Valerio Viccei La Strage dell'Italicus Gianni Nardi, Trudi Ortensi uccisione del tifoso Ascolano Nazzareno Filippini
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L'incontro Ascoli-Inter è appena terminato. Le forze dell'ordine fanno defluire dalla Curva Nord dello stadio Del Duca i tifosi nero-azzurri, che vengono incolonnati ed avviati verso i cinque pullman parcheggiati in via delle Zeppelle.
Ma non si è a conoscenza del fatto che altri due mezzi sono stati lasciati nei pressi della stazione ferroviaria: il secondo gruppo di ultras si dirige alla meta, passando davanti agli ingressi della tribuna coperta ed ecco avvicinarsi il dramma sotto la Curva Sud, feudo del tifo bianconero. All'indirizzo degli interisti inizia un fitto lancio di pietre, lattine ed altri oggetti. E' il fuggi fuggi generale.
Nazzareno Filippini resta coinvolto nella ressa (qui). Ad un certo punto si accascia al suolo, con il volto completamente coperto di sangue. Viene soccorso qualche minuto più tardi e tra le mani che si tendono per aiutarlo ci sono anche quelle di Antonio, diciannovenne, impaurito di quanto sta accadendo. Quando si avvicina non sa ancora che il corpo martoriato è di suo fratello.
Reno, così chiamato dagli amici, entra in coma profondo subito dopo aver varcato la soglia dell’Ospedale di Ascoli. Riesce a parlare con i medici del pronto soccorso, lamentando un forte dolore alla parte destra del capo. Durante gli accertamenti perde però conoscenza. Quindi, la corsa disperata verso Ancona con un'autoambulanza a sirene spiegate.
In tarda serata è sottoposto a Tac. Le sue condizioni appaiono subito gravi tanto che i sanitari del reparto neurochirurgico lo sottopongono ad un intervento alla testa per rimuovere un grosso ematoma. Filippini subisce in seguito un secondo intervento chirurgico per l'asportazione dei residui emorragici. Il giovane non riesce ad uscire dal coma profondo in cui è caduto tanto che i medici sono pessimisti sul suo recupero: difficilmente, in caso di sopravvivenza, potrà riprendere le piene facoltà fisiche.
A fare temere la sua fine imminente è il responso di un' ennesima Tac. Com'è prassi dopo un esame del genere, viene chiamato un neurochirurgo per un parere; questi però non rileva alcuna nuova lesione tale da giustificare un nuovo intervento chirurgico. Qualcosa di poco convincente, qualche leggerissimo segno d'allarme induce però i medici a fare il controllo: forse la modificazione della pupilla, un po' più dilatata. Ma nei casi come quello di Nazzareno Filippini il confine tra una situazione già gravissima e la morte è impercettibile, labile come il tracciato di un encefalogramma o di un elettro-cardiogramma. D'altronde le radiografie della scatola cranica dell'uomo mostrano un cervello ridotto in poltiglia, con i ventricoli e le anse irriconoscibili, sformati da colpi che indicano una ferocia inaudita.
Il cuore di Reno cessa di battere il 17 ottobre per arresto cardiocircolatorio conseguente al progressivo deterioramento delle condizioni cerebrali che già erano gravissime. Nazzareno era un sostenitore convinto dell'Ascoli Calcio e non perdeva occasione per seguire la squadra del cuore. In gioventù era stato anche giocatore di calcio. Orfano di padre (viveva con la madre Maria, insegnante elementare), due sorelle sposate ed un fratello, Antonio, di 19 anni, aveva frequentato solo per qualche anno l'Isef ad Urbino, scegliendo poi di lavorare per la Casa Editrice Fabbri come rappresentante. Ascolano purosangue, conosciutissimo in città, molto vicino al mondo sportivo, avrebbe coronato il suo lungo sogno d'amore con la compagna Elisabetta De Benedittis proprio la settimana successiva a quella maledetta domenica. Un dramma nel dramma.
Dopo difficili indagini verranno arrestati cinque ultras interisti del gruppo Viking con l'accusa di omicidio volontario: sono Mauro Russo, 31 anni, Marcello Ferrazzi, 24, Nicola Ciccarelli e Davide Sebastiani, 20, tutti di Milano, e il ventiquattrenne di Reggio Emilia Fabrizio Beggi. A sorpresa, nel giugno 1989 il giudice istruttore di Ancona li rimetterà in libertà per mancanza di indizi. Da nuove perizie disposte e altre testimonianze raccolte, sembra che Ciccarelli e Beggi, protagonisti di scontri fra le opposte tifoserie, fossero lontani dal luogo dell'aggressione a Filippini mentre, pur avendo partecipato alla rissa, non furono Russo, Ferrazzi e Sebastiani a sferrare con un oggetto il colpo che uccise l' ascolano. Le nuove indagini però non porteranno ad identificare nessun colpevole lasciando di fatto gli omicidi di Nazzareno senza volto.
Ma non si è a conoscenza del fatto che altri due mezzi sono stati lasciati nei pressi della stazione ferroviaria: il secondo gruppo di ultras si dirige alla meta, passando davanti agli ingressi della tribuna coperta ed ecco avvicinarsi il dramma sotto la Curva Sud, feudo del tifo bianconero. All'indirizzo degli interisti inizia un fitto lancio di pietre, lattine ed altri oggetti. E' il fuggi fuggi generale.
Nazzareno Filippini resta coinvolto nella ressa (qui). Ad un certo punto si accascia al suolo, con il volto completamente coperto di sangue. Viene soccorso qualche minuto più tardi e tra le mani che si tendono per aiutarlo ci sono anche quelle di Antonio, diciannovenne, impaurito di quanto sta accadendo. Quando si avvicina non sa ancora che il corpo martoriato è di suo fratello.
Reno, così chiamato dagli amici, entra in coma profondo subito dopo aver varcato la soglia dell’Ospedale di Ascoli. Riesce a parlare con i medici del pronto soccorso, lamentando un forte dolore alla parte destra del capo. Durante gli accertamenti perde però conoscenza. Quindi, la corsa disperata verso Ancona con un'autoambulanza a sirene spiegate.
In tarda serata è sottoposto a Tac. Le sue condizioni appaiono subito gravi tanto che i sanitari del reparto neurochirurgico lo sottopongono ad un intervento alla testa per rimuovere un grosso ematoma. Filippini subisce in seguito un secondo intervento chirurgico per l'asportazione dei residui emorragici. Il giovane non riesce ad uscire dal coma profondo in cui è caduto tanto che i medici sono pessimisti sul suo recupero: difficilmente, in caso di sopravvivenza, potrà riprendere le piene facoltà fisiche.
A fare temere la sua fine imminente è il responso di un' ennesima Tac. Com'è prassi dopo un esame del genere, viene chiamato un neurochirurgo per un parere; questi però non rileva alcuna nuova lesione tale da giustificare un nuovo intervento chirurgico. Qualcosa di poco convincente, qualche leggerissimo segno d'allarme induce però i medici a fare il controllo: forse la modificazione della pupilla, un po' più dilatata. Ma nei casi come quello di Nazzareno Filippini il confine tra una situazione già gravissima e la morte è impercettibile, labile come il tracciato di un encefalogramma o di un elettro-cardiogramma. D'altronde le radiografie della scatola cranica dell'uomo mostrano un cervello ridotto in poltiglia, con i ventricoli e le anse irriconoscibili, sformati da colpi che indicano una ferocia inaudita.
Il cuore di Reno cessa di battere il 17 ottobre per arresto cardiocircolatorio conseguente al progressivo deterioramento delle condizioni cerebrali che già erano gravissime. Nazzareno era un sostenitore convinto dell'Ascoli Calcio e non perdeva occasione per seguire la squadra del cuore. In gioventù era stato anche giocatore di calcio. Orfano di padre (viveva con la madre Maria, insegnante elementare), due sorelle sposate ed un fratello, Antonio, di 19 anni, aveva frequentato solo per qualche anno l'Isef ad Urbino, scegliendo poi di lavorare per la Casa Editrice Fabbri come rappresentante. Ascolano purosangue, conosciutissimo in città, molto vicino al mondo sportivo, avrebbe coronato il suo lungo sogno d'amore con la compagna Elisabetta De Benedittis proprio la settimana successiva a quella maledetta domenica. Un dramma nel dramma.
Dopo difficili indagini verranno arrestati cinque ultras interisti del gruppo Viking con l'accusa di omicidio volontario: sono Mauro Russo, 31 anni, Marcello Ferrazzi, 24, Nicola Ciccarelli e Davide Sebastiani, 20, tutti di Milano, e il ventiquattrenne di Reggio Emilia Fabrizio Beggi. A sorpresa, nel giugno 1989 il giudice istruttore di Ancona li rimetterà in libertà per mancanza di indizi. Da nuove perizie disposte e altre testimonianze raccolte, sembra che Ciccarelli e Beggi, protagonisti di scontri fra le opposte tifoserie, fossero lontani dal luogo dell'aggressione a Filippini mentre, pur avendo partecipato alla rissa, non furono Russo, Ferrazzi e Sebastiani a sferrare con un oggetto il colpo che uccise l' ascolano. Le nuove indagini però non porteranno ad identificare nessun colpevole lasciando di fatto gli omicidi di Nazzareno senza volto.
La storia di Valerio Viccei
Qui si vede Valerio Viccei sulla rapina del Secolo (in inglese)
La storia di Viccei racconta brevemente !
Nelle foto a scorrimento sulla pagina : "noi in Ascoli Piceno '60-'70" (alcune ingrandibili) si vede quando fu ucciso durante una sparatoria ed una cartolina che ho tradotto - scritta ad un poliziotto inglese (foto sotto), poi amico..
Leggendo l'articolo sotto si capisce che la rapina fu voluta dalla mafia ma che era stata strumentalizzata dai poteri occulti come la P2 a cui Gianni Nardi apparteneva ed i servizi segreti della Sismi. Per saperne di piu |
il Ripetitore che fu fatto esplodere da Viccei - vedi qui
trascinare l'immagine per vedere intorno Raccontata da conoscenti (audio)
Valerio Viccei - la storia (audio)
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Ex terrorista spara agli agenti: Valerio Viccei ucciso!
Teramo,
l'estremista nero Viccei intercettato con un pentito. Ferito un poliziotto DAL NOSTRO INVIATO TERAMO - Ieri mattina, un ex terrorista nero in regime di semilibertà e un collaboratore di giustizia caricavano le loro pistole davanti ad un casolare abbandonato sulla strada provinciale numero 1, che risale le colline del Teramano e conduce, in tornanti dolci, alla frazione di Sant' Egidio. Capannoni industriali e greggi di pecore, prostitute sedute dietro ai cespugli e cani randagi. Il casolare è subito dietro l' ultima curva. Appena nascosto da un grande albero di castagne. La vecchia Lancia Thema grigia dicono che fosse ferma dove comincia il sentiero. Con il cofano aperto e con loro due, chini, che vi rovistavano. Stavano caricando una Magnum 357 e una Smith&Wesson. Le caricavano con proiettili ad espansione. «Ma non è nemmeno questo, il punto». È che la Magnum 357, quando esplode un colpo, è come se tuonasse. La coppia di agenti sopravvissuti al conflitto a fuoco, racconta che è stato proprio il tremendo rumore prodotto dal primo colpo a fargli capire che stava cominciando una specie di battaglia. Sul prato è rimasto ucciso Valerio Viccei, 45 anni, molti dei quali trascorsi a far scorribande su commissione dei Nar - i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro - finché non decise poi di andarsi a nascondere a Londra, dove partecipò al gran colpo della Knightsbridge, nelle cui cassette di sicurezza non avrebbe trovato solo quasi 150 miliardi di lire, ma anche, diceva lui, misteriosi documenti appartenenti al banchiere Roberto Calvi. Il corpo di Viccei è stato centrato da almeno nove colpi di mitraglietta. Il capopattuglia Enzo Baldini, 40 anni, sposato e con due figli, ha avuto una buona mira, nonostante giacesse a terra, e gravemente ferito all' inguine. Dalla Magnum di Viccei mancano quattro proiettili. Aveva già infilato guanti di lattice. E, pure in lattice, era la maschera facciale che aveva nella tasca dei pantaloni. Nella stessa tasca teneva anche un documento d' identità falso. Intestato ad un cittadino albanese. Ma è stato un agente della polizia scientifica a riconoscerlo: «Ragazzi, questo è Viccei. Recluso nel carcere di Pescara, però con il permesso di uscire dalle 8.30 alle 22.30». Il suo complice è ferito alla gamba destra. È nato a Lecce, ha 31 anni e si chiama Antonio Maletesta. Dopo essere stato affiliato all' organizzazione criminale pugliese Sacra corona unita, ha deciso di pentirsi, raccontando dettagli di secondo piano ai magistrati. Sottoposto al servizio protezione, alle 11 del mattino, doveva stare all' Aquila e non qui, davanti a questo cascinale. Anche lui aveva già infilato alle mani i guanti di lattice. Ma con la sua Smith&Wesson non ha colpito alcun agente. L' agente scelto Franco Di Giannatale, 31 anni, sposato e con due figli, si è slogato il polso destro, cadendo. E si stava rialzando, quando, per pure fatalità, da dietro la curva è anche spuntata un' auto dei carabinieri. C' erano due uomini a bordo. L' appuntato Luigi Corradetti, di 45 anni, e un ex parà del battaglione Tuscania. E non ha esitato ad ascoltare il grido dell' agente Di Giannatale: «Ne sta scappando uno». Così ha indossato il giubbotto antiproiettile, ha imbracciato la mitraglietta e ha scavalcato il muretto, costruito dai pastori lateralmente alla cascina. L' ultima scena del combattimento è avvenuta trecento metri più giù, verso il boschetto. Sotto un faggio c' era il collaboratore di giustizia ferito, che si torceva dal dolore, sudando, bestemmiando, ma senza decidersi a mollare la sua Smith&Wesson. Almeno finché non ha sentito il carabiniere urlare: «Ti tengo sotto tiro. E se alzi quella pistola, te lo giuro, ti sparo». Due criminali perfettamente armati, che si preparavano a chissà cosa. Dicono in Questura: «Forse ad assaltare una banca, un ufficio postale, un furgone portavalori». O, più probabilmente, a compiere un sequestro di persona. Fabrizio Roncone IL RITRATTO Dalla maxirapina di Londra ai misteri del caso Calvi MILANO - Prima di squagliarsela dopo aver spazzolato 150 miliardi dal «centro deposito valori» di Brompton road, Knightsbridge, lasciò in un caveau (rigorosamente vuoto) la videocassetta di «Come sposare un milionario». Uno sberleffo. La sua firma su quella che ancora adesso viene ricordata come la rapina del secolo, in Inghilterra: 126 cassette svuotate, gioielli (c' era anche il secondo diamante più grande del mondo) e preziosi portati via ai grandi nomi dell' aristocrazia inglese. Era un uomo spiritoso, Valerio Viccei. Ma non era Robin Hood. Anzi. Nato ad Ascoli Piceno il 23 gennaio 1955, papà avvocato iscritto al Pli, mamma casalinga, a soli 15 anni conosce Gianni Nardi, l' estremista nero (ufficialmente) morto il 10 settembre 1976 in uno scontro frontale a Palma di Maiorca. Diventano amici. Nardi è più «ideologico», a Viccei la teoria interessa poco. Galleggia nell' area dell' eversione nera da subito, tra la strategia della tensione e il colore dei soldi sceglie i secondi. La sua vita è tutta in un fascicolo giudiziario alto due spanne. La prima denuncia arriva nel 1971, entra nella sede cittadina del Psiup e la devasta. Per il carcere è questione di qualche mese, nel 1972 piazza una carica esplosiva sotto un ripetitore televisivo (lui ha 17 anni), poi finisce dentro per aver rubato un' auto sotto casa (« Dovevo andare a Roma al comizio di Almirante»). Da lì in poi è un elenco di rapine, furti, attentati (ma per la bomba al rapido Milano-Bari del 1974 fu assolto) e un omicidio. Quello di un suo complice, Giovanni Niccolai, 29 anni, ultrà nero che controllava un giro di droga: due colpi di pistola al torace e all' addome e poi la benzina per bruciare il corpo nel 1981, la confessione solo dieci anni dopo. Condannato per traffico d' armi e altri reati minori, ottiene la libertà vigilata, sparisce il 30 dicembre 1986. La mattina del 17 luglio 1987 Viccei riappare in giacca e cravatta, davanti al deposito valori di Knightsbridge. Lui e un suo socio entrano dall' ingresso principale (il direttore verrà poi condannato per complicità). Ne escono un' ora dopo con una refurtiva spaventosa. Lui rimane libero giusto un mese, il tempo di comprarsi una Ferrari con la quale investe uno degli agenti che lo arrestano a Londra. Il 30 gennaio 1989 arriva la condanna a 22 anni, tre anni dopo l' estradizione nel carcere di Pescara. Il ministro della Giustizia inglese tuona: «L' Italia rimetterà in libertà l' uomo d' oro nel giro di un anno». Si sbaglia, di poco. Viccei ottiene la semilibertà nel 1995, la libertà condizionata nel 1997. Londra protesta ancora: si è sempre rifiutato di collaborare al recupero del bottino. Gli anni in carcere li passa a seminare insinuazioni e dubbi sulla brutta storia dell' Italia recente. Nel 1992 dice: «In uno dei depositi di Knightsbridge c' era la famosa agenda di Roberto Calvi, in un altro molti documenti del mafioso Francesco Di Carlo». I magistrati lo bocciano: «Poco affidabile». All' uscita dal carcere fonda una casa editrice e un' azienda di abbigliamento, problemi di soldi - in Inghilterra ne sono certi - non ne ha di sicuro. Lui nel 1997 fa il gradasso e conferma: «Non sarei quello che sono se non avessi fatto quel lavoretto in Gran Bretagna, come posso pentirmene?». Valerio Viccei, statura media, capelli castani ormai tendenti al bianco, eterna faccia da bravo ragazzo guascone, è morto ieri, a faccia in giù in una pozzanghera di fango e sangue. Il requiem lo pronuncia un vecchio magistrato in pensione, Mario Mandrelli, l' uomo che per primo gli mise le mani addosso: «Il personaggio è abbondantemente descritto dalle varie sentenze che lo riguardano - dice gelido -. Si dice che dei morti bisognerebbe parlare solo bene, ma purtroppo quelli sono i fatti». Marco Imarisio LA SCHEDA LA SPARATORIA Durante un controllo, una pattuglia della Polizia stradale nota due persone sospette nei pressi di un casolare del comune di Sant' Egidio alla Vibrata (Teramo). Alla vista degli agenti, i due uomini cominciano a sparare. Un malvivente muore, un altro viene ferito, così come un poliziotto IN SEMILIBERTÀ La vittima è Valerio Viccei, 45 anni, un passato come estremista di destra e rapinatore. Nel 1987 «firmò» il colpo del secolo in Inghilterra, bottino 150 miliardi. Nel 1997 gli era stata concessa la libertà vigilata IL PENTITO L' altro malvivente ferito è Antonio Maletesta, 31 anni, un pentito della Sacra corona unita, che vive in regime di protezione all' Aquila. È diventato collaboratore di giustizia nel 1994.
(19 aprile 2000) - Corriere della Sera
Teramo,
l'estremista nero Viccei intercettato con un pentito. Ferito un poliziotto DAL NOSTRO INVIATO TERAMO - Ieri mattina, un ex terrorista nero in regime di semilibertà e un collaboratore di giustizia caricavano le loro pistole davanti ad un casolare abbandonato sulla strada provinciale numero 1, che risale le colline del Teramano e conduce, in tornanti dolci, alla frazione di Sant' Egidio. Capannoni industriali e greggi di pecore, prostitute sedute dietro ai cespugli e cani randagi. Il casolare è subito dietro l' ultima curva. Appena nascosto da un grande albero di castagne. La vecchia Lancia Thema grigia dicono che fosse ferma dove comincia il sentiero. Con il cofano aperto e con loro due, chini, che vi rovistavano. Stavano caricando una Magnum 357 e una Smith&Wesson. Le caricavano con proiettili ad espansione. «Ma non è nemmeno questo, il punto». È che la Magnum 357, quando esplode un colpo, è come se tuonasse. La coppia di agenti sopravvissuti al conflitto a fuoco, racconta che è stato proprio il tremendo rumore prodotto dal primo colpo a fargli capire che stava cominciando una specie di battaglia. Sul prato è rimasto ucciso Valerio Viccei, 45 anni, molti dei quali trascorsi a far scorribande su commissione dei Nar - i Nuclei armati rivoluzionari di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro - finché non decise poi di andarsi a nascondere a Londra, dove partecipò al gran colpo della Knightsbridge, nelle cui cassette di sicurezza non avrebbe trovato solo quasi 150 miliardi di lire, ma anche, diceva lui, misteriosi documenti appartenenti al banchiere Roberto Calvi. Il corpo di Viccei è stato centrato da almeno nove colpi di mitraglietta. Il capopattuglia Enzo Baldini, 40 anni, sposato e con due figli, ha avuto una buona mira, nonostante giacesse a terra, e gravemente ferito all' inguine. Dalla Magnum di Viccei mancano quattro proiettili. Aveva già infilato guanti di lattice. E, pure in lattice, era la maschera facciale che aveva nella tasca dei pantaloni. Nella stessa tasca teneva anche un documento d' identità falso. Intestato ad un cittadino albanese. Ma è stato un agente della polizia scientifica a riconoscerlo: «Ragazzi, questo è Viccei. Recluso nel carcere di Pescara, però con il permesso di uscire dalle 8.30 alle 22.30». Il suo complice è ferito alla gamba destra. È nato a Lecce, ha 31 anni e si chiama Antonio Maletesta. Dopo essere stato affiliato all' organizzazione criminale pugliese Sacra corona unita, ha deciso di pentirsi, raccontando dettagli di secondo piano ai magistrati. Sottoposto al servizio protezione, alle 11 del mattino, doveva stare all' Aquila e non qui, davanti a questo cascinale. Anche lui aveva già infilato alle mani i guanti di lattice. Ma con la sua Smith&Wesson non ha colpito alcun agente. L' agente scelto Franco Di Giannatale, 31 anni, sposato e con due figli, si è slogato il polso destro, cadendo. E si stava rialzando, quando, per pure fatalità, da dietro la curva è anche spuntata un' auto dei carabinieri. C' erano due uomini a bordo. L' appuntato Luigi Corradetti, di 45 anni, e un ex parà del battaglione Tuscania. E non ha esitato ad ascoltare il grido dell' agente Di Giannatale: «Ne sta scappando uno». Così ha indossato il giubbotto antiproiettile, ha imbracciato la mitraglietta e ha scavalcato il muretto, costruito dai pastori lateralmente alla cascina. L' ultima scena del combattimento è avvenuta trecento metri più giù, verso il boschetto. Sotto un faggio c' era il collaboratore di giustizia ferito, che si torceva dal dolore, sudando, bestemmiando, ma senza decidersi a mollare la sua Smith&Wesson. Almeno finché non ha sentito il carabiniere urlare: «Ti tengo sotto tiro. E se alzi quella pistola, te lo giuro, ti sparo». Due criminali perfettamente armati, che si preparavano a chissà cosa. Dicono in Questura: «Forse ad assaltare una banca, un ufficio postale, un furgone portavalori». O, più probabilmente, a compiere un sequestro di persona. Fabrizio Roncone IL RITRATTO Dalla maxirapina di Londra ai misteri del caso Calvi MILANO - Prima di squagliarsela dopo aver spazzolato 150 miliardi dal «centro deposito valori» di Brompton road, Knightsbridge, lasciò in un caveau (rigorosamente vuoto) la videocassetta di «Come sposare un milionario». Uno sberleffo. La sua firma su quella che ancora adesso viene ricordata come la rapina del secolo, in Inghilterra: 126 cassette svuotate, gioielli (c' era anche il secondo diamante più grande del mondo) e preziosi portati via ai grandi nomi dell' aristocrazia inglese. Era un uomo spiritoso, Valerio Viccei. Ma non era Robin Hood. Anzi. Nato ad Ascoli Piceno il 23 gennaio 1955, papà avvocato iscritto al Pli, mamma casalinga, a soli 15 anni conosce Gianni Nardi, l' estremista nero (ufficialmente) morto il 10 settembre 1976 in uno scontro frontale a Palma di Maiorca. Diventano amici. Nardi è più «ideologico», a Viccei la teoria interessa poco. Galleggia nell' area dell' eversione nera da subito, tra la strategia della tensione e il colore dei soldi sceglie i secondi. La sua vita è tutta in un fascicolo giudiziario alto due spanne. La prima denuncia arriva nel 1971, entra nella sede cittadina del Psiup e la devasta. Per il carcere è questione di qualche mese, nel 1972 piazza una carica esplosiva sotto un ripetitore televisivo (lui ha 17 anni), poi finisce dentro per aver rubato un' auto sotto casa (« Dovevo andare a Roma al comizio di Almirante»). Da lì in poi è un elenco di rapine, furti, attentati (ma per la bomba al rapido Milano-Bari del 1974 fu assolto) e un omicidio. Quello di un suo complice, Giovanni Niccolai, 29 anni, ultrà nero che controllava un giro di droga: due colpi di pistola al torace e all' addome e poi la benzina per bruciare il corpo nel 1981, la confessione solo dieci anni dopo. Condannato per traffico d' armi e altri reati minori, ottiene la libertà vigilata, sparisce il 30 dicembre 1986. La mattina del 17 luglio 1987 Viccei riappare in giacca e cravatta, davanti al deposito valori di Knightsbridge. Lui e un suo socio entrano dall' ingresso principale (il direttore verrà poi condannato per complicità). Ne escono un' ora dopo con una refurtiva spaventosa. Lui rimane libero giusto un mese, il tempo di comprarsi una Ferrari con la quale investe uno degli agenti che lo arrestano a Londra. Il 30 gennaio 1989 arriva la condanna a 22 anni, tre anni dopo l' estradizione nel carcere di Pescara. Il ministro della Giustizia inglese tuona: «L' Italia rimetterà in libertà l' uomo d' oro nel giro di un anno». Si sbaglia, di poco. Viccei ottiene la semilibertà nel 1995, la libertà condizionata nel 1997. Londra protesta ancora: si è sempre rifiutato di collaborare al recupero del bottino. Gli anni in carcere li passa a seminare insinuazioni e dubbi sulla brutta storia dell' Italia recente. Nel 1992 dice: «In uno dei depositi di Knightsbridge c' era la famosa agenda di Roberto Calvi, in un altro molti documenti del mafioso Francesco Di Carlo». I magistrati lo bocciano: «Poco affidabile». All' uscita dal carcere fonda una casa editrice e un' azienda di abbigliamento, problemi di soldi - in Inghilterra ne sono certi - non ne ha di sicuro. Lui nel 1997 fa il gradasso e conferma: «Non sarei quello che sono se non avessi fatto quel lavoretto in Gran Bretagna, come posso pentirmene?». Valerio Viccei, statura media, capelli castani ormai tendenti al bianco, eterna faccia da bravo ragazzo guascone, è morto ieri, a faccia in giù in una pozzanghera di fango e sangue. Il requiem lo pronuncia un vecchio magistrato in pensione, Mario Mandrelli, l' uomo che per primo gli mise le mani addosso: «Il personaggio è abbondantemente descritto dalle varie sentenze che lo riguardano - dice gelido -. Si dice che dei morti bisognerebbe parlare solo bene, ma purtroppo quelli sono i fatti». Marco Imarisio LA SCHEDA LA SPARATORIA Durante un controllo, una pattuglia della Polizia stradale nota due persone sospette nei pressi di un casolare del comune di Sant' Egidio alla Vibrata (Teramo). Alla vista degli agenti, i due uomini cominciano a sparare. Un malvivente muore, un altro viene ferito, così come un poliziotto IN SEMILIBERTÀ La vittima è Valerio Viccei, 45 anni, un passato come estremista di destra e rapinatore. Nel 1987 «firmò» il colpo del secolo in Inghilterra, bottino 150 miliardi. Nel 1997 gli era stata concessa la libertà vigilata IL PENTITO L' altro malvivente ferito è Antonio Maletesta, 31 anni, un pentito della Sacra corona unita, che vive in regime di protezione all' Aquila. È diventato collaboratore di giustizia nel 1994.
(19 aprile 2000) - Corriere della Sera
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CALVI: CONDANNATO IL RICETTATORE DI KNIGHTSBRIDGE
Agostino ''Tino'' Vallorani, antiquario 43enne accusato di ricettazione per la rapina multimiliardaria di Knightsbridge a Londra nel 1987, e' stato condannato ad un anno e quattro mesi per questo reato oggi dal tribunale penale di Roma. L'intera pena, comminata con rito abbreviato e' stata condonata. Vallorani, oltre ad essere legato alla ''rapina del secolo'', organizzata dal suo amico d'infanzia. il neofascista Valerio Viccei, condannato a 22 anni ed ora in carcere in Italia, interessa alle autorita' italiane perche' ritengono che sappia ancora molto sull'omicidio del presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, trovato morto a Londra il 18 giugno del 1982.
Proprio Viccei, anche lui originario delle Marche come Vallorani, si e' reso protagonista dell'ultimo caso di depistaggio smascherato dagli accertamenti della Direzione investigativa antimafia. Viccei aveva detto di essere in possesso di documenti bancari appartenuti a Roberto Calvi trovati, insieme a valori e droga, in una delle cassette di sicurezza scassinate nel caveau di Knightsbridge. Secondo quanto sosteneva Viccei -che puntava ad essere inserito nel programma di protezione dei pentiti- quella cassetta di sicurezza apparteneva al mafioso Francesco di Carlo, boss del clan Cuntrera Caruana, l'uomo che secondo le rivelazioni di altri pentiti eccellenti, come Francesco Marino Mannoia e Tommaso Buscetta, avrebbe strangolato su ordine di Pippo Calo' Roberto Calvi.
CALVI: PASSAPORTO VATICANO NEL CAVEAU LONDINESE
Agostino ''Tino'' Vallorani, antiquario 43enne accusato di ricettazione per la rapina multimiliardaria di Knightsbridge a Londra nel 1987, e' stato condannato ad un anno e quattro mesi per questo reato oggi dal tribunale penale di Roma. L'intera pena, comminata con rito abbreviato e' stata condonata. Vallorani, oltre ad essere legato alla ''rapina del secolo'', organizzata dal suo amico d'infanzia. il neofascista Valerio Viccei, condannato a 22 anni ed ora in carcere in Italia, interessa alle autorita' italiane perche' ritengono che sappia ancora molto sull'omicidio del presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, trovato morto a Londra il 18 giugno del 1982.
Proprio Viccei, anche lui originario delle Marche come Vallorani, si e' reso protagonista dell'ultimo caso di depistaggio smascherato dagli accertamenti della Direzione investigativa antimafia. Viccei aveva detto di essere in possesso di documenti bancari appartenuti a Roberto Calvi trovati, insieme a valori e droga, in una delle cassette di sicurezza scassinate nel caveau di Knightsbridge. Secondo quanto sosteneva Viccei -che puntava ad essere inserito nel programma di protezione dei pentiti- quella cassetta di sicurezza apparteneva al mafioso Francesco di Carlo, boss del clan Cuntrera Caruana, l'uomo che secondo le rivelazioni di altri pentiti eccellenti, come Francesco Marino Mannoia e Tommaso Buscetta, avrebbe strangolato su ordine di Pippo Calo' Roberto Calvi.
CALVI: PASSAPORTO VATICANO NEL CAVEAU LONDINESE
IL RACCONTO DI VICCEI - Nel caveau della banca, in una cassetta di proprieta' di Francesco di Carlo, boss mafioso del clan Cuntrera, vicino a Pippo Calo' (in galera ora in Gran Bretagna per il piu' grosso traffico di eroina mai scoperto), Viccei ha detto di aver trovato un'ingente somma di denaro e ''documenti bancari'', di proprieta' di Calvi, nonche' due documenti del Vaticano in bianco, un passaporto ed una carta d'identita'. Ma che dovevano essere entrati in possesso di Di Carlo, a testimonianza delle sue amicizie influenti, dopo la morte di Calvi, visto che la data era posteriore al 18 giugno 1982. Una volta in carcere in Inghilterra, Viccei - condannato a 22 anni - e' avvicinato da Nezar Hindawi, terrorista arabo e per un certo periodo suo compagno di cella. Hindawi e' una ''mammoletta'' arrestato e condannato a 35 anni di carcere per aver affidato una bomba alla sua ragazza inglese e incinta, e averla mandata su un aereo dell'El Al a Heathrow. Ma la ragazza, ignara, era stata scoperta.
Un giorno Hindawi ''passa'' a Viccei un messaggio di Di Carlo che rivoleva soldi e documenti. La cosa fece capire a Viccei di essere in possesso di qualcosa di importante. Chiese cosi' di parlare con il Detective Inspector Dick Leach, ora nella Metropolitan Police, alla Paddington Green Station, ma allora vera mente dell'inchiesta su Knightsbridge nella Flying Squad, la ''volante'' di Scotland Yard. Gli dice che i documenti su Calvi li ha Steven Mann, uno dei suoi accoliti. Ma la scelta e' sbagliata: Mann e' la persona che con le sue ''confidenze'' ha poi tradito tutta la banda permettendo a Leach di metterli tutti in galera e recuperare tra un terzo e la meta' del tesoro rubato. L'unico libero della banda e' oggi proprio Mann che fa il macellaio da qualche parte nel North side londinese.
Trasferito in Italia, per provare che dice il vero, Viccei fa consegnare dal padre alle autorita' italiane due documenti che, per precauzione, aveva messo da parte: il passaporto e la carta d'identita' del Vaticano in bianco, trovati anch'essi - sostiene - tra i documenti che erano connessi a Calvi nella cassetta di Di Carlo. I due documenti sarebbero stati consegnati da Viccei ad Agostino (Tino) Vallorani, antiquario italiano e commerciante di automobili dalle amicizie finanziarie torbide, perfino negli ambienti finanziari della City, arrestato in Italia il 17 settembre scorso. I RISCONTRI MANCANTI - Per trovare i necessari riscontri alle rivelazioni di Viccei, la Direzione investigativa antimafia chiede la collaborazione della polizia londinese. Questa - secondo fonti inglesi - tenta due tipi di approcci con Mann che ormai e' un ''grass'', un informatore nello slang londinese. Gli manda un agente infiltrato che bazzica nei bassifondi londinesi, che gli dice: ''C'e' qualcuno che vuole i documenti di Calvi. Viccei dice che li hai tu. Se li tiri fuori, o dai informazioni per averli, ti metti in tasca 40mila sterline (quasi cento milioni di lire)''. Mann trasalisce e risponde: ''Magari ne sapessi qualcosa, ma putroppo quei documenti non l'ho mai visti''. Fallito l'approccio bluff, la polizia sceglie quello ufficiale, e prende contatto con Mann, che continua pero' a negare. E interpella anche Rubin, un altro di Knightsbridge, ma anche lui sconfessa la versione di Viccei, e dice di non saper nulla dei documenti di Calvi.
Con una commissione rogatoria, i sostituti procuratori Elisabetta Cesqui ed Andrea Vardaro, accompagnati da un ufficiale della Dia, si recano a Londra. E dal 25 al 28 ottobre, interrogano Mann, Rubin ed Hindawi
Tutti, anche Vallorani, sconfessano Viccei definito ''poco affidabile'' da altre fonti italiane che parlano di depistaggio. Anche gli inglesi non si sbilanciano sulla attendibilita' di questo pentito dell'ultim'ora per il quale le porte del carcere non si apriranno, neppure per un permesso, prima del 2003. IL ''PROBLEMA'' VICCEI - Viccei sembrerebbe quindi sconfessato. Ma rimane un ''teste interessante'' se non altro - e non e' un dettaglio da poco - perche' ha davvero prodotto i due documenti in bianco del Vaticano ritrovati nella cassetta di sicurezza di Di Carlo. Insomma l'anello della catena che mancherebbe per comprovare la tesi che vuole Calvi ucciso dalla Mafia, da Di Carlo, su ordine di Pippo Calo', d'accordo con la P2 che faceva affari con il Vaticano. Ma per rendere questo anello a prova di strappo bisogna dimostrare tre cose: che la cassetta apparteneva veramente a Di Carlo; che c'erano ''documenti bancari'' e di altro tipo appartenenti a Calvi; come Di Carlo ne era entrato in possesso (prelevati da Calvi o affidatigli?).
ALTRI ASSASSINII - Dalle confessioni di Viccei, 37enne originario di Ascoli Piceno, sarebbero pero' emersi altri elementi su altri assassini eccellenti. Quali? Il riserbo e' assoluto ma e' logico pensare che si pensi a Sergio Vaccari Agelli, antiquario 47enne trovato morto a Londra il 16 settembre del 1982, esattamente tre mesi dopo che Calvi era stato visto vivo per l'ultima volta. Vaccari era in contatto con Vallorani. Ma dovrebbe aiutare a fare luce anche sulla morte di Jeanette May, ex baronessa Rothschild, e della sua amica italiana Gabriella Guerin, misteriosamente uccise nel 1981 in Italia.
Londra, 8 nov - Un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano, in bianco. Sono gli unici documenti nelle mani degli inquirenti italiani appena ritornati dall'Inghilterra. Ma in qualche modo legano l'uccisione di Roberto Calvi, Francesco di Carlo, il boss mafioso agli ordini di Pippo Calo', la Loggia P2 ed il Vaticano, e fanno gioco alla tesi degli inquirenti romani che lavorano all'inchiesta sulla morte del ''banchiere di Dio'': Di Carlo avrebbe ucciso Calvi su ordine di Pippo Calo', a sua volta d'accordo con i vertici della P2. La morte di Calvi sarebbe stata decisa perche' era ormai facilmente ricattabile e poteva coinvolgere nello scandalo gente importante.
Il nuovo capitolo dell'inchiesta su Calvi muove dalle rivelazioni di Valerio Viccei, il neofascista italiano che organizzo' la rapina record al Safety Deposit Centre di Knightsbridge a Londra. Viccei ha parlato in carcere con l'evidente scopo di essere inserito nel programma italiano per i testimoni protetti. Come prova della veridicita' delle sue affermazioni - ha appreso l'Adnkronos da piu' fonti ufficiali italiane e straniere - ha fatto pervenire agli inquirenti italiani un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano in bianco ed ha detto di averli trovati in un'unica cassetta di sicurezza che - sostiene - apparteneva a Di Carlo, una delle 126 aperte dalla banda che raggranello' un gruzzolo stimato in 40 milioni di sterline (cento miliardi), che - guarda caso - nessuno dei proprietari ha mai reclamato. I documenti erano datati 1983, ma dimostrerebbero, se la cassetta era davvero di Di Carlo, che il mafioso, attraverso amicizie influenti, era in grado di ottenere documenti del genere.
Un giorno Hindawi ''passa'' a Viccei un messaggio di Di Carlo che rivoleva soldi e documenti. La cosa fece capire a Viccei di essere in possesso di qualcosa di importante. Chiese cosi' di parlare con il Detective Inspector Dick Leach, ora nella Metropolitan Police, alla Paddington Green Station, ma allora vera mente dell'inchiesta su Knightsbridge nella Flying Squad, la ''volante'' di Scotland Yard. Gli dice che i documenti su Calvi li ha Steven Mann, uno dei suoi accoliti. Ma la scelta e' sbagliata: Mann e' la persona che con le sue ''confidenze'' ha poi tradito tutta la banda permettendo a Leach di metterli tutti in galera e recuperare tra un terzo e la meta' del tesoro rubato. L'unico libero della banda e' oggi proprio Mann che fa il macellaio da qualche parte nel North side londinese.
Trasferito in Italia, per provare che dice il vero, Viccei fa consegnare dal padre alle autorita' italiane due documenti che, per precauzione, aveva messo da parte: il passaporto e la carta d'identita' del Vaticano in bianco, trovati anch'essi - sostiene - tra i documenti che erano connessi a Calvi nella cassetta di Di Carlo. I due documenti sarebbero stati consegnati da Viccei ad Agostino (Tino) Vallorani, antiquario italiano e commerciante di automobili dalle amicizie finanziarie torbide, perfino negli ambienti finanziari della City, arrestato in Italia il 17 settembre scorso. I RISCONTRI MANCANTI - Per trovare i necessari riscontri alle rivelazioni di Viccei, la Direzione investigativa antimafia chiede la collaborazione della polizia londinese. Questa - secondo fonti inglesi - tenta due tipi di approcci con Mann che ormai e' un ''grass'', un informatore nello slang londinese. Gli manda un agente infiltrato che bazzica nei bassifondi londinesi, che gli dice: ''C'e' qualcuno che vuole i documenti di Calvi. Viccei dice che li hai tu. Se li tiri fuori, o dai informazioni per averli, ti metti in tasca 40mila sterline (quasi cento milioni di lire)''. Mann trasalisce e risponde: ''Magari ne sapessi qualcosa, ma putroppo quei documenti non l'ho mai visti''. Fallito l'approccio bluff, la polizia sceglie quello ufficiale, e prende contatto con Mann, che continua pero' a negare. E interpella anche Rubin, un altro di Knightsbridge, ma anche lui sconfessa la versione di Viccei, e dice di non saper nulla dei documenti di Calvi.
Con una commissione rogatoria, i sostituti procuratori Elisabetta Cesqui ed Andrea Vardaro, accompagnati da un ufficiale della Dia, si recano a Londra. E dal 25 al 28 ottobre, interrogano Mann, Rubin ed Hindawi
Tutti, anche Vallorani, sconfessano Viccei definito ''poco affidabile'' da altre fonti italiane che parlano di depistaggio. Anche gli inglesi non si sbilanciano sulla attendibilita' di questo pentito dell'ultim'ora per il quale le porte del carcere non si apriranno, neppure per un permesso, prima del 2003. IL ''PROBLEMA'' VICCEI - Viccei sembrerebbe quindi sconfessato. Ma rimane un ''teste interessante'' se non altro - e non e' un dettaglio da poco - perche' ha davvero prodotto i due documenti in bianco del Vaticano ritrovati nella cassetta di sicurezza di Di Carlo. Insomma l'anello della catena che mancherebbe per comprovare la tesi che vuole Calvi ucciso dalla Mafia, da Di Carlo, su ordine di Pippo Calo', d'accordo con la P2 che faceva affari con il Vaticano. Ma per rendere questo anello a prova di strappo bisogna dimostrare tre cose: che la cassetta apparteneva veramente a Di Carlo; che c'erano ''documenti bancari'' e di altro tipo appartenenti a Calvi; come Di Carlo ne era entrato in possesso (prelevati da Calvi o affidatigli?).
ALTRI ASSASSINII - Dalle confessioni di Viccei, 37enne originario di Ascoli Piceno, sarebbero pero' emersi altri elementi su altri assassini eccellenti. Quali? Il riserbo e' assoluto ma e' logico pensare che si pensi a Sergio Vaccari Agelli, antiquario 47enne trovato morto a Londra il 16 settembre del 1982, esattamente tre mesi dopo che Calvi era stato visto vivo per l'ultima volta. Vaccari era in contatto con Vallorani. Ma dovrebbe aiutare a fare luce anche sulla morte di Jeanette May, ex baronessa Rothschild, e della sua amica italiana Gabriella Guerin, misteriosamente uccise nel 1981 in Italia.
Londra, 8 nov - Un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano, in bianco. Sono gli unici documenti nelle mani degli inquirenti italiani appena ritornati dall'Inghilterra. Ma in qualche modo legano l'uccisione di Roberto Calvi, Francesco di Carlo, il boss mafioso agli ordini di Pippo Calo', la Loggia P2 ed il Vaticano, e fanno gioco alla tesi degli inquirenti romani che lavorano all'inchiesta sulla morte del ''banchiere di Dio'': Di Carlo avrebbe ucciso Calvi su ordine di Pippo Calo', a sua volta d'accordo con i vertici della P2. La morte di Calvi sarebbe stata decisa perche' era ormai facilmente ricattabile e poteva coinvolgere nello scandalo gente importante.
Il nuovo capitolo dell'inchiesta su Calvi muove dalle rivelazioni di Valerio Viccei, il neofascista italiano che organizzo' la rapina record al Safety Deposit Centre di Knightsbridge a Londra. Viccei ha parlato in carcere con l'evidente scopo di essere inserito nel programma italiano per i testimoni protetti. Come prova della veridicita' delle sue affermazioni - ha appreso l'Adnkronos da piu' fonti ufficiali italiane e straniere - ha fatto pervenire agli inquirenti italiani un passaporto ed una carta d'identita' del Vaticano in bianco ed ha detto di averli trovati in un'unica cassetta di sicurezza che - sostiene - apparteneva a Di Carlo, una delle 126 aperte dalla banda che raggranello' un gruzzolo stimato in 40 milioni di sterline (cento miliardi), che - guarda caso - nessuno dei proprietari ha mai reclamato. I documenti erano datati 1983, ma dimostrerebbero, se la cassetta era davvero di Di Carlo, che il mafioso, attraverso amicizie influenti, era in grado di ottenere documenti del genere.
La rapina del secolo di Knightsbridge safe deposit messa a segno da Viccei e banda
gli avvenimenti in inglese |
Prigione di HMP Parkhurst sull'Isola di Wight dove scontava la pena Viccei Valerio.
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La Strage dell'Italicus - Aldo Moro stava prendendo quel treno !
4 agosto 1974.
Nella notte una bomba esplode nella vettura numero 5 dell'espresso-1486 Roma-Brennero. I morti sono 12 e i feriti circa 50, ma una strage spaventosa è stata evitata per questione di secondi: se la bomba fosse esplosa nella galleria che porta a San Benedetto Val di Sambro i morti sarebbero stati centinaia. Racconta un testimone della strage: «Il vagone dilaniato
dall'esplosione sembra friggere, gli spruzzi degli schiumogeni vi rimbalzano su. Su tutta la zona aleggia l'odore dolciastro e nauseabondo della morte».
I due agenti di polizia che hanno assistito alla sciagura raccontano: «Improvvisamente il tunnel da cui doveva sbucare il treno si è illuminato a giorno, la montagna ha tremato, poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza di inerzia, è arrivato fin davanti a noi. Le fiamme erano altissime e abbaglianti. Nella vettura incendiata c'era gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente poiché le lamiere esterne erano incandescenti.
Nella notte una bomba esplode nella vettura numero 5 dell'espresso-1486 Roma-Brennero. I morti sono 12 e i feriti circa 50, ma una strage spaventosa è stata evitata per questione di secondi: se la bomba fosse esplosa nella galleria che porta a San Benedetto Val di Sambro i morti sarebbero stati centinaia. Racconta un testimone della strage: «Il vagone dilaniato
dall'esplosione sembra friggere, gli spruzzi degli schiumogeni vi rimbalzano su. Su tutta la zona aleggia l'odore dolciastro e nauseabondo della morte».
I due agenti di polizia che hanno assistito alla sciagura raccontano: «Improvvisamente il tunnel da cui doveva sbucare il treno si è illuminato a giorno, la montagna ha tremato, poi è arrivato un boato assordante. Il convoglio, per forza di inerzia, è arrivato fin davanti a noi. Le fiamme erano altissime e abbaglianti. Nella vettura incendiata c'era gente che si muoveva. Vedevamo le loro sagome e le loro espressioni terrorizzate, ma non potevamo fare niente poiché le lamiere esterne erano incandescenti.
Dentro doveva già esserci una
temperatura da forno crematorio. 'Mettetevi in salvo', abbiamo gridato, senza renderci conto che si trattava di un suggerimento ridicolo data la situazione. Qualcuno si è buttato dal finestrino con gli abiti in fiamme. Sembravano torce. Ritto al centro della vettura un ferroviere, la pelle nera cosparsa di orribili macchie rosse, cercava di spostare qualcosa. Sotto doveva esserci una persona impigliata. 'Vieni via da lì', gli abbiamo gridato, ma proprio in quel momento una vampata lo ha investito facendolo cadere accartocciato al suolo». Qui l'ex fabbrica di elicotteri di Nardi di Ascoli Piceno Attentato del treno Italicus 4 agosto 1974 from john buatti on Vimeo. Attentato del treno Italicus 4 agosto 1974 stazione di San Benedetto Val di Sambro (BO) |
Italicus
stazione di San Benedetto Val di Sambro (BO) |
I neofascisti non nascondono di essere gli esecutori. Un volantino di Ordine nero proclama: «Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l'autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti». Gli investigatori brancolano nel buio fino a quando un extraparlamentare di sinistra, Aurelio Fianchini, evade dal carcere di Arezzo e fa arrivare alla stampa questa rivelazione: «La bomba è stata messa sul treno dal gruppo eversivo di Mario Tuti che ha ricevuto ordini dal Fronte nazionale rivoluzionario e da Ordine nero. Materialmente hanno agito Piero Malentacchi, che ha piazzato l'esplosivo alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, Luciano Franci, che gli ha fatto da palo, e la donna di quest'ultimo, Margherita Luddi».
Eppure la polizia era informata da tempo che Mario Tuti era un sovversivo e una donna aveva addirittura dichiarato a un giudice che l'autore della strage era proprio lui. Risultato: la denuncia archiviata e la donna mandata in casa di cura come mitomane. Il giudice che aveva raccolto e insabbiato la dichiarazione si chiamava Mario Marsili ed era il genero di Licio Gelli, il gran venerabile della loggia massonica P2.
Si entra così nei misteri della polizia e dei governi-ombra che per alcuni anni hanno condizionato la vita italiana. Il dubbio che la P2 sia implicata nella vicenda induce il giudice bolognese Vella a diffidare della magistratura aretina. Scrive Giampaolo Rossetti, un giornalista che si è occupato per mesi della vicenda: «Arezzo era città di protezione per i fascisti». Basti pensare alla frase strafottente pronunciata da Luciano Franci, il luogotenente di Mario Tuti, rivolgendosi a un camerata che piagnucolava dopo l'arresto: «Non preoccuparti, da queste parti siamo protetti da una setta molto potente». Una setta, ci spiegò poi il giudice Vella, che puzzava di marcio ed era al centro di un potere occulto collegato alle più oscure vicende della vita italiana. Per saperne di più il giudice Vella si rivolse anche ai Servizi segreti, ma per mesi non ottenne risposta. Protestò e allora l'ammiraglio Casardi, capo del servizio militare, gli scrisse rimproverandolo di ignorare «le norme che regolano il nostro servizio». «Le conosco anche troppo» gli rispose Vella, «ed è questo che mi preoccupa». Probabilmente se i Servizi segreti l'avessero aiutato, il giudice sarebbe subito arrivato a Tuti.
Comunque, all'inizio del '75 viene emesso un mandato di cattura contro Mario Tuti, che però riesce a sfuggire all'arresto. Aspetta che i tre carabinieri andati per arrestano suonino alla porta e poi spara loro addosso uccidendone due e ferendo il terzo. L'uomo riesce ad espatriare, prima ad Ajaccio e poi sulla Costa azzurra. La polizia francese lo rintraccia a Saint-Raphael dove ha luogo di nuovo uno scontro cruento, al termine del quale il terrorista viene arrestato. Al processo terrà un contegno sprezzante. Anni dopo, nel 1987, sarà lui a capeggiare una rivolta nel carcere di Porto Azzurro che terrà l'Italia con il fiato sospeso per alcuni giorni.
Le indagini sull'Italicus e su piazza della Loggia hanno spezzato il fronte dell'omertà. I balordi della provincia nera parlano, ma quando il giudice Tamburrino di Padova o il giudice Arcai di Brescia chiedono conferme o aiuti ai Servizi segreti per indagare sulle alte complicità cala la serranda del «segreto di Stato». Le protezioni di cui godono i fascisti sono sfacciate. Valga questo esempio: il 19 luglio del '75 viene arrestato a Milano l'avvocato Adamo Degli Occhi, capo della «maggioranza silenziosa», movimento d'ordine. I carabinieri di Milano chiedono alla Questura di Brescia, che conduce le indagini sulla strage di piazza della Loggia, se devono perquisire l'alloggio dell'avvocato, ma la Questura dice che non è il caso. Intanto un giornalista fascista, Domenico Siena, è entrato nell'alloggio e ne è uscito con due valigie. Dirà che aveva preso effetti personali da far arrivare in carcere all'avvocato. Il dubbio che fossero carte compromettenti è più che lecito.
da "Gli anni del terrorismo" di Giorgio Bocca (pagg. 291-293)
“Maria Fida Moro ha rivelato ieri un particolare inquietante. Suo padre, il 4 agosto 1974, era salito sul treno Italicus, ma prima di partire venne fatto scendere per firmare delle carte. Poche ore dopo ci fu la strage sull'Appennino. Il vero obiettivo era Aldo Moro?
L'obiettivo della strage dell'Italicus ... L'obiettivo della strage dell'Italicus sarebbe stato Aldo Moro. Un'ipotesi inquietante che, a trent'anni dall'attentato che provocò una strage, viene avanzata dalla figlia dello statista democristiano, Maria Fida Moro. L'annuncio choc è stato dato ieri sera nel corso di una trasmissione di Tele Serenissima, alla quale era presente anche Luigi Bacialli, direttore del Gazzettino. È stata la stessa Maria Fida Moro a telefonare e spiegare al conduttore Gianluca Versace che quel giorno (il 4 agosto del 1974) suo padre era addirittura salito sul treno alla stazione di Roma e stava per partire, quando all'ultimo momento un suo collaboratore gli disse di scendere per firmare alcune carte. Così il treno partì senza di lui. Poche ore dopo, quando l'Italicus percorreva la lunga galleria appenninica di San Benedetto Val di Sambro, una bomba ad orologeria esplose provocando la strage rivendicata da Ordine Nero. Per Moro il destino riservava un'altra morte violenta: il 9 maggio del 1978 venne ucciso dalle Brigate Rosse, dopo un lungo periodo di prigionia.
L'episodio è anche raccontato nel libro "La Nebulosa del caso Moro" che sta per uscire. "Alla fine del libro ho citato un episodio tanto vero quanto non suffragabile, mio padre salì e scese immediatamente dall'Italicus. Fino all'ultimo ero in forse se inserirlo nel volume perché ero certa che sarebbe stato strumentalizzato, ma non prima che "La nebulosa" fosse in libreria".
Maria Fida Moro ha fatto capire di non aver mai rivelato prima questa clamorosa versione sulla strage dell'Italicus, perché sconsigliata da persone a lei vicine. Il collegamento, tra la presunta presenza di Moro e la strage sul treno, non era mai emerso.”
Da un articolo di Gianluca Versace de Il Gazzettino
Si entra così nei misteri della polizia e dei governi-ombra che per alcuni anni hanno condizionato la vita italiana. Il dubbio che la P2 sia implicata nella vicenda induce il giudice bolognese Vella a diffidare della magistratura aretina. Scrive Giampaolo Rossetti, un giornalista che si è occupato per mesi della vicenda: «Arezzo era città di protezione per i fascisti». Basti pensare alla frase strafottente pronunciata da Luciano Franci, il luogotenente di Mario Tuti, rivolgendosi a un camerata che piagnucolava dopo l'arresto: «Non preoccuparti, da queste parti siamo protetti da una setta molto potente». Una setta, ci spiegò poi il giudice Vella, che puzzava di marcio ed era al centro di un potere occulto collegato alle più oscure vicende della vita italiana. Per saperne di più il giudice Vella si rivolse anche ai Servizi segreti, ma per mesi non ottenne risposta. Protestò e allora l'ammiraglio Casardi, capo del servizio militare, gli scrisse rimproverandolo di ignorare «le norme che regolano il nostro servizio». «Le conosco anche troppo» gli rispose Vella, «ed è questo che mi preoccupa». Probabilmente se i Servizi segreti l'avessero aiutato, il giudice sarebbe subito arrivato a Tuti.
Comunque, all'inizio del '75 viene emesso un mandato di cattura contro Mario Tuti, che però riesce a sfuggire all'arresto. Aspetta che i tre carabinieri andati per arrestano suonino alla porta e poi spara loro addosso uccidendone due e ferendo il terzo. L'uomo riesce ad espatriare, prima ad Ajaccio e poi sulla Costa azzurra. La polizia francese lo rintraccia a Saint-Raphael dove ha luogo di nuovo uno scontro cruento, al termine del quale il terrorista viene arrestato. Al processo terrà un contegno sprezzante. Anni dopo, nel 1987, sarà lui a capeggiare una rivolta nel carcere di Porto Azzurro che terrà l'Italia con il fiato sospeso per alcuni giorni.
Le indagini sull'Italicus e su piazza della Loggia hanno spezzato il fronte dell'omertà. I balordi della provincia nera parlano, ma quando il giudice Tamburrino di Padova o il giudice Arcai di Brescia chiedono conferme o aiuti ai Servizi segreti per indagare sulle alte complicità cala la serranda del «segreto di Stato». Le protezioni di cui godono i fascisti sono sfacciate. Valga questo esempio: il 19 luglio del '75 viene arrestato a Milano l'avvocato Adamo Degli Occhi, capo della «maggioranza silenziosa», movimento d'ordine. I carabinieri di Milano chiedono alla Questura di Brescia, che conduce le indagini sulla strage di piazza della Loggia, se devono perquisire l'alloggio dell'avvocato, ma la Questura dice che non è il caso. Intanto un giornalista fascista, Domenico Siena, è entrato nell'alloggio e ne è uscito con due valigie. Dirà che aveva preso effetti personali da far arrivare in carcere all'avvocato. Il dubbio che fossero carte compromettenti è più che lecito.
da "Gli anni del terrorismo" di Giorgio Bocca (pagg. 291-293)
“Maria Fida Moro ha rivelato ieri un particolare inquietante. Suo padre, il 4 agosto 1974, era salito sul treno Italicus, ma prima di partire venne fatto scendere per firmare delle carte. Poche ore dopo ci fu la strage sull'Appennino. Il vero obiettivo era Aldo Moro?
L'obiettivo della strage dell'Italicus ... L'obiettivo della strage dell'Italicus sarebbe stato Aldo Moro. Un'ipotesi inquietante che, a trent'anni dall'attentato che provocò una strage, viene avanzata dalla figlia dello statista democristiano, Maria Fida Moro. L'annuncio choc è stato dato ieri sera nel corso di una trasmissione di Tele Serenissima, alla quale era presente anche Luigi Bacialli, direttore del Gazzettino. È stata la stessa Maria Fida Moro a telefonare e spiegare al conduttore Gianluca Versace che quel giorno (il 4 agosto del 1974) suo padre era addirittura salito sul treno alla stazione di Roma e stava per partire, quando all'ultimo momento un suo collaboratore gli disse di scendere per firmare alcune carte. Così il treno partì senza di lui. Poche ore dopo, quando l'Italicus percorreva la lunga galleria appenninica di San Benedetto Val di Sambro, una bomba ad orologeria esplose provocando la strage rivendicata da Ordine Nero. Per Moro il destino riservava un'altra morte violenta: il 9 maggio del 1978 venne ucciso dalle Brigate Rosse, dopo un lungo periodo di prigionia.
L'episodio è anche raccontato nel libro "La Nebulosa del caso Moro" che sta per uscire. "Alla fine del libro ho citato un episodio tanto vero quanto non suffragabile, mio padre salì e scese immediatamente dall'Italicus. Fino all'ultimo ero in forse se inserirlo nel volume perché ero certa che sarebbe stato strumentalizzato, ma non prima che "La nebulosa" fosse in libreria".
Maria Fida Moro ha fatto capire di non aver mai rivelato prima questa clamorosa versione sulla strage dell'Italicus, perché sconsigliata da persone a lei vicine. Il collegamento, tra la presunta presenza di Moro e la strage sul treno, non era mai emerso.”
Da un articolo di Gianluca Versace de Il Gazzettino
Alcune foto anni 70 furono prese dalla Polaroid di papà che metteva la data sul bordo, poi la si metteva sotto l'ascella per svilupparla quando faceva freddo.
Le testimonianze dei teste ANGELO IZZO, EMIRENI ROBERTO, CIPRIANI GIOVANNI e i legami ad Ascoli Piceno con Ortensi, Marini, Lucillio Crocetti detto Lodar, Roberto Rasicci, la sorella di Gianni Nardi, Trudi, il fidanzato Piergiorgio Marini, l’allora ragazza di Viccei che poi è diventata la moglie di Marini, Patrizio, Ottorino Pesce, Galletta, Italicus, piazza della Loggia, CARLO MARIA MAGGI + ALTRI
qui la sentenza (il nome di Valerio Viccei è riportato incorrettamente come "Vincei" )
TRIBUNALE DI BRESCIA
CORTE D'ASSISE Dr. Enrico FISCHETTI Presidente Dr. Antonio MINERVINO Giudice a latere Dr. Di Martino e Dr. Piantone Pubblico Ministero Vanna ABARABINI Ass. d'Udienza Rosa Di Pippo Ausiliario tecnico VERBALE DI UDIENZA REDATTO IN FORMA STENOTIPICA PAGINE VERBALE: n. 288 PROCEDIMENTO PENALE N. 003-08 R.G. A CARICO DI: CARLO MARIA MAGGI + ALTRI UDIENZA DEL 11-03-2010 Esito: Rinvio al 16-03-2010 ___________________________________________________________ Caratteri: 419577 Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 2 INDICE ANALITICO PROGRESSIVO RIPRENDE L’ESAME DEL TESTE ANGELO IZZO 5 ESAME DEL TESTE EMIRENI ROBERTO 142 ESAME DEL TESTE CIPRIANI GIOVANNI 256 Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 3 TRIBUNALE DI BRESCIA - CORTE D'ASSISE Procedimento penale n. 003-08 Udienza del 11-03-2010 Dr. Enrico FISCHETTI Presidente Dr. Antonio MINERVINO Giudice a latere Dr. Di Martino e Dr. Piantone Pubblico Ministero Vanna ABARABINI Ass. d'Udienza Rosa Di Pippo Ausiliario tecnico PROCEDIMENTO A CARICO DI – CARLO MARIA MAGGI + ALTRI INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora tanto per ingannare il tempo, la norma che consente l’esame del teste con il verbale di videoconferenza è estensibile anche ai casi in cui la comparizione della persona da sottoporre all’esame ha gravi difficoltà, è il 147 bis ultima parte, riguarda i collaboratori di giustizia. Però nell’ultima parte dice: le modalità di cui al comma secondo, cioè il collegamento video visivo, può essere altresì adottata a richiesta di parte per l’esame della persona di cui è stata disposta la nuova assunzione a norma dell’articolo 495, quando vi siano gravi difficoltà ad assicurare la comparizione della persona da sottoporre a esame. Sembrerebbe una norma estensiva e che recupera anche casi... Il problema è che non essendoci convenzioni con il Sudafrica se si riesce ad attuare questa possibilità. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Presso Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 4 l’ambasciata nostra. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì. Il problema è che si pone in ogni caso anche in caso di esame a domicilio del testimone, perché noi non possiamo andare lì, dobbiamo avere l’assenso dell’autorità giudiziaria del Ministero locale sennò ci prendono a pallettoni, oppure dicono: voi chi siete? INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Potremmo convocarlo presso l’ambasciata e organizzare in ambasciata la video conferenza. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora, detto questo bisognerà... Adesso interesserò il Ministero per vedere se riusciamo a verificare questa possibilità, in primis di video conferenza e in secondo modo di un’organizzazione di un’audizione con le forme dell’esame del teste a domicilio. Poi sarà probabilmente l’ambasciata o il luogo che ci sarà fornito. Però anche questo bisogna verificarlo in tempi brevi. ___________________________________________________________ Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 5 RIPRENDE L’ESAME DEL TESTE ANGELO IZZO Già generalizzato in atti. RIPRENDE L’ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA - Dica! RISPOSTA - Signor Pubblico Ministero mi scusi, riflettendo volevo chiarire una risposta che ho dato l’altra volta, ho pensato di non essere stato sufficientemente preciso. Io l’altra volta ho detto che il Mar di Fumagalli poteva essere un tentativo di... Cioè i rapporti con i Carabinieri potevano essere un tentativo ho spiegato la questione, cioè se magari il golpe fosse riuscito, si sarebbero comportati in un modo, invece si sono comportati in un altro. Però questa era una mia conclusione. Invece, all’epoca c’erano due scuole di pensiero, ecco preferisco chiarirlo, una che a Roma Dantini, questi qui, mi dicevano che era stato un tentativo dei Carabinieri neri chiamiamo, di formare un golpe bianco. Cioè quindi di nostri alleati contro Fumagalli, mentre c’era un’altra scuola che diciamo me l’ha detta Viccei, diciamo quindi gli ascolani etc. che erano più vicini logicamente ai milanesi e che dicevano che i rapporti con i Carabinieri di Milano, che i rapporti erano con i Carabinieri di Milano, in particolare con il generale Palumbo, con la divisione Pastrengo. E, infatti, non a caso i Carabinieri di Brescia avevano fatto questa inchiesta in quanto, diciamo erano meno compromessi. Ecco queste erano le due scuole di pensiero. Io ne ho tratto la... Quella Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 6 che, infatti, ho espresso l’altra volta era poi la mia conclusione, però ci tengo, mi sembra giusto puntualizzare che invece il pensiero erano queste due posizioni. DOMANDA – Quindi le due posizioni: da una parte Dantini e dall’altra Viccei? RISPOSTA – A Roma, ora l’ho detta per dire chi me l’ha detto a me, però diciamo... Questo sì. DOMANDA – Cioè l’argomento con lei viene affrontato da queste due persone? RISPOSTA – Sì, esatto. DOMANDA – Vorrei tornare sugli argomenti che abbiamo visto l’altra udienza anche in altri due punti, c’era il discorso sempre con riguardo alle confidenze che lei riceve da Gianni Guido con riguardo a quanto Buzzi aveva riferito a Guidi? RISPOSTA – Sì. DOMANDA - Avevamo cominciato a verificare nei verbali istruì quanto era stato detto, poi la cosa è stata interrotta da altri argomenti. Le voglio chiedere innanzitutto, in questo ambito, in questo contesto quindi nel discorso che le fa Guido per quanto lui aveva appreso da Buzzi, venne mai fuori il nome di Rognoni? RISPOSTA – Non lo ricordo. DOMANDA – In questo momento non si ricorda? RISPOSTA – Io guardi mi ricordo con certezza perché questo... che lui mi disse che Buzzi c’entrava insomma, ecco questo lo ricordo. Poi i particolari, mi pare che comunque confermò la complicità dei milanesi con i bresciani, ecco questo sì. Però ora a distanza di tanti anni... Sicuramente quando ho fatto il verbale ero più Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 7 fresco e sicuramente sarò stato più preciso. DOMANDA – Nel verbale 29 giugno del 1994, perché l’altra volta abbiamo esaminato quanto aveva detto il 19 gennaio del 1984 e 5 aprile del 1984 sull’argomento. Poi nel verbale successivo del 29 giugno del 1984, ci sono delle cose che ritornano ma negli stessi termini come già riferiti in precedenza, c’è questo elemento che riguarda uno Deamici e l’altro Rognoni. “Innanzitutto, conferma etc. In particolare per quanto riguarda le rivelazioni ricevuto da Gianni Guidi sulla strage di Brescia e dallo stesso riferito come confidenza avute da Buzzi, posso ulteriormente precisare e ribadire che l’elemento di raccordo tra il gruppo bresciano che faceva capo a Buzzi e quello milanese che organizzò la strage era costituto da Marco Deamici il quale faceva parte del gruppo della Fenice”. Quindi venne indicata la figura di Deamici come momento di collegamento tra Brescia e Milano? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – E quello che diceva di Rognoni, al foglio 3 di quel verbale, richiamando il precedente del 19 gennaio... RISPOSTA – Sì, mi ricordo anche che mi disse che c’era stato un desiderio di vendetta, questo lo ricordo, non so se l’ho mai detto questo, nei confronti di Ferrari. Ora mi è venuto in mente in questo momento che Buzzi mi aveva detto una cosa del genere. DOMANDA – Nei confronti di Ferrari che cosa aveva detto? RISPOSTA – Che quel ragazzo Ferrari che era sal... che la strage era una reazione, almeno per i bresciani in modo particolare, era una reazione anche alla morte di Ferrari. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 8 DOMANDA – Poi in questo verbale del 29 giugno, lei dice: “Guidi mi parlò in realtà anche di Rognoni come elemento di picco del gruppo dei mandanti milanesi della strage, sempre per quanto gli era stato confidato da Buzzi”. RISPOSTA - Sì. DOMANDA - E questa cosa del nome di Rognoni tirato fuori in quel contesto è confermata poi in Corte d’Assise il 2 febbraio del 1987? RISPOSTA – Sicuramente. DOMANDA - Sempre in termini, così, molto generici? RISPOSTA – Sì. Io su Rognoni, forse mi sembra che l’abbiamo detto l’altra volta, ricordo invece che me ne parlarono Buzzi e Tuti. DOMANDA – Il discorso di Tuti, esatto. RISPOSTA - Sì. DOMANDA - Sì, però anche quello è rimasto un po’ in sospeso adesso lo verifichiamo meglio. Dica intanto quello che ricorda oggi. RISPOSTA – Sì, dunque, guardi, addirittura parliamo nel 1978, diciamo, stetti un periodo in cella con Edgardo Bonazzi nel carcere di Trani, che proveniva dalla Favigliana. Io naturalmente pur essendo in un carcere dove c’erano, sessanta, settanta brigatisti, grazie alle amicizie che avevo fra i detenuti comuni stavamo in sezione normalmente, no? E mi raccontò, invece, Edgardo Bonazzi che lì a Favigliana si trovati in difficoltà. Tuti si era anche scontrato fisicamente con dei detenuti filo-brigatisti, insomma. E quindi erano praticamente isolati in una grande cella ed erano praticamente stati dimessi lui, Rognoni e Tuti. Insomma, per varie ragioni Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 9 che mi sembra già ho detto l’altra volta nazionalturista etc. Prendevano molto in giro Rognoni, insomma lo trattavano anche abbastanza male: te ne sei scappato in Spagna. Ed una delle accuse che gli avevano fatto è che era stata pestata la moglie dentro una boutique di sua proprietà a Milano e lui non aveva fatto... Dice: almeno quello potevi fare qualche vendetta. E Rognoni una volta gli aveva sbottato che praticamente lui la vendetta l’aveva fatta in quanto c’entrava sulla strage di Brescia ed insomma alcuni compagni erano stati ammazzati. Insomma questo... DOMANDA – Quindi in qualche modo rivendicò? RISPOSTA – Rivendicò la sua partecipazione alla strage di Brescia. DOMANDA - Questo per difendersi da un’accusa? RISPOSTA - Per difendersi da un’accusa che non aveva fatto nulla. Ecco questa cosa così insomma. DOMANDA – Un altro passaggio, che in parte abbiamo già affrontato nell’ambito degli argomenti progetti golpistici 1973 e 1974, è un discorso che lei fa in due distinti interrogatori relativi ad un progetto poi non portato a termine, relativo a un furgone, ricorda qualcosa, una mitragliatrice, un furgone? RISPOSTA – Io ricordo con precisione un fatto molto grave che potrebbe essere, questo lo ricordo con precisione che riguardava il 12 maggio del 1974, cioè il referendum che avevamo già preparato una bomba con il telecomando con un apricancello: cancello chiuso, cancello aperto per chiudere il circuito, no? Che avremmo dovuto mettere a Piazza del Popolo davanti alla caserma 1 dei Carabinieri di Roma che avrebbe colpito sia Carabinieri sia i Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 10 festeggiamenti. Perché noi pensavamo che vincessero gli antidivorzisti, quindi... Che appunto sarebbe dovuto essere attribuita, quello che sarebbe successo sarebbe dovuto attribuito ai rossi e in maniera che sarebbe stata una delle cose scatenanti, per cui il golpe sembrava proprio imminente quella primavera, insomma. Poi fu rinviato. Poi mi fu dato un contr’ordine all’ultimo momento. Tra l’altro questa era un’operazione che stavo facendo proprio con compagni miei stretti tipo Esposito, quindi diciamo una cosa molto, direttamente ricevuta da Dantini l’ordine etc. e ricevetti il contr’ordine proprio all’ultimo momento, mi si disse per la vittoria, che non era andato il referendum come sarebbe dovuto andare, insomma. DOMANDA – Questo progetto era...? RISPOSTA – Era in fase avanzata. La bomba era già pronta, avevamo rubato la macchina. Era già nel garage di un mio amico, era già tutto pronto, insomma. Quindi era comunque un attentato abbastanza grosso. Credo di essere stato anche imputato poi è finito probabilmente con l’archiviazione per.... Come si dice? Quella che prende sempre Berlusconi, mo’ non mi viene in mente il termine, avete capito comunque quando va oltre che è troppo tempo... Prescrizione, scusi. Comunque ho avuto sicuramente l’avviso di garanzia etc. Quindi diciamo che questo fatto appunto davanti al dottor Salvi, questo è un fatto che ricordo perché insomma l’ho vissuto in prima persona è abbastanza importante ed era proprio in quei periodi comunque... Poi l’ultimo tentativo di golpe praticamente, di cui io sono a conoscenza doveva essere nell’estate del 1974, subito l’Italicus. E anche quello Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 11 sembra che all’ultimo momento venne meno. Ma insomma alla fine ecco io cominciai... Io da lì effettivamente, parliamo che avevo 19-20 anni, ebbi un periodo anche di abbandono un po’ della politica. Cioè dopo questo fatto cominciai a non crederci più. Perché appunto era continua questa: prepariamo, fra un po’ siamo in... Anche quell’occasione raccontai l’altra volta mi diedero pure il nome di alcune operazioni che avremmo dovuto fare in previsione del golpe, cioè avremmo dovuto prendere delle persone. Andare a prendere delle persone a casa. Anche in questo caso, praticamente all’ultimo momento, io pensi non partì quell’estate, cioè andai a Lavigno, invece di andare a Lavigno, ospite di un mio amico con altri camerati proprio perché volevamo restare nei pressi di Roma che sembrava imminente la questione ed invece... Insomma la cosa... Io tra l’altro feci anche una figuraccia perché in quel periodo frequentavo alcuni criminali latitanti, la famosa banda dei marsigliesi, quindi io li misi in preallarme pure a loro gli dissi: “A giorni qua c’è il golpe, cambia tutto. Andiamo al potere”. Già mi sbilanciai pure che sarebbero stati graziati praticamente, dai miei camerati e alla fine mi cominciarono a prendere in giro dopo questo fatto. A dire: “Allora non ci salviamo più”. Ecco insomma, si può immaginare. E quindi ecco che questa questione, diciamo mi fece anche un po’.... Poi fui anche preso da una serie di altre attività criminali in quell’autunno. Comunque sicuramente diciamo lasciai molto andare. DOMANDA – Sì, sì. Questo l’abbiamo detto. RISPOSTA - E so che la bomba è stata poi usata dalle parti di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 12 Savona, mi pare a Paraggi sempre contro una caserma dei Carabinieri alla fine del 1974. DOMANDA – Quella che avevate preparato? RISPOSTA – Quella che avevamo preparato noi sì. DOMANDA – A Savona negli attentati di Savona? RISPOSTA – In una Cinquecento fu messa davanti a una caserma dei Carabinieri, sì comunque nell’ambito degli attentati a Savona. Quindi questo mi è stato raccontato. DOMANDA – Da chi aveva avuto questa... RISPOSTA - Mi è stato raccontato che doveva partire un ufficiale dei Carabinieri, fu fatta addirittura in maniera specifica perché, quasi per fare un favore ai calabresi, perché c’è un ufficiale dei Carabinieri che gli dava fastidio. I calabresi sono molto forti, la malavita calabrese sto parlando naturalmente, è molto legata alla massoneria in Liguria e sembra che c’era un ufficiale dei Carabinieri che dava molto fastidio. E questa bomba aveva proprio la funzione di, sa quando fanno un attentato contro... è facile che poi viene trasferito l’ufficiale per proteggerlo etc. Proprio per fare trasferire un particolare ufficiale dei Carabinieri. Però io non ci ho partecipato. L’ho saputo solo di... DOMANDA – Queste notizie da chi le ha ricevute? RISPOSTA – Questa è una dosa di Dantini specifica, perché la bomba fu ridata a Dantini in pratica. Però non credo che sia stato lui direttamente a farlo l’attentato, perché non penso va fino in Liguria. Penso siano sempre i camerati, comunque roba di Ordine Nuovo, gente così insomma. DOMANDA – Le chiedevo di un progetto che prevedeva di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 13 collocare una mitragliatrice su un furgone e di sparare nella folla, lei perché parla in due verbali? RISPOSTA – Sì, anche questa... DOMANDA – Cerchi un po’ di fare mente locale su questo progetto, poi non è mai stato portato...? RISPOSTA – Sì, questo è stato solo un progetto. Cioè si è solo detto. DOMANDA – Sì. Però quello che ricorda di questo progetto, chi gliene parlò e quale il contesto nel quale si sarebbe dovuto collocare? RISPOSTA – Ora... Comunque era sempre collocabile in questo ambito diciamo del golpe, ora non ricordo però i particolari di questa questione. DOMANDA – Lei disse nel verbale del 31 gennaio del 1994 al giudice di Milano... RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Avevo anche appreso che il colpo di stato doveva essere preparato da una campagna di attentati fra i quali le 4 stragi di cui aveva parlato Viccei”. RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Una doveva avvenire in Lombardia facendo uso di mitragliatrici collocate dentro un furgone da utilizzare contro una manifestazione di sinistra”. RISPOSTA – Sì, vagamente ricordo, però ora non le so dare i particolari, perché la questione delle 4 stragi, ecco questa cosa qui che sarebbero stati... comunque erano preparatorie, erano nell’ambito di questo golpe che sarebbe dovuto avvenire, comunque. Cioè, diciamo fino all’Italicus le stragi hanno tutte questa spiegazione diciamo che dovevano creare disordine. Dovevamo cercare anche in alcuni di casi rivendicati, in alcuni casi non Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 14 rivendicate, cioè per lasciare in dubbio... Maniera da dare un’impressione di guerra civile, cioè per permettere ai militari, ai Carabinieri in particolare, di intervenire. Ripeto, l’impressione, però lei deve calcolare che io ero un ragazzo di 19, 20 anni quindi non ero a conoscenza di particolari... e l’impressione che si aveva era che comunque ci fossero complicità abbastanza... Ecco, cioè il golpe non lo potevamo fare noi insomma, ovviamente quei cento ragazzini che stavamo in giro tra San Babila e Piazza Eulite, insomma. Quindi diciamo che si presumeva che ci fossero complicità estese, che in pratica noi avremmo dovuto fare... Il nostro compito sarebbe di fare da detonatore a una forza più potente della nostra che avrebbe potuto... Gli unici ecco che forse sembrava avessero una forza autonoma, cioè da pensare di fare azioni, infatti, molti a Milano si erano arruolati con questo spirito diciamo, era l’idea, era il golpe del Mar, diciamo. Poi noi naturalmente ecco voglio dire anche questo a onor del vero, noi consideravamo comunque il colpo di stato una fase. Cioè noi eravamo oppressi, ecco noi eravamo uno contro dieci con i comunisti in Italia, insomma. E in quel periodo era abbastanza difficile la militanza politica. Quindi per noi il colpo di stato sarebbe stato portare i comunisti in una situazione di difficoltà. Però solo una fase iniziale, cioè noi avremmo sperato poi come strutture civili di... In pratica non è che lasciavamo, la nostra idea era che poi piano, piano con i militari avremmo dovuto rendere sempre più potere. Insomma ecco questo tenga presente che per noi il golpe, per noi giovani militanti, il golpe non era il punto di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003-08 - 11-03-2010 c-CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 15 arrivo, almeno per molti di noi, non era il punto di arrivo. Alcuni poi erano talmente presi dall’odio per i rossi che ormai si sentivano anche solo guardie bianche non gliene fregava più niente, pur di andare erano pronti a qualsiasi cosa. DOMANDA – Lei ricorda chi le parlò di questa cosa della mitragliatrice o non ricorda nulla oggi di questo particolare? RISPOSTA – No, veramente non me lo ricordo. DOMANDA – Il 31 gennaio del 1994 disse: ”Tutto ciò lo appresi da Dantini e Messina”? RISPOSTA – Sì, sì. Allora sì, Maurizio Messina, ho capito allora sì. DOMANDA – Chi era Messina? RISPOSTA – Maurizio Messina è un militante di un gruppo che si chiama Albusordo e tra l’altro era dirigente del Fronte Studendesco ed era un personaggio di... Lui, Pascucci, Signorelli e Dantini erano i quattro, cinque personaggi più di spicco della destra estremista romana. Maurizio Messina, sì, un... DOMANDA – Poi torna su questo argomento il 12 marzo del 1994? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Ripetendo: “Sempre intorno al 1974 fra le azioni preparatorie del progetto di golpe...” RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA - “C’era il progetto di aprire il fuoco da un furgone con mitragliatrici contro un corteo di sinistra”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Cioè doveva avvenire in una città del nord Italia e probabilmente in questo progetto era coinvolto il gruppo Fumagalli Mar“. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 16 RISPOSTA - Sì. DOMANDA – “Questo progetto era cosa nota nel nostro ambiente e anche mi sembra che me ne parlò Concutelli in carcere”. RISPOSTA – Sì. Probabilmente sì. Ora potrebbe essere, non so se è, perché Esposito aveva un MG americano, una mitragliatrice americana, quindi non so se... che poi fu ritrovata credo addirittura o furono ritrovati i colpi, nella famosa perquisizione del 1994, quando in cantina gli trovarono un grosso arsenale di armi, in cantina di casa sua. E quindi può essere che... Se non vado errato, probabilmente sia una questione, ora che mi ha letto il verbale, dovrebbe essere una questione di quel tipo lì che si parlava di armi e dalle armi nacque questo discorso che su al nord avevano questo progetto. Sì, ricordo pure un treno che dovevano fare al nord, ora che mi ci fa pensare che mi parlarono, questo addirittura me ne parlarono sempre gli ascolani che Esposti aveva proprio il progetto in quel periodo di finanziare un treno che dalla Svizzera portava soldi in Italia, una cosa del genere. Avevano un progetto di un attacco, sempre con mitragliatrice etc. a questo treno blindato. DOMANDA – Ma per rapinarlo o per farlo saltare? RISPOSTA – Per rapinarlo e finanziare, insomma sembra che ci fosse una grande quantità di soldi. DOMANDA – Questo lei lo lega ai discorsi con gli ascolani, insomma? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Prima della sua carcerazione? RISPOSTA – A distanza di tanti anni mò mi risulta un po’ difficile sinceramente riuscire a stabilire esattamente, comunque lei... Era un continuo scambio, Viccei era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 17 compagno nostro quindi stava sempre con me. Quindi ogni tanto capitavo anche ad Ascoli quindi vedevo Crocetti, Rasicci, Ortensi, Marini. Li vedevo un po’ tutti. Erano tutti amici. Lodar, li vedevo un po’ tutti questi ragazzi ascolani del gruppo di Gianni Nardi. Ottorino, insomma tutti questi qua. L’Alletta, ecco. Poi, comunque ero anche sempre in rapporti, Dantini era il mio capo, e quindi con lui spesso incontravo Pascucci, quelli di Avanguardia Nazionale, cioè era un continuo. Quindi comunque erano argomenti di cui si parlava con abbastanza... nell’ambiente.... Perché ripeto, eravamo comunque un ambiente abbastanza ristretto, qui parliamo di poche centinaia di ragazzi in tutta Italia. Cioè l’estremismo di cui io sono a conoscenza perlomeno, non arrivano a due, trecento persone, insomma questo. DOMANDA – La scorsa udienza abbiamo parlato parecchio di Sermonti. RISPOSTA – Sì, Sermonti anche certo. DOMANDA – I contatti, i rapporti tra Sermonti e Signorelli ci sa dire qualcosa? RISPOSTA – Sì. Diciamo che questi Sermonti erano persone anche questi abbastanza “intristi”, cioè nel senso che facevano parte del movimento politico, stavano con il centro studi. Andrea quello che era l’amico mio perché stava a scuola con me, era addirittura pure del M.S.I era dentro. Era fidanzato con una ragazza di via Livorno, c’è una sezione missina lì a via Livorno, la famosa sezione Nomentano diciamo. E dico di attualità per questi arresti qua ultimamente Mokbel, questi qua erano proprio quell’ambiente lì diciamo, Piazza Bologna. E quindi diciamo lui era fidanzato con una ragazza, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 18 quindi diciamo, avevamo un... Ci vedevamo spesso sia a livello personale sia a livello politico. E Sermonti venivano poi dalla Sicilia, quindi erano legati anche a Concutelli a questo tipo di ambiente. Quindi diciamo questo di ambien... Quindi con Signorelli avevamo rapporti stretti, anche se Signorelli è sempre stato un mistero e, Signorelli alcuni lo consideravano un chiacchierone. Signorelli aveva sia estimatori, sia persone che lo sottovalutavano. Signorelli era molto chiacchierone questo sicuro anche perché una bottiglia di whiskey non è che gli dispiaceva. La sera a una certa ora sempre la bottiglietta se la faceva. Insomma era sempre in uno stato di euforia diciamo, quindi... Io per esempio ci ho una storia in cui, praticamente uno dei primi omicidi che ho fatto, l’omicidio Miconi, Signorelli pochi giorni prima mi aveva detto: “Questo dobbiamo sparargli in testa. Dobbiamo qua. Dobbiamo là”. Poi quando ha saputo che effettivamente era successo era terrorizzato, insomma. Cioè questo lo posso dire come esperienza personale, che io giocando gli dissi: “Ma come me l’hai detto tu”. Lo misi davanti al fatto compiuto. Lo feci sentire quasi al mandante, non era vero naturalmente. Lo feci sentire quasi il mandante e lo vidi che era un po’ scioccato. Anche Concutelli mi raccontava alcune storie che anche dopo Occorsio, Signorelli si videro in un... Insomma Signorelli gli piaceva ecco molto parlare diciamo. Però certamente era sempre dentro le cose, godeva anche del rispetto di un certo numero di persone. Per esempio uno che poi è stato un terrorista abbastanza attivo, importante a Roma Emanuele Macchi di Cellere, il principe Macchi di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 19 Cellere era uomo di Signorelli al cento per cento. Lo stesso Luca Signorelli, anche se la è cavata processualmente, che io so che quello ha rapinato la macchina con cui è stato assassinato Occorsio... il figlio Luca. Quindi diciamo che in qualche maniera era comunque certamente addentro a parecchie cose, insomma non era una persona... Però ecco onestamente, infatti, questo è un problema che si è constatato ai processi, io in tutta onestà non so dire fino a che punto poi era un personaggio diciamo folkloristico o effettivamente un capo reale. Questo sinceramente non glielo so dire. DOMANDA – Riguardo ai rapporti con Zani, Signorelli – Zani? RISPOSTA – No, non credo che andassero molto d’accordo, almeno in carcere. Io fuori non lo sapevo. Credo che in carcere avessero anche delle... Beh, Zani comunque era un tipo che vedeva anche un po’ nemici interni con una certa facilità, insomma era uno di quei camerati molto.... cioè, io mò ho letto tempo fa un’intervista di Giusva Fioravanti che diceva che io ero un assatanato, che volevo fare ammazzare a Freda a tutti i costi. Io sicuramente ero una persona abbastanza rigida nel senso che ero poco legato ai camerati e molto legato all’idea. Insomma, avevo un’idea mia. Zani mi sembrava abbastanza guerrafondaio all’interno dell’ambiente per quanto ne so, anche se però se lei pensa Quex lui cercava... Lui era convinto che ci fossero troppi rapporti con i servizi, aveva questo tipo di cultura quindi. Veniva da questo tipo di... E in Signorelli vedeva un nemico sicuramente, questo... DOMANDA – Questo negli anni della detenzione però? RISPOSTA – Negli anni della detenzione sto parlando, prima non Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 20 lo so perché non ho avuto rapporti con Zani in precedenza. DOMANDA – Nel verbale del 2 febbraio del 1987 in Corte d’Assise Brescia nel parlare di Ordine Nuovo, di Ordine Nero e degli anni del 1974, insomma? RISPOSTA – Sì, Ordine Nero è Zani, certo sì, sì. DOMANDA – Ne abbiamo parlato l’altra udienza di quello che Zani diceva. Zani e Ferri dicevano di Ordine Nero? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Lei in questo verbale del 2 febbraio aggiunge: “Quelli di Ordine Nuovo cercavano di scaricare da sé quelli di Ordine Nero, li consideravano una sigla sporca. Quelli di Ordine Nero Zani in particolare diceva di essere d’accordo con quelli di Ordine Nuovo rivendicando un collegamento con Ordine Nuovo nella persona di Signorelli in particolare”? RISPOSTA – Sì. Allora, ecco qui ora posso essere più preciso, questa questione la so un po’ meglio, però è una questione che ho saputo in carcere, dunque la questione è così: Ordine Nuovo aveva del risentimento nei confronti di Ordine Nero perché a causa delle bombe, specialmente in centro Italia di Ordine Nero aveva subito una certa repressione. Cioè parliamo non so i perugini, il gruppo di gubbini, ora ovviamente, io avevo un punto di vista mio, cioè questi gubbini, questi qua a me mi sembravano più dei cazzari, ecco. Cioè nel senso che dicevo: ma tutta questa repressione confronti delle strutture di Ordine Nuovo in centro Italia, tanto queste strutture a che servono? Se lei si ricorda addirittura nel volantino di Occorsio, in un volantino precedente, loro rivendicavano, chiedevano la libertà dei camerati Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 21 di Perugia, di... Cioè praticamente sempre parliamo sempre gruppo gubbini, hitlerino, questi qua, naturalmente con le carceri piene di camerati che rischiavano venti, trenta anni di galera, a me mi sembrava proprio un’infamia parlare di questi ragazzi che diciamo bene male avevano messo la bomba in un portone, un petardo, insomma questo, che picchiavano con i comunisti, un’attività paramissina tutto sommato. E quindi quello, però quelli di Ordine Nuovo avevano questo genere di.... Zani aveva dei dubbi perché effettivamente ora che mi ricordo, Zani aveva dei dubbi che diceva, perché l’esplosivo di Ordine Nero veniva tutto dal centro Italia, cioè da Bernardelli, quindi... Però lei pensi che io con Bernardelli invece andavo d’accordo. Nel senso che io avevo, oltre a Viccei avevo anche un carissimo amico che si chiamava Guelfo Sbani, quello che chiamavano Raffaello che è uno dei migliori falsari di Roma, e questo era molto legato a questo Bernardelli, era di quell’ambiente lì. Tra l’altro sa chi devono essere quelli che hanno fatto il finto arsenale a Camerino, la storia del finto arsenale. Questo Guelfo per me era un grande amico perché comunque lo vedevo, a parte che era quello che mi faceva i documenti. Ogni volta che avevo bisogno di un passaporto o di un documento, lui era sempre dispo... Cioè era proprio un amico insomma, anche per armi. Era proprio un amico Guelfo oltre che un camerata. Quindi diciamo io di Bernardelli avevo una visione, per me era, pure Viccei lo vedeva come un bravo ragazzo. Quindi per me Bernardelli era un bravo camerata. Zani credo che nutrisse dei dubbi sul fatto che questo Bernardelli Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 22 aveva una possibilità di procurare esplosivo con estrema facilità e quindi lui di Ordine Nero aveva qualche aspetto critico. Dice: “Ah, può darsi anche che siamo caduti in una trappola”. Zani ecco aveva questo tipo di mentalità. E comunque diceva che Signorelli era conoscenza di tutto. Rivendicava i rapporti fra Ordine Nero e Signorelli dicendo: “Questi di Ordine Nuovo però non possono piglià...” Capito, si difendeva in questa maniera. Però era effettivamente, ora che mi ci fa pensare, mentre Ferri da quanto so Ferri, Di Giovanni, gli altri di Ordine Nero diciamo non glielo potevi toccare Ordine Nero, loro dicevano Ordine Nero era una cosa seria, le ho detto, è un tentativo di trascinare nella lotta armata Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo etc. però Zani sì, ha sempre avuto un atteggiamento dubbioso. Cioè lui si rivendicava di essere di Ordine Nero, però aveva sempre avuto un atteggiamento dubbioso. Poi credo che ci avesse anche dei risentimenti per un tentativo di evasione che avevano tentato da Bologna nel periodo del processo di Ordine Nero che poi non hanno trovato degli appoggi... cioè erano stati questi tutti ripresi sul momento nel tentativo perché chi avrebbe dovuto dargli una mano fuori.... Infatti l’altra volta le feci pure la battuta, quando lei mi disse di Caggiano, no? Addirittura dicevano questo Caggiano secondo me si è legato agli americani, addirittura, ha capito? Però queste sono cose che... Oddio poi sono uscite anche fuori delle cose quindi... Io però al tempo pensavo che erano un po’ esagerazioni nello scontro interno. Mi sembravano... Però lei deve pensare appunto che essendo io un povero ragazzino, non avevo i contatti Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 23 che avevano loro, quindi non sapevo con precisione cosa ci fosse dietro. Per esempio io del partito del golpe non avevo idea chi, a che livelli arrivasse sa. Perché a volte le dico una cosa per esempio che non l’ho mai detto ma tanto... Una voce che girava per il golpe del settanta per esempio è... Che Andreotti ci avesse tradito insomma, ecco, per dire. Quindi se fosse vera... Però questa erano chiacchiere naturalmente. Però se fosse vera questa, questo darebbe un’idea che era altissimo livello. Però non mi sento di dire una cosa del genere, ripeto, perché farei ridire. Io ero un soldatino, quindi non potevo certamente avere conoscenza di questo tipo di legami. DOMANDA – Petrone Adriani l’ha conosciuto? RISPOSTA – Chi? DOMANDA – Petrone Adriano? RISPOSTA – No, di persona però sapevo che stava, siccome Bonazzi aveva una sorella che conviveva con Adriano Petrone quindi l’avevo sentito nominare e poi sapevo che era di Lotta di Popolo, quindi potrei anche averlo conosciuto di vista in occasione di qualche riunione etc. però diciamo sicuramente non ci ho avuto rapporti di amicizia con Adriano. DOMANDA – Ma che lei sappia aveva rapporti con Ordine Nero? RISPOSTA – Credo di sì, sì. Il giro era quello. Però ora in questo momento non glielo so dire. DOMANDA – Ascolti, abbiamo accennato alla scorsa udienza a una riunione in Toscana nel 1974. Ecco affrontiamo un po’ l’argomento in maniera compiuta. RISPOSTA – Toscana? DOMANDA – Sì. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 24 RISPOSTA – Dunque, allora la questione è questa, in Toscana c’era un gruppo, era nato un gruppo praticamente che era considerato segretissimo. Tuttavia diciamo rapporti veri e propri che io sappia non... Ce li avevano i milanesi praticamente, pur essendo più vicini a noi ce li avevano i milanesi. Perché c’era un ragazzo credo che si chiamasse Bumbaga se non vado errato che aveva rapporti, che era diciamo un sanbabilino trasferito in Toscana, una cosa del genere quindi... In Toscana ci avevano una grossa quantità di armi, soprattutto residui dalla guer... Cioè addirittura avevano praticamente gente che era stata in repubblica quindi avevano una quantità di armi notevole. Ed esisteva questo gruppo. Io ebbi, tra l’altro conobbi, io personalmente questo credo di averlo detto in tempi recenti però penso lei non ce l’abbia questo verbale, perché l’ho rilasciato all’autorità giudiziaria spagnola, quando mi vennero a interrogare sull’anti Eta, io sapevo per esempio che nel gruppo Madrid, diciamo il famoso “battallion“ Vasco Espagnol, cioè quelli lì che lavoravano contro l’Eta al servizio dei servizi segreti spagnoli, era pieno di toscani. C’erano numerosi toscani. Anche il sequestro Mariano, quel sequestro che del 1975 Concutelli ha fatto in Puglia so che al bar del tennis quando si incontrarono per farsi riciclare i soldi del sequestro Mariano da Calore, da Signorelli, dal gruppo c’erano dei toscani, vennero dei toscani. Insomma i toscani sbucavano un po’ da tutte le parti. Però erano abbastanza... Addirittura mi dissero, questo pure non se è vero, che a un corso, me lo raccontò Cesaretti per esempio, anche Gianni mi disse che forse pensava di avere visto Tuti, in un corso Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 25 che c’era stato a Roma di esplosivi, loro erano convinti che una persona che era venuta dalla Toscana a fargli una lezione sulle trappole. Io non ero presente perciò quindi non posso dirlo in prima persona, loro erano convinti di avere visto Mario Tuti, anche se non l’avevano conosciuto come Mario Tuti, di avere visto Mario Tuti. Poi naturalmente dopo l’omicidio Tuti etc. Tuti era diventato un po’ un mito per tutti noi e quindi anche se, ripeto, ripeto, io nel 1975 ormai mi interessavo molto meno di politica, ormai... Io diciamo che l’autunno del 1974, dall’autunno del 1974 fino al mio arresto nell’ottobre del 1975, a parte che ho fatto alcuni mesi anche in carcere, non mi interessavo più di politica in maniera... Non ero più addentro diciamo. Anche perché probabilmente, era anche finito quel genere di attività. Cioè nel senso che per quanto so io non c’erano più gruppi o i gruppi avevano ripiegato, cioè non... Io insomma facevo solo rapine. Io praticamente dall’ottobre del 1974 che ho fatto un sequestro di persona che ho steccato molto denaro, in pratica da quel periodo in poi alla politica, io e anche il gruppo mio diciamo, anche Viccei, anche Esposito. Avevamo anche abbastanza..., infatti, quando uscì Ghira dal carcere, parliamo quindi 1975, perché era stato dentro per una rapina, lui era ancora tutto montato, pensava ancora... Cioè era passato un anno praticamente, lui era ancora: i camerati che fanno, che non fanno? Che si dice che non si dice. Noi ci buttavamo a ridere perché ormai diciamo erano passati... Ora sembra, a distanza di tempo, sembra poco ma a quei tempi quando si è ragazzo, sette, otto mesi sono un’enormità, insomma. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 26 DOMANDA – Sì, questo l’abbiamo detto, per lei era una stagione passata? RISPOSTA – Sì. DOMANDA - Le chiedevo se avrebbe appreso di notizie in Toscana nel 1974 relative alla programmazione di attentati? RISPOSTA – Sì, credo che il gruppo Toscano sia il gruppo del centro Italia che doveva fare una delle stragi, insomma ecco. DOMANDA – Cosa ricorda, lei ne parlò come di notizie apprese da Tuti in particolare, quindi durante la detenzione in carcere? RISPOSTA – Sì. Tuti sicuramente mi parlò che loro avevano partecipato, questo in carcere... Allora, guardi Tuti mi raccontò sicuramente che avevano partecipato alla questione che quando ci fu la manifestazione a Reggio Calabria, quando noi mettemmo la bomba a Lamezia Terme, loro avevano sparato, mitragliato contro i treni di passaggio per la Toscana etc. questo me lo raccontò in prima persona, sull’Italicus mi disse pure un particolare che lui Tuti andava negativo, diceva che non... Però una volta parlando mi disse: “Se scoprono che mio suocero lavora alle ferrovie”. Perché c’era un addizionale di pentrite nella bomba, lui ripeto, io non sono esperto, pur essendo esperto di bombe non sono esperto di esplosivi, lui però mi spiegò che c’era una pentrite dentro quella bomba, questo comunque, io lo dissi a suo tempo, non so se è mai stata controllata, che questa pentrite era direttamente, era di un esplosivo che era proprio diciamo delle ferrovie del tipo. Cioè c’era del pentriti militare in aggiunta Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 27 all’esplosivo, al tritolo credo della bomba. E lui mi disse: “Se uscisse fuori questo particolare me la fanno pagare la bomba”. Però non è che disse che era stato lui. Lo disse come... Anche perché penso che il suocero fosse di sinistra quindi non c’entrava niente con... Era un ferroviere. Però lui mi raccontò questo particolare. Sicuramente loro bombe ne hanno messe, anche perché in Toscano esplodevano le bombe, però ora... Tuti era anche abbastanza, su questo era anche abbastanza attento perché lei deve calcolare che io Tuti l’ho conosciuto negli anni ottanta quando poi le questioni, ognuno si teneva... Già c’era l’aria del famoso chiarimento, no? E questo chiarimento era diventato il metodo migliore per non parlare più di niente e ognuno si faceva, cioè alla... Fioravanti aveva ammazzato Mangiameli perché era fastidioso che ci aveva un bambino che piangeva la notte e non lo faceva dormire, una volta mi aveva pescato delle telline e aveva fatto gli spaghetti... Cioè ognuno, cioè praticamente eravamo diventati tutti dei santi. Cioè mentre prima che ci fosse il chiarimento in realtà c’era una volontà anche di parlare fra noi di questo genere, anche per chiarire, con il chiarimento ognuno diceva che era vergine, praticamente. No, noi non abbiamo niente a che spartire. Al massimo, massimo qualche... Cioè questo faceva anche un po’ schifo, nel senso che addirittura a me mi venivano a dire per esempio, Esposti io so benissimo che a volte si recava alla Pastrengo, lo sapevo. Però addirittura facevano capire che Esposti potesse essere legato ai servizi o addirittura potesse essere un confidente. Insomma cosa del genere ecco. Perché era morto però. I vivi erano Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 28 tutti dei santi, cioè in carcere nessuno più si attribuiva... Io per esempio sapevo benissimo, per avere avuto rapporti diretti con questi qua, dicevo prima del “battalion” anti Eta. E Concutelli che all’inizio mi aveva raccontato delle cose, addirittura io gli avevo detto una cosa a cui avevo partecipato a Barcellona etc. Dopo tutti e due nega... Anche quando parlavamo fra noi non ne parlavamo più. DOMANDA – Nel verbale del 19 gennaio del 1984 su questo tema delle riunioni in Toscana lei dice questo al Pubblico Ministero di Firenze: “Riferisco ora della situazione Toscana partendo dai discorsi che in varie occasioni mi sono stati fatti da Mario Tuti. Tuti mi disse praticamente che lui aveva aderito all’ambiente di Ordine Nuovo ma che aveva una posizione marginale. In pratica era il responsabile di Empoli”. RISPOSTA - Sì. DOMANDA – “Anzi una battuta tipica diceva che il suo capo era Franci”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Mario mi disse però – salto qualche riga – di avere partecipato ad alcune riunioni in Toscana del gruppo ordino vista in particolare mi parlò di una riunione ove era stato fatto intervenire Clemente Graziani. In queste riunioni Graziani parlò di colpire le ferrovie e i treni. Successivamente quando Tuti dopo il duplice omicidio come spiegherò fu lasciato a sé stesso, nell’ambiente fu fatta circolare la voce che gli attentati furono ordinati da un sosia di Graziani per scaricare Ordine Nuovo dalla responsabilità degli attentati alle ferrovie”. Ci spiega un po’? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 29 RISPOSTA - Sì, sì. Questa è una storia, sì è vero ne me parlò anche Calò. Niente, io Tuti aveva il gusto del paradosso toscano, però effettivamente, pare che prima degli omicidi non fosse una figura particolarmente importante. Cioè lui veniva dal M.S.I era più altro uno che voleva combattere. Uno serio diciamo, però lui diceva che in realtà all’interno di questo gruppo era un neofita, era un nuovo. E, infatti, scherzava sempre, io l’avevo conosciuto Franci, avevo incontrato Franci in due o tre occasioni che era un pacioccone questo Franci, era il classico facchino, baffoni, fascista, insomma quando parlavamo di Romualdi diceva: “Beh, però Romualdi è sempre una...” scusate il termine: “E’ sempre una sburata del duce, eh, mi raccomando”. Quei fascisti un po’ così, più di tipo folcloristico. Quindi per noi Franci era diciamo un ragazzo così, più... E lui diceva che: Franci comunque tieni presente che era il mio capo. Dice questo. Cioè lui ci scherzava sul... e pare che effettivamente fu fatta una riunione di Ordine Nuovo in cui si parlò di colpire le ferrovie. E l’ordine pare che venisse dato proprio da Clemente Graziani. DOMANDA – Ma cosa è il discorso, il sosia?
RISPOSTA – E cosa successe? Che in carcere nel famoso chiarimento gli ordinovisti a partire da... Dicevano: “guardate che è andato un sosia di Graziani – questa è proprio una barzelletta – che praticamente per scagionare Graziani da un’ipotesi di questo genere, dissero: “Hanno portato uno che gli somigliava e si è fatto passare per Graziani”. Ma penso che se sia vera questa storia è sicuramente una storia “butada”. Penso che non ci credessero neanche loro che la dicevano. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 30 Credo che Calore su questo vi possa essere più preciso insomma, perché forse lui l’ha vissuta in prima persona questo episodio. Non so se avete previsto di sentirlo, penso Sergio ne sappia di più di questa storia. DOMANDA – Nell’ambito di questo discorso, che poi viene ripreso il l’8 maggio del 1985 dinanzi al giudice di Bologna, si parla anche: progetti di attentati a basi americane. Ne ha un ricordo? Le leggo il passaggio? RISPOSTA – Sarà Camp Derby, però non... DOMANDA – Cosa ricorda di Camp Derby? RISPOSTA – Probabilmente sempre nell’ambito di fare... noi cioè, praticamente ecco lei deve entrare nella mentalità che avevamo che più col... Cioè colpire Carabinieri, colpire gli americani, colpire quelli più favorevoli al golpe, per noi era la tattica per spingerli a agire praticamente, quindi ecco sicuramente... Però non ricordo altro, insomma. Comunque ecco... DOMANDA – Le leggo quello che disse al giudice di Bologna? RISPOSTA – Sì. DOMANDA - L’8 maggio del 1985. Il discorso parte da questa cosa dei treni, delle ferrovie? RISPOSTA – Venti anni fa! DOMANDA – “Non ricordo la data di questa riunione, né so dire in quale luogo sia avvenuta. Certo è che secondo il Tuti si tenne anche essa in una casa di campagna”. Prima aveva spiegato: “Secondo il Tuti a una di queste parteciparono Graziani, Affaticado, Tomei e Cauchi”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Certo è che se secondo il Tuti...”, l’abbiamo detto. “E’ durante questo incontro che secondo il Tuti le ferrovie e i treni vennero indicati come un obiettivo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 31 primario da colpire al fine di conseguire in breve termine la destabilizzazione del paese. Secondo il Tuti questa riunione che ebbe un carattere immediatamente operativo, nel senso che non ebbe un carattere nettamente operativo nel senso che non vennero programmati specifici attentati”. RISPOSTA - Sì. DOMANDA – “Oltre al disegno di colpire le ferrovie venne formulata altresì l’ipotesi di compiere un attentato contro militari americani d’istanza a Camper Derby. Si trattava di colpirle con armi da fuoco di provenienza dell’est europeo. Il Tuti fu consultato in proposito quale esperto di armi e suggerì l’impiego di pistola Tocarev”. Tocarov forse? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Di altre marche cecoslovacche, fucili AH 47 di cui aveva disponibilità”. RISPOSTA – Sì. Aggiungo che Tuti aveva rapporti, era uno dei pochi che aveva rapporti con ustascia croati, quindi aveva possibilità di procurarsi armi iugoslave nell’ex est europeo insomma. Sì, sì. Ora che me lo legge, sì ricordo vagamente erano discorsi che mi fece Tuti, sì. E comunque sempre in questa logica che le sto dicendo erano. DOMANDA – Giovanni Rossi, lei lo ricorda il nome? RISPOSTA – Mario Rossi, forse. Giovanni Rossi non lo ricordo adesso. Io conosco bene Mario Rossi che è uno degli uomini di Concutelli che poi è stato anche nei Nar, Che é stato anche carcerato con me ad Ascoli Piceno. Lo conoscevo però da ragazzino io. DOMANDA – La verbalizzazione è del giudice di Bologna e che è Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 32 appena dopo che avrebbe fatto questo discorso di Camp Derby e delle armi dell’est europeo: “A precisazione a quanto ora verbalizzato faccio presente che non so in quale delle riunioni di cui mi parlò il Tuti venne decisa tale azione. Tuti mi disse che venne suggerita da Giovanni Rossi il quale era considerato il contatto tra Ordine Nuovo toscano e Ordine Nero. Tuti affermava che questo Giovanni Rossi manteneva i contatti con i gruppi milanesi di Ordine Nero”. RISPOSTA – Sì. Aspetti, io so che anche che c’era un altro, quello che ho detto prima Bumbaga che aveva rapporti. Evidentemente non lo ricordo proprio, però lei consideri che è una persona che non conosco quindi probabilmente 25 anni fa mi hanno fatto questo nome e io l’ho reso. Adesso a distanza di 25 anni uno che non conosco, il nome non me lo... Sinceramente non me lo posso proprio ricordare, dottore abbia paz... DOMANDA – Il nome Porta Casucci? RISPOSTA – Sì, mi pare quello lì che è stato... Ma qui sono una serie di personaggi strani. Perché anche l’operazione questa qui di Brescia diciamo contro i Mar fu.... Pare che fu fatta da persone che si presentavano spontaneamente ai Carabinieri o alla Polizia e dicevano: “Voglio avvertirvi che sta per succedere questo, sta per succedere quello”. Pare che ci sia, e Porta Casucci è un personaggio mi pare... Che comunque penso che lo volessero ammazzare per questo. DOMANDA – Sì. Un medico di Genova? RISPOSTA – Un medico di Genova, sì ricordo. Che credo si sia presentato una mattina non so da chi dicendo o dandogli una borsa di armi, una storia del genere e Tuti era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 33 furioso sì con... Era gente che volevamo ammazzare. DOMANDA – Sono sempre notizie che lei apprende da Tuti? RISPOSTA – Guardi non lo ricordo con precisione questo. So che comunque c’era una volontà di colpire questi personaggi strani. Anche perché non si capiva da dove sbucavano fuori queste persone, ha capito? DOMANDA – Completo la frase perché appunto si parla di questo nella verbalizzazione del giudice di Bologna: “In una di queste riunioni – quindi queste delle quali le parla Tuti – qualcuno propose altresì l’omicidio di un medico di Genova o di altra città ligure che mi sembra si chiami Porta Casucci”. RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – “Questi era ritenuto responsabile dell’arresto di alcune persone nel processo della Rosa dei Venti”? RISPOSTA – Sì, esatto. DOMANDA – “E Aveva abitudine di indossare divisa nazista”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Il Tuti mi riferì che tale progetto aveva avuto un inizio di attuazione, tant’è vero che insieme al Franci e altri si era recato città di residenza di questa persona e aveva fatto un sopralluogo alla sua abitazione”? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – E’ vero insomma? RISPOSTA – Sì, ora che me lo dice lo ricordo sì. C’era questo tipo di questi personaggi un po’ che uscivano fuori ogni tanto che... Insomma, a metà da mitomani e infami insomma. Però si pensava di colpirne qualcuno. Anche in carcere noi parlavamo, avevamo tutta una serie di nomi tipo, ora uno di Milano, Muggiani per esempio. Un altro Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 34 che si diceva insomma che come lo incontravamo lo dovevamo... Cioè che c’era una grande volontà di... Li aspettavamo come... Lì negli speciali poi eravamo pure un po’ inferociti dall’atmosfera che c’era, li aspettavamo, cioè come arrivavano li prendevamo. O li strangolavamo o li prendevamo a coltellate, erano progetti che se ne parlava continuamente di colpire questa gente qui. DOMANDA – A livello sempre progettuale ha mai sentito di un’ipotesi di un attentato all’arena di Verona? RISPOSTA – Non mi ricordo. DOMANDA – Lei ne parla in un verbale del 1984 e poi riprende l’argomento nel 1992. Nel 1984 il 23 gennaio del 1984 al Pubblico Ministero di Firenze, le leggo il passaggio magari che viene in mente qualcosa? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Lei disse: “Mi ricordo ora un altro discorso fattomi da Concutelli a Trani in epoca precedente” prima aveva parlato... RISPOSTA – Ah, sì, aspetti, così le posso.... mi viene in mente. Sarebbe quello dei triestini che poi lui aveva cercato di fermare? Quella là? DOMANDA – Sì, faccia un attimo mente locale. RISPOSTA - Così Concutelli mi.... Allora qui c’era sempre il solito discorso che... Sempre nel periodo chiamiamolo del chiarimento, fu detto che... Diciamo che io e Giusva avevamo un vantaggio rispetto agli altri che, come ho già spiegato prima, non avevamo questo legame forte di cameratismo, per noi un camerata sbagliava andava colpito per primo, anzi andava dato l’esempio. Mentre l’altri, non so per esempio Bonazzi, erano più Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 35 favorevoli in qualche maniera, sentivano più il peso della comunità diciamo. Concutelli a un certo punto prese posizione e disse: “Guarda anche io...” che addirittura aveva torturato dei camerati triestini perché li considerava delle persone che appunto facevano queste stragi indiscriminate etc. Ma una storia abbastanza vaga che non so neanche se sia una storia che ha tirato fuori per darsi una ripulita. DOMANDA – Che comunque fa Concutelli? RISPOSTA - Perché comunque Concutelli aveva la storia di Leidon, aveva la storia de... Concutelli aveva dei... per esempio agli occhi miei aveva dei precedenti. Quando nacque il chiarimento lui tutte queste storie le mise da parte, ha capito? DOMANDA – Comunque cosa dice di questa...? RISPOSTA – Lui appunto disse che voleva che... che aveva praticamente fermato, anche violentemente dei camerati triestini che intendevano fare delle stragi enormi indiscriminate fra cui ce ne era una probabilmente all’Arena di Verona che avrebbe colpito la popolazione. Però anche lì, poi sa, nascevano discorsi tipo: certo se ci troviamo con le spalle alla popolazione e ci abbiamo uno scontro a fuoco e la Polizia spara, colpisce qualcuno a noi non è ci fa... perché comunque sparge il ter... Erano sempre discorsi abbastanza ambigui insomma. Anche perché guardi le dico la verità, questi sono discorsi che sono stati fatti poi negli anni ottanta sull’onda dello spontaneismo, però chiunque avesse fatto politica prima, visto che comunque... cioè il discorso è semplice se noi tiravamo il primo passo della rivoluzione nazionale era il golpe. Il golpe si doveva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 36 inevitabilmente avendo rapporti con ambienti istituzionali sennò che golpe è insomma? Ecco capisco che voglio... Poi dopo tutti se li negavano. Cioè i Nar per esempio avevano cominciato a colpire con facilità Poliziotti, Carabinieri etc. e loro rivendicavano la loro carica rivoluzionaria e dice: noi siamo un’altra destra. Una destra diversa. Alla fine anche i vecchi si erano lasciati trascinare da questo tipo di... che insomma poi alla fine però ecco, qui entriamo in un discorso che poi alla fine siccome diventa giustificativo non necessariamente era tutto reale, insomma ecco questo voglio dire. DOMANDA – Lui, Concutelli, rivendicava il merito di avere evitato questa strage? RISPOSTA – Sì, questo episodio di avere evitato questa strage sì. DOMANDA – E diceva anche con un’azione violenta? RISPOSTA – Sì, sì, che aveva sequestrato questi camerati triestini. Non ha mai fatto capire se li ha ammazzati o torturati solo, sa comunque che c’erano dei camerati triestini che quelli di Ordine Nuovo e Concutelli avevano praticamente chiuso, catturato, portato da una parte, fatti parlare, fatti... in pratica una storia di questo genere. Ma io, sa questa è una storia su cui ho sempre nutrito seri dubbi perché comunque Concutelli con Fachini, con questi qua, cioè ma mi stessi superspontaneisti cioè se vogliamo andare poi alla realtà storica, Giusva Fioravanti e Cavallini erano appoggiati in Veneto. Il gruppo Veneto è sempre stato quello che aveva appoggiato tutti che avevano le strutture, i documenti, le armi etc. Quindi alla fine i Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 37 veneti erano stragisti in passato, quindi c’è poco da fare. Come si può dire che noi eravamo contro? Cioè il rapporto è sempre stato un po’ a trucco. Alla fine in una certa epoca, siccome era finito quel tipo di discorso, ci volevamo sentire rivoluzionari e allora all’interno del carcere tutti facevano discorsi... Però poi, sotto, sotto, si diceva che Giusva avesse ammazzato Pecorelli, Concutelli sicuramente aveva fatto l’anti Eta, quindi poi alla fine erano tutti discorsi diciamo che lasciavano il tempo che trovavano, nei fatti eravamo tutti compromessi in questo tipo di attività insomma. DOMANDA – L’argomento, dicevo prima, viene appunto accennato nel verbale 23 gennaio del 1984, poi viene ripreso il 26 aprile del 1992 dinanzi al giudice di Milano. RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Che per altro le sottopone un documento che è un memoriale a firma di tale Albanese Sansone e Alborghetti? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Lei ha conosciuto qualcuno di questi tre? RISPOSTA – Di questi tre in modo particolare no. Però so chi sono diciamo. Diciamo che noi con l’ambiente calabrese abbiamo avuto sempre una forte... La malavita calabrese, a Roma in modo particolare, e praticamente già dal tempo del sequestro di Paul Getty, quindi parliamo 1973, hanno sempre avuto rapporti forti con l’ambiente fascista diciamo. E anche in carcere quando avevamo delle situazioni di difficoltà i mafiosi calabresi erano sempre schierati dalla parte... Mentre per esempio che ne so, i cutoliani per dire, c’è stato un periodo che erano vicini ai brigatisti in carcere, quindi li Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 38 vivevamo anche come rivali, con i calabresi siccome c’erano rapporti esterni con i Di Stefano. Cioè i Di Stefano per esempio per dirgliene una, hanno appoggiato Freda, il primo periodo della sua latitanza è stato nascosto a Reggio Calabria protetto dai Di Stefano. DOMANDA – Sì, poi ne parliamo. RISPOSTA - Io stesso ho avuto rapporti spesso con, aspetta come si chiamano quei... Comunque il luogotenente, io ero molto amico del luogotenente che si chiama Logoteta, ora non mi sovviene in nome comunque praticamente un grosso boss calabrese che stava a Roma. Ci vedevamo spessissimo, eravamo proprio amici, si chiamava la famiglia, quelli che poi sono stati imputati di Paul Getty praticamente, ma il nome non mi viene, Zaza Mammoliti. Zaza Mammoliti. E quindi avevamo rapporti esterni. Io stesso avevo fatto, io so che poi è uscito fuori che l’ha raccontato un pentito calabrese che sapeva che io avevo fatto un favore, io veramente l’avevo fatto per i camerati, ai Di Stefano l’attentato a un pregiudicato romano, un certo Lamberto Cello. Quindi diciamo che con i calabresi c’era un rapporto sia prima, sia poi in galera molto forte. Poi con il fatto di Reggio Calabria, la rivolta a Reggio Calabria molti dicevano... Si presentavano proprio come camerati. Spesso avevamo, per esempio che ne so, un nome famoso Tiradritto quello che chiamavano Tiradritto, come si chiama pure questo, mo i nomi sono passati troppi anni, a Novara per esempio, comunque uno di una delle più grosse famiglie di 'ndrangheta, ancora attualmente lo leggiamo continuamente sui giornali, è una cosa controllabile, invece di stare con i malavitosi in Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 39 cortile, potete controllare anche quando è morto Buzzi, questo qua era l’unico comune che era presente, si chiamava... Quello che di soprannome lo chiamano Tiradritto. Comunque c’era questo particolare, era per darle un riscontro, questo stava in sezione con i fascisti invece di stare non so con i mafiosi con i cosi, a Novara si era fatto mettere in sezione con noi. DOMANDA – Andiamo con ordine, chiudiamo il discorso dell’Arena di Verona. In questo verbale le dicevo del 16 aprile del 1992, lei affronta l’argomento in questi termini: “Posso dire che di tale episodio avevo parlato nel corso dei primi interrogatori dinanzi al Pubblico Ministero di Firenze”, infatti, è quello che abbiamo visto del 1984? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – “Io avevo saputo da Concutelli nel corso della comune detenzione, e comunque in varie circostanze, che egli aveva sventato una strage che doveva avvenire nell’Arena di Verona. Strage che avrebbe dovuto fare parte della campagna di attentati del 1974”. RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Concutelli mi disse che lui o uno degli altri che erano intervenuti erano andati materialmente a recuperare la bomba che già era stata deposta...”. RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – “E che in seguito lo stesso Concutelli aveva sequestrato e sottoposto a una specie di interrogatorio uno di coloro che avevano organizzato tale attentato. Concutelli riferiva dell’organizzazione di questo attentato all’ambiente Veneto e accennava alla persona Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 40 che lui aveva personalmente interrogato come a un triestino”? RISPOSTA – Sì. Infatti, adesso ho un ricordo più... Lei deve capire poi passano gli anni e naturalmente... Però, sì, questa è la storia diciamo. DOMANDA – “Concutelli parlava di questo episodio come di un attentato che sarebbe stato inutile e ingestibile anche in quanto sarebbe stata una strage di grandi proporzioni rispetto alle precedenti di quegli anni”. RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Concutelli parlava abbastanza volentieri di questi episodi. Inizialmente per evidenziare la sua durezza e capacità all’interno dell’ambiente ed in seguito per accentuare le sue prese di posizioni contro le stragi”? RISPOSTA – Esatto. Nel periodo del chiarimento poi questo era diventato un argomento a dimostrazione che lui era sempre stato contrario alle stragi. Però diciamo, ripeto, lei deve tenere presente signor Pubblico Ministero, che negli anni settanta, in realtà cioè... Poi diciamo con la cultura seguente, in un certo senso anche io poi ero diventato contrario alle stragi etc. Però diciamo è un’ipocrisia perché ai tempi in cui eravamo coinvolti noi ragionavamo in un altro modo, pensavamo che comunque erano propedeutiche appunto al progetto, quindi... DOMANDA – Poi con riguardo a Alborghetti Valter, Albanese Giuseppe, Sansone Giuseppe lei dice: “Posso dire che non conosco Alborghetti Valter e conosce anche se solo di vista Sansone e Albanese”? RISPOSTA – Sì, probabilmente li ho incontrati in carcere. DOMANDA – “Non ho mai avuto specifici rapporti con loro al di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 41 là della comune detenzione in qualche carcere ma comunque entrambi erano detenuti comuni che frequentavano i grossi detenuti di destra in particolare Concutelli e Bonazzi”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – E’ vero questo, si ricorda che avevano questi rapporti? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – “In particolare durante la detenzione di questi ultimi all’Asinara”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “In particolare quando io ero detenuto in carcere ad Ascoli ed ero in cella con Bonazzi questo ultimo cercava sempre di andare a salutare o mandare i salutati ad Albanese che era isolato in altra sezione”. C’erano questi rapporti tra...? RISPOSTA – Sì, sì. Sicuramente sì, sì. Ma ripeto come ho spiegato è anche una cosa un po’ più vasta di così. Nel senso che proprio i detenuti calabresi solitamente venivano considerati quasi camerati, quasi... Perché credo che fossero proprio i Di Stefano che erano camerati, cioè che erano i capi dei capi diciamo di 'ndrangheta. DOMANDA – Affrontiamo un po’ questo discorso che abbiamo accennato prima ma anche alla scorsa udienza relativo alla fuga di Freda e ai contatti con la 'ndrangheta? RISPOSTA – Allora guardi, ora le racconto un episodio che mi viene in mente adesso che sembra anche da ridere però dà un’idea. Io ricordo uno che chiamavano Ciccio Fascista che era sempre un boss molto importante della 'ndrangheta, che per esempio mi parlava che... Una volta Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 42 mi parlò e mi disse, sempre a Trani, mi disse: “Sai Izzo, io mi interesso molto di politica internazionale”. A me mi colpì questo fatto. Dico: “Ah, si interessa di politica...”. “Sì, mi piace Khomeini”. Allora, diciamo per una persona semianalfabeta come era questo qua rimasi colpito, dissi: “Ammazzalo, le piace Khomeini”. Cioè era una cosa abbastanza particolare, no? E lui disse: “Sì, perché mi piace perché così lì le donne non vanno senza reggiseno. Sono severi”. Ecco c’aveva questo tipo di... Noi a quel tempo diciamo anche per comodo appoggiavamo questo modo di vedere un po’ alla calabrese diciamo, eravamo i reazionari in questo senso. DOMANDA – Va bene, al di là di questo, lei cosa sa della fuga di Freda? RISPOSTA – Ah, scusi. Allora della fuga di Freda niente, so tutto perché ci ha partecipato un mio carissimo amico che si chiama Benito Allatta. Dunque la fuga era organizzata da quelli che poi hanno messo l’autobomba a Milano quella precedente... Cioè quindi all’Ata, il cognato di Allata, Giuliano quel giro lì insomma, di ordinovisti che erano passati a costruire, a Costruiamo l’azione, diciamo al gruppo di Calore. Niente, lo vennero a prendere a Catanzaro con delle macchine e invece di portarlo verso nord dove tutti si sarebbero aspettati verso Roma o verso il Veneto, anche perché gli avevano proposto naturalmente di rifugiarsi presso le strutture venete, però lui non voleva convivere con Cavallini quindi preferì appoggiarsi ai calabresi, proprio alla mafia calabrese e fu portato in una specie di fattoria nei pressi Reggio Calabria. La persona che l’appoggiava era questo Romeo, questo che aveva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 43 organizzato che era una specie di consigliere dei Di Stefano e Freda si disse molto dispiaciuto di non avere approfondito. Perché Freda era un estimatore dalla 'ndrangheta calabrese e diceva: “Lei immagini che se noi riusciamo a trasformare la 'ndrangheta Calabrese in soldati politici, abbiamo una serie di killer, abbiamo proprio un esercito armato, forse anche più valido di quello che abbiamo attualmente”. Quindi era uno molto... che considerava. Oltretutto poi un’altra cosa, mi disse che nella fuga, sempre quando poi scappò che passò in Francia, fu appoggiato in una casa dove c’era stato sequestrato un certo Alessi, Alessio, mo non mi ricordo, un sequestrato insomma ecco, che era stato nella stessa casa in cui era stato appoggiato un sequestrato. Sempre strutture di 'ndrangheta comunque calabresi. Mo’ non so quale era l’interesse dei calabresi rispetto a questa questione, al di là del fatto che erano camerati, però questi erano i rapporti. So che anche ai tempi del golpe, Borghesi si era recato parecchie volte a Reggio Calabria dove aveva... I nomi che facemmo allo scorso interrogatorio: Fefè Zerbi, questi qua, pare che avessero rapporti anche molto stretti. Erano sempre a mezza strada diciamo in Calabria i rapporti fra Fronte Nazionale e ambienti di 'ndrangheta. Ma comunque ripeto, noi in carcere se arrivavi a un carcere dove non c’erano camerati chiedevi dove è la cella dei calabresi, insomma ecco. Questa per dirle l’atmosfera. DOMANDA – Nel discorso Ordine Nero.... RISPOSTA – Mi sono ricordato chi era Tiradritto, era Morabito. DOMANDA – Sì. Questo discorso dei rapporti con i calabresi, il Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 44 discorso Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale come è, ci sono delle distinzioni da fare, chi in particolare? RISPOSTA – Dunque Avanguardia Nazionale era molto forte in Calabria e so che comunque si spese molto durante la rivolta di Reggio Calabria, più di tutti gli altri gruppi. Però ripeto, poi alla fine diventa, guardi giudice, in un certo senso ci sono cascato pure io facendo i verbali, oggi con un po’ più di maturità, in verità tutte queste dif... Era veramente difficile poi definire una persona, io stesso diciamo avevo avuto rapporti diretti con Avanguardia Nazionale, ho frequentato la sede di via Arco della Ciambella etc. Le faccio un altro esempio Dantini, il mio capo, veniva dalle formazioni nazionali giovanili che era un gruppo paramissino, sarebbero quelli che negli anni sessanta assaltarono le Botteghe Oscure diciamo. Poi lui praticamente aveva rapporti con gente tipo Pascucci che era il capo di Avanguardia Nazionale nella zona nostra, stavano sempre insieme. Lui però era dirigente di Lotta di Popolo, e poi sotto, sotto, però era del Fronte Nazionale. Quindi vede, alla fine diventa abbastanza complicato, come le ho spiegato già l’altra volta, oggi mi rendo conto che in parte è stato anche un escamotage difensivo a volte cercare... Certo, ci sono stati anche gli scazzi fra i gruppi, però alla fine a livello veramente... Insomma lei deve pensare che Concutelli e Delle Chiaie in Spagna stavano insieme latitanti, insomma per dirle due nomi, per dire Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. Ecco questo quindi... DOMANDA – Ma a livello organizzativo la fuga da chi era stata gestita? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 45 RISPOSTA – Beh, penso Ordine Nuovo perché comunque Allatta era Ordine Nuovo. DOMANDA – Quindi Allatta come esecutore materiale insomma della...? RISPOSTA – Sì, della fuga sì. DOMANDA – Lei... RISPOSTA - Tra l’altro Allatta, ecco le do un riscontro, Allatta è quello che mi ha fatto avere la pistola con cui ho tentato l’evasione nel 1977 da Latina. Cioè, c’era il padre carcerato a Latina, Benito ha portato la pistola al padre e il padre se l’è riuscita infilare in una manica, in una finta manica, una tasca che aveva in una manica e la pistola è entrata così. Ecco per dirle avevo rapporti molto stretti. Anche in passato ero stato ad Aprilia parecchie volte. La famosa rapina a Fadlum, una delle più grosse rapine che sono avvenute a Roma Dior che era il cassiere praticamente di Re Idris in esilio, era sempre questo gruppo qua Allatta... DOMANDA – Lo stesso Allatta le parlò di questa fuga di Freda? RISPOSTA – Credo sicuramente me ne parlò anche Calore che io ricordo, perché... Perché con Allatta poi in galera, poi Allatta l’ho visto qualche volta ai processi, no, non credo che... Benito può darsi che il padre Pietro mi abbia parlato, però diciamo perché qui dobbiamo distinguere, io sono stato anche in cella con Pietro Allatta padre, diciamo che era carcerato per i fatti di Sezze. Però il ragazzo attivo Pietro era una mezza figura, era un pacioccone, il ragazzo attivo era il figlio Benito diciamo quello... DOMANDA – Ascolti, in questo verbale del 18 gennaio del 1984 al Pubblico Ministero di Firenze ci sono queste cose che Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 46 sta dicendo, c’è qualche elemento in più, le leggo quello che è verbalizzato così ci dice se è corretto e è conforme al suo ricordo anche di oggi più o meno. RISPOSTA - Sì. DOMANDA – Lei disse: “I rapporti da Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale sono dimostrati anche dal racconto che Freda mi fece della sua fuga dal carcere di Catanzaro. Freda mi disse che la fuga era stata organizzata da ex ordinovisti come Calore e Fachini e gli fu proposto di trovare rifugio in Veneto insieme a Gilberto Cavallini”? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – “Il Freda mi disse che, ma mi sembrò una scusa perché doveva avere già in mente di lasciare l’Italia quando evase, che non aveva accettato questa soluzione perché Cavallini secondo lui era un delinquente comune. Freda mi disse che scartata questa soluzione si era messo in contatto, una volta evaso, con vecchi elementi di Avanguardia Nazionale che avevano rapporti con la 'ndrangheta”. RISPOSTA - Esatto. DOMANDA – “Allora dapprima era stato tenuto nascosto in Calabria, accennò a una tenuta in campagna”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Dopo diverso tempo era andato in Liguria per passare la frontiera tra l’Italia e la Francia”. Ecco... RISPOSTA - Posso specificare che il contatto preciso era questo Romeo diciamo la figura di connessione. DOMANDA – Questo le volevo chiedere. Vecchi elementi di Avanguardia Nazionale il contatto era questo Romeo, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 47 Avvocato Romeo? RISPOSTA – Avvocato Romeo. DOMANDA – “In Liguria, così disse Freda era stato ospitato in una casa che era nella disponibilità dei malavitosi calabresi, casa nella quale doveva arrivare un sequestrato o un sequestrato era stato tenuto”. RISPOSTA - Sì. Credo un certo Alessi, Alessio una cosa così, al nord in Piemonte che comunque era un sequestro dei calabresi il Piemonte diciamo o a Ventimiglia ai confini con... o in Liguria insomma. Lei deve pensare comunque che già allora negli anni settanta diciamo il Piemonte in parte era stato colonizzato, Piemonte e Liguria erano stati in parte colonizzati dalla malavita calabrese, diciamo è sempre stata molto forte da quelle parti. DOMANDA – Invece il 16 aprile del 1992 al giudice riprende l’argomento dicendo: “In merito posso dire...” prendo atto che il documento, il documento è quello che abbiamo detto prima: Albanese, Sansone, Alborghetti? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Che abbiamo visto per la vicenda Arena di Verona? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Poi in quel verbale dinanzi al giudice istruttore viene esaminato anche il problema delle altri parti di quel documento. Lei dice: “Prendo atto che nel documento si fa accenno ad aiuti da parte dei gruppi mafiosi in Calabria nei confronti di Freda e Ventura in occasione della loro fuga e che appaiono citati quali persone vicino alla destra tali fratelli Di Stefano della Calabria. In merito posso dire che Freda mi ha raccontato che nei primi giorni della sua latitanza nella zona di Reggio Calabria, cioè dopo la sua fuga ma Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 48 prima dell’espatrio in Centro America, di essersi incontrato con uno dei fratelli De Stefano il quale mi aveva proposto di continuare la sua latitanza in Calabria protetto da loro e di mettere insieme a quelli di Avanguardia Nazionale un’organizzazione seria in Calabria. Freda parlando con me si dimostrava quasi rammaricato di non avere assolutamente seguito tali proposte”. RISPOSTA – Infatti, questo ho detto, oggi l’ho ridetto. Questo me lo ricordavo infatti, sì. DOMANDA – Quindi il discorso quindi Romeo è il primo tramite e questi De Sfefano? RISPOSTA – I De Stefano erano praticamente le persone che... Ma in effetti, ecco questo le dare un’idea di quanto le sto dicendo, io mi sono trovato poi nel 1974, nell’ottobre del 1974 quando appunto ci si parlava di questo attentato a questo pregiudicato romano, pressato da vari camerati. Da camerati tipo Signorelli, gente che non c’entrava niente, c’era sempre questo Romeo dietro che era di Avanguardia Nazionale, mentre questi erano di Ordine Nuovo. Cioè in pratica i rapporti con i calabresi erano di tutto l’ambiente fascista. Ecco le ho fatto l’esempio credo che non l’ho mai detto ma penso che sia indicativo, se io arrivavo a carcere speciale dove non c’erano camerati, avrei appunto chiesto: dove è la cella dei calabresi? Mi sarei appoggiato. Perché comunque avevano... Lei deve pensare anche che noi eravamo anche in carcere pochi rispetto i brigadisti, eh! Quindi anche lì avevamo una situazione di scontro continuo. Ecco le posso dire anche un altro episodio, io so che quando Tuti si scontrò con un messinese, uno che era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 49 sopranominato Faccisola, che poi credo dopo abbia collaborato, noi, infatti, lo cercavamo perché qui volevamo fare male a questo Faccisola, i calabresi si sono messi in mezzo e hanno frenato i siciliani. Gli ho detto ai siciliani: non vi permettete di toccare - pure a Favignana - non vi permettete di toccare i fascisti che ci trovate anche a noi. Insomma, ecco per dirle questo dà un quadro dell’atmosfera. DOMANDA – Sì, gli stessi temi poi vengono affrontati ma sono le stesse cose, poi le posso leggere nel verbale 14 aprile del 2000 dinanzi alla Corte d’Assise di Milano? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Dove appunto viene fatto anche il nome di Allata e del gruppo di Calore. Lei ha conosciuto Giannettini? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – In carcere? RISPOSTA – In carcere. DOMANDA – Con lui che tipo di rapporto ha avuto? RISPOSTA – Poco perché Giannettini era molto abbottonato. Era veramente... Allora Giannettini naturalmente a mia idea era proprio il prototipo del personaggio ambiguo perché comunque era dei servizi etc. Però i milanesi proprio mandavano a dire che invece, dice: è camerata al cento per cento, state tranquilli. Vi potete fidare completamente di Giannettini etc. DOMANDA – Chi è che diceva così? RISPOSTA – I milanesi, da Milano era arrivata questa cosa, quindi Zani. Zani sicuramente perché era quello che ci avevamo rapporti diretti, però veniva in particolare da Di Giovanni, da questi qua che a San Vittore erano stati con lui e dicevano: Questo è un grande camerata, state Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 50 tranquilli. E Giannettini, insomma tenere Giannettini in una sezione di carcere speciale ce volevo giusto io perché lì ammazzavano la gente solo perché parlava con il prete, insomma. Sì, un ragazzo fu ammazzato perché lo vedevano troppo spesso a parlare con il prete, dice: questo sta diventando infame. Quindi si immagini tenere uno spione del Sid là in un cortile era una cosa costosissima. Però io usando le mie amicizie, una certa cosa, dissi: “No, no, questo deve stare...” Anche perché Freda me lo chiese quindi mi misi in mezzo e dissi: “No, no, questa è una persona perbene e siamo noi che l’abbiamo infiltrato nei servizi segreti”. Questa era la cosa che... Però Giannettini diciamo era un tipo simpatico, scherzoso però difficilmente parlava di cose... Io, infatti, praticamente non ho avuto quasi confidenze da Giannettini sui fatti, forse qualche cosettina che ora non ricordo, però ricordo che era tipo abbonatissimo, infatti, credo che anche lì non credo di avere detto granché di Giannettini nei verbali. DOMANDA – Sì, lei affrontò l’argomento nel verbale al Pubblico Ministero di Firenze? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Nel verbale del 18 gennaio del 1984, ove dice: “Rammento che lì a Trani la prima volta che giunsero insieme Freda e Giannettini, Freda venne a parlare da solo con Concutelli chiedendogli come favore personale quello di molestare il Giannettini”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – "Il Giannettini era un tipo abbastanza chiuso, restio ad aprirsi e praticamente lì a Trani dove ha legato solo con me. E insieme si andava all’aria. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 51 Giannettini mi disse – e queste sono le poche cose insomma – mi disse che effettivamente Freda era una sua fonte informativa ai tempi in cui esso Giannettini lavorava per il Sid. Con me Giannettini diceva che il Freda lo informava solo sui compagni e cioè sulla sinistra. Il Giannettini con me si dichiarava estraneo ai fatti addebitati e sosteneva che il suo coinvolgimento era dovuto solo a una sua conoscenza marginale di quegli ambienti che era stato messo male da Ventura, cioè tirato in mezzo da Ventura che aveva fatto un polverone”. Quindi c’era questa critica? RISPOSTA – Sì. Però praticamente era un po’ la tesi difensiva ufficiale sua, quindi. Probabilmente a quel tempo non sapevo bene come, sa era proprio la prima collaborazione, quindi non riferivo un po’ tutto, perché non sapevo cosa potesse essere utile e cosa no, quindi probabilmente ero... Però diciamo ecco come vede non... In pratica non sapevo niente da Giannettini. Non ho... A parte questo particolare sì, che ha detto che Freda era una sua fonte sui comunisti. DOMANDA – Poi c’è questo particolare su Pozzan, ricorda qualcosa? RISPOSTA – Sì, che Pozzan dicevano che era il capo praticamente. DOMANDA – Che era il capo, cioè Giannettini diceva che era? RISPOSTA – No, Freda proprio diceva che Pozzan era... DOMANDA – Che Pozzan ebbe un ruolo importante? RISPOSTA – Che poi la questione che Pozzan aveva allargato... Aveva fatto il polverone che aveva impedito... DOMANDA – Che noi abbiamo visto l’altra volta. RISPOSTA - Che l’abbiamo già detto sì. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 52 DOMANDA – No, sul tema della fuga di Pozzan. RISPOSTA - Sì, Pozzan, questo si sapeva che era stato fatto scappare dai servizi segreti direttamente. DOMANDA – Giannettini diede qualche spiegazione di quell’episodio? RISPOSTA – Non me lo ricordo. Ricordo poi che io so che in Spagna praticamente Delle Chiaie si era ritrovato con tutto una serie di personaggi. Pomar era diventato capo del Fronte Nazionale, lo doveva rispettare perché anche se si era rubato i soldi del sequestro Cannevale, era capo del Fronte Nazionale. Pozzan che era stato fatto scappare dai servizi segreti però era uomo di Freda. Praticamente si trovano questi qua del gruppo Madrid che dovevano appoggiare tutti i tipi più strani perché comunque dall’Italia arrivano sollecitazioni in tal senso. Poi probabilmente ce l’avevano ancora loro i loro rapporti perché lì poi bisognerebbe... lì è una cosa così, lo dico oggi a posteriori, lì probabilmente dovrebbero essere gli spagnoli che hanno gli elementi. Sicuramente i servizi segreti spagnoli avranno elementi su queste storie. DOMANDA – Ascolti, su questo discorso Giannettini per quanto riguarda l’argomento, il 18 gennaio del 1984 lei aggiunge questo: "Giannettini diceva che la copertura – sulla fuga di Pozzan - Giannettini diceva che la copertura e la conseguente fuga dall’Italia per la fuga di Pozzan e il conseguente contatto con il Delle Chiaie, rientravano in una faida tra Sid e Affari Riservati”. RISPOSTA – Sì, sì. Ecco questo... DOMANDA – Se può dire sennò le leggo quello che disse. RISPOSTA - Sì. Comunque ecco che c’era comunque una situazione Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 53 di inimicizia fra gli Affari Riservati che erano più vicini a Delle Chiaie diciamo e il Sid che era più vicino ad altri ambienti, diciamo questa più o meno doveva essere la divisione che io ricordo oggi. DOMANDA – Le leggo quello che disse: “Dunque rientrava in una faida tra Sid e Affari Riservati. Nel senso che il Sid l’aveva portato in Spagna ma lì l’aveva messo nelle mani di Delle Chiaie che era uomo degli Affari Riservati e ciò per coinvolgere gli Affari Riservati nell’inchiesta di Piazza Fontana”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “ Giannettini faceva anche riferimento alla storia del mitra scomparso dal Ministero degli Interni – quindi con riferimento al Golpe – e diceva che vi era stato una specie di balletto tra Affari Riservati da un lato e Sid dall’altro per vedere di ritrovare questo mitra. Gli uni per coprire l’avvenimento ingresso nel Ministero, e gli altri per dimostrare che c’era stato”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Giannettini diceva che Avanguardia Nazionale un successo l’aveva ottenuto riuscendo a creare anche attraverso un’abile campagna di stampa l’opinione che il golpe del dicembre del 1970 fosse una burletta”. Questi sono questi tre temi insomma? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – La burletta, il mitra e questo discorso della...? RISPOSTA – Sì, esatto. Però più o meno discorsi risaputi questi diciamo. Ecco come vede non mi diceva nulla di... DOMANDA – Questo è, niente di più? RISPOSTA – Sì, sì. Io posso dirle un particolare, che forse Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 54 lei non ha questo verbale che io comunque ho detto al giudice Salvini, mi chiesero a un certo punto, sempre nel periodo parliamo proprio dell’estate del 1974 quando ormai era abbastanza scoraggiato. Io ho vissuto in prima persona un episodio particolare. Io ero... Santillo, avevano creato una struttura antiterrorismo guidata da un certo Santillo. Questo Santillo era amico di famiglia perché avevamo vissuto... i miei familiari lo conoscevano, eravamo stati in albergo insieme una vacanza, insomma... Cioè si erano conosciuti etc. Seppero che io ero amico di Santillo e mi chiesero di avvicinarlo per fargli una trappola perché questo Santillo pare fosse la prima volta che una struttura che dava fastidio proprio agli Affari Riservati, che erano stati sciolti, insomma proprio acquisito un odio... Ed io rifiutai naturalmente, perché a parte che ormai ero fuori, ripeto avevo un po’... e in più non mi... cioè mi dovevo esporre in prima persona, poi mi dava fastidio l’idea di tirare in trappola un amico di famiglia, capito? Offrirmi come confidente e poi potergli tirare la trappola per fargli un attentato di cui poi sarei rimasto io coinvolto comunque. Insomma rifiutai in malo modo. Ora questa è una mia cosa però le dico un fatto che mi avvenne pochi settimane dopo. Poco dopo il mio rifiuto, questo è un fatto che si può controllare, io stavo andando in macchina fra Roma e Ostia con Valerio Iccei, e ci venne addosso un camion rubato. Cioè ci fu fatto proprio un attentato, cioè questo camion rubato ci venne addosso sulla macchina. Noi sbandammo però evitammo i lampioni, cioè all’Eur dove stavamo camminando, cioè proprio dovevamo morire quel giorno con Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 55 l’incidente, perché camminavamo anche a velocità molto alta su una via di scorrimento che si chiama Cristoforo Colombo, e sbandammo e uscimmo di strada. Siccome capimmo subito che non era una cosa normale, eravamo armati tutti e due, ci buttammo fuori dalla macchina e puntammo questi qua che erano sul camion. Il camion proseguì di cinquanta metri, fu abbandonato e una Giulia se li portò via. Arrivarono i Carabinieri, noi naturalmente rimettemmo le pistole addosso e dicemmo: “Ci abbiamo avuto un incidente”. Alla fine i Carabinieri si convinsero, siccome la macchina era blu, disse: Magari ci hanno scambiato per voi, questo è rubato etc.”. Però diciamo io naturalmente potevo avere anche altre questioni di malavita, insomma. Però mi avrebbero cercato di sparare, quel tipo di attentato che mi fu fatto con... Ripeto c’è un verbale, è una cosa controllabile diciamo quella che sto dicendo. Fu fatta immediatamente dopo che io mi rifiutai questa circostanza e a me nessuno mi leva dalla testa che fu una cosa organizzata comunque da persone che non erano malavitosi insomma. DOMANDA – Con riguardo agli arresti in Spagna subiti dal gruppo ordinovista? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Lei ebbe notizie da qualcuno che venivano attribuite delle responsabilità a qualcuno? RISPOSTA – Guardi io già quando ero fuori conobbi Scerid, sarebbe il fratello di quel Noè Scerid che fu carcerato poi in Algeria di cui parla sempre Concutelli, no? Cassor l’americano e Noè, e questo qua Giampiero, “Jean Paul” non mi ricordo comunque Scerid era il fratello, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 56 era un “pied noir” che io conoscevo, lo conobbi. E questo già dava le colpe, una volta dice, questo era implicato fino al collo nell’anti Eta. Infatti, credo poi sia morto anni dopo piazzando una bomba o “Biariz” da qualche parte, cioè stava facendo un attentato contro l’Eta e saltò in aria lui. Quindi ecco questo per dire che era un elemento certamente legato a quel tipo di ambiente, addirittura poi al gruppo che si chiamava Gal che è un gruppo subentrato dopo, e questo mi diceva che l’uomo che aveva tutti i rapporti con i servizi, con la... L’uomo potente era Delle Chiaie e questo Delle Chiaie a suo piacimento faceva arrestare o faceva... Poi questa cosa uscì fuori nel discorso... Perché quando Pozzan fu estradato in Italia, fece una sparata al processo per piazza Fontana contro Delle Chiaie, lo chiamò il Proconsole, disse: “Lui ha fatto arrestare la gente etc.”. Rognoni pure che fece un mezzo discorso di questo genere che disse: "Però i panni sporchi vanno lavati in famiglia, non dobbiamo...” Comunque certamente, ecco in questo caso si salvarono tutti gli elementi più vicini a Delle Chiaie, ma anche tipo Cauchi, tipo questi qua. Quelli più implicati con i servizi segreti spagnoli. Mentre alcuni furono consegnati all’Italia appena morì Franco. Insomma appena meno questo tipo di cosa. DOMANDA – Con riguardo a queste vicende le raccontò mai qualcosa? RISPOSTA – Scusi? DOMANDA – Concutelli con riguardo...? RISPOSTA – Beh, Concutelli me ne parlò tanto perché lui veniva dalla Spagna. E, infatti, ora ricordo pure la questione Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 57 che mi chiese l’altra volta, ho fatto mente locale del convento di suore dove dovevano fare... E’ vero, è vero. Mi sono ricordato me ne parlò Concutelli come una cosa quasi fatta, praticamente. Però io non le ho mai viste queste mitragliette diciamo, però... DOMANDA – Le mitragliette che dovevano essere realizzate nel Comano? RISPOSTA – Esatto, sì. DOMANDA – E Concutelli che cosa diceva con riguardo a questa retata, attribuiva la responsabilità a qualcuno? RISPOSTA – Lui pure probabilmente... Alla fine naturalmente c’era palleggio nei confronti, in modo particolare... Diciamo che Delle Chiaie e i suoi si erano salvati quindi si presumeva che c’entravano loro in linea di massima, però non so fino a che punto non erano questioni anche interne loro. Io non so se queste sono cose vere o accuse che venivano... DOMANDA – Sì, questo è chiaro. Il discorso è se Concutelli sapeva queste cose? RISPOSTA – Sì, sì. Concutelli diceva che... Concutelli all’inizio... Allora, Concutelli all’inizio diceva che Delle Chiaie era un confusionario che era in buona fede che però alla fine non ci... Era implicati in tali e tali giochi che alla fine non ci capiva manco lui cosa doveva... Quindi comunque dava delle conclusioni diciamo di tipo giustificativo. Poi, man mano si è sempre più inferocito in carcere e ha cercato... E cercava sempre, specie nel periodo del chiarimento ha cercato sempre più di attribuire, sempre il solito gioco: Ordine Nuovo è pulito, sono Avanguardia gli sporchi, Delle Chiaie è lo sporco. Fino al punto che poi ha ammazzato Palladino. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 58 Insomma, ecco voglio dire. Anche se Palladino è morto per il tradimento a Giorgio Vale, però diciamo comunque c’era un odio nei confronti di questi Avanguardia Nazionale. Io tra l’altro fui anche io vittima di un episodio in questo senso che ad Ascoli Piceno un certo Gaetano Sinatti, un toscano legato ad Avanguardia Nazionale, molto, molto legato ad Avanguardia Nazionale, per paura di essere ammazzato tentò di prevenirmi, no? Tentò un accoltellamento nel cortile in cui mi trovai pure io coinvolto, però naturalmente se ne dovette scappare dal cortile. Però questo le dà idea di una situazione che ormai era arrivata... Cioè su Avanguardia Nazionale si era scaricata... Sugli avanguardisti puri si erano scaricate tutte queste colpe. Poi ripeto, io oggi a posteriori con l’esperienza, avendoci riflettuto sopra, penso che in parte era quanto meno ingiusto attribuire ad Avanguardia Nazionale tutte... DOMANDA – Sì, ma questo è un discorso per capire ciò che venne detto. Insomma, poi... RISPOSTA - Però questo veniva detto, sì, sì. DOMANDA – Lei il 19 gennaio... RISPOSTA - Beh, addirittura ci scappò il morto, quindi insomma non è che fu una cosa... Credo nel 1982 Palladino fu strangolato a Padova dai Nar e da Concutelli per questa ragione qui. DOMANDA – Su questa cosa di Concutelli il 19 gennaio del 1984 lei dice al Pubblico Ministero di Firenze: “Concutelli faceva sapere...” perché aveva messo in giro delle voci carcerarie all’Asinara che Rognoni non era persona perbene. RISPOSTA - Sì. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 59 DOMANDA – E poi spiega: “Concutelli faceva sapere che Rognoni non era persona perbene perché con Delle Chiaie aveva fatto fare la retata degli ordinovisti in Spagna”? RISPOSTA – Sì, sì. Erano quelli che si erano salvati, sì, sì. DOMANDA – Lui sosteneva questo, poi che fosse vero non può sapere. RISPOSTA – Sì, sì. Questo però è quello che dicevano, sì. DOMANDA – Che diceva lui? RISPOSTA – Lo confermo. DOMANDA – Vi era stato una serie di tentativi di unificazione tra Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale? RISPOSTA – Sì, tra l’altro c’è stato proprio nel 1975, io ancora ero fuori. Ripeto era già un periodo che facevo molto meno politica però io so la famosa riunione ai Castelli Romani, di cui ho già accennato nello scorso interrogatorio, quella fu proprio una cosa di riunione. Però per esempio io allora li presi in giro perché io allora fui... DOMANDA – Lei era presente a quella riunione? RISPOSTA – Alla riunione, quella riunione in particolare no. Però fui avvicinato con il mio gruppo. Però per dirti mi chiesero questi di Avanguardia Nazionale, l’ho raccontato, mi chiesero una scheda in cui lei mi deve dire: Esposito, Guido, Ghira che cosa hanno fatto, che cosa sarebbero in grado di fare. Praticamente una scheda tipo... Consegno una scheda, cioè mi faccio ammazzare praticamente. Vivevano in un mondo tutto loro. Loro... Insomma proprio da servizi insomma. Ma d’altra parte anche in carcere per esempio questo Sinatti era un tipo che si ritagliava tutti gli articoli, cioè lavoravano proprio... Avevano una mentalità proprio di gruppo di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 60 studio. Si ritagliavano tutti gli articoli che secondo loro... le notizie. Praticamente, loro avevano come un archivio. Avevano una mentalità di archivio proprio in maniera incredibile, archivisti. Per me naturalmente era completamente... Ormai ero molto, anche il malavitoso era completamente estraneo al mio modo di vedere le cose. Quindi diciamo ho aderito a chiacchiere, cioè nel senso io non mi sono staccato per motivi sentimentali e poi in carcere mi sono riavvicinato per tante ragioni. Però in realtà ormai li prendevo più che altro in giro quando ci parlavo nel 1975. Mi facevano... Li trovavo, ha capito, un po’ penosi pure, insomma. DOMANDA – In questo verbale del 12 aprile del 1985 alla Corte d’Assise a Bari lei con riferimento a questa riunione di Albano nel 1975, dice una cosa con riguardo al gruppo Veneto. Le chiedo un chiarimento. Le leggo intanto quello che disse: “Nel 1975 in occasione della fusione di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, fusione sancita con incontro dei rispettivi dirigenti in una valle di Albano, si parlò del gruppo Veneto in una maniera anomala perché tanto Ordine Nuovo quanto Avanguardia Nazionale lo rivendicavano come appartenenti alla loro organizzazione”. RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Cosa significa? RISPOSTA – Che naturalmente si sapeva che il gruppo Veneto era ordinovista, però alla riunione quando misero in campo le forze quelli di Avanguardia Nazionale improvvisamente dissero: sì,... Parlarono di camerati, di questo gruppo come fossero gente loro. Questo per dirle come era poi in realtà ambigua la situazione, insomma. Cioè quando Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 61 dissero: allora riuniamo le forze, noi abbiamo questo gruppo in Toscana, voi avete questo gruppo a Messina, e il gruppo Veneto ambedue lo rivendicavano come gruppo... DOMANDA – E Avanguardia Nazionale lo rivendicava come gruppo loro? RISPOSTA – Sì, come aventi elementi dentro questo gruppo loro, insomma. DOMANDA – Nel verbale in Corte d’Assise a Venezia del 24 ottobre del 1988, fu ripreso questo tema con riferimento proprio alla figura di Fachini. Lei dice: “Quando nel 1975 ci fu la riunione ad Albano per la riunificazione di An e On, Fachini venne presentato come esponente di ambedue le organizzazioni per il Veneto”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “La situazione del Veneto era simile in tutto a quella milanese”. Quindi cosa significa, cioè...? RISPOSTA – Anche a Milano per esempio un Di Giovanni dove lo piazziamo con Avanguardia Nazionale, un Ordine Nero? Capisce che voglio dire? In realtà cioè esistevano dei personaggi che erano tali, a cavallo all’interno di questi mondi che in pratica poi ogni gruppo pensava... Per esempio, probabilmente quelli di Avanguardia in buona fede hanno detto: sì, noi nel gruppo Veneto abbiamo gente nostra... Comunque sicuramente erano ordinovisti il gruppo Veneto, diciamo almeno in origine, però... DOMANDA – Ascolti, con riguardo all’Italicus, lei in un paio di verbali fa riferimento a circostanze apprese sempre nell’ambiente che indicavano in particolare una persona come...? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 62 RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Cosa ricorda sul punto? RISPOSTA – Ricordo che alla fine c’era, non mi ricordo chi me ne parlò, comunque che alla fine attribuirono ai gubbini, ai perugini addirittura l’attentato dell’Italicus, proprio a Ordine Nuovo diciamo. Però questo... Tuti era tutto contento quando per esempio si facevano questi discorsi perché diceva: io lo sapevo che noi non c’entravamo niente. Capito? Però che le devo dire? Ecco questi sono verbali particolarmente ambigui, perché appunto ripeto, secondo me tutti i verbali del chiarimento, io giustamente ho riferito le cose come le sapevo e diciamo perché questo era il patto che avevo fatto con Vigna, quindi ho detto le cose... Però oggi a posteriori devo dire che tutti i verbali del chiarimento hanno questo tipo di pecca diciamo, che appunto perché erano verbali del chiarimento diciamo, all’interno del carcere, diciamo tutto quello che ho raccontato riguardo a quel periodo, era particolarmente ambiguo perché ognuno cercava di difendere il suo orticello. Quindi ora la credibilità di questo tipo di... Mentre le cose che ho vissuto, le cose che ho detto, capisce, sono molto più tranquillo, rispetto a queste questioni ho dei seri dubbi perché, ripeto mi consta a me alcuni fatti. Per esempio, ripeto, la questione spagnola, Concutelli la raccontava in un modo che io so che non era vera, insomma, per averla vissuta in prima persona, per avere conosciuto Scerid, per avere avuto a che fare con loro, insomma. DOMANDA – Il 19 gennaio del 1984, appunto in quel contesto di quei verbali al Pubblico Ministero di Firenze, lei Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 63 disse: “Concutelli e Signorelli in varie epoche sia risalenti che prossime mi hanno confermato che Pugliese era capo di Ordine Nuovo per Toscana e Umbria all’epoca degli attentati 1974, 1975. In più Signorelli quando io gli ponevo domande diceva che lui con quelle storie non c’entrava nulla e tutto faceva capo a Pugliese. Di più mi parlò dell’attentato dell’Italicus il Signorelli attribuendone l’esecuzione materiale al gruppo di Perugia e l’organizzazione del Pugliese”? RISPOSTA – Sì. E lì pure giocavano sul fatto che Pugliese era M+N, cioè mentre lui era Centro Studi, allora giocavano sempre su questo fatto, dice: sì, se c’entravano, ci entrano questi qua però sono M+N. In effetti, c’è la questione di Graziani che era andato in Toscana a parlare. Tra l’altro mi è venuto in mente un’altra cosa che Tuti aveva detto: se Graziani viene in carcere, io lo strangolo e poi dico: No, ma ho strangolato – questo era per dire la... – ho strangolato il sosia. Questo è il sosia che è venuto. Cioè hanno arrestato il sosia di Graziano. Faceva sempre queste battute. Ma penso che oggi a distanza di tempo pure che hanno preso una posizione ai tempi di chiusura. Queste cose penso che le ammetterebbero senza problemi, perché ormai sono diventate quasi... Tuti era molto avvelenato su questa questione perché se veramente fosse innocente sull’Italicus, cosa di cui non sono affatto certo, certo gli rodeva il culo che – scusate il termine – gli dava fastidio che questi qua avessero fatto l’attentato e fosse poi stata attribuita ai Toscani, praticamente. DOMANDA – L’argomento viene ripreso in un verbale del 31 gennaio del 1994. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 64 RISPOSTA - Ah, quelli di Avanguardia Nazionale fecero pure un attentato a Pugliese, ecco questo so. C’è un riscontro però a questa questione. DOMANDA – Lei parla in questo verbale del 31 gennaio del 1994 di un progetto di eliminazione di Pugliese? RISPOSTA – Sì, ma addirittura fu anche sparato Pugliese comunque da Gnappetta, da gente di Avanguardia Nazionale, comunque. Fu una delle poche azioni che ha fatto Avanguardia Nazionale a Roma proprio come Avanguardia Nazionale. Proprio perché dicevano che Pugliese faceva questo genere di attività, mandava a ragazzini a mettere le bombe. DOMANDA – Lei disse in questo verbale del 1994, 31 gennaio: “Il Dantini mi spiegò che voleva eliminare il Pugliesi in quanto dovevamo fare un favore a qualcuno. Lasciò la cosa nel vago. Reagii dicendogli che non ero il suo soldatino e che mi spiegasse. Gli contestai in quell’occasione che avesse dei rapporti con ambienti istituzionali e che a questo punto erano inutili e pericolosi visto che il golpe non c’era stato. Lui mi spiegò che era Pugliese ad avere rapporti questo tipo di rapporti”? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “E mi disse che occorreva ucciderlo perché aveva fatto la strage dell’Italicus quando ormai non serviva più per il golpe, unicamente per suoi giochi interni nell’ambito del partito del...” RISPOSTA - Sì. Questo posso essere più preciso. Allora l’avvenimento lo situiamo dopo, diciamo l’estate del 1974, quando io quindi avevo... Ogni tanto io venivo riavvicinato come le ho detto da questi qua che mi Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 65 riproponevano, mi volevano ricoinvolgere, no? Ed io spesso cominciavo a trattarli male perché cominciavo a dire: signori parliamoci chiaro qua chi è che c’ha...? Anche perché erano delle nate delle questioni, io dicevo: ma alla fine io un domani posso avere messo una bomba in buona fede per voi e voi domani mi scaricate dicendo: tu hai messo la bomba.. Capisce, questa è la situazione. E Dantini effettivamente in questo genere... Una volta in una discussione di questo genere, perché Dantini mi contestava dice: tu ormai... Io ripeto era un periodo che ero molto impaccato di soldi, no? Quindi mi ero fatto macchina grossa, la moto grossa, giravo. Andavo molto alle feste. Facevo un altro genere di vita e lui mi diceva: tu ti sei imborghesito. A me mi mandava in bestia quando mi diceva così e io gli contestavo, gli rispondevo sempre in malomodo etc. E appunto nacque la discussione e gli dissi: “Ma parliamoci chiaro tu i rapporti con gli ambienti istituzionali ce li hai tu mica io. Cioè obbedivo a te”. E lui mi disse: “No, guarda che noi siamo sempre rimasti fuori anche se volevamo stare nel golpe però i rapporti non ce li abbiamo mai avuti diretti noi”. E attribuiva tutto a questo Peppino Pugliese che poi fu sparato tempo dopo da questi di Avanguardia Nazionale. Io, forse allora quando ho fatto il verbale, non lo ricordavo o non l’ho detto o non mi è venuto in mente. Però ricordo con precisione che poi... Perché ho saputo pure da chi è stato sparato dopo, da un ragazzo che è morto in un incidente d’auto, un figlioccio di Delle Chiaie che si chiamava di soprannome Gnappetta. E’ quello che ha fatto la rapina, così lo dico se lo volete identificare però è morto, la Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 66 rapina al calzaturificio di Bologna con Zani. Zani ha fatto una rapina a un calzaturificio a Bologna, gli stipendi, e un ragazzo romano di Avanguardia Nazionale ha fatto la rapina con lui che io non ricordo il nome però si chiama Gnappetta di soprannome. DOMANDA – Dantini accusava il Pugliese di avere fatto l’Italicus senza alcuna prospettiva politica? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – Unicamente di trasmettere un avvertimento? RISPOSTA – Esatto. Lui diceva che alla fine l’Italicus, ormai il golpe non c’era più, quindi l’Italicus era stata una strage inutile e che addirittura era stata fatta per fare un avvertimento. Cioè la spiegò in questa maniera, non Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo la spiegò in un’altra maniera. Me lo spiegò dicendomi, posso essere preciso su questo: è stato un avvertimento dei... Voleva fare capire, cioè c’era una ridefinizione degli equilibri, cioè si era abbandonata l’idea di golpe. Lui ha voluto dire: non è che mo ci potete scaricare. Cioè la strage voleva essere un avvertimento alla classe alta, diciamo alla categoria alta del partito del golpe dicendogli: guarda che noi esistiamo, abbiamo fatto i morti, abbiamo fatto la guerra mo non è che voi vi mettete d’accordo, vi spartite... Vi mettete d’accordo fra voi e ci abbandonate, ci scaricate a noi, la strage dell’Italicus addirittura veniva attribuita non più a una funzione strettamente golpista ma veniva attribuita a una questione interna. Cioè la manovalanza che diceva: guardate che noi ci siamo, insomma. DOMANDA – Quanto alla figura di Ventura invece, ha mai avuto notizie da qualcuno? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 67 RISPOSTA – Sì, da Freda credo che me ne abbia parlato e credo che più o meno che Ventura sia scappato addirittura con meno appoggi di lui insomma, però ora non ricordo granché. DOMANDA – E’ nel verbale del 18 gennaio... RISPOSTA - Quello so comunque. DOMANDA – Verbale Pubblico Ministero di Firenze dove richiama un ruolo di Fachini: “Freda mi disse che Ventura veniva aiutato anche lui da Fachini per allontanarsi...? RISPOSTA – Sì, sì, è stato aiutato da Fachini direttamente, sì. DOMANDA – E’ un racconto che le fa Freda sempre? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Riguardo al mancato attentato al CSM a Roma ci sa dire qualcosa? RISPOSTA – E’ stato Marcello Iannilli, il gruppo di Movimento Rivoluzionario Popolare. Alcuni dicevano, questo però in un’epoca molto successiva, diciamo l’epoca delle bombe del 1979, 1980, di Sergio Calore, questo gruppo qua insomma. Questo ricordo di questo attentato. E’ attentato che si sospetta che potesse stragista insomma, anche perché c’era la cosa degli alpini. Mentre l’attentato a Regina Coeli, erano attentati evidentemente contro obiettivi, l’attentato al CSM c’è il sospetto che potesse essere un attentato stragista. DOMANDA – Nel senso che per le circostanze di luogo e di tempo? RISPOSTA – Le circostanze di luogo e di tempo, poi anche la quantità di esplosivo in mezzo a una piazza, chi conosce piazza dove sta il CSM sa che... Poi c’erano gli alpini che sfilavano, quindi insomma... Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 68 DOMANDA – E Signorelli le parlò mai di quel progetto? RISPOSTA – Signorelli mi parlò che lui era dentro MRP quando... Addirittura quando ci incontrammo la prima volta, noi ci incontrammo nel 1979, a Rebibbia, io conobbi Calore in quell’occasione e vi incontrai Signorelli a Rebibbia. Lui era venuto lì a fare un processo a Rebibbia e al braccio speciale mi ricordo che c’era Turatello, Danilo Bresciani, tutti amici miei c’erano, gente della banda della Magliana etc. E arrivò Signorelli e lo facemmo accogliere. Signorelli rimase contentissimo perché l’accolsero come... Io gli dissi chi era un bravo ragazzo, che dovevo dire era un camerata? E quindi l’accolsero benissimo. Tutti: professore di qua, professore di là. Lo trattavano bene. Mentre Calore che era un po’ più spinoso di carattere, non sapeva prenderli i malavitosi, se la tirava un po’ troppo da politico ed era un po’ antipatico a tutti. Tra l’altro io fui imputato per l’MRP per una lettera, perché quando partii da Roma e ritornai a Trani, gli mandai una lettera a Signorelli con i saluti di Danilo Abbruciati etc. E per questo il giudice di Rieti sequestrò la lettera e mi fece un avviso di garanzia a me per l’MRP. Comunque non c’entravo niente, semplicemente li avevo incontrati a Rebibbia. DOMANDA – Nel verbale del 7 febbraio del 1984 e in precedenza in un verbale del 20 gennaio del 1984 fa riferimento ad una preoccupazione di Signorelli con riguardo alla vicenda...? RISPOSTA – Sì. Il figlio mi pare che aveva fatto qualcosa, c’entrava su qualche cosa, sì. Sì, aveva rapinato una delle macchine che erano state usate, lui era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 69 preoccupato per questo. DOMANDA – Lei parla di questa preoccupazione con riferimento...? RISPOSTA – Dice: se arrivano a Luca poi arrivano... poi chiudono il cerchio e arrivano a me direttamente. Perché Signorelli voleva fare capire che comunque lui era il capo dell’MRP in pratica, insomma. DOMANDA – “Signorelli manifestava preoccupazione con riferimento alla vettura usata per compiere l’attentato”, l’attentato al CSM? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – “Egli disse che questa vettura era stata rapinata dal figlio Luca e aggiungeva che non essendo la vettura esplosa egli aveva preoccupazione...”? RISPOSTA – Che ci fossero le impronte, sì. DOMANDA – “Le impronte lasciate sulla vettura si potesse risalire al figlio e poi a lui”? RISPOSTA – Esatto. A Luca, sì, sì. DOMANDA – E con riguardo alla figura di Pierluigi Pagliai ha qualche conoscenza? RISPOSTA – Era avanguardista diciamo. DOMANDA – L’ha conosciuto lei? RISPOSTA – No, non l’ho conosciuto perché credo sia latitante da allora. Credo che l’abbia conosciuto Ghira a casa di Degli Occhi mi parlò. Perché Ghira un periodo fu mandato in un collegio in Piemonte, i genitori erano disperati per i troppi casini che faceva etc. Aveva messo incinta una ragazza, insomma una storia così e lo mandarono in collegio in Piemonte. E lui faceva i fine settimana, perché siccome era troppo lontano per tornare a Roma, a casa di Degli Occhi, che il figlio di Degli Occhi Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 70 dell’Avvocato, era suo compagno di collegio. Le posso dire pure quale era il collegio, il collegio dei Rosviniani a Domodossola ed erano compagni di scuola Degli Occhi e Andrea Ghira. E credo che in questo ambito abbia conosciuto un po’ tutti questi sanbabilini e anche questi ragazzi bresciani tra cui appunto... Ma Ghira mi diceva che quando li aveva conosciuti lui erano proprio ragazzini questi qua. Quindi questo più o meno ricordo. Forse non l’ho mai detto perché... Ora me lo sta chiedendo lei, però questo... DOMANDA – Ascolti, Freda poi venne aggredito quando era in carcere a Novara nel 1982? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Lei era...? RISPOSTA – Ero ad Ascoli Piceno. DOMANDA – Era in altra sede quindi? RISPOSTA – Però diciamo che in qualche maniera la cosa ebbe un dibattito precedente e un dibattito... Questo nell’ambito del chiarimento perché Freda attribuisce, lo so recentemente, a Calore la decisione proprio del... E in questo ambito di discorsi di chiarimento che Freda essendo particolarmente orgoglioso in realtà è uno che non si giustificava, che non dava soddisfazione. Addirittura aveva chiamato i ragazzi dei Nar “luper proletariem” come Marx chiama diciamo i proletari che non sono all’altezza di fare la lotta di classe diciamo, che sono disponibili all’avventura diciamo. Quindi lui diceva: voi siete una... Freda aveva questo tipo di frasi, ma io lo capivo che era più un modo di parlare che un modo di vera convinzione perché poi alla fine era un bravo uomo Freda, però praticamente nel periodo del Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 71 chiarimento ci andò di mezzo. Ci andò di mezzo perché era uno che non dava giustificazioni, che non era capace a tenersi buone le persone negli equilibri. Perché per esempio Fumagalli quando era a Nuoro si ruffianò malamente Concutelli e Fumagalli divenne intoccabile, mentre Fumagalli avrebbe avuto mille spiegazioni da dare insomma. Fumagalli furbamente chiamava Concutelli comandante, dice: se ci fossimo incontrati io mi sarei messo a sua disposizione. Concutelli che era un vanitoso si... Lo prese sotto la sua ala protettiva. Allora, da quel momento, ecco per questo le sto dicendo il chiarimento era abbastanza falso. Io, infatti, io effettivamente la mia collaborazione con Vigna è nata anche per questo, perché mi rendevo conto che questo chiarimento che tanto ci avevamo investito era diventata una presa in giro. Perché per esempio Fumagalli non gli fu mai chiesto questo tipo di spiegazione perché Concutelli diceva: garantisco io per il comandante Giordan. DOMANDA – Un’ultima cosa, con riguardo ai rapporti con
l’ambiente della massoneria ha qualche notizia, qualche indicazione? RISPOSTA – Io so che quelli che poi divennero, praticamente la P2 si riunivano in uno studio di un Avvocato da Piazza di Spagna, io se che... Dove fu fatta poi la sede dalla P2 in via Condotti, quando io ero fuori c’era già un gruppo che si chiamava Centro Studi Word Massonic, una... In più c’era un’altra loggia massonica, credo che si chiamasse Colosseum in cui c’erano sia camerati, sia calabresi, sia gente... cioè praticamente questi due gruppi da quanto si sapeva tenevano... Erano vicino al Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 72 partito, diciamo erano l’elite del partito dal golpe, si diceva. Io però più che a una conferenza. Una volta sono andato a una conferenza in questa occasione. Io avevo tra l’altro un mio parente che si chiamava l’ammiraglio Alfano che proprio un mio parente, un mio zio, che era capo gruppo per la Toscana della P2 e da quanto so insomma c’era anche molta chiacchiera diciamo. Ecco, tutti questi generaloni, ammiragli, no? Certo, giovane fascista, sa ti scompigliavano i capelli, però poi stabilire all’effettiva... Però ripeto, lei deve mettersi nei panni, perché sono leale, cioè io ero un ragazzo di venti anni, per me sarebbe facile dire: mi hanno fatto... Cioè non mi hanno mai fatto... Cioè non ho mai assistito a discorso serio in questo senso. Però c’era un’atmosfera come dire di complicità. Da parte di questi gruppi c’era un’atmosfera solitamente di complicità. Ma ripeto anche da parte dei malavitosi romani, le raccontavo l’altra volta quando si inaugurò la casa del Pesce, questo grande ristorante che poi si pareva che era di proprietà di Pippo Calò, addirittura quando arrivai io e questo per dirle la poca serietà però da un lato quanto era diffusa la cosa, fui circondato da una decina fra malavitosi, amici loro: Allora Angelo quando lo facciamo? Ci salvate dai comunisti, quando lo facciamo... DOMANDA – Nel verbale del 12 aprile del 1985 lei parla, accenna più che altro a rapporti fra i fratelli De Felice e Gelli proprio? RISPOSTA – Ah, poi questa è invece è un po’ più seria, questa però in carcere l’ho saputa, perché io fra i miei periti avevo anche Semeraro tra l’altro. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 73 DOMANDA – Tra i miei...? RISPOSTA – Periti. Io cercavo di farmi passare per pazzo logicamente per cercare di sfuggire alla giustizia ai tempi. E quindi avevo fra i miei periti di parte sia Ferraguti, sia Semerari che allora erano fra i più quotati. Quindi avevo una certa confidenza. Semerari parlava come un camerata. Tra l’altro effettivamente aveva cercato di portare la pistola a Concutelli a Rebibbia, quindi diciamo si era anche esposto in maniera notevole e tra l’altro mi considerava. A me mi considerava proprio un camerata validissimo, era molto affezionato a me come persona. DOMANDA – E cosa le disse Semeraro? RISPOSTA – Mi disse appunto questa faccenda che loro il gruppo diciamo il “Driel Aroscel” che era il gruppo di Signorelli esisteva sopra “Driel Aroscel” un gruppo più che erano i fratelli De Felice, lui etc. Da cui tra l’altro è nato, alcuni dei Nar anche sono stati cresciuti tra loro tipo Soterini insomma. E loro dicevano che avevano rapporti stretti con la P2. Con questi della P2 perché dicevano: questo è il nuovo metodo la lunga marcia per il potere, non ci sarà più il golpe ma sarà una cosa di penetrazione all’interno del potere. Loro ci credevano molto in questo genere. Anche mi dicevano: coraggio. Quando presi l’ergastolo mi dissero: coraggio che poi tanto andiamo al potere e ti graziamo, non ti preoccupare. Ecco qua. Però questo, anche questi sono discorsi però che i De Felice.... Distinguiamo, alcuni discorsi erano così, però sicuramente c’è di vero che avevano rapporti, che questa era una cosa abbastanza seria insomma e noi ci speravamo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 74 anche onestamente che si potessero spostare certi equilibri ed effettivamente ottenessimo dei vantaggi perché comunque ci trovavamo... A un certo punto ci eravamo trovati in carcere tutti chi con l’ergastolo, chi trenta anni, chi con venti anni, insomma questa era situazione. DOMANDA – Grazie, non ho altre domande. RISPOSTA - Grazie lei. CONTROESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO DOMANDA – Lei stamattina ha parlato di sue conoscenze circa frequentazioni da parte di Esposti della Caserma di Abbiano, ho capito bene? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Può sviluppare un po’ questo discorso. RISPOSTA - Dunque io sapevo già all’epoca che Esposti aveva rapporti con i Carabinieri della Pastrengo, anche perché credo che avesse dei nastri registrati in cui aveva registrato... Lui aveva registrato delle conversazioni che aveva avuto con i Carabinieri di Milano. Si sapeva che i Carabinieri di Milano, in persona del Generale Palumbo fosse fortemente legato all’idea del golpe insomma. E si presumeva che ci fornissero una protezione totale. DOMANDA – Il fatto della frequentazione da parte di Esposti, le risulta da che cosa? RISPOSTA – Allora non Esposti direttamente però mi risulta dagli ascolani, praticamente che erano i figliocci di Esposti. DOMANDA – Quindi sempre...? RISPOSTA – Diciamo che Viccei possiamo considerarlo la fonte Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 75 principale perché era quello con lui aveva più a che fare. Valerio Viccei era quello che... Però ripeto, non è solo Viccei, era un ambiente, io li conoscevo tutti, non è che... Viccei viveva a Roma quindi pur essendo ascolano, lui faceva l’università Roma stava con noi dalla mattina alla sera, facevamo le rapine insieme. Quindi logicamente avevo un rapporto strettamente molto più forte, però a volte lo riaccompagnavo là e li ho conosciuti tutti. Ho conosciuto Ortensi, Marini, Lucillio Crocetti detto Lodar, Roberto Rasicci, la sorella di Gianni Nardi, Trudi, il fidanzato Piergiorgio Marini, l’allora ragazza di Viccei che poi è diventata la moglie di Marini, Patrizio. Ottorino Pesce, Galletta quello che è morto... Voglio dire avevo a che fare un po’ con tutti insomma. Tra l’altro l’altra volta ho fornito un riscontro preciso di questo tipo di... A parte che sono imputato e condannato per rapina con Vincenzo, ma quando ecco questo lo potete controllare. Però a questo qui c’è anche il fatto per esempio che mi aveva chiesto il Pubblico Ministero dell’armeria di Via Oslai, ecco io posso provare che in quel periodo avrò comprato fra le quindici e le venti pistole in queste armerie e con documenti di ascolani a cui avevamo applicato... Licenze di caccia di ascolani a cui avevamo applicato la mia fotografia o la fotografia di Viccei. Quindi questa è una cosa, c’è stata un’inchiesta, io non sono mai uscito e non è mai uscito... Non sapevano chi era l’acquistatore però Viccei è stato imputato di, credo di una ventina di pistole acquistate. Io già ero carcerato per il Circeo quando è uscita. Però diciamo c’è questa cosa Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 76 particolare che si può controllare. DOMANDA – Anche Viccei parla di lei, non è che...? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – E’ pacifico questa situazione. Comunque le chiedevo ma questa frequentazione da parte di Esposti, nel tempo quando? RISPOSTA – Allora io per esempio ho visto Esposti, ora non mi ricordo se nel 1973, ora capisce a distanza di tanti anni diventa... Comunque aveva... DOMANDA – Rispetto alla sua morte...? RISPOSTA – Prima della sua morte. DOMANDA – Questo è pacifico. RISPOSTA - Io tra l’altro quando io ho saputo che era stato a Roma nei giorni precedenti, mi sono fatto un grande scrupolo, ne parlavo pure con Valerio, dico: “A Roma questo a chi si è appoggiato che non conosce”. Cioè se io mi fossi trovato a Roma in quei giorni forse ci saremmo potuti incontrare. Anche se mi dissero che aveva visto il fratello di Stefano che addirittura gli aveva proposto una via di fuga immediata ma lui prima doveva fare delle altre cose, non so. Però io comunque avevo lo scrupolo, dico: magari se c’ero io. Avevo le strutture per tenerlo. Avevo tre o quattro case, insomma avevo armi, avevo soldi. Avevo la maniera di nasconderli se avessi... Invece di fargli fare quella fine. Quindi volevo dire, questa è la morte. Io ricordo per esempio un episodio a Tortoreto Lido che è un posto di mare in Abruzzo vicino Ascoli, in cui per esempio Esposti aveva una macchina americana in quel periodo, aveva una “Zali Cadillac” venne con tre, quattro ragazzetti milanesi e vennero alcuni giorni. E fummo ospiti, io ero ospite di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 77 Alessandro Capanna, il figlio del Presidente della Finsider, allora era un grande ditta statale, il padre si chiamava Alberto e aveva questa grandissima villa a Tortoreto Lido, e fui ospite in quel periodo. In quel periodo stetti proprio con Esposti di persona. Parlammo. Un’altra volta in Svizzera c’erano Marini, conobbi Gianni Nardi tra l’altro, e sempre parliamo.... Altra adesso mi risulta difficile... DOMANDA – 1973, 1974? RISPOSTA – Eh, il periodo di quel genere lì. In Svizzera a Lugano per esempio andai a prendere delle armi che gliele per strapagai per aiutarli. Io gli diedi molti soldi per quattro armi che mi diedero proprio per aiutarli nella latitanza mi diedi tipo un contributo per la latitanza. Però ripeto, non avevo però quella confidenza tale che mi avrebbe parlato dei Carabinieri, però era voce comune questa questione. DOMANDA – Comunque gliene ha parlato sicuramente Viccei? RISPOSTA – Viccei sicuramente. Ma sicuramente comunque era cosa che ne aveva parlato Dantino, era cosa comunque risaputa. DOMANDA – Ma questa frequentazione lei è in grado di collocarla nel tempo, cioè le dissero che frequentava questa caserma da tempo oppure...? RISPOSTA – Sì, sempre parliamo 1973, 1974. D’altra parte sembra che quando ci fu quella che mi pare si chiamava operazione Basilico? DOMANDA – Sì. RISPOSTA - L’operazione contro i Mar, Esposti da quanto mi hanno raccontato gli ascoloni ebbero una reazione fortemente negativa. Disse: “Come proprio i Carabinieri Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 78 ci fanno questo?”. DOMANDA – Che non si aspettava? RISPOSTA – Non si aspettava. Anche se loro pensavano appunto che erano stati quelli di Brescia non quelli di Milano proprio perché quelli di Milano non avrebbero agito. Loro così se la sistemavano. Però ripeto, stamattina l’ho spiegato, c’era una doppia... Però la voce maggioritaria era che i Carabinieri ci avevano tradito insomma ecco. Carabinieri in generale. DOMANDA – Ma questa presenza di Esposti comunque finalizzata a che cosa? RISPOSTA – Esposti era praticamente... DOMANDA – Uno può entrare in una caserma anche perché è amico, perché conosce? RISPOSTA – Sì. Era finalizzata alla questione di rapporti di tipo golpista, cioè l’organizzazione di attività. Io l’unica azione che so di sicuro, che poi mi pare sia stata confermata, io l’ho raccontata prima, mi pare che sia stata confermata dai protagonisti, questo l’ho letto sui giornali, è stata la cosa di Franca Rame, insomma. DOMANDA – Ma lei ha sentito parlare in questo discorso fatto da Viccei etc. esclusivamente di Palumbo o anche di altri ufficiali? RISPOSTA – No, parecchi ufficiali che erano coinvolti. Palumbo diciamo era considerato il capo diciamo. Però si diceva che era... Ma tra l’altro si diceva che anche prima, anche in tempi precedenti Borghese quando stava preparando il golpe, questi sono racconti che mi sono stati fatti, ora non so situarli chi persone me li ha fatti, però si diceva che Borghese si era preso la lista dei Decima Mas ed era andato a vedere che fine avevano Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 79 fatto i suoi sodali, diciamo. E aveva trovato tra loro un sacco di ufficiali dell’esercito, un sacco di ufficiali. Cioè aveva trovato un sacco di gente che si era riciclata. E quindi tutti questi pare che godessero di una fedeltà, a quanto mi raccontano eccezionale. Cioè dovunque andasse si mettessero sull’attenti e lo chiamassero comandante, siamo a sua disposizione. Quindi diciamo lui già solo di rapporti personali sembra che avesse già creato una struttura, al di là poi delle questioni politiche etc. Pare che Borghese fosse in grado solo a livello personale già di creare una struttura di una certa potenza perché queste persone erano situate in posizioni piuttosto elevate, insomma. DOMANDA – Lei, rimanendo su Esposti, lei la scorsa occasione ha parlato di questo progetto di attentato un Presidente della Repubblica? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Siccome io vorrei capire perché questo discorso è stato fatto da molti però in termini un po’ vaghi e quindi per capire se era una cosa seria oppure no? RISPOSTA – Guardi penso di sì perché... DOMANDA – Cioè è una cosa di cui gliene ha parlato personalmente? RISPOSTA – Sì. Non ho parlato con Esposti perché logicamente... Però ho parlato con quelli che erano stati con Esposti nei giorni precedenti la morte, mettiamo sempre Viccei come fonte principale, e pare che comunque, questa si deve controllare perché io lo so e non lo ricordo, se effettivamente mi dicevano che c’era un fucile particolare era stato ritrovato che era proprio un fucile da cecchino, cioè un fucile che doveva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 80 servire per questo genere di azioni. E comunque sicuramente noi ce l’avevamo tutti a morte con il Presidente Leone perché si diceva che il golpe, che uno dei motivi del rinvio del golpe la colpa era di Leone che non sentiva... Perché dice che all’interno del potere c’erano elementi più favorevoli, più a favore del golpe mentre Leone faceva da tappo insomma ecco. Quindi comunque c’era un odio diffuso nei confronti di Leone. DOMANDA – Vorrei che spiegasse una cosa che non ho capito... RISPOSTA – E precedentemente anche nei confronti di Saragat. Io però Saragat non l’ho vissuto perché ero troppo ragazzino, ecco. Quindi voci. Invece di Leone ho avuto maniera di viverlo, cioè c’era proprio un risentimento nei confronti... I due personaggi più odiati nei fascisti erano Rumor e Leone, si consideravano queste due persone, quindi in un certo senso diciamo che oggi a posteriori possiamo dire che hanno dei meriti nei confronti di avere salvato, avere evitato insomma la guerra civile. Sembra che questi due personaggi pur essendo diciamo democristiani di destra, chiamiamoli, avevano un attaccamento alle istituzioni democratiche per cui in ogni occasione facevano sempre da... Frenavano insomma, ha capito. DOMANDA – Sempre con riferimento a questo presunto attentato, Esposti in questa progettualità rappresentava chi, era una sua idea, rappresentava il Mar? Sa perché glielo chiedo, perché vedo nella verbalizzazione della scorsa udienza che lei dice che Esposti diceva: “No, prima devo andare a Roma, che devo compiere l’ostazione. Poi si parlava di farlo scappare in Spagna da Gianni Nardi. Erano loro che li dovevano preparare la via di fuga”? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 81 RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Cioè volevo capire, voi della cella degli ascolani, diciamo gli altri, non c’entravate niente con questa progettualità? RISPOSTA – No, credo che la fuga sia stata, il fratello di... Cioè gli Stefano sono due, sono di Roma Civiltà diciamo come gruppo, Cattolici... Però in realtà sempre di quel gruppo l’ambiente e credo che la proposta di scappare gliela abbiano fatta quando lui arrivò a Roma pochi giorni prima della morte e gliela abbia fatto uno dei fratelli, non lo Stefano che era con lui ma suo fratello. Credo che addirittura avessero un aereo, avessero la disponibilità di un aereo privato per poterlo portare. Una cosa del genere insomma, l’avrebbero fatto scappare, però per rispondere alla sua domanda, la risposta è questa: sicuramente Esposti si era avvicinato al Mar. L’ultimo periodo sicuramente stimava Fumagalli questo lo so di sicuro. Cioè Esposti... Esposti diciamo era il capo carismatico di San Babila. Quindi diciamo era sempre stata una figura a cavallo tra le varie... Poi anche un ragazzo che ne so, sa un ragazzo che girava in Porsche, brillante, voluto bene da tutti, donnaiolo. Insomma anche donnaiolo diciamo. Quindi diciamo aveva tutta una serie di... Era molto amato Giancarlo. Era al di là della carica che avrebbe potuto occupare non so in Avanguardia Nazionale, aveva un potere carismatico sui ragazzi di San Babila. Insomma che ne so quando ho incontrato che ne so Croaci Mammarosa a Trani, l’ho visto piangere parlando di Giancarlo, ecco questo per dirle... So che nell’ultimissimo periodo si era avvicinato al Mar di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 82 Fumagalli, questo lo so di sicuro. Però quali fossero i piani precisi, anche perché lui esigeva soldi del sequestro Cannevale che è un sequestro fatto proprio da quelli del Mar, strettamente organizzato da quelli del Mar. Io in quel periodo ero anche piuttosto amico di ragazzi di San Babila più giovani, parliamo di Riccardo Manfredi. Io con chi ero molto amico era con Molli, sarebbe Ferdinando Molino il peruviano. Cioè il figlio di un ambasciatore peruviano che era sanbabilino praticamente che era inseparabile da... Infatti, sono io che li ho introdotti poi anni dopo nell’ambiente di Quex, li ho fatti avvicinare a Zani, anni dopo. E questi erano ragazzi molto attivi. Erano ragazzi sempre con le pistole addosso, ragazzi molto... a me mi piacevano diciamo rispetto... Loro avevano il mito di Esposti però per esempio non avevano tanta simpatia per Fumagalli ecco per esempio. Però se Giancarlo gli avesse detto: Andiamo, l’avrebbero seguito tutti. Gli unici che forse avevano dei risentimenti con Esposti poteva essere proprio per questa ragione quelli di Avanguardia Nazionale perché quelli di Avanguardia Nazionale avevano dei problemi che erano stati svuotati. DOMANDA – Con Avanguardia Nazionale non aveva mai avuto niente a che fare? RISPOSTA – Chi io? DOMANDA – No, Esposti? RISPOSTA – No, credo che avesse avuto anche lui... Ripeto Esposti era una figura, era sanbabilino puro. Però diciamo gli avanguardisti se lui fra gli avanguardisti avevano obbedito a Ballan, o dovevano obbedire a Ballan, al Tigher diciamo o a Esposti, avrebbero obbedito a Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 83 Esposti, insomma questo per chiarire la situazione. DOMANDA – Senta Esposti aveva qualche particolare teoria sugli attentati, lei ha mai sentito esporre non so, che cosa ipotizzasse? RISPOSTA – Ma comunque Esposti personalmente non glielo mai sentito esporre. Però gli ascolani erano stragisti, che erano i figliocci, erano proprio stragisti convinti insomma. DOMANDA – Le chiedo questo perché ne parla spesso Viccei di queste...? RISPOSTA – Viccei ha un rapporto più diretto. DOMANDA – Per esempio riferisce di Esposti appunto la necessità di creare panico? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Con delle vere e proprie provocazioni e appunto il fatto di volere attribuire, fare apparire gli attentati come riferibili all’opposta...? RISPOSTA – Sì, io so che proprio negli ultimi giorni parlavano di fare saltare una diga. Ne riparlarono poi per vendicare Esposti, insomma comunque avevano... E comunque poi Esposti aveva parecchio esplosivo in giro per il centro Italia che era in mano agli ascolani insomma. DOMANDA – Per esempio le chiedo se ha mai sentito questa cosa di cui riferisce Viccei per averlo appreso da Esposti, dice: “Pensava di collocare una piccola carica esplosiva in un importante centro urbano da fare sì che accorressero sul punto artificieri e forze dell’ordine e autorità, a quel punto Esposti grazie a un congegno a timer o un radio comando avrebbe fatto esplodere una seconda carica di ben maggiore potenza” lei l’ha mai Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 84 sentito? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Di realizzare cose...? RISPOSTA – No, addirittura si parlava di fare saltare una chiesa a Roma. Allora si parlava di colpire non so un Poliziotto, un coso, e poi fare saltare i funerali, per esempio questa era l’idea degli ascolani, sì, sì. Di farlo a Roma, sì me ne hanno parlato. DOMANDA – Quindi teorie più dell’intera cella che...? RISPOSTA – Sì, però sicuramente Esposti era sicuramente il capo anche della cellula ascolana insomma. Perché Gianni Nardi gli aveva lasciato in eredità i suoi ragazzi praticamente. Gli ascolani l’unica autorità che riconoscevano era Giancarlo, infatti, non appena Giancarlo è morto la cellula ascolana è praticamente scomparsa. Si è praticamente disintegrata, Nardi il latitante etc. DOMANDA – Lui aveva un’apertura anche ad attentati contro le forze dell’ordine? RISPOSTA – Sì, sì. Ma addirittura l’idea di colpire i Carabinieri era una fissa perché si diceva: se i Carabinieri stanno dalla nostra... Qui dobbiamo chiarire, non è che i Carabinieri in assoluto, tutta l’arma dei Carabinieri, si presumeva che alcuni ufficiali dei Carabinieri... Anzi diceva: se i Carabinieri sono colpiti si arrabbiano perché se ammazzi dieci Carabinieri... Se pensano che sono stati i rossi, se si crea un’atmosfera di guerra civile è chiaro che spingiamo i Carabinieri in una direzione... DOMANDA – Quindi lei dice: nel senso che è compatibile questa sua frequentazione della caserma? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 85 RISPOSTA – Sì, certo. DOMANDA – Di Milano con finalità golpistiche e l’altra invece, ritenere possibile attentati contro gli stessi, altri Carabinieri? RISPOSTA – Chiarissimo. DOMANDA – Perché le due cose andavano nella stessa direzione? RISPOSTA – E’ chiaro andavano perfettamente... DOMANDA – Ho capito. RISPOSTA - Ma anzi aveva proprio un senso, cioè colpire i Carabinieri voleva dire spingerli in quel tipo di direzione. DOMANDA – Il discorso quelle quattro stragi delle quattro azioni terroristiche, lo può sviluppare un po’ di più? RISPOSTA – Niente, che diciamo nel 1974, credo siano esplose 500-600 bombe diciamo più o meno di destra, quindi una quantità notevole. Ripeto, è significativo che nel 1975 ne sono esplose dieci. Cioè evidentemente c’era un progetto, sennò se era una cosa spontanea sarebbe continuata, non è che hanno arrestato tutti. Invece c’era... Quindi diciamo, comunque il discorso delle quattro stragi era che siccome noi eravamo convinti, cioè dopo piazza Fontana si era creata la convinzione che la strage non era utile a risolvere, ci volevano delle stragi in tempi ravvicinati, una dietro l’altra in maniera da portare proprio il paese all’esasperazione, questo era anche la vecchia idea di Maggi diciamo, cioè mette un gruppo in macchina, fargli fare l’attentato a Venezia, l’attentato a Verona, un attentato a Milano, scende giù a Firenze e poi a Roma. Per dire bombe, bombe in maniera... DOMANDA – Il questo discorso di Maggi appreso da chi? Forse Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 86 l’altra volta ne ha parlato. RISPOSTA – Sì, Freda. Sicuramente Freda, Concutelli queste erano le fonti. DOMANDA – Cioè attentati ravvicinati? RISPOSTA – Ravvicinati sì. Comunque nel 1974 c’era questa cosa delle quattro stragi, si era pure diviso che una l’avrebbero fatta gli ascolani Romani, uno l’avrebbero fatta i veneti, una l’avrebbero fatta i milanesi. Poi però come è andata, insomma... Poi in realtà ecco deve pensare anche questo, che proprio questa forte compartimentazione che avevamo poi questa... Che poi era compartimentazione da una parte poi però con il fatto delle amicizie personali, saltava tutto. Alla fine c’era anche una determinazione spontanea di situazioni. Perché poi non essendoci una struttura vera e propria tutti facevano quello che gli pareva alla fine, ha capito? Il problema più che altro era, probabilmente l’unica forma di controllo è chi possedeva l’esplosivo. Cioè l’unica forma di forma di controllo era quella in pratica. Chi forniva l’esplosivo poteva in qualche maniera... io, infatti, oggi a posteriori le parlo con il senno di poi, mi rendo conto per esempio che come ragionavo io allora io e il mio gruppetto, per dirti, anche con gli ascolani, metterci in mano l’esplosivo era dirci: fate. Perché lo sapevano come ragionavamo. Quindi ecco questo era il.... Io per esempio ho partecipato a queste azioni contro il Movimento Sociale, contro la destra perché Dantini aveva detto: “Questa sera dobbiamo questo tipo di azioni che sono più utili, sono più producenti”. Però diciamo da un punto di vista morale per me, non so fare saltare la Federazione del Movimento Sociale, tutto Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 87 sommato erano mezzi camerati, ha capito insomma? Però noi in quel momento credevamo che questa era la cosa che dovevamo fare. Quindi ecco lei pensi anche questo, cioè per ritornare al discorso dei Carabinieri, cioè io ho fatto forse più attentati contro la destra che contro la sinistra insomma. DOMANDA – L’attentato al treno Ancona – Pescara che cosa...? RISPOSTA – Io so quello che mi ha detto Viccei che erano stati i Marini. Io so quello che ha detto Viccei cioè che erano stati i Marini e Ortensi. Ho fatto un confronto a Bologna con l’ex moglie di Valerio, Noemi Bambini la quale mi ha detto che c’era anche Viccei in prima persona implicato. DOMANDA – Non lo sa? RISPOSTA – Io penso che comunque sicuramente una cosa organizzata probabilmente proprio da Esposti, veniva da quel giro là comunque. DOMANDA – Invece... RISPOSTA - No, Valerio mi aveva detto che, sa questo discorso è nato che io sapevo dell’attentato diciamo, l’attentato del 1974 sapevo che era attribuito, però non sapevo precisamente chi l’aveva fatto. Sapevo pure il fatto che... Perché so che non era riuscito, insomma che era stato... Però chi materialmente avesse messo la bomba, l’ho saputo poi dopo da Valerio. Valerio mi ha detto: è stato lo scemo, il sordo e cosa, così lo chiamava Ortensio delle volte si scherzava così, perché una volta Valerio dentro la macchina lui dormiva gli aveva sparato un colpo di pistola scherzando vicino all’orecchio per farlo sobbalzare, e quindi... Certo io le posso dire che io avevo una pistola, per dirti, che mi era stata Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 88 regalata che era di Giancarlo Esposti, ecco questo per dirle l’atmosfera che dopo la morte mi fu regalato una Sig, una pistola Svizzera, che era di Giancarlo. Io ci tenevo tantissimo insomma logicamente. Ecco, diciamo c’era anche questa atmosfera che eravamo una comunità molto minoritaria. Quindi poi i morti trascinavano i vivi come si dice nel Vangelo. Cioè nel senso che comunque quelli che Boccaccio, le faccio un esempio quando fece, io non so niente di Boccaccio l’ho letto sui giornali, quando Boccaccio fece il tentativo di dirottamento e fu ammazzato, cioè io mi uscivano le lacrime, mi trovai... Ma era una cosa molto più diffusa, aspetti a livello di cultura, perché per esempio mi ricordo benissimo che erano in un locale che si chiamava... Comunque cabaret che faceva il Valeriano, questi qua, e durante questo qua fu letto una poesia a Boccaccio e fu attaccato Almirante che era presente. Gli si disse: Voi siete peggio dei comunisti. Perché i comunisti sono nostri nemici, voi ci abbandonate. Ci mandate allo sbaraglio e ci abbandonate. E lì era pieno di missini oltre che di estremisti, scoppiò un applauso incredibile. Almirante imbarazzatissimo per dirti. Diciamo c’era questa “vissica” capisce? DOMANDA – Certo. E Silvi Marina invece, l’attentato a Silvi Marina? RISPOSTA – Scusi, non è lo stesso? Io pensavo di... che io sappia, non so se sono due attentati diversi, per quanto so io un attentato quello sui binari diciamo con il Dixan. Che la bomba era messa... DOMANDA – Ma la sua appartenenza a questa cellula ascolana, chiamiamola così, va da quando a quando? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 89 RISPOSTA – Allora io diciamo conosco, avevo conosciuto... Lì siamo stati un po’ reticenti, tenga presente e i verbali che abbiamo fatto io e Valerio all’epoca erano un po’ reticenti, perché... DOMANDA – Va bene, basta che lo dica... RISPOSTA – Sì, sì. Lo sto dicendo adesso, non ci siamo attribuiti, perché nell’epoca allora chiamiamola collaborazione chiarimento, avevamo deciso di attribuirci, i reati comuni di lasciarli fuori etc. quindi per lasciare fuori i reati comuni, c’era anche Esposito fuori, questi che non li volevano accusare quindi, ecco diciamo in questo senso devo... non ho detto cose non vero, eh! Mi capisca, sono ho omesso di dire alcune cose. Nella realtà i rapporti con Valerio diciamo sono rapporti che risalgono a quando eravamo ragazzini al mare. Io andavo ospite da quelle parti lì di amici di famiglia e... Tra l’altro sempre questo qua, questo Capanna di cui parlavo aveva la sorella che era fidanzata con un ascolano e questo ascolano ci aveva fatto conoscere Viccei. Con Viccei nacque un rapporto immediatamente, parliamo del 1972, nacque un rapporto... Era praticamente come fosse un sanbabilino, un pariolino ascolano diciamo, armi cose, fascista, prime rapine. Quindi ci affratellammo subito. Poi lui decise di venire a Roma, si stabilì a Roma. Entrò praticamente in squadra con noi. Io con Viccei ho fatto una marea di reati comuni diciamo, alcuni anche che non sono mai usciti insomma. Ecco quindi questo era il rapporto con Viccei, però anche politicamente avevamo le stesse idee. Frequentavamo lo stesso ambiente, eravamo stati vicini. Anche se non era proprio del gruppo originario del logo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 90 del Drago insomma. DOMANDA – Ma Esposti veniva spesso in zona? RISPOSTA – A Roma che io sappia non... Io sapevo che andava spesso in Abruzzo. Insomma lei deve calcolare quella costiera Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova sono nel teramano credo gran parte, San Benedetto del Tronto, lì erano i posti dove, il mare Adriatico insomma, dove spesso ci vedevamo. Anche perché appunto fra Bernardelli e Gianni Nardi avevano creato un mondo, diciamo una specie di succursale di sanbabilini. Io, infatti, un fatto anche dei reati comuni poi a Milano appoggiato da ragazzi magari, cioè per esempio Valerio aveva conoscenze a Milano, dovevamo fare un reato, aveva la casa dei sanbabilino che ci appoggiava. DOMANDA – La raccomandazione insomma? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Dunque lei si definito anche come un appartenente al Fronte Nazionale, praticamente? RISPOSTA – In un certo senso, diciamo la vera militanza originaria rispetto... Alla fine non ci capisco niente manco io. DOMANDA – Lei ha già detto prima che ognuno... RISPOSTA – Però le dico precisamente perché. Io ero a volte la vita no? Io avevo come professore di matematica, questo è controllabile al San Leone Magno alla scuola privata dove andavo, Dalmazio Rosa che era il figlio di Mario Rosa che era uno dei capi, uno dei bracci destri di Borghese. Questo professore io ero proprio il figlioccio suo perché fascistissimo era e quindi diciamo anche quando ero al Movimento Sociale, prima di essere espulso, io già avevo qualche frequentazione nella sede Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 91 del Fronte. All’inizio però pensavo che Fronte fosse una cosa... Ed erano tutti grandi di età no? C’era giusto qualche figlio di qualcuno della Repubblica Sociale quindi pensavo che il gruppo giovanile fosse poca cosa. Quando fui espulso dal Movimento Sociale, che poi fui espulso per una doppia ragione, perché loro erano convinti che io ero vicino a Avanguardia Nazionale, cosa che era vera come ero vicino a un po’ a tutti i gruppi, perché quando fu rifondata Avanguardia nel settanta io partecipai agli scontri all’università che era vietatissimo per i missini andare. E poi per una storia di motorini rubati. Avevamo dei motorini rubati che li stavamo smontando, li avevamo smontati dentro la sezione. Avevamo le chiavi della sezione del Movimento Sociale, quando lo venne a sapere il segretario si infuriò. Gente molto borghese. Poi il Trieste Salaria è un quartiere molto borghese, si immagini dentro la sezione smontavano i motorini rubati. E quindi ottenni l’espulsione. Però guardi, tenga anche presente, questo per darle un’idea della situazione io comunque ho sempre continuato a frequentare anche la sezione del movimento, ci capitavo abitualmente. Cioè non è che ho mai avuto delle... DOMANDA – Va bene, comunque a parte questo discorso, il comandante Borghese si esaurisce diciamo nell’ambito di questo oppure nell’ambito di questo discorso golpistico che lei porta più o meno avanti fino all’estate del 1974...? RISPOSTA – Borghese era ormai in Spagna però. DOMANDA – Sì, sì. Ma da lontano ha una sua presenza? RISPOSTA – Almeno era considerato il capo nobile. Però quanto Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 92 poi effettivamente avesse di... Perché l’uomo suo praticamente proprio era “Liodoro Pova” che pure lui dovette scappare in Spagna, quindi diciamo è stato un susseguirsi... Però almeno come riferimento ideale, sicuramente Delle Chiaie aveva un rapporto stretto con lui, andava e veniva. Gente che andava e veniva ce ne era, quindi sicuramente era informato, sicuramente era addentro alla questione. Però ripeto proprio per il fatto della mia età non ero addentro ai livelli alti della questione. Quindi dirle quali erano le responsabilità di Borghese. Sicuramente c’erano comunque, diciamo se vogliamo parlare in termini di legge, di concorso basta che si era informato e incoraggiare, questo posso dirlo con tranquillità che c’entrava. Poi che fosse ancora un capo effettivo non lo so. DOMANDA – Lei sta parlando del dopo? RISPOSTA – Del dopo naturalmente. No, fino al settanta era sicuramente... Addirittura mi fu raccontato che gli fu data la pistola nel settanta, gli fu detto: “Sparagli”. Quando ci fu.... DOMANDA – Questo nel settanta, ma dico quando nell’estate del 1974 quando ancora...? RISPOSTA – Io sono stato al castello di Artena subito dopo. Una volta sono stato al castello di Artena che è la residenza dei Borghese qui ai castelli, quindi le posso dire che nell’immediatezza dopo il golpe ancora c’erano riunioni, cioè ancora era attivo. Poi evidentemente scappò in Spagna non so, forse fu avvertito che stava per succedere qualche.... Credo che addirittura la cosa scoppiò per un giornale, mi pare l’Espresso neanche Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 93 scoppiò... Diciamo l’indagine è seguente a uno scoop dell’Espresso. E quindi diciamo poi Borghese era in Spagna. Dalla Spagna ripeto non so dire che responsabilità effettiva aveva. Però certamente era il padre nobile di questa situazione. Ed era comunque il punto di riferimento ideale, cioè tutti lo consideravano Borghese il capo. DOMANDA – Ma Delle Chiaie una volta andato all’estero, una volta latitante nel settanta e giù di lì... RISPOSTA - Andava e veniva. DOMANDA – Al di là delle puntate che faceva in Italia ma era solo un uomo simbolo o effettivamente teneva le redini...? RISPOSTA – Guardi, io una cosa sono rimasto, devo dirla che è una cosa stranissima, perché io per quello che l’ho visto mi è parso anche un personaggio neanche tanto colto, neanche eccezionale, però aveva un gruppo di persone che stravedevano. Se lei parla con un certo numero di avanguardisti storici avevano per Delle Chiaie una forma veramente del culto della personalità. Quindi comunque aveva un potere non indifferente. Cioè sicuramente aveva la sua... Io poi so addirittura negli anni ottanta, un periodo che era a Parigi che è salito su Alibrandi addirittura, che Peppe Dimitri se li portò su, ancora... Lui, vabbè quando tornò giù mi raccontarono che erano cose da ridere che disse: “Io sono il capo del fascismo mondiale, dei fascisti d’armi nel mondo”. Insomma sparate. Però aspetti tenga presente che comunque girava con gente con quattro, due mitra in mano, cioè diciamo... Poi noi a volte un po’ tendiamo a... Perché magari ci sono sparate, però comunque era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 94 sicuramente una persona ancora attiva anche a livello... Forse poi quando è andato in Sudamerica sarà sempre diminuito, e la distanza era cambiata. Però finché è stato in Spagna credo che abbia avuto un’influenza direttissima insomma. DOMANDA – Senta, quanto... RISPOSTA - Scusi, le posso dire un’altra cosa, Nardi non si è mai avvicinato a... Nardi ed Esposti hanno anche loro un... Questo non è mai emerso probabilmente, avevano anche loro rapporti in Spagna. Addirittura credo che siano implicati nell’uccisione di un generale portoghese a confine fra... quindi erano un gruppo che gravitava su Barcellona. Mentre Concutelli, Delle Chiaie diciamo il gruppo Madrid, la pizzeria etc. erano a Madrid, Esposti e Nardi, Nardi comunque poi è morto alle Baleari, nel sud della Spagna avevano un altro tipo di appoggi, credo che Allone Arcade, sarebbe il sindaco di Barcellona fosse legato personalmente, che era un’estremista di destra della falange franchista fosse strettamente legato, avessero rapporti diretti con questi qui. Credo che me ne parlasse anche Gianni Radice di questo fatto una volta, era stato a Barcellona. DOMANDA – In occasione della scorsa udienza lei ha fatto riferimento a un’occasione in cui le hanno dato una sorta di liste di proscrizioni? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Cioè, ha parlato di persone che manco conosceva etc.? RISPOSTA – Sì, sì, e manco erano visibili diciamo. DOMANDA – Vorrei capire, questo sempre in vista di...? RISPOSTA – Sì, questo l’ultimo tentativo del golpe. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 95 DOMANDA – In quel momento lei che cosa rappresentava, cioè questa iniziativa si inquadrava in un che? RISPOSTA – In progetto di golpe, diciamo che proveniva da un ambiente ordinovista perché comunque era Sermonti diciamo il mio contatto in quel periodo più stretto diciamo. Quello che mi diede materialmente, Sermonti e Dantini erano i miei due contatti. Però io mentre con Dantini i rapporti stavano andando peggiorando, con Sermonti stavano migliorando. DOMANDA – Io volevo capire, in quel momento sarebbe stato il golpe di chi? RISPOSTA – Sarebbe stato il golpe del 1974. Io del Mar non sapevo praticamente niente, lo sappi a fatto... Agli arresti. Comunque diciamo c’era questa teoria che il Mar era un golpe diverso da quello nostro, ma vallo a stabilire le persone più o meno erano le stesse quindi... DOMANDA – Dunque torniamo un momento...? RISPOSTA – Cioè alcuni dicevano addirittura appunto che il Mar era stato colpito proprio perché non voleva fare un golpe nero, ha capito? DOMANDA – Torniamo un momento alla Calabria, di cui abbiamo già parlato, ma le chiedo lei è corrente, il golpe non c’è stato, il golpe Borghese, comunque c’erano indubbiamente dei preparativi, per quello che è a sua conoscenza, questa presenza, questi rapporti con la 'ndrangheta di cui ha parlato poco fa comportavano anche una presenza di 'ndrangheta nella.... RISPOSTA - Allora guardi, io ho le notizie dirette del golpe ai tempi le ebbi da un certo Lello Bonsignore che era un pregiudicato che frequentava, vabbè voi non lo potete Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 96 sapere perché è una cosa prettamente si chiama via Noto, sarebbe un gruppo che chiamava Europa che era mezza strada tra il Movimento Sociale e l’estremismo di destra ed era nella zona Appio Latino, nella zona di Delle Chiaie, Tuscolano, Appia Latino, questa zona qui. Però c’erano anche molti missini dentro quindi era un ambiente misto, e questo Lello Bonsignore era un mio amico lo frequentavo. Ogni tanto capitavo a via Noto etc. Tra l’altro la famosa Francesca Nambro come sezione è nata in via Noto. Ecco per dire aveva frequentato via Noto. E questo Lello Bonsignore aveva partecipato un primo pezzo a viale Niano ero stato con Saccucci, quindi mi raccontò proprio il golpe diciamo e mi disse che c’erano siciliani, al che si disse c’erano siciliani e Calabresi. Questo ebbi conferma poi da Concutelli, ecco le dico quello che era ordinovista negli anni settanta vicino al Fronte Nazionale pure lui e lì al Fuan, al Fronte Nazionale, vede come erano mischiate le cose. E lui mi parlò di un dottore, di un medico, ora non ricordo il nome. Micalizzi, Micalizzio una cosa così, che era il rappresentante del Fronte Nazionale a Palermo e a Palermo i mafiosi ormai erano diventati praticamente... Tanto che lui mi raccontò che aveva fatto pure un omicidio per conto della mafia, aveva ammazzato un confidente un sarto. Mi disse che gli aveva sparato, questo il racconto di... Che era stato il suo primo omicidio. DOMANDA – Comunque questa persona che ha indicato le avrebbe riferito di una presenza della 'ndrangheta? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Nei preparativi? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 97 RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Ma questo rapporto con la 'ndrangheta era un fatto occasionale o...? RISPOSTA – All’epoca non lo so. DOMANDA – Lei non sa? RISPOSTA – Nel settanta avevo quindici anni. DOMANDA – Sì. Mi sentito parlare di summit di Montalto dell’ottobre del 1969? RISPOSTA – No, no. DOMANDA – Non le dice niente? RISPOSTA – No. So che Borghese andava sempre in Calabria, poi so della rivolta di Reggio Calabria, ripeto era fortemente appoggiata da quel tipo di ambiente, e poi in seguito, sicuramente è diventato organico, cioè ripeto oggi l’abbiamo chiarito a sufficienza. Cioè anche... per esempio di Morabito che è un boss di prima grandezza della 'ndrangheta che arriva al carcere speciale di Novara, scusate è proprio evidente per chi conosce un minimo di criterio carcerario, invece di andare in sezione con i milanesi, con i torinesi con i siciliani, con i pugliesi, chiede: “No, mettetemi in sezione con i fascisti”. E’ un fatto abbastanza... Cioè non può essere casuale ecco questo voglio dire. DOMANDA – Senta lei ha conosciuto o mai sentito nominale Aldo Pardo e Giuseppe Schirinzi? RISPOSTA – No. DOMANDA – Non le dicono niente? RISPOSTA – No. DOMANDA – Freda, dunque lei è stato in carcere con Freda? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – La scorsa udienza si è dilungato su quello che ha Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 98 detto su Piazza Fontana etc. Freda le ha mai parlato di coinvolgimento del Ministero dell’Interno, degli Affari Riservati insomma? RISPOSTA – Freda tendeva a dire che lui aveva rapporti, e non li poteva negare, però lui diceva che era il contrario. Cioè che lui avesse persone sue all’interno del... Cioè Freda si è sempre difeso in questa maniera all’interno dell’ambiente. Dice: “Sì, è vero ma erano finalizzati ai nostri scopi”. Anche perché Freda comunque l’idea era fascista abbastanza di sinistra, eh! Cioè anche dietro quella sua aria aristocratica, Freda era una persona con idee abbastanza, sa: ultima socializzazione... Aveva questo tipo di cultura... Era un fascista... Io, infatti, con Freda onestamente politicamente andavamo abbastanza d’accordo. Non era... Era fortemente antiborghese Freda, quindi... Poi, ripeto magari non era coerente come non lo ero io insomma. Però aveva questo tipo di ideologia. DOMANDA – Non le parlò di questo aspetto? RISPOSTA – No. Me ne parlò in questo senso capito? DOMANDA – Sì. Che lui era il contrario? RISPOSTA – No, che era il contrario che era lui che infiltrava il Sid, che infiltrava. DOMANDA – Ho capito. Questa appartenenza di Buzzi, la presunta appartenenza di Buzzi a Ordine Nuovo lei lo riferisce allo stesso Buzzi o a Concutelli? RISPOSTA – Come mi ha chiesto il Pubblico Ministero, che Buzzi e Concutelli, questo dimostra la veridicità del fatto che è arrivata anche la questione, perché è un fatto controllabile questo, Concutelli appena arrestato viene portato a Volterra. A Volterra ci sta Buzzi e filano Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 99 d’amore e d’accordo. Freda va per un processo a San Gimignano e va in cella con Buzzi. Quindi i rapporti, questo è controllabile sono cose cioè ci sono i registri. Quindi c’è da poco da fare, Concutelli e Buzzi non avevano motivo di contrasti. Buzzi tutto sommato si considerava ordinovista, l’ha detto sia Guido, credo che me l’abbia detto anche a me direttamente in quel poco tempo che siamo stati insieme, quindi diciamo che qualcosa è successo dopo. Cioè il discorso che l’hanno ammazzato perché era pederesta, perché era confidente, questa erano cose che si sapevano prima, quindi se... Cioè non ci vai in cella insieme, parliamoci chiaro. Se io penso che una persona, anche in carcere si usa così, se io penso che una persona non è degna di stare in cella con me, io non ci vado in cella, punto. Quindi se ci vado in cella in qualche maniera, non l’ammazzo, non gli faccio niente, in qualche maniera l’avvallo, ma io poi lo so che avevano rapporti ottimi. Ma poi quando Buzzi è partito e Concutelli è tornato a Volterra parlava di Buzzi come di un grande amico. Dice: “Peccato che non c’è più Buzzi”. Anche noi ci siamo trovati anche... DOMANDA – Ho capito. Ma questo essere Buzzi ordinovista nei suoi racconti, in quello che le disse Buzzi, lo disse e basta o disse: Io sono ordinovista o faccio questo, questo altro”? RISPOSTA – Io ripeto con Buzzi, in realtà con Buzzi la mia è un’amicizia mediata. Nel senso che io con Buzzi sarò stato venti giorni, un mese, quindi non ho fatto in tempo. Poi dopo che è successo? E’ stato un paio di anni in cella con il mio coimputato a cui ero legatissimo, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 100 quindi io con Gianni mi scrivevo due tre volte a settimana. Quindi ecco con Buzzi poi, siccome erano molti amici e andata in una forma di rispetto e di amicizia, mi capisce? Si usa anche così comunque, anche questo è un altro modo di vivere il carcere insomma. DOMANDA – Per concludere, la scorsa udienza lei ha parlato di Zanatov? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – L’ha definito referente di Freda, Fachini e Zorzi e dei veneti a Roma? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Non ho capito bene questo essere referente in che cosa consiste? RISPOSTA – Allora Zonatov è un ex ordinovista, storicamente nasce come ordinovista e poi io l’ho conosciuto che era di Lotta di Popolo. Lui aveva una banda personale praticamente di camerati a Borgo Pio che è un piccolo quartiere romano vicino al Vaticano. Io avevo una casa proprio su via di Borgo Pio affittata a nome dello Sterlini dove tenevo le mie armi personali, divise da Carabiniere, insomma questa roba che mi serviva più che altro per le rapine. Quindi capitavo molto spesso avendo questa casa, capitavo molto spesso a Borgo. E quindi avevo rapporti, l’ho conosciuto piuttosto bene ed era un ragazzo molto preparato politicamente, molto serie. Ed io quindi vantato la mia amicizia con Paoletto Zanatov per me era... E tutti mi dicevano: “Guarda che Paolo è l’uomo dei... Praticamente il fiduciario dei veneti”. Rispetto altri ordinovisti che comunque avevano rapporti logicamente di cameratismo, l’uomo proprio dei veneti a Roma è Paolo Zanatov. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 101 DOMANDA – Ma in concreto l’essere uomo? RISPOSTA – In concreto si dice che abbia messo le bombe, sia uno di quelli che ha messo le bombe nel 1969. DOMANDA – Questo nel senso di: per conto? RISPOSTA – Per conto dei veneti, certo. Cioè il giorno di Piazza Fontana sono scoppiate delle bombe anche a... DOMANDA – Sì. RISPOSTA - E lì si parlava di manovalanza di Avanguardia Nazionale, questa era la voce. A me mi è stato detto invece che era proprio... che almeno una bomba era stata messa da Paolo Zanatov. DOMANDA – Detto da chi? RISPOSTA – Non lo ricordo proprio. Però ricordo che io ogni volta che vedevo Paolo, dentro di me dicevo: il bombarolo. Anche se con lui non glielo mai detto precisamente però ci scherzavo: “Allora bombarolo come va?”. E lui mi chiamava pazzo: “Allora pazzo che dici” e così. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE – BONTEMPI DOMANDA – Lei prima ha accennato alla figura di Bernardelli? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Ci può specificare da dove derivava la sua capacità di trovare, ha parlato di esplosivo e di documenti falsi, se ci può precisare meglio questo? RISPOSTA – Non sono in grado di precisare quale erano le fonti di Bernardelli. Io Bernardelli sapevo che era un camerata strettamente legato a Nardi e anche ai milanesi. Quindi era un po’ un traid d’union, in zona sua godeva di una notevole protezione diciamo... Frequentava tutti gli ambienti bene, aveva un sacco di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 102 rapporti. So Raffaelli, cioè Tosmani, mi parlò in qualche occasione che avevano organizzato la famosa questione, questo posso essere più preciso, nel 1977 a Sulmona in carcere incontro quel Guelfo Osbani che era carcerato lì per delle truffe, il falsario. Quindi facciamo festa: il mio falsario, qua è là. Come va Angioletto, come non va. Facciamo progetti per quando ci saremmo ritrovati fuori etc. E nell’ambito di questi discorsi mi disse, ecco questo le posso dire che lui è Bernardelli erano dentro la questione del ritrovamento dell’arsenale di Camerino. Quello là avevano procurato armi per fare trovare un arsenale da attribuire alle Brigate Rosse. DOMANDA – Lei sa da dove venisse, cioè il paese esatto da dove provenisse Bernardelli? RISPOSTA – Credo da Lanciano in Abruzzo. DOMANDA – Altri personaggi di estrema destra di Lanciano lei li ricorda? RISPOSTA – No, credo di non averli mai neanche conosciuti. DOMANDA – Lei come ha appreso della strage di Piazza della Loggia, dove era e come l’ha saputo? RISPOSTA – Io credo, io dunque Piazza della Loggia io credo che ero in Costa Azzurra quel giorno, stavo a fare un week-end in Costa Azzurra con delle ragazze ed ebbi dalla radio, dalla televisione, dai giornali ebbi la notizia. E telefonai a una ragazza bresciana, una camerata mia amica che si chiamava Giovanna Pezzoli che era la figlia di un medico qui di Brescia: “Ma che è successo?”. E lei con tutto che era camerata, si mise a piangere e mi disse: “E’ rimasto ferito anche un professore che conosco – dice – ma che cazzo hanno Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 103 combinato?”. Quindi io rimasi un po’... Io in quel periodo stavo facendo un’operazione abbastanza importante di altro tipo, e chi concretizzò poi con un furto in Vaticano tra l’altro, che avvenne credo il primo giugno del 1974, quindi era impegnato in questa cosa qui. La strage rimasi anche un po’, anche perché fu un colpo, in quel preciso momento siccome ai primi di maggio si parlava di un golpe che era stato rinviato, a fine maggio sembrava... Cioè che è successo? Sembrava una cosa. Quindi rientrai a Roma dove seppi appunto che nel frattempo era successo il fatto di Esposti. Io più che altro fui colpito molto dalla morte di Giancarlo, quindi mi recai subito ad Ascoli da Valerio a chiedergli che era successo, a avere notizie che è successo, che non è successo. E le storie che vi sto raccontando, ecco è quanto so della... Si presumeva pure che, questa è un’altra voce che ricordo dell’epoca, che se non avesse avuto la barba Esposti l’identikit degli stagisti era praticamente uguale a Giancarlo e quindi si sarebbe cercato di attribuirla a Giancarlo, questa era un’altra voce che girava. Quindi la sua morte poteva essere anche finalizzata, se non è stata una disgrazia, se è stata invece un’esecuzione, poteva essere per chiudere la questione e attribuire a Giancarlo la strage. Però questo pure sono voci nell’immediatezza che giravano. Certo che c’era una grande rabbia in giro. Nessuno ce l’aveva, cioè la strage di Piazza della Loggia più delle altre fa esaltate perché c’era stata la morte di Giancarlo e si parlava di farne dieci di stragi. Insomma i discorsi che giravano in quel periodo, ma anche da persone solitamente non particolarmente sanguinarie si Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 104 parlava di fare un macello ha capito. Cioè vendicare Giancarlo sembrava una questione di priorità insomma. DOMANDA – Lei si ricorda se negli anni settanta vi fosse una donna a Brescia che ospitasse personaggi di destra con problemi con la giustizia? RISPOSTA – No, non lo so questa cosa. Non ero così addentro. No. DOMANDA – Lei ha conosciuto Michittu? RISPOSTA – No. DOMANDA – Aldo? RISPOSTA – No, non mi viene in mente. Guardi tenga presente c’è anche un fattore che purtroppo essendo diventato un personaggio abbastanza pubblico, spesso succede che gente mi conosce, nel senso che vado in un carcere conosco cento persone, magari tutte quelle cento sanno: è Izzo quello del Circeo, ha capito? E mentre io magari mi dicono un nome, magari può essere pure che l’ho incontrato ma non... Spesso mi capita: ti manda a salutare questo, ti manda a salutare, anche in carcere mi capita, è gente che io chi è? Magari ho difficoltà, probabilmente mi ho anche conosciuti, ha capito, cioè perché io magari resto impresso perché sono comunque un personaggio purtroppo noto alle cronache quindi facilmente succede questo, ha capito? Però io non me lo ricordo, non so proprio chi sia. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – ABRANDINI DOMANDA – Lei ha riferito di una sua profonda conoscenza e amicizia con il signor Viccei? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Lei ha riferito che frequentava spesso la cellula Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 105 ascolana? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Il signor Viccei non le ha riferito ancora di una spartizione di esplosivo presso le zone della Fonte del Cliturno alla presenza anche di rappresentanti veneti e milanesi? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI - E’ decisamente suggestiva la domanda. Cioè questa è suggestiva al cento per cento Presidente, abbia Pazienza Presidente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma le Fonti del Cliturno, no. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE – ABRANDINI DOMANDA - E’ un paese, una località. RISPOSTA - Comunque non ci sono problemi perché non me lo ricordo. Scusi, per caso parliamo di qualcosa in cui c’era Michelangelo Fiorari uno della Magliana? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le domande. Fa lui le domande... Le parti civili hanno altre domande? No. Avvocato Mascialino. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – MASCIALINO DOMANDA – Lei mi conferma che Buzzi a lei personalmente non ha mai riferito nulla in relazione alla strage? RISPOSTA – Mi pare di no, anche perché ripeto non avevamo avuto il tempo di entrare in estrema confidenza. Può essere qualche battuta, però nulla di significativo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 106 insomma. DOMANDA – In relazione a quanto lei ha dichiarato e a Buzzi e Ordine Nuovo, questa era una sua deduzione, perché ne parlava con Concutelli o...? RISPOSTA – No, anche Buzzi questo me l’ha detto insomma. DOMANDA – Lei sa che questa circostanza non l’aveva mai riferita, l’ha riferita qui per la prima volta? RISPOSTA – Non so cosa dirle e può darsi che non mi sia mai stata chiesta in maniera esplicita. Però diciamo, aspetti voglio dire io non è che so... Io non è che sapevo che Buzzi era di Ordine Nuovo da prima etc. DOMANDA – No, non voglio che lei me lo spieghi. Le facevo semplicemente presente che è una cosa che lei non ha mai riferito. Per quanto le notizie relative alla strage di Piazza della Loggia lei ha detto che queste notizie le sono arrivate prevalentemente da Latini? RISPOSTA – Da Latini? Da Latini c’è l’episodio di Ferri, no, prevalentemente da Gianni Guido. DOMANDA – Prima gliene ha parlato Gianni Guido o prima gliene ha parlato Latini? RISPOSTA – Devo fare un attimo mente locale. Dunque io sono andato a fare il processo... Perché io purtroppo con Gianni avevo due processi, avevo l’evasione da Latina e l’appello del Circeo, che ci vedevamo a Roma ma Rebibbia, ora io non ricordo se, probabilmente già nel 1979 sì, quindi Latini invece è più... comunque il periodo è più o meno dovrebbe essere quasi lo stesso. Però ho difficoltà ora, capisce a datare chi dei due mi ha parlato... Perché le circostanze sono due diverse, cioè, vengo ma Rebibbia per un processo e mi incontro con Gianni. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 107 DOMANDA – Le faccio presente che in Corte d’Assise a Brescia lei aveva riferito che: “Quando Guido mi parlò della strage io queste cose le sapevo già e le avevo sapute dalla Latini”? RISPOSTA – Allora ero più fresco di ricordo quindi sarà così. DOMANDA – Per quanto riguarda Cavallini, Cavallini le ha mai fatto delle dichiarazioni in reazione alla strage di Brescia? Ha mai attribuito la strage di Brescia a qualcuno per quanto ne sa lei, per quanto ha detto a lei? RISPOSTA – Non me lo ricordo. Sinceramente non me lo ricordo. DOMANDA – Le ha mai fatto il nome di Ferri in relazione alla strage di Brescia Cavallini? RISPOSTA – Potrebbe pure essere perché comunque sapevo che Ferri era... Però non mi ricordo, quindi... DOMANDA – Che cosa sapeva lei? RISPOSTA – Io sapevo che Ferri era mandante dell’omicidio Buzzi che non voleva che parlasse sulla strage di Brescia, quindi diciamo sapendo questa circostanza presumevo che... Poi c’era anche una storia che Ferri era stato sospettato inizialmente, quindi diciamo Latini mi raccontava che Ferri diceva: “Me la sono cavata proprio 29 e 30”. Ecco c’era una storia di questo tipo. DOMANDA – Per cui lei non ha ricordo di questa cosa di Cavallini, nel senso che sempre nell’Assise a Brescia lei dice questo: “Cavallini fa questo tipo di discorso: (Ferri ha fatto la strage di Brescia”. Lei ricorda? RISPOSTA – In questo momento non lo ricordo sinceramente. Ma guardi siccome, diciamo sono passati 25 anni, logicamente io allora venivo da quell’ambiente quindi Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 108 alcuni ricordi per esempio de relato li avevo più chiari. E’ ovvio che oggi diciamo mi posso ricordare anche de relato e la lego a qualcosa che ho vissuto. Magari un discorso fatto così non lo posso più ricordare a distanza di tanti anni. Mi dispiace. DOMANDA – In che anno è nato lei? RISPOSTA – Nel 1955. DOMANDA - E’ stato arrestato? RISPOSTA – Ottobre del 1975. DOMANDA – Per la vicenda Circeo? RISPOSTA – Per la vicenda Circeo. DOMANDA – E lei ha mai riportato condanne relative all’attività politica? RISPOSTA – Sì. A 14 anni sono stato imputato per rissa al Tribunale di Minori di Roma. Forse difficile da rintracciare perché magari è stato cancellato. Però a 14 anni sono stato... DOMANDA – Devo farle presente che il 12 aprile del 1985 ha dichiarato: “Non ho compiuto attività di rilievo nella militanza politica né ho subito condanne motivi politici”. RISPOSTA - Se ho detto questo ho detto una sciocchezza perché ora le dico.... DOMANDA – Mentre ora lei dice la verità? RISPOSTA – No, non ho detto che è la verità. E’ un fatto, cioè si può controllare. Nel senso che... DOMANDA – Quindi ha una condanna a 14 anni? RISPOSTA – Sempre nel 1972 sono stato imputato di minaccia a mano armata nei confronti dei comunisti che attaccavano manifesti, è un reato politico? DOMANDA – Certo. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 109 RISPOSTA - Sempre nel 1970 sono stato imputato per una rissa a piazza Verdi, è un reato politico con i comunisti. Chiamiamolo reato. La stessa rapina dell’ottobre del 1973 cui è stato condannato Ghira, che io non sono stato condannato perché sono andato assolto, però oggi posso dire di avere partecipato quindi non ho problemi a dirlo. E’ un collezionista di armi era per motivi politici. Quindi tutto sommato ho avuto delle imputazioni di tipo politico. Forse non avrò detto non ho subito condanne per motivi politici, quindi effettivamente può che effettivamente non sia stato... DOMANDA – Sono cose che lei si attribuisce voglio dire. RISPOSTA - No, non mi sono state attribuite. No, me lo faccia chiarire perché sennò poi io... Io sono stato imputato, mica me le sono attribuite, mi hanno imputato per rissa. DOMANDA – Ho capito. Lei confessato anche, a un certo punto lei inizia a collaborare? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – E ha confessato una serie di reati? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Ha confessato rapine? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Ha confessato anche degli omicidi? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Per questi omicidi lei ha attribuito anche delle responsabilità ad altre persone? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Anche a Gianni Guido? RISPOSTA – Sì, anche a Gianni Guido. DOMANDA – Questi omicidi a quando risalirebbero? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 110 RISPOSTA – All’epoca precedente all’ottobre del 1975 questi. DOMANDA – Quindi tra... Ho capito. E lei è stato condannato per questi fatti? RISPOSTA – No, perché li ho confessati venti anni dopo in pratica. E quindi era stato molto... Sarebbe stato molto difficile trovare riscontri e prove. Voglio essere più sincero ancora. Poi siccome la Procura di Roma dove sono andato per competenza territoriale sembrava ben poco interessata, si immagini se non interessava a loro quanto poteva interessare a me. Quindi la cosa è finita diciamo in linea di massima in una serie di archiviazioni. Però aspetti non sono mai stato imputato, non è mai stato detto che qualcosa non era vera. DOMANDA – E’ stato condannato per calunnia? RISPOSTA – No. Ho avuto un’altra storia un concorso in istigazione alla calunnia su una storia degli anni 1989, su una cosa assolutamente ridicola nel senso che dicono che io avrei attribuito... DOMANDA – Chi lo dice? RISPOSTA – Dice il Tribunale di Palermo che mi ha condannato a quattro anni. DOMANDA – Quindi è stato condannato? RISPOSTA – Aspetti no, però le posso dire pure strappare e le dico perché. Le spiego perché, perché non mi hanno dato l’estradizione. Non me l’hanno potuto mettere neanche in cumolo, perché quando ero Francia ho accettato l’estradizione su tutti i reati, meno su quella in cui innocente e quindi per principio della specialità. Aspetti non è finita, in più io sarei stato accusato che avrei istigato uno a accusare Salvo Lima nel 1989 che ancora c’era il governo Andreotti etc. Oggi Salvo Lima Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 111 insomma... Cioè io sarei accusato di avere istigato a una calunnia una cosa verissima. DOMANDA – Comunque lei ha una condanna per...? RISPOSTA – Sì, sì, comunque ho riportato questa condanna, però è un caso proprio storicamente molto discutibile. DOMANDA – Avrei bisogno di leggerle una parte di un suo verbale che è del 12 aprile del 1985: “Sono stato condannato all’ergastolo e quindi non ho avuto né ho prospettive di trarre vantaggi dalla mia decisione di collaborare”. RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “La decisione quindi è stata mossa da un fatto che potrei dire con termini improprio: morale e che ora spiegherò meglio. Io ho vissuto gli anni della mia giovinezza come un ragazzo viziato, vissuto in mondo irreale quasi avulso dalla realtà. E vorrei dire della stessa umanità degli altri ritenendomi io tutto e gli altri niente”. RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – “Ho concluso la mia giovinezza con un delitto che non esito ora a chiamare ripugnante”. RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – “Che ora rinnego”. RISPOSTA - Certo. DOMANDA – “Anche se l’espressione è ridicola perché il delitto l’ho commesso e mi sento impotente dinanzi a questa realtà”? RISPOSTA – Certo. DOMANDA – “Con il passare degli anni la maturità conseguita e la vita carceraria mi hanno portato a riconoscere l’umanità negli altri e sentirmi vicino a quanti erano Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 112 con me detenuti. Ho cominciato a scoprire gli altri e gradualmente anche quelli fuori dal carcere”? RISPOSTA – Certo. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Ma è una contestazione? Cosa è? RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – MASCIALINO DOMANDA - Volevo sapere che cosa ne pensava oggi: “Mano a mano che prendevo coscienza di questa realtà, da un lato mi sentivo schiacciato da quello che avevo commesso e dalla realtà che mi circondava, dall’altro cominciavo a rendermi conto che verso la società non avevo solo diritti ma anche doveri”? RISPOSTA – Sì. E’ esattamente quello che penso. DOMANDA – Che pensa anche oggi? RISPOSTA – Lo penso anche oggi. Lei so che mi potrà dire: però Izzo però lei ha commesso altre cose. Mi contesterà che ho commesso altri reati. DOMANDA – No, non le dico niente, non è necessario. RISPOSTA - No, ma sicuramente è giusto questo ragionamento però le posso dire una cosa, a volte la volta è complicata. Nel senso che uno parte con un’idea, sicuramente io nel 2002 quando sono uscito dal carcere l’ultima volta, ero partito con l’idea di non commettere più alcun tipo di reato, di comportarmi bene. E purtroppo cosa è avvenuto? Che un po’ per megalomania, un po’ per circostanze che mi sono messo a fare dei passi più lunghi della gamba etc. Mi sono trovato in una serie di problemi, di guai e sotto pressione è venuta fuori una parte che io pensavo di avere messo sotto Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 113 controllo negativa, cioè la mia parte violenta. Ho cominciato le cose. Ogni ostacolo, ogni cosa la cominciavo di nuovo a rivedere come nemici. Si è ricreata in me un’idea di inimicizia nei confronti della società. Un’idea sbagliata che mi ha portato a commettere, guardi che dico pure questo così le do un’anticipazione, io non ho commesso solo l’omicidio di Ferrazzano in questi anni, ho commesso anche altri reati anche gravi. Poi un giorno magari che deciderò di collaborare ne parlerò. Però quello che le posso dire è questo che ciò non inficia minimamente quello che io pensavo e non inficia quello che oggi penso. Semplicemente sono una persona che è ricaduta in un errore. Gravissimo però questi sono i fatti. Questo non inficia che io in tutta sincerità in quel momento la pensavo in quella maniera. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASI DOMANDA - Allora completo la lettura che le stava facendo adesso la collega solo perché lei è tornato su questa questione, non perché la collega sia stata incompleta. Ma anche il 14 aprile del 2000 in Corte d’Assise strage di Piazza Fontana, la domanda era sempre la stessa, lei risponde: “No, perché sono ancora detenuto. Non ho avuto nessun tipo di beneficio. Questa è stata la mia scelta iniziale. Le devo dire la verità in seguito sono stato ancora più convinto. Oggi per esempio sono ancora molto più convinto di questa scelta e in certo senso sono anche contento di fare la mia galera, di pagare i miei debiti con la giustizia, non è che voglio fare il santo. Mi piacerebbe uscire stasera però ciò non toglie che mi Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 114 vada bene anche questo discorso, cioè per me è una scelta e in un certo senso faccio come scelta, proprio mio di persona”. RISPOSTA - Senta io ho fatto 35 anni di carcere, no? Le persone... DOMANDA – Signor Izzo le domande gliele faccio io. Adesso lei ha parlato con... RISPOSTA - No, pensavo mi avesse contestato questo. No, no, a posto. DOMANDA – Allora, i fatti, gli ultimi fatti, tra le vittime c’è anche una ragazza di 14 anni? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – La madre di questa ragazza? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Altri reati a cui lei faceva cenno in questo momento non intende confessarli, quindi ci sarebbero altre cose con le quali la giustizia oggi potrebbe...? RISPOSTA – Ma non è questa la sede sicuramente, no? Probabilmente, quando sarà il.... Quando sarò... Però non è questo il problema. Io quello che volevo dirle... DOMANDA – Le domande le faccio io. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – C’è una norma che tutela il testimone che nel caso faccia dichiarazioni... Io richiamo solo l’osservanza di questa norma. Poi se il teste può dire quello che vuole su questo punto che riguarda eventuali commissioni di fatti reato. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - DE BIASE DOMANDA – A me non interessa, io le sto chiedendo se lei mi conferma che ha delle riserve rispetto a sue Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 115 responsabilità che non intende evidentemente, rispetto alle quali non intende rendere nessuna...? RISPOSTA – Non ho detto che non intendo rispondere. Intendo rispondere nel momento in cui... Cioè con tutte le garanzie, con tutte le situazioni e davanti e nelle sedi opportune, no? Però quello che volevo dire, il concetto era un altro, io l’ho detto per fare una sparata, l’ho detto semplicemente per dirle che io non ho nessuna difficoltà a ammettere che diciamo sono un tipaccio forse, però quello che voglio dire è che ciò non toglie... Innanzitutto, ovviamente se io sono a conoscenza, anche la vita che facevo prima insomma quanto ho raccontato qua non è che siano sempre cose commendevoli, ora uno ne parla a distanza di tanti anni, anche scherzando, ridendoci sopra magari. Però quando... DOMANDA – Noi ridiamo molto poco.... RISPOSTA - Non è che di per sé un’attività... Voglio dire non mi sento, certo non è che ero un angioletto anche se ero un angioletto sicuramente non ero a conoscenza di queste cose. Che io tutto questo lo rinnego e tuttora ed ero deciso a rinnegarlo anche qualche anno fa, poi che cosa le posso fare? Purtroppo, mi sono fatto prendere la mano da una certa situazione. Lei per esempio mi parla di una signora. Quella signora lo sa che vendeva sua figlia ai suoi amanti, la figlia quando aveva otto, nove anni? DOMANDA – Stiamo parlando di due persone che lei ha ucciso... RISPOSTA - E’ negli atti processuali, non è che... Quindi poi le cose bisognerebbe conoscerle per potere parlare. DOMANDA – Con riferimento a questo ultimo procedimento è stato sottoposto a perizia psichiatrica? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 116 RISPOSTA – Sì. Sono stato dichiarato sano di mente, sì. DOMANDA – Lei è stato dichiarato sano di mente? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Benissimo. E allora veniamo un po’ alle questioni di questo processo. Le rammostro Presidente, per tutte le parti, è una foto che abbiamo tratto dal fascicolo processuale si trova in G A 101, fascicolo 6, pagina 656 è un documento prodotto dalla difesa. Io le rammostro adesso questa fotografia. A questo punto viene rammostrata al teste fotografia prodotta dalla difesa. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - DE BIASE DOMANDA – Sa dirmi chi è? RISPOSTA – Sì, sì lo so perché. Allora qui c’è una lunga storia, sì è Delfo Zorzi. Ma lo so, ma non è che lo riconosco come Delfo Zorzi perché qui è un problema. Io questa fotografia l’ho vista, però il Delfo Zorzi che ho conosciuto io che è Delfo Zorzi comunque, non gli somiglia granché. Era molto miope, questo sembra un gran bel ragazzo insomma. Delfo Zorzi non era, quello che ricordo io, quindi non so a quando risale questa fotografia. DOMANDA – Quindi non è questa la foto che lei ricorda? RISPOSTA - Ne ho parlato. Una volta mi è stato chiesto ed io ho detto: “Guardi io sono certo di conoscerlo, e non è che ci possono essere tanti Delfo Zorzi, però la fotografia è quella pubblica solitamente il giornale. Mi hanno fatto vedere sa con la maglia tirolese etc.. Io in quella fotografia non lo riesco a riconoscere perché era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 117 tutto un altro tipo. Io l’ho conosciuto bassetto, grassottello, miope in una maniera impressionante. Quindi forse risale ad un’epoca.... Questa fotografia insomma sembra un attore di Hollywood. DOMANDA – Alto o basso, come lo ricorda lei? RISPOSTA – Bassetto io me lo ricordo. Più o meno come me. DOMANDA – Quanti anni poteva avere quando l’ha conosciuto lei? RISPOSTA – Mi fa una domanda che non glielo so dire perché... Penso comunque era laureato, quindi... DOMANDA – Era già laureato? RISPOSTA – Era già laureato credo o quanto meno era in procinto di laurearsi insomma, comunque aveva fatto l’università a Napoli. Perché io l’ho conosciuto che faceva l’università a Napoli, quindi penso che sia già un ragazzo di 27, 28 anni. DOMANDA – Era già stato in Giappone? RISPOSTA – So che aveva un commercio di argento con il Giappone, questo lo so con un romano, però non ricordo... Ricordo vagamente. Però non so se lui effettivamente era già stato in Giappone. Ricordo questo particolare. DOMANDA – Ricorda questo commercio d’argento? RISPOSTA – Ricordo che me ne hanno parlato, però non ricordo, non so se me ne ha parlato... No, lui non me ne ha parlato sicuramente, so che aveva un commercio di argento con il Giappone. DOMANDA – Quindi l’ha conosciuto lei aveva già questa attività? RISPOSTA – Non lo so. Cioè ora mi risulta difficile. Sto pensando questo, non lo so. Può darsi che l’appreso a Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 118 posteriori. Non lo poso dirlo con sicurezza. Non lo so se era già andato in Giappone. Mi fu detto pure che era dentro, no aspetti, ancora aveva interessi in Italia e in quel periodo lui aveva fatto una manovra entrista dentro la Democrazia Cristiana, qualcosa del genere. DOMANDA – Quindi lei non riesce a ricordarsi se fosse già stato in Giappone? RISPOSTA – No, perché ripeto poi, l’ho conosciuto così, non è che avevo un rapporto stretto con lui quindi non... Poi sa, a distanza di tempo siccome apprendi tante cose, diventa difficile ricordarti quello che hai appreso diciamo a posteriori magari. DOMANDA – Perché vede ci sono diverse cose che non tornano rispetto a quello che lei ha detto la scorsa udienza qui davanti alla Corte d’Assise. Allora lei ci ha detto di avere conosciuto il signor Delfo Zorzi che è soprannominato? RISPOSTA – Samurai. DOMANDA - Samurai benissimo. Allora vedo che ricorda, in occasione del funerale di Falvella. RISPOSTA - Faldella Carlo. DOMANDA – Carlo, perfetto, 7 luglio del 1972 questa data le dice qualcosa? RISPOSTA – Sarà quando è morto Faldella probabilmente. DOMANDA – 7 luglio del 1972 glielo dico io. Quindi lei è sicuro che la sua conoscenza...? RISPOSTA – No, ho già detto l’altra volta mi pare che sia in occasione del funerale di Faldella, però insomma si rende conto quanto è passato, insomma? DOMANDA – Io mi rendo conto, la scorsa udienza lei ha detto: sono sicurissimo. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 119 RISPOSTA - No, non ho detto sono sicurissimo. Possiamo controllarlo, eh! Non ho detto sono sicurissimo. DOMANDA – Aspetti che leggiamo perché non voglio... RISPOSTA - Ho detto: mi pare al funerale di Carlo Faldella. DOMANDA – Allora: “Ho conosciuto anche, so che è imputato in questa occasione Delfo Zorzi, in occasione del funerale di Falvella a Salerno in un, mi pare o comunque in occasione di un funerale mi è stato presentato che studiava già a coso di Napoli, come si chiama, l’Istituto di Arte Orientale”. Le chiedono: “In che anno?”. “In quegli anni là, ora non... Penso 1971. 1972. In quando quegli anni là, comunque”. E poi per essere completi dunque... RISPOSTA - O al funerale di Falvella o... Non ho detto al cento per cento, comunque. Perché al funerale di Faldella questo è impossibile, questo mi vuole contestare? DOMANDA – Abbastanza. E comunque non coincide... RISPOSTA - Allora non sarà stato al funerale di Faldella. DOMANDA – E comunque non coincide quello che lei aveva già detto. RISPOSTA - Perché? DOMANDA – Perché lei rispondendo, adesso le dico a chi, allora siamo nel 1984, il 23 di aprile, davanti al dottor Lombardi, le chiedono del Samurai e lei dice, la frase inizia così: “Nulla so di preciso di eventuali rapporti tra Carlo Maria Maggi e Dantini. Certamente si sono conosciuti ma non posso dire altro. Conosco di nome Delfo Zorzi in quanto Dantini me ne parlava spesso come di un intimo amico”. RISPOSTA - Forse mi sarò espresso male, perché al dottor Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 120 Lombardi poi ho parlato della mia permanenza in una villa in Veneto. DOMANDA – Benissimo. RISPOSTA - Quindi come posso avere detto questo? DOMANDA – E’ esattamente quello che le avrei letto fra un secondo, quando lei riparla del Samurai invece descrive, ma questa volta siamo davanti al dottor Meroni, e il verbale... RISPOSTA - Dottor, scusi? DOMANDA – Meroni, Pubblico Ministero della strage di Piazza Fontana, 13 maggio del 1997, c’era anche la dottoressa Pradella? RISPOSTA – Ah, allora, probabilmente sì, sì. DOMANDA – Benissimo. Allora a proposito del Samurai dice appunto: “Io ho visto Samurai forse prima dell’episodio...”. No, ce ne è un altro: “Allora Dantini parlava di questo Samurai come dell’unica persona del gruppo Veneto di cui aveva grande considerazione. Anzi ho avuto l’impressione che Dantini avesse un certo timore di questa persona. Successivamente...”. Va bene questo è un altro discorso. “Io ho visto Samurai forse prima dell’episodio descritto e certamente dopo”. No, aspetti che le trovo... RISPOSTA - Mi sembra che dico sempre le stesse cose, scusi. DOMANDA – Allora siamo partiti con lei che lo incontra a questo funerale. Le ho letto un verbale dove le dico, signor Izzo mi segua che parlo io. RISPOSTA - La seguo, la seguo. DOMANDA – Benissimo. Poi le ho letto un verbale dove lei dice che ha conosciuto solo per nome il dottor Delfo Zorzi. Adesso le stavo leggendo due episodi, perché lei dice di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 121 averlo conosciuto in due occasioni in cui invece l’ha incontrato, ci è andato a cena. Ma se vuole dirci lei di questa cosa? RISPOSTA – Gliela spiego benissimo. Allora questa è la contestazione, posso rispondere? DOMANDA – Certo. RISPOSTA - Allora io probabilmente quella cosa lì che non lo conosco.... Già ho chiarito in maniera, che non è che confidenza o che lo conosco bene, questo. Quindi probabilmente mi sarò espresso in quell’occasione. Ovviamente non posso avere detto a un giudice lo conosco di vista e poi immediatamente dopo racconto degli episodi in cui sono stato insieme. Quindi evidentemente mi sono espresso, non dico che il verbale è fatto male, probabilmente mi sarò espresso male io. Però è evidente, oggi ho detto per la prima volta, effettivamente perché così mi ricordo, che forse la prima conoscenza l’ho avuta in occasione di un funerale. Mi pareva di ricordare che siccome era un funerale di un camerata, sicuramente presumevo fosse quello di Faldella. Anche nel verbale che lei ha letto, l’ha letto in questo momento, dicevo: o a quel funerale o a un altro funerale, quindi non ero sicuro di questa circostanza. Ripeto, comunque che io abbia conosciuto, poi oltretutto non è che l’accuso di niente, quindi il fatto che l’abbia conosciuto è una cosa abbastanza pacifica. Cioè non vedo perché dovrei dire... DOMANDA - Completo. Siccome lei la scorsa udienza, così le leggo anche il verbale della scorsa udienza, ha detto parlando appunto del Samurai, il Pubblico Ministero le chiede: “Vediamo di dire cose precise. Lui l’ha Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 122 conosciuto – stiamo parlando del Samurai vale a dire Delfo Zorzi?” “Sì l’ho conosciuto anche benino”. RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Diceva prima a questo funerale?” “Di persona l’ho conosciuto al funerale”. RISPOSTA - La prima volta diciamo. DOMANDA – Quindi adesso il funerale lo ricorda? RISPOSTA – Io credo di avere conosciuto personalmente, cioè la prima volta che l’ho visto è stato in occasione di un funerale che mi fu presentato. Poi in seguito, cioè una cosa... Io presumevo fosse il funerale di Faldella perché era un funerale di un camerata giù a Salerno. Può essere che sia stato un altro funerale, ora non... Però voglio dire... ma infatti non vedo perché avrei dovuto... Cioè ho detto un particolare che mi è venuto in mente, non vedo perché avrei dovuto mentire. DOMANDA – Signor Izzo, lo stiamo approfondendo. RISPOSTA - Sì, sì, mi dica. DOMANDA – Arriviamo al dopo. Allora lei dopo dice, quindi mi riparla di questo funerale e poi dice: “In seguito però l’ho conosciuto meglio nel 1973 per questione della villa che sono stato ospite”. RISPOSTA - Scusi ma il funerale? Quindi io ho già parlato del funerale. Non ne ho parlato qui per la prima volta. DOMANDA – No, io le sto leggendo il verbale stenotipico della scorsa udienza. RISPOSTA – Ah, scusi allora, scusi. DOMANDA – Quindi stiamo parlando di quello che lei ha detto... RISPOSTA - Scusi, pensavo che era un vecchio verbale. DOMANDA – Sempre la scorsa udienza, lei ha aggiunto: “L’ho Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 123 conosciuto meglio nel 1973 per la questione della villa che sono stato ospite alcuni giorni con Ghira in una villa veneta e lì l’ho conosciuto meglio”. RISPOSTA - Esatto. DOMANDA – “Ma aveva fama pure che era infiltrato dentro la Democrazia Cristiana, qualche storia del genere in quel periodo, che se la faceva con un onorevole democristiano, non so che stava combinando”. Riesce a collocare meglio nel tempo quando ciò sarebbe avvenuto? RISPOSTA – Sì, questo posso essere precisissimo. Parliamo di marzo, aprile del 1973. DOMANDA – E io le dicessi che il dottor Zorzi era in Giappone? RISPOSTA – Non poteva esserci. DOMANDA – E’ documentale guardi. RISPOSTA - Ci sarà qualche cosa, qualche trucchetto. DOMANDA – Allora lo lasceremo decidere alla Corte. RISPOSTA - Deciderà la Corte. DOMANDA – Se il trucchetto è nei documenti o in qualche altra... RISPOSTA - Niente di più facile. DOMANDA – Con riferimento al dottor Maggi, io qui non le cito la pagina del verbale perché me lo ero annotato con precisione, lei mi confermi se è vero, che lei seppe da Freda che il dottor Maggi aveva fama di essere un bombarolo? RISPOSTA – Sì, sì, credo di sì. DOMANDA - Ecco vogliamo collocare nel tempo questa confidenza di Freda riferita dal dottor Maggi? RISPOSTA – Sì, lo possiamo... io credo 1979, 1980 più o meno. DOMANDA – Come scusi? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 124 RISPOSTA – 1979, 1980 suppongo. DOMANDA – 1979, 1980? RISPOSTA – Sì. Carcere di Trani. DOMANDA – E lei mi sta riferendo quando glielo disse Freda. Adesso le chiedo: a che epoca questa confidenza di Freda rispetto a Maggi, a quale periodo si riferiva? Nel senso che lui diceva che Maggi aveva fama di essere un bombarolo, quando? RISPOSTA – Nei periodi precedenti ovviamente. Cioè parliamo del periodo delle bombe insomma. Insomma della strategia della tensione. DOMANDA – Guardi siccome lei in epoche passate è stato preciso sul punto, se riesce a ricordare sennò le leggo il verbale. RISPOSTA - Mi legga il verbale. DOMANDA – Allora lei dice, la domanda è appunto quella della ideologia stragista, il verbale è quello in Corte d’Assise Venezia il 24 ottobre del 1988, è la pagina 5 scritto a penna: “Ritengo che quanto riferito sul conto di Maggi e la sua strategia stragista, risalisse agli anni 1969 e 1970 dato che poco dopo lo stesso Freda venne arrestato”? RISPOSTA – Sì, probabilmente questo fatto qua è del 1971, sì, quindi probabilmente erano discorsi precedenti certo. DOMANDA – Quindi con questo processo quello che lei ha riferito alla scorsa udienza? RISPOSTA – E’ un po’ una forzatura avvocatessa, mi scusi. DOMANDA – E’ una forzatura, però vede siccome lei parla di bombaroli in generale ci fa piacere... RISPOSTA - Mi perdoni, se io sono di ideologia stragista stabilire che io sono di ideologia stragista nel 1969 e Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 125 poi dice: va bene nel 1974... DOMANDA – No, no. Io le sto chiedendo la confidenza fatta da Freda a che epoca si riferisce? Non le ho chiesto di fare nessun tipo di... RISPOSTA - No, siccome lei mi fa una contestazione, io le dico che la contestazione... DOMANDA – Siccome la volta scorsa le è stata fatta la domanda. RISPOSTA - Lei si rende conto che non sta in piedi, no? Scusi, cioè se io... DOMANDA – A proposito di questa ideologia che propugnava il dottor Maggi, le chiedo se lei ha mai saputo di un ruolo operativo del dottor Maggi? RISPOSTA – No, anzi le ripeto, effettivamente al di là del fatto, l’ho detto anche l’altra volta, Maggi aveva fama di essere una persona straordinariamente liberale nel senso non liberale politico, nel senso che curava i poveri, aveva questa fama di essere una persona estremamente buona. Infatti, proprio questo lo mettevano in contrasto con la questione che fosse invece un sanguinario da un punto di vista, cioè come persona avesse questo tratto appunto liberale e invece avesse questa ideologia così fortemente stragista. DOMANDA – Bene, grazie. Ha mai sentito riferire di Maggi come di depositario o co- depositario, co- detentore di esplosivi e di armi? RISPOSTA – Non ricordo in maniera precisa. Però dottoressa, cioè anche in questo caso la domanda è suggestiva, nel senso che comunque il gruppo Veneto... DOMANDA – Non è suggestiva per nulla. RISPOSTA - Sì, però glielo devo dire, perché se parliamo... Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 126 (incomprensibile per sovrapposizione di voci) Glielo voglio dire nel senso che il gruppo Veneto era depositario di armi, Maggi era uno dei leader del gruppo Veneto. Ora che materialmente... Conta poco se io materialmente ho sentito dire che quel giorno in casa c’era una pistola o aveva una cosa... Questo logicamente non potrei dire di Zorzi, né di Fachini, cioè di chiunque me lo chiede, lei dice le risulta... Digilio so perché Digilio mi raccontò che aveva preparato la bomba, quindi c’era questo particolare. Le faccio notare che l’ho detto nel 1984 molto prima che lo confessasse a proposito di credibilità. DOMANDA – Le contesto il verbale sempre lo stesso dove lei ebbe a dire: “Non ho sentito riferire di Maggi come depositario o co- depositario di esplosivi e di altro”. RISPOSTA - Ho detto il contrario mi perdoni. DOMANDA – No, ha introdotto delle circostanze di cui qui non aveva riferito ed io glielo faccio notare. Altra questione... RISPOSTA - Mi perdoni quali sarebbero queste circostanze. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Lasci stare, questa è una chiosa a una normale domanda. Avanti. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - DE BIASE DOMANDA – Allora con riferimento al gruppo Veneto, questa domanda io credo di rifargliela perché probabilmente ha già risposto la volta scorsa, ma me ne scuso se è così. Volevo sapere chi lei individua come figura preminente del gruppo Veneto? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 127 RISPOSTA – Io probabilmente sbagliando, ho presumevo la figura preminente fosse Fachini, però questo dipende dal fatto che Fachini aveva rapporti più, diciamo non necessariamente la gerarchia interna in Veneto io la so. Cioè, nel senso che logicamente se Fachini arriva a Roma a rappresentare il gruppo Veneto, io presumevo Fachini fosse... Però ciò non toglie che non ho idea di quale sia la gerarchia interna vera del gruppo Veneto. Freda mi disse per esempio che molti lo consideravano almeno di fama per il suo atteggiamento, per suo... Freda mi disse: “No, ma io al massimo potrei fare l’ambasciatore. Io sono uno che si presenta bene ma in realtà non ho... Pure Pozzan era sopra di me”. Quindi questo le posso dire, però... DOMANDA – Non ho capito. Chi poteva fare l’ambasciatore? RISPOSTA – Freda parlando, cioè consideravamo Freda il capo. E Freda mi disse: “Ma quale capo? Io al massimo posso essere un ambasciatore. Cioè mi presento bene”. DOMANDA – Quindi per confermarle il ruolo di Fachini in questo senso? RISPOSTA – Sì. E mi disse pure Pozzan, lui mi confermò, mi disse che Pozzan che era una figura indubbiamente... che se paragoniamo Pozzan a Freda all’apparenza anche il comportamento processuale etc. sono proprio totalmente diversi. Mentre Fachini per esempio aveva questi atteggiamenti, non so, restava in piedi alla mattina... Si levava i guanti, non so, faceva persino... Era molto frediani come modi. Lui disse che Pozzan era sopra di lui all’interno del gruppo veneto. DOMANDA – Sempre a proposito di questo ruolo di Fachini conferma da Concutelli ne ha mai avute? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 128 RISPOSTA – Che Fachini era un personaggio di grande peso all’interno del gruppo Veneto sicuramente l’ho avuto da Calore, da... Ma anche lo stesso Giusva Fioravanti nel momento che racconta che ospita... Sicuramente era una figura preminente, però ora onestamente, cioè avendo una maggiore conoscenza, avendo una maggiore cosa, la considero io una figura preminente. Però ripeto io non conosco le gerarchie interne al gruppo Veneto, quindi che era un gruppo ripeto molto compartimentale, molto chiuso insomma. DOMANDA – Le ultime due domande, la prima che l’ho dimenticata rispetto a prima, lei ha subito condanne per vicende legate a traffici di sostanze stupefacenti? RISPOSTA – Sono stato imputato due volte. Sì, ho subito anche una condanna sì. Le posso dire pure questo, sono stato anche imputato adesso traffico internazionale negli anni ed ero colpevole ma sono stato assolto. DOMANDA – E stupri di gruppo? RISPOSTA – Stupri, sì, sì. Condanne aspetti, ho anche subito una condanna sì. Però ne ho fatti molti di più di quelli che poi sono stato condannato. DOMANDA – Mi consenta di farle questa per capire, queste vicende per cui lei è stato condannato, hanno un qualche collegamento con la sua ideologia rivoluzionaria, cioè c’è un legame tra il suo modo di pensare e questi reati di cui...? RISPOSTA – Allora, un legame diretto certamente non possiamo considerarlo che la politica c’entri. Però in qualche maniera c’entra nella misura in cui io vedevo me stesso come un guerriero che quindi rapinava, che stuprava, che ammazzava, questa era l’immagine che avevo di me. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 129 Un’immagine assurda però quest’era l’immagine che io avevo di me. Quindi io ho pensato: per secoli i guerrieri entravano nelle città e violentavano le donne. Lo so che è una cosa orribile a dirsi, però questo era il mio pensiero di allora. Assolutamente oggi ne sono ben lontano da questo modo di ragionare ma da moltissimo tempo. DOMANDA – Lei sa se Fachini si sia stato imputato per la strage di Piazza Fontana? RISPOSTA – Sì, è imputato e credo assolto. DOMANDA – E appunto, e sa perché è stato imputato? RISPOSTA – Penso, anche allora, se qui chiediamo la.... I cosiddetti collaboratori raccontano fatti poi le imputazioni le fanno i giudici. DOMANDA – Chiaro. RISPOSTA - Quindi logicamente... Perché io voglio dire sono stato su cento processi, novanta volte quelli che ho accusato sono stati condannati, le potrei ribattere. Però ripeto come non è merito mio quando sono stati condannati, non è neanche demerito mio quando vengono assolti. DOMANDA – Quindi era stato imputato a seguito delle sue dichiarazioni? RISPOSTA – Non credo a seguito delle mie dichiarazioni, forse anche con il contributo delle mie dichiarazioni, ma non credo proprio a seguito delle mie dichiarazioni. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI DOMANDA – Ho alcune da cose da chiederle, sono alla sinistra. RISPOSTA - Anche io oggi sono a sinistra. DOMANDA – Senta, per quanto riguarda i fatti di Ferrazzano, è Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 130 definitiva la condanna oppure no? RISPOSTA – E’ definitiva sì. DOMANDA - Quindi un secondo ergastolo che lei ha...? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Per cui lei ha riportato condanna? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Tornando invece al fatto a cui lei ha fatto cenno, ossia la condanna per calunnia a quattro anni, lei ricorda chi firmò la richiesta di rinvio a giudizio? RISPOSTA – Non è stato Falcone. Questo è una palla giornalistica. Lei mi insegna perché è Avvocato io sono un misero studente di legge, che quando subentra il procuratore capo nell’inchiesta, i sostituti non hanno più... E’ il procuratore capo che ha responsabilità. Quindi io sono stato interrogato da Gianmanco, e rinviato a giudizio dal dottor Gianmanco che poi si è dovuto dimettere perché era amico dell’amico di Salvo Lima, là come si chiama... Quindi ecco come è andata la cosa. Falcone ha interrogato effettivamente ma è una palla giornalistica o anche di qualche magistrato che vuole fare apparire: ammazza Falcone come ci vedeva? Che Falcone c’entri. Falcone è semplicemente uno dei tanti giudici del pool che ha fatto anche quell’inchiesta, l’inchiesta sui delitti politici. Però non è lui che... Cioè non è né responsabile in senso negativo, perché oggi se esaminiamo i fatti sarebbe in senso... Perché poi la cosa da ridere di questa storia. DOMANDA – No, ma la domanda io l’ho fatta...? RISPOSTA – No, no, mi faccia chiarire. Questa storia se l’andiamo a esaminare a fondo dimostra soltanto quanto io sono attendibile non quanto io sono inattendibile. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 131 Cioè nel senso che io ho detto anni prima una cosa che poi tutta la Procura di Palermo, tutta Italia sa. DOMANDA – Lei comunque la condanna l’ha riportata? RISPOSTA – Lei pensa che Salvo Lima è innocente? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Andiamo avanti. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - SANDRINI DOMANDA - Con riferimento ai suoi rapporti, alle confidenze che le fece Guido Gianni, lei anche all’udienza scorsa ha fatto dei riferimenti a Gianni Guido in particolare circa a quanto Guido apprese San Gimignano da Buzzi? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Il discorso che io le faccio è questo, poi magari andiamo nei dettagli, però già come inquadramento generale ci sono molte circostanze con riferimento alle quali Gianni Guido ha diciamo così un’opinione diversa o meglio dice di non averle riferito una serie di nomi, con riferimento in particolare a Ferri, con riferimento a Ballan, con riferimento a Deamici con riferimento al collegamento con i milanesi, circostanze che lei invece dice di avere appreso da Gianni Guido? RISPOSTA – Glielo spiego senza nessuna difficoltà. Io ho fatto una scelta e sono andato nella sezione collaboratori a un certo punto. Quindi anche protetto da questo punto di vista da eventuali rappresaglie. Gianni Guido ha fatto una scelta diversa. Nel senso che è rimasto nelle sezioni di massima sicurezza, ha continuato a farsi la sua galera. Non ha mai voluto collaborare. Quindi Gianni Guido pur facendo delle ammissioni da quanto penso io, sicuramente non ha mai fatto nomi. Gianni Guido tra Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 132 l’altro anche reati, ha ammesso anche su reati che abbiamo commesso insieme, ha ammesso il minimo indispensabile. Veramente il numero indispensabile e ha sempre evitato di fare nomi. In occasione di un confronto mi ha detto: “Angelo il collaboratore sei tu, i nomi falli tu. Io nomi non ne faccio”. Quindi non mi meraviglia affatto, già che abbia detto che Buzzi gli ha fatto delle confidenze e abbia confermato questo se è vero quello che so, già mi sembra un risultato un indifferente. DOMANDA – Quindi il motivo sarebbe non essere implicato in ulteriori vicende? RISPOSTA - No, non implicato. Lui non è un collaboratore quindi mantiene un atteggiamento omertoso. Gianni Guido ha mantenuto sempre... DOMANDA – Perché vede Izzo, alcuni nomi li ha fatti, altri invece dice... RISPOSTA - Ma di chi, di Buzzi che è morto. DOMANDA – In particolare con riferimento a Deamici per esempio dice: io non ricordo di averglielo detto perché non me l’ha mai detto Buzzi? RISPOSTA – Mi perdoni, lui l’unico nome che ha fatto da quanto so io è Buzzi che è morto quindi chiunque ne può parlare. Cioè lei deve entrare, lei è Avvocato, non... Cioè a me a volte non è che... Voi giustamente dovete fare... io ho un rispetto immenso per la difesa, mi creda. Però voglio dire, diciamo queste cose sono un po’ cose... E’ ovvio che uno che non è collaboratore, può fare, io da non collaboratore, se lei va a prendere i primi verbali su Piazza Fontana, io sono stato interrogato su Piazza Fontana quando non ero Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 133 collaboratore. Lei con quanti nominativi ha parlato. Io ho detto: no, non se no niente. Non è vero questo. Non è vero questo altro. Perché avevo una scelta di un certo tipo e Guido ha continuato a mantenere. Guido è un ragazzo diciamo un bravo ragazzo dal punto di vista malavitoso, quindi è chiaro che potrebbe avere fatto il nome di Buzzi, perché Buzzi ormai è morto quindi non costa niente fare il nome. Però il fatto che non faccia i nomi, o non se li ricorda, poi non voglio... Però è anche ovvio Avvocato. DOMANDA – Anche Ballan è morto eppure ha allo stesso modo non è stato fatto il nome da Gianni Guido? RISPOSTA – Ma Gianni sapeva che era morto Ballan? Non lo sapevo neanche io. DOMANDA – Lei ricorda di avere per i vari omicidi parlato di un omicidio che lei avrebbe commesso nel 1975 in Italia, non so se Amilcare Di Benedetto, al limite mi dirà che non è quello è un altro? RISPOSTA – No, Amilcare De Benedetto, sì. DOMANDA – Lei ricorda se in relazione a questo omicidio parlò anche di un coinvolgimento di Gianni Guido? RISPOSTA – Sì, sì. Era solo una cosa della cassetta di legno, sì, lui se lo è negato certo. DOMANDA – L’ha negato ed è venuto qui a riferire che in buona sostanza, e anche su questo io l’interrogo in modo tale che lei abbia la possibilità di replicare. Lui dice: non solo non è mai successo ma lui dice addirittura Izzo parlava di avere ammazzato una persona che in realtà risultava invece in vita successivamente rispetto alla sua entrata in carcere? RISPOSTA – Allora non è così. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 134 DOMANDA – E ci fu un confronto? RISPOSTA – Sì, ci fu un confronto. DOMANDA – A Rimini? RISPOSTA – Comunque la cosa le dico come è, io ricordavo di avere ammazzato l’Amilcare De Benedetto nel giugno del 1975. Sembrebbe che ad agosto qualcuno, ci sarebbe una testimonianza che ad agosto lui era ancora vivo. DOMANDA – Della moglie, la testimonianza? RISPOSTA – Eh! Ora il problema è questo, può darsi che io ho confuso giugno con settembre per esempio, questo potrebbe essere benissimo successo, o come può darsi che si sia sbagliata la moglie a distanza di tanti anni che però Amilcare De Benedetto sia morto, cioè può essere considerato ancora latitante però siamo nel 2010, è certo che dal 1975 che non ci sono più notizie di Amilcare, lo dice anche la moglie, che è sparito comunque in quel periodo, che io dire che è sparito dopo nel 1976, 1977 è una cosa che si può dire, può essere sparito nel 1978, nel 1990, però certo che dall’agosto del 1975 dall’ultimo avvistamento nessuno l’ha più visto. Quindi comunque era una cosa che non si sapeva, una cosa che nessuno sapeva, la Polizia lo considerava latitante, quindi io le dico questo: io certo che l’ho ammazzato Amilcare Di Benedetto, se poi può darsi benissimo che a distanza di venti anni, perché venti anni dopo l’ho confessato potrei avere sbagliato il mese, come potrebbe avere sbagliato anche la moglie, questo non vuole dire. Però questo non è un problema, però dire che questo era vivo quando io ero carcerato è una cosa assolutamente falsa perché non c’era. Non c’è prova. Però se uno non mi vuole credere potrebbe anche Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 135 pensare che... Io tra l’altro mi ero pure offerto di andarlo a cercare ma io penso addirittura che sono in grado di ritrovarlo. DOMANDA – Quel procedimento poi come si è concluso? RISPOSTA – Le ripeto tutto quella cosa di procedimenti sono conclusi con l’archiviazione. Però se un giorno... Io ripeto è dipeso anche dal fatto che io ho collaborato svogliatamente perché ho visto poco interesse da parte, giustamente erano fatti di venti anni prima, io oltretutto ripeto sono stato anche abbastanza reticente tutto sommato perché poi alla fine mi rendo benissimo conto, però ovviamente se il giudice non ha voglia di... Mi accorgo che... DOMANDA – Izzo, Guido ha dato una spiegazione riguardo a quelle che a suo avviso sono comunque calunnie che lei ha nei suoi confronti? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Perché ha parlato del fatto, mi faccia leggere il passo. RISPOSTA - Sì, sì, mi legga. DOMANDA – Qui Guido ci ha detto che sarebbe in buona sostanza la sua vendetta perché lei non l’avrebbe aiutato a scappare. Una volta, le leggo il passaggio, domanda e risposta. La domanda che venne fatta qui di fronte a questa Corte a Guido fu: “Senta è motivato da qualche cosa in particolare questo suo rapporto, questa attività calunniatoria dell’Izzo nei suoi confronti, è motivata da qualcosa? Lei ha rapporti difficili o aveva rapporti difficili con Izzo? Come Izzo racconta delle cose di lei non vere?” E la risposta di Guido fu: “Ma io non ho, non ho aiutato Izzo a scappare. Una volta che sono Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 136 scappato io non mi sono fatto più vivo con Izzo e penso che sia tutto lì. Sono ben contento di averlo fatto”. Lei in relazione a quello che le ho letto ha qualcosa da dirmi, non le ha detto niente? RISPOSTA – Ascolti... DOMANDA – Può aggiungere... RISPOSTA - Le dico sul un fatto, guardi io avevo una squadra di amici che, così tanto questo lo voglio chiarire anche al Presidente perché sennò la mia immagine ne esce non realmente completa, in cui per esempio Viccei è l’uomo che ha fatto rapinare a 200 miliardi a Londra al coso, Esposti è il mio compagno di banco è quello che scappato con l’elicottero da Rebibbia, insomma. Voglio dire i miei imputati, i miei amici era tutta gente con cui... Diciamo di un certo livello criminale. Io credo di avere fatto a tutti costoro un sacco di bene. Nel senso che a tutti costoro li ho aiutati in mille maniere. Un giorno che racconterò forse entrerò in termini di collaborazione su questa questione, sarò in grado di spiegare che io da tutti mi sarei aspettato del bene e a onor del vero l’ho ricevuto quasi da nessuno. Ma qui a vendicarmi accusando le persone, assolutamente è stupidità. Anche perché quanto gente dovrei accusare che non mi... Lei non ha idea di quanta gente. Io ho, le faccio un piccolo esempio, ho del denaro per esempio in mano a persone che se lo sono tenuto, non me l’hanno più ridato e non le ho accusate fino a oggi. Per esempio, cioè voglio dire non è metodo. Secondo me non è un metodo accusare le persone perché mi devo vendicare di qualche cosa, non mi ha aiutato a scappare certo, però.... Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 137 DOMANDA – E’ vera la circostanza? RISPOSTA – E’ vera fino a un certo punto, cioè come vera di chiunque. Cioè se io mi fossi aspettato che Guido mi aiutasse a scappare, sapevo che non me l’aspettavo assolutamente, già più o meno so che ragazzo è, mi immaginavo una volta scappato che ne sarebbe scappato, e non sono affatto deluso. Tant’è vero che ho cercato di restarci anche in rapporti di amicizia. Poi naturalmente le due scelte diverse ci hanno reso incompatibili l’amicizia. Però io non ho nessun rancore. Anzi le dico di più che io quando... Potrebbe chiedere a Guido che quando è uscito adesso sei mesi fa gli ho mandato un biglietto, Guido lo può confermare siccome ce li segnano, in cui ho detto: sono felice che sei uscito, mi fa piacere. Auguri per tutto etc. Questo per dire che ho nessun rancore. DOMANDA – Filomena Fusco lei la conosce? RISPOSTA – Certo. DOMANDA – E’ suo legale attualmente oppure no? RISPOSTA – Sì, è mio legale attualmente. DOMANDA – Ecco, in relazione al... Recentemente sui giornali, esattamente il 10 marzo si sono state delle dichiarazioni da parte del suo legale riguardo alle quali io vorrei capire se a monte di queste dichiarazioni c’è stato un confronto con lei. In una sostanza il suo legale sostiene che a suo avviso lei non è persona che... Ha delle riserve sulla sua capacità di intendere e di volere. Io volevo capire se di questa cosa lei è conoscenza se ne aveva parlato... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusi, Avvocato, a parte le Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 138 notizie giornalistiche. È una domanda che non ammetto, anche perché non abbiamo riscontri. Non abbiamo... Il legale può pensare quello che vuole. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – E’ il legale di Izzo. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – A noi servono fatti, grazie. Altre domande? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Presidente, se vuole io cambio la domanda senza coinvolgere il discorso giornalistico, proprio perché di base, c’è, non mi sembra che disconosca questo colloquio, comunque un confronto con il suo Avvocato posso chiedergli se lei... DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – Lei ha avuto dissapori con il suo Avvocato? RISPOSTA – No, assolutamente. DOMANDA – I motivi di questi dissapori? RISPOSTA – I miei legali mi hanno difeso da un punto di vista chiedendo la perizia psichiatrica. Quindi continuiamo sempre a sostenere questo, ma è normale. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Due cose velocissime, una riguardo alla contestazione che è stata fatta del verbale 24 ottobre del 1998 sulla strategia stragista di Maggi, non ho colto se è stata letta la frase nell’interezza quindi la leggo ora nell’interezza Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 139 poi mi dite voi se era stata letta. La frase era questa: “Ritengo che per quanto ho riferito sul conto di Maggi e la sua strategia stragista risalisse agli anni 1969-1970, dato che poco dopo lo stesso Freda venne arrestato”. Non ho colto nella contestazione se c’era... C’era? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, sì. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Invece per quanto riguarda il discorso di Gianni Guido, cioè ho controllato velocemente, non ho sottomano il verbale dibattimentale in quella sede vennero contestate le dichiarazioni rese da Guido nel 1994, vennero smentite. Lui in questa sede parlò per quello che velocemente ho visto di avere appreso dei nomi, semplicemente disse di non ricordare quali fossero questi nomi. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Comunque abbiamo presente il verbale. Lo possiamo controllare. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Velocissimamente due argomenti che mi erano saltati, uno un riguardo a legamenti di Esposti con militari. C’è un discorso in un verbale, nel confronto da Miccei e Izzo del 9 maggio del 1985 c’è un riferimento abbastanza specifico. Intanto le chiedo, lei ha notizia, ha un ricordo di un discorso più concreto insomma rapporti che Esposti dicesse di avere o comunque avesse per quello che ne sa, con ufficiali, con particolari officiali? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 140 RISPOSTA – Dottore io ora mi viene in mente, cioè so che esistevano dei rapporti a proposito di questo proprio nell’ambiente Veneto esistevano dei rapporti con ufficiali dell’esercito, ora però in riferimento in particolare a Esposti non lo ricordo. Se mi contesta la frase... DOMANDA – In questo verbale del maggio del 1985 lei dice: “Tornando al progetto eversivo in atto a quel punto faccio presente che Esposti vantava di avere l’appoggio nei suoi disegni di un colonnello dei Carabinieri d’istanza nel Triveneto e di un ufficiale dell’esercito sempre d’istanza nel Veneto” Quindi è un discorso diverso? RISPOSTA – Sì. Forse però è una cosa che diceva Viccei in una sede di confronto? DOMANDA – Sì, questo lo dice... Ha ragione lo dice Viccei. RISPOSTA – Perché era Viccei che le sapeva queste cose, ha capito? DOMANDA – Invece un’ultima cosa che mi era proprio sfuggita, lei ha conosciuto Pino Rauti? RISPOSTA – Sì, l’ho conosciuto a “adriel roscel”. DOMANDA – Ecco, ci dica un po’, cioè lei frequentava quell’ambente e quell’ambiente era frequentato anche da Rauti? RISPOSTA – Dunque Rauti frequentava “adriel roscel” a Tivoli con una certa frequenza ed io l’ho conosciuto pure in una circostanza... Io ero molto prevenuto dei confronti di Rauti perché Rauti aveva subito un attentato dai maghetti che l’avevano picchiato perché questo rientro al Movimento Sociale poi aveva creato... Aveva portato un patrimonio di informazioni secondo loro a Almirante, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 141 al Movimento Sociale che non avrebbe dovuto fare. Infatti, furono puniti quasi in contemporanea lui e un altro che si chiamava Ugo Gaudenzi, che era un capo di Lotta di Popolo e credo siano le uniche azioni che hanno fatto i maghetti a Roma. Comunque, l’ho conosciuto in un’occasione, anzi le posso dire pure che l’ho conosciuto in un’occasione anche un po’ di reato. Diciamo che gli ha fatto vedere Todini, un miliardario che aveva delle cave a coso, gli ha fatto vedere una mitraglietta e Rauti dice: “No ma tu che...” Sa tutto impressionato. Dice: “Guarda che bell’arma che mi sono procurato”. Insomma l’ho visto in questa occasione che tutto... Dice: “Sì, sì, mettila via, mettila via. Non facciamo....” Ecco questo tipo. Comunque Rauti era considerato un ideologo di grande raffinatezza intellettuale però onestamente... Anzi io l’ho scagionato in un certo senso sull'ascrizione del signor P, la famosa... Che mi risulta essere accusa non vera. Non posso dire però di avere precisa cognizione. Certo è che era uno che comunque flirtava, non ha mai smesso di flirtare con il suo ambiente di provenienza ordinovista. Però non posso dire di sapere di sue responsabilità precise insomma. DOMANDA – Ma con riguardo a questa frequentazione della “roscel” del circolo, in che anni siamo? RISPOSTA – Comunque lui già era onorevole, quindi parliamo dopo le elezioni del 1972 suppongo. A questo punto dell’udienza c’è una pausa. continua sopra a destra |
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___________________________________________________________ Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 142 ESAME DEL TESTE EMIRENI ROBERTO Che declina le proprie generalità: Emireni Roberto, nato a Venezia il 30 gennaio del 1947; .... ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO - PIANTONI DOMANDA – Lei negli anni novanta prestava servizio presso la Digos di Venezia, giusto? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Da che anno era in servizio in quell’ufficio? RISPOSTA – Io alla Digos sono arrivato nel 1978 e ho chiuso nel 2007 quando sono andato in pensione per limiti di età. DOMANDA – Lei ricorda il periodo nel quale vi siete occupati di Carlo Digilio? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Ci racconti un po’ come è nata la cosa, come avveniva all’epoca perché poi le norme sono cambiate nel corso degli anni. Insomma come era all’epoca la gestione del collaboratore da parte della Polizia Giudiziaria operante? RISPOSTA – Diciamo che uno dei pochissimi a mia memoria casi dove dover localizzare un latitante è stata con la cessione dell’immobile. Lui dovendo vendere, dare una delega alla sorella vendere la casa della mamma che era morta. DOMANDA – Lui era latitante da anni? RISPOSTA – Lui era latitante da diversi anni. DOMANDA – Per una serie di provvedimenti? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 143 RISPOSTA – Circa dal 1983 se o non sbaglio, forse anche dal 1982. E si era rifugiato un po’ in giro e poi a Santo Domingo dove si era creato anche una famiglia. L’avevamo individuato là ma là non volevano darcelo, non lo trovavano. Muore la madre, la sorella intende vendere la casa che ovviamente è intestata ad entrambi. Chiede al fratello una delega. Una delega a poter vendere, lui si rivolge a un notaio di Santo Domingo e ovviamente deve dare i suoi dati esatti anche se fornisce un documento falso, il passaporto era falso e una carta d’identità che poi è risultata rubata in bianco qua in provincia di Milano. Comunque con questi estremi riusciamo a farcelo individuare perfettamente. Lo prendono e ce lo rimandano in Italia e mi pare ottobre, novembre del 1992, se non sbaglio. Così Digilio viene in Italia. In Italia va messo subito in prigione a Rebibbia. Viene sentito da vari magistrati. Noi intanto stavamo già lavorando sull’eversione di destra. Comunque il giudice Salvini ci propone, non a me ma all’ufficio ovviamente, ci protone di poterlo gestire, vedere se si può recuperare qualcosa di utile in quegli anni. Conoscendo i precedenti del Carlo Digilio, perciò già implicato in traffici d’armi con Milano, con un negozio di armi Lorgan, e con suo cognato lo stesso. Cioè gente che militava nell’estrema destra e aveva rapporti proprio a livello pesante insomma, armi, esplosivi e roba del genere, così almeno sembrava. Ed in effetti noi proponiamo al giudice Salvini di poterlo trasferire a Venezia che in quel momento era in un carcere sotto, sotto accusa era un po’ esagerato ma diciamo sotto inchiesta perché era messo male. Era il Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 144 peggiore d’Italia e allora per fargli assaporare il carcere e per fargli vedere poi eventualmente un po’ di luce sembrava un gioco che valeva la pena svolgere. L’abbiamo portato a Venezia. Abbiamo cominciato i primi colloqui, lui si è dimostrato subito... DOMANDA – Quindi colloqui in carcere? RISPOSTA – Sì, abbiamo chiesto... DOMANDA – Colloqui investigativi sulla base della normativa...? RISPOSTA – Avevamo chiesto comunque l’autorizzazione al Pubblico Ministero in modo tale che potevamo fare dei colloqui, sempre ovviamente d’intesa con il giudice Salvini. E così è stata. Abbiamo cominciato a portarlo fuori per fare dei sopralluoghi. Perciò insomma ha cominciato a vedersi un po’ di libertà, un po’ di aria pura e la cosa gli aggradava abbastanza. Tenga conto che a Santo Domingo aveva lasciato una donna e una bambina. Perciò l’idea sua era: faccio il pentito, mi date qualcosa, me ne torno in quell’isola. Questo era io credo il gioco. DOMANDA – Il gioco iniziale. L’atteggiamento iniziale? RISPOSTA – Era questo sì. Era una persona scaltra. DOMANDA – Poi vi fu un periodo di detenzione extra carceraria? RISPOSTA – Dopo il giudice è riuscito a ottenere che lo portiamo fuori dal carcere e l’abbiamo messo in una struttura protetta, praticamente era da noi insomma. DOMANDA – Una struttura protetta che all’epoca era gestita direttamente dalla Polizia Giudiziaria? RISPOSTA – Da noi, direttamente da noi, sì. DOMANDA – In anni più recenti se ne occupa il servizio Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 145 centrale di protezione di queste gestioni? RISPOSTA – Sì, ma comunque era sempre sotto quell’egida là, centrale di protezione che concede dove sistemare il soggetto da proteggere ovviamente. DOMANDA – Era presso di voi cosa significa, cioè ci può spiegare nei limiti...? RISPOSTA - Scusi? DOMANDA – Materialmente dove veniva tenuto? RISPOSTA – Da noi in Questura. DOMANDA – Proprio in Questura? RISPOSTA – Sì, sì. C’era un’ala di alloggi e abbiamo approntato una stanza congrua con i suoi suppellettili e là stava bene. DOMANDA – Là stava bene? RISPOSTA – Mangiava e cenava. DOMANDA – Questo periodo da, a quando è stato gestito in questa situazione? RISPOSTA – Da noi è stato gestito per quasi un anno, dieci, undici mesi. DOMANDA – Più o meno da che mese quindi? RISPOSTA – Allora, teniamo conto da metà del 1992, credo, vado a po’ a memoria dal 1992 fino a metà del 1993 grosso modo. Fino all’estate, si mi pare 1993, 1994. Non sono più esatto, sa sono passati quindici, sedici anni. DOMANDA – Comunque è tutto documentabile. RISPOSTA - Poi dopo si ruppero un po’ di rapporti. DOMANDA – Ecco, poi cosa accade? RISPOSTA – Niente, accadde che Salvini decise che il nostro atteggiamento non era più confacente e ce lo fece trasferire al Ros. Difatti l’accompagnammo al Ros di Roma e là ci siamo salutati insomma. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 146 DOMANDA – Sempre nei pressi del comando? Quindi permaneva il suo stato di detenzione extra carceraria? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Con modifica del luogo e dell’affidamento? RISPOSTA – E della gestione diciamo. Prima da noi come Digos e poi come Ros antieversione là. La cosa durò un po’, dopo un po’ veniamo chiamati che Carlo Digilio pareva morto e invece aveva fatto un ictus e là sono cominciati altri guai suoi. DOMANDA – L’ictus del maggio del 1995? RISPOSTA – Mi pare sì, quando ci chiamò il giudice Salvini sì, ci avvisò che Carlo Digilio stava per morire ma comunque invece poi pare si sia ripreso. E basta, poi l’inchiesta da Salvini venne tolta, non tolta, cioè lui mi pare non aveva titolo a portare avanti l’inchiesta su Piazza Fontana. Lui procedeva con il vecchio rito e di conseguenza non era compito suo questa inchiesta qua. Difatti venne riaperto tutto quanto un procedimento come Pubblico Ministero dottoressa Pradella e Meroni. DOMANDA – Dottor Meroni? RISPOSTA – Esatto. E di fatto abbiamo continuato a lavorare con loro due dopo. DOMANDA – Noi abbiamo in atti un verbale di sopralluogo, più che di sopralluogo una relazione di servizio del 5 marzo del 1994, nella quale si dà conto di una serie di attività svolte con Carlo Digilio nella zona di Treviso e di Vittorio Veneto? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Lei partecipò materialmente a quelle attività, noi abbiamo una relazione proprio a sua firma? RISPOSTA – Sì, sì, certo. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 147 DOMANDA – Si ricorda? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Marzo del 1994, vuole dire quindi ancora il periodo in cui era presso di voi? RISPOSTA – Credo sia stata la prima uscita. No, era ancora in carcere. DOMANDA – Era ancora in carcere? RISPOSTA – Sì, sì. Siamo andati ovviamente con tutte quante le varie autorizzazioni. Siamo andati a prelevarlo dal carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia e l’abbiamo portato nei sopralluoghi che lui aveva indicato in provincia di Treviso e poi da un’altra parte a Vittorio Veneto. DOMANDA – Ecco cosa ricorda di quella situazione? RISPOSTA – Allora come accennavo prima, quella era la prima uscita per fare... Cioè, a fare il sopralluogo non era importante trovarlo questo casolare, era un escamotage per tirarlo fuori dal carcere per un paio di giorni. Questo era l’accordo con il magistrato. Cosa che poi avvenne. Siamo andati al paese perché lui ce lo indicò il paese, solo che il paese quando ci andò lui, perciò quando parlava del famoso casolare e qua siamo negli anni veramente molto, molto prima, il paese era un piccolo centro. Quando siamo andati noi praticamente venti anni dopo il paese era diventato un grosso centro. Ma come ripeto, il casolare probabilmente non c’era neanche più. Avranno costruito sopra chissà quanti palazzi insomma ecco. Il nome di, l’individuazione della località che si chiama Paese? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Come si giunse se lo ricorda? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 148 RISPOSTA – Ce lo dice Carlo Digilio. DOMANDA – Lo disse lui? RISPOSTA – Lo parlava di questa località in provincia di Treviso e dopo ci disse: “Andiamo a Paese che là c’era il casolare”. E siamo andati a Paese. DOMANDA – Quindi cosa avete fatto, siete andati? RISPOSTA – Siamo andati a Paese. DOMANDA – Avete cercato materialmente di individuare? RISPOSTA – Materialmente ci siamo messi proprio a camminare da una parte e l’altra dei binari, nella zona nuova, zona vecchia. Però non è riuscito a localizzare dove anni e anni prima c’era questo casolare come ce l’aveva descritto ecco. DOMANDA – Vennero acquisite cartografie, rilievi, qualcosa per...? RISPOSTA – No. Anche perché si è ritenuto che comunque anche una cartografia dell’epoca che ci diceva che il casolare era in determinato luogo, quel luogo là sopra ormai sicuramente avranno costruito qualche altro palazzo. Cioè non era importante, dentro non ci sarebbe stato comunque più niente, anche perché mi pare che qualcuno lo visitò successivamente quel casolare. DOMANDA – Che qualcuno lo visitò? RISPOSTA – No, intendo come Polizia, qualche sopralluogo, qualche perquisizione a largo raggio. DOMANDA – Ma voi avete fatto poi delle ricerche successive dico a livello di Polizia Giudiziaria per individuare questo casolare o la cosa poi finì lì? RISPOSTA – No, è una cosa così enpassant, come ripeto solamente per portarlo fuori, per fargli assaporare un po’ di libertà, quello era lo scopo principale insomma. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 149 Convincerlo che fuori stava meglio che dentro. DOMANDA – E poi siete andati anche a Vittorio Veneto? RISPOSTA – E dopo siamo andati a Vittorio Veneto, e là lui aveva individuato l’abitazione del professore Franco Lino che era un suo referente all’epoca e apparteneva poi probabilmente alla Cia o qualche altro servizio segreto. DOMANDA – Al di là di quello che... Cioè i dati oggettivi insomma vennero individuati due località? RISPOSTA – Sì, vengono localizzate due abitazioni. DOMANDA – Nella relazione si dice: “Ha riconosciuto sia la casa indicata in via Grassi, numero 13 sia quella in via dei Poli”? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – “Luoghi dove il professore Franco lo condusse etc.”. Voi con riguardo a queste due località avete poi svolto degli accertamenti vedere...? RISPOSTA – No, non ci furono chiesti. E come ripeto lo scopo di quell’uscita era semplicemente per fargli assaporare un po’ di libertà al detenuto. DOMANDA – Però avete verificato che a quegli indirizzi era... Voi nella relazione dite: “A detti indirizzi ha risieduto, infatti, il professor Franco Lino di cui si richiama al rapporto”? RISPOSTA – Sì, sì, ovvio. Chiaramente sì. Anche perché per dare un riscontro comunque al magistrato per non fare una gita a vuoto insomma, ovvio. DOMANDA – Questa è l’unica vicenda, intervento fatto materialmente con Carlo Digilio o vi furono poi altre attività svolte di questo tipo da voi? RISPOSTA – No, cominciarono dei colloqui con noi. Facevo delle Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 150 annotazioni. E poi si portava d’intesa con il magistrato, lo portavamo a Milano per le verbalizzazioni e là siamo andati un sacco di volte a Milano. DOMANDA – Ovviamente quando veniva poi convocato per essere interrogato eravate voi che lo accompagnavate? RISPOSTA – Sì, sì, era già nella nostra struttura è ovvio. DOMANDA – Era già da voi quindi lo portavate, l’accompagnavate? RISPOSTA – Sì, sì. Aveva già uno stipendio da parte dell’ufficio centrale ovviamente. DOMANDA – Certo perché era sotto protezione insomma? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Il programma di protezione approvato? RISPOSTA – Certamente. Noi gli davamo vitto e alloggio e in più lui aveva una certa cifra per le sue disponibilità. Gli venne concessa la visita della sorella in modo che gli portava non so magari, qualcosa di biancheria, degli alimentari, roba del genere insomma. Di fatti in seguito anche la sorella e il cognato l’hanno accudito dopo l’ictus che l’avevano trovato in ospedale, insomma erano entrati anche loro nell’apparato di protezione. DOMANDA – Sì, anche loro. Era stato esteso anche a loro il programma di protezione? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – E’ stata già acquisita agli atti con il consenso delle parti con riserva di approfondire in sede di escussione, è stato acquisito la relazione del 3 febbraio del 1995 relativa a un colloquio che avvenne presso la Digos di Venezia, un colloquio registrato del quale sono in corso le trascrizioni, un colloquio tra Carlo Digilio e Maggi Carlo Maria presso la Digos di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 151 Venezia del 2 febbraio del 1995. Cioè la relazione non è a sua firma, le chiedo se lei è comunque a conoscenza della vicenda, se è in grado di raccontarci quello che è accadde? RISPOSTA – Se lei nota io sono anche il verbalizzante della registrazione. Materialmente io facevo un po’ la spola tra il mio ufficio e la stanza dei due dialoganti. DOMANDA – Vediamo proprio dall’inizio, come si inquadra questa vicenda? RISPOSTA – Allora come nasce la cosa? Maggi è sottoposto a una certa pressione da parte del Ros perché lo vogliono convincere a essere un collaborante. Maggi evidentemente non si fida. Non si fida del Capitano Giraudo, non si fida della giustizia in genere e tutto. Allora propone che sia il Carlo Digilio che già entrato in questa situazione a convincerlo a collaborare. Carlo Digilio non è molto contento di questo anche perché il Maggi prima che lui andasse in latitanza praticamente l’aveva incastrato. L’aveva anche un po’ messo in cattiva luce. Comunque Carlo Digilio alla fine insomma anche su nostra insistenza accetta. Non sta neanche bene di salute e raffreddato, ha una mezza bronchite, questo vado un po’ a memoria però sono cose che rimangono comunque impresse. Si organizza questo colloquio con il magistrato, il Capitano Giraudo e tutto, e in sintesi si chiede a Carlo Digilio di avvalorare la tesi che il Ros è un organismo sano che lo vuole portare a fare il pentito in maniera sobria, giusta, e in più anche ovviamente remunerato. Tenga conto che il Maggi non faceva più il medico. Era stato licenziato dall’ospedale. Cioè aveva grossi problemi di famiglia, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 152 la moglie che non stava tanto bene. Cioè insomma, era una buona esca insomma. E così in effetti, noi ovviamente registriamo il colloquio. DOMANDA – Ecco, intanto in quel periodo Carlo Digilio era presso di voi sempre? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Siamo ancora nella fase che era proprio alloggiato lì in Questura? RISPOSTA – Era a carico nostro. DOMANDA – Viene quindi decisa questa operazione? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – La registrazione viene effettuata, cioè Carlo Digilio è consapevole del fatto che vi è una registrazione? RISPOSTA – No, no. DOMANDA – Ufficialmente no? RISPOSTA – Facciamo noi lo gnorri, diciamo: “No, no, non ti abbiamo registrato”. Allora lui dopo, mi pare facciamo noi una relazione che lui ci racconta quello che si è svolto durante quel colloquio. DOMANDA – Quindi formalmente voi dite che non c’è una registrazione? RISPOSTA – No, no. Li lasciamo tranquilli. DOMANDA – Lui in realtà capisce che la registrazione c’è oppure no? RISPOSTA – No, se l’ha capito non ce l’ha fatto capire. DOMANDA – Ci sono nella registrazione tutta una serie di alti e bassi di toni? RISPOSTA – Sì, anche perché era una stanzetta piuttosto angusta, un paio di scrivanie. Avevamo ovviamente monitorato la stanza con l’ausilio della scientifica di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 153 Padova con strumenti insomma ben occultabili ed è stata fatta la registrazione. DOMANDA – E’ stata fatta la registrazione? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Lei seguiva l’ascolto della... Diceva prima che ha fatto il verbale della trascrizione? RISPOSTA – Io mi sono... Avevamo un altro collega, il collega che fa anche quella notazione, che fa materialmente l’ascolto con l’ausilio della scientifica di Padova. All’ascolto assiste anche il Capitano Giraudo e un altro Maresciallo del Ros. E là non so come siano finite le cose. Insomma a Capitano Giraudo tutto quello che è successo non gli andava bene. Noi alla fine abbiamo pensato che tutto sommato fosse stata una specie di trappola che ci hanno... DOMANDA – Che fosse anche stato...? RISPOSTA – Una specie di trappola che... Sa... DOMANDA – Diceva? RISPOSTA – Che poi alla fine fosse stata una specie di trappola, insomma tirata dai Carabinieri alla Polizia insomma. Cose normali insomma diciamo, dai! DOMANDA – In che senso? RISPOSTA – Nel senso che secondo noi il Carlo Digilio si è comportato come gli era stato richiesto. Ha tentato di manifestare ottima stima nei confronti del Ros, del Capitano Giraudo, tenga conto che Carlo Digilio con il Capitano Giraudo ha avuto il primo impatto poco dopo l’arresto e l’ingresso in Italia, perché ce lo raccontava Carlo Digilio. Il Capitano Giraudo l’andò a sentire in carcere. Lui già collaborò per fargli prendere alcuni latitanti diciamo di reati comuni. E Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 154 dopo invece i rapporti si sono estinti così. Perciò lui quando ha saputo che Milano si interessava da lui e forse la Polizia... Allora aveva... Gli sembrava una cosa saggia, insomma una cosa buona. Ecco perciò c’erano dei cattivi rapporti con Maggi, cattivi rapporti con Capitano Giraudo. Perciò ha dovuto fingere... Per noi anche abbastanza bene, perché insomma... DOMANDA – Cattivi rapporti con Maggi perché? RISPOSTA – Come le ripeto il Maggi l’aveva messo in cattiva luce dopo gli affari del poligono del Lido. DOMANDA – Cioè lui attribuiva a Maggi una qualche responsabilità nel coinvolgimento? RISPOSTA – Sì. Noi trovammo dei bigliettini che aveva un altro personaggio che si caricato di munizioni che se le portava via, è un’altra storia che all’epoca l’aveva gestita la Procura di Bologna. DOMANDA – E lei era già lì alla Digos quando...? RISPOSTA – Io ero là dal 1978, sì, sì. DOMANDA – E quindi sì? RISPOSTA – Non ho mai avuto tregua, ecco, purtroppo. DOMANDA – Quindi questo per dire l’atteggiamento di Carlo Digilio insomma che non aveva un buon rapporto? RISPOSTA – Non aveva un buon rapporto perciò credo che più che altro per fare un piacere a noi si è sottoposto a questo colloquio. DOMANDA – Si è sottoposto controvoglia? RISPOSTA – Esatto. Poi tenga conto che si era portato anche una bella bottiglia di liquore dice: “Così Maggi è uno che piace bere a me pure magari vediamo se gli facciamo sciogliere la lingua”. DOMANDA – Insomma l’attrito, la contrapposizione arma Polizia Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 155 in quel momento è che voi giudicate l’esito del confronto tra Carlo Digilio e Maggi soddisfacente, sufficientemente? RISPOSTA – Uno scontro tra due persone che sicuramente avevano qualcosa nella coscienza, però insomma loro si capivano insomma. DOMANDA – Loro si capivano? RISPOSTA – Io credo di sì. E alla fine del colloquio... DOMANDA – Invece l’altro Capitano Giraudo lamentava, che cosa lamentava? RISPOSTA – Che secondo lui non andava bene. DOMANDA – Non andava bene che cosa? RISPOSTA – Non andava bene. DOMANDA – La prestazione da parte di Carlo Digilio? RISPOSTA – Tutto l’impianto, non andava bene l’impianto. Cioè eppure era stato concordato prima per carità, non avremmo capito noi ma... Come ripeto noi ci siamo sempre attenuti alle disposizioni del magistrato, perché la cosa è delicata, sono cose che vanno a intaccare episodi successi molti anni prima, perciò la strage del 1969. Perciò non si voleva fare passi falsi, insomma si è cercato di fare una normale attività di Polizia Giudiziaria, ogni tanto ovviamente spingendola insomma quando era il caso insomma. DOMANDA – Non era stato predisposto un servizio di videoripresa? RISPOSTA – No, no. Non c’era neanche la possibilità di poterlo fare. Si era anche pensato ma insomma... DOMANDA – Dalla trascrizione per ora noi abbiamo, il perito della corte sta sviluppando quei dati ma abbiamo ovviamente le trascrizioni già fatte nel corso del Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 156 processo di Milano, inizialmente già da voi etc. Ci sono dei passaggi nei quali viene abbassato molto il tono della voce, tra i due interlocutori in particolare da parte di Carlo Digilio? RISPOSTA – Bisbigliano, sì, sì. DOMANDA – Bisbigliano? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – E altre parti del colloquio che invece sono fatte a volume normale. Questo vi indusse a ritenere che forse Carlo Digilio aveva capito perfettamente che c’era una registrazione oppure no? RISPOSTA – Allora, noi del Carlo Digilio non avevamo mica la massima stima. Sapevamo... DOMANDA – Però voglio dire qualunque persona dotata di un minimo di buon senso poteva supporre no che si sarebbero stati microfoni dappertutto o no? RISPOSTA – Sapendo che era il Carlo Digilio e conoscendo il Maggi io personalmente l’ho arrestato due o tre volte il Maggi nei vari processi perciò non è che eravamo amiconi ma comunque sono personaggi che hanno un trascorso piuttosto grosso insomma. DOMANDA – Non sono sprovveduti insomma? RISPOSTA – Assolutamente no. Assolutamente no. Perciò questi alti e bassi chissà che cosa si volevano dire, probabilmente se ci fosse stata una registrazione anche video non avremmo capito niente lo stesso, eh! Se era un bisbiglio rimaneva un bisbiglio. Comunque diciamo è stato colloquio tra due vecchie volpi ecco secondo noi. DOMANDA – Avevano del materiale con loro? Perché a un certo punto sembra dalla registrazione che venga esibito qualcosa? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 157 RISPOSTA – Sì, sì anche perché mi chiamano... DOMANDA – Che cosa avevano? RISPOSTA -... Per fare le fotocopie. Erano delle sentenze dove dovevano pagare diversi milioni di risarcimento allo Stato per i vari processi. DOMANDA – Come viene prospettata la... Cioè Carlo Digilio sa a cosa serve questo incontro, e Maggi cosa sa invece? A Maggi cosa viene detto riguardo a questo incontro in Questura con Carlo Digilio? RISPOSTA – Se non ricordo male, il Maggi cerca di convincere... Cioè il Carlo Digilio cerca di convincere il Maggi che potrebbe essere inquisito per i fatti vecchi le direttive avute da Pino Rauti, là era lo scopo. Prendere Pino Rauti e metterlo in mezzo al problema delle stragi insomma. DOMANDA – No, ma voglio capire a Maggi come viene prospettato l’incontro? RISPOSTA – Viene prospettato che Maggi... DOMANDA – Quale è la finalità dell’incontro? RISPOSTA – E’ il Maggi che lo chiede per avere una garanzia secondo lui che Carlo Digilio può dargli sulle proposte fatte dal Ros. DOMANDA – Quindi Carlo Digilio che ha un’esperienza di collaboratore per interpellarlo su questa sua esperienza, è questo? RISPOSTA – Esatto. Allora il Carlo Digilio cosa fa? Gli prospetta l’inferno, gli prospetta probabili condanne per le vecchie conoscenze, parla del professore Franco, gli parla dei gruppi Sigfrido che erano quei gruppi praticamente quasi paramilitari che Franco gestiva, ex Carabinieri, ex combattenti. Poi Franco lo dicono loro Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 158 passerebbe anche alla Cia, ma quello che fa rabbia insomma che alla fin fine tutti questi personaggi qua pare che tutti quanti dipendessero da qualche servizio. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Scusi Presidente, sarebbe bene però che il teste non riportasse i contenuti della conversazione registrata perché adesso per esempio ha fatto un’affermazione: che le dicono loro che Franco è della Cia, che è nella conversazione registrata. Non esiste. E quindi o una memoria diciamo ferrea in relazione al colloquio registrato o sennò abbiamo il colloquio registrato. EMERINI: Ma guardi che sono firmatario di quel verbale. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, ho capito. Lei adesso ha fatto un’affermazione che le assicuro nel colloquio non c’è. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Affermazione che riguarda? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Franco, dicono nella registrazione ha detto che Lino Franco è della Cia. Non c’è questa affermazione. EMERINI: Guardi che abbiamo anche delle verbalizzazioni con il magistrato. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Lasci stare le verbalizzazioni con il magistrato che quelli sono interrogatori che la Corte ha. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 159 EMERINI: Se non ricordo male si dice che Rauti pigliava soldi dalla Cia in quella registrazioni. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA - Sì, il problema è che se lei ha fatto dei verbalmente chiaramente conterà il verbale etc. se invece stiamo parlando del colloquio registrato lei chiaramente sa quello che è stato detto. RISPOSTA - Avvocato, sono passati anche quasi una ventina di anni. DOMANDA – Sì, era soltanto rilevare che una certa notizia non risultava dal colloquio ma risultava alliunde. Nel senso cosa che è del tutto possibile che lei unisca la sua conoscenza appresa verbali o attraverso indagini e non la distingua dal contenuto. Era solo una valutazione di questo tipo. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Dopodiché si conclude la cosa e riprende la gestione di sempre, cioè rimane presso di voi? RISPOSTA – Sì, sì, sì. DOMANDA – Fino a che quell’altro intervento che diceva da parte del giudice che dice: spostiamolo? RISPOSTA – Esatto. Al giudice evidentemente Capitano Giraudo non contento dell’esito parlava con il magistrato il quale politico dopo ci chiama e dice: ve lo tolgo perché così non va bene. Per carità non è che siamo comprato insomma. E l’abbiamo portato a Roma. Ci siamo tolti anche un peso detto tra noi. Non è facile gestire una persona per undici mesi insomma. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 160 INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - Presidente abbiamo in atti una serie di relazioni, annotazioni relative a attività di riscontro sulle dichiarazioni di Siciliano in particolare. Alcune di queste attività ha partecipato l’ispettore Emireni, per la parte le sono dati oggettivi di persone identificate o individuati a loro precedenti penali o di Polizia o quanto altro, volevo chiedere se c’è disponibilità all’acquisizione o sennò.... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Se magari lo indica alle parti relazione per relazione così è più facile se sono fatte, piuttosto che le stia a leggere. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Una notazione a firma del dottor D’Aquino all’epoca dirigente della Digos del 17 dicembre del 19974, che costituisce oggetto poi dell’esame dell’ispettore in Corte d’Assise a Milano. In quella sede era stata acquisita e vennero approfonditi alcuni aspetti. Io chiederei per esempio per questa notazione quanto meno nella parte, perché ove riferisce cose dette da testimoni ovviamente serve quello che i testimoni hanno detto so l’hanno detto non può entrare dalla finestra ciò che eventualmente non è stato detto. INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Se ci degli accertamenti eseguiti, oggettivamente eseguiti, la ricontrolla e la riconferma e poi non avendo sottomano... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Questa può Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 161 anche essere un’occasione Presidente per sciogliere le questioni, diciamo così. Allora noi abbiamo prodotto il verbale del dibattimento di Piazza Fontana dell’ispettore Emireni ed io ritengo che tutti gli allegati al verbale di dibattimento di Piazza Fontana facciano parte del verbale di dibattimento di Piazza Fontana. Tra questi allegati vi sono le relazioni cui ha fatto adesso cenno il Pubblico Ministero. Quindi non c’è assolutamente problema e quel verbale è costituito dal verbale e dalle domande che riguardano quegli allegati. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusi, proprio per l’utilizzabilità, anche le altri parti hanno dato consenso? Siccome sono atti dichiarativi chiaramente, sa... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No, su questo punto mi pare, per quello dicevo, la norma preveda che io produco il verbale di prova di altro dibattimento. Se le altri parti vogliono hanno diritto che quella persona sia citata, ma non è che l’utilizzazione del verbale di prova di altro procedimento debba avere il consenso delle altri parti. Se le altri parti lo vogliono citano la persona e se la sentono, se non vogliono non è che il verbale non è utilizzabile, mi pare che la norma sia proprio chiarissima in questo senso. Tant’è vero che la Corte decide sulla richiesta delle altre parti, dice la norma, dopo avere acquisito il verbale di prova di altro... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Il problema è Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 162 l’utilizzabilità nei confronti di tutti per il quale attraverso il 238 chi ha partecipato all’atto entra e basta, chi non ha partecipato o esprime consenso, non solo con il 468, se vuole cita, ma con il 238 o esprime il consenso oppure nei suoi confronti quelle dichiarazioni non entrano. Allora per questo chiedevo a tutte le parti se c’era il consenso. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, noi abbiamo interpretato, perché sarebbe molto... Se il 238 fosse di questo genere, tra l’altro anche recentemente la Corte Costituzionale è intervenuta con riferimento al 503 e richiamando il 238. Bisogna distinguere i verbali di prove di altro procedimento. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Cioè verbale di prova dibattimento. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Verbale di prova in sé per sé. E questi bastano che abbiano la garanzia del dibattimento, però la norma poi che l’articolo 2 bis, perché non è il 2, perché c’è il civile prima, specifica, come specificazione: ai verbali di prova dichiarativi. Quindi fa una specificazione, dice: sì, i verbali di prova valgono, tant’è vero che noi abbiamo detto perizia e tutto quello che ne segue. Infatti, lo dice proprio come richiamo: nei casi previsti dei commi 1 e 2, quindi nei casi in cui abbiamo dibattimento... i verbali di dichiarazione possono essere utilizzati contro l’imputato soltanto se il difensore ha partecipato Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 163 all’acquisizione della prova o se nei suoi confronti è falsata la sentenza civile. Allora se una parte li chiede, è chiaro la corte non può altro che acquisirli. Il problema è di utilizzabilità. Dopo c’è la norma dell’impossibilità di ripetizione di salvaguardia sempre e comunque, il 238 anche richiamato dalla Corte Costituzionale, e poi il caso del consenso. E questo fatto che i verbali dichiarativi di altro processo in ogni caso ci sono, è indicato dall’ultima parte della comma 4 laddove in caso di mancanza di consenso nei confronti di persone che non hanno partecipato al dibattimento dice: possono essere utilizzati per le contestazioni. Abbiamo inteso quindi come una prova, un’utilizzabilità a strati che poi il Pubblico Ministero attraverso la chiamata in dibattimento del teste tende ad allargare a tutti. Questa è l’organizzazione. Naturalmente, ciò non toglie che con il consenso il verbale di prova possa essere comunque acquisito all’inizio o durante e che in ogni caso fa riferimento ad attività che lui confermerebbe, come capita molte volte agli appostamenti dell’A.P.G. che vedono la macchina, conferma etc. Quindi allora il Pubblico Ministero voleva avere la garanzia, cioè l’assicurazione del consenso di tutte le parti che quei verbali a cui fa specifico riferimento ci sia il consenso di tutte le parti, non certo della difesa Maggi e Zorzi, ma delle altre difese che con riferimento a quegli atti hanno diritto di sentire il teste su quelli per poi recepirli. Salvo che i verbali, le relazioni cosiddette di servizio non siano di sé ripetibili e allora lì andiamo nella questione ancora più complicata. Quindi insomma si Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 164 tratta di dire, di farli vedere al teste, di confermarli astrattamente e insomma poi si acquisiscono come contenuto etc.. Chiaramente non per la parte in cui si riferiscono attività di dichiarative di altri ma sugli accertamenti compiuti. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Allora scusi Presidente, chiarissimo. Seconda questione, sono state acquisite su consenso di tutte le parti alcune relazioni di servizio del Colonnello Giraudo e anche una relazione di servizio dell’ispettore Emireni e una relazione di servizio di un vice sovraintendente che si chiama Alessandro Lino Alessio che era presente a questa registrazione, queste relazioni di servizio contengono il riferimento da parte dell’ispettore Emireni per esempio a un colloquio telefonico che lui ha avuto con Carlo Digilio il giorno mi pare 15 aprile del 1996. Ripeto queste relazioni nelle trattative tra le parti sono state acquisite su consenso, con consenso di tutte le parti. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E queste le abbiamo. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Certo. Anche se contengono delle fasi di tipo dichiarativo a mio modo di vedere se sono acquisite con il consenso di tutte le parti, sono utilizzabili e superano la decisione della Corte Costituzionale. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, anche perché l’accordo delle parti va incontro anche al 111 della Costituzione, c’è Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 165 l’accordo quindi l’accordo supera tutto. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ecco ci siamo chiariti. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, l’accordo è una delle deroghe al principio di contradditorio insomma. L’impossibilità oggettiva è il consenso. Se io acconsento posso fare entrare tutto salvo che sia una violazione di legge assunto con le forme vietate etc. Quindi su questa seconda parte ha senza altro ragione, naturalmente su questo se c’è il consenso, adesso poi... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Chiedevamo interpretazione giuridica. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sul presupposto che sia stato dato il consenso effettivamente... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Un decretino, perché con il Pubblico Ministero si discuteva... Quindi per quanto riguarda il punto la difesa Zorzi e quella Maggi che non c’è ma è sostituita per quanto riguarda quelle relazioni di servizio allegate al verbale di dibattimento di Piazza Fontana non ci sono problemi. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora per le altri parti ci sono? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – MASCIALINO - Avevamo già dato il consenso. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 166 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, ma il presupposto è sempre se non ci fosse. Voi lo date il consenso in ogni caso e in quelle relazioni sono, salvo poi specifiche domande, comprese le domande di approfondimento sulla telefonata a cui ha fatto riferimento, sulla quale abbiamo già come acquisito il contenuto della relazione. Quindi c’è l’accordo, anche questo supera tutto quanto, non solo l’attività accertativa ma tutto quello che è il contorno della relazione, per acquisizione delle relazioni. Poi se le vorrà indicare magari l’allegherà pure. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – Sì, io adesso non le ho tutte comunque, magari se la difesa mi aiuta per acquisire quelle che vennero all’epoca, perché non sono fisicamente allegate al verbale, quindi è difficile reperire quali sono quelle che materialmente... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, probabilmente durante il verbale ci citano però non c’è. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Il Pubblico Ministero in quella sede non pose domande proprio perché le relazioni di servizio erano state acquisite. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Sì, però noi qui noi non abbiamo tutti gli atti quindi è difficile dire quali fossero quelle che... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Se per comodità le acquisiamo così le alleghiamo alla dichiarazione del teste così le Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 167 abbiamo sotto mano. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Io ne ho alcune però se quelle che ho io c’erano, non c’erano. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le potete acquisire, nel senso che adesso farete solamente gli approfondimenti che ritenete opportuni sul presupposto che queste relazioni ci siano già. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASE – Presidente, io devo fare una riserva per la difesa Rauti che evidentemente non ho interpellato sul punto però, la sciogliamo domani. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma lei la rappresenta! INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASE – Sì, ma non so esattamente come la pensa. Io ritengo che... Però non posso in questo momento... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Le diamo per acquisite salvo... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Presidente, mi scusi, io approfitterei anche di questa ultima indicazione, non ci saranno problemi però non conoscendo queste relazioni approfitto del fatto che non c’è neanche la difesa Rauti per potere esprimere il mio consenso informale. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Adesso ve lo dico sinceramente, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 168 siccome il teste non è che lo facciamo ritornare, siccome dobbiamo sapere se dobbiamo interrogarlo per tre ore piuttosto che per mezz’ora quindi mi dovete dare il consenso su questo punto che non è un consenso capestro, riguarda atti che voi conoscete e che in ogni caso lui può confermare perché sono relazioni in cui ha emesso sicuramente la sua attività investigativa o addirittura da lui firmate. Quindi sono... cioè dovremmo fargliele leggere, e dice: si ricorda che a tale giorno ha fatto quell’attività. E lui dirà: sì, mi ricordo. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Presidente, ho fatto pervenire alle parti tutte un prospetto... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ecco perché mi serve un consenso adesso. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASE – Allora Presidente siccome sennò mi fa litigare con l’Avvocato Franchini che non è il caso, chiamo la collega Battaglini. Così la sento immediatamente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, e l’Avvocato Sandrini può fare la stessa cosa nel senso che ho bisogno di un consenso immediato perché sennò il Pubblico Ministero procederà a sottoporre le relazioni una per una, quelle più interessanti. Chiaramente con una diversa durata del... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, io però devo dire una cosa però mentre, ripeto io non mi ricordo in queste relazioni se si parla di Rauti o no. Questo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 169 confesso. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io vi chiedo di dare una risposta abbastanza tempestiva proprio perché l’esame del Pubblico Ministero potrà essere più approfondito o meno approfondito in base al consenso. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – Presidente, mi inserisco nel tema, l’ispettore Emireni ha anche redatto una serie di relazioni relative a colloqui avuti con Carlo Digilio in particolare. Io ritengo che quelle relazioni non debbano, non possono entrare alla luce delle Sezioni Unite della sentenza Torcasio che affronta questa problematica. Se invece la Corte va di diverso avviso se servono per capire ogni singola affermazione e quando nasce nel tempo perché queste relazioni a volte anticipano circostanze che compaiono nei verbali solo in momento successivo, quindi ci potrebbe essere un interesse anche delle parti dei difensori degli imputati a che queste relazioni o alcune di esse possono entrare. A me pare alla luce della sentenza delle Sezioni Unite che non possono entrare. Per altro sulla base di quella sentenza cioè o entrano per un qualche profilo e lo considera parallelamente un informatore il soggetto dichiarante o se non entrano ci sarebbe proprio un divieto di legge di fronte al quale anche il consenso delle parti non avrebbe alcuna valenza. Il tema non si pone per quelle relazioni che già sono entrate con il consenso di tutti come quella appena citata dalla difesa Zorzi che è una telefonata che riceve l’ispettore Emireni e che come tale direi che sfugge o anzi è Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 170 previsto espressamente nella sentenza Torcasio come caso che fa eccezione in qualche modo alla regola posto che non c’è sicuramente nessuna violazione del dovere di verbalizzare. Posto poi che c’è il problema di valutare anche questo dovere di verbalizzazione nel tempo, perché adesso c’è un divieto che nel 1996 non c’era. Una materia molto complessa. Quella relazione è una telefonata, io credo che di fronte a una telefonata non ci sia nessun dovere di verbalizzazione e quindi sia corretta la relazione, tutte hanno dato il consenso, è entrata e... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora probabilmente bisogna porsi
nell’ottica dell’attività svolta in quel momento dalla persona che ha recepito queste dichiarazioni. Innanzitutto vedere se è ufficiale di Polizia Giudiziaria o non è ufficiale di Polizia Giudiziale. Ufficiale di Polizia Giudiziaria lo è ma qualcuno dei servizi non lo era per esempio, dopodiché vedere se questa è un’attività fatta a titolo confidenziale e quindi c’è il per confidente quello che noi abbiamo detto, quindi non è vietato purché poi il confidente esca allo scoperto e quello che gli ha detto a lui può essere sia sentito e sia la sua relazione avere un contenuto. Cioè la garanzia per le parti è che l’esame poi della fonte consenta di vedere quello che il verbalizzante, o meglio l’ufficiale di Polizia Giudiziaria ha fatto. Quindi se é un confidente puro non c’è, e quindi la risoluzione se l’avesse sentito non so Tramonte la fonte etc. o la fonte X, sicuramente se ci spostiamo qui. Perché l’ufficiale di Polizia Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 171 Giudiziaria ha l’obbligo di verbalizzare ma la Torcasio sanziona quello che avrebbe dovuto verbalizzare e non ha verbalizzato. Se io sto con un confidente certamente non verbalizzo. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Però la sentenza della Corte Costituzionale è successiva alla sentenza delle Sezioni Unite, Presidente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, però la Corte Costituzionale salva, anche con riferimento al 503, il principio del contradditorio. Cioè dice: occorre che sia sottoposto a contradditorio l’esame etc. nel caso del confidente che è confidente fino a un certo punto, ma poi diventa testimone, la garanzia del contradditorio, quello che abbiamo detto noi ma il 503 poteva già essere interpretato così ancora prima della sentenza recante della Corte Costituzionale, noi abbiamo detto che nel momento in cui la fonte viene dichiarata e c’è la garanzia del suo verbale nel contradditorio delle parti, come dice la norma del codice anche le dichiarazioni rese e anche la testimonianza è ammissibile. E’ contradditorio che deve essere salvato. Quindi nel momento in cui noi salviamo il contradditorio noi siamo a posto. E’ questo astrattamente il modo di procedere. Il problema è... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Qui c’è una situazione un po’ particolare. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Qui la situazione è ibrida e non è Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 172 chiarissima. Allora a quel punto... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Carlo Digilio non è un confidente, è un collaboratore di giustizia sottoservizio centrale di protezione. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il problema è proprio delle situazioni intermedie ma questo varrà Emiremi come varrà probabilmente per Giraudo o chi altro, cioè nel momento in cui una persona è sicuramente un collaborante, quindi sta rendendo delle dichiarazioni, quindi non è una fonte che deve essere tenuta segreta, ciò che viene dichiarato in colloquio investigativo, c’è anche un’altra norma del codice che lo dice, non può essere utilizzato. Nel senso che quello che conta per noi è ciò che è avvenuto verbalizzato perché in questo punto la sentenza Torcasio ma anche la sentenza della Corte Costituzionale affermano questo. Quindi è sapere che cosa è la persona che sta facendo, se è un’attività preliminare in cui.. E’ un’attività preparatoria di investigativa d’indagine di una persona che potrebbe anche rimanere segreta perché fa trovare i depositi, fa trovare i latitanti, oppure se è un’attività svolta con persona che è in corso di collaborazione che chiaramente confidente non lo è e non lo deve essere, perché è teste. E quindi allora dobbiamo scegliere e dobbiamo capire se veniva svolta come testimone o come confidente. Come confidente abbiamo un recupero attraverso la testimonianza della fonte, se invece è la verbalizzazione di una persona che sta rendendo testimonianza, abbiamo la sentenza Torcasio come anche l’interpretazione che ha dato la Corte Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 173 Costituzionale dicendo: non solo quello che doveva verbalizzare, quello che avrebbe dovuto verbalizzare. Quindi si sposta un po’ più in là. Adesso è chiaro la situazione astrattamente non c’è confusa ma è difficile il riferimento alla singola persona la posizione di quel momento, chi era Carlo Digilio in quel momento, cosa stava facendo, se era collaborante, se stava rendendo dichiarazioni, se lo erano e con riferimento a questa persona abbiamo... Se poi c’è consenso va bene tutto, o quanto meno il principio del contradditorio è derogato ma attraverso il consenso delle parti. Non so se sono stato poco chiaro ma... INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Chiarissimo, anche se personalmente a questo punto ho dei dubbi se il consenso posso derogare se questa l’impostazione perché ci troveremmo di fronte a un’acquisizione contra Legem secondo questa interpretazione. Non so se il consenso possa derogare, cioè o dentro tutto o fuori tutto. E entra soltanto ciò su cui c’è il consenso contra legem se l’impostazione è quella. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, se è contra legem no. Se è una violazione di legge no. L’inutilizzabilità non può mai essere sanata in qualsiasi modo. Questo no. Ma io riferivo alle relazioni di servizio, con il consenso etc. In cui a volte ci sono sintesi di attività. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Certo sintesi di attività pratica svolta quella evidentemente no. In realtà... Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 174 INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Vorrei dire signor Presidente, io non ho richieste. Cioè nel senso che... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, no ma per chiarire anche a noi stessi e noi procediamo, se noi abbiamo il problema non è tanto, è avere delle idee soprattutto procedere coerentemente con quelle idee, poi le idee possono essere... Però mi pare che siano abbastanza riscontrabili sia nelle norme sia nelle sentenze che abbiamo citato. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Presidente, mica tanto perché quello che dice per esempio il collega è esattamente il contrario della mia posizione. Nel senso che io ritengo che... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, ma basta che l’Avvocato Sinicato non dia il consenso e praticamente il problema si risolve. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No, perché lui sta parlando di relazioni di servizio contenenti dichiarazioni su cui ha già dato il consenso e che sono già entrate e che sono già nel fascicolo del dibattimento della Corte. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Comunque, adesso non ci fate andare al di là. Noi abbiamo un problema di testimonianze e quindi di limiti di testimonianze o di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 175 estensioni di testimonianze, quindi lo dobbiamo risolvere. I problemi ulteriori di utilizzabilità nella fase di decisionale lo guarderemo poi in quel momento lì. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, Presidente, mi scusi non voglio essere insistente. Però noi abbiamo fatto degli accordi con il Pubblico Ministero in cui abbiamo concesso alcune cose purché ci facessero entrare queste relazioni. Allora noi a questo punto mi perdoni, ma dobbiamo sapere l’orientamento della Corte su questa questione perché ci sono per esempio degli altri accordi in corso che dobbiamo sapere se possiamo fare o no. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Ma a me pare che in concreto il problema che in questo momento comunque non sia posto da nessuno, perché l’unica relazione per la quale è stato dato il consenso è questa famosa telefonata, non mi pare che la difesa di Parte Civile abbia revocato il consenso. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ho capito, ma adesso domani lei sa benissimo che ci sono alcune relazioni del Colonnello Giraudo su cui c’è il consenso di tutti ma che in ipotesi la Corte potrebbe ritenere inutilizzabili in quanto contenenti dichiarazioni. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Però fuori territorio nazionale perché è una relazione su un incontro di Tolosa. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 176 INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No, non c’è solo l’incontro di Tolosa che poi è particolare e lo vedremo, c’è anche il riconoscimento fotografico fatto dal Ros prima dell’interrogatorio di David Carret. Insomma ci sono una serie di questioni sulle quali il Pubblico Ministero, le parti civili hanno consentito sulla base di concessioni che a nostra volta abbiamo fatto. Non è questione da poco. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Una risposta se non si ha l’atto concreto, abbiate pazienza. Quello è un po’ da evitare è che si sostituisca attraverso il consenso la prova che invece è stata assunta nel contradditorio. Cioè voglio dire se noi abbiamo un incidente probatorio in cui sono stati affrontati tutti i temi, poi sarà stato pure domandato: scusi ma lei l’aveva già vista quella foto, le è stata già mostrata etc. Cioè è chiaro che è riferimento indiretto e allora si può fare, ma quello che conta non possiamo sostituire la fonte primaria che è la fonte del contradditorio dichiarativo fatto nel contradditorio delle parti alla fonte secondaria che assume forza attraverso il consenso. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Per farvi capire le cose come sono... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io cerco di svicolare in maniera elegante ma... non svicolo nel senso che è una perplessità nostra. Voglio dire Carlo Digilio dice una cosa, l’ha detta una cosa e ha detto così all’ispettore Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 177 etc. e poi va in dibattimento... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE – SINICATO – Presidente, è che settimana prossima se non abbiamo chiarito questo passaggio non riusciamo a fare l’esame del Colonnello Giraudo. Perché non sappiamo quale domande e quali contestazioni si possono fare. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Agli atti esiste un verbale in cui Carlo Digilio riconosce David Carret, sì è questo. Abbiamo una relazione di servizio del giorno precedente in cui il Ros dà atto di avergli fatto un informale riconoscimento e o Carlo Digilio non ha riconosciuto. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma al testimone, come se adesso domandassimo all’ispettore se rispetto a un’attività formale e compiuta, testimonialmente gli domandiamo: ispettore è vero che il giorno prima gli avete mostrato? Ha l’obbligo di rispondere, dirà sì, no. Non è tanto la relazione che conta è la sua testimonianza. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE – SINICATO – Sì, il problema si può riferire... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E se il testimone dovesse dire non mi ricordo etc. guardi che c’è una sua relazione di servizio che è negli atti del Pubblico Ministero. In ogni caso le faccio presente che lei l’obbligo di dire la verità. Cioè si recupera attraverso il testimone. E pure questo non vi va bene. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 178 INTERVENTO DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE – SINICATO – Non è l’accertamento della domanda, è accertamento della risposta. E’ la risposta... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – La risposta che dà a un contenuto dichiarativo, la testimonianza, la relazione nella parte in cui dice che cosa, dopo avere visto la foto, che cosa ha risposto. Quindi il problema si pone. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – La sua posizione è una posizione di sostanza del tutto rispettabile. Però noi ma credo il Pubblico Ministero, le parti civili, questo punto abbiamo bisogno di scioglierlo. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusate, ma noi abbiamo anche sempre detto, allora quello che lei mi sta facendo presente fa riferimento a una relazione di servizio che fa riferimento a un’attività oggettiva compiuta sul quale il consenso può essere raggiunto. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, non verbalizzata. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, verbalizzata non verbalizzata etc. la cosa invece più complicata se noi abbiamo una relazione di servizio che contiene attività dichiarativa di un contenuto magari diverso di quello che risulta al dibattimento, allora distinguiamo fra l’attività... Ma Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 179 abbiate pazienza, voi conoscete il punto, al Carlo Digilio è stato contestato questo fatto? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Stavate lì, adesso volevo che io risolva il problema? INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – No, si è discusso a lungo a Milano su varie relazioni di servizi. Quindi il tema di che cosa era stato precedentemente... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Comunque l’unica cosa certa, a parte se si tratta di un’attività semplicemente circostanziale che quindi può essere acquisita con il consenso andare dall’autore dell’attività compiuta e dire, il problema è se questa attività dichiarativa che non viene verbalizzata doveva essere verbalizzata oppure no. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Il problema è se non può rispondere. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Un riconoscimento negativo vuole che non dovesse essere verbalizzato e non lo è stato. Ma c’è, se ne dà atto in una... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora se dobbiamo seguire la sentenza delle Sezioni Unite e andare anche oltre è un’attività che in ogni caso non può essere utilizzata. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 180 Cioè non è che possiamo nasconderci dietro un dito una volta utilizzabile e una volta no. E’ come l’imputato che dice alcune, stiamo a sentire e poi... E’ un verbalizzante. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Quindi di consensi di tutte le parti non sono valse a nulla, Presidente? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io voglio dire, guardiamo di volta in volta, però c’è un limite che è il limite che noi ci siamo posti attraverso la sentenza delle Sezioni Unite come è stata poi interpretata ancora di più dalla Corte Costituzionale quel limite non possiamo superarlo. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – No. Salvo Presidente considerare l’imputato, il testimone o chiunque esso sia in quel momento un informatore. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ve l’ho detto. Io ho detto l’unica possibilità però non è che io se sono testimone e divento confidente per alcune cose e testimone per altra. E’ sono tutti quei colloqui investigativi, sennò dovremmo recuperare attraverso la fonte testimoniale una serie di colloqui investigativi fatti nell’interno delle dichiarazioni formali, cosa un po’ come dire sicuramente utile a ricostruire una situazione oggettiva dei fatti però cosa che non ci è consentita in questo modo. Voglio dire sappiamo che, l’abbiamo anche nel Tribunale del Riesame che vi sono state una serie di colloqui investigativi prima di alcune dichiarazioni dello stesso Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 181 Tramonte etc. allora bisogna dire: era testimone? Se era testimone doveva essere verbalizzato se è un ufficiale di Polizia Giudiziaria, se non era testimone allora sarà confidente. Allora ed era confidente è un altro discorso. Mi pare che non possiamo... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Non era confidente Presidente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Lo so che non era confidente, ma io lo dico non tanto per l’ispettore che la situazione si rivolse abbastanza, ma proprio su quei colloqui, vi ricordate, ho accennato al Tribunale del Riesame fa una cernita di alcune dichiarazioni, altre dichiarazioni etc. Ci sono una serie di attività compiute che adesso senza approfondire, sono colloqui investigativi non verbalizzati. Però quella serie di colloqui investigativi non verbalizzati, sono dei colloqui investigativi. Perché sennò sarebbe consentito attraverso l’esame del testimone fare entrare dalla finestra quello che invece non deve entrare da un bugigattolo e da una fessura. Allora, detto cercando di... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Qui abbiamo parlato di quanto Carlo Digilio ha detto se vogliamo nel corso del sopralluogo ma la sentenza Torcasio salva il caso del sopralluogo quindi siamo a posto. Si ripone il problema, chiedevo questi riscontri, quelli che ho li sottopongo alle parti, li sottopongo soprattutto al teste il consenso su queste attività svolte Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 182 dall’ufficio. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sulle attività, nel senso che Carlo Digilio mi ha detto una certa cosa e l’ho compiuta, sono andata a verificarla e... EMIRENI: Posso parlare visto che ho fatto nascere questo vespaio? DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA -No, lei è la prima occasione poi quando andremo a sentire il Colonnello Giraudo o chi per lui poi si riproporrà quindi... RISPOSTA - Tenga conto una cosa, allora le mie chiamiamole verbalizzazioni, le annotazioni erano già indirizzate al magistrato, non erano indirizzate al dirigente dell’ufficio come d’intesa con il giudice Salvini. Cosa succede? Che quando il Carlo Digilio mi racconta qualcosa nei viaggi di ritorno da Milano o durante la mattinata che passiamo in caserma a raccogliere fiori, scrivo quello che lui mi dice ma dopo se viene annotato che nella verbalizzazione davanti al magistrato che già porto quella notazione, lui poi la conferma. E viene verbalizzata dal magistrato. DOMANDA – Certo, nel senso che lei correttamente ha evidenziato una circostanza un fatto riferito, il magistrato l’ha fatto oggetto di formale esame. RISPOSTA - E lo fa confermare. DOMANDA – Questo dovrebbe essere il passaggio, perché il colloquio investigativo è questo. Io ti consento di andare a sondare il terreno, di vedervi anche di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 183 apprendere notizie, tu me lo riferisci, io lo sento nelle forme o lo faccio sentire e quando l’ho sentito, e poi già quello non è ancora verbale per noi, comunque è già un atto dichiarativo che ha una sua rilevanza. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Sarà così anche per Giraudo. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora non mi dovete dire le cose a pezzi. Voglio dire se, io ricordo che tante volte sulle intercettazione ci sono tante questioni di verbali di deposito etc. cosa facevamo da vecchi giudici istruttori? Contestavamo il contenuto delle intercettazioni. Attraverso il contenuto delle intercettazioni facevamo proprio il contenuto che risultava chiaramente dai verbali e chiaramente tutte le eccezioni si sanavano. Se il verbale reso regolarmente ha un riferimento di contenuto ad attività investigative è il verbale che conta. Chiaramente per una maggiore chiarezza potremo acquisire il verbale investigativo, perché tante volte non si capisce di che stanno parlando, la circostanza, l’ora, però quello che conta la fonte è il verbale reso davanti all’autorità di Polizia Giudiziaria o al Pubblico Ministero. Se è così mi avete omesso un passaggio importante, cioè è questo che conta. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Però Presidente alle mille situazioni può essere così poi bisogna vedere se nella verbalizzazione del giorno dopo o del giorno stesso, quelle stesse cose entrano allo stesso modo con Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 184 qualche sfumatura diversa. Ci può essere un contrasto tra... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma allora detto che alcune persone sono state sentite in contradditorio e incidente probatorio, se è sfuggito vabbè pazienza, però c’è un problema di sintonia di particolari, allora il testimone può anche avere un minimo di valore anche se con una qualche... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Può testimoniare su quanto appreso in quella sede, può se può entrare legittimamente quella relazione. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – In realtà il testimone dovrebbe dire: io ho fatto quella notazione, confermo la notazione e però quello che conta poi è quello che è stato riferito. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Quale notazioni Presidente se poi il contenuto non estensibile. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusi, un buon Pubblico Ministero, un giudice istruttorie etc. fa fare un’attività investigativa, poi sa che conta nulla, nel senso uno va con i piedi piombi perché, dopodiché chiama la persona che ha reso queste dichiarazioni e fa il verbale. E’ verbale che conta. Io da giudice istruttore qualche confidente della Polizia sapevo chi poteva essere. Chiamavo il testimone, se il testimone magari come terza Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 185 fonte mi diceva la cosa, bene, sennò... INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Questo ragionamento esclude però nel modo più assoluto che possono essere utilizzate le annotazioni di servizio in cui sono contenute le precedenti dichiarazioni informative che hanno fondato poi le domande del giudice istruttore e vale solo quel verbale lì. Allora tagliamo fuori tutte le contestazioni che si possono fare con riferimento a ciò che il teste avrebbe precedentemente detto o il modo con cui il teste avrebbe ricostruito un certo passaggio con l’ufficiale di Polizia Giudiziaria o con la persona che l’ha in gestione e teniamo valide esclusivamente senza possibilità di contestazione.... E’ una scelta radicale. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Io vorrei dire e vorrei che sia chiaro, se un colloquio investigativo ha un contenuto diverso rispetto a un verbale ufficiale e formale, quello che conta è il verbale ufficiale. Questo è ovvio. Perché diverso è se nel verbale ufficiale si dà scontato, come contestato, come ammesso il contenuto oppure la contraddizione rispetto a certo fatto. Perché uno potrebbe dire indirettamente: guardi lei ieri al capitano, all’ispettore ha detto queste cose. Lui dice: sì è vero però sul momento mi sono sbagliato. Però è l’atto reso davanti all’autorità che ha l’obbligo di verbalizzare che ne rende verbale che anche indirettamente recepisce ma è quello l’atto. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – No, ma può essere Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 186 utilizzato per le contestazioni, perché il problema è questo qua, perché è come se noi ci trovassimo di fronte a un verbale direi fare due pesi e due misure, insomma un verbale reso al Pubblico Ministero e il verbale che rende davanti al giudice. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma non può essere utilizzato per le contestazioni, potrebbe essere utilizzato rispetto al dichiarante non la lettura del verbale e quello chiaramente non fa altro che confermare, cioè ha fatto l’atto, che ha fatto un atto falso? Anche l’investigativo però fa un’attività di Polizia Giudiziaria che deve... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ma come faccio se io ho un verbale ufficiale in cui c’è un riconoscimento e il giorno prima si dà atto che questo riconoscimento è stato esattamente il contrario? Cioè spiegatemi come io posso fornire la prova di un fatto importante se non credevo con il consenso di tutte le parti che è stato dato. Se ora mi si dice che questo consenso... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sicuramente delle domande all’attività compiuta il giorno prima gliele potrà fare. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ma se la dichiarazione del teste non è utilizzabile non è neppure contestabile, perché la contestazione è un utilizzo, non c’è niente da fare. Se è utilizzabile, non si può Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 187 contestare. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma voi pensate che si può correttamente, adesso indipendentemente dal caso che chiaramente ha una sua importanza perché non si dica che non abbia una sua importanza, a parte che insomma già fare le ricognizione il giorno prima e poi andare il giorno dopo, insomma già là inciderebbe sulla prima, perché la prima cosa che domanda il giudice in caso di attività ricognitiva: lei ha compiuto in precedenza attività di visione di foto etc. e allora questo, io che devo valutare l’attendibilità di una ricognizione, se i presupposti sono errati, la stessa attività mi viene in qualche modo inficiata. Adesso come riuscite a dimostrare questo fatto nell’interesse di ciascuno non lo so. Però è un’attività che non dovrebbe essere compiuta dal punto di vista procedurale. Nel senso normale, perché so che poi diventa un’arma a doppio taglio perché poi quando vado a fare la ricognizione, voi sapete che quando si chiede: “Ha mai visto le foto?” “Sì, sì, ieri il Maresciallo – il teste risponde – mi ha mostrato 25 foto”. “E lei cosa ha fatto?” INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – E’ una foto singola. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – A maggiore ragione una foto singola. Allora il dato oggettivo però al testimone l’avesse fatto l’ispettore, io farei la domanda: “Ispettore è vero che lei ha mostrato una foto?”. “Sì”. E lui risponde. Poi là Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 188 probabilmente bisogna fermarsi perché il contenuto... cioè se voi volete che io metto sullo stesso piano attività investigativa compiuta dandole dignità di prova attraverso il consenso, un’attività che invece doveva essere verbalizzata perché lui avrebbe dovuto prendere carta e penna, è obbligo di verbalizzare, siamo dentro la Torcasio, siamo dentro la Corte Costituzionale e dentro a tutto, non ci posso fare niente. Io vi ho detto la perplessità del Tribunale del Riesame ma anche nel leggere una serie di attività investigativa compiuta in itinere di verbalizzazione ufficiali. E allora quello che conta per noi sono le verbalizzazioni ufficiali, salvo domandare al testimone, richiedere su circostanze e fatti precisi se questi fatti e circostanze sono avvenuti. Se l’ha portato a fare una ricognizione nel cascinale, mi dirà: sono andato a portarlo nel cascinale. Quindi se lui ha reso delle dichiarazioni potranno essere apprezzate in quel senso. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO - PIANTONI – Ma quando un attimo fa ha proprio riferito il teste di confidenze raccolte nel viaggio di andata... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, però l’ispettore ha risposto a tono dicendo: guardate che queste relazioni di servizio, io le ho relazionate al giudice. Il giudice ne ha fatto oggetto di domande. Per noi conta correttamente attraverso anche le indicazioni orientative del testimone, quello che risulta dal verbale e quindi se questa circostanza risulterà anche dal verbale. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 189 INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Io ne no almeno cinque o sei che non risultano in nessun verbale che sono oggetto... Presidente, abbiamo capito. Allora non do il consenso a niente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Dite in maniera diversa la Corte può non scontrarsi contro questi principi che sono anche principi che con fatica si sono affermati e anche recentemente si sono affermati con riferimento anche al 503 e quindi sono... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Ma io non do nessun rimprovero alla Corte, ci mancherebbe altro. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Quindi siccome abbiamo questo... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sulle relazioni dell’ispettore Emireni non c’è il consenso. Perché non serve a niente il consenso. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Beh, il consenso serve per risparmiare tempo sulle circostanze di fatto il consenso è utile e utilizzabile. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No, se non sono utilizzabili le parti dichiarative, mi dispiace ma la Corte non le può avere. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora sentiamo l’ispettore Emireni. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 190 EMIRENI: Cosa è successo? INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Ispettore Emireni, questo è un processo impossibile che però noi stiamo rendendo quasi normale e quindi qualche volta capita di dovere risolvere dei problemi però è normale. E’ tutto normale. Anche il Pubblico Ministero poi saprà come risolvere il problema a questo proposito. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Ci sono una serie di domande che neppure ho fatto perché appunto non ho richieste, ponevo il problema solo perché può essere utile conoscenza sapere una singola circostanza quando è emersa per la prima volta. Comunque non ho domande, non ho fatto domande e non intendo farne su quelle relazioni anche perché appunto è stato appena chiarito. Mi pare che nulla si tolga appunto abbiamo detto al sopralluogo in quanto sopralluogo era, e che nulla si tolga all’acquisizione della famosa telefonata. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, ma sulla telefonata abbiamo un dato oggettivo, c’è addirittura una conversazione registrata. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Ma in questo nulla di registrato, dobbiamo ancora farla. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ah, va bene. Sulla telefonata, quella a cui ha fatto riferimento? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 191 INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Quella a cui ha fatto riferimento la difesa Zorzi per dire è una relazione sulla quale è stato raccolto il consenso di tutti con la riserva di sentire il soggetto che aveva redatto la relazione, quella rimane e posso fare le domande. Voglio dire in quanto è una telefonata. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sul fatto che vi sia stata la telefonata... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Scusate, io non capisco bene, quella telefonata contiene delle dichiarazioni che Carlo Digilio ha fatto all’ispettore Emireni in relazione a una certa sua situazione, non capisco, io l’ho prodotta io, ma non capisco perché adesso quella lì si utilizza e le altre no. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Si può utilizzare il fatto storico della telefonata ma non il contenuto delle dichiarazioni. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Il fatto storico della telefonata è che si sarà una telefonata, sì. Che la telefonata avesse un qualche contenuto che si parlava del mal di pancia o piuttosto che... Invece mi riferisce: guardate che nel 1973 io portavo la pistola tal dei tali e allora no. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, mi chiediamo se quel giorno ha avuto una telefonata di Carlo Digilio, punto. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 192 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E di che si è parlato astrattamente, ma non di che cosa si è parlato come contenuto ma... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Di cui si è parlato c’è un ampio verbale. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – A me pareva che quanto meno la telefonata potesse comunque entrare sotto il profilo, cioè il contenuto della telefonata proprio in relazione alla 351, 357 cioè è una situazione nella quale non vi era alcuna possibilità di verbalizzare perché non vi è neppure la presenza fisica del soggetto dichiarante. Quindi l’U.P.G. che riceve una telefonata cosa avrebbe dovuto fare? Anche nell’ottica della norma attuale. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Questo lo dice pure la sentenza non è che uno mi rende le dichiarazioni a un Pubblico Ufficiale che magari sto offrendo del denaro oppure sono parte offesa sia una corruzione non è buona, che fa si verbalizza... e qui vale anche per attività, l’importante è che ci sia superato l’ostacolo di un’attività che doveva o poteva verbalizzare in quella situazione. Se la telefonata è un’attività invece... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Come avrebbe potuto mai verbalizzare? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sicuramente non poteva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 193 verbalizzare. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – E quindi può riferire su quanto percepito nella telefonata. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sulla telefonata sì. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Ma anche sul contenuto? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sul contenuto sì, il problema, l’ostacolo è di non superare la norma, i divieti che sono stabiliti dalle norme sui confidenti, sul 63, sul 64, sul l’obbligo di riferire il 257 e di verbalizzare. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Presidente, il giorno dopo Carlo Digilio è stato sentito sul contenuto di questa telefonata. Quindi questa relazione di servizio non ha più nessun... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Allora risolviamo le cose e quindi probabilmente... Noi non possiamo sostituire alla verbalizzazione formale un’attività investigativa dichiarativa compiuta in presenza di fronte a una persona che è ufficiale di Polizia Giudiziaria doveva verbalizzarla. Quindi se lui invece della telefonata avesse avuto delle dichiarazioni del Carlo Digilio su certi fatti, lui aveva fatto una notazione, l’ha riferita. Il Pubblico Ministero o il giudice Istruttore ne ha fatto oggetto di esame. Se invece è un’attività compiuta di attività che non poteva materialmente essere Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 194 verbalizzata, e allora praticamente ne ha fatto oggetto di una relazione di servizio, non c’è il divieto, ne può riferire sia sulla circostanza della telefonata in sé, sia sul contenuto proprio perché non c’è il divieto, o meglio l’obbligo di verbalizzare. Come fa a verbalizzare? Gli fa firmare per telefono? Se una persona un per telefono mi ammette un fatto mi dice: sto andando a commettere un omicidio, poi succede l’omicidio, voi pensate che questa cosa detta... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Con questo sistema qui, telefono sempre insomma, perché... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Che è sicuramente utilizzabile. Sa le intercettazioni... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – DE BIASI – Il punto è che a riprova del fatto che fosse verbalizzabile sta il fatto che lui redige la relazione avente a oggetto questa telefonata e che il giorno dopo Carlo Digilio è stato sentito sul contenuto della telefonata. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, ma non confondiamo quello che è la relazione, la notazione di un ufficiale di Polizia Giudiziaria che non potendo fare verbale, perché il verbale che fa? Non è un’attività di ricognizione, non è un’attività di ispezione, non è un accertamento del luogo dei fatti etc. Le norme prevedono quando l’ufficiale di Polizia Giudiziaria deve redigere il verbale. In questo caso ne fa semplicemente una notazione Del contenuto e la riferisce alle autorità Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 195 giudiziaria. L’autorità giudiziaria correttamente ne fa oggetto di interrogatorio. Però in questo caso la sua attività non aveva l’obbligo di verbalizzare perché non poteva farlo e il contenuto, anche attraverso il contradditorio che è stato tenuto nel corso... A Carlo Digilio è stata fatta la domanda? Scusate su questa circostanza era stata fatta perfino la domanda, quindi lui ha fatto una notazione della telefonata. E’ stata rapportata al Pubblico Ministero Pradella è stato fatto un formale interrogatorio, esame della persona. Queste sono le forme. Quindi su questo andiamo avanti. Che possiamo contestargli la telefonata. Diverso che in macchina gli avesse reso delle dichiarazioni e più o meno e allora a quel punto doveva fare al volo. Ma l’ispettore per la verità ha detto che in linea di massima, almeno questo è stato l’atteggiamento, sapendo che questo contenuto doveva essere pure annotato se non verbalizzato, annotato, poi il magistrato che doveva renderlo utilizzabile formalmente utile per le istruttorie, per le indagini che fossero, attraverso le forme normali. Lui l’ha detto poi se in questo caso o in altri casi non è stato fatto, va bene allora... Prego! RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA - Può rispondere? RISPOSTA – Effettivamente, mi chiamano dall’ufficio e mi dicono: “Guarda che c’è una persona al telefono che chiede di te”. “Chi è”, ormai si può dire perché bonanima non c’è più, “chiama Mario Rossi”. Nome fittizio che avevamo dato a lui quando lo trattavamo in località protetta nostra anche i buoni pasto, questo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 196 robe qua. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – Sì, ma Mario Rossi, nome di copertura... RISPOSTA - Sì. Era un’iniziativa nostra, ma era un nome all’interno. DOMANDA – Potevate chiamarlo Paolo Rossi, insomma. RISPOSTA - No, Pablito è un’altra cosa. Era un nome all’interno. Allora vado a rispondere al telefono e riconosco la voce e ho capito chi era il Mario Rossi ovviamente. DOMANDA – Che era il Carlo Digilio? RISPOSTA – Era il Carlo Digilio il quale stava male, era in una struttura ospedaliera. Voleva ritornare con noi, voleva verbalizzare con i magistrati. Tenga conto che noi non l’avevamo in consegna già da diverso tempo e già si lavorava con il Pubblico Ministero Pradella e Meroni in quanto con il nuovo rito erano loro i titolari dell’inchiesta su Piazza Fontana. Lui mi lascia un recapito telefonico e dico: “Va bene, adesso vediamo Cosa possiamo fare”. Insisteva che voleva parlare con noi. Non voleva più stare con i Carabinieri, insomma lui diceva sempre le solite cose. Cosa posso fare io? Mi faccio la notazione, dico che mi ha chiamato tizio, che mi ha dato questo numero telefonico. Mi informo il numero telefonico a cosa corrisponde ed in effetti corrisponde a una clinica di Arco di Trento. Il mio dirigente che era il dottor Murgolo, perciò Tarquino non c’era più, parla con il Pubblico Ministero. Otteniamo le autorizzazioni. Si parte loro da Milano noi da Venezia e andiamo ad Arco di Trento. Ad Arco di Trento Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 197 andiamo nella struttura ospedaliera là c’erano dei Carabinieri in borghese che ci hanno indirizzato, lui mi ha dato anche il nome che aveva là in quella circostanza. E si comincia la verbalizzazione, c’era Pradella, ci sono i nostri colleghi che lavoravono con lei, noi siamo là non abbiamo sentito più di tanto. Comunque pare che la verbalizzazione sia finita in maniera triste. Cioè non ha detto niente di nuovo, ha farfugliato insomma. So che la Pradella insomma non era per niente contenta dice: abbiamo perso del tempo. Evidentemente, lui già soffriva... RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Qui abbiamo il verbale della dottoressa Pradella nell’occasione. Il contenuto della telefonata, sul quale abbiamo solo il suo racconto nella sua relazione? RISPOSTA - La mia relazione è quella che ha fatto scattare tutto questo meccanismo ovviamente. DOMANDA – Lui che cosa lamentava nella telefonata? RISPOSTA – Adesso non mi ricordo anche perché ho scritto sicuramente qualche riga in merito ma credo che non si sentisse a suo agio, stava male. Non collaborava più con i nostri Carabinieri, roba del genere insomma. Credo sia questa la sintesi di quella notazione, non me la ricordo neanche più di tanto. Mi ricordo solo che mi diede il numero telefonico, un suo nome all’interno della struttura che dall’accertamento poi quel numero telefonico corrispondeva proprio a quella clinica insomma. DOMANDA – La relazione è quella che è stata appunto acquisita con il consenso della parte e si dice: “Dopo avere Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 198 brevemente esposto il suo stato attuale di salute, sarebbe stato colpito da infarto e successivamente sottoposto a un intervento al cervello, ha stigmatizzato l’atteggiamento del magistrato di Milano, così definito che a suo dire dopo averlo utilizzato e spremuto, avrebbe intenzione di scaricarlo. Aggiunge inoltre che di tale situazione responsabile sarebbe quel tale capitano Massimo”? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – Questo sarebbe il contenuto della relazione? RISPOSTA – Esatto. Lui allora fa intendere che il Massiamo è ovviamente Giraudo e quel tale magistrato è il dottor Salvini. DOMANDA – E quindi cosa lamentava, questo che le ho letto le fa venire in mente qualcosa di più? RISPOSTA – Quello che è scritto è così, era abbastanza sintetica la cosa altrimenti... Io non è che sono prolisso però insomma se devo scrivere insomma non aggiungo più di tanto insomma anche perché meno si scrive meglio è. DOMANDA – Voleva ritornare sotto la vostra tutela? RISPOSTA – Dopo abbiamo subito avvisato la Pradella e là sono scattati tutti quanti gli atti per poterlo andare a sentire. DOMANDA – Dopodiché avete avuto altri rapporti con Digilio? RISPOSTA – Mi pare che poi la cosa sia finita là. DOMANDA – E poi abbiamo invece questi accertamenti sulle dichiarazioni di Siciliano. Le sottopongo questa notazione a firma D’Aquino del 17 dicembre del 1994 se la riconosce, cioè se è un’attività che stata svolta da lei o comunque se ne è conoscenza le chiedo. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 199 A questo punto viene rammostrato al teste documento prodotto dal Pubblico Ministero. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Dica! RISPOSTA - Deve essere una serie di richieste a seguito di alcuni verbali, allora... DOMANDA – Sì, sono singole circostanze sulle quali si svolgono accertamenti Tizio si identifica in.. è stato condannato, è stato denunciato. RISPOSTA - Ho capito. Evidentemente il giudice Salvini chiedeva riscontri in base a quello che Siciliano aveva depositato. DOMANDA – Esatto. C’è il riferimento all’attentato alla Circolo di Confine di Gorizia? RISPOSTA – Alla scuola di Trieste. DOMANDA - Lei si è occupato di queste attività? RISPOSTA – Abbiamo svolto tutti gli accertamenti. DOMANDA - Li ha fatti lei? RISPOSTA - In effetti, quando si trattava di queste robe qua, non eravamo in tanti che avevamo già pregresse esperienze perciò ce li scaricavano sul tavolo per forza. Sì, mi ricordo sì. DOMANDA – Poi le sottopondo questo altro documento del... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Scusi Pubblico Ministero, gli ha fatto vedere quella relazione. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 200 DOMANDA - Relazione del 7 dicembre del 1994. RISPOSTA - E’ un rapporto a delle richieste del giudice Salvini con dei nominativi e noi in base ai nominativi che, vado un po’ a memoria, il giudice ci chiede: chi è Roberto Emireni e noi scriviamo Roberto Emireni è Tizio Caio e Sempronio. INTERVENTO DEL PRESIDENTE - E’ una risposta di accertamenti che ha riconosciuto anche, se non ho capito male anche sui singoli atti. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Allora glieli facevo vedere tutti e poi ci dicevate voi, cioè le parti che hanno espresso il consenso... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – No, io non ho espresso nessun consenso. Nel senso che siccome tutti quei rapporti e le relazioni contengono delle parti dichiarative, io non do nessun consenso sulla base del principio che mi è stato... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Voi non è che dovete dare un consenso, voi avete chiesto l’acquisizione di questo verbale dibattimento Milano con i relativi allegati. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, ma su quelli ho già detto che sono acquisiti. Le parti dichiarative la Corte non li utilizzerà. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Questa Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 201 notazione del 17 dicembre è allegato al verbale di Milano, quindi dobbiamo un attimo sciogliere... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Allora scusi è inutile che facciamo delle domande, nel senso che... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, nel senso che non essendo stata acquisita, o almeno per le parti... INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Siamo ancora in attesa di sapere se le altre parti. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Gliela abbiamo mostrata, l’ha riconosciuta e quindi il contenuto degli accertamenti che sono stati fatti li abbiamo... Come fatti da loro e quindi con quell’esito lì. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Contavo di farlo tutto insieme ne facciamo una alla volta, se le parti che non hanno espresso il consenso lo esprimono sennò vediamo il contenuto ovviamente, è inutile che facciamo vedere un foglio per dire se l’ho fatto io, se poi la Corte non sa cosa è questo foglio. Quindi chiedo alle parti che non hanno espresso ancora il consenso sul punto se sono in grado di sciogliere la riserva. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Con riferimento sempre a... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Non c’è consenso Presidente. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 202 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ma non avete capito di che state parlando. Da quanto ho capito sono una serie di attività, stiamo parlando di Siciliano in questo caso, evidentemente per effettuare alcuni riscontri su dichiarazioni di Siciliano, l’ispettore Emireni e il suo staff è stato incaricato di svolgere una serie di accertamenti. L’ispettore ha riconosciuto che sì, l’esito degli accertamenti è quello nella parte accertativa etc. e il testimone conferma che sono quelle le attività compiute. Se ci sono attività dichiarative chiaramente non valgono, non hanno nessun valore, se c’è un’attività accertativa attraverso il richiamo e il riconoscimento del testimone ci siamo appropriati del contenuto di quegli atti. Quindi non c’è bisogno di contestargli uno per uno. Non è che gli vado a chiedere se ha compiuto attività, avrà detto, fatto accertamenti sull’attentato alla scuola slovena, compiuti in data, indiziati oppure sospetti su. Sono acquisiti in questo senso e li ha confermati, li ha fatti propri confermando. Se volete glieli facciamo leggere uno per uno ma perderemmo solo tempo. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA - Insomma li ha letti, li ha scorsi. RISPOSTA - Ovviamente qui c’è la firma del dirigente d’ufficio. DOMANDA - Anche qui c’è giurisprudenza ormai a iosa sul fatto, non è che devono essere atti a sua firma, sono atti di cui lei abbia consapevolezza, sono stati da lei compiuti. Molte volte anzi ne sa molto di meno quello che firma. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 203 RISPOSTA - Volevo leggere queste tre righe di cappello: con riferimento alle richieste di codesta A.G. cioè il giudice Salvini, del 21 ottobre scorso, relative alle dichiarazioni del noto Martino Siciliano si comunica che gli atti di questo ufficio sugli episodi e sui nominativi menzionati risulta quanto segue. Cioè noi facciamo una mera elencazione di quelle che abbiamo noi già in casa, non avremmo dovuto andare a scavare altrove, altre cose. Abbiamo risposto al magistrato determinati episodi che lui ci chiedeva se corrispondevano alla verità o meno. Se c’erano incongruenze o se potevano avallare quello che... DOMANDA – Serve anche per indicare e contestualizzare certe dichiarazioni? RISPOSTA – Certo. Ovviamente qua io non ho la verbalizzazione che il giudice ci avrà sicuramente mandato perché ovviamente in base ai nomi avremmo tirato fuori anche le risultanze. Perciò questa è semplicemente una mera trasposizione di atti che noi abbiamo e che abbiamo trasfuso in questa nota per il giudice Salvini. Niente di più insomma, un’attività di burocrazia. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO - PIANTONI DOMANDA – Il problema era fare rientrare il risultato di queste vostre ricerche. RISPOSTA - Degli atti presenti in casa. DOMANDA – C’è questa altra nota, la tenga pure lì, questo atto del 13 settembre del 1995 sulle autovetture in uso a Carlo Maria Maggi. A questo punto viene rammostrato al teste documento prodotto Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 204 dal Pubblico Ministero. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Dica! RISPOSTA - Sì. In questo caso lo stesso posso citare di che si tratta? DOMANDA – Sì. RISPOSTA - Allora il giudice Salvini ci chiede, c’è una richiesta il 25 agosto, noi rispondiamo al 13 di settembre del 1995, evidentemente voleva sapere le autovetture in possesso del Maggi da quando ha avuto una macchina praticamente ai giorni nostri. Allora noi diciamo che dal fascicolo suo e dai riscontri presso il Pra abbiamo trovato tre macchine. Allora una FIAT 1100 R targata Venezia, data di acquisto e data di rottamazione o ceduta, un’altra vettura un'Opel Manta, che l’ha demolita nel 1988. Invece diciamo che non trova riscontro invece come segnalato nella nota del 66, cioè forse una nota che aveva già avevamo noi in casa chissà da chi del professore Maggi, di una FIAT Cinquecento targata Venezia 89931 che il Maggi avrebbe acquisito nell’aprile del 1964 diciamo che non trova riscontro. E diciamo perché, perché quella targa al Pra risulta essere stata assegnata sempre nel settembre del 1964 a un’autovettura Pacard Pl, 17 credo sia il modello. E intestata ad altra persona, probabilmente sul discorso della Cinquecento ci sono state probabilmente delle leggende metropolitane, qualcuno disse che utilizzò la macchina del Maggi a andare di qua, andare di là che però che non risulta che il Maggi abbia mai posseduto una Cinquecento. Credo sia questo il senso. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 205 DOMANDA – Questo qua per altro è un documento che è già entrato come documento nelle famose produzioni iniziali. Però le volevo chiedere, quindi abbiamo questo 1100 targato Venezia ceduto nel 1971 e una successiva Opel Manta acquistata nel 1975? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Nel periodo 1971-1975 non risultò nessuna autovettura intestata a lui, che tipo di ricerca avete fatto, anche la moglie, il figlio? RISPOSTA – I figli erano troppi piccoli, la Imelda insegnava e mi pare che la Manta l’usava proprio lei quando andava a insegnare in Riviera del Brenta. Tenga conto che loro, Maggi tutt’ora abita all’isola della Giudecca a Venezia. Perciò chi conosce Venezia sa che una realtà abbastanza particolare. Abbiamo delle macchine con targhe bassissime, modelli che sono estinti già da trenta anni ancora nel garage comunale. Cioè le macchine a Venezia è come avere la barca uno che abita a Torino insomma. Il discorso è questo. Perciò se c’è questo buco o Maggi ha avuto una macchina in prestito di qualcuno altro che fosse una Cinquecento, però non risulta dagli atti. DOMANDA – Però questo è un buco... RISPOSTA - Maggi lavorava al Giudecca perché aveva un suo studio medico e uno studio dentistico, in più era medico nell’ospedale gerontoiatrico sempre del centro storico. Perciò credo che la macchina l’abbia usata ben poco. DOMANDA – Comunque dal 1971 al 1975 dai registri non risulta proprietario di autovetture? RISPOSTA – Ma non era roba strana per un veneziano. Io ho fatto la patente a quaranta anni si figuri. DOMANDA – Poi abbiamo una notazione analoga a quella che Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 206 abbiamo visto prima 6 novembre del 1995 sempre relativa a una serie di riscontri. A questo punto viene rammostrato al teste documento prodotto dal Pubblico Ministero. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Che sono sempre della stessa tipologia di accertamenti sulla “Whaite room” di Mestre, sulle figure di Malpezzi Giulio, di Guarin Antonio, Maggio Carlo maria, Decol Gianni e poi Sul fucile mitragliatore “Smesser”. RISPOSTA - Stessa cosa è un esito, questi accertamenti richiesti dal giudice Salvini. Perciò ci ha fatto dei quesiti. DOMANDA – Lei ha sempre risposto consultando gli atti dell’ufficio? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Poi abbiamo 29 dicembre del 1995, gli accertamenti relativi a un bunker nella zona Alberoni al lido di Venezia. E c’è proprio una relazione di servizio e uno sviluppo fotografico di verbale di sopralluogo, attività irripetibile? RISPOSTA – Sì, ho presente il famoso bunker degli Alberoni. DOMANDA – Gliela faccio comunque vedere. A questo punto viene rammostrato al teste documento prodotto dal Pubblico Ministero. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Dica! Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 207 RISPOSTA - Sì, questo bunker è stato indicato come probabilmente un luogo dove potevano avere tenuto dell’esplosivo. DOMANDA – Sì, quello che era stato detto l’abbiamo nei verbali. Il tipo di verifica che avete fatto voi? RISPOSTA – E’ un bunker ovviamente fatto di tedeschi durante l’ultima guerra, e si affaccia sul canale dei Petroli, cioè l’estremo lembo del lido nella zona chiamata Alberoni. Al di là di questo canale poi c’è l’altra isola Pelestrina che chiude un po’ la laguna di Venezia. Là partono due dighe lunghe più di un chilometro. Perciò a difesa di questo canale, canale perché canale dei Petroli perché c’è lì ci arrivano le petroliere fino a Piazza San Marco praticamente. E là sono stati una serie di bunker a difesa navali. Ce ne sono di molto più grandi in zona più verso il centro del lido e questi piccoli, poco più di un igloo per intenderci, e ne è rimasto che io sappia dal sopralluogo fatto ancora uno. Là ci sono delle grandi dune anche. Sono anche patrimonio del WWF, cioè probabilmente avranno anche coperto qualche altro bunker. In quel bunker tanti anni fa venne dato in gestione a un circolo di sommozzatori. E tuttora adesso mi pare ci sono ancora quelle scritte, la silhouette del sub famoso. Si parlava però che al lido c’era un tale Rotelli, Rotelli che era subacqueo e aveva anche una società di recuperi e probabilmente si pensava che con la loro attività di recupero navale andando nei fondali potessero recuperare anche dell’esplosivo. E forse in quel luogo avrebbero potuto mantenerlo nascosto. Questo era. DOMANDA – Comunque l’incarico era quello di individuare Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 208 l’esistenza di questa struttura insomma? RISPOSTA – Quello che rimane è quello là non ce ne sono altri. DOMANDA – Non ce ne sono altri? RISPOSTA – No, non ce ne sono. DOMANDA – Poi abbiamo due note 9 gennaio del 1996 e 12 gennaio del 1996 in ordine a una vecchia vicenda giudiziaria del 1996 che portò all’arresto di Besutti Massagrande e Soffiati, che coinvolgeva in qualche misura anche un americano, un certo Teodoro Richard. Le sottopongo i due atti se è sempre attività da lei svolta e che tipo di attività avete fatto. A questo punto viene rammostrato al teste documento prodotto dal Pubblico Ministero. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Dica! RISPOSTA - Il rapporto della squadra Mobile di Verona? DOMANDA – Esatto. RISPOSTA – Sì, questa nota qua di Verona che del 1996 richiama, se non ricordo male, richiama il rapporto del 1966 quando la Squadra Mobile di Verona eseguì una serie di arresti e recuperò un sacco di materiale, di armi, tantissime armi. E c’erano Besutti, Elio Massagrande, i più famosi insomma, Morin Marco, che era solitamente in artiglieria. Ovviamente poi le pene furono pene di quegli anni. In quegli anni là la legge sulle armi era abbastanza credo blanda, insomma per dire poco. Ed era veramente un arsenale. No, no, fu una bella operazione. Là vennero coinvolti anche personaggi anche Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 209 mi pare del museo del Trento e c’erano rapporti, Museo delle Armi di Trento, insomma tanti personaggi piuttosto insospettabili diciamo e in più queste personaggi qua che invece che erano decisamente di destra, inteso proprio come fascio. DOMANDA – Vengono citati nella notazione del 1966 il nome di un americano, un certo Richard e anche un certo “Sciarcon” qualcosa del genere, voi avete sviluppato queste indicazioni in qualche modo o non se ne è occupato lei? RISPOSTA – Credo che si siano occupati i Carabinieri poi, anche perché Verona aveva la base Setaf e tutto, perciò avevano dei rapporti con le basi americane, Dozer insegna insomma. Avevano incaricato i Carabinieri di fare accertamento interno per vedere se... Ma mi pare che non riuscirono mica a scoprire qualcosa, non metto lingua... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Le pare bene ma l’hanno fatto i Carabinieri. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Poi abbiamo un accertamento 19 giugno del 1996. A questo punto viene rammostrato al teste documento prodotto dal Pubblico Ministero. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI DOMANDA – Dica! RISPOSTA – Altri accertamenti sempre richiesti dal giudice Salvini. Sì, sì. Evidentemente il dottor Salvini aveva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 210 una serie di quesiti che ci pose, infatti, lui ce li manda il 17 marzo e l’ufficio risponde l’11 giugno, so di che si tratta ma non credo di averla fatta io personalmente. DOMANDA – Non l’ha fatta lei le sedi di Ordine Nuovo? RISPOSTA – Credo di no, perché io ero un po’ in rotta con il giudice Salvini in quel momento. Comunque l’ha fatto l’ufficio non è che cambia granché. DOMANDA - Il 19 giugno del 1996 accertamenti sul circolo Il Quadrato se se ne è occupato lei? RISPOSTA – Analogamente a quello sì. Sì, sì, ricordo anche questo qua. Anche qua è un’ipotesi che diamo dove potrebbe essere. Non l’ho fatto io ma comunque la collega che l’ha fatto ha fatto degli accertamenti più che seriosi e si basa sull’ipotetico Quadrato che sia la sede di Ordine Nuovo a quel civico che indichiamo in quei vecchi volantini che noi troviamo nel fascicolo di Ordine Nuovo. Da noi non si butta via mai niente. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DI PARTE CIVILE - SINICATO - DOMANDA - Lei ha dichiarato che voi avete avuto in gestione Carlo Digilio per un certo lasso di tempo? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Che è coinciso con tutta la fase delle sue deposizioni fino al famoso colloquio microfonato alla Questura di Venezia del febbraio? RISPOSTA – Anche un po’ dopo. DOMANDA – Anche un po’ dopo? RISPOSTA – Sì, ci sono altre verbalizzazioni. DOMANDA – Anche un po’ dopo? RISPOSTA – Sì, sì. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 211 DOMANDA - Che a seguito diciamo delle critiche che l’allora Capitano Giraudo fece con riferimento agli esiti di quel colloquio, le modalità diciamo di quel colloquio, progressivamente poi insomma si interruppe il rapporto con il giudice Salvini che poi affidò ai Ros la gestione di Carlo Digilio? RISPOSTA – Mi pare facemmo un paio di altre verbalizzazioni ma le facemmo noi proprio come verbalizzazioni, come spontanee dichiarazioni rese da Carlo Digilio, perciò non più le annotazioni che poi il magistrato avrebbe trasfuso nei suoi verbali, proprio annotazioni vere e proprie, dichiarazioni spontanee. Due o tre almeno ricordo. DOMANDA – Con questa stessa modalità però avevate fatto anche qualche annotazione, qualche verbalizzazione anche in precedenza. Io ho qua per esempio un vostro verbale di spontanee dichiarazioni rese da Carlo Digilio del 29 settembre del 1994. Quindi questa modalità diciamo di acquisizione da parte di Carlo Digilio di elementi informativi l’avevate già utilizzata anche prima? RISPOSTA – Può darsi che su delega specifica del dottor Salvini. DOMANDA – Senza entrare nel contenuto della dichiarazione, ma solo per rammentarle come lei verbalizza...? RISPOSTA – Sì, perché la data non mi è venuta in mente. DOMANDA – In questo caso, per esempio 23 settembre del 1994 dice: “Innanzi a noi sottoscritti ufficiali di Polizia Giudiziaria Savio Enrico e Emireni Roberto Monaldi Ercole, in servizio presso Digos è presente il nominato in oggetto, cioè Carlo Digilio, facendo seguito a quanto già riferito il 20 settembre scorso al giudice Salvini” Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 212 quindi collegandosi a ciò che Carlo Digilio aveva riferito pochi giorni prima Salvini? RISPOSTA – Una coda certo. DOMANDA – Dice il Carlo Digilio, è virgolettato: “In merito al mio soggiorno in Spagna aggiungo...”. Carlo Digilio aggiunge alcune considerazioni? RISPOSTA – Evidentemente ha dato una soluzione per potere continuare quel verbale. Cioè l’ho verbalizzato perché Carlo Digilio ha detto di verbalizzarlo. DOMANDA – La domanda era questa, volevo capire quale era stata la ragione per cui in certi casi avevate fatto delle annotazioni di servizio che raccoglievano degli input informativi da parte di Carlo Digilio e perché invece in altri casi avete usato questa modalità di questo verbale di spontanee dichiarazioni? RISPOSTA – Onestamente adesso non saprei rispondere ma ritengo che sia plausibile come ho ipotizzato. Cioè, aveva qualcosa altro da dire e d’intesa, con il dottor Salvini ci sentivamo tre o quattro volte al giorno, e magari dice: “Verbalizzatelo”. DOMANDA – Però Carlo Digilio era in gestione a voi quindi lei sentiva Salvini ma in realtà? RISPOSTA – Ma era ancora nostro Carlo Digilio. DOMANDA – Appunto, questo vorrei capire. Quindi al di là del caso specifico, ma il suo ricordo è che era Carlo Digilio che veniva da voi la mattina dicendo: “Mi è venuta in mente un’altra cosa rispetto a quello che ho detto a Salvini qualche giorno fa”. E allora voi facevate questo verbale o era il giudice Salvini che vi telefonava e vi diceva: “Provate a chiedere a Carlo Digilio se si ricorda ancora qualcosa su questo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 213 argomento”? RISPOSTA – Non escluderei neanche la seconda ipotesi. DOMANDA – Quindi può essere l’una e può essere l’altra? RISPOSTA – Sono passati una quindicina di anni. DOMANDA – Siccome lei parla di spontanee dichiarazioni di Carlo Digilio? RISPOSTA – Si vede che è stato lui a fare il primo passo. Sì, sì, io ritengo che sia così. DOMANDA – Seconda questione, secondo argomento, lei ha dichiarato prima che abbandonate poi la gestione di Carlo Digilio che viene affidata ai Ros, ma Salvini vi chiama, il giudice Salvini vi chiama quando Carlo Digilio subisce l’ictus? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Quindi nel momento in cui Carlo Digilio ha l’ictus non è già più sotto la vostra gestione? RISPOSTA – Direi, da noi stava bene. DOMANDA – Ho capito. RISPOSTA - No, mi spiego bene. Nel senso fisico proprio della parola, stava bene in salute. Aveva il controllo medico periodico. Mangiava regolarmente a pranzo e cena. Due sere la settimana, sempre su disposizione del magistrato, lo portavamo a mangiare fuori. Insomma, aveva la sua ora aria nel nostro giardino. Stava in salute, ecco questo. DOMANDA – Allora apriamo una parentesi e analizziamo un attimo quello che sta dicendo adesso. E cioè lei dice: la gestione di Carlo Digilio che era una gestione molto morbida? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Aveva queste caratteristiche su precise indicazioni Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 214 del magistrato? RISPOSTA – Tenga conto che per noi Carlo Digilio era comunque un delinquente, tenga conto questo. Perciò è stato uno sforzo per noi trattarlo con i guanti, ecco. DOMANDA – Nel senso che se voi non aveste avuto indicazioni specifiche del dottor Salvini la gestione di Carlo Digilio avrebbe potuto essere diversa? RISPOSTA – Ma diciamo un po’ più formale magari ecco, tutto qua. DOMANDA – Seconda questione, Carlo Digilio viene affidato ai Ros e dopo qualche mese...? RISPOSTA – No, molto... DOMANDA – Molto meno? RISPOSTA – Poco tempo dopo, non vorrei sbagliarmi ma nel giro di un mese anche meno. Mi chiama il Dottor Salvini e mi dice: “Carlo Digilio è morto”. “Come è morto? E’ andato bene fino a ieri”. “Ha fatto un ictus, poi l’hanno ripreso e l’hanno portato in ospedale”. Insomma sembrava dispiaciuto, tutto sommato eravamo dispiaciuti pure noi, è sempre un essere umano, no? E quando ci siamo sentiti dopo mi disse così: “Mi hanno portato in alto nelle montagne”. Io dico: “Ci fu anche l’amico tuo Benito Mussolini”. Però lo portarono in cima mi pare sul monte sopra l’Aquila là in alto là, sul Monte Amiata o qualcosa del genere e là evidentemente clima freddo una roba e l’altra gli è preso un coccolone. DOMANDA – Quindi Carlo Digilio le avrebbe spiegato che le ragioni del suo ictus o comunque del suo malore erano legate a un viaggio faticoso o alla latitudine non ho capito? RISPOSTA – Questo non lo so. E’ stata una sua esternazione, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 215 non ci ho dato peso, però insomma, anche perché... DOMANDA – Lui la riferiva a questo fatto, a questo sbalzo, perché l’avevano portato in alta montagna, è così? RISPOSTA – Lui attribuiva evidentemente il cambio di gestione, ma chiaramente più di tanto non è che ci siamo preoccupati. DOMANDA – La domanda che le volevo porre è: perché il giudice, se lei lo sa naturalmente se c’è una spiegazione che lei può riferire, perché il giudice Salvini avvisò voi dell’ictus di Carlo Digilio dato che non eravate voi ad averne la gestione? RISPOSTA – Può darsi che avesse un po’ di rimorsi ma lo dico così come buttata perché... DOMANDA – Ma no, voglio capire ma lo fece come un gesto di cortesia nei vostri confronti? RISPOSTA – Penso di sì. DOMANDA – E’ questo che volevo capire? RISPOSTA – Ritengo di sì. DOMANDA – Non c’era una ragione tecnica per cui doveste fare qualche cosa? RISPOSTA – No, non avevamo più controllo perciò non... DOMANDA – Quindi era un gesto di... Comunicarvi una cosa che era... RISPOSTA - Che era avvenuta, sì una cosa gratuita, poteva anche non dircela per carità. DOMANDA – Carlo Digilio ottiene il versamento di un assegno? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Da parte del Ministero? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Nel 1994, circa a metà del 1994? RISPOSTA – Sì, sì. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 216 DOMANDA – Voi avete avuto una parte nella richiesta o nella
istruttoria che ha consentito poi la decisione ministeriale di sottoporlo a protezione e di erogare una somma? RISPOSTA – La somma gliela dà il Ministero dell’Interno. E credo che ci sia tutto un iter, adesso non ricordo esattamente come è la procedura ma comunque credo che noi tramite magistrato o viceversa, il magistrato lo chiede a noi, credo che sia coinvolto comunque anche il Ministero della Giustizia, e tutto quanto un triumvirato che decidono in base alle dichiarazioni di uno se effettivamente può rientrare nell’ottica del collaboratore, e di conseguenza tenerlo in protezione e dargli anche un piccolo sussidio altrimenti insomma... DOMANDA – La decisione non è vostra, certo. Ma volevo capire se voi avevate avuto una parte, cioè qualcuno aveva chiesto il vostro parere? RISPOSTA – Ma credo che di sì, credo di sì. Lei ha ricordo di un parere favorevole o sfavorevole da parte vostra? RISPOSTA – Beh, visto che... DOMANDA – Lei in particolare perché parlo con lei, ma diciamo l’ufficio? RISPOSTA – Ma visto che dovevamo prenderlo in consegna ritengo che sicuramente da noi, che poi non lo fa il nostro ufficio lo farà un Questore. C’è il Questore. DOMANDA – Il quale avrà chiesto a voi però perché...? RISPOSTA – Ovvio avendo Carlo Digilio. DOMANDA – Per questo chiedo se voi avevate avuto una parte? RISPOSTA – Esatto. Perciò partirà da noi una proposta suffragata da quella del magistrato, dire: questo qua è un buon collaborante o uno che potrà dare dei buoni Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 217 risultati, insomma ci sarà una serie di elogi o altre cose, poi l’attività può comportare anche il pericolo di vita, ecco che deve rientrare anche in un’ottica di protezione. DOMANDA – Lei ha partecipato, ha assistito ad alcuni degli interrogatori resi da Carlo Digilio davanti al giudice Salvini? RISPOSTA – Come no, eravamo là presenti sì. Siamo anche messi a verbale. DOMANDA – Infatti, risulta a verbale. Lei poi ha detto: noi facevamo anche dei colloqui, chiamiamoli investigativi? RISPOSTA – Pseudo tali, non erano dei colloqui investigativi. DOMANDA – Perché allora la norma era diversa, per cui adesso...? RISPOSTA – Certo. DOMANDA – Comunque dei colloqui con Carlo Digilio che servivano, lei ha detto così, a porgli delle questioni, a stimolare il suo ricordo su certe cose, è così? RISPOSTA – Sì, perché lui era una fonte inesauribile, lui parlava, parlava. Cioè ovviamente spaziava in tutti quanti i campi. Ci raccontava della sua vita a Santo Domingo, della sua famiglia. Noi stavamo là ad ascoltarlo e interessava dimostrarne un certo affetto o interesse e dopo magari andava nel dettaglio. Veniva un po’ sollecitato ecco se raccontava qualcosa di un certo tipo che potesse essere interessante, o anche meno comunque si scriveva tutto, mandavamo già la nota al magistrato il quale poi con la verbalizzazione effettiva gli dava spunto da quello che noi avevamo detto che l’altro aveva riferito insomma. Era un circolo insomma. DOMANDA - E’ mai successo che il magistrato o comunque Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 218 qualcuno degli inquirenti chiedesse invece a voi di introdurre degli argomenti in questi colloqui capire se Carlo Digilio era in grado o non era in grado di rispondere, di ricordare delle cose con riferimento a argomenti specifici? RISPOSTA – Carlo Digilio delle volte aveva delle difficoltà a ricordare esattamente l’anno, ma questo capita anche a me, credo che sia un po’ l’età, gli anni passati, cioè delle volte ci si può confondere 1993, 1994, cioè non è facile ricordarsi. Si può ricordare dell’episodio, si può ricordare dettagli piccolissimi ma magari si può sbagliare di cinque anni. Ovviamente a cosa serviva tutta questa attività? Salvini stava facendo un enorme lavoro e Carlo Digilio era uno che poteva diventare un buon collaborante, ma Salvini aveva raccolto già una montagna di documenti. Aveva raccolto testimonianze di tantissime persone da Vinciguerra, altre persone cioè finché qualcuno ha dato qualcosa lui ha raccolto tutto. Ha fatto un lavoro immane, grandissimo. Anzi si pensava che volesse un po’ riscrivere la storia praticamente della destra in Italia negli anni del dopo guerra fino alle stragi ecco. Carlo Digilio era un tassello in più. Non era... DOMANDA – Ma le chiedo in questa ottica, voi andavate lì, ascoltavate Carlo Digilio che parlava di sé, della sua vita? RISPOSTA – L’avevamo già in casa perciò non è che... DOMANDA – Sì, andavate lì nel senso che vi confrontavate con lui e lui raccontava? RISPOSTA – Sì, passavamo le mezze giornate. DOMANDA – In certi casi lei ha detto diceva delle cose che ci Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 219 sembravano interessanti per le indagini in corso, evidentemente le segnalavamo al giudice, le chiedo vi è mai successo che il giudice in risposta alle vostre segnalazioni o insieme o per telefono questo giudice vi chiamasse e vi dicesse: “Provate a chiedere a Carlo Digilio se sa qualcosa di questo argomento o di quell’altro”? RISPOSTA – Non lo escludo. Non lo escludo. Tenendo conto che aveva già raccolto su una montagna di atti e di testimonianze perciò se voleva sviscerare un poco in più un verbale di qualcuno, se Carlo Digilio sapeva qualcosa da metterci sopra, poteva essere utile insomma. DOMANDA – L’ultima domanda, sempre senza entrare nel merito delle singole circostanze, dei singoli fatti ma sempre come domanda di carattere più generale, visto che lei ha gestito Carlo Digilio per quasi due anni, sostanzialmente? RISPOSTA – Un anno, quasi un anno. DOMANDA – Dall’arrivo in Italia fino al marzo del 1994? RISPOSTA – No. Che lui arrivò in Italia sì, ma non venne mica da noi. Rimase in carcere a Rebibbia. DOMANDA – Sì, certo. RISPOSTA - Noi l’abbiamo acquisito molto dopo portandolo al carcere di Venezia. DOMANDA – Comunque nel periodo in cui l’avete... RISPOSTA - Tenga conto che la prima uscita è la famosa uscita di Paese e Vittorio Veneto. DOMANDA – Che è aprile del 1994? RISPOSTA – No, 1993 credo. DOMANDA – Paese è 5 marzo del 1994? RISPOSTA – Era in carcere. Era in detenzione. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 220 DOMANDA – Era in detenzione ancora? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Quindi diciamo circa un anno? RISPOSTA – Sì, circa un anno, dieci, undici mesi se non ricordo male. DOMANDA – Nell’anno in cui lei l’ha seguito quindi sia nei colloqui investigativi che durante le dichiarazioni rese davanti al giudice Salvini, Carlo Digilio è stato un collaboratore che ha diciamo allargato il campo della sua collaborazione o meglio il campo delle sue dichiarazioni o che è rimasto ancorato a alcuni pochi temi che aveva toccato magari nei primi interrogatori? RISPOSTA – Se non ricordo male lui spaziò un po’. Un po’ tutto il suo viaggio in Spagna e il suo viaggio, mi pare sia un viaggio solo in Spagna e la collaborazione che ha avuto con altri personaggi del Veneto. Perciò credo un contributo di un certo tenore sicuramente l’ha dato. L’unica cosa che, adesso da quello che Carlo Digilio ha dichiarato poi si scontrato con le ultime sentenze di Milano. DOMANDA – Sì, certo abbiamo tutto e quindi è una valutazione che facciamo noi. RISPOSTA - Carlo Digilio dice una cosa ma magari non viene creduto. DOMANDA – La domanda che le facevo era questa, cioè lei ha avrà avuto esperienza evidentemente anche di altri collaboratori o comunque di altri...? RISPOSTA – No, no, uno nella vita ne basta. DOMANDA – Allora in ogni caso con altri dichiaranti? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Voglio capire c’è il dichiarante che dichiara e che Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 221 è disposto a parlare di un certo argomento e parla sempre di quell’episodio di quell’argomento, magari aggiunge dei particolari ma quello è l’argomento. C’è invece il caso diverso in cui, perché la vita l’ha portato a vivere realtà diverse, che in un primo verbale parla di tre, quattro argomenti, in un secondo parla di altri quattro argomenti e poi mano a mano aumenta la rosa degli argomenti perché decide di farlo o perché la memoria lo soccorre mano a mano che si va avanti. Ecco, volevo capire. RISPOSTA - Viene stimolato anche. DOMANDA – Anche perché stimolato certo. Carlo Digilio era questo genere di dichiarante? RISPOSTA – Direi di sì. DOMANDA – E’ stato il cosiddetto dichiarante? RISPOSTA – L’unica cosa che a me non piaceva particolarmente, è che tutto sommato lui si toglieva sempre di fuori. Erano sempre gli altri. DOMANDA – Questa è una sua intuizione diciamo? RISPOSTA – Il mio modo di pensare per carità non... DOMANDA – No, so che è un’intuizione. Lo sosteniamo anche noi da sempre che non è intuizione, ma a lui posso solo chiedere se è una sua intuizione, poi le nostre considerazioni... Anche lei ha avuto questa impressione? RISPOSTA – Sì, perché quando si andava a toccarlo a lui su qualcosa, vedevamo che svicolava. Cioè degli altri diceva delle cose sicuramente, poi anche riscontrate, tante purtroppo no anche per il lungo tempo trascorso, però il suo coinvolgimento personale lo vedevo molto più restio. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 222 DOMANDA – Cioè faceva fatica a mettersi nelle situazioni che raccontava, questo è il senso? RISPOSTA – Lui si dichiarava l’ultimo superstite di una storia infinita e vivo, l’unico vivo testimone perciò chiedeva protezione. “Io vi racconterò di più”. Può darsi che con il Ros abbia collaborato in maniera più egregia, non lo so. Glielo chiederà l’Avvocato. DOMANDA – Mi interessava questa sua valutazione, la ringrazio. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI DOMANDA – Allora Carlo Digilio lei ha spiegato come l’avete individuato a Santo Domingo attraverso la vendita della casa? RISPOSTA – Certo. DOMANDA – Dopo la morte della mamma? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – E arriva a Rebibbia? RISPOSTA – Sì. DOMANDA - Lei ha dei colloqui cin Carlo Digilio a Rebibbia? RISPOSTA – No. DOMANDA – Lei sa se il Capitano Giraudo ha avuto dei colloqui con Carlo Digilio a Rebibbia? RISPOSTA – Questo me lo dice Digilio. DOMANDA – Glielo riferisce Carlo Digilio? RISPOSTA – Sì. DOMANDA - E Digilio le riferisce a che proposito? RISPOSTA – Come no. Digilio in un colloquio così pour parler parla che Giraudo l’avvicina a Rebibbia. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 223 INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – E’ il contenuto di una dichiarazione di Carlo Digilio. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Non c’è relazione di servizio neanche. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Avrebbe dovuto esserci. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Pazienza Presidente. RISPOSTA - Ma l’ha detto in mezzo a altri colleghi nostri. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA - Non è che ogni circostanza riferita uno ha l’obbligo di verbalizzare. RISPOSTA - Anche perché non vedo nessun reato se Capitano Giraudo gli chiedeva qualcosa. DOMANDA - Facciamogli riferire la circostanza. Dopodiché si vede che se è una cosa... RISPOSTA - Cosa succede? Carlo Digilio ci racconta che il Capitano Giraudo lo avvicina a Rebibbia e visto che lui ha abitato per lunghi anni a Santo Domingo dove si erano rifugiati anche un sacco di delinquenti comuni intendo, perciò non politici, comuni. E lui Carlo Digilio si vanta che glieli fa catturare. Quando ne ha fatto catturare due o tre in qualche maniera, Capitano Giraudo lo molla e basta. Perciò il primo impatto con Capitano Giraudo si trasforma poi in una specie di antipatia. Mi pare che Casson lo voglia sentire ma se lo fa portare al carcere Due Palazzi di Padova che arriva in maniera Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 224 disastrata perché il viaggio poi, eravamo già d’inverno, Due Palazzi nel cellulare non è un viaggio comodissimo. E poi dopo Casson lo rimanda giù. Ecco che poco dopo rientra in ballo la storia Salvini e Digos Venezia insomma. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI DOMANDA – Quando arriva a Rebibbia, lei ricorda pressappoco che pena doveva scontare? RISPOSTA – Doveva scontare una pena piuttosto seriosa, mi pare oltre i dieci anni. Addirittura un paio di mandati o anche più. Mi pare avesse avuto una condanna per la storia di Milano delle armi con Torta, Logan famose anche con il cognato Dedemo. E poi quello del Poligono del Lido di Venezia, perciò là un’altra decina di anni. Cioè credo che nel totale una quindicina di anni doveva farseli credo. DOMANDA – Un po’ meno, dodici. RISPOSTA - Dodici. DOMANDA - Lei dice che vi è stata, dice nel verbale di Piazza Fontana... RISPOSTA - Lei mi ha interrogato proprio. DOMANDA – Sì. Che c’è stata proprio dice: i rapporti con Giraudo si sono interrotti in maniera brusca e Giraudo ci rimase male. Io non ho ben capito neanche oggi come mai c’è stata questa brusca interruzione dei rapporti tra Capitano Giraudo e Carlo Digilio se lei lo sa? RISPOSTA – Lo dico io? DOMANDA – Se lo sa glielo dico. Sì, lo dice lei, le ho letto una sua frase. RISPOSTA – Ma forse l’avrò ripresa da quello che mi diceva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 225 Carlo Digilio ritengo, perché... DOMANDA – Non so. Dice: “Il Capitano Giraudo aveva già tentato un approccio che all’inizio sembrava abbastanza fruttuoso, io riferisco quello che ci hanno riferito a noi. Con questa tecnica aveva ottenuto la buona fiducia del Carlo Digilio, anzi aveva fatto catturare alcuni latitanti di reati comuni”. RISPOSTA - Quello che ho appena testé detto. DOMANDA – “Poi i rapporti si sono interrotti in maniera brusca e lui ci rimase male”. RISPOSTA - Ma lui Carlo Digilio, eh, non Giraudo. DOMANDA – Lui Carlo Digilio? RISPOSTA – Carlo Digilio. DOMANDA – Ma perché si sono interrotti in maniera brusca? RISPOSTA – Probabilmente a Giraudo non interessava più. Probabilmente, ma deve chiederlo a Giraudo. DOMANDA – Sì, glielo chiedo sicuro ma voglio dire... RISPOSTA - Cioè non posso rispondere. Vado per intuito. Cioè così come ha detto Carlo Digilio, dice: “Poi mi ha abbandonato”. Ci è rimasto pure male perché aveva una bella collaborazione. “E poi ha raggiunto il suo scopo e mi ha lasciato come una carogna” come diremmo noi a Venezia. DOMANDA – Poi voi lo ricevete, arriva al carcere di Venezia? RISPOSTA – Lo facciamo trasferire là sì. DOMANDA – Lo fate trasferire a Venezia? RISPOSTA – Non noi, Milano lo fa trasferire là chiaramente. DOMANDA – Lui rimane detenuto ed è detenuto nel momento di quella che lei chiama la prima uscita? RISPOSTA – Sì, è ancora sottoposto a regime carcerario. DOMANDA – Quindi voi l’andate a prendere in carcere con tutte Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 226 le autorizzazioni? RISPOSTA – Eh, neanche a parlarne! DOMANDA – Lei prima ha detto una cosa che mi ha, diciamo un po’ stupito. Lei ha detto: beh, ma insomma non era tanto un problema di trovare il casolare ma era per fargli prendere aria? RISPOSTA – Vero. DOMANDA – Fargli annusare...? RISPOSTA – Vero, è vero. DOMANDA – La libertà? RISPOSTA – E’ vero. DOMANDA – Allora... RISPOSTA - Lei questa domanda qua me l’ha fatta anche a Milano ed io gli ho risposto che non abbiamo cercato tracce del casolare, neanche con vecchie mappe e non ci interessava, anche perché quella casa sicuramente non sarà stata più in uso. Sicuramente demolita, perché Paese se lei conosce negli anni sessanta era veramente un paese, quando siamo andati noi nel 1993, 1994 quando eravamo. DOMANDA – 1994. RISPOSTA - Nel 1994 era diventata trenta, quaranta volte di più. DOMANDA – Urbanizzata? RISPOSTA – Urbanizzata. Anche dalla parte di là dei binari. Perché noi abbiamo camminato comunque per qualche ora per Paese, ma come ripeto trovare il casolare, il muretto e tutto, non aveva quel significato che può essere la ricerca di un tesoro. Andiamo là, scaviamo, troviamo le pepite. DOMANDA – Ho capito. Senta, quindi voi non avete acquisito Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 227 mappe catastali dell’epoca? RISPOSTA – No, no. DOMANDA – Sa se le hanno acquisite i Carabinieri? RISPOSTA – Può darsi che l’abbiano acquisite. DOMANDA – Sì, sì, le hanno acquisite. Volevo sapere, perché non capisco bene il periodo di interregno, quindi voi non avete fatto vedere a Carlo Digilio mappe dell’epoca? RISPOSTA – No. Carlo Digilio ci disse che aveva dei punti di riferimento. DOMANDA – Sì, ho capito. RISPOSTA - E di fatti siamo andati là e lui ovviamente si è perso, mentre i punti di riferimento sono stati utili per l’abitazione del professor Franco. DOMANDA – Che era a Vittorio Veneto? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – Sì, ma io le ho fatto una diversa domanda, se come Digos gli avete fatto vedere una mappa del 1969? RISPOSTA – No, no, no. A me non risulta assolutamente. No, proprio. DOMANDA – Voi o i Carabinieri non lo, perché è il periodo in cui poi c’è il passaggio, avete acquisito una foto... RISPOSTA - Il passaggio no, mi scusi il passaggio è quasi un anno dopo. DOMANDA – Sì, ha ragione sì. Una fotogrammetria dell’epoca, aereo fotogrammetria? RISPOSTA – No. Mi pare che noi abbiamo allegato una piantina, una fotocopia di una carta stradale tanto per indicare al magistrato dove è ubicato Paese. DOMANDA – Voi avete indagini a Paese in relazione a fonti orali? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 228 RISPOSTA – No, no. Che io sappia no. DOMANDA – Voi il sopralluogo lo fate il 4 marzo, si fidi è il 4 marzo? RISPOSTA – Sì, se dice il 4 marzo le credo, ma sto pensando. Era il 4 marzo. DOMANDA – La relazione è datata 5 marzo e voi dite: ieri siamo stati...? RISPOSTA – Sì, il 4 marzo, confermo. DOMANDA – Il nome di Paese Carlo Digilio lo fa solo in verbale a Salvini del 5 marzo. RISPOSTA - Il pomeriggio si andava di sera noi a Milano. DOMANDA – No, il 5? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Il sopralluogo è il 4. RISPOSTA – Esatto. Il giorno dopo, il pomeriggio siamo andati a Milano. La mattina ho fatto la relazione. DOMANDA – In questo verbale del 5 marzo Carlo Digilio fa il nome di Paese, il luogo dove c’è il casolare era Paese. Prima del 4 marzo non c’è nessun atto, né una relazione di servizio, né un interrogatorio in cui Carlo Digilio faccia il nome di Paese? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – E come è che salta fuori questo nome di Paese, ve l’ha detto a voce? RISPOSTA – Ce l’ha detto Carlo Digilio: Andiamo a Paese. Sennò... DOMANDA – A voce glielo dice? RISPOSTA – Di fatti mi pare che ho scritto qualcosa del genere io sulla relazione. DOMANDA – No. Non fate una relazione di servizio. RISPOSTA – Non ho fatto la relazione, scusi? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 229 DOMANDA – No, lei fa una relazione in cui dice: “In data odierna ci siamo recati a Paese a fare il sopralluogo”. E’ il verbale di sopralluogo. RISPOSTA – Mi scusi, lei ha detto: “Ieri ci siamo recati”. DOMANDA – Il 5. RISPOSTA – No, il 5 scrivo: “Ieri”. DOMANDA – 4. RISPOSTA – “Ci siamo recati a Paese, località indicateci da Carlo Digilio”. DOMANDA – No, no. Guardi la leggiamo che così facciamo prima. RISPOSTA – Siccome io so che lei è malizioso allora mi sono portato anche una fotocopia degli atti. DOMANDA – Lei non deve dire così. RISPOSTA - Adesso le dico perché, la stessa domanda me la fece anche... DOMANDA – Non mi ha risposto. RISPOSTA - Io credo che anche il teste ha diritto difendersi. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ispettore tranquillo, rientra un po’ nella difesa essere ogni tanto, non dico maliziosi ma rilevare certi fatti. Poi lei ce l’ha sottomano. Lei è autorizzato a consultare gli atti. A questo punto il Presidente autorizza il teste a consultare gli atti. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – La relazione del 5 marzo ha detto. RISPOSTA - Sì. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 230 RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Il sottoscritto della Digos comunica quanto segue: “Nella giornata di ieri sono stati effettuati dei sopralluoghi unitamente al detenuto Carlo Digilio, al fine di individuare il casolare ove erano state nascoste le armi etc. ci siamo portati a Paese in provincia di Treviso, località indicata da Carlo Digilio”. Ma quando è che l’ha indicata vorrei sapere? RISPOSTA – Scusi, se io vado a prendere lei in carcere la mattina alle otto, dico: “Andiamo fuori in provincia di Treviso”. Dice: “Andiamo a Paese”. DOMANDA – Glielo ha detto la mattina allora, quando siete andati a prenderlo in carcere? RISPOSTA – Se era in carcere prima, scusi. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – Lei quando ha chiesto l’autorizzazione al giudice di portarlo fuori dal carcere gli ha detto che doveva andare a fare un sopralluogo dove? RISPOSTA – No, in provincia di Treviso. DOMANDA – Provincia di Treviso. Quindi lei sapeva che cosa andava a cercare? RISPOSTA – Salvini sapeva che... La storia del casolare è nota già da tempo e lui parla di una località in provincia di Treviso. Non nomina mai Paese. Mai. Allora siccome l’Avvocato questa domanda qua me la fece anche a Milano, allora cosa ha fatto il buon Emireni, se ha un attimo di pazienza dovrei trovare anche... Allora mi sono riservato davanti al Presidente del Tribunale dell’Assise di mostrare perché il 4 siamo andati là, il 5 ho fatto la relazione e il pomeriggio la Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 231 verbalizzazione del Salvini. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Lei ha fatto riferimento a una relazione precedente al 4 e l’ha mandata alla Corte d’Assise di Milano? RISPOSTA – Ho mandato una lettera al Presidente della Corte d’Assise di Milano. DOMANDA – Lo sappiamo. RISPOSTA – La copia è qua. DOMANDA – Solo che in quella relazione precedente non si parla di Paese? RISPOSTA – Le ha appena ripetuto che Paese ce l’ha indicato Salvini quando siamo usciti dal carcere. Prima non poteva dire: scusi, Carlo Digilio, abbia pazienza. DOMANDA – Quindi quella mattina? RISPOSTA – Sì. Siamo usciti per andare in provincia di Treviso e quando siamo andati fuori: andiamo a Paese. Perfetto. Cosa dovevo fare? Ammazzare Carlo Digilio, no? DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – Aveva già detto che, in effetti, una delle finalità era di fargli prendere una boccata d’aria. E’ chiaro che ha indicato pure il posto dove ci poteva essere questo luogo e sono andati. RISPOSTA – L’abbiamo annotato. Devo avere qua tutte quelle carte. Lei ha acquisite tutte quelle carte? DOMANDA – Sì, ma questo è esatto. RISPOSTA - Allora non serve cercarle. DOMANDA – No. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI - Le carte in più Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 232 io non so niente. Che carte sono? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Avanti la Corte d’Assise di Milano lui fece riferimento a una relazione precedente al 5 marzo in cui Carlo Digilio aveva fatto il nome di Paese. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – A un’eventuale relazione. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Prego! RISPOSTA - No, Avvocato, forse facciamo un po’ di confusione. Lei mi chiese: come mai al 5 c’è la sua relazione e al 5 c’è la verbalizzazione. Io ho spiegato: mi riservo di mandarle tutta la documentazione da quando Salvini ha chiesto al Ministero di Giustizia per potere scarcerare quell’osso che avevamo là in galera e tutti gli accertamenti noi che eravamo deputati a prenderlo fuori per 24 ore o 48, fine al termine degli accertamenti da fare tutti quei giri. E’ così è stato. Perciò quella mattina quando siamo usciti dal carcere ci ha detto: "Andiamo verso Treviso a Paese”. E siamo andati Paese. Perciò prima non potevo inventarmelo o scriverlo. Tenga conto che parliamo degli anni che già adesso non lo uso, ma già all’epoca computer ce ne erano pochi, palmari da potere mandare messaggi. Perciò vede Avvocato che già all’epoca lei mi ha tirato questo tranello e gli avevo già risposto all’epoca. DOMANDA – Io non le ho tirato nessun tranello. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 233 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Andiamo avanti. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA - E adesso leggiamo Presidente, io non tiro tranelli. “Nella giornata di ieri – quindi 4 marzo – come mai la prima volta che Carlo Digilio dice che il casolare è a Paese in provincia di Treviso è nell’interrogatorio del 5 marzo?” Lei risponde: “L’aveva detto nel precedente interrogatorio”. "19 febbraio?” “Può darsi, sì”. RISPOSTA - Può darsi. DOMANDA – Mi scusi. Allora io le leggo l’interrogatorio del 19 febbraio dove Carlo Digilio non fa il nome di Paese. “Allora lui per la prima volta le nomina Paese, questo mi fa pensare che l’abbia detto informalmente” dico io. “Può essere che l’abbia detto nel corso della nostra corrispondenza verbale continua e costante che avevamo con lui”. Dico io: “Quindi ci sarà una relazione di servizio?” “Ma sicuramente” dice lei. RISPOSTA – E le ho mandate. DOMANDA – E l’ha mandata. Solo che in quella relazione di servizio che lei manda non si parla di Paese. Quindi non dica che io faccio tranelli. RISPOSTA - Se Carlo Digilio parla di: in provincia di Treviso, per me va bene provincia di Treviso. Non ho problemi portarmelo fuori. Dopo se posso ricordarmi le robe di dieci anni prima. Lei ha i verbali scritti, io vado ancora un po’ a memoria, abbia pazienza. DOMANDA – Basta che sia chiaro che io non faccio tranelli. RISPOSTA - Va bene, l’ho detto in tono... DOMANDE DEL PRESIDENTE Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 234 DOMANDA - Andiamo avanti. Mi pare che oggi ricordando adesso il fatto abbia detto: “Siamo andati lì perché dovevamo andare a vedere la provincia di Treviso. Abbiamo chiesto l’autorizzazione. Siamo usciti. Dopodiché durante il viaggio o appena usciti etc. ci ha fatto il nome di Paese”. RISPOSTA - Credo che sia proprio così. DOMANDA - Almeno così ricorda adesso. RISPOSTA - Se se ne è parlato del casolare, il casolare ha una certa valenza perché il Carlo Digilio nomina lo Zorzi e nomina il Freda e Ventura. Giusto? Ecco perché c’è una certa importanza di questo famoso casolare. Ovvio che un casolare di venti anni prima non gliene fregava niente a nessuno trovarlo adesso. Perciò lui non ci dà l’indicazione di Paese, probabilmente per tenersi ancora una briscola in tasca. Probabile eh! Difatti lui dice: “Andiamo a Paese”. Andiamo a Paese. Sarà successo così. Parliamo di sedici anni fa Avvocato. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Durante la vostra gestione di Carlo Digilio lei è venuto a conoscenza di una richiesta di otto milioni di lire da parte di Carlo Digilio al di fuori del programma di protezione da mandare alla moglie e alla figlia a Santo Domingo? RISPOSTA – Può darsi che abbia chiesto dei soldi da mandare giù. DOMANDA – No, può darsi. Se lo sa o no. Che li abbia chiesti è pacifico, volevo sapere se lei lo sa o no, perché se non lo sa? RISPOSTA - Questo non lo ricordo. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 235 DOMANDA – Non lo ricorda? RISPOSTA – No, non vorrei dire una cosa per un’altra. DOMANDA – Ispettore non c’è problema. Senta... RISPOSTA – Posso dire una cosa però? Si scoprì che in provincia di Trento dove abitava ormai già la sorella avevano ancora un conto, un libretto al risparmio che in qualche maniera siamo riusciti a farglielo recuperare. Quello sì. DOMANDA – Questa per me è una cosa nuova. Di quanti soldi? RISPOSTA – La sorella. Non era granché, tenga che lui ci offrì la cena a noi che eravamo là di servizio con lui, eravamo un paio con la sorella, con il cognato e con il figlio mi pare. Perciò... DOMANDA – Quindi quanti soldi erano? RISPOSTA – Ma qualche milione, ma tenga conto che poi ovviamente diviso per due insomma. Erano stati vincolati là in questo libretto e ripeto, non si trovava più. Insomma visto che erano soldi della mamma poi oltretutto, erano soldi della mamma. No, forse della mamma e i suoi probabilmente. Però l’avevano in quel conto là gestito dalla sorella. Adesso vado un po’ così, so che comunque recuperò qualcosa. Ci offrì una cena al ristorante. DOMANDA – Questi otto milioni invece dati dal Ministero attraverso i Ros lei non ne sa nulla? RISPOSTA – No, se si parla di Ros ovviamente non posso saperlo. DOMANDA – No, volevo sapere se... Può darsi che ne sia venuto a conoscenza? RISPOSTA – E i fatti della Digos i Ros non lo sa. I fatti del Ros la Digos non lo viene a sapere. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 236 DOMANDA – C’è impermeabilità su tutta...? RISPOSTA – Totale. Totale. DOMANDA – Lei prima poi ha detto una cosa, dice: Carlo Digilio, il programma di Carlo Digilio era quello di fare le dichiarazioni che riteneva di fare e poi di tornarsene a Santo Domingo? RISPOSTA – La sua pia speranza era quella. DOMANDA – La sua speranza era quella? RISPOSTA – Certo. DOMANDA – Nel senso che ve l’ha manifestata? RISPOSTA – Poi l’abbiamo riportato anche in qualche annotazione o addirittura in qualche verbalizzazione al magistrato. DOMANDA – E voleva solo tornarsene a Santo Domingo o voleva anche del denaro? RISPOSTA – Credo che sottointeso che magari qualche liretta in più per fare il viaggio, insomma gli avrebbero fatto schifo. DOMANDA – Quindi voleva un aiuto economico e tornarsene a Santo Domingo? RISPOSTA – Diciamo tornare a Santo Domingo e avere un aiuto economico. Io ritengo anche per rimettersi in sesto con la sua attività che aveva intrapreso là. Ma credo che sia una cosa normale per un collaboratore di giustizia. DOMANDA – Io ho mica detto che è anormale. RISPOSTA – Diamo miliardi ai mafiosi non vedo perché non si possono dare anche a Carlo Digilio. Non so. Che poi non glieli hanno neanche dati probabilmente. DOMANDA – Che lei sappia nella richiesta, nel programma di protezione era previsto anche l’espatrio dell’estero di Carlo Digilio, se lo sa? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 237 RISPOSTA – No, non saprei dirglielo, anche perché inizialmente non si parla di espatrio, si parla solamente di proteggere un teste. DOMANDA – Sì, quando è lì da voi, sì certo. Non lo sa? RISPOSTA – Tenga conto che l’impianto per gestire, tra virgolette, noi lo chiamiamo pentito, è un collaboratore di giustizia, può essere anche una persona che non ha commesso reati, è un testimone. E penso rientri anche ricostruirgli una nuova identità. Probabilmente anche mandarlo all’estero. DOMANDA – No, questo dei reati non c’entra con Carlo Digilio perché aveva undici anni da scontare quindi. RISPOSTA – Ho capito, li aveva. Ma quello che raccontava, raccontava di fatti reato commessi da altri. DOMANDA – Sì, ho capito. Veniamo adesso un momentino a questa conversazione in Questura, lei ha verbalizzato diciamo la registrazione e c’erano anche dei suoi colleghi? RISPOSTA – Materialmente c’era Alessandro Lino che lei ha nominato e Giraudo e un altro Maresciallo del Ros. Io stavo nella stanza grande, una stanzona così, e di qua erano loro celati in ambiente ovviamente il più lontano possibile dalla stanza, da quella stanzetta piccola dove gli abbiamo messo i due amiconi. E si sono messi a parlare, tutto qua. DOMANDA – Lei prima ha detto, su domanda del Pubblico Ministero, che il Colonnello Giraudo ha manifestato insoddisfazione? RISPOSTA – Sì, lo vengo a sapere dopo quando finisce tutto perché non c’è più. Il collega Lino Alessandro mi dice: “Quello là è andato via di testa, ha urlato che non andava bene niente e se ne andato via prima ancora che Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 238 finisse la verbalizzazione”. DOMANDA – Questo è molto generico. Cosa le dice esattamente il suo collega Lino, perché il Colonnello Giraudo si arrabbia e se ne va? RISPOSTA – Lo dice nella relazione il collega. Lo dice, che secondo lui non era il modo di potere gestire la cosa. Invece secondo noi era quello che si era concordato qualche giorno prima. Mi pare che prima ho anche riferito che il Carlo Digilio a malincuore ci ha accontentati a fare questo colloquio. A lui non interessava assolutamente niente. Era un problema di Giraudo che doveva convincere il Maggi a fare il collaborante. E da quello che si era capito il Maggi era stato... Cioè al Maggi abbiamo prospettato l’inferno, cioè accuse pesantissime e perciò calcolando che il Maggi aveva avuto già un’ischemia, aveva avuto un sacco di guai, si era già fatto qualche anno di galera e tutte le cose, non lavorava più. Perciò insomma ovviamente il discorso del pentitismo e del collaborante poteva significare anche... DOMANDA – Sì. Ma io lo avevo fatto una domanda diversa. Se lei ricorda, se lo ricorda, l’arrabbiatura del Colonnello Giraudo era in relazione ai giudizi e alle accuse che Carlo Digilio nel corso della conversazione registrata aveva fatto di Siciliano? RISPOSTA – Adesso non saprei rispondere. Io credo che evidentemente... Io prima ho premesso una cosa che secondo noi è stata una trappola che ci ha tirato Giraudo. Tutto qua. DOMANDA – Sì, ma questo... RISPOSTA – Ne sono convinto. Non troverà mai verbalizzazioni Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 239 in tal senso. DOMANDA – L’ho ben capito. RISPOSTA – Lo sento nel cuore. DOMANDA – Voleva provocare diciamo un incidente perché il giudice Salvini cambiasse gestione? RISPOSTA – Di fatti Salvini ci telefonò poco dopo e disse: “Vi tolgo l’uomo perché voi non ci sapete fare”. “Giudice se lo porti via non so che farle”. DOMANDA – Ma questo l’abbiamo capito, io le ho fatto una domanda molto precisa se lei mi risponde sì o non mi ricordo, se il sovraintendente Lino le ha detto che il Capitano Giraudo si era fortemente arrabbiato perché Carlo Digilio aveva espresso giudizi negativi e aveva accusato Siciliano di reati? RISPOSTA – E’ messo così sulla relazione? DOMANDA – Sì. RISPOSTA - Se è così allora ovviamente è così non posso mica smentirlo, no? DOMANDA – Se vuole gliela leggo. RISPOSTA – No, ce l’ho anche io. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Una relazione di servizio fatta da altro sulle affermazioni di un terzo, come la mettiamo? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E’ il de relato di seconda categoria, non è vietato poi ci sarà qualche problema di verifica. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Chiediamo a chi Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 240 l’ha fatta almeno. La contestazione... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, ma adesso a lui gli si può chiedere che cosa ne sa, che cosa gli ha raccontato Lino. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – E ha risposto un’altra cosa. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Se il contenuto della relazione, quindi superiamo già il fatto di Lino. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Voglio dire ha risposto un’altra cosa. Gli si contesta o perlomeno gli si ricorda che Lino nella sua relazione di servizio dice delle altre cose. Le possiamo contestare a Lino non a lui. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA - Sì, ma allora la domanda: se lei su questo che è stato oggetto poi di una relazione di Lino che riguarda le circostanze riferite dal difensore, se lei ne sa qualche cosa, se Lino glielo ha raccontato, se lei l’ha appreso? RISPOSTA – Sì, sì, Lino l’ha messo nero su bianco. C’è una relazione. DOMANDA – Quindi il contenuto di quella relazione lei ne era conoscenza? RISPOSTA – Ovviamente, era il mio sottoposto perciò era là, quando abbiamo firmato gli atti della verbalizzazione ha detto: “Guarda che è successo questo è questo”.” Tu Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 241 scrivi tutto quello che è successo che noi rapportiamo al magistrato”. Noi tutto quello che abbiamo fatto... INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Quindi lui non era presente quando questa cosa è successa. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – Però quello che le ha riferito Lino era vero tutto? RISPOSTA – L’ha messo nero su bianco. DOMANDA – Era avvenuto in sua presenza oppure no? RISPOSTA – No. Non c’ero io. DOMANDA – Non c’era. Però ha saputo da Lino che il contenuto della relazione, anzi l’ha invitato a mettere nero su bianco? RISPOSTA – Ovviamente. DOMANDA – Quindi il contenuto non sa? RISPOSTA – Sì, ma me l’ha riferito. DOMANDA – Lo conosce perché gli è stato riferito da Lino. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI - Leggo? INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Prego! INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI - “Infine sia il Capitano Giraudo che il suo sottoufficiale hanno rilevato che il Carlo Digilio ha espresso giudizi negativi nei confronti del noto Siciliano Martino, in particolare quando ha evidenziato al Maggi che non avendolo mai conosciuto – Carlo Digilio dice di un averlo mai conosciuto – il Siciliano lo ha comunque indicato come responsabile di episodi molto gravi”. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 242 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Poi chiederemo al Lino conferma di questo. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Dica! RISPOSTA - Ma non vedo niente di strano comunque. DOMANDA – Lei non ci vede niente di strano io sì, per una serie di ragioni ma che... RISPOSTA – Per carità ognuno fa il suo. DOMANDA – Voi avete mai mostrato a Carlo Digilio durante questo periodo dei verbali di altri dichiaranti? RISPOSTA – Mi pare di no. Però posso... No, non importa non è di mia competenza. No, che io sappia verbali di altri verbalizzanti. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Scusi, Avvocato mi dice il collega che avete rinunciato a Lino? Però abbiamo acquisito la relazione. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, acquisita la relazione, non rinunciato. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Sì, comunque la relazione è quella acquisita quindi la domanda era più che consentita perché praticamente... RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Che cosa stava dicendo ispettore, dicendo: non è di mia competenza? RISPOSTA – No, allora a mia memoria verbali fatti vedere di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 243 altri testi a Carlo Digilio non mi pare. Non mi pare. DOMANDA – E ha detto: ma però, non è di mia competenza? RISPOSTA – No, mi è venuto in mente un’altra situazione. Allora... DOMANDA – Me la dica! RISPOSTA - Lo chieda a Giraudo. DOMANDA – Cioè lei pensa o sa che il Colonnello Giraudo ha fatto vedere verbali di altri dichiaranti a Carlo Digilio? RISPOSTA – Vede io adesso non voglio creare un incidente diplomatico tra un ex Poliziotto e un Ros. DOMANDA – Non c’è nessun incidente, se lo sa lei è sotto giuramento e l’obbligo di dirlo. Ovvio! RISPOSTA – Allora cosa succede, il Carlo Digilio fa delle affermazioni sul Ventura, giusto? E allora veniamo a sapere dopo, dopo e ce lo dice Salvini, perché il Capitano Giraudo va in Sudamerica e gli fa vedere a Ventura quello che ha dichiarato Carlo Digilio. Perciò Carlo Digilio dice: ma scusa io mi espongo, dico le cose contro quell’animale e quello sa già come io... Cosa io so su di lui”. E Capitano Giraudo, mi pare, perché lo dice Salvini, in qualche parte ci deve essere l’atto, non nostro, dice che il Capitano Giraudo fa vedere l’atto nel ristorante del Ventura e quello si mostra sorprendentemente amareggiato o avvilito, una roba del genere. Insomma non mi pare che Ventura sia uno che si senta chi si dolga insomma, dai. Ecco questo dicevo. Non è di mia competenza come dire: non è roba fatta da noi, ecco. DOMANDE DEL PRESIDENTE Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 244 DOMANDA – Comunque sono dati riferiti a lei da Salvini? RISPOSTA – Mi scusi? DOMANDA – Lei ha appreso questi dati dal giudice? RISPOSTA – Sì, sì. Noi siamo rimasti meravigliati e Carlo Digilio si è preoccupato. Dice: “Ma come io faccio delle dichiarazioni contro delle persone e qualcuno va a riferirgli quello che io dico su di lui”. Cioè mi pareva una cosa scorretta. Comunque non vorrei creare un incidente diplomatico con il Ros. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – No, no, guardi lei deve solo dire le cose come sono. RISPOSTA - Ho fatto il Poliziotto per quaranta anni. DOMANDA – Un particolare, gli avete mai fatto vedere dei verbali di Vincenzo Vinciguerra? RISPOSTA – Io non credo però probabilmente Salvini sì. Gli avrà letto qualcosa. Anche perché Salvini Vinciguerra l’ha avuto per diverse volte, ha scritto memoriali a penna, ha fatto un sacco di roba. Poi anche Vinciguerra è un personaggio che credo sia l’unico ancora recluso e non vuole uscire. Non vuole nessun beneficio che io sappia. Non è normale chiaramente. Sono fuori tutti. DOMANDA – Dalla conversazione registrata in Questura è assolutamente pacifico che Carlo Digilio ha letto almeno due verbali di Vinciguerra, volevo sapere se era stata la Digos o chi? RISPOSTA – No, no. INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Questa è una deduzione. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 245 RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Dica! RISPOSTA - Non credo sa, non credo. DOMANDA – Non è una deduzione. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Da che cosa lo desume? INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Ci sono alcuni passaggi dai quali, su quel si può ragionare, vanno interpretati. Detto questo. DOMANDE DEL PRESIDENTE DOMANDA – La domanda che possiamo fare è se la Digos mostrò verbali di Vinciguerra nel corso... Allora lei lo sa? La Digos ha detto di no? RISPOSTA – A mia memoria no. Però tenga conto che il Vinciguerra aveva già fatto dei libri. Aveva già scritto dei libri e magari in qualche maniera quello là gli ha letto qualche brano, magari nei libri riporta un po’ la sua verità. Gli attentati virtuali o qualcosa di fatto. Adesso non lo so, non saprei rispondere, le direi una cosa non corretta. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Se non ho capito male, lei ha detto che voi scrivevate delle relazioni di servizio su di dichiarazioni che Carlo Digilio vi faceva fuori verbale tant’è vero che in molte di queste relazioni di servizio c’è scritto: ha detto chiedendo che non sia verbalizzato bla, bla? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 246 RISPOSTA – Certo. DOMANDA – E poi voi mandavate queste relazioni di servizio al magistrato, al Giudice Salvini che ne faceva oggetto di interrogatorio, è così? RISPOSTA – Di fatti come le ho già detto prima, queste mie relazioni erano indirizzate al giudice Salvini, non indirizzate al dirigente d’ufficio che poi se ne fa quello che vuole. Erano gli accordi presi con il magistrato. Cioè tutto quello che Carlo Digilio diceva nel corso di un verbale poi tornando a casa la sera, si mangiava il panino, si parlava e lui diceva qualcosa altro. Veniva memorizzato da noi, si prendeva atto di questo: Giudice ha detto anche questo, la prossima volta che lo portiamo, ecco qua la relazione. Lui se la leggeva che già l’aveva ovviamente, infatti servono a questo, e 99 per cento dei casi sicuramente nella verbalizzazione fatta quello che aveva detto prima veniva buttato dentro. Veniva verbalizzato, veniva ufficializzato. Cioè era un gioco delle parti, era fatto così. Ci siamo attenuti a quello che diceva il giudice Salvini. Cioè non ci costava nulla insomma. DOMANDA – Certo. RISPOSTA – L’atto mio può essere nulla ma l’altro verbale, il verbale fatto dal magistrato è quello che conta, mi pare si sia disquisito anche prima, no? DOMANDA – Ispettore, volevo chiederle questo, lei o il suo superiore che era D’Aquino mi pare il suo superiore? RISPOSTA – Prima Mugolo. DOMANDA – Sa se la Digos è stata messa a conoscenza del colloquio avvenuto a Tolosa tra il Capitano Giraudo e Martino Siciliano? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 247 RISPOSTA – Martino Siciliano noi, è interessante per Salvini e noi ricominciamo a prendere in mano la storia di Martino Siciliano. Martino Siciliano che abitava in Francia veniva comunque a trovare il padre e una delle due sorelle che aveva da noi lì a Mestre, siccome interessava al giudice metterci le mani sopra per verbalizzarlo, noi ovviamente su sua disposizione con delle nostre note, mettiamo sotto i telefoni nei tempi e nei modi consentiti. E di fatti sentiamo, mi pare se non ricordo male, era a cavallo tra Capodanno e Epifania, arriva con la macchina. Lo blocchiamo lo portiamo in commissariato. E là in commissariato c’erano dei funzionari mandati dal Giudice Salvini che hanno preso i primi approcci con Martino Siciliano. DOMANDA – Ma lei sta parlando del gennaio del 1993. RISPOSTA - Bah! DOMANDA – Nel settembre del 1994. RISPOSTA - Perciò quasi un anno dopo. DOMANDA – Un anno dopo, quindi quando Carlo Digilio è già nella vostra gestione, settembre del 1994. RISPOSTA – E’ stato ancora da noi. Dovrebbe stato ancora a carico nostro se non sbaglio. DOMANDA – Pacificamente perché il colloquio in Questura fonoregistrato febbraio del 1995? RISPOSTA – Sì, ha ragione. DOMANDA – Dicevo avviene un incontro fra il Capitano Giraudo, il dottor Madia del Sismi e il signor Siciliano? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – A Tolosa? RISPOSTA – A Tolosa. DOMANDA – E all’esito del quale poi Martino Siciliano veniva Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 248 sentito in interrogatorio dal giudice Salvini. Voi siete stati messi al corrente, visto che collaboravate con il giudice Salvini di questo incontro a Tolosa fra Capitano Giraudo, Madia e Martino Siciliano se lo ricorda? RISPOSTA – No. DOMANDA – Non se lo ricorda? RISPOSTA – No, non me lo ricordo. Comunque tenga conto che Madia fu quello che a Mestre nel commissariato... DOMANDA – Sì, lo so un anno prima aveva incontrato Martino Siciliano. Senta parliamo di due cose più specifiche, lei prima ha parlato, il Pubblico Ministero le ha fatto una domanda su un bunker nella zona di Alberoni? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Questo bunker aveva che caratteristiche, era un bunker ancora utilizzato? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Da chi? Era utilizzato si ricorda da chi? RISPOSTA – Quando abbiamo fatto il sopralluogo noi su quel bunker lei ha presente l’Alberoni ovviamente, forse ha presente anche il bunker. DOMANDA – No. RISPOSTA - E’ una piccola struttura sarà larga, non so, tre, quattro metri per altrettanti, una cosa un po’ circolare, mura spesse chiaramente. E aveva una porta in metallo, ruggine perciò evidentemente... Credo comunque tuttora utilizzata, all’epoca almeno. E c’era la silhouette di un sub, sommozzatori San Marco sub e qualcosa. DOMANDA – Club San Marco. RISPOSTA - Ecco. Quel bunker salta fuori credo perché si parlava, mi pare di averne accennato anche prima, c’era Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 249 quel... DOMANDA – Sì, sì, Rotelli. RISPOSTA - Ecco, Rotelli Roberto. DOMANDA – A me interessava chiederlo questo: avete voi perquisito? RISPOSTA – Il bunker no, non l’abbiamo aperto. DOMANDA – L’hanno fatto i Carabinieri, va bene. E avete voi, se l’avete perquisito non siete stati voi che avete tratto dei pezzi di muri da fare analizzare al Ris? RISPOSTA – No. DOMANDA – Non è attività vostra. Senta veniamo adesso a quella famosa telefonata del 15 aprile di Mario Rossi. Lei ha già riferito il contenuto di quella telefonata. Il Pubblico Ministero le ha letto il passo diciamo saliente? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Voi cosa fate, quando lei riceve questa telefonata, cosa fate? RISPOSTA – Mica me la tengo per me. DOMANDA – Fa una relazione? RISPOSTA – Faccio la relazione. Il dirigente chiama il Pubblico Ministero di Milano, vengono attivate le procedure per l’interrogatorio in questa struttura ospedaliera e la cosa finisce là. DOMANDA – Che avviene il giorno? RISPOSTA – Poco tempo dopo, credo il giorno dopo credo. DOMANDA – Il 16 aprile. RISPOSTA – Perciò una cosa d’urgenza. DOMANDA – Lei prima ha fatto un’affermazione diciamo che mi ha lasciato un po’ stupito. Lei era presente a questo interrogatorio? Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 250 RISPOSTA – Non completamente. Anzi... DOMANDA – Il verbale dice che era presente? RISPOSTA – Sì, ma tenga conto che uno anche si muove, va fuori a fare altre cose. DOMANDA – Lei prima ha detto: “Ah, sì la dottoressa Pradella alla fine ha detto: (abbiamo perso del tempo)”? RISPOSTA – No, si era proprio arrabbiata. DOMANDA – Era arrabbiata. DOMANDA – Era arrabbiata con chi? RISPOSTA – Con Carlo Digilio chiaramente. DOMANDA – Con Carlo Digilio? RISPOSTA – Mica con noi! Che poi mi pare là ci deve essere stata fatta una verbalizzazione sintetica ma anche registrata. DOMANDA – C’è tutto. E senta, ma sostanzialmente il problema quale era, lei ha capito quale era il problema? RISPOSTA – Cioè Carlo Digilio probabilmente, millantava di dire qualcosa di importante che ce l’aveva con i Carabinieri, che questo e questo, che voleva vuotare il sacco. DOMANDA – Ma perché ce l’aveva con i Carabinieri? RISPOSTA – Evidentemente per i motivi di Rebibbia, per l’ictus dopo e per cose che io non so. Lo deve chiedere sempre al Capitano Giraudo, anzi Colonnello Giraudo. DOMANDA – Glielo chiediamo sicuro. Quindi lei non ricorda altro? RISPOSTA – In sintesi no. Cioè so che alla fine disse: “Ma lei non mi ha capito”. Dico: “Calma non ti ha capito, se tu non ti esprimi abbiamo perso solo tempo”. E’ in effetti così è stato. DOMANDA – In realtà in questo interrogatorio Carlo Digilio fa Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 251 una grave denunzia, è successo, io non entro nel merito perché la Corte ce l’ha, è successo qualcosa dopo? RISPOSTA – Cioè, mi dia una dritta. DOMANDA – No, nel senso che è successo qualcosa o non è successo proprio niente? RISPOSTA – E’ cosa doveva succedere? DOMANDA – Non lo so. Se uno dice, non lo so, che una persona mi minaccia in continuazione, sta compiendo degli abusi etc. dovrebbe succedere qualcosa? RISPOSTA – A chi si riferisce? DOMANDA – Mi riferisco al Colonnello Giraudo. Allora le leggo la sua risposta a Milano. RISPOSTA – Mia? DOMANDA – Sì, sua. RISPOSTA – Sì, mi rinfreschi la memoria. DOMANDA – Dice: “Quell’interrogatorio una debacle, è stato un bluff perché poi – dice lei – non ha prodotto niente”. RISPOSTA – L’ho confermato anche adesso. DOMANDA – “Che non abbia prodotto niente, infatti ci sorprende” dico. E lei dice: “Infatti a sorpreso anche noi”. RISPOSTA – Sì. DOMANDA – “Perché siamo stati “intermediari” e anche perché abbiamo mosso dei meccanismi in tempi brevissimi, abbiamo fatto spostare una Procura. RISPOSTA – Milano. Spostare no, è venuta là. DOMANDA – Lasci stare. Ma perché vi siete sorpresi che non sia successo niente? RISPOSTA - Sì, perché da quello che pareva che Carlo Digilio rilevasse il settimo sigillo di Fatima alla fine si è risolto che la Pradella è andata via di testa. Questo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 252 intendo. DOMANDA – Ma quale settimo sigillo di Fatima, ma lì non si parla di merito del processo, ispettore! RISPOSTA - Mi scusi, quando io ricevo quella maledetta telefonata, non facevo altro che dire benissimo, adesso ci attiviamo e vediamo che cosa possiamo fare. Si instaura al meccanismo perverso per ottenere le autorizzazioni, il magistrato se la chiedo io, non so come Roberto Emireni, ma io come Digos me la danno tra un anno, se la chiede un Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta su Piazza Fontana, non possono negargliela. E’ chiaro no? Invece là l’ha avuta così. E noi abbiamo fatto da intermediario tra questo disgraziato qua e la Procura di Milano. DOMANDA – Questo l’ho capito. Ma io le ho fatto un’altra domanda. Io le ho letto quello che lei ha detto. RISPOSTA – Certo siamo rimasti delusi sì, perché... DOMANDA – No, delusi, “sorpresi che non sia successo niente”. RISPOSTA - Sì, che doveva succedere qualcosa, doveva dire qualcosa, doveva svelare... DOMANDA – Ha detto qualcosa. Ha detto. RISPOSTA – Cosa ha detto? DOMANDA – Ha detto che era minacciato in continuazione dal Colonnello Giraudo che lo minacciava... INTERVENTO DELLA PARTE CIVILE – SINICATO – Questo però è il contenuto. Però torniamo al punto di partenza. RIPRENDE IL CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI DOMANDA – Ritiro la domanda. L’ultima domanda e poi ho terminato. Prima il Pubblico Ministero le ha fatto una Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 253 domanda in relazione a un vecchio rapporto del 1966 della Questura di Verona? RISPOSTA – Sì, Squadra Mobile. DOMANDA – Che voi avete acquisito che riguarda Besutti Massagrande, il problema delle armi trovate etc.. RISPOSTA – E’ roba già acquisita, avevamo già in ufficio ancora. DOMANDA – L’avevate già, per quale processo quello del tirassegno, quello di Peteano? RISPOSTA – Peteano, probabilmente per quello sì. DOMANDA – Il Pubblico Ministero le ha fatto un riferimento a militare americano di nome Terri Richard? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – E lei ha fatto un riferimento all’anno 1966? RISPOSTA – Infatti... DOMANDA – Il rapporto è del 1966, i fatti? RISPOSTA – I fatti del 1966. DOMANDA - Ecco il riferimento è improprio, voi avete accertato se Terri Richard non c’entra nulla con questo scambio di armi ma è in relazione a un’attività di due anni precedenti, come si dice nel rapporto? RISPOSTA – Io vado un po’ a memoria. Non è escluso che quel Terri Richard che non hanno mai individuato, almeno a quell’epoca non so se l’hanno individuato dopo, potesse fare parte di quel circolo vizioso delle armi. E’ probabile, lo dice il rapporto se non ricordo male. DOMANDA – Non credo che abbia capito la mia domanda. Il rapporto dice: “In Livorno per la somma di 200 mila lire da uno sconosciuto presumibilmente americano che aveva precedentemente nel 1964 conosciuto a Chievo presso l’abitazione del militare statunitense Terri Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 254 Richard collezionista di armi”. Non so se è chiaro. Questo Terri Richard era stato identificato o no, si ricorda se si ricorda? RISPOSTA – No, le direi una cosa che... DOMANDA – Sì, era stato identificato come Terri Richard nato in data tal dei tali, e residente a “Waterville Mein” negli Stati Uniti il 5/04/1935. Quindi era stato identificato? RISPOSTA – Beh, se me lo conferma lei. DOMANDA – Glielo dico. RISPOSTA - Io non sono il Ministero degli Interno che ho la banca dati con tutto memorizzato in testa. DOMANDA – No, è difficile che lei si ricordi a memoria questo rapporto per quello glielo sto dicendo. Terminato. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – L’Avvocato De Biase ha domande? Le altre difese hanno domande. Avvocato Sandrini ha domande? Il Pubblico Ministero ha concluso? Non ci sono più domande, il teste viene congedato. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Sì, nessuna domanda. Elenco le date delle relazioni che abbiano proposto o comunque richiamato che chiedo vengono acquisite. 5 marzo del 1994, il 17 dicembre del 1994, 3 febbraio del 1995, 13 settembre del 1995, 6 novembre del 1995, 29 etc. del 1995, 9 gennaio del 1996, 12 gennaio del 1996, 15 aprile del 1996, 11 giugno del 1996 e 19 giugno del 1996. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Produrremmo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 255 Presidente anche la documentazione che lui ha mandato alla Corte d’Assise che pure è acquisita a verbale. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Grazie così l’alleghiamo al verbale grazie. A questo punto c’è una breve pausa. __________________________________________________________ Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 256 ESAME DEL TESTE CIPRIANI GIOVANNI Che declina le proprie generalità: Cipriani Giovanni, nato a Tivoli, il 7 ottobre del 1961; residente ... ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO DOMANDA – Innanzitutto, se può brevemente esporre quale è la sua attività e in che veste diciamo è stato considerato esporto in queste materie? RISPOSTA – Allora molto brevemente, io sono un giornalista professionista che alla fine degli anni ottanta e per tutta una serie di vicissitudini professionale tra cui uno scoop che feci all’epoca clamore che fu quella di Gladio, ho cominciato a lavorare su queste tematiche relative alla strategia della tensione dei servizi segreti. E contemporaneamente essendo io più per vocazione un ricercatore anche se di mestiere faccio il giornalista ho cominciato a lavorare accumulando documenti e quindi lavorando e acquisendo una, secondo molte persone, una competenza che poi alcuni anni dopo mi hanno portato in commissione stragi non più come giornalista ma come consulente. È capitato che in alcuni casi la magistratura mi avesse già chiamato come C.T.U. o in precedenze all’indagine della magistratura di Catanzaro. DOMANDA – Prima di esaminare il contenuto della sua consulenza, vorrei affrontare prima un problema che lei ha già affrontato, sulla quale è già stato sentito in Corte d’Assise che riguarda due aspetti. E’ stato Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 257 sentito in Corte d’Assise in modo più completa ma in precedenza era stato anche escusso in indagini preliminari, non in questo processo, e intendo riferirmi... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Scusi, il Pubblico Ministero sta facendo riferimento a dei verbali uno Corte d’Assise di Milano che poi in due indagini preliminari in cui il dottore è testimone. E quindi non credo possa riferire in veste di consulente sugli atti che era reso come testimone o riferisce in una veste o riferisce nell’altra veste. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Tra l’altro assunte in dibattimento? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Davanti al Corte d’Assise? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Di Milano, sì. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Quindi per voi utilizzabili? INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Sì, come teste. Acquisiamolo pure senza domande. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO – Io preferirei fargli delle domande seppure succinte su quello che... non so non penso che incompatibile penso. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 258 INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, non è vietato però è più semplice acquisire. Non ci vedo nessun divieto nel senso che è stato inserito, le circostanze sono state indicate. La difesa è a conoscenza di questi fatti, quindi le domande possono essere fatte. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – E’ stato indicato come consulente tecnico di parte nella lista, Presidente. Comunque c’è opposizione, mi associo alla produzione del verbale. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Credo che compaia sia nella lista B sia della lista A, nella A come consulente, nella B, come teste. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Comunque già astrattamente ammissibile, comunque a maggiore ragione se è stato indicato. Andiamo avanti. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO - DI MARTINO - Per una maggiore brevità non so se vuole acquisire il verbale, io potrei... Però vorrei lo stesso... INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Facciamo come al solito, acquisiamo il verbale e poi una specificazione su qualche cosa. C’è accordo delle parti? E’ un verbale dibattimentale tra l’altro, quindi. Sì, allora l’acquisiamo poi possiamo fare singole domande. RIPRENDE L'ESAME DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 259 DOMANDA – Lui ha conosciuto il capitano La Bruna? RISPOSTA – Sì, certamente. DOMANDA – Lei l’ha incontrato uno o più volte? RISPOSTA – Dunque allora io l’ho incontrato più volte. E quando venni chiamato a testimoniare all’epoca dal dottor Salvini l’avevo incontrato una volta e ricordo abbastanza bene anche se sono passati quasi venti anni. DOMANDA – Io le chiedo in sostanza di una sorta di confidenza che le fece il Capitano La Bruna in occasione di uno di questi incontri? RISPOSTA – Lui mi cercò, fu lui a cercarmi, mi cercò perché era accaduto qualche cosa per cui lui si voleva sfogare perché a suo dire lui aveva pagato le sue colpe e continuava a pagare le sue colpe e credo che versasse anche in cattivissime situazioni economiche, mentre a suo dire altre persone che avevano molte più responsabilità di lui avevano fatto molta carriera. E lui mi chiamò, io ricordo che ero molto turbato e preoccupato da una persona che per me era uno dei depistatori, insomma che era una persona diciamo non molto affidabile, almeno in quel momento. Mi chiamò e mi volle vedere. DOMANDA – Ma si rivolse a lei come giornalista? RISPOSTA – Sì, come giornalista che già cominciavo a occuparmi in maniera più organica di queste tematiche. Se ricordo bene, anzi credo di ricordare bene, per prudenza non andai da solo ma andai con mio fratello che anche lui era giornali dissi: così qualsiasi cosa noi siamo in due, sentiamo in due. Temevo anche qualche, non so, qualche provocazione, qualche polpetta avvelenata, di essere strumentalizzato. E lui in quell’incontro ci Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 260 raccontò... DOMANDA – Che si svolse dove? RISPOSTA – Si svolse in bar all’aperto davanti, vicino a Piazza Campitelli a Roma. Davanti alla scalinata del Campidoglio. DOMANDA – E siamo quando più o meno? RISPOSTA – Siamo nel 1990. Siamo nel 1990 o inizio 1991. Perché il caso Gladio che io seguì in prima persona e che mi aveva dato un po’ di visibilità all’epoca fu ottobre del 1990, per cui nei mesi successivi. DOMANDA – Quindi subito dopo, sì. RISPOSTA - E lui tra le altre cose mi disse che c’erano stati questi... Lui aveva dei documenti che allora erano stati negati all’autorità giudiziaria e aveva praticamente l’integrale delle registrazioni che lui aveva fatto sul Golpe Borghese. C’era stata una polemica ricordo che si chiamava Malloppino Malloppone, cioè c’era un grosso malloppo e invece all’autorità giudiziaria sarebbe arrivato solo un malloppino all’epoca, e lui disse che a sua tutela aveva questi nastri, adesso non ricordo il numero, ma sostanzialmente diciamo che solo una minima parte era stata riversata all’autorità giudiziaria. DOMANDA – Ma questo su ordine, su disposizione di chi? RISPOSTA – Lui, non ricordo, credo che si riferisse a Maletti, perché lui diciamo accusava molto Maletti di essere un po’ il responsabile di molte malefatte, e di aver pagato... Però sostanzialmente lui ce l’aveva un po’ con tutti. Io guardi faccio un attimo fatica, faccio un attimo mente locale perché questo è un episodio circostanziato, io poi la Capitano La Bruna ho avuto modo di vederlo molte altre volte. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 261 DOMANDA – In sostanza che cosa le disse, questi nastri? RISPOSTA – Che lui aveva questi nastri. DOMANDA – Lui andava a fare queste registrazioni? RISPOSTA – Lui stato mandato dal Sid a intervistare, tecnicamente si chiama intervista come i giornalisti, intervistare Orlandini, uno dei congiurati. DOMANDA – Un po’ improprio come intervista. RISPOSTA - Sì, tecnicamente quella dei servizi la chiamano intervista non interrogatorio. E queste confidenze, questi incontri erano stati integralmente registrati. E poi su disposizione di Maletti. DOMANDA – Incontri con chi? RISPOSTA – Credo Orlandini. E su disposizioni di Maletti o comunque della struttura perché lui sempre si presentava come un esecutore degli ordini, all’autorità giudiziaria era arrivata solo una minima parte, mentre c’era un’altra parte molto più compromettente che riguardava per esempio il ruolo di Licio Gelli che avrebbe dovuto arrestare il Presidente della Repubblica, il ruolo del capo di Stato Maggiore Torrisi, e anche altre cose molto imbarazzanti. Cioè ancora molto più gravi. Io ovviamente in... DOMANDA – Senta, con riferimento al golpe Borghese questo? RISPOSTA – Con riferimento al Golpe Borghese perché quella fu un’azione esattamente relativa al golpe Borghese perché Orlandini era uno dei congiurati. DOMANDA – E lui che cosa le disse, diciamo i nastri integrali che fine avevano fatto, cosa disse? RISPOSTA – Lui disse che conservava copia di nastri incriminati e che si era un po’, se ricordo bene si era un po’ scocciato di questa situazione di pagare per Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 262 tutti e che aveva intenzione di parlare, di tirarli fuori. Questo è quello che lui disse. Io non scrissi nessun articolo per due motivi. Il primo perché era la parola di una persona che aveva avuto a che fare con una situazione di depistaggio e quindi... DOMANDA – Non affidabile insomma? RISPOSTA – No, temevo che mi strumentalizzasse per qualche suo tornaconto e non avevo modo di verificare la notizia perché era solo la sua parola. E quindi per queste due cose mi tenni la cosa per me fino a quando incontrai tempo dopo un giornalista che diciamo di queste piccole agenzie che conosceva il Capitano La Bruna per altri motivi e mi disse: “Ah, La Bruna ha consegnato i nastri alla Procura, all’ufficio istruzione di Milano”. A quel punto io pensai: allora era vero, cioè mi ha detto una cosa vera. Ed io scrissi di La Bruna che collaborava e nacque poi di disappunto di Salvini che disse che faceva le indagini, ci teneva molto alla riservatezza che cosa era successo. Lui si mise in contatto con noi e dissi molto evidentemente, l’ho saputo dal protagonista per cui non pensavo che non si fosse nessun segreto o che la cosa non potesse essere rivelata. DOMANDA – Lei prima diceva che ha fatto altre volte La Bruna? RISPOSTA – Sì. Nel corso degli anni sì, nel corso degli anni novanta. DOMANDA – No, dopo? RISPOSTA – Sì, perché io poi ho scritto diversi libri sull’argomento e La Bruna che dopo quella prima fase avendo percepito che la sua collaborazione era differente degli altri, magari pure interessata ovviamente, ma poteva essere diciamo sotto alcuni Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 263 aspetti attendibile, e comunque sapendo che già avevo un atteggiamento di apertura nei confronti dell’autorità giudiziaria mi sono sentito un pochino più libero di volerlo vedere e di dargli un pochino più di affidamento. Anche se erano informazioni che adesso faccio fatica a ricatalogare che ho tenuto più per mia conoscenza personale dei fatti e non utilizzato espressamente in contesti... Ricordo solo un’informazione che ricordo fu molto significativa che lui ci raccontò di un retroscena che poi è stato verificato e credo risulti vero in altro processo, sulla vicenda di via Gradoli del caso Moro. Lui adesso non so se stava già fuori dal servizio però era una persona che sia dentro, sia fuori del servizio, non ricordo le date, però era rimasto nell’ambiente. Insomma frequentava i suoi ex colleghi e quindi in qualche modo aveva un rapporto, lui raccontò che c’era stata una fonte che a via Gradoli aveva segnalato, era una persona legata a un’associazione cattolica credo, insomma fu una notizia molto interessante che poi... DOMANDA – Però di un altro settore diciamo? RISPOSTA – Di un altro settore, poi ripeto... DOMANDA – Cioè altre cose su...? RISPOSTA – Altre vicende in questo caso non collegato alla strategia della tensione. DOMANDA – Non le raccontò niente altro di rilievo in questi ulteriori incontri che non sia già indicato in questi verbali? RISPOSTA – Non l’escluderei, dovrei fare mente locale. Questa è una domanda che mi prende a sorpresa perché... DOMANDA – No, io lo chiede, non so... Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 264 RISPOSTA – Io immagino di sì, perché io adesso faccio una grande confusione perché i protagonisti li ho conosciuti quasi tutti. Avendo un rapporto, credo, non di pregiudizio ma di apertura ad ascoltarli, insomma parecchie cose le ho sapute, adesso non saprei catalogare nell’ordine quelle di La Bruna perché ripeto le usavo molto più per mia conoscenza personale del fenomeno che per fare scoop. Forse proprio per il fatto che io non volevo fare scoop ma solo conoscere ho aiutato queste persone a aprirsi. DOMANDA – L’altro episodio invece del quale ha riferito, è quello di alcune confidenze che ha ricevuto da Falde, se lo ricorda? RISPOSTA – Certamente. DOMANDA – Che a sua volta diciamo riferiva notizie apprese da altre persone, vuole spiegare come è andata? Cioè all’inizio lei non aveva indicato questa fonte, poi è morto? RISPOSTA – Io guardi non avevo indicato la fonte perché c’era una tutela del segreto professionale essendo io giornalista. DOMANDA – Il generale Nicola Falde? RISPOSTA – Però dissi a Falde, visto che si voleva aprire e che nel frattempo avevo stabilito un rapporto positivo diciamo con l’ufficio istruzione di Milano, lo pregai di farsi vivo. E lui inizialmente ci pensò poi disse: “No, non voglio testimoniare”. Allora fui costretto a mantenere in una prima fase il... DOMANDA – Può spiegare? Perché la Corte non sa di che si tratta. RISPOSTA – Allora, molto brevemente, quando scoppiò il caso Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 265 Gladio un collega anziano mi disse: “Guarda io conosco Falde che era un ufficiale dei servizi segreti e andato in pensione e che era stato il successore del Colonnello Rocca all’ufficio Rei e quindi il Colonnello Rocca fu al centro di un caso clamoroso negli anni sessanta perché si uccise e il suo suicidio ha sempre alimentato molte voci mai provate. Era considerata una figura fondamentale perché emerse poi con gli omissis, i famosi omissis sul piano Solo di posizione del Colonnello Cerica che probabilmente era uno di quelli che reclutava le cosiddette Squadre di Azione che poi erano parte integrante del piano di Gladio. Tant’è che in quella testimonianza se ne parlava abbondantemente. Quindi era una figura centrale. Falde fu il suo successore all’ufficio Rei e quindi era proprio in un posto che gli storici dei servizi segreti consideravano poi il cuore insieme all’ufficio D dell’epoca del Sid. E rimase lì alcuni anni, poi entrò in polemica con il direttore del Sid che era l’Ammiraglio Enche. Nel frattempo lui era, non so adesso datarla, ma comunque lui entrò anche nella Loggia P2 dalla quale poi uscì in polemica con Licio Gelli, uscì molti anni prima dello scandalo. E quindi era una persona come dire molto informata per essere stata parte integrante di quella... DOMANDA – E che cosa le disse? RISPOSTA – Dunque io cominciai a andare regolarmente una, due volte alla settimana per tre ore, per tre ore, una mattinata intera da Falde che dopo po’ mi prese un po’ a ben volere, consideri che io avevo venti anni di meno, ero un giovane ragazzo, lui era già un signore un po’ anziano, infatti, morì dopo poco. Mi raccontò di tutto Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 266 ma per le cose che interessano e sulle quali poi sono stato chiamato, lui mi disse una volta o più volte, che Piazza Fontana era stata... Scusate, che aveva ricevuto una confidenza dal Generale Aloia a cui lui era molto legato, quindi il Generale Aloia anche lì siamo ai vertici dei nostri apparati della sicurezza, e secondo questa confidenza del Generale Aloia fatta o subito dopo o poco dopo la strage di Piazza Fontana, Aloia disse: “E’ stata opera del Viminale o meglio degli Affari Riservati e poi il Sid si è solamente operato per coprire tutto”. Egualmente mi disse che questa cosa o, io adesso non lo ricordo e credo che non lo ricordassi neanche all’epoca, però questa cosa gli era stata o confermata o detta in presenza di altri due ufficiali dei servizi che erano il Colonnello Viola e il Colonnello Iuci, poi diventato Generale, comandante generale dell’arma dei Carabinieri. E lui intendeva, prima Viminale, Affari Riservati intendendo chiaramente Federico Umberto D’Amato e tutta quella filiera che partiva da Catenacci e quanto altro. Intendendo che c’era stata un’azione o sinergica nel senso che i due apparati ancorché rivali tra di loro, comunque si mossero per lo stesso fine che era quello di tutelare tra virgolette quello che era accaduto, i responsabili perché Falde era convinto che la verità fosse anche in due documenti nel frattempo diventati pubblici che erano uno la famosissima lettera, famosissima per chi studia la materia, molti di Federico Umberto D’Amato al Ministro degli Interni che quando fu pubblicata agli atti della commissione P2, che quando scoppiò lo scandalo sostanzialmente raccontò che lui aveva sempre Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 267 fatto anche lì il suo dovere lanciando quelli che secondo l’interpretazione molto diffusa anche se interpretazioni, erano dei messaggi trasversali e parlava di diramazioni segrete di questa lettera. E l’altra è un passaggio del memoriale di Aldo Moro su Piazza Fontana dove lui parlava delle centrali estere che avrebbero rilevato. E secondo Falde questa era una spiegazione del fatto che comunque queste strategie gestite anche a livello italiano però avevano rientravano in un quadro internazionale. DOMANDA – Lei quando è stato sentito in dibattimento mi pare che parlò di un livello, di un ambito atlantico? RISPOSTA – Sì, ambito internazionale atlantico. Ovviamente, ovviamente dico perché era cosa risaputa che per motivi storici insomma i nostri servizi erano... DOMANDA – Lasci stare i servizi storici e rimaniamo a quello ai nostri... RISPOSTA – Comunque Falde intendeva... DOMANDA – Quello che disse Falde insomma. RISPOSTA – Falde intendeva atlantico anche perché poi ne parlava Moro e Federico Umberto D’Amato era, secondo Falde, poi non solo secondo Falde, una persona molto legata all’intellingense americana. DOMANDA – Ma senta questo discorso rimase lì circoscritto in questa affermazione, non dico laconica ma abbastanza sintetica oppure lei cercò di capire un po’ meglio che cosa avesse detto veramente poi? RISPOSTA – Io cercai fino al 1995 di fargli dire di più. Io incontrai Falde credo almeno fino al 1995, credo. Poi credo che lui morì nel 1996. Io ovviamente ho fatto proprio un lavoro consideri che la persona era anche lui Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 268 una persona anziana, molto un po’ incattivita con il mondo, e che certe volte mi teneva le ore a parlare in maniera nervosa senza concludere nulla. In particolare io miravo al fatto che lui potesse avere qualche documento perché una volta mi mostrò un originale, almeno io non ho fatto la perizia ma non avevo motivo di dubitare delle sue parole in quel periodo, mi mostrò un originale delle famosissime veline di Rocca, il Presidente della Repubblica di cui si era sempre parlato e non erano mai stati realmente trovate. Quindi io speravo che lui nel suo archivio, nel suo diario, qualcosa di più potesse poi in qualche modo dare, però diciamo quello che ho ricavato sul punto è stato... DOMANDA – Cioè il discorso è quello. Non... RISPOSTA - Il discorso è quello. DOMANDA – Non vi fornì altri particolari? RISPOSTA – Non fornì altri particolari. DOMANDA – E’ in grado di specificare tempi, modi, coinvolgimenti? RISPOSTA – No. E credo poi che lui ebbe un colloquio investigativo con il Capitano Giraudo all’epoca e credo che sostanzialmente si limitò a confermare quello che aveva detto a me. DOMANDA – Allora, concluso questo argomento passiamo sul ruolo invece di consulente. Allora io ho qui due cose diciamo davanti a me che provengono da lei e che in qualche modo diciamo sono collegate. Una è una consulenza vera e propria che in qualche modo si riferisce... E’ una consulenza si dà atto del 12 giugno del 2001 da questo ufficio che si riferisce praticamente alla politica degli Stati Uniti nei confronti dell’Italia e viceversa, Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 269 con particolare riferimento a vicende di contenuto eversivo, golpe e quanto altro? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Ricorderà sicuramente questa consulenza. E poi, questa fatta per il nostro ufficio e poi c’è invece una sorta di relazione su documenti provenienti, rinvenuti negli archivi degli Stati Uniti che affrontano argomenti abbastanza analoghi comunque con riferimento in particolare mi pare al golpe Borghese. Quindi io potrei fare tante domande, ma comunque per brevità se può lei da solo spiegare che cosa è emerso nello studio di questi documenti e poi dovrebbe spiegare quali e diciamo presi da dove, di quale provenienza e che cosa ha potuto concludere in relazione a questa politica degli Stati Uniti, soprattutto con riferimento al problema dell’avanzare delle sinistre che c’è stato progressivamente in quegli anni e che sono stato oggetto del suo interesse. RISPOSTA – Sì. Molto brevemente, quello è un incarico che ho ricevuto nell’ambito dell’attività di consulenza della commissioni stragi quando proprio per espressa volontà del Presidente Pellegrino fui mandato negli Stati Uniti per verificare, una... Fare una sorta di ricognizione sui documenti disponibili presso il “National Times” di “College Park” quindi dove ci sono i documenti del cosiddetto Nara, per verificare alla luce di quelle che erano state le acquisizioni della commissione stragi eventuali altri documenti che potessero integrare le conoscenze. Questa è stata l’origine della mia missione. Io andai lì nell’ottobre del 2000 e sono stato credo due settimane e cercando i documenti sia all’interno della Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 270 sede centrale del “College Park” sia cercando di acquisirli come un sistema che è all’epoca era molto innovativo quello telematico, internet presso le biblioteche presidenziali Jhonson e Ford che comunque rispondono a Nar. Acquisì molti documenti per i quali feci una prima relazione in commissione stragi poi da quello che ricordo l’autorità giudiziaria di Brescia venne a conoscenza di questo, perché credo che parlò qualcosa di giornali, comunque venne a conoscenza e fui chiamato per un incarico di ulteriore specificazione. I documenti sono molto interessante con un limite. Il limite che quasi tutti i documenti acquisiti e trovati disponibili sono relativi al dipartimento di stato e non ci sono molti documenti della Cia. L’altro limite di una ricerca che però è datata 2000 quindi risale a dieci anni fa è che nonostante quello, si dice giustamente anche alla liberalità degli archivi americani, molti documenti che proprio in coincidenza con date molto significative della nostra strategia della tensione, in particolare nel golpe Borghese dove fu molto chiaro vedere c’erano ancora classificati e coperti e quindi inaccessibili. Sostanzialmente per fare un brevissimo escursus ... DOMANDA – Lei ha parlato, anche se la cosa è risalente negli anni, però può dare un’idea diciamo, una prima idea della politica degli Stati Uniti, ha parlato del piano di “Demagnitais”? RISPOSTA – Sì, c’è stato un filo conduttore nella politica degli Stati Uniti, questo... DOMANDA – Cosa era questo piano? RISPOSTA – Il piano “Demagnitais” era un primo piano per Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 271 cercare di smagnetizzare il potere del partito comunista in Italia. E questa è una costante che si verifica dagli anni cinquanta fino a documenti per venire a cose molto simili cioè molto più vicine all’argomento di questo processo, proprio fino anche al maggio del 1974 e anche al periodo immediatamente successivo. DOMANDA – Seguiamo un criterio cronologico. RISPOSTA - Il criterio, diciamo c’è la costante che è questa: c’è da un lato le attività fatte per bloccare l’avanzata del partito comunista, in secondo luogo interrogarsi sul ruolo del partito socialista se può essere o meno una forza che si può utilizzare per frenare il partito comunista e quindi cercare di dividere chiamiamola così l’unità delle sinistre cercando di portare il partito socialista in un ambito di affidabilità occidentale con tutta una serie di politiche. In terzo luogo capire l’affidabilità della Democrazia Cristiana e di alcune sue correnti verso presunti cedimenti verso il partito comunista, e in quarto luogo monitorare lo stato di agitazione delle forze armate perché in questi documenti più volte si parla non solo di possibilità golpiste ma anche di una certa inquietudine delle forze armate compreso un memorandum scritto proprio di Kissinger il 6 maggio del 1974 dove questa cosa viene abbastanza messa in luce. DOMANDA – Ecco, seguendo un po’, sia pure andando un po’ di corsa, il criterio cronologico, in questo piano ho visto che c’è... Da qualche parte si parla di almeno parziale conoscenza del governo italiano, francese dell’esistenza di queste disposizioni, è vero questo? RISPOSTA – E’ vero. E’ modus operandi che... Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 272 DOMANDA – Cioè, il piano interessa sia l’Italia che la Francia, però non è completamente... Non ne sono completamente a conoscenza? RISPOSTA – Non ne sono completamente a conoscenza, sì. DOMANDA - Vuole spiegare un po’ meglio? RISPOSTA – Diciamo che è un modus operandi di quel periodo e in quel particolare degli apparati americani e alcune cose, siccome non c’era sempre, non ci si fidava sempre dei governi in quanto tali ma ci si fidava delle persone, e quindi magari il singolo politico poteva sapere se era considerato affidabile dagli Stati Uniti, l’altro politico magari no. Queste cose emersero chiaramente uscì lo scandalo, la vicenda Gladio per cui si scoprì che alcuni politici erano informati anche da sottosegretari mentre altri sottoministri sostanzialmente quasi, quasi ne ignoravano l’esistenza. Quindi era una costante dire: il necessario ma non a tutti anche utilizzando canali informali, soprattutto quando riguardava operazioni che diciamo non erano ortodosse. DOMANDA – C’è un capitolo che è dedicato al golpe Borghese in questo suo studio delle carte americane che cosa può riferire? Lei ha fatto anche un certo raffronto con alcune risultanze di quella che poi era mutuato dal nostro processo con riferimento a quello che ha dichiarato il collaboratore Carlo Digilio, lei ha trovato una sorta di conferma di alcuni aspetti? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Può spiegare? RISPOSTA – Dunque il golpe Borghese come le ho detto ci sono molti documenti proprio dei giorni clou che erano stati Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 273 ritirati per cui nel fascicolo... DOMANDA – Mi scusi, innanzitutto le chiedo se dagli atti che lei potuto studiare emerge una conoscenza da parte degli Stati Uniti dell’esistenza di questo golpe Borghese e in che tempi rispetto a quelli che poi... Poi il golpe non c’è stato ma insomma, l’otto dicembre c’è la data. RISPOSTA - Il tentativo di golpe che è dell’8 dicembre del 1970, c’è un documento che viene praticamente inoltrato da Roma a Washington. DOMANDA – Roma dall’ambasciata? RISPOSTA – Dall’ambasciata. Parliamo sempre di documenti americani. Dall’ambasciata a Washington che è dall’agosto del 1970 quindi tre mesi, cioè alcuni mesi prima del tentativo, in cui si parla proprio di una possibilità concreta che il Principe Borghese stia lavorando per questo golpe e la preoccupazione è notevole e tant’è che nel carteggio tra Roma e Washington, l’ambasciatore chiede informazioni se è il caso di informare il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio italiano. Da qui ho ricavato che la fonte non fosse dei nostri apparati di intelligence come tal volta era nei documenti americani ma fosse una fonte che veniva proprio da attività di intelligence che gli americani comunque per loro conto facevano in Italia. E la cosa che, conoscendo, avendo studiato gli atti dei vari procedimenti, c’era un’estrema coincidenza temporale con le dichiarazioni di Carlo Digilio che parlò, che disse proprio nell’agosto del 1970 c’era stata questa grossa esercitazione, credo a Fort Foin che era propedeutica al golpe Borghese. E quindi la mia impressione, io così scrissi nella Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 274 relazione in commissione stragi, che era una relazione che aveva una lettura più a carattere storico politico che giudiziario, scrissi che trovavo un elemento di conferma il fatto che c’era questa coincidenza alquanto significativa su un fatto così specifico. Comunque è un dato certo che nell’agosto del 1970 gli Stati Uniti sapessero di questa manovra di Borghese. DOMANDA – Mentre invece il governo italiano non sa? RISPOSTA – Almeno da quello, dalla frase che io adesso ho la consulenza ma non credo... Comunque l’ambasciatore chiede istruzioni se avvertire Colombo e... DOMANDA – E’ implicita una presunta sconoscenza? Una presunta sconoscenza. RISPOSTA – Sì, questo farebbe pensare. E l’altro documento, poi come le ho detto dal faldone molti documenti sono stati espunti. Quindi si sa della loro esistenza ma sono stati ritirati, si passa direttamente al marzo del 1971, se ricordo bene, quindi quando la vicenda divenne di dominio pubblico con l’inchiesta. Però c’è un rapporto dell’ambasciatore credo, sempre a Washington dove dice: “Ma noi sapevamo tutto fin dall’inizio e anche l’abbiamo saputo subito”. E definisce il tentativo di Borghese oltre che pericoloso anche ridicolo. E su questa tendenza anche in rapporti che c’erano stati sull’ipotesi golpiste nel 1969 quindi nel periodo prossimo a Piazza Fontana, emerge da parte del dipartimento di stato, perché poi le correnti anche lì erano differenti, il fatto che il dipartimento di stato comunque non avrebbe appoggiato soluzioni golpiste. E quindi le considerava molto velleitarie. DOMANDA – Qualunque soluzione golpistica a quella soluzione Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 275 golpistica? RISPOSTA – Quella soluzione golpistica perché c’è, sempre in quella relazione che ha un carattere storico politico, non poteva essere sottolineato il fatto che nello stesso periodo, le stesse autorità, Washington by-passando l’ambasciatore americano a Santiago del Cile che stava trattando per fare il golpe in Cile che poi sarebbe avvenuto solo tre anni dopo e i criteri, questo è il rapporto della Cia declassificato su ordine di Clinton. E i criteri sui quali poi venivano valutate queste possibilità di golpe erano l’effettiva riuscita e quindi fare un golpe perché non riesca è controproducente, e l’effettiva affidabilità poi delle persone al potere per gestire la situazione. DOMANDA – Quindi questo vuole dire che poteva essere diciamo la particolare situazione, le persone, la possibilità di riuscita? RISPOSTA – Sì, che erano considerate ridicole. DOMANDA – Sconsigliavano? RISPOSTA – Io da un punto di vista politico, ripeto, ho ritenuto questa cosa verosimile perché due piccoli particolari, i documenti che io ho ritrovato negli Stati Uniti in parte rappresentavano la conferma del libro scritto di nove anni prima da Gatti che avendo, diceva lui ma credo che sia vero, delle fonti di ex agenti della Cia che avevano operato in Italia raccontò dei retroscena che combaciano perfettamente con questo scenario cioè di due rappresentanti in Italia del partito repubblicano che cercarono in qualche modo coinvolgere l’ambasciata. E da qui si capirebbe anche l’origine. E quindi diciamo un tentativo da parte dei Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 276 congiurati di avere un placet americano che poi i fatti dicono non ci fu. Poiché esisteva in quel periodo, non solo dell’Aginter Press ma anche attraverso una serie di organizzazioni informali, la lega anticomunista mondiale, una sorta di internazionale nera che è una concezione un pochino più aperta, più vaga, era lecito... Legami tra Italia, Cile sono stati molto forti tra i gruppi diciamo neofascisti, no? Da un punto di vista storico politico era legittimo ipotizzare che comunque la richiesta degli italiani di avere un placet potesse essere in qualche modo anche giustificata dal fatto che in altre situazioni gli Stati Uniti erano aperti a valutare all’epoca situazioni del genere, soprattutto quando si trattava di bloccare l’avanzata del partito comunista. DOMANDA – Venendo più nello specifico a quello che è stata la sua consulenza, qui vedo che il primo argomento... RISPOSTA - E’ un errore, lì è scritto ma... Chiedo scusa ma si capisce è scritto aprile del 1974 ovviamente è maggio e poi si parla... DOMANDA – Sì, questo è chiaro. RISPOSTA - Le chiedo scusa nove anni dopo. DOMANDA – Il primo argomento che si affronta mi pare che sia quello del referendum sul divorzio? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Che ci fu il 12 maggio del 1974, e lei ha parlato dell’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti di evento, se lo ricorda? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Come era l’atteggiamento, cioè cosa temevano? RISPOSTA – Diciamo la cosa che temevano era più o meno sempre Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 277 la stessa, cioè un’avanzata del partito comunista. Cioè loro valutavano questo referendum sul divorzio e questa possibilità, questa sconfitta del fronte antidivorzista, cosa che poi avvenne come una sorta di volano per fare avanzare le sinistre, il particolare il partito comunista e mettere il difficoltà la Democrazia Cristiana. E quello che loro temevano è che di fronte magari a situazione di difficoltà politica e un’Italia che se ben ricordiamo all’epoca diciamo i governi si alternavano con una certa rapidità e quindi era difficile trovare sempre una quadratura, avevano sempre paura che il partito socialista che si voleva tenere come alla sinistra di un governo centrista e atlantico, potesse avere la tentazione di cedere a un’ipotesi frontista, quindi l’alleanza con il P.C. e soprattutto si temeva fortemente questo in maniera ossessiva che l’ipotesi di compromesso storico potesse trovare orecchie all’interno della Democrazia Cristiana. Per cui c’era questa ossessione degli americani che poi riportarono, e parlo sempre, ritorno al memorandum di Kissinger del 6 maggio del 1974 in cui si diceva che le forze armate al momento non davano segnali di volontà di fare un push militare però non escludeva che se la situazione fosse andata deteriorando questa poteva essere un’ipotesi. Già nel 1971 c’erano stati questi segnali, altri rapporti in cui di fronte all’avanzata della sinistra viene ipotizzato sempre che le forze armate in qualche misura potessero non gradire più la situazione e quanto meno pensare a intervenire e poi ci fu anche un incontro tra il capo dello stato maggiore dell’esercito, il Generale Marchesi con il capo di stato Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 278 maggiore Stati Uniti generale “Guest Moreland” in cui diciamo questa inquietudine viene manifestata in maniera molto chiara. DOMANDA – Fu un memorandum per documentante questo rapporto? RISPOSTA – Sì, sì. DOMANDA – Lei ne parla qui? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Nella consulenza cosa si dice in sostanza? RISPOSTA – Quali memorandum, sono tutti memorandum? DOMANDA – Lei ne parla a pagina 9, si riferisce quello che dice Marchesi il generale? RISPOSTA – Esatto. DOMANDA – Che si incontra con “Guest Moreland” e appunto c’è una conclusione e poi alla fine si dice: “Memorandum del 13 dicembre del 1970 firmato dal generale “Guest Moreland” RISPOSTA - E’ questo che intendevo. DOMANDA – Quale è il succo di questo, è una bozza di un accordo, di una collaborazione? RISPOSTA – Sì, sostanzialmente il generale Marchesi intanto riaffermava la volontà anticomunista delle Forze Armate, si lamentava che comunque il rischio era evidente e ribadiva l’assoluta disponibilità delle forze armate italiane a rappresentare un fronte invalicabile per l’avanzata del partito comunista. E in qualche modo se mi consente di dare una lettura anche di altri documenti che fanno parte delle cose acquisite però strettamente verbale acquisito da Brescia, c’erano anche spesso dei tentativi di molti personaggi autorevoli generali e quanto altro, di accreditarsi presso l’ambasciata americana come le persone più affidabili sempre poi in Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 279 concomitanza di promozioni e quanto altro. Quindi si faceva molto... C’era anche un certo andirivieni di persone che andavano lì poi sperando che la parola degli Stati Uniti valesse una promozione piuttosto che è altra cosa. Comunque in questo caso il generale Marchesi dimostra, siamo nel 1970 poco prima il cosiddetto golpe, Borghese in questo caso, inquietudine e la volontà delle Forze Armate italiane di fare da argine. DOMANDA – Senta, io so se lei ha avuto modo di occuparsi di questo argomento, comunque uno dei nostri consulenti non mi ricordo che De Lutiis o qualche altro, ha parlato di un documento di quello stesso periodo del 18 marzo del 1970, quindi un po’ prima rispetto a questo incontro. Non c’è nella sua consulenza, ed è una sorta di supplemento al “Fild Manual”. Insomma c’è un documento a firma dove si fa... Che contiene delle disposizioni precise e dove alla fine si autorizza in qualche modo anche l’uso della violenza nei confronti di governi deboli nei confronti dell’avanzata delle sinistre? RISPOSTA – Conosco benissimo, sì. DOMANDA – Si ricollega a questa situazione? RISPOSTA – In effetti il generale “Guest Moreland” dopo avere comandato le forze... DOMANDA – Questo le dico perché appunto lo stesso Carlo Digilio di cui ha parlato prima per spiegare, in uno dei verbali acquisiti, in più di uno dei verbali acquisiti, per spiegare come mai gli ordinovisti si attrezzassero a suo dire per fare attentati, diceva gli americani ci spingono etc. c’è il generale “Guest Moreland” che ha emesso una certa ordinanza. Lui la chiama ordinanza in questi verbali. Allora le chiedo se lei è in grado di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 280 individuare altri documenti? RISPOSTA – Questo è il “Field Manual” il manuale da campo che sostanzialmente ha delle categorie 30, in questo caso credo che fosse il 30-31. DOMANDA – Sì, 30-31. RISPOSTA - E ci sono delle categorie, io quando andai negli Stati Uniti ho acquisito molti di questi “Field Manual”, molti sono declassificati adesso, che hanno diverse categorie che erano operazioni psicologiche, operazioni di campo, controguerriglia, contro terrorismo, il 30 credo che sia la categoria, il 31 il numero all’interno della categoria. Questi documenti in parte sono stati declassificati, e il cosiddetto manuale “Guest Moreland” così è chiamato è declassificato. Questo di cui si parla è un allegato a questo manuale diciamo così manuale principale che però è giunto a noi in una forma impropria. Nel senso che è stato ritrovato nella valigia della figlia di Gelli quando venne arrestata e da allora ci è nata, questo va detto, una controversia tra Stati Uniti che non hanno mai essendo comunque ancora adesso coperti da segreto mai confermato l’autenticità, e altri fonti che in qualche modo hanno ipotizzato che si trattasse di un depistaggio del KGB e che quindi questo documento fosse un falso. A ogni modo è documento acquisito agli atti della commissione P2 e rileva con la spregiudicatezza quella che a noi appare spregiudicatezza, lì è molto senso pratico degli americani, come fare e non fare in situazioni di crisi e ovviamente ipotizza anche azioni non ortodosse. Però... DOMANDA – Cosa intende per azioni non ortodosse? RISPOSTA – Uccidere i capi dell’insorgenza, delegittimarli o Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 281 metterli in mezzo a scandali sessuali, insomma tutte le operazioni possibili e immaginabili di discredito e di depistaggio e di guerra psicologica compreso poi il fatto appunto in casi estremi utilizzare... Arrivare fino all’eliminazione del nemico. DOMANDA – Poi lei ha parlato anche di un analisi, vabbè che è antecedente, un’analisi sul problema del golpe fatta appunto... RISPOSTA - Del 1969. DOMANDA – Ne abbiamo già parlato, sì. RISPOSTA - Sì, le ho detto dal 1964 fino al 1974 quindi in questo decennio sono molti i documenti americani in cui si pone il problema di possibile golpe. DOMANDA – Golpe, così senza diciamo, però non c’è un... RISPOSTA - Lì c’è in questo documento del... DOMANDA – Sta a vedere insomma? RISPOSTA – In questo documento del 1969 da quello che si capisce c’è qualche voce che arriva all’autorità americana, adesso non ricordo se l’ambasciata o il dipartimento di stato e viene incaricato un analista politico di in qualche modo sondare sulle possibilità reali di un golpe nel 1969 e lui facendo un’analisi dice: nonostante le voci che ci sono, le possibilità sono minime perché le forze armate italiane non hanno quella grande autorità che potrebbero prendere il sopravvento e poi anche per come l’Italia è fatta non c’è una grande metropoli come in altri parti, quindi bisognerebbe... In altre situazioni come in Grecia. Perché l’esempio era se anche in Italia poteva accadere qualcosa di simile al golpe greco. Dice: però non è come in Grecia che in qualche modo occupando Atene si occupa Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 282 il paese, l’Italia è policentrica e quindi è difficile anche tecnicamente, e quindi tende a svalutare questa ipotesi. DOMANDA – Nel piano di “Demagnitais” si parla proprio di un atteggiamento anche nei confronti di privati aderenti alla fede comunista diciamo, cioè si parla proprio d’interventi nei confronti delle ditte? RISPOSTA – Il sabotaggio? DOMANDA – Sì, diciamo una sorta di sabotaggio nei confronti di...? RISPOSTA – Dunque il piano “Demagnitais” che è piano appunto che prevede una serie d’interventi non ortodossi, tra questi diciamo oltre alle attività che sono quelle di chiamiamole così d’influenza appunto di discredito, di compravendita di favori presso altre forze, per esempio sempre in quella consulenza è emerso un piano di avvicinamento dei dirigenti del partito socialista dagli anni degli anni sessanta fatta attraverso “Losis”. Quindi li invitiamo negli Stati Uniti li facciamo cominciare a ragionare come noi, quindi portiamoceli piano, piano dalla nostra parte. Nel “Demagnitais” poi era anche previsto che insomma bisognava utilizzare anche l’arma economica, cioè su chi aveva rapporti economici con i comunisti nel senso più basso del termine, sia quindi contro gli interessi economici del partito comunista italiano ma più in generale il commercio con i paesi di oltrecortina in qualche modo doveva essere, tra virgolette “punito” e quindi si doveva cercare di boicottare le loro attività economiche e questa poteva essere una strada ulteriore per diminuire l’influenza del partito comunista che in tutte Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 283 le analisi viene presentato come un partito che sia per la sua capacità organizzativa in Italia, sia per i rapporti con l’Unione Sovietica comunque un partito che ha una forza economica e gestisce un potere economico. DOMANDA – Ma materialmente chi avrebbe dovuto attuare questo piano, cioè era il governo proprio che doveva? RISPOSTA – No, servizi segreti. E’ un accordo tra servizi segreti. DOMANDA – Quindi non era una cosa ufficiale insomma? RISPOSTA – No. I governi secondo il “Demagnitais” quello che dicono i documenti il governo doveva essere all’oscuro. E quindi... DOMANDA – Una cosa si servizi insomma? RISPOSTA – Una cosa dei servizi che poi ovviamente all’interno del governo italiano, magari non era conoscenza dell’intera filiera ma magari un paio di ministri, come le dicevo prima, ritenuti più affidabili. CONTROESAME DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI DOMANDA – Forse mi sono distratto, questo codice “West Moreland” di cui lei ha fatto prima accenno su domanda del Pubblico Ministero che è stato trovato se non ho capito male della valigia della figlia di Gelli? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – Dove? RISPOSTA – Se ricordo bene dopo lo scandalo della P2 la figlia di Gelli rientrò in Italia e venne arrestata. DOMANDA – E aveva questo codice? RISPOSTA – Aveva una valigia con diverse cose tra cui anche questo documento. DOMANDA – E’ stata accertata successivamente la falsità o meno Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 284 di questo documento? RISPOSTA – No. Io ho come le dicevo prima per completezza, questo è un manuale da campo. E’ un manuale da campo con un allegato che è coperto, diciamo è Top Secret, non è un segreto di stato è Top Secret e questa copia è stata rinvenuta nella valigia della figlia di Gelli e acquisita agli atti della commissione P2 tant’è che fa parte integrante degli atti. Devo dire che c’è una grossa corrente tende a prenderlo per buono perché poi troverebbe altre conferme, però il documento in quanto tale non è stato mai declassificato. Gli Stati Uniti non credo che abbiano detto nulla e comunque secondo alcuni in realtà non si tratta di un vero documento ma di un depistaggio fatto tramite Gelli. Per cui diciamo non esiste una prova provata certificata che si tratti realmente del documento... DOMANDA – E’ stato chiarissimo. La seconda domanda è questa: lei ha parlato su domanda del Pubblico Ministero di un campo Fort? RISPOSTA – Sì. DOMANDA – E’ quello che è apparso su tutta la stampa nazionale nell’agosto del 1970? RISPOSTA – Francamente non glielo so dire questo. Io la cosa che... DOMANDA – Le posso mostrare gli articoli di stampa? RISPOSTA – Certo. Non l’escludo. DOMANDA – Glielo chiedo se... A questo punto vengono rammostrati al teste documenti prodotti dalla difesa. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 285 RIPRENDE IL CONTROESAME DELL'AVVOCATO DIFENSORE - FRANCHINI DOMANDA – Una era l’Unità dell’agosto del 1970, l’altro giornale non so, sono prodotti in allegato al controesame di Giraudo nel verbale di Piazza Fontana. RISPOSTA - Vedo male ma mi sembra che si tratti della stessa cosa. Io nel settanta ancora non leggevo i giornali e quindi mi è sfuggita. Io ricordavo la deposizione di Carlo Digilio che misi in relazione con... DOMANDA – Sì, sì, agosto 1970 Fort Point. Senta, lei ha potuto, ha avuto occasione nella sua attività dell’esistenza di rapporti del Sismi su questo campo? RISPOSTA – Francamente mi sembra di ricordare dagli atti di Salvini che ci furono delle richieste di acquisizione. Credo di sì. DOMANDA – Volevo sapere se poi aveva potuto visionare il rapporto del Sismi? RISPOSTA – No, io rapporti del Sismi non ne ho visionati. Li ho visti solo quelli allegati al processo di Piazza Fontana quando ho cercato documenti per i miei libri ma questo in particolare non lo ricordo. DOMANDA – C’era. Insomma non lo ricorda? RISPOSTA – Non lo ricordo. DOMANDA – Lo chiederemo poi al comandante Giraudo. Non ho altro. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Volevo dire Presidente che ovviamente credo che i pubblici ministeri produrranno tutta la documentazione allegata che è tutta in lingua inglese. Io purtroppo, bisogna farla tradurre Presidente secondo il codice, assolutamente. Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 286 INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Si associa anche la difesa Delfino Presidente, perché è necessaria ai fini della comprensione di quei documenti la traduzione. Si tratta di una produzione copiosa per altro. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Che non ritardi l’attività, poi fatene ciò che volete. Intanto producete intanto noi fatto la lingua inglese qualche cosa capiamo. Poi... INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – FRANCHINI – Lei capisce io no. No, no, non è uno scherzo io non parlo una parola d’inglese. Non ci possono atti processuali che non siano in italiano Presidente. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – No, nel senso che poi ci penserà il Pubblico Ministero a fornire la copia, dato che è un documento che viene fornite produrrà a farlo tradurre. Per il momento producete tutto, anche in lingua. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – I verbali sono 7 novembre del 1991, giudice istruttore Milano; 15 Dicembre del 1991 giudice istruttore Milano; 22 maggio del 1992 giudice istruttore Milano; 8 giugno del 2000 Corte d’Assise Milano. E poi le consulenze in H/9 1, H/9 2 e H/A 4 8. INTERVENTO DEL PRESIDENTE - Dobbiamo vedere i testi che non sono venuti. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Abbiamo Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 287 Prezzato Fiorella. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Cosa è successo a Fiorella? Non sappiamo nulla. Acquisiamo Prezzato? Non c’è consenso. La facciamo accompagnare sentite le parti per lunedì 22 marzo. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – Poi abbiamo Michitto Aldo è con verbale di vane ricerche. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Michiutto non si trova. 512 C.P.P. acquisizione di dichiarazioni Michitto. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – PIANTONI – 28 gennaio del 1993, Pubblico Ministero Firenze; 25 febbraio del 1993, Pubblico Ministero Firenze; 22 ottobre del 1993, Pubblico Ministero Militare di Padova; 27 ottobre del 1993, Pubblico Ministero Brescia; 5 novembre del 1993 Pubblico Ministero Brescia. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Ricordatevi che per domani dovete sciogliere la riserva su quei nove testi per cui c’è stata rinuncia del Pubblico Ministero. INTERVENTO DEL PUBBLICO MINISTERO – DI MARTINO – Anche su Rognoni poi. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E anche su Rognoni. Rognoni siete in grado di sciogliere la riserva? Invece i nove testi c’è il dissenso della difesa Zorzi. Sono testi al quale aveva rinunciato il Pubblico Ministero. Sono indicati la Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia R.G. 003/08 - 11/03/2010 c/CARLO MARIA MAGGI + ALTRI 288 volta scorsa. Ce lo dite domani. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI - Con riferimento alla rinuncia del Pubblico Ministero non c’è, o meglio l’unica richiesta riguarda Sisti con riferimento al quale c’è una richiesta di lettura. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – E’ morto. INTERVENTO DELL’AVVOCATO DIFENSORE – SANDRINI – Per quanto riguarda la difesa Delfino non c’è nessuna opposizione. INTERVENTO DEL PRESIDENTE – Quindi nessuna opposizione difesa Delfino. Le altre difese mi daranno il loro consenso domani, compreso l’Avvocato Battaglini. Ci vediamo domani ore nove. Il presente verbale, prima dell’upload a Portale Giustizia per la documentazione e certificazione finale del computo dei caratteri, risulta composto da un numero parziale di caratteri incluso gli spazi pari a: 419577 Il presente verbale è stato redatto a cura di Copisteria Dattilografia di Sassaro Antonia L'ausiliario tecnico: Rosa Di Pippo Rosa Di Pippo ____________________________________________________________ |
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