
di  campo,  controguerriglia,  contro  terrorismo,  il  30
credo che sia la categoria, il 31 il numero all’interno
della  categoria.  Questi  documenti  in  parte  sono  stati
declassificati,  e  il  cosiddetto  manuale  “Guest
Moreland”  così  è  chiamato  è  declassificato.  Questo  di
cui si parla è un allegato a questo manuale diciamo così
manuale principale che però è giunto a noi in una forma
impropria. Nel senso che è stato ritrovato nella valigia
della figlia di Gelli quando venne arrestata e da allora
ci  è  nata,  questo  va  detto,  una  controversia  tra  Stati
Uniti  che  non  hanno  mai  essendo  comunque  ancora  adesso
coperti da segreto mai confermato l’autenticità, e altri
fonti  che  in  qualche  modo  hanno  ipotizzato  che  si
trattasse di  un depistaggio del KGB e che quindi  questo
documento  fosse  un  falso.  A  ogni  modo  è  documento
acquisito agli atti della commissione P2 e rileva con la
spregiudicatezza  quella  che  a  noi  appare
spregiudicatezza,  lì  è  molto  senso  pratico  degli
americani, come fare e non fare in situazioni di crisi e
ovviamente ipotizza anche azioni non ortodosse. Però...
DOMANDA – Cosa intende per azioni non ortodosse?
RISPOSTA  –  Uccidere  i  capi  dell’insorgenza,  delegittimarli  o
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
281
metterli  in mezzo a scandali  sessuali,  insomma  tutte  le
operazioni  possibili  e  immaginabili  di  discredito  e  di
depistaggio  e  di  guerra  psicologica  compreso  poi  il
fatto  appunto  in  casi  estremi  utilizzare...  Arrivare
fino all’eliminazione del nemico.
DOMANDA – Poi lei ha parlato anche di un analisi, vabbè che è
antecedente,  un’analisi  sul  problema  del  golpe  fatta
appunto...
RISPOSTA - Del 1969.
DOMANDA – Ne abbiamo già parlato, sì.
RISPOSTA  -   Sì,  le  ho  detto  dal  1964  fino  al  1974  quindi  in
questo  decennio sono  molti  i  documenti  americani  in cui
si pone il problema di possibile golpe.
DOMANDA – Golpe, così senza diciamo, però non c’è un...
RISPOSTA - Lì c’è in questo documento del...
DOMANDA – Sta a vedere insomma?
RISPOSTA  –  In  questo  documento  del  1969  da  quello  che  si
capisce  c’è  qualche  voce  che  arriva  all’autorità
americana,  adesso  non  ricordo  se  l’ambasciata  o  il
dipartimento  di  stato  e  viene  incaricato  un  analista
politico  di  in  qualche  modo  sondare  sulle  possibilità
reali  di  un  golpe  nel  1969  e  lui  facendo  un’analisi
dice:  nonostante  le  voci  che  ci  sono,  le  possibilità
sono  minime  perché  le  forze  armate  italiane  non  hanno
quella  grande  autorità  che  potrebbero  prendere  il
sopravvento  e  poi  anche  per  come  l’Italia  è  fatta  non
c’è  una  grande  metropoli  come  in  altri  parti,  quindi
bisognerebbe...  In  altre  situazioni  come  in  Grecia.
Perché  l’esempio  era  se  anche  in  Italia  poteva  accadere
qualcosa di simile al golpe greco. Dice: però non è come
in  Grecia che in  qualche  modo occupando Atene si  occupa
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
282
il  paese,  l’Italia  è  policentrica  e  quindi  è  difficile
anche  tecnicamente,  e  quindi  tende  a  svalutare  questa
ipotesi.
DOMANDA  –  Nel  piano  di  “Demagnitais”   si  parla  proprio  di  un
atteggiamento  anche  nei  confronti  di  privati  aderenti
alla  fede  comunista  diciamo,  cioè  si  parla  proprio
d’interventi nei confronti delle ditte?
RISPOSTA – Il sabotaggio?
DOMANDA  –  Sì,  diciamo  una  sorta  di  sabotaggio  nei  confronti
di...?
RISPOSTA  –  Dunque  il  piano  “Demagnitais”  che  è  piano  appunto
che  prevede  una  serie  d’interventi  non  ortodossi,  tra
questi  diciamo  oltre  alle  attività  che  sono  quelle  di
chiamiamole  così  d’influenza  appunto  di  discredito,  di
compravendita  di  favori  presso  altre  forze,  per  esempio
sempre  in  quella  consulenza  è  emerso  un  piano  di
avvicinamento dei dirigenti del partito socialista dagli
anni  degli  anni  sessanta  fatta  attraverso  “Losis”.
Quindi  li  invitiamo  negli  Stati  Uniti  li  facciamo
cominciare  a  ragionare  come  noi,  quindi  portiamoceli
piano, piano dalla nostra parte. Nel “Demagnitais” poi
era  anche  previsto  che  insomma  bisognava  utilizzare
anche  l’arma  economica,  cioè  su  chi  aveva  rapporti
economici  con  i  comunisti  nel  senso  più  basso  del
termine,  sia  quindi  contro  gli  interessi  economici  del
partito  comunista  italiano  ma  più  in  generale  il
commercio  con  i  paesi  di  oltrecortina  in  qualche  modo
doveva  essere,  tra  virgolette  “punito”  e  quindi  si
doveva cercare di boicottare le loro attività economiche
e  questa  poteva  essere  una  strada  ulteriore  per
diminuire l’influenza del partito comunista che in tutte
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
283
le  analisi  viene  presentato come  un partito che sia per
la  sua  capacità  organizzativa  in  Italia,  sia  per  i
rapporti  con  l’Unione  Sovietica  comunque  un  partito  che
ha una forza economica e gestisce un potere economico.
DOMANDA  –  Ma  materialmente  chi  avrebbe  dovuto  attuare  questo
piano, cioè era il governo proprio che doveva?
RISPOSTA  –  No,  servizi  segreti.  E’  un  accordo  tra  servizi
segreti.
DOMANDA – Quindi non era una cosa ufficiale insomma?
RISPOSTA  –  No.  I  governi  secondo  il  “Demagnitais”  quello  che
dicono  i  documenti  il  governo  doveva  essere  all’oscuro.
E quindi...
DOMANDA – Una cosa si servizi insomma?
RISPOSTA – Una cosa dei servizi che poi ovviamente all’interno
del  governo  italiano,   magari  non  era  conoscenza
dell’intera  filiera  ma  magari  un  paio  di  ministri,  come
le dicevo prima, ritenuti più affidabili.
CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI
DOMANDA  –  Forse  mi  sono  distratto,  questo  codice  “West
Moreland”  di  cui  lei  ha  fatto  prima  accenno  su  domanda
del  Pubblico  Ministero  che  è  stato  trovato  se  non  ho
capito male della valigia della figlia di Gelli?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – Dove?
RISPOSTA – Se ricordo bene dopo lo scandalo della P2 la figlia
di Gelli rientrò in Italia e venne arrestata.
DOMANDA – E aveva questo codice?
RISPOSTA  –  Aveva  una  valigia  con  diverse  cose  tra  cui  anche
questo documento.
DOMANDA – E’ stata accertata successivamente la falsità o meno
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
284
di questo documento?
RISPOSTA  –  No.  Io  ho  come  le  dicevo  prima  per  completezza,
questo è un manuale da campo. E’ un manuale da campo con
un  allegato  che  è  coperto,  diciamo  è  Top  Secret,  non  è
un segreto di stato è Top Secret e questa copia è stata
rinvenuta  nella  valigia  della  figlia  di  Gelli  e
acquisita  agli  atti  della  commissione  P2  tant’è  che  fa
parte  integrante  degli  atti.  Devo  dire  che  c’è  una
grossa  corrente  tende  a  prenderlo  per  buono  perché  poi
troverebbe  altre  conferme,  però  il  documento  in  quanto
tale non è stato mai declassificato. Gli Stati Uniti non
credo che abbiano detto nulla e comunque  secondo  alcuni
in  realtà  non  si  tratta  di  un  vero  documento  ma  di  un
depistaggio  fatto  tramite  Gelli.  Per  cui  diciamo  non
esiste  una  prova  provata  certificata  che  si  tratti
realmente del documento...
DOMANDA  –  E’  stato  chiarissimo.  La  seconda  domanda  è  questa:
lei  ha  parlato  su  domanda  del  Pubblico  Ministero  di  un
campo Fort?
RISPOSTA – Sì.
DOMANDA – E’ quello che è apparso su tutta la stampa nazionale
nell’agosto del 1970?
RISPOSTA  –  Francamente  non  glielo  so  dire  questo.  Io  la  cosa
che...
DOMANDA – Le posso mostrare gli articoli di stampa?
RISPOSTA – Certo. Non l’escludo.
DOMANDA – Glielo chiedo se...
A questo punto vengono rammostrati al teste documenti prodotti
dalla difesa.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
285
RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI
DOMANDA  –  Una  era  l’Unità  dell’agosto  del  1970,  l’altro
giornale  non  so,  sono  prodotti  in  allegato  al
controesame di Giraudo nel verbale di Piazza Fontana.
RISPOSTA - Vedo male ma mi sembra che si tratti della stessa
cosa.  Io  nel  settanta  ancora  non  leggevo  i  giornali  e
quindi  mi  è  sfuggita.  Io  ricordavo  la  deposizione  di
Carlo Digilio che misi in relazione con...
DOMANDA  –  Sì,  sì,  agosto  1970  Fort   Point.  Senta,  lei  ha
potuto,  ha  avuto  occasione  nella  sua  attività
dell’esistenza di rapporti del Sismi su questo campo?
RISPOSTA  –  Francamente  mi  sembra  di  ricordare  dagli  atti  di
Salvini  che  ci  furono  delle  richieste  di  acquisizione.
Credo di sì.
DOMANDA  –  Volevo  sapere  se  poi  aveva  potuto  visionare  il
rapporto del Sismi?
RISPOSTA  –  No,  io  rapporti  del  Sismi  non  ne  ho  visionati.  Li
ho  visti  solo  quelli  allegati  al  processo  di  Piazza
Fontana quando  ho cercato documenti per i miei  libri  ma
questo in particolare non lo ricordo.
DOMANDA – C’era. Insomma non lo ricorda?
RISPOSTA – Non lo ricordo.
DOMANDA  –  Lo  chiederemo   poi  al  comandante  Giraudo.  Non  ho
altro.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Volevo  dire
Presidente che ovviamente credo che i pubblici ministeri
produrranno tutta la documentazione allegata che è tutta
in  lingua  inglese.  Io  purtroppo,  bisogna  farla  tradurre
Presidente secondo il codice, assolutamente.
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
286
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  SANDRINI  –  Si  associa
anche  la  difesa   Delfino  Presidente,   perché  è
necessaria  ai  fini  della  comprensione  di  quei  documenti
la  traduzione.  Si  tratta  di  una  produzione  copiosa  per
altro.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Che  non  ritardi  l’attività,  poi
fatene  ciò  che  volete.  Intanto  producete  intanto  noi
fatto la lingua inglese qualche cosa capiamo. Poi...
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  FRANCHINI  –  Lei  capisce
io no. No, no, non è uno scherzo io non parlo una parola
d’inglese.   Non  ci  possono  atti  processuali  che  non
siano in italiano Presidente.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  No,  nel  senso  che  poi  ci  penserà
il Pubblico Ministero a fornire la copia, dato che è un
documento  che  viene  fornite  produrrà  a  farlo  tradurre.
Per il momento producete tutto, anche in lingua.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – I verbali sono
7  novembre  del  1991,  giudice  istruttore  Milano;  15
Dicembre  del  1991  giudice  istruttore  Milano;  22  maggio
del  1992  giudice  istruttore  Milano;  8  giugno  del  2000
Corte d’Assise Milano. E poi le consulenze in H/9 1, H/9
2 e H/A 4 8.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE   -  Dobbiamo  vedere  i  testi  che  non
sono venuti.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Abbiamo
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
287
Prezzato Fiorella.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Cosa  è  successo  a  Fiorella?  Non
sappiamo  nulla.  Acquisiamo  Prezzato?  Non  c’è  consenso.
La  facciamo accompagnare  sentite  le parti per lunedì  22
marzo.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  PIANTONI  –  Poi  abbiamo
Michitto Aldo è con verbale di vane ricerche.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Michiutto non si trova. 512 C.P.P.
acquisizione di dichiarazioni Michitto.
INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – 28 gennaio del
1993,  Pubblico  Ministero  Firenze;  25  febbraio  del  1993,
Pubblico  Ministero  Firenze;  22  ottobre  del  1993,
Pubblico  Ministero  Militare  di  Padova;  27  ottobre  del
1993,  Pubblico  Ministero  Brescia;  5  novembre  del  1993
Pubblico Ministero Brescia.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ricordatevi che per domani dovete
sciogliere  la  riserva  su  quei  nove  testi  per  cui  c’è
stata rinuncia del Pubblico Ministero.
INTERVENTO  DEL  PUBBLICO  MINISTERO  –  DI  MARTINO  –  Anche  su
Rognoni poi.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E anche su Rognoni. Rognoni siete
in  grado  di  sciogliere  la  riserva?  Invece  i  nove  testi
c’è il dissenso della difesa Zorzi. Sono testi al quale
aveva rinunciato il Pubblico Ministero. Sono indicati la
Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia
R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
288
volta scorsa. Ce lo dite domani.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  SANDRINI   -  Con
riferimento  alla  rinuncia  del  Pubblico  Ministero  non
c’è,  o  meglio  l’unica  richiesta  riguarda  Sisti  con
riferimento al quale c’è una richiesta di lettura.
INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E’ morto.
INTERVENTO  DELL’AVVOCATO  DIFENSORE  –  SANDRINI  –  Per  quanto
riguarda la difesa Delfino non c’è nessuna opposizione.
INTERVENTO  DEL  PRESIDENTE  –  Quindi  nessuna  opposizione  difesa
Delfino.  Le  altre  difese  mi  daranno  il  loro  consenso
domani,  compreso  l’Avvocato  Battaglini.  Ci  vediamo
domani ore nove.
Il presente verbale, prima dell’upload a Portale Giustizia per
la  documentazione  e  certificazione  finale  del  computo
dei caratteri, risulta composto da un numero parziale di
caratteri incluso gli spazi pari a: 419577
Il presente verbale è stato redatto a cura di Copisteria
Dattilografia di Sassaro Antonia
L'ausiliario tecnico: Rosa Di Pippo
Rosa Di Pippo
____________________________________________________________
CORRIERE DELLA SERA - La Repubblica - Il SOLE 24 ORE - Quotidiano Nazionale - Gazzetta dello Sport - LA STAMPA - Il Messaggero - Il Resto del Carlino - Corriere dello Sport - Il Giornale Avvenire - La Nazione - TUTTOSPORT - LIBERO - Italia Oggi - Il Gazzettino - IL FATTO QUOTIDIANO - Giornale di Sicilia - Il Secolo XIX - IL TIRRENO - IL MATTINO - IL GIORNO - L' UNIONE SARDA - LA NUOVA SARDEGNA - LA SICILIA - DOLOMITEN

Flag Counter
Basato su tecnologia Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.
  • Ascoli Piceno anni 60 70
  • Ascoli Piceno 360°
  • Ascoli Piceno
  • La Televisione anni 60 70
  • Le notizie di Ascoli Piceno anni 60 70
  • La cronaca di Ascoli anni 60 70
  • La musica in Ascoli anni 60 70
  • Auto anni 60 70
  • Usavamo queste cose
  • Ascoli Ieri
  • Progresso anni 60 70
  • Aviazione civile anni 60 70
  • Webcam di Ascoli Piceno
  • Monte Piselli
  • Laverda
  • Ricezione Short Wave