Piazza San Pietro Città del Vaticano
Villa D'Este Tivoli Roma
Fai una piccola escursione dei giardini cliccando start e se vuoi metti a pieno schermo street-view in alto a sinistra , puoi fare pausa e trascinare la cartina o fare zoom con la rotella del mouse.
Qui i giardini percorribili.
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Interno di Villa d'Este
La villa fu voluta dal cardinale Ippolito II d'Este[2], figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia (Ferrara 1509 - Roma 1572), su un sito già anticamente sede di una villa romana. La storia della sua costruzione è legata alle vicende del suo primo proprietario. Papa Giulio III del Monte volle ringraziare il cardinale d'Este per l'essenziale contributo dato nel 1550 alla propria elezione al soglio pontificio nominandolo governatore a vita di Tivoli e del suo territorio. Il cardinale arrivò a Tivoli il 9 settembre e vi fece un'entrata trionfale, scoprendo però che gli sarebbe toccato di abitare in un vecchio e scomodo convento annesso alla chiesa di Santa Maria Maggiore, edificato secoli prima dai benedettini, ora tenuto dai francescani e parzialmente riadattato a residenza del governatore.
La villa fu voluta dal cardinale Ippolito II d'Este[2], figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia (Ferrara 1509 - Roma 1572), su un sito già anticamente sede di una villa romana. La storia della sua costruzione è legata alle vicende del suo primo proprietario. Papa Giulio III del Monte volle ringraziare il cardinale d'Este per l'essenziale contributo dato nel 1550 alla propria elezione al soglio pontificio nominandolo governatore a vita di Tivoli e del suo territorio. Il cardinale arrivò a Tivoli il 9 settembre e vi fece un'entrata trionfale, scoprendo però che gli sarebbe toccato di abitare in un vecchio e scomodo convento annesso alla chiesa di Santa Maria Maggiore, edificato secoli prima dai benedettini, ora tenuto dai francescani e parzialmente riadattato a residenza del governatore.
I posti dove sono stato a Villa d'Este Tivoli Roma con foto
Le catacombe di Priscilla Roma
La catacomba di Priscilla, conosciuta in tutti i documenti topografici e liturgici antichi, si apre sulla Via Salaria con ingresso presso il convento delle Suore Benedettine di Priscilla. Per la quantità di martiri qui sepolti, questo cimitero era chiamato la “regina catacumbarum”.
Scavata tra il secondo e il quinto secolo, prende inizio da ambienti ipogei preesistenti, dei quali i principali sono un arenario, un criptoportico e l’ipogeo con le tombe degli Acili Glabrioni. A tale famiglia appartiene la donatrice del terreno, la nobildonna Priscilla, la cui memoria ricorre il 16 gennaio nel Martirologio Romano, che la indica come benefattrice della comunità cristiana di Roma. Questo cimitero, perduto come tanti altri per l’occultamento degli ingressi a protezione dai saccheggi, è stato uno dei primi ad essere ritrovato nel sedicesimo secolo e perciò abbondantemente derubato di lapidi, sarcofagi, tufo e corpi di presunti martiri. Conserva però pitture particolarmente belle e significative: la visita comprende le principali di queste.